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Autore: Weleo    11/05/2015    0 recensioni
Clara sta per laurearsi quando conosce Christian una sera in un bar. La loro sembra una semplice storia d'amore come molte altre, ma si ritroveranno sulle torri gemelle di New York l'11 settembre e tutto cambierà.
Genere: Angst, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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17/07/1999 Copenaghen
Avevo appena iniziato a cercare di organizzare le prossime settimane senza deprimermi, mi ero diplomata da qualche giorno, ma l'affitto scadeva tre due settimane e non avevo idea di cosa fare. Avevo sempre pensato che finita l'università, sarei stata finalmente libera di fare quello che volevo,ma ci misi poco a scoprire che non sapevo cosa volevo fare, o dove volevo stare. Il citofono suonò e svogliatamente mi alzai dal divano per andare a rispondere.
-Chi è?-
-Sono io, mi apri?- mi disse Erik, che sembrava stranamente euforico.
Gli aprii il portone e aprii anche la porta che dava sul pianerottolo. Stavo al secondo piano di una palazzina di piccoli appartamenti che venivano affittati perlopiù a studenti. Sentii Erik salire le scale di corsa e quando arrivò si chiuse la porta alle spalle con una busta in mano che poi mi porse.
-è appena arrivata.- mi disse con il fiatone- E non ho il coraggio di aprirla. Sono venuto subito qui.-
Presi la busta e la guardai, riconoscendo subito il simbolo su essa.
-La Apple ti ha risposto?!-
Erik si era laureato col massimo dei voti e aveva inviato il curriculum a varie aziende, che però non sempre rispondevano.
-Non ho mai scritto alla Apple.- mi risponde lui, ma se lui non gli aveva mai scritto allora c'era soltanto una risposta. 
Aprii velocemente la busta, facendo scorrere lo sguardo sul testo, cercando di capirne veloce il contenuto.
-Ti vogliono. La Apple ti vuole!- Quasi gli urlai in faccia. 
Mi abbracciò facendomi roteare in aria,mentre lanciava un grido di vittoria,poi mi rimise giù con un sorriso da ebete continuandosi a ripetere:-La Apple mi vuole.-
-Ahah sei tanto carino così, ma dovresti calmarti.- gli dissi.
-Okay, okay ti va bene se mi stravacco un po' sul tuo di divano?- disse mentre si lanciava su di esso.
-Non ti andrebbe bene se sapessi cosa succede su quel divano..-
Quasi cadde facendo un salto per scendere:- Sul serio?! Che schifo!!- Urlò mentre io mi mettevo a ridere alla sua faccia.
-Ahahah, continua a fare la spiritosa... Quando lo rivedi Christian?- mi chiese.
-Fra un po' esco con lui.-
-Ormai lo vedi ogni giorno.-
-Vedo anche te ogni giorno. Tra poco si parte e chissà quando ci rivedremo.-
-Tranquilla anche se mi trasferissi in California troverei il modo di romperti le palle. Da quanto state insieme?-
-Quasi 8 mesi.Bhe io devo prepararmi, tu cosa fai quindi?-
-Tra poco esco ero venuto a salutare e per la lettera.-
-Tanto è inutile dirti fai come se fossi a casa tua.-
 
 
 
