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Autore: Exhausted_Panda    11/05/2015    1 recensioni
(SOSPESA E IN REVISIONE)Salve a tutti questa è le prima storia che pubblico. Spero vi piaccia. Non sono sicura di poter dare alla storia un grande spessore, ma tenterò di fare il possibile per rendere la lettura avvincente e scorrevole.
[Agli albori della storia quando sulla terra a dominare non era l’uomo, ma la natura selvaggia troviamo due entità misteriose dall’essenza divine il cui nomi, volti o età sono noti a pochi. Legati tra loro da uno sconto che dura da millenni, ma ormai è giunto il momento della svolta decisiva: chi dei due vincerà questa “battaglia”??].
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
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Arthur
Mentre sono perso nei miei pensieri Luna mi riscuote allora cerco di riprendere il discorso: -Perdonami. Stavo pensando ad una cosa, ma non parliamo di me, mi devi ancora raccontare cos’è successo non molto tempo fa nella stanza del camino. Gradirei che non evitassi all’infinito questa domanda. Ho il diritto di sapere-
Con lo sguardo da rassegnata e dopo un interminabile periodo di silenzio finalmente Luna comincia a raccontarmi il misterioso evento: -Sei stato posseduto. Non so come abbia fatto ma ti ha posseduto.
-Certamente. Che mi abbia posseduto è chiaro, ma… CHI ERA????.
Le rispondo in malo modo, ma tutto questo mistero mi sta dando alla testa. Finalmente si decide a rispondermi: -Era mio fratello o per lo meno quello che ne rimane. E’ una lunga storia collegata con il mio torbido passato che preferirei non raccontare. Ti basti sapere che mi è stato concesso di vivere fino ad adesso per eliminare Astaroth, sangue del mio sangue . Dopo tragici avvenimenti odio e dolore dentro di lui hanno preso consistenza fino a diventare un essere autonomo che si nutre dei sentimenti più oscuri delle persone. Si manifesta con il corpo di mio fratello anche se della sua coscienza sono quasi sicura non ci sia più traccia.
Mentre ascolto Luna raccontare di suo fratello mi accorgo che il suo viso si fa sempre più pallido e il respiro sempre più affannato. Nonostante le sia difficile parlare continua: -Poco fa, non so come, Astaroth mi ha parlato attraverso di te e credo abbia in  mente qualcosa di terribile.
Sono interessato a quello che mi sta raccontando, ma e difficile ignorare le sue condizioni. Ha il respiro davvero pesante. Sembra ormai stare per