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Autore: maevesplace    11/05/2015    3 recensioni
Ciao a tutti, questa non è la prima fan fiction che scrivo, ma la prima che pubblico. E' una dramione con risvolti inaspettati da parte di altre coppie. La storia si svolge un anno dopo la battaglia di Hogwarts e per decreto del ministero tutti gli studenti dovranno ripetere l'anno, a causa degli avvenimenti precedenti.
Dal primo capitolo:
"- Sparisci Granger! -
- Fottiti Malfoy! -
Sarebbe stato un tranquillo sabato pomeriggio a Hogwarts, se non fosse stato per gli insulti tra i Grifondoro e i Serpeverde, che volavano per i corridoi, come ormai erano soliti fare da tempo immemorabile. Hermione Jean Granger, caposcuola di Grifondoro, nonché migliore studentessa della scuola, si dirigeva a grandi passi verso la sua sala comune, facendo ondeggiare la sua folta criniera castana e travolgendo un ignaro gruppetto di studenti del secondo anno, che, impauriti, si dileguarono immediatamente. Dopo aver urlato la parola d’ordine alla Signora Grassa, terrorizzandola, saettò verso la poltrona accanto al camino sulla quale Ronald Bilius Weasley stava beatamente ronfando senza curarsi del resto del mondo."
Spero di avervi incuriosito e, detto questo, buona lettura!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 14

Ronald Weasley misurava a grandi passi la sua stanza. Ormai erano passati due giorni da quando aveva portato Harry in infermeria e non era andato a trovarlo nemmeno una volta. Si sentiva il peggior amico che fosse mai esistito, ma proprio non ce la faceva a vedere la delusione sul volto dell’amico. Era stato un idiota a dire a Ginny la verità, dopotutto sapeva perfettamente che Harry gliene avrebbe parlato, ma nonostante questo si era fatto prendere dal rancore. Rancore per cosa, poi? Harry aveva ragione: non aveva motivo di essere arrabbiato con lui, anzi, avrebbe dovuto stargli vicino in un momento così difficile per lui. A Ron sembrava che qualcuno gli avesse messo al collo una giratempo, trasportandolo all’anno prima, quando aveva abbandonato Harry e Hermione durante la ricerca degli Horcrux. 

Ormai non poteva fare nulla per cambiare il passato, ma doveva fare qualcosa per impedire la rottura della loro amicizia. Non sarebbe proprio riuscito a sopportare una cosa simile.

Pertanto spalancò la porta del dormitorio degli allievi del settimo/ottavo e scese le scale così infetta che pareva avere Fuffi alle calcagna. Una volta giunto in Sala Comune, travolse inavvertitamente un gruppo di ragazzine del primo anno che caddero scompostamente sui divanetti come tanti birilli, ma Ron non aveva tempo di curarsene. Si lanciò attraverso il buco del ritratto, incurante degli studenti che stavano per rientrare nel dormitorio e corse a perdifiato fino alla porta dell’infermeria, dove due auror gli sbarrarono la strada. Tuttavia, non appena si accorsero della sua identità, si fecero immediatamente da parte.

- Ron! - esclamò Harry, non appena lo vide arrivare, trafelato, con i capelli completamente sparati e la camicia stropicciata - Per Merlino, cosa ti è successo? -
- Harry, ascolta: so di essere stato un pessimo amico e non smetterò mai di scusarmi per essermi arrabbiato ingiustamente con te, ma ti prego, perdonami! - disse Ron tutto d’un fiato, ancora affannato per la corsa.
- Ron, non sono arrabbiato, capisco che tu abbia voluto parlarne con Ginny: è tua sorella e non volevi che soffrisse. Mi è dispiaciuto molto, però, il fatto che tu te la sia presa con me, infondo sei il mio più caro amico e speravo che almeno tu rimanessi al mio fianco nonostante tutto -
- Ed è così, te lo assicuro! Diciamo che mi hai...colto di sorpresa. Comunque, credimi puoi dirmi tutto quello che vuoi e se vorrai uscire con Zabini ti sosterrò come avrei dovuto fare fin dall’inizio -
- Ne sei sicuro? - 
- Certo! Anzi, raccontami quello che mi sono perso in quest’ultima settimana - 
- D’accordo - rispose Harry e lo mise al corrente degli avvenimenti che erano capitati negli ultimi giorni.

Quando Harry concluse il suo racconto, l’amico gli chiese: - Ma quindi state insieme? -

- Beh, non proprio. In realtà non ne abbiamo mai parlato -
- Ma hai detto che ti è venuto a trovare due volte al giorno in infermeria -
- Si, ma non...abbiamo proprio...parlato molto-
- Ok, ok! - lo fermò il rosso alzando le mani, come in segno di resa - Troppe informazioni! -

Harry ridacchiò, felice che il suo migliore amico fosse con lui e che finalmente potessero parlarne liberamente.

Ron rimase con lui per quasi due ore, fino a quando un’alterata Madama Chips fece capolino da dietro la tenda per informarli che l’orario di visita era finito.

I due amici si salutarono con la promessa che il giorno successivo si sarebbero rivisti a colazione, dal momento che Harry sarebbe stato dimesso il mattino successivo.

