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Autore: Ylaily    11/05/2015    0 recensioni
La vita di Sole è sempre stata un tutt'uno con quella del suo migliore amico Marco. Insieme hanno superato l'infanzia tra giochi e risate e insieme cercheranno di superare l'adolescenza tra tutte le sue difficoltà. Una corsa ad ostacoli per Sole, riuscirà a renderla più forte e l'aiuterà a salvarsi nei momenti di crisi che nascondendosi dietro l'ombra la possiedono tra braccia possessive. Nulla le sembrerà più scontato e l'abbandono della parte più importante del suo cuore la farà velocemente ricadere in basso; finchè due occhi familiari non la rincorrono in suo aiuto. Non appena li incontra capisce che qualcosa in lei cambierà. Sapevano entrambi quanto fosse sbagliato incontrarsi ma la curiosità li ha spinti in un qualcosa che nemmeno Sole si sarebbe mai aspettata.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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<< Secondo me, Emma Ricci si è presa una bella cotta per me >> farfugliò Marco ad una decina di metri dalla ragazza in questione.
Furbo.
Sogghignai scuotendo il capo, poi salutai Emma facendole un cenno con la mano. Ricambiò con un allegro e timido sorriso.
<< Emma è carina ed è anche una bravissima ragazza. Valle a parlare no? >> gli dissi.
<< Forse lo farò >>. La sua voce era puntata da una dose di malizia; mi seguì raggiante tenendomi a braccetto.
Il corridoio appariva stranamente vuoto; un deserto fatto di polvere e tensione. Gli esami erano imminenti, pertanto nessuno si prendeva la briga di far tardi in aula o di far casino con gli insegnanti, era tutto segnato da quell'immancabile voglia di libertà che faceva spaventare tutti quanti; così vicina ma così immancabilmente lontana. Ai miei occhi appariva come la solita routine. Ero dettata dalla voglia e dall'esigenza ad non avere mai problemi: se avessi tenuto tutto in regola e avessi studiato come si deve nulla mi sarebbe andato storto. Gli esami non mi facevano così paura; qualcun'altro, invece, si.
Entrando in classe venni invasa dalla rabbia e non potei far altro che corrucciarmi; Marco continuava a parlare di Emma vantandosi della sua conquista imminente mentre io fissavo Alessandro, impassibile.
Era ormai passata una settimana dal nostro incontro, quasi, ravvicinato; la mia rabbia era rimasta la stessa, alla pari con la sua non curanza del fatto che ci stessi ancora male. Era lì, seduto al suo banco, tranquillo e senza pensieri. Gli occhi ispezionavano l'aula, attenti e un sorrisetto furbo gli aleggiava nella bocca perfetta.
Anche da arrabbiata lo trovavo bellissimo.
Dannazione.
<< Secondo me dovrei sul serio provarci. È veramente carina. Poi, quei riccioli biondi e le fossette. Chi resisterebbe? >> ripeté accostandosi quel poco dalla porta per riuscire a notarla ancora.
Capelli biondi, fossette.. Alessandro.
<< Mi stai ascoltando? >> grugnì Marco al mio fianco.
Rimasi perplessa. << Eh? >>
<< Ho chiesto se mi stavi ascoltando >> insistette.
<< Ehm.. >> risposi a disagio. << No, scusa. Che dicevi? >>
<< Vai da lui >> annunciò guardandomi serio.
Cosa?
Stava scherzando?
Neanche per sogno.
<< Per dirgli cosa? >> domandai. << Per dirgli quanto ancora sono cotta di lui? Di quanto ancora io stia pensando al fatto che mentre ci provava con me andava a letto con un'altra ragazza? Fidanzata per giunta? Scordatelo >>.
<< Non ti ho detto di dirgli questo, solo abbi le palle di chiedergli un suo parere, magari non è come pensi. Mi costa ammetterlo lo sai. Lo detesto >>.
Colpita. Anche questa volta aveva ragione.
Cristo.
Ero nervosissima, avevo il fiato corto e in più il sudore imperlava la mia fronte.
Marco voleva che andassi a parlare con lui, per "chiarire" ma a me sembrava già tutto piuttosto chiaro.
Non mi voleva, punto. O meglio, mi voleva, ma come ruota di scorta.
Perché avrei dovuto fare io il primo passo? Correre da lui come un cagnolino impaurito in cerca di attenzioni.
No.
Piuttosto mi sarei tranciata una mano.
Sapevo che Marco in parte aveva ragione. Mi ero scervellata per giorni cercando di capire a quale gioco stesse giocando Alessandro, ma l'unica idea che mi balenava in testa era quella del "piede in due staffe".
