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Autore: Undertaker_skull    09/05/2015    2 recensioni
"Perché piangi?", disse la ragazza divertita. "Aiutami ti prego" diceva il bambino... Piangeva, gridava, chiedeva aiuto... Tra le fiamme della sua casa, rannicchiato accanto ai suoi genitori, ormai bruciati dalle fiamme.
Lei guardò danzare affascinanti colori tra il rosso scarlatto e il giallo lucente... Ma poi si girò verso il bambino, annoiata.
"È inutile piangere, gridare o pregare, perché alla fine nessuno ti verrà a salvare..."
La ragazza, che si distingueva fra tutti quei colori, scomparve in una nube nera, mentre il bambino sconvolto continuava a lamentarsi.
La notte era buia, silenziosa e deserta; ma c'era ancora quella casa in fiamme che la illuminava.
Restò qualche momento ad ammirare quel 'panorama' e poi se ne andò, tra le strade del paesino.
"Bene bene, vediamo con chi ci dobbiamo divertire adesso." Disse con un ghigno divertito, mentre camminava e così si confondeva nella notte.
Genere: Avventura, Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La bambina cadde per terra slogandosi la caviglia, inoltre aveva graffi e lividi dappertutto, in ogni caso non riusciva a rialzarsi.
"Alzati." Gli ordinò un uomo difronte a lei, con un bastone in mano. Era un uomo sui quarant'anni, dai capelli neri uguali a quelli della bambina, ma dagli occhi ghiaccio. La bambina cercò di alzarsi, senza successo.
"Non ci riesco..." Disse la bambina in preda al dolore.
"Ho detto alzati!" Disse l'uomo gridando, con uno sguardo duro e freddo. 
"Mio padre mi avrebbe già colpito a morte." Disse l'uomo.
La bambina cercò di alzarsi, e dopo un po' ce la fece, e riprese in mano il bastone che gli era caduto. I due si trovavano a qualche miglio dal villaggio, così nessuno poteva disturbarli.
"Tch... Adesso continuiamo." Disse l'uomo alzando il bastone. E la bambina, con cautela, alzò il suo. L'uomo incominciò scagliandosi su di lei, e la bambina cercava di difendersi dagli attacchi.
"Più veloce!" Diceva l'uomo, continuando ad attaccarla. A un certo punto la bambina cercò di attaccarlo, ma lui la bloccò.
"Non far vedere al tuo avversario le tue mosse prima che tu possa farle!" Continuava a dire.
Dopo un po' l'uomo l'attaccò di soppiatto l'altra gamba della bambina facendola cadere nuovamente.
"Avanti!" Disse l'uomo.
"Non posso!" Disse la bambina disperata.
"Rialzarsi dopo la battaglia è la forza più grande che può dimostrare un guerriero." Disse l'uomo.
"Adesso, alzati." Disse con fermezza. La bambina lo guardò con un misto tra disperazione e rabbia. Dopo un po' si rialzò appoggiandosi al bastone, con entrambe le caviglie slogate.
"Bene spero che tu abbia imparato qualcosa oggi, Irina." Disse l'uomo girandosi e ritornando al villaggio.
"Si, padre..." Bisbigliò la bambina.


Irina si svegliò di colpo, pensò Irina. Era la seconda volta consecutiva in cui faceva un sogno sul suo passato. Guardò l'orologio, e come immaginava era tardi <11:00 di mattina>. Ieri sera, siccome era tardi si erano concordati di incontrarsi a casa di Sophie a mezzogiorno. 
Chiuse un attimo gli occhi, ancora sdraiata sul letto, e dopo un po' li riaprì.  

"Ma quanto ci mette Irina?" Disse Tyler seduto su uno sgabello.
"Irina ha i suoi tempi, dopotutto è una donna... Cioè una piccola parte di lei lo è." Rispose Rik, seduto accanto a lui. Si trovavano in un piccolo bar sotto l'hotel. Tyler guardò fuori dalle finestre del bar, vedeva passeggiare molta gente, che chiacchierava e rideva. pensò Tyler.
"Sono carine le piccole città..." Disse Tyler.
"Non sei mai stato fuori New York?" Disse Rik confuso.
"No... Purtroppo no, a mia madre non piace viaggiare." Disse Tyler bevendo un sorso del cappuccino che aveva preso.
"Oh beh, con noi ne avrai tutto il tempo!" Disse Irina, entrando nel bar.
"Meglio tardi che mai!" Disse Rik.
"Beh adesso io vado da Sophie, ci vediamo lì!" Disse Irina scomparendo senza lasciarli replicare. Fortunatamente non c'era quasi nessuno nel bar e quelle poche persone che c'erano non si accorsero di quello che era successo.
"Ma lo sa che non abbiamo i suoi stessi poteri?" Chiese Tyler confuso.
"Sai ragazzo... È proprio in questi momenti che lo dubito." Disse Rik alzandosi dallo sgabello.