Mi sedetti sulla panchina pochi minuti prima che lui arrivasse, i gomiti sulle ginocchia e le mani intrecciate davanti al volto. Per quanto fossi felice per Erik, non potevo neanche fare a meno di essere un po' gelosa di lui. Non era solo per il lavoro, aveva lavorato duramente e se lo era guadagnato. Era per tutto il resto, per la famiglia perfetta, perchè lui aveva solo l'imbarazzo della scelta sul dove andare.
-Sembri pensierosa.-  mi disse Christian sedendosi di fianco a me e mettendomi un braccio sulle spalle. Non mi ero neanche accorta che fosse arrivato.
-Sono pensierosa.- Non serviva neanche che gli dicessi perchè, lui soltanto mi strinse più forte, ma io rimasi immobile.
-Ti sbagliavi.- mi girai a guardarlo e vidi lo sguardo interrogativo che mi stava rivolgendo. Gli spiegai: - La prima sera che ci parlammo mi dissi che sicuramente avrei trovato qualcosa da fare... E invece eccomi qui.- dissi aprendo le braccia in un gesto plateale. - Un diploma in mano e non so cosa farmene.- Era tutto dannatamente frustrante. Lui iniziò a accarezzarmi i capelli. -Clara, guardami.- Non gli diedi retta.
-Clara.- Alzai gli occhi al suo viso, ed era serio.
- Clara... Tu sei una delle donne migliori che io abbia mai conosciuto, sicuramente la più coraggiosa.-
-Solo perchè non ho avuto molte possibilità di dimostrare questo coraggio.- dissi poco convita.
-Clara, se tu vuoi qualcosa puoi averlo.... Sei abbastanza forte e determinata e capace di prendertela da sola.- 
Feci scorrere lo sguardo attraverso il parco cercando qualcosa, senza neanche sapere cosa. Mi prense il mento e mi fece voltare la testa verso di lui.
- Sul serio, non lo dico solo per consolarti o perchè dovrei, quando dico che sei una delle persone più forti che io conosca, lo intendo per davvero.-
-Posso avere tutto quello che voglio?-
-Nei limiti del possibile.-
-C'è solo una cosa che voglio con certezza adesso.-
-E sarebbe?-
-Sei tu.-
Sorrise, con uno di quei sorrisi ampli che fin dall'inizio mi avevano colpito e fatto impazzire.
-Ma tu mi hai già.- disse dandomi un live bacio sulla fronte, dolce e per farmi ricordare che lui in fondo c'era.
Sorrisi anche io, lui era capace di farmi sorridere sempre, mi accoccolai al suo petto e mi lasciai cullare dal ritmo del suo respiro.
-Hai sentito tua madre?-
Avevo sempre voluto andare all'estero e la mia condizione familiare non mi aveva certo trattenuta a casa: i miei avevano divorziato quando avevo cinque anni e mio padre si era trasferito in un altro paese senza lasciarci modo per contattarlo, mia madre si era risposata, ma il problema non era lui. Marco mi voleva bene ed era sempre dalla mia parte, mentre mia madre considerava una catastrofe tutto il primo matrimonio, me compresa. Ora erano felicemente sposati e con loro viveva ancora  la mia sorellastra, che stava finendo il liceo, e ora si occupavano anche dell'altra sorellastra piccola di 5 anni. Stavo benissimo in famiglia, se non fosse stato appunto per mia madre, che voleva impedirmi di fare tutto perchè  non mi riteneva all'altezza.
-Si, stamattina. Ha detto che non le interessa dove vada, mi aiuterà con le spese per quattro mesi poi o mi sarò trovata un lavoro da mantenermi da sola o dovrò tornare a casa, in Italia..-
Mi accarezzò i capelli: - Mi dispiace. Hai già pensato a cosa fare?- 
-Bho, magari potrei rimanere qui e trovarmi un lavoro.-
-Stavo pensando... se tu non dovessi pagare la casa risparmieresti soldi.-
-Si, certo, anche molti, ma non posso dormire sotto un ponte.-
-No certo.- disse con una risatina nervosa.-Mi chiedevo, puoi anche dirmi di no se vuoi, lo so che sarebbe presto, ma puoi venire con me a New York e stare da me, e poi potresti trovarti un lavoro lì.-
Ci misi un po' a capire cosa stesse dicendo e a  metabolizzarlo. Voleva che io andassi con lui a New York. Ed era una delle più belle proposte che mi avessero mai fatto. 
Lo baciai entusiasta, potevo piangere dalla felicità.
-Ti basta come risposta?-
 
 
------Spazio dell'autrice
Hola, spero vi piaccia come capitolo, fatemi sapere le vostre impressioni positive o negative in un commento ;).
P.S. sta entrendo in cantiere anche il seguito di "I'm Trusting You" che si chiamerà "One Last Fight Together"
------Adieu
   
 
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