Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Duff Rose    11/05/2015    1 recensioni
Jane è una giovane adolescente da un oscuro passato. La famiglia Porter, conosciuta in quasi tutta l'America per quanta ricchezza e potenza politica possiede, ha deciso di adottarla a tre anni.Proprio quando non le manca un bel niente, un giorno il destino le gioca un brutto scherzo. Come per caso, un'altra persona a lei sconosciuta entrerà a far parte della sua vita, nel modo più crudele che si possa immaginare.
"Jane, è giunto finalmente il momento di presentarti tuo fratello Dan. Lui ha da sempre studiato in tutto il mondo, sai? Sa parlare ben sei lingue, il nostro ometto. Quest'anno io e tuo padre abbiamo deciso di farlo restare qui con noi, per avere la famiglia al completo.Spero che facciate subito amicizia."[...]
Che cosa? Lui! No, no! Non doveva andare a finire così. Non doveva essere lui! Dio, e adesso?[...]
"Piacere"dico cercando di essere il più convincente possibile.
Lui sogghigna e mi stringe con determinazione la mano "Il piacere è tutto mio, perdente".
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccomii nuovo capitolo*_*" spero vi piaccia. Scusatemi, è che mi sono presa una piccola pausa(?) Però adesso sono tornata bella carica! Vi ringrazio per i commenti precedrnti. Ricordo sempre, però, che non pubblicherò gli altri capitoli se quelli già pubblicati non verranno recensiti.
Detto questo, buona lettura.

CAPITOLO 4
Da me
Cosa bisogna fare quando un ragazzo che non conosci, ma che è davvero interessato a te, si auto-invita a casa tua? Beh, poco da fare, direi.
Decido di non opporre resistenza(che, cominciando a conoscerlo,ho capito che sarebbe del tutto inutile) e percorro la via di casa in sua compagnia. Avrò fatto bene o male? Boh, i miei non ci sono nemmeno a casa. E poi, non credo che crei qualche problema un ragazzo in casa mia! Dopotutto, non è mai successo con Laurent.
<< Allora >> comincia Erik << posso sapere quando siamo arrivati? Mi fanno male i piedi >>.
<< Ahah >> rido io << devi avere pazienza! E pensare che io quel giorno in cui ti avevo incontrato avevo percorso tutta questa strada di corsa >>.
<< Ah, non avevi preso il tuo caro autobus con tanto di abbonamento? >>.
Scrollo le spalle << Era già partito, non ho fatto in tempo a raggiungerlo >>.
Lui sorride e scuote la testa << Certo che sei proprio una ragazzina ritardataria >>.
<< Ehi! Come ti permetti?! >>.
Lui continua a sorridere. Credo che diventerà uno dei miei punti deboli.
Mentre continuiamo a camminare, siamo finalmente arrivati.
<< Ecco >> parlo con fare saccente << questa è casa mia >>.
<< Questa??? >> chiede lui, prendendomi in giro << non ti credevo così povera >>.
<< Ma smettila! Voglio proprio vedere la tua, invece >> ed apro la porta. Lo faccio entrare per prima. Appena mette piede in casa sgrana gli occhi.
Accanto a noi vedo Miss Alexandra << Jane, bentornata >> e guarda con fare sospettoso Erik << e lui chi sarebbe? >>.
<< Un ospite >> rispondo io << si chiama Erik, frequenta la mia stessa scuola >>.
<< Benvenuto, allora >> lo accoglie la mia badante.
Dopo le presentazioni la faccio dileguare e presento tutta la mia casa a Erik.
Infine, gli mostro la mia camera.
<< Complimenti >> afferma lui buttandosi (nel vero senso della parola) sul mio letto << preferisci i letti matrimoniali a quelli singoli >>.
<< Sono più comodi >> mi giustifico io << e scendi dal mio letto >>.
<< Perché mai dovrei farlo? >> chiede lui malizioso << guarda che ci entri anche tu >> e mi trascina sul letto.
<< Fermati! >> esclamo io, mettendomi a sedere << e se ci vedesse Miss Alexandra? Che potrebbe pensare? >>.
