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Autore: Ramocla    11/05/2015    1 recensioni
Non si ricordava come fosse arrivata in quella piazza piena di insegne. La testa le stava esplodendo e iniziò a provare terrore. Non ricordava il suo nome ne il suo cognome. Non ricordava da dove venisse ne la sua data di nascita. Era però certa di non doversi trovare li. "Signorina sta bene?" le chiese un uomo. Le lacrime iniziarono ad irrigarle il viso e tremante si aggrappò all'uomo: "Mi aiuti... io..." non riuscì a terminare la frase che si accasciò al suolo. Era perduta e nessuno l'avrebbe cercata! "Scorpius... Malfoy..." e svenne ormai priva di ogni forza.
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Salve!! Mi presento sono Claudia e questa è la mia PRIMISSIMA fan fiction! Siate indulgenti ve ne prego!! Detto ciò spero che vi piaccia è un'idea che avevo in mente da un po' quindi... Bando alle ciance signori leggete e fatemi sapere cosa ne pensate!
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice, Paciock, Alice, Paciock, Jr, Draco, Malfoy, James, Sirius, Potter, Lily, Luna, Potter, Scorpius, Malfoy | Coppie: James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nuova generazione
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Astoria Greengass in Malfoy aveva avuto tutto il meglio dalla vita. Un bel marito, una bella casa, un bel figlio e una rendita personale che le permetteva di poter soddisfare ogni suo minimo capriccio.
Eppure era infelice. Suo marito l’aveva sposata senza esserne realmente innamorato, e questo lei lo sapeva. Il loro matrimonio era stato l’ultima imposizione di Lucius Malfoy al figlio, prima che venisse rinchiuso ad Azkaban. Nemmeno quando era nato Scorpius Draco gli aveva detto quelle due parole che lei tante volte gli aveva sussurrato : “Ti amo”. E il motivo era molto semplice: lui non l’amava. Nonostante questo la ricopriva di regali, fiori e attenzioni, ma il fatto che fosse sempre in viaggio per lavoro per lei significava solo una cosa: non voleva vederla troppo a lungo.
Quel pomeriggio era al Manor da sola, mentre sorseggiava il the, e pensava a come poteva allontanare suo figlio da Lily Potter. Da quando era scomparsa Scorpius era entrato in depressione, ed era uscito solo con Annabelle poche volte mentre passava molto tempo dai Potter. Ora che era tornata come avrebbe fatto ad allontanarla da lui? Non sarebbe mai riuscita ad ucciderla, le voleva bene in fondo ed era stata una fidanzata perfetta per suo figlio, ma se si fossero rimessi insieme lo avrebbe messo nuovamente in pericolo, e di certo non sarebbe mai stata all’altezza della casata dei Malfoy. Tutti i suoi pensieri furono interrotti da suo figlio, che via camino era arrivato senza preavviso. Lo osservò, e vide che i suoi due giorni di riposo gli avevano fatto bene: le occhiaie erano sparite, e sembrava non essere più così tanto smunto.
“Madre ho delle notizie meravigliose!” gli disse lui con un enorme sorriso che non mostrava da tempo. L’ultima volta era stato il giorno che aveva annunciato il suo fidanzamento con Lily.
“Buongiorno Scorpius, sei allegro vedo! Ma se la notizia è il ritorno di Lily, so già tutto, il Profeta ti ha preceduto!” le rispose lei indicando la copia appoggiata sul costosissimo tavolino da the.
“Si ma non è l’unica novità…” disse lui mentre elegantemente si sedeva accanto a lei.
“Allora, come sta? Ti ha lasciato per un altro o era stufa della solita routine e per questo era scomparsa?” le chiese lei ironicamente e con un sorriso sul volto. Sapeva bene cosa fosse successo, ma sperava che in quei cinque anni Lily si fosse trovata un altro ragazzo, così sarebbe stato più facile convincere Scorpius a sposare Annabelle.
Scorpius la guardò inarcando un sopracciglio, e prese un biscotto dal vassoio d’argento.