Ovviamente.
Se fossi stata coraggiosa avrei fatto un gran bel passo avanti; ma pensandoci non avrei nemmeno saputo cosa dirgli. Probabilmente mi sarei impappinata facendo la figura della stupida e io non lo volevo di certo. A quello già ci avevo pensato una settimana prima.
È stata solamente l'avventura di una notte, ricordatelo.
Quella voce.
No.
<< Non ci andró, non ho bisogno di essere compatita >> dichiarai più a me stessa che al mio migliore amico. << Non mi deve nessuna spiegazione, io non sono la sua ragazza >> spiegai sottovoce sedendomi al mio posto.
<< Allora fai come vuoi; impazzisci, usa me come scusa per sapere le sue intenzioni, ignoralo.. Ma sappi che tutto questo non ti porterà da nessuna parte >>.
Colpita di nuovo. Mi rabbuiai.
Marco cercava sempre di indirizzarmi verso la strada giusta, dandomi anche consigli occasionalmente utili: questa volta, però, non poteva sapere quanto già avessi fatto affidamento sulle mie forze, pensando più volte al da farsi. Tuttavia le sue parole riuscirono a scalfirmi e non poco.
<< Ascolta >> dissi. << Sei il mio migliore amico e apprezzo quello che fai per me, ma questa volta vorrei cercare di sbrigarmela da sola. Probabilmente sto sbagliando, anzi, sicuramente; eppure ora mi sembra la cosa più giusta da fare. Insomma, chi sbaglia impara no? >>
Mi fissò, duro. << È vero, chi sbaglia impara. Ma
chi commette lo stesso errore più volte è incoerente e anche decisamente stupido. Non credi? >>.
Colpita ed affondata.
************
Per il resto delle lezioni non ebbi la forza di parlare nuovamente con Marco. Non perché ero arrabbiata con lui, ma perché era riuscito a mettermi in faccia la realtà, la verità. E si sa, la verità a volte fa male; in questo caso, malissimo. Senza più il supporto di Marco mi sentivo come se sul petto ci si fosse posato un macigno pesantissimo e nonostante tutto avevo paura a confidarmi nuovamente con lui. Perché sapevo che avrebbe avuto sempre ragione e mi avrebbe fatto male.
Questa volta vorrei cercare di sbrigarmela da sola, mi ero detta. Niente di più falso e idiota.
Uao Sole, sei messa bene.
Non appena arrivai a casa mi rinchiusi in camera e cercai di tenermi occupata il più possibile. Sistemai ogni cosa mi capitasse a tiro, spolverai mensole che non vedevano la luce del sole da mesi e ricominciai a leggere il libro regalatomi da Marco con un'impazienza quasi fuori dal normale.
Avevo nove anni quando lo incontrai per la prima volta. Capii subito che sarebbe diventato il mio migliore amico; era sporco di fango dalla testa ai piedi, giocava con la palla tenendo in mano un grosso pacco di patatine al formaggio e un sorriso sghembo gli contornava il viso paffutello. Ma non furono questi i motivi per cui mi avvicinai a lui, nonostante fosse adorabile; fu lui ad avvicinarsi a me, letteralmente. Mi aveva stretta in un abbraccio senza fine, imbrattandomi di fango solo per avergli recuperato la palla con il quale stava giocando. E quel gesto racchiudeva in se tutto ciò di cui avevo davvero bisogno in quel momento. Da quel giorno in poi se lui c'era, io stavo bene. Il resto era soltanto il risultato di un disegno riuscito male. Marco Biccari era la persona alla quale senza non sarei mai riuscita a sopravvivere.
Marco.
Alessandro.
Che casino.
Da una parte il mio migliore amico, che ero riuscita a far infuriare ed esasperare, dall'altra il ragazzo di cui ero cotta e di cui non importava niente di me.
Cosa dovevo fare?
Il cellulare mi vibrò all'interno della tasca dei jeans. Sussultai prendendolo e controllando lo schermo.
Marco. Sempre Marco.
Mi sentii sollevata.
Non dovrei scriverti, non te lo meriti per niente, ma, mi costa ammetterlo, anche se sono passate solo un paio d'ore mi manca il tuo musone. Quindi alza il culo e vieni a casa mia. Ti ho preparato i biscotti al cioccolato. Non tardare brutta furfante.
Non me lo feci ripetere due volte.


Spazio autrice.
Questo capitolo è davvero corto e mi dispiace. Per scrivere ci metto sempre un secolo e ho sempre paura che faccia davvero schifo. Ma spero che chi lo legga possa piacergli almeno un pò. Fatemi sapere cosa ne pensate.
baci,
Yle
   
 
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