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Autore: DulceVoz    11/05/2015    4 recensioni
Che ne sarà di noi? Questa non è una vera e propria domanda, è piuttosto una frase vaga che si ripetono tre fratelli, da quando la loro vita è stata sconvolta da una disgrazia più grande di loro, un uragano di sofferenza che ha stravolto duramente le loro giovani esistenze. Che ne sarà di noi? Si chiede una zia amorevole, che potrebbe trovarsi costretta a vivere con loro a causa di un testamento sorprendente, il quale la vedrebbe obbligata sotto lo stesso tetto anche con il suo peggior incubo, ovvero l’uomo che si interrogherà con la medesima questione, nascondendosi dietro ad una maschera di indifferenza. Dal dolore puo’ nascere amore? E, soprattutto… l’amore puo’ aiutare a superare un dramma tale? Questo e molto altro, lo dovranno scoprire i nostri protagonisti… perché a sanare le loro profonde ferite, dovrà pensarci proprio questo potente sentimento.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angie, Diego, Leon, Pablo, Violetta
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Una nuova avventura. Cap.29.

“- Sono nervosa…” Angie, seduta in una vasta sala d’aspetto non troppo affollata dell’ospedale centrale di Buenos Aires, si sfiorò lievemente l’addome, ormai abbastanza pronunciato: erano passati parecchi mesi da quando aveva scoperto di essere incinta e quasi sicuramente, quel giorno, avrebbe conosciuto il sesso del suo bambino. “- Non è la prima ecografia che fai, tranquilla! Andrà tutto a meraviglia.” La rincuorò Pablo, stringendole dolcemente le spalle con un braccio, provando a calmare l’ansia della donna: non si sarebbe perso per niente al mondo quel momento. Galindo non era riuscito ad assistere la fidanzata nelle altre due visite precedenti per i troppi impegni di lavoro che, con l’apertura dello studio fotografico, erano triplicati… ma quel giorno voleva esserci, tanto che aveva chiuso per qualche ora il negozio che la Saramego gli aveva regalato e supplicato per ore Priscilla di lasciargli quella mattinata libera, nonostante una nota modella straniera lo attendesse per le foto per “Top” da inserire nel prossimo numero. “- Tu davvero hai lasciato Jasmine Vagues senza servizio fotografico, solo per me?” Sorrise dolcemente la bionda, sollevando di poco il volto che teneva appoggiato al petto dell’uomo, lasciandosi cullare dal battito del cuore del moro che annuì, teneramente, a quella domanda. “- Che aspetti pure, quella montata! Stavolta voglio esserci e la Ferro puo’ sbraitare quanto le pare. Voglio farlo per te e per nostro figlio…!” Le sorrise, per poi sfiorarle la fronte con un lieve bacio che ebbe il potere di placare ogni pensiero negativo le passasse per la mente. “- Saramego.” Una porta in fondo alla sala si aprì e una dottoressa castana sulla trentina, li chiamò con calma, accogliendoli con un bel sorriso quando vide i due entrare nella stanza, accorgendosi subito che fossero palesemente nervosi. “- Non preoccupatevi, andrà tutto bene.” Sentenziò infatti la donna, facendo accomodare Angie su un lettino mentre Pablo, in piedi, le stringeva una mano, facendo passare lo sguardo dalla bionda all’altra, che, nel frattempo, stava preparando l’attrezzatura per iniziare la visita. “- Non è la prima volta che è qui… Angeles! Aspetti… mi ricordo di lei! L’ansiosa!” Sorrise il medico, consultando poi dei fogli che teneva sulla scrivania, leggendo attentamente i vari dati della paziente che annuì, imbarazzata da quell’appellativo. “- Eh già, dottoressa Sanchez, per me non è la prima volta… però per lui lo è…” Esclamò la Saramego, indicando con un cenno del capo l’uomo che sgranò gli occhi, nervoso: come mai la compagna ci teneva a precisarlo? Che ci fosse qualcosa che dovesse sapere e che la donna avesse aspettato di essere con il medico per riferirgliela? Confuso, strinse la mano alla Sanchez che gliela allungò sorridendo. “- Ah, molto piacere, finalmente conosco anche il papà!” Lo salutò la dottoressa, per poi cospargere di un gel denso l’addome della futura mamma. “- Allora, visto che il signore qui non l’ha mai sentito, iniziamo dal battito cardiaco del piccoletto…” Esclamò, accendendo un monitor e cominciando a muovere una sonda sulla pancia della donna, mentre, un suono veloce e ritmato si diffondeva intorno a loro, lasciando Galindo alquanto sconvolto ma felice. “- E’… è il suo cuore? Questo rumore è il nostro… bambino?” Domandò, sentendosi stranamente commosso: gli occhi gli si erano fatti lucidi e cominciavano a pizzicargli sempre più e Angie lo fissava, colpita per quella reazione emotiva così forte. “- Fa sempre un certo effetto… pianga pure, io ci sono abituata!” Esclamò il medico, avvicinandosi poi allo schermo sul quale era visibile ora la sagoma del feto, chiaramente distinguibile. “- Non… io non sto piangendo…” Singhiozzò Pablo, accarezzando dolcemente i capelli alla fidanzata che ruotò gli occhi al cielo, divertita dal fatto che lui non volesse ammettere che fosse così felice, tanto da essere in un mare di lacrime per la gioia di quel momento così dolce. “- Confessa che lo stai facendo, tanto è comunque evidente!” Esclamò Angie, per poi osservarlo asciugarsi le lacrime con la manica della giacca, voltandosi repentinamente per non farsi vedere. “- Volete sapere il sesso vero? Lo chiedo perché alcuni genitori amano l’effetto sorpresa…” “- Certo che sì!” Esclamò euforica la bionda, posizionandosi un po’ più comodamente a sedere, mentre un’infinità di preoccupazioni attraversavano la sua mente. “- …Ma prima voglio sapere se va tutto bene.” Precisò infatti, vedendo la Sanchez annuire, per poi annotare qualcosa su dei fogli. “Sta benissimo, cerchi di star tranquilla!” Le disse semplicemente, riavvicinandosi ai monitor. “- La signorina, come potete vedere, è comodamente posizionata e si sta succhiando il pollice… sta benone.”. A quelle parole i due sgranarono gli occhi e si lanciarono una rapida occhiata confusa, per poi tornare a fissare la dottoressa. “- E’ una femminuccia. Congratulazioni.” Confermò la ginecologa, vedendo i futuri genitori aprirsi in un bel sorriso, emozionatissimi entrambi. “- Oh caspita, che meraviglia!” Esultò commossa, ormai anche lei, la Saramego, stringendo con più vigore la mano a Pablo che sembrava piuttosto intontito, con un’espressione inebetita di felicità stampata sul volto, fisso verso lo schermo, catturando ogni minimo movimento di quella che aveva appena scoperto essere una bambina, la sua bambina, la bimba sua e della donna che amava come non aveva mai amato nessuna.
Quando entrambi uscirono dallo studio del medico erano ancora come sotto ad un effetto di qualche sorta di incantesimo capace di stordirli, ed il bello era che, ad avere quel potere così grande, era merito quella immensa felicità che sentivano nell’anima. “- Una figlia… avremo… una figlia.” Il primo a recuperare la capacità di parlare, attendendo l’ascensore, fu Pablo che, specchiandosi nei grandi occhi verdi della fidanzata, pensò seriamente di perdere nuovamente quella facoltà appena ripresa, a causa della bellezza della sua Angie. “- Non riesco a crederci.” Balbettò lei, ancora confusa ma felicissima. Avrebbe avuto una bambina, una femminuccia, la sua piccolina… e la cosa che le faceva ancor più bene era sapere che la bimba fosse sana e forte. “- Non vedo l’ora di poterla abbracciare…” Si lasciò sfuggire il bruno, appoggiando entrambe le mani sul ventre della donna che gli sorrise, accarezzandogli una guancia e facendogli risollevare lo sguardo che lui aveva preso a tenere fisso sulla sua pancia. “- Io ho una paura terribile… anche se sono euforica all’idea di tenerla stretta a me…” Confessò la bionda, abbassando poi lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore per la tensione. Certo, la sua priorità sentiva che fosse vedere il volto della sua piccolina, baciarla, prendersi cura di lei con tutto l’amore che già sentiva nei suoi confronti… ma, allo stesso tempo, era letteralmente terrorizzata dal parto. “- Andrà tutto bene. Tu sei forte, molto più di me… lo sei sempre stata.” Mormorò Galindo dolcemente, prendendole il volto tra le mani e costringendola a sollevare nuovamente il viso, incatenata ai suoi occhi neri. “- Non è vero, non sono poi così tenace come puo’ sembrare…” Sussurrò lei con voce flebile, fissando l’uomo che, invece, scosse il capo, poco convinto. “- Non ci credo… sei sempre stata tu quella determinata e lo sarai anche questa volta…” Le disse piano, stringendola poi a sé dolcemente, nonostante il fatto che il ventre pronunciato di lei ormai, fosse un po’ da intralcio. “- Ti amo…  amo la mia regina guerriera…” Soffiò poi il moro, appoggiando la sua fronte a quella della donna e specchiandosi di nuovo in quegli smeraldi che tanto adorava, vedendola sorridere per quelle parole. “- …E amo anche la mia principessa!” Esclamò l’uomo, sciogliendo quell’abbraccio e riappoggiando una mano sulla pancia di lei. “- Hai sentito?!” Esclamò Angie euforica, fissandolo. “- Eh sì! Pare proprio che la principessa mi abbia dato un calcio!” Rise lui, sconvolto ma entusiasta. “- Veramente lo ha dato a me, precisiamo…” Lo corresse la donna, quando, finalmente, le porte dell’ascensore si aprirono e potettero accedervi: erano così felici, così innamorati… sarebbe andato tutto bene, dovevano solo attendere e farsi forza a vicenda, come avevano sempre fatto da quando stavano insieme, e forse, anche da prima. “- Manesca come la madre!” Le soffiò all’orecchio il bruno, appoggiandosi con la schiena allo specchio, beccandosi una gomitata dalla bionda in pieno stomaco. “- Ecco, appunto…” Disse tra sé, assumendo una smorfia di dolore, vedendola sghignazzare allegramente come se nulla fosse.
Non vedevano l’ora di correre a casa per dire tutto ai ragazzi… inoltre, quello era un giorno importante per tutta Madeira, era il giorno della Fiera, e non potevano ricevere notizia più bella in una mattinata calda, e di gran fermento per tutto il borgo.
 
 
“- Non ho idea di cosa abbia combinato con gli ingredienti… ma hanno un bell’aspetto!” Violetta, estraendo un vassoio fumante dal forno, vide Francesca avvicinarsi al tavolo della cucina di casa Castillo e Ambar che fece lo stesso, poco convinta di quei muffins preparati dalla sorella. Ogni anno, per la festeggiare il giorno della Festa Della Musica, data in cui iniziava la Fiera di Madeira, la madre preparava dolci sin dall’alba e lei, per quanto non fosse brava quanto Esmeralda o sua zia ai fornelli, voleva fare lo stesso, non per vendere quelle leccornie alla festa del borgo, per poi donare il ricavato in beneficenza come facevano ogni anno, ma aveva deciso di cucinare qualcosa di buono per il suo Leon. “- Bell’aspetto? Ma tu sei sicura che siano almeno commestibili?” Domandò la piccola di casa, poco convinta da quei pasticcini un po’ bruciacchiati sui bordi e dalla forma asimmetrica. “- Certo! Sono favolosi e sicuramente buonissimi!” Trillò euforica la giovane, battendo le mani e vedendo la La Fontaine incrociare le braccia al petto, sicura. “- Mio fratello mangia anche i sassi, in ogni caso, prevedo che farà i salti di gioia…” Borbottò infatti, andando verso il frigorifero per prenderle della panna che la ragazza voleva mettere in cima ad ognuno di essi. “- Stasera c’è la gara… almeno si tranquillizzerà un po’ con questi…” Commentò Violetta, preoccupata e in ansia quasi quanto il giovane: erano giorni che lui, Diego e gli altri membri del gruppo erano rinchiusi nel garage fino a tarda notte per la gioia della famiglia La Fontaine che sperava che il concorso finisse quanto prima, così da ritrovare un po’ di pace. “- Dovremmo farne una teglia anche per il resto del gruppo, Questi Leon li finirà da solo…” Sentenziò decisa la mora, facendo sghignazzare Ambar e beccandosi un’occhiataccia dall’amica. “- Buongiorno, belle donzelle!” Diego, seguito dalla voce della band, fece a sorpresa il suo ingresso in casa e cominciò a tirar su con il naso, sentendo uno sgradevole odore di bruciato e assumendo, di conseguenza, un’espressione disgustata. “- Come vanno le prove?” Domandò subito la bambina, saltellando intorno al fratello che, ancora perplesso da quella puzza, si andò a prendere, distrattamente, un bicchiere di Coca Cola dal frigorifero. “- Bene, ormai manca poco… devono per forza andar bene.” Commentò, ritornando vicino al bancone e studiando, perplesso, la creazione della sorella. “- Amore, è inutile che li punti… guarda che devi lasciarne qualcuno per mio fratello, Fede e gli altri!” Commentò d’un tratto Violetta, notando che Leon avesse inquadrato i muffins e li stesse fissando già con aria preoccupante. “- Tu davvero vuoi mangiare qualcosa che ha fatto mia sorella? Intrepido!” Sentenziò, ridacchiando, il Castillo, beccandosi uno scappellotto dalla cuoca improvvisata, fingendosi offesa. “- Lascia stare la mia fidanzata! Lei è una chef provetta!” Lo riprese Leon, afferrando subito uno dei dolcetti e dandovi un piccolo morso, rimanendo però perplesso: il suo volto divenne improvvisamente pallido e deglutì a fatica quel boccone, cercando di dissimulare la smorfia di disgusto che sapeva, sarebbe apparsa di lì a poco sul volto. “- Allora? Perché fai quella faccia?” Domandò la giovane, appendendosi al suo braccio e facendolo barcollare su un lato, ancora sotto shock per quello che aveva appena assaggiato. “- Buoni…” Mentì spudoratamente, tanto che Diego, subito, ne afferrò uno dal vassoio, ancora fumante, e se lo portò alla bocca: non passarono nemmeno dieci secondi che il ragazzo corse verso il lavello, sputacchiando come un forsennato e tossendo, rischiando quasi di strozzarsi. “- Tesoro, tutto bene?” Francesca, preoccupata, gli si avvicinò e gli diede qualche colpetto dietro la schiena, il tutto sotto lo sguardo sconvolto di Violetta, Ambar e, meno, di Leon che se non aveva fatto lo stesso era stato solo per non far dispiacere la sua ragazza. “- Come diamine hai fatto  a mangiarlo? E’ disgustosamente salato!” Sbottò il maggiore dei fratelli Castillo, rivolgendosi a Leon quando recuperò la facoltà di parola, afferrando un ennesimo bicchiere di Coca per provare a perdere quel saporaccio dalla bocca. “- Oh caspita! Qualcuno avrà confuso i barattoli! E tu hai di conseguenza usato il sale al posto dello zucchero!” Spiegò la bambina, indicando, ancora sul bancone, il contenitore. “- Angie! Sempre distratta! Ma se qui c’è scritto chiaramente ‘SALE’ perché ci ha messo lo zucchero?” Sbottò, piccata, Violetta, tentando di giustificare il suo disastro mentre il La Fontaine la rassicurò, accarezzandole piano la schiena. “- Io volevo essere gentile per non ferirti… però, in effetti… vabbè che mangio tutto, ma così si esagera!” Ironizzò, tentando di smorzare la tensione, facendo infatti scoppiare tutti in una fragorosa risata. “- Però ho un’idea… e se facessimo uno scherzo a Seba e Fede? Andres no, povero! E’ un tipo apposto!” Ipotizzò subito con un guizzo di furbizia che gli attraversò gli occhi verdi, provando ad afferrare i muffins rimanenti per portarseli nel garage, dove gli amici erano ancora a battibeccare su chissà quale dettaglio riguardante il loro look della serata, insieme a Camilla e a Ludmilla, discussione da cui i due erano letteralmente fuggiti a gambe levate. “- SCORDATELO!” Sbottarono in coro le ragazze, dirigendosi verso il cestino sotto al bancone per gettare via quelli che potevano essere anche fonte di danni allo stomaco della band. “- Non vorrete mica rischiare un intossicazione alimentare a causa di mia sorella, e proprio il giorno della gara?” La vocina saggia di Ambar fece voltare tutti verso di lei, la quale, comodamente su uno degli sgabelli, ricordò loro che quella serata sarebbe stata troppo importante e dovevano mantenersi forti e in salute per non rischiare che saltasse ogni cosa.
“- E’ UNA FEMMINA!” Angie, nemmeno il tempo di aprire la porta di ingresso, urlò quella frase euforica mentre era ancora in salotto, facendo scattare i ragazzi da dov’erano per andarle incontro. “- Sul serio?!” Esultò Violetta, mentre la sorellina minore saltò in braccio a Galindo che per poco non cadde a terra per quell’entusiasmo inaspettato. “- Poveri noi, circondati da donne!” Si lagnò Diego, dando una pacca sulla spalla al fotografo che scoppiò a ridere, tuttavia frastornato da quel clima festoso, stringendo ancora affettuosamente a sé la figlia minore di German. “- Una bambina! Sono così felice!” Urlò la rossa gioiosa della notizia, allacciando le braccia al collo dell’uomo, rimasto sotto shock per quella reazione ma, tuttavia, al settimo cielo. “- Congratulazioni!” Sorrisero sia Francesca che Leon, schioccando un bacio sulla guancia alla donna, mentre il futuro papà provava ad avanzare fino a raggiungere il divano nonostante Ambar non desse impressione di volersi staccare da lui. “- Gemellino, noi andiamo di là, ci vediamo dopo…” La mora, capendo al volo che la famiglia volesse rimanere un po’ sola, si trascinò il fratello sino alla porta e salutando rapidamente, uscì, costringendo anche l’altro a seguirla. Quando anche Angie raggiunse l’uomo sul divano, Violetta scattò verso un mobile basso sotto al televisore e cominciò a tirare fuori una marea di oggetti alla ricerca di chissà cosa. “- Che stai facendo?” Le domandò distrattamente la Saramego, mentre anche Diego prendeva posto accanto alla zia e alla sorellina più piccola. “- Cercavo… questo!” Esclamò la ragazza, estraendo un pacchettino di medie dimensioni che prontamente porse ai futuri genitori, i quali presero a fissarlo un po’ perplessi. “- E’ per voi… beh, per la bimba. Lo abbiamo comprato mesi fa, solo che volevamo aspettare per darvelo… ma penso che sia arrivato il momento.” Commentò la ragazza, accomodandosi sul bracciolo del