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Autore: HermioneHerondale99    09/05/2015    2 recensioni
Hermione si troverà a vivere in un "sogno" che le cambierà la vita e lei farà di tutto per raggiungere il suo scopo.
"io.. non capisco che mi succede" sussurrò lui prendendosi la testa tra le mani.
Hermione gli si inginocchiò accanto.
"io lo so.."
" e cos'è?"
"si chiama affetto, quello che senti" disse lei prendendogli la mano e stringendogliela fra le sue.
Spero vi piaccia :)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Il trio protagonista, Tom O. Riddle | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 2-incubi
Era come pietrifica, non riusciva a fare nulla meno che continuare a guardare i suoi occhi che si avvicinavano ad ogni passo fatto dal proprietario.
D’istinto, Hermione indietreggiò, spaventata, e Tom si fermò.
“che.. che ci fai qui?” disse la ragazza.
“non mi dici neanche chi sei? Pensavo fossi educata” disse inarcando un sopracciglio il ragazzo.
“perché dovrei esserlo con te?”
“ascolta, io non sono Voldemort” disse guardandola serio in viso.
“non ti credo” rispose prontamente lei.
“fa come ti pare, ma ascoltami” sbuffò lui.
La ragazza non poté fare altro che eseguire quello che il giovane Tom Riddle le aveva appena detto.
“ti ricordi il sogno che hai fatto questa notte?”
“si, c’eri tu, svenuto nel bagno di Mirtilla Malcontenta”
“e avevo vicino il mio diario, ricordi?” la riccia annuì e allora Tom continuò “saprai già che quello non è più un Horcrux, da quanto, al secondo anno, il tuo amico l’ha distrutto. La mia anima sarebbe dovuta scomparire ma invece si è spostata in un altro libro, quello che hai tu ora” all’udire di quelle parole Hermione sbiancò pensando subito di sbarazzarsene appena fosse tornata.
“so a cosa stai pensando. Non puoi sbarazzarti di questo libro” disse lui serio incrociando le braccia al petto e fissandola con uno sguardo duro e impassibile.
“e perché non potrei?” domandò prontamente lei.
“succederebbero solo cose sgradevoli”
“non mi importa, non voglio più avere questo libro! Non voglio avere niente a che fare con te! Tu sei morto!” disse lei presa dall’ira.
Tom rise, non era una risata normale. Era piena di amarezza.
“più cercherai di liberarti di questo libro, più esso dovrà rimanere con te, pertanto anche io” disse fissandola negli occhi.
Sotto quello sguardo Hermione vacillò, probabilmente quello che le stava dicendo era vero, ma lei non voleva ugualmente crederci. Avrebbe trovato il modo di sbarazzarsi di quel libro, costi quel che costi, si sarebbe sbarazzata una volta per tutte di Tom.
Anche se avesse dovuto subire qualunque cosa le avresse potuto fare quel libro.
“sei una stupida, Granger, ti farai del male da sola, e soprattutto non otterrai nulla, solo dolore. Ma fai quel che vuoi, non sono nessuno per dirti cosa devi e cosa non devi fare” disse con un tono privo di qualunque emozione.
Hermione lo guardò, senza pensarci due volte chiuse gli occhi e cercò intensamente di ritornare alla realtà. Alla sua realtà.
Quella dove Voldemort era morto da mesi, quella in cui niente di quello che il giovane Riddle le stava dicendo era vero.
Pensò intensamente ai suoi migliori amici, a Ginny, a Neville. Si.  Pensò anche a Malfoy. Avrebbe pensato a qualunque cosa pur di svegliarsi da quell’ incubo assurdo dov’era capitata.
Tutto iniziò a girare e farsi scuro, offuscato. Riuscii solo a sentire la voce chiara e nitida di Riddle che le disse che si sarebbero visti molto presto, poi si ritrovò nel suo letto, seduta in preda al panico.
Sentii un peso all’altezza della pancia e guardò verso quel punto. Lì vide il libro, aperto a metà.
Hermione si alzò di scatto e chiuse il libro con forza. Aprii il baule e tirò fuori tutto quello che aveva dentro per mettere sul fondo il libro che i suoi migliori amici le avevano regalato per poi coprirlo con tutto ciò che aveva appena tolto da esso.