<< Non stiamo facendo niente di male >> ride lui << stiamo giocherellando un pò >>.
Ma questa volta, nemmeno il suo sorriso riesce a convincermi. Sono a disagio e lui l'ha capito, dato che si è seduto facendosi serio.
<< Invece di giocare >> propongo io, arrossendo << perché non parliamo un pò? >>.
<< Conversare! Ottima idea >> i suoi occhi brillano di gioia << Cosa vuoi chiedermi? >>.
E cominciamo a parlare un pò, giusto per conoscerci meglio. Da quel che mi dice è proprio un bravo ragazzo, gioca a calcio da quando era piccolo e gli piace il disegno. Gli ho chiesto ingenuamente se gli piaceva la lettura, ma lui mi ha guardato come se venissi da un'altro pianeta. Va beh, ci ho provato.
Ha praticato tutti gli sport impossibili e inimmaginabili, in più mi ha anche confessato che il suo sogno sarebbe fare sport estremo. Questa volta sono stata io che l'ho guardato come se fosse un alieno.
Ovviamente anche io gli ho parlato di me, dei miei hobby, ma né io né lui abbiamo parlato della nostra famiglia. Meglio così!
Adesso stiamo parlando delle nostre figuracce più assurde che ci siano mai capitate: io sto ridendo come una matta. Non avrei mai creduto, mi ci trovo davvero bene con lui! E penso che anche per lui sia la stessa cosa, dato che non ha mai smesso di ridere.
<< Scusami >> dico, dopo essermi ricomposta << ma come hai fatto a conoscermi? Cioè, si, insomma... >>.
<< Ho capito >> risponde facendomi l'occhiolino << ma un mago non svela mai i suoi trucchi >>.
Va bene, accontentiamoci di questa cosiddetta risposta...
Senza nemmeno accorgerci, si sono fatte le cinque e mezza.

<< Oh, il tempo vola, quando ci si diverte >> afferma lui, davanti al portone di casa.
<< Sono contenta che tu sia stato bene >> rispondo << ah, mica vuoi prendere qualcosa prima di andartene? Non ti ho nemmeno offerto niente... >>.
<< Aah, arrivi sempre in ritardo con la testa. Comunque no, non ho fame >>.
Cala il silenzio tra noi.
<< Ehm >> rompo prima io il ghiaccio << è stato fantastico oggi. Ci vediamo domani a scuola >>.
<< Senz'altro >> conferma felice.
Proprio quando sto per chiudere il portone, lui mi ferma.
<< Che succede? >> chiedo << hai dimenticato il telefono in camera mia? >>.
Lui scuote la testa.
<< Ci ho pensato >>.
Lo guardo interrogativa << Scusa, pensato a cosa? >>.
<< A quello che hai detto prima >>.
<< Cioè? >>.
<< Prima >> mi dice, appoggiandosi al portone << avevi detto che volevi vedere casa mia. Ci ho pensato, e la mia risposta è si >>.
Lo guardo sconvolta << Ma no! Non voglio disturbare! E poi prima stavo scherzando, non dicevo sul serio >>.
<< Sono io che dico sul serio >> e mi da un bacio sulla guancia << Ci vediamo venerdì a casa mia, bellissima >> e se ne va.



<< Allora? >> mi chiede Caroline col boccone in bocca.
<< Allora che cosa? Tutto qui, abbiamo parlato e basta >>.
<< Capisco. È un buon segno se lui ti ha invitata a casa sua >> afferma annuendo << vuol dire che vuole condividere parte della sua vita con te. Non è roba da poco >>.
<< Quindi >> chiedo titubante << ho fatto buona impressione? >>.
<< Buonissima >> risponde << tutti questi passi così difficili da ottenere stai riuscendo ad averli in tempo record. Quel ragazzo deve averti puntata da un pò >>.
<< Immaginavo, ma cosa trova di bello, in me? >>.
Caroline mi squadra da capo a piedi << Mah, me lo chiedo anch'io >>.
<< Spiritosa >> ridacchio << io dico perché non ha scelto tutte le altre ragazze che gli vanno dietro? >>.