“Oh no, nessun ragazzo, almeno credo. Ha vissuto tra i babbani, e non ricorda nulla. Ha dato il mio cognome all’anagrafe babbana, pensa un po’!” esclamò superficialmente. Astoria rimase sorpresa. Da quanto gli avevano detto i Nott, Annabelle l’aveva obliviata, quindi come diamine faceva a ricordarsi il cognome di suo figlio?
“Beh in fondo vi dovevate sposare, ma perché non ha usato il suo? La minacciavano o stava scappando da qualcuno?” chiese incuriosita. Quella ragazza doveva avere una forte volontà per ricordarsi il cognome del suo fidanzato.
“Non ricorda nulla, ora è al San Mungo, stiamo aspettando che arrivi Dominique Weasley, credo ti ricordi di lei… aveva un anno in più di me, Serpeverde, biondissima…”
“Si la nipote dei Potter, studia in Francia vero?”
“Si ed è la miglior legimente in circolazione. Cercheremo di vedere i ricordi di Lily per capire cosa sia successo!” rispose lui.
Astoria perse la presa della tazzina del the che cadde rovinosamente sull’antico pavimento in marmo. Non era possibile. Se ricordava era ancora più in pericolo e lei avrebbe dovuto ucciderla veramente.
“Mamma, sai bene?” le chiese Scorpius preoccupato.
“Si.. tranquillo…” rispose dopo essersi ripresa “TRIX! La tazzina!” urlò chiamando l’elfa che si materializzò velocemente. “Non credi sia rischioso farle rivivere quei momenti? Insomma, non sappiamo cosa sia successo, potrebbe essere stata assalita oppure attaccata!” esclamò rivolta al figlio. Doveva cercare di farlo desistere.
“Noi dobbiamo capire chi l’ha attaccata, anche perché non solo lei potrebbe essere in pericolo, ma anche i nostri figli!” le rispose lui.
Astoria lo guardò paralizzata. “Cosa dici? Figli? M se sono cinque anni che non vi vedete! Sicuramente non sono i tuoi!” esclamò indignata. Aveva anche dei bambini, e questo Theodore non lo sapeva.
“Sono miei, ho fatto un test di paternità ed è positivo! Evidentemente quando è scomparsa non lo sapeva, altrimenti me l’avrebbe detto! Ma non mi sembri molto felice, insomma ti ho appena detto che sei nonna di due gemelli!” le disse lui dubbioso. Astoria strinse i pugni e gli sorrise dicendo: “Sono molto felice invece, ma insomma è stata una notizia inaspettata, devo metabolizzarla!”
Il loro discorso fu interrotto da Trix, che tornò con due lettere.
“Padroncino, è arrivata questa dalla Signora Potter.” Disse l’elfa porgendogli la busta.
“Signora questa è per lei.” e dopo averle dato l’altra missiva scomparve di nuovo. La lettera portava solo il suo nome e l’indirizzo, ma la calligrafia era quella di Theodore.
“Dannazione, hanno incominciato in anticipo, madre devo andare al San Mungo, comunque appena usciranno dall’ospedale porterò qui i bambini a conoscerti!” le disse Scorpius, e dopo averle dato un leggero bacio sulla guancia si diresse al camino e sparì.
Astoria rimase alcuni minuti con la lettera tra le mani tremanti, poi la aprì.
 
Cambio di programma
Il tuo obbiettivo rimarrà Lily ma non dovrai ucciderla, portala da me.
Farles rapirà i gemelli.
Ovviamente li elimineremo, ma credo che per te non sia un problema visto che hanno sangue Potter nelle vene.
Agiremo oggi pomeriggio direttamente al San Mungo, questa storia è durata troppo, e se l’obliviazione non dovesse reggere saremmo tutti in pericolo.
La lettera si distruggerà da sola.
T.N.
Rimase seduta per ore a guardare la cenere che la lettera le aveva lasciato sul tappeto persiano. Doveva sacrificare la donna che suo figlio amava e i suoi nipoti per salvarlo?