 

***

 

Draco Malfoy era incredulo: com’era possibile che nessuna delle studentesse di Hogwarts assomigliasse anche vagamente alla ragazza del ballo? Aveva cercato quello sguardo nei corridoi, in Sala Grande e persino durante le lezioni con le altre case, ma non era riuscito a ritrovare quegli occhi. Ormai ne era ossessionato e non aveva alcuna intenzione di arrendersi, anche se avesse dovuto passare il resto dell’anno a fissare le ragazze, sembrando un maniaco.

Era nella Sala Comune di Serpeverde, sprofondato in uno dei divanetti di velluto accanto al grande camino di marmo bianco, e fissava le fiamme, assorto nei suoi pensieri, quando una testa mora irruppe nel suo campo visivo.

- Ancora qui a rimuginare sulla ragazza misteriosa? - gli chiese Blaise sedendosi nella poltrona accanto.
- Non so più dove cercarla, Blaise. So per certo che non è di Serpeverde e dubito sia di Tassorosso. Forse dovrei chiedere a Corvonero...-
- Non pensi possa essere di Grifondoro?-
- Impossibile. Era una persona in gamba e quelli sono tutti degli idioti -
- Ti ricordo che al momento esco con un Grifondoro -
- Solo perché la parte razionale del tuo cervello ha fatto momentaneamente i bagagli per colpa dello Sfregiato, non significa che io condivida la tua follia -
- Ma come siamo simpatici stamattina! Comunque se hai escluso tutte le altre case direi che dovresti considerare l’idea che possa essere una Grifondoro -
- Giammai! Ti dimostrerò che non è così - esclamò Draco alzandosi in piedi e, senza dire un’altra parola uscì a grandi passi dal dormitorio.

Non appena giunto in Sala Grande, si diresse verso il suo tavolo, mantenendo però gli occhi puntati verso quello di Grifondoro. Quella mattina, infatti, tutti gli studenti rosso-oro sembravano essersi alzati presto per vedere di persona il ritorno del Ragazzo-di-nuovo-sopravvisssuto e perciò Draco poteva osservare l’intera casa al completo. Tuttavia, non parve notare la presenza di qualcuno che potesse somigliare alla ragazza misteriosa, anche se dovette soffermarsi qualche istante quando arrivò Hermione Granger. Da quando la Granger è così radiosa?,si chiese Draco, ma se ne pentì immediatamente: Radiosa? Ma che sto dicendo?

Riprese, quindi la sua ricerca, ma anche quella mattina non concluse un bel niente.

 

***

 

Hermione Granger era abituata a rimuginare, infatti negli ultimi sette anni era stata la mente del cosiddetto Trio d’oro, tuttavia il motivo per cui rimuginava quella mattina non era preoccupante, catastrofico o fondamentale per la salvezza del mondo magico. Quella mattina rimuginava su qualcosa che sembrava renderla felice dato il sorriso che le abbelliva le labbra e che la accompagnava ovunque andasse.

- Hermione? Perché stai sorridendo in quel modo? - le chiese Ginny incuriosita non appena la caposcuola si sedette accanto a lei, al tavolo dei Grifondoro.
- Niente, niente - rispose la caposcuola - Piuttosto, Harry è già arrivato? -
- Non ancora. Immagino arriverà a momenti - 
- D’accordo. Dovremmo mettere  in atto il piano questa sera - disse Hermione sussurrando all’amica.
- Stasera? Ma come facciamo con gli Auror? - chiese Ginny, ma a voce troppo alta, tanto che Lavanda Brown e Calì Patil si voltarono, cercando di carpire quello che pensavano sarebbe stato un succoso pettegolezzo.
- Ne parliamo dopo - rispose la caposcuola con tono pratico, liquidando il discorso.

Nel frattempo Ronald Weasley aveva fatto il suo ingresso in Sala Grande e, tra uno sbadiglio e l’altro, aveva raggiunto il tavolo dei Grifondoro.

- ‘Giorno - disse poi con un tono palesemente assonnato.
- Buongiorno Ron - lo salutò Neville Paciock - Come mai così assonnato? -
- Io lo so il perché - lo interruppe Seamus - C’entra una cera bionda glaciale di Serpeverde, per caso? -
- Fatevi gli affari vostri voi due - rispose il diretto interessato, cercando di sembrare autorevole, ma non dovette riuscirci molto perché lentamente un sorriso compiaciuto si fece largo sul suo viso, rivelando la palese verità.
- E bravo Ron! - commentò Dean Thomas.

A qualche posto di distanza, Hermione Granger aveva perso il suo sorriso, che si era improvvisamente trasformato in uno sguardo spento e vuoto. Ginny parve notarlo pecche le posò una mano sul braccio, cercando di consolarla. Tuttavia la caposcuola, dopo averle rivolto un sorriso che doveva essere di rassicurazione, anche se per niente convincente, si alzò e uscì dalla sala, senza aver toccato cibo e senza aver detto una parola. 





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Angolo dell'autrice:
Si lo so, son terribilmente in ritardo e per di più questo è un capitolo di passaggio, ma vi assicuro che è importante! Soprattutto per quanto riguarda Draco e Hermione.
Mi piacerebbe tanto sapere la vostra opinione sulla storia, anche perchè non ho ricevuto molte recensioni ultimamente, e mi sta venendo il dubbio se continuare o no a scriverla. Aspetto un vostro parere.
Rongrazio coloro che hanno recensito il capitolo precedente e coloro che continuano a preferire/seguire/ricordare la storia.
Buona domenica!

  
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