<< Su questo, non so che dire >> mi dice pensierosa << O le ha avute tutte quante e adesso vuole cambiare, o boh >>.
<< Ma no! >> esclamo << io non lo vedo come un dongiovanni >>.
Caroline sogghigna << Allora è davvero cotto a puntino >>.


All'uscita della high school attendo l'arrivo di Erik. Diavolo, mi sento così agitata... spero che non si noti.
<< Eccoti >> mi raggiunse con un sorriso a trentadue denti.
Per tutto il tragitto mi tiene per mano. Sembriamo una vera e propria coppietta di adolescenti innamorati.
Nessuno di noi due ha intenzione di dire qualcosa: io sono tra i miei pensieri e lui... penso anche lui. Cammina guardando l'orizzonte con sguardo disinvolto.
Torno lucida non appena raggiungiamo una casa << Eccoci >> sorrise Erik, aprendo la porta d'ingresso e facendomi segno di entrare prima io.
Entro piuttosto imbarazzata.
<< Non è come casa tua >> afferma chiudendo la porta << però anche la mia ha un perché >>.
La sua è una casa semplice, moderna, con qualche quadro al muro.
È pulito e in ordine. Non me l'aspettavo da lui.
<< Dove posso mettere la giacca? >>.
<< C'è l'attaccapanni qui. Dammi, te lo metto io >> mi risponde gentilmente. Si, sono un ospite ben soddisfatta della casa e della sua galanteria, devo ammetterlo.
Sento delle urla provenire dal piano di sopra e mi spavento << Che succede? >>.
Lui ride << Bene, è ora di presentarti la mia famiglia >>.
Forse mi sono sbagliata a dire che sono soddisfatta.
Due, no, tre ragazzi scendono le scale come degli animali e corrono verso di me come dei tori inferociti.
Io indietreggio spaventata e d'istinto mi nascondo dietro Erik.
Dov'era finita tutta la calma di prima?
<< Ragazzi, avete spaventato la mia compagna di ballo >> ride Erik << siate più gentili con le signore, no? >>.
<< Chi sono? >> chiedo io.
<< I miei fratelli >> scrolla le spalle come se la sua affermazione fosse stata la più naturale al mondo.
I tre fratelli non sono proprio da buttare via: il primo è alto, coi capelli rossi ricci e gli occhi castani; quello al centro è un pò più basso ma con un fisico da far paura... con quei suoi occhi blu, poi, potrebbe fare tranquillamente il modello; l'ultimo, invece, è un pò più piccolo degli altri due. A prima vista, credo abbia almeno dieci anni.
<< Ehi >> esclama il tipo dai capelli rossi << non credevo avessi così tanto gusto nel scegliere le belle ragazze >>.
<< Wow, wow, wow >> ulula il secondo << complimenti, bros >>.
Arrossisco un pò.
<< È una mia amica >> risponde calmo Erik << e voi non avete diritto a impiccarvi nei miei affari >>.
<< Quindi lei... sarebbe un affare? >> chiede il ragazzo dagli occhi blu << ma lo sai che le ragazze non sono degli oggetti? >>.
<< Piantala, John >> parla il primo.
<< Uffa, Ryan, va bene che sei il più grande, però non devi farmi da mamma >> brontola l'altro irritato.
Oddio, ma in che posto sono finita?
<< Ma volete andarvene?? >> chiede nervoso Erik, guardandomi e sorridendomi << non vedete che la state mettendo in imbarazzo? >>.
Cosa? In imbarazzo? Adesso lo strangolato vivo!
Il tipo dagli occhi blu mi guarda sospetto << Perché >> e si avvicina alla mia faccia << ti senti in imbarazzo? >>
Oh mio Dio. Ma sono tutti dongiovanni qui dentro?
<< John >> gli fa una frecciatina il più grande << lasciamoli stare >>.
Dio, ti ringrazio.
Senza nemmeno aggorgemene, una mano mi prende il braccio e mi trascina via da lì. Guardo chi è il mio rapitore: Erik.
Entriamo in una stanza e chiude la porta.
<< Scusami >> mi sorride << ma i miei fratelli sono molto calorosi appena vedono una bella ragazza >>.
