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Autore: JackiLoveCatoniss4ever    10/05/2015    2 recensioni
Tutti noi conosciamo Max, il ragazzino del Distretto 4, soprattutto per la scena in cui si vede la sua morte. Non sappiamo nulla di lui o della sua vita, né di come si è sentito quando è stato estratto. Chi avrà lasciato a casa? Da quali persone a lui care si è dovuto separare per sempre? E soprattutto, cosa c'è tra lui ed il tributo femminile del suo stesso distretto, Marina? Amicizia? Affetto? Amore? E, se è così, come si sentirà sapendo che solo uno di loro potrà fare ritorno al 4? Questa è la sua storia, prima e dopo la mietitura degli Hunger Games.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cato, Finnick Odair, Mags, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Never Die'
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Percorro a grandi passi la mia stanza, in attesa di Marina. Non appena l’ho avvicinata, nella baraonda che ha seguito le interviste ed in special modo quella di Peeta, le ho sussurrato di incontrarci in camera mia non appena si fosse lavata e cambiata. Poi la folla sgomitante ci ha divisi nuovamente: credo che l’unica persona non presente fosse Clove, che era scappata in lacrime subito dopo la confessione del tributo del 12. Deve aver pensato che la notte che hanno passato assieme sia stata tutta una presa in giro. La immagino ora, ferita e delusa nella sua stanza, ancora piangente. Oppure no. Il viso di William compare nella mia mente. Ricordo come i due sembravano affiatati durante l’addestramento. Forse è corsa da lui per farsi consolare, ovviamente con un motivo falso. Un lieve bussare alla porta della mia camera mi fa sussultare violentemente. Ho superato i limiti dell’ansia e del nervosismo, anche se pensare al triangolo Peeta/Clove/William, che, molto probabilmente, adesso comprende anche Katniss, mi ha distratto per un po’. Corro ad aprire. Marina indossa una semplice maglia gialla, dei leggins neri e color del fuoco e delle scarpe azzurre. La faccio entrare, poi scruto il corridoio, attento a cogliere il minimo movimento, ed infine chiudo la porta, sicuro che non ci sia nessuno spione che possa origliare o chicchessia e trattenendo un sospiro di sollievo proprio per questo motivo. – Allora, perché dovevi parlarmi? – chiede lei. Si è seduta sul letto e mi guarda, in attesa. – Ecco… io… devo dirti una cosa molto importante – mi faccio uscire, con molta fatica. – Dimmi pure – mi incoraggia. – Ora mi hai davvero incuriosito. – Alzo timidamente lo sguardo, cercando il coraggio di fissare i miei occhi sui suoi. – Da circa un anno a questa parte… – Comincio a balbettare. – Da quando sono entrato all’Accademia… – Respiro profondamente, poi mi decido. – Da settembre sono innamorato di te! – esclamo, tutto d’un fiato. Ho abbassato il viso, per non vedere la probabile espressione d’orrore in lei. Per qualche interminabile attimo c’è solo silenzio nella stanza. Poi Marina riesce a recuperare la capacità di parlare: – D-davvero? – farfuglia. Annuisco. La mia bocca è sigillata. – Max… tu non mi piaci – dice, sbriciolandomi il cuore in un miliardo di pezzettini. Serro le palpebre. Non devo piangere… non voglio piangere… – Io ti amo. – Si è avvicinata senza far rumore al mio orecchio destro ed ha sussurrato tre parole che mi hanno ucciso e resuscitato altrettante volte. A bocca aperta, la fisso. Mi sta sorridendo amorevolmente. – Più o meno dallo stesso periodo, l’inizio dell’anno accademico – aggiunge. Sul mio volto si apre un sorriso a trentadue denti. – Anch’io ti amo. Dalla prima volta che ti ho visto – soggiungo. Ci avviciniamo ancora di più e ci stringiamo in un abbraccio infinito, ma nient’altro. Domani cominceranno i Giochi, ed il mio dovere è quello di proteggerla. Non posso permettere che cada in trappola per cercare di salvarmi o difendermi. Non deve affezionarsi troppo a me, anche se oramai è troppo tardi. Mi ama, addirittura. Devo cercare di limitare i nostri rapporti a quelli di due comuni alleati, sperando di non ferire i suoi sentimenti e di non restare ferito a mia volta. Lei torna in camera sua, ed io trascorro l’ultima notte da cittadino libero in un limbo che confonde il sonno e la veglia. Cate viene ad avvisarmi che è ora di alzarmi verso le sette. Mi ha portato dei vestiti. È la prima volta che fa qualcosa di così personale per me. Quando la guardo in faccia, vedo che le lacrime hanno formato una scia simile alla bava di una lumaca sulle sue guance. – Mi… dispiace così tanto – bisbiglia poi, stringendomi a sé. Non è cattiva come sembrano i capitolini, in fondo. Ha dimostrato persino di essere una valente chaperon. In sala, Finnick mi riserva una stretta di mano. – Sei stato un buon tributo, Max – dice. Mags ed Annie mi abbracciano. Io e Marina ci salutiamo in ascensore. – Ce la faremo, amore mio – mormora lei, afferrandomi la mano sinistra. – Puoi contarci, tesoro – rispondo, intrecciando le mie dita con le sue. Quando arriviamo a destinazione, i Pacificatori ci separano, un po’ sorpresi nel vedere che siamo uniti per mezzo delle nostre dita. La perdo di vista praticamente subito. Vengo scortato nella Camera di Lancio, alias Recinto del Bestiame per noi dei distretti. Lì trovo Nealie, la mia stilista. Non c’è traccia di Mary Kate, Delia e Scott, il mio staff di preparatori. Nealie mi fa indossare una casacca della mia misura e mi augura buona fortuna. Poi una voce femminile dice – Trenta secondi. – Capisco che è il tempo che mi rimane fuori dall’arena. Mi avvicino al tubo, ci entro e quello si chiude, intrappolandomi. Inizia a salire. Alla fine, sento una voce: – Signore e signori, che i settantaquattresimi Hunger Games abbiano inizio!
Angolo dell’autrice: Ecco il capitolo tredici, ovvero il penultimo. Nel prossimo ci saranno i Giochi e la morte del nostro piccolo eroe. Voglio chiedere scusa ai recensori se non ho inserito i loro nomi, ma ho scritto i primi dodici capitoli mentre stavo pubblicando la mia precedente fanfiction, “Radioactive”, e non avevo ancora postato il primo capitolo. Voglio aggiungere un’ultima cosa, totalmente insensata, proprio come me: dopo aver scoperto l’esistenza delle Effniss (Effie + Katniss) niente mi sorprende. Ultimissima cosa: recensite, please! Anche se non sono una grande scrittrice, mi farebbe piacere sapere che qualcuno legge ciò che scrivo. JackiLoveCatoniss4ever.
   
 
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