Lo chiuse con forza e poi sospirò chiudendo gli occhi. Erano solo le sei di mattina. Riaprii gli occhi e guardò fuori dalla finestra. Il sole iniziava a splendere nel cielo con i suoi timidi raggi che si intrufolano nelle finestre delle camere per posarsi sui visi ancora addormentati dei giovani per svegliarsi con un leggero saluto. Hermione sorrise e andò in bagno per farsi una doccia rilassante per cercare di dimenticare quel sogno strano appena fatto.
In parte ci riuscì e , più serena, scese in Sala grande e si sedette al tavolo dei Grifondoro per aspettare i suoi amici, i quali non sarebbero scesi prima di un quarto d’ora abbondante.
Infatti mezz’ora dopo due chiome rosse e una corvina le si avvicinarono sedendosi anche loro al tavolo.
“’giorno” disse la ragazza riccia sorridente.
“Herm hai dormito stanotte? Hai due occhiaie..” disse la piccola di casa Weasley preoccupata.
Hermione replicò dicendole di aver fatto un incubo che ,però, non ricordava. Ella, infatti, non voleva raccontare il suo “sogno” ai suoi amici, prese il libro di Pozioni e salutò i tre frettolosamente correndo nei sotterranei.
La mattina passo velocemente così come l’ora di pranzo e il primo pomeriggio.
Come ogni tardo pomeriggio la riccia si diresse verso la biblioteca e si sedette al suo solito tavolo appartato dove nessuno l’avrebbe disturbata. Prima di sedersi si avvicinò a uno scaffale e cercò un libro in cui trovare delle informazioni o delle risposte alle sue domande ma non trovò nulla. Passate le sue ore quotidiane in biblioteca Hermione sbuffò, afflitta per  non aver trovato neanche una risposta alle sue domande.
All’ora di cena si diresse verso la Sala Grande per incontrare i suoi amici che trovò già al tavolo a mangiare.
Ginny e Harry le fecero molte domande sul suo comportamento alle quali Hermione non rispose cercando di sviare ogni volta risposta. A fine cena si alzò e si diresse verso la torre dei Grifondoro e attraversò il ritratto per andare nella sua stanza da Prefetto e mettersi a letto. Dopo poco si addormentò, estenuata dalla giornata non avendo dormito molto la notte passata per via dell’incubo.
Si trovò in una stanza,  legata ad un muro da corde che si stringevano sempre di più se l’incatenato tentava di scappare o si dimenava. La strega capì e stette ferma sentendo due voci, una maschile e una femminile che si stavano avvicinando.
“ecco la mezzosangue” disse l’uomo incappucciato mentre la donna le puntava la bacchetta alla gola mentre sogghignava.
“che ne facciamo di lei?” chiese ancora l’uomo incappucciato alla donna. Ma la donna non rispose urlando la maledizione Cruciatus contro la povera ragazza appesa al muro che iniziava a contorcersi e ad urlare dal dolore. Le corde si stavano stringendo sui polsi e sulle caviglie della ragazza lasciandole segni violacei.
Le urla della ragazza risuonarono in tutta la stanza mentre la donna le tirava uno schiaffo per farla star zitta mentre dagli occhi iniziarono ad uscire delle lacrime calde che  solcavano il viso pallido della ragazza.
Ad un certo punto le corde vennero rotte da qualcosa, o qualcuno, e i suoi aggressori sparirono. Hermione cadde a terra, sfinita e dolorante mentre tutto intorno a lei iniziava a farsi sempre più offuscato.
Chiuse gli occhi sentendo solo dei passi in lontananza che si avvicinavano a passo più svelto.
Poi sentì una voce. Sempre quella dannatissima voce.
“ben tornata Granger” poi svenne.
 
 
SPAZIO AUTRICE
Scusate per il mio immenso ritardo ma non sono riuscita a trovare il tempo per scrivere.
Dalla fine della scuola prenderò a aggiornare regolarmente ogni due settimane.
Volevo ringraziare una mia amica, Eleh, senza la quale non sarei riuscita a scrivere la storia. Infatti mi diede lei l’idea del libro che possiede Hermione.
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima,
HermioneHerondale99
   
 
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