<< Più che calorosi >> affermo << sembrava mi volessero saltare addosso >>.
Lui mi fa segno di lasciar correre, ed io comincio a dare un'occhiata su dove mi trovo: la sua stanza.
Anche se più che stanza sembra una sala piena di trofei e attestati di partecipazione vinti a delle gare di sport, ma comunque non è male.
"Sempre meglio di poster con donne nude" penso tra me e me.
<< Ti piace? >> mi chiede, un pò agitato per la risposta.
<< È carina >> rispondo guardandomi intorno.
<< Dici sul serio? >> sorride, e non so come me lo ritrovo a pochi centimetri dalla mia faccia. Sento il mio cuore che sta battendo a mille, al contrario di lui che sembra tranquillo e distaccato, come se fosse più che normale a trovarsi così vicino a una persona.
Passano dei secondi che mi sembrano infiniti, e poi sono io ad allontanarmi:
<< Ehm... quando hai vinto quel trofeo? >> chiedo indicando una delle tante coppe lì davanti a lui.
Erik si riprende, mi indica il letto, ci sediamo e, orgoglioso a mille, comincia a raccontarmi tutta la storia dietro quel premio. Beh, almeno non sono più così imbarazzata.
Mi parla del giorno prima del torneo di tennis, che si sentiva così pieno di energie, che si era messo a correre per tutto il campo dopo il suo allenamento e di essersi slogato una caviglia dopo essere inciampato.
Il medico gli aveva consigliato di non giocare il giorno dopo ma lui si era presentato lì, con la racchetta e una determinazione incredibile. Ha giocato con un pò di difficoltà, ma nonostante tutto è arrivato primo.
Lo fisso pensierosa; lui continua a parlare come una macchinetta, e sinceramente mi piace quando si comporta così. Sarà anche molto frettoloso, sbandato, dipendente di sport, ma è un tipo ok.
Lui si accorge che lo sto guardando da un pò e mi lancia un sorriso sincero.
Si avvicina un pò:
<< Piaciuta la storia? O ti sei persa ad osservare il mio fisico perfetto? >>
<< Davvero modesto, comunque >> rido << complimenti, davvero, nonostante te ne siano capitate di tutti colori prima di una partita, te la sei sempre cavata... e anche al meglio! >> arrossisco << ti ammiro per questo >>.
Erik mi guarda perplesso << basta non arrendersi, tutto qui >> e si sporge verso di me, le nostre labbra si sfiorano << quando ci tengo a qualcosa, nonostante tutti gli ostacoli che mi da la vita, faccio di tutto pur di realizzare i miei obiettivi >>.
E mi bacia. Sulla fronte.
Lo sento ridere. Beh, e chi lo biasima? Sono immobile come una pera cotta con gli occhi ancora chiusi per quel tanto atteso bacio e le labbra chiuse in avanti.
Ok, sono una cretina, lo ammetto.
Apro gli occhi di scatto e divento pallida come un ciencio. Senz degnarlo di uno sguardo, apro la porta della sua stanza e corro via.
Giuro di non essermi mai sentita così imbarazzata in tutta la mia vita.
Esco fuori da casa sua per prendere una boccata d'aria e mi ritrovo una scena ancora più imbarazzante. Alla finestra del piano di sopra vedo il fratello di Erik con gli occhi blu (Tom, Rohn o come cappero si chiama) il quale stava tranquillamente a torso nudo, con gli occhi chiusi a cantare "Avee Mariiiaaa". Sul water. Lui, sentendosi osservato mi vede fuori di sotto e mi sorride << Come sono a cantare, tesoro? >>.
Tesoro?! Ma come si permette?
<< Saresti ancora più bravo >> gli urlo io << se solo mettessi la tenda in bagno >>.
Non faccio nemmeno in tempo a sentire la sua risposta che due braccia mi prendono da dietro e mi abbracciano.
Dopo nemmeno un secondo queste braccia mi voltano ed Erik mi bacia. Da quando è cominciato questo bacio, il mio cervello se n'è andato definitivamente in vacanza. E da qui, la mia vita è cambiata per sempre.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Duff Rose