Sophie si trovava nella sua bottega (la maggior parte delle streghe ne aveva una) di erbe e oggetti magici ecc. Era un posto di medie dimensioni; era molto carino, con molte pietre colorate che lo decorava. Lei stava sistemando delle erbe particolari.
All'improvviso comparve Irina, seduta sulla scrivania del negozio.
"Gradirei che invece di comparire in questo modo, tu possa bussare alla porta del negozio come tutte le persone normali." Disse Sophie senza guardare Irina, continuando a mettere a posto gli oggetti.
"Ma io non sono una 'persona normale'." Disse Irina scendendo dalla scrivania. A quel punto Sophie si girò verso di lei con un sorriso divertito.
"Dove sono quei due?" Chiese Sophie.
"Stanno arrivando, probabilmente." Disse Irina guardando per un attimo le unghie, ma poi guardò di nuovo Sophie. Le due si guardarono negli occhi per molti secondi e stavano in silenzio, ma non era un silenzio di imbarazzo, ma quasi di sfida. Sophie non ce la fece più e sospiro esasperata.
"Cosa posso fare per te?" Disse Sophie con un tono un po' divertito; lei sapeva che Irina voleva qualcosa, altrimenti non sarebbe mai venuta prima degli altri.
"Voglio che tu faccia un' incantesimo." Disse Irina convinta. Sophie la guardò confusa.
"E quale?" Disse lei.
"Un' incantesimo riconoscitivo." Disse ancora Irina. Sophie la guardò sorpresa.
"Pensi che qualcuno ti stia facendo qualcosa in lontananza? Forse è la stessa oscurità che ti sta perseguitando." Disse lei confusa. Irina stava per aprir bocca ma si girò verso la porta.
"Non una parola di questo con nessuno." Disse lei infine. Nemmeno dando a Sophie il tempo di rispondere si aprì la porta dell' emporio con Rik e Tyler che entravano.
"Grazie per non averci aspettato." Disse Tyler.
"Prego." Disse ironica Irina, sedendosi nuovamente sulla scrivania.
"Perché non ci hai aspettato?" Chiese Rik.
"Non abbiamo tempo per questo, dobbiamo parlare di quella cosa che ci segue." Disse Irina senza rispondere a Rik. Lui alzò il sopracciglio confuso.
"Ah si, certo." Disse Sophie.
"Stamani ho preparato gli ingredienti per l'incantesimo, possiamo iniziare subito." Continuò lei. Si diresse verso una porta e vi entrò, gli altri la seguirono; quando entrarono videro un cerchio candele e erbe per terra; Sophie si sedette al centro di quel cerchio.
"E così usi ancora la magia dello spirito..." Disse Rik.
"La mia stirpe l'ha sempre usata." Disse Sophie.
"Sedetevi per terra vicino alle candele... Irina tu mettiti difronte a me." Disse ancora. 
"A un certo punto dell'incantesimo vi addormenterete, e vedrete l'immagine della cosa che vi perseguita."
E dopo iniziò.
"Phesmatos Tribum, Nas Ex Veras, Sequitas Sanguinem... Phesmatos Tribum, Nas Ex Veras, Sequitas Sanguinem..." E così ripeteva l'incantesimo, e si accesero le candele. A un certo punto prese la mano di Irina, sempre continuando a pronunciare l'incantesimo, e con un taglierino gli procurò una ferita. Irina guardava senza fare niente, ma Tyler sembra confuso e un po' sconvolto da quello che aveva fatto Sophie e dalla calma impassibile di Irina. Caddero molte gocce di sangue su un erba, che stranamente iniziò a fumare. A un certo punto tutti e tre caddero e si addormentarono. Dopo una mezz'ora abbondante si svegliarono insieme.
"Cazzo..." Dissero all'unisono Irina e Rik.

-#spazioautrice
Ciao a tutti! Spero (come sempre) che questo nuovo capitolo vi piaccia! Alla prossima settimana!
  
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