sofà, analizzando l’espressione dei due, alquanto confusa. “- Non dovevate, ragazzi! Davvero!” Commentò la donna, portandosi il pacchetto sulle gambe e fissando i tre Castillo che, invece, continuavano a sorriderle, felici. “- Per noi invece è importante… e sono sicuro che lo sarà anche per te. Per voi…” A sorpresa, fu il maggiore a prendere la parola e la bionda, ancor più perplessa, osservò la scatola ricoperta da una carta da regalo di un tenue verde e, finalmente, decise di strapparla per capire cosa potesse mai essere quel regalo tanto misterioso. “- E’… un carillon, che teneri siete stati!” Esclamò subito la donna, estraendo la piccola giostra dalla scatola e facendo partire la musica che, seppur lei non conoscesse bene come i nipoti, notò subito quanto avesse qualcosa di familiare. “- Quando eravamo piccoli papà ne comprò uno identico ma io lo ruppi, qualche anno fa.” Spiegò Ambar, notando che i fratelli si fossero subito ammutoliti alle prime note di quella dolce melodia. “- …E la mamma ci inventò su una ninna nanna…”. “- …Y vuelvo a despertar, en mi mundo, siendo lo que soy…” Iniziò Violetta, con un sorriso amaro stampato sul volto, sentendo il fratello e la più piccola, continuare a cantare, in coro: “…Y no voy a parar, ni un segundo, mi destino es hoy…”. Seguirono alcuni istanti di commosso silenzio, il quale venne spezzato dal singhiozzare della Saramego che, a quel racconto, era in lacrime e prontamente Pablo le fece appoggiare il capo sul suo petto, senza dire nulla ma facendole sentire tutta la sua vicinanza e il suo amore. “- E’ il regalo più bello che… che potessi ricevere. Grazie di cuore.” Balbettò, asciugandosi gli occhi e alzandosi, appoggiando il prezioso oggetto sul tavolino di fronte a sé, per poi fiondarsi ad abbracciare i nipoti, uno per uno. “- Vi adoro…” Mormorò timidamente, schioccando un bacio in fine, sulla guancia di Diego che, un po’ in imbarazzo, le accarezzò dolcemente il volto ancora umido di lacrime. Galindo non sapeva cosa dire, e si limitò a ringraziare i giovani: quella grande famiglia aveva imparato ad amarlo e lui amava loro, era tutto quello che non aveva mai avuto e voleva goderselo appieno, circondandosi di quel mare d’affetto che la vita gli aveva sempre negato. Pablo non sarebbe più stato solo, mai più… ora aveva un motivo, anzi, più di uno, per andare avanti, per essere forte, un uomo migliore come non lo era mai stato in passato: sarebbe diventato padre, ancora non gli sembrava vero eppure era così, lo realizzava quando una sensazione incredibile, che riconobbe poi come gioia, alla quale non era stato troppo abituato dalla sua vita drammatica, lo faceva sentire bene, come su una nuvola. Avrebbe continuato ad essere anche una sorta di genitore per quei ragazzi che erano stati tanto sfortunati, proprio come lui in passato, e poi… e poi avrebbe amato la sua Angie, sempre, e sempre, era sicuro, lei avrebbe fatto lo stesso con lui ed entrambi, avrebbero fatto lo stesso con quella piccola vita che cresceva nel ventre della Saramego.
 
 
La sera aveva avvolto il borgo di Madeira e un profumo proveniente dalla vicina spiaggia, unito a quello dei fiori del parco, rendeva ancor più magica l’atmosfera: era stata una giornata abbastanza calda  e soleggiata e anche con il buio appena calato la temperatura era sopportabile e non troppo asfissiante, mentre il cielo era già tappezzato di stelle e una luna sottile era alta. Ai lati del viale del parco erano disposti diversi gazebo, altre giostre illuminate erano state aggiunte a quelle già presenti nel centro del luogo e, in fondo, sulla destra, un enorme palcoscenico troneggiava nella scena, tra alte cime di alcuni alberi rigogliosi. La Fiera di Madeira era prima di tutto la festa della musica, che si celebrava da generazioni nel borgo sul mare nei pressi di Buenos Aires, a cui tutti gli abitanti partecipavano con entusiasmo.
“- Sono in panico…” Leon, stringendo la mano di Violetta, si faceva strada tra le persone, festose per quell’inizio della fiera, con l’intento di raggiungere il palcoscenico, dove il resto del gruppo lo attendeva. “- Andrà tutto bene, tu cerca di stare tranquillo e vedrai che sarà un successo!” Sorrise la Castillo, appoggiando la testa sulla sua spalla e facendolo tirare un sospiro di sollievo. “- Riesci sempre a farmi sentire meglio…” Le sussurrò il ragazzo dolcemente, scansando per poco un bambino che correva contro di loro con due gelati, il quale rischiò di impiastricciare entrambi. “- Diego mi ha mandato un sms proprio pochi secondi fa… ha fatto l’iscrizione, siete… emh, sarete gli ultimi a cantare.” Gli anticipò subito la ragazza, armeggiando con il suo cellulare, per poi riporlo in borsa, tesa anche lei a quella notizia. “- Ottimo, così nel frattempo potrà svenire tranquillamente d’ansia.” Commentò il La Fontaine, serissimo e sbiancando paurosamente a quelle parole della fidanzata che lo fissò, dissimulando il suo stesso nervosismo in un sorriso. “- Siete bravissimi, sono sicura che anche Emilio Marotti, il produttore discografico di YouMix se ne accorgerà!”. Il tono sicuro della Castillo riuscì subito a tranquillizzare il giovane che pensò a quanto fossero migliorati da quando avevano messo su la band. In effetti pensare che all’inizio erano inascoltabili e che ora avessero addirittura un modo per farsi conoscere e dei brani propri era già un grande traguardo e con quella positività voleva affrontare la serata. Potevano farcela, ne era sicuro. “- Eccolo il nostro leader!” Sorrise Seba, dandogli il cinque e notando come si fosse imbarazzato a quelle parole. “- Ne abbiamo già parlato, sono la voce del gruppo, non il capo!” Mormorò, grattandosi la nuca a disagio: Violetta e il ragazzo erano arrivati sotto all’enorme palcoscenico dove già erano disposte file e file interminabili di sedie, per lo più occupate e istintivamente, si voltarono a guardare verso il pubblico. In prima riga c’erano già accomodate le famiglie dei ragazzi: Matias era impegnato a divorare una mela caramellata, Marcela chiacchierava con Angie, accanto a lei, e Pablo, il quale discuteva con la sua tecnologica fotocamera tra le mani, di chissà cosa con la temibile Priscilla Ferro, evidentemente riguardo ad un futuro servizio per il suo giornale.
“- Buonasera, gente, fate largo alla futura star della musica pop!” Ludmilla, in un elegantissimo abito dorato, tacchettò verso i ragazzi, sotto lo sguardo accigliato di Federico che la fissò un po’ a disagio. “- Sei stupenda e bravissima ma lo hai detto: non andiamo sottovalutati, mia piccola Supernova!” Sbottò il giovane, facendole l’occhiolino e stizzendola non poco. “- Vedrete che gli effetti di luce richiesti espressamente da mia madre daranno il tocco di grazia alla mia, già di per sé, splendida esibizione… e non avrete scampo!” A sorpresa, Libi, che era accanto ad Andres per provare a placare le sue terribili ansie, ribatté con decisione per zittirla: “- Ma dai, vediamo che sai fare, Stellina…” Fu appena un mormorio, ma Ludmilla la prese come un affronto, tanto che storse il naso un po’ stizzita da quelle parole. “- Buona fortuna, miei degni rivali!” Si placò la Ferro, pronunciando quella frase nonostante tutto con tono di superiorità, rientrando nel backstage, seguita anche dai giovani che, mostrando dei pass distribuiti da Diego agli altri, decisero che fosse il momento di andare a prepararsi. Purtroppo, sia Francesca, che Violetta, Libi e Camilla, non potettero accedere al dietro le quinte e, dopo aver salutato i fidanzati, si andarono ad accomodare nei posti che si erano fatte riservare dai genitori di Leon, esattamente sotto al palco.
 
 
“- Buonasera e benvenuti ragazzi, tra voi ci sarà la nuova stella della mia casa discografica, la mitica… YouMix!” Dietro al palco, era stato allestito un backstage alquanto improvvisato: dei tavolini erano disposti con una miriade di bottigliette d’acqua in cima e vi erano alcune lunghe panche sulle quali i ragazzi si erano accomodati, coperti da un paio di gazebo. Ogni concorrente aveva lasciato il proprio strumento poco distante, dove era stata riservata una zona apposita. Il vocio dei giovani partecipanti cessò nel momento in cui, due uomini e una donna si avvicinarono loro: uno, colui che aveva parlato, era proprio il celebre Emilio Marotti e gli altri dovevano senza dubbio essere altri membri della giuria del concorso. “- Sono felice di annunciarvi che io e i miei due colleghi, Juan Diaz e Brenda Saldez, vi giudicheremo, mentre il conduttore della serata sarà il celebre cantante… Rafa Palmer!” A quelle parole, un uomo tarchiato e dai capelli neri avanzò, facendosi strada tra i giurati con movenze poco eleganti, salutando i ragazzi con aria sicura. “- Buonasera, giovanotti! Chi sarà tra voi il mio erede musicale?” Annunciò con tono solenne, sollevando sui capelli gli occhiali scuri che portava e venendo accolto da un caloroso applauso dai partecipanti alla gara: Palmer era abbastanza celebre in tutto il Sud America ed era per loro un onore averlo a pochi metri, sentirlo rivolgersi a loro con tanta simpatia. “- Bene, iniziamo che è già tardi…” Commentò Juan, beccandosi un’occhiataccia dalla star e da Marotti. “- La prima è Ludmilla Ferro… preparati che dopo la presentazione ufficiale dell’apertura della gara tocca subito a te.” Le disse la giurata donna, vedendola annuire con sicurezza. “- Io non ho bisogno di prepararmi! Sono già pronta!” Sbottò, vedendo Federico alzarsi e avvicinarsi a lei piano, mentre la giuria e il cantante si erano già avviati sul palco e, dagli applausi che giungevano alle loro orecchie, il concorso doveva essere ufficialmente cominciato. “- In bocca al lupo, mia piccola Supernova…” Le sussurrò dolcemente ad un orecchio, vedendola annuire. “- Crepi… buona fortuna anche a voi…” Mormorò, quasi con la paura di farsi ascoltare, la Ferro. “- Se non vinco io, cosa altamente improbabile, gli ‘All For You’ dovranno portarsi a casa il trofeo!” Sbottò nervosa la biondina, aprendosi poi un sorriso più dolce del solito. “- …Dico anche a voi!” Sentenziò seria, indicando il resto della band, serissima. “- …Vedete di vincere se proprio questi tizi non dovessero apprezzare il mio indiscutibile talento.” Concluse, per poi schioccare un tenero bacio sulla guancia a Federico, avviandosi verso le scale che le avrebbero permesso di avere accesso al centro della scena. “- Ehi, maestro Bianchi! Dove vai?” Gli chiese Seba confuso, vedendo il giovane seguire al fidanzata. “- Devo spiare almeno un po’ da dietro le quinte… emh… torno subito.” Rispose l’italiano bloccandosi sul posto a quelle parole, affrettando poi il passo, riprendendo a camminare: se per lui c’era un amore equiparabile a quello per l’adorato pianoforte, quello era rappresentato da Ludmilla alla quale, per quanto sapeva avesse una miriade di difetti, teneva più della sua stessa vita.
 
 
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Ciao! :)
E’ una bambina! Dfofoggo emh, ok, calma! xD La figlia Pangiosa è in arrivo e inizia ufficialmente la Fiera Di Madeira! :3 Dolci scene Leonetta e una Fedemilla, sul finale! :) Chi vincerà il concorso? :) Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! Ci avviciniamo alla fine di questa storia, ormai, mancano solo un capitolo e l’epilogo! :) Grazie a tutti e alla prossima, ciao! :) DulceVoz. :)
  
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