 
 
Furiosa. Ecco come si sentiva in quel momento. Furiosa e tradita. Non aveva ricordato i particolari di tutte le sue relazioni, ma in generale ricordava Hogwarts, la sua casa a Godric’s Hollow, la Tana e il suo monolocale. Ricordava gli incantesimi, il suo acquisto della bacchetta da Olivander, le partite di Quiddich con i suoi cugini, e in parte si ricordava anche di lui. Ma Scorpius la voleva allontanare. Voleva mandarla via con i loro figli. Non ci riusciava a credere. “Come ho fatto ad essere così stupida?!” continuava a pensare. “Cosa potevo aspettarmi dopo cinque anni?! Che mi riaccogliesse dicendo “Ehi, finalmente! Ti va di andare a vivere insieme con i nostri figli” che razza di stupida che sono stata!”.
Non si ricordava come, ma i corridoi di quell’ospedale le erano familiari anche se in quel momento vagava senza meta. Doveva trovare i suoi figli ed andare via da lì, magari a casa dei suoi genitori, voleva allontanarsi dall’ospedale. Sbucò davanti a quella che doveva essere la segreteria, così decise di approfittarne e firmare i documenti per l’uscita.
“Salve, mi scusi, volevo firmare i documenti per le dimissioni delle stanze 203 e 204.” Disse alla segretaria.
“Certamente, vado a prenderle.” Le rispose cordialmente la ragazza. Dovevano avere la stessa età, era slanciata ed aveva capelli biondi cenere ed occhi ambrati.
“Grazie!” le rispose con un sorriso. Non fece tempo a voltarsi che una mano le si appoggiò sulla spalla. Si trovò davanti una ragazza dai lunghi capelli castano scuri ed occhi del medesimo colore che la scrutavano con uno sguardo che all’apparenza poteva risultare cordiale, ma che il sesto senso di Lily riconobbe come assolutamente terrificante.
“Lily Potter, allora quello che si dice in giro è vero! Sei tornata!” esclamò quest’ultima con una voce irritata.
“Già… a quanto pare tu sai chi sono io ma io non so chi sei tu, quindi…” rispose portandosi le mani sotto il seno ed incrociandole scoccando alla sua interlocutrice uno sguardo dubbioso.
“Certo, sono Annabelle Nott, hai problemi di memoria vero? Peccato, Scorpius ci sarà rimasto male!” disse finendo con una risata isterica.
“Certo, Nott, come dimenticarti… solo che in questi cinque anni sei cambiata molto, hai smesso di farti quell’orribile caschetto! Inoltre sei dimagrita, ti trovo bene!” le rispose sprezzante Lily.
Annabelle Nott, oca giuliva dello stesso anno di Al e Scorpius, come dimenticarla. Era la promessa sposa del giovane rampollo Malfoy, la sua fan numero uno a Quiddich, sempre in prima fila alle partite ad urlare a Scorpius di disarcionarla e vincere per lei. Dio quanto la detestava.
“Grazie, sei sempre gentile vedo. Sono qui per vedermi con Scorpius, sai dove sia?” le chiese con un sorriso malizioso sul volto. Lily dovette far appello a tutto il suo autocontrollo per non tirarle una testata, e quasi involontariamente si portò la mano destra alla tasca del medesimo lato per schiantarla, ma si rese conto che erano cinque anni che non aveva la sua bacchetta, e mai come ora ne sentiva il bisogno.
“No. Non ho idea di dove sia.” Rispose con un sorriso angelico sul volto. Oh non le avrebbe dato la soddisfazione di vederla reagire.
“Sai in questi anni ci siamo avvicinati molto, e te? Ti sei avvicinata a qualcuno?” le chiese sempre con quello sguardo di sfida.
“Oh si, ho giusto un ragazzo!” rispose di rimando, ma quasi si pentì di quelle parole. Erano cinque anni che non aveva una relazione romantica con qualcuno, anche perché i ventenni non uscivano con una mamma di due bambini di quattro anni, quindi era a corto di spasimanti.
“Ah davvero?” chiese lei fintamente sorpresa “E come si chiamerebbe? Perché ha un nome vero?”
L’aveva presa in contropiede quell’arpia. Cazzo e ora che si poteva inventare?
“Edmund.” Rispose. Già, il cameriere dell’albergo dei McKenzie, l’unico essere più asfissiante di una ventosa e l’unico a venirle in mente in quel momento.
“Bel nome! Sono felice che tu sia andata avanti come Scorpius in effetti.” Disse lei.
“Come andata avanti?” le sfuggì.
“Non lo sai? C’era scritto anche sul Profeta! Entro l’estate ci sposiamo!” esclamò esaltata.
Lily collegò le cose: aveva visto la prima pagina quel primo dicembre alla caffetteria. Dunque era così? Scorpius si stava per sposare? E non le aveva detto niente!
“Tesoro hai una brutta cera, forse è meglio se vai a prendere un po’ d’aria! Ora vado, felice di averti rivista cara!” disse con un sorriso soddisfatto mentre scompariva nel corridoio. Lily era pietrificata.
“Signora, le sue carte!” esclamò una voce che la fece riprendere.
“Grazie…” disse poco convinta, e firmò velocemente i documenti. Scorpius si stava per sposare. Ecco perché voleva allontanarli, non voleva tra i piedi lei e i suoi figli forse? Subito dopo aver riconsegnato i fogli una voce familiare la chiamò.
“Lily!” era suo fratello Albus, che teneva per mano una ragazza dai lunghi capelli neri e gl’occhi blu.
“Alice!” esclamò la rossa soddisfatta abbracciandola di slancio.
“Ehi, ti ricordi di me? Allora Dominique ha fatto un buon lavoro alla fine!” esclamò la nera.
“Non ricordo bene tutto, ma abbastanza per sapere che Scorpius mi deve quattro galeoni!” disse fissando l’anulare sinistro della sua migliore amica.
“Non ti si può nascondere niente vero?” esclamò l’altra ridendo. “Scusami se non sono venuta prima a salutarti, è solo che avevo molto da fare ed anche paura che tu non mi riconoscessi in parte!” si giustificò.
“Tranquilla, non è un problema…” le rispose Lily. “Al ma cosa nascondi dietro alla schiena? Non saranno dei fiori perché sai che…”
“… ti ricordano i cimiteri, si lo so! Niente fiori, ma sempre di una specie di vegetale si tratta!” disse porgendole un bastoncino di legno rosso lungo nove pollici e mezzo. Lily commossa la strinse tra le mani.
“La mia bacchetta… ma come, credevo fosse andata persa!” esclamò lei mentre una lacrima le scendeva lungo la guancia. “Grazie Al!” gli disse abbracciandolo. Avere la sua bacchetta le dava un senso di sicurezza in più.
“Mamma l’ha tenuta come una reliquia, l’ho trovata nel tuo appartamento quando mi avevi chiesto aiuto, ma sono arrivato tardi, perdonami!” le disse lui abbracciandola di rimando.
“Non è colpa tua, non hai nulla da farti perdonare!”
Rimasero abbracciati per un paio di minuti, e quando si staccarono Alice la prese per le spalle commossa e le disse: “Ora non azzardarti mai più a sparire per anche dieci minuti altrimenti ti uccido con le mie mani!” Lily a quelle parole rise di gusto.
“Tranquilla, me lo ha detto già Scorpius…” le rispose senza pensarci. Già, Scorpius che ora era con la Nott da qualche parte a parlare del loro matrimonio.
“Al sai dov’è la mamma? Ho firmato i fogli per le dimissioni e voglio andare a casa con i bambini.” Chiese a suo fratello, che però la guardò preoccupato.
“Non credo sia una buona idea andare da mamma e papà, casa loro è invasa dai giornalisti. Potresti venire da noi! Io ed Alice ne abbiamo parlato e puoi stare fino a che non si calmano le acque!” esclamò Albus eccitato.
“Non voglio disturbare… insomma io…” provò ad opporsi Lily.
“Niente ma! Tu verrai da noi, abbiamo quattro camere da letto e di certo non le usiamo tutte!” esclamò Alice.
“Non contemporaneamente almeno!” le sussurrò suo fratello ma in modo che Alice potesse sentirlo.
“ALBUS” esclamò lei dandogli un pugno sul braccio facendo ridere i due fratelli “Sei assolutamente un pervertito!” gli disse rossa in viso.
“Va bene allora, verremo da voi! Al, puoi andare a rendere le mie valige in camera? Vado a cercare la mamma, Cassy e Sir sono con lei!” chiese Lily.
“Va bene, però fatti accompagnare da Alice, lei sa dove sono, farete più in fretta!” disse allontanandosi lungo il corridoio.
“Vieni, sono alla caffetteria vicino all’entrata!” le disse l’amica, che continuava a parlare mentre attraversavano l’ospedale.
“Ti devo raccontare così tante cose! Allora del matrimonio, lo hai capito da sola grazie a questo!” disse sventolandole l’anulare davanti agl’occhi, cosa che fece ridere la rossa di gusto “Inoltre volevo chiederti di farmi da testimone!” disse tutto d’un fiato. Lily si bloccò e la guardò.
“Davvero? Vuoi me come testimone? Sei sicura?” le chiese.
“Certo che sono sicura! Sei la mia migliore amica, non voglio nessun’altra al mio fianco quel giorno!” le rispose Alice risoluta.
“Allora lo farò con piacere!” le disse sorridendo. Per un attimo le sembrò di essere di nuovo quella bambina che le chiedeva di potersi sedere accanto a lei alla prima cena in sala grande. Da allora erano passati dodici anni, ma il tempo sembrava essersi fermato per loro due.
Ma la felicità durò poco, perché un’esplosione le fece barcollare. Lily strinse la sua bacchetta istintivamente, e guardò Alice che faceva la stessa cosa.
“Lily non allontanarti da me capito?!” le chiese con impeto. Lei si limitò ad annuire senza smettere di guardarsi intorno. Poi la luce al neon della corsia iniziò a vibrare e una voce modificata parlò attraverso gli altoparlanti.
“Vogliamo la figlia e i nipoti di Harry Potter, consegnateceli e vi lasceremo vivere, resistete e morirete tutti.” Poi una volta terminato l’annuncio si scatenò l’inferno. C’erano molti auror nell’ospedale, probabilmente richiesti da suo padre, e combattevano contro uomini vestiti di nero e con delle maschere. Luci colorate volavano da tutte le parti, e Lily riusciva a pensare solo ad una cosa: quegli uomini volevano lei e i suoi figli.
“PROTEGO!” urlò Alice, e la luce verde che la stava per colpire rimbalzò su uno scudo trasparente.
“LILY DOBBIAMO ANDARCENE DA QUI!” le urlò.
“SENZA I MIEI FIGLI NON VADO!” gli rispose lei, e proprio come se i suoi pensieri avessero preso vita, vide i suoi genitori combattere per proteggere i loro nipoti.
“MAMMA!” urlarono in coro i suoi figli, e l’istinto materno prese il sopravvento in Lily che si lanciò verso le quattro figure che ormai stavano avendo la meglio su Harry e Ginny.
“STUPEFICIUM!” urlò d’istinto, e due di quegl’uomini incappucciati furono sbalzati via.
“CRUCIO!” sentì urlare, ma nello stesso tempo una voce femminile a lei familiare si sovrappose alla maledizione.
“PROTEGO” era Dominique che l’aveva salvata.
“LILY PRENDI I BAMBINI E VAI VIA!” le urlò. I suoi figli abbracciavano le sue gambe e piangevano ovviamente terrorizzati. Li prese in braccio stringendoseli al petto, e suo padre la portò dietro alla sua schiena con fare protettivo, mentre Dominique sua madre e Alice cercavano di mandare via più uomini possibili, ma erano nettamente in superiorità numerica.
“Harry Potter” disse un uomo con la maschera dorata che si era appena materializzato “Consegnaci tua figlia e i tuoi nipoti e ti risparmieremo la via.”
“Questa è l’offerta più insulsa che mi sia stata fatta in cinquant’anni di vita Alfa.” Rispose lui tra i denti.
Intanto Lily osservava con apprensione Alice e Dominique. Non erano Auror, ma Medimaghe ed infatti non se la stavano cavando molto bene.
“Lei doveva essere morta, lo capisci vero? E invece si è pure moltiplicata, sa troppe cose e deve morire!” sputò tra i denti Alfa, il capo degli uomini.
“Secondo te ti lascerò finire il lavoro?! È di mia figlia che stai parlando!” gli urlò Harry mentre il pianto dei gemelli si faceva sempre più forte. In quel momento Ginny affiancò il marito dopo aver steso gli ultimi due uomini con cui si fronteggiava, e puntava la bacchetta contro il braccio destro di Alfa.
“Non toccherete di nuovo mia figlia cani, l’avete già distrutta una volta, non ci sarà una seconda!” gli disse sua madre.
“SECTUMSEMPRA!” urlò uno dei suoi uomini, e Dominique tentò di schivare l’incantesimo che la colpì di striscio, facendole uscire molto sangue dal braccio. La bionda abbassò la guardia per toccarsi la ferita, e il suo avversario ghignando alzò la bacchetta in modo minaccioso.
“Ma guarda, la piccola Veela è tornata dalla Francia. Sai abbiamo ordine di prendere anche te, ma prima mi voglio divertire un po’, visto che non ne ho avuto occasione a scuola!” disse l’uomo incappucciato. Nel frattempo il camice di sua cugina si era riempito di sangue, ed Alice sembrava non essersi accorta di quello che stava succedendo impegnata com’era con due avversari, così come i suoi genitori che continuavano a parlare, o per meglio dire, ad urlare  con Alfa.
Dominique si appoggiò al muro e vi scivolò fino al pavimento lasciandovi sopra una striscia rossa sangue. Ansimava, e sebbene fosse stata colpita di striscio si stava dissanguando.
“Allora, vediamo, cosa potrei fare con te? Sarebbe un peccato rovinarti questo bel faccino!” gli disse ridendo prendendole il viso tra le mani. Dominique gli sputò in faccia, e l’uomo ringhiando le diede uno schiaffo.
“Sei una puttana, dovresti implorarmi di salvarti la vita! CRUCIO!” urlò.
Dominique si mise a gridare, ed in quel momento i suoi genitori ed Alice si resero conto di cosa stava succedendo, ma erano impegnati a combattere e non riuscirono ad intervenire.
“LASCIA IN PACE MIA NIPOTE!” urlò Harry puntando la bacchetta verso il torturatore di sua cugina. Subito l’uomo interruppe il contatto e Dominique cadde a terra mentre un rigolo di sangue le scendeva dai lati della bocca. Subito il suo torturatore si rivolse verso Harry dicendo:
“Sono finiti i tempi in cui prendiamo ordini da te Salvatore del Mondo Magico!” gli urlò, poi si rivolse nuovamente verso Dominique che stava cercando di rimettersi in piedi, ma il sangue dal suo braccio fuoriusciva copiosamente. Ancora poco e sarebbe morta dissanguata. L’uomo urlò nuovamente: “CRUCIO!” e tutta la fatica che Dominique aveva fatto per rialzarsi fu vana perché crollò nuovamente a terra in preda a grida orripilanti. Lily senza pensare, mise a terra i bambini e con la bacchetta in mano superò suo padre e quando fu abbastanza vicina a Dominique urlò: “EXPELLIARMUS!” e la bacchetta del torturatore volò via, lontana, proprio ai piedi di James che stava osservando Dominique che a terra rantolava per il dolore e con occhi iniettati di sangue urlò:
“STUPEFICIUM!” verso l’uomo incappucciato, che volò con tanta forza che ruppe il muro su cui si andò a schiantare.
La voce dell’altoparlante ritornò e disse: “Ci ritiriamo, ma torneremo.” E così come erano apparsi, gli uomini neri scomparvero.
James subito si avvicinò a Dominique e la sollevò da terra. Aveva perso conoscenza, ed Alice seguita da Albus si erano affiancati a loro.
“James, veloce mettila in quella stanza, devo prendere una pozione rimpolpa sangue, ne ha perso troppo!” gli ordinò Alice, e suo fratello le ubbidì. Aprì una porta che avevano sulla destra con un calcio e mise Dominique nel primo letto disponibile.
Lily andò al suo capezzale, e le tolse il camice bianco che ormai sulla sinistra era di una tinta rosso mattone per tutto il sangue che aveva perso dal braccio.
“Niki, mi senti?” le chiese ansiosamente, ma l’unica risposta che ricevette fu un respiro sempre più affannato.
“CHE CAVOLO È SUCCESSO LILY?!” gli urlò suo fratello mentre si portava le mani dietro la testa e le lacrime gli bagnavano il viso.
“Lo hai sentito anche tu l’altoparlante no?! Volevano me e i bambini, anche Dominique hanno detto!” le rispose irritata mentre con delle garze cercava di bloccare l’emmoragia. Come diamine faceva a non aver sentito l’annuncio.
“MA COSA STAI DICENDO?! QUAST’ALA DELL’OSPEDALE ERA IMPOSSIBILE DA RAGGIUNGERE! C’ERA UN CAMPO DI FORZA! HO VISTO TUTTO, E NON HO POTUTO FARE NIENTE DANNAZIONE!” le urlò dando un calcio alla sedia che c’era nella camera. Era sconvolto, ecco cosa si ripeteva Lily, e per questo non doveva reagire.
“Va a farti un giro James, sei sconvolto…” gli disse con delicatezza Lily.
“No, io non mi muovo da qui. Lei rimarrà appiccicata a me, se vogliono prendere lei dovranno passare sul mio cadavere!” disse mentre appoggiava la testa contro il muro. Lily non poté ribattere, perché Alice tornò con pozioni e garze.
“Voi due” disse riferendosi ad Albus e James “Aspettate fuori!” disse con tono autoritario.
“Non ci penso nemmeno!” ringhiò James di rimando.
“Ogni minuto che perdo con te è un minuto in più verso la morte per Niki, che vuoi fare?!” gli ringhiò contro Alice.
“Dai Jamie, lasciamole lavorare” disse Albus mentre prendeva il fratello per le spalle e lo trascinava fuori.
“Bene, Lily riesci a restare? Ho bisogno di una mano, e visto la marea di spie che ci sono qua dentro mi fido solo di te per ora.” Le disse una Alice professionale e distaccata.
“Certo, dimmi cosa devo fare!” esclamò lei sicura di se stessa, e sotto gli ordini di Alice che con un incantesimo bloccava l’emmoraggia, Lily medicava la ferita.
 
Annabelle l’aveva tenuto occupato per un’ora con le sue proposte di donazioni per allargare l’ospedale, e quando sen’era andata sembrava quasi che l’ossigeno fosse tornato nell’aria. Era asfissiante quella ragazza. Appena messo fuori un piede dallo studio, il caos regnava sovrano nell’ospedale. Gente che correva ed urlava. Scorpius pensò che ci fosse un’emergenza, fino a che non arrivò all’ala est dell’edificio, dove c’era la caffetteria. Era tutto distrutto. Subito i suoi pensieri andarono a Lily ed ai suoi figli: cosa diamine era successo?!
“SCORPIUS!” un ringhio più che una voce gli arrivò alle orecchie, ma prima che se ne rendesse conto, due mani lo presero per il colletto e lo sbatterono contro il muro.
“JAMES! LASCIALO SUBITO!” urlò Albus che stava appoggiando due the sul bancone della segreteria.
“CHE CAZZO DI CONTROLLO DELLA SICUREZZA FATE IN QUESTO POSTO?! DOMINIQUE È QUASI MORTA, LO CAPISCI?!” gli urlò in faccia.
“Potter non ho idea di che cosa tu stia parlando!” gli disse calmo mentre con un colpo da maestro si liberava dalla presa di James e si sistemava il camice ormai irrimediabilmente stropicciato.
“VOLEVANO LILY, I BAMBINI E DOMINIQUE! ORA CAPISCI?! SONO ENTRATI COSÌ FACILMENTE CHE VORREI VEDERE LE VOSTRE NORME DI SICUREZZA MINISTERIALI!” urlò, e Scorpius lo guardò con rabbia.
“Come i bambini e Lily?! Stanno bene?” chiese apprensivo, e la risposta gli arrivò da una rossa che con una coda di cavallo mal fatta e i guanti in lattice pieni di sangue li raggiungeva di corsa.
“Ci siamo riuscite, è salva!” disse col fiatone ed un enorme sorriso mentre correva da James per abbracciarlo, che a quelle parole si lasciò scivolare contro il muro ridendo tra le lacrime ricambiando l’abbraccio della sorella.
“Qualcuno mi spiega cos’è successo?” chiese a quel punto stralunato.
“Oh è molto semplice, mentre tu e la Nott stavate amabilmente chiacchierando sono arrivati dei tizi incappucciati, hanno isolato quest’ala dell’ospedale e ci hanno attaccati. Volevano me e i bambini, poi hanno torturato Dominique e alla fine sono scappati, dicendo che sarebbero tornati a finire il lavoro.” Disse Lily come se fosse la cosa più normale del mondo, ma calcando sulla parte che riguardava la Nott.
“Come… come fai a sapere che Annabelle era qui?” chiese lui esterrefatto “E poi come mai non ho sentito niente? E nessuno mi ha avvisato?!”
“Te l’ho detto, eravamo isolati.” Gli disse irritata Lily. “Invece la dolce Annabelle l’ho incontrata mentre firmavo i documenti per le dimissioni. È sempre adorabile, non cambierà mai vero? Sempre acida e scontrosa, un amore di ragazza!” disse assottigliando lo sguardo.
“Come le dimissioni? Dove sono i bambini?” chiese poi preoccupato ed ignorando quelle frecciatine su Annabelle.
“Sono con i miei a casa di Albus, ed ora li raggiungo anche io!” disse lei estraendo la bacchetta.
“Ma quella, chi te l’ha data?” chiese Scorpius sempre più sorpreso.
“Al, e mi ha salvata il culo mentre decidevi i fiori del tuo matrimonio con la tua fidanzata.” Disse con odio, poi rivolgendosi a James disse: “Alice ha portato Niki a casa sua, ha detto che qui ci sono troppe spie e che la curerà a casa, andiamo?”
James sentendo il nome di Dominique si alzò di scatto e prese per mano la sorella.
“Scorpius, puoi venire a vedere i bambini quando vuoi, sempre che non ti scocci averli intorno. Per la cronaca, io resto qui, che tu lo voglia o no. James, portami via.” Disse, e dopo un breve saluto ad Al scomparve con suo fratello.
“Amico, ti offro da bere al Paiolo e ti spiego per bene quello che  successo, poi se vuoi puoi venire da me anche tu per chiarirti con quella pazzoide di mia sorella.” Gli disse Albus sorridendo.
“Si, mi sa che ne ho proprio bisogno!” gli rispose lui ed insieme si smaterializzarono anche loro.
 
 
 
SALVE!!!! In orario con la pubblicazione :3 che bellezza!! Allora intanto questo capitolo è un po’ più movimentato, e da come qualcuno avrà intuito, Annabelle ha distratto Scorpius per evitare che aiutasse Lily, ma non aveva tenuto conto del resto della famiglia! Inoltre Astoria avrà preso parte all’assalto o no?? Lo scopriremo nelle prossime puntate xD
Questo capitolo a me è piaciuto perché Lily comincia a riprendere coscienza di se e delle sue capacità di strega, volevo evidenziare il rapporto con Alice ed anche far interagire Annabelle con lei… insomma è una vera stronza, e povero Scorpius alla fine non ci capiva più niente xD
Detto ciò spero che vi sia piaciuto come capitolo, spero recensirete in molti per farmi sapere le vostre opinioni!
 
-xoxo Ramocla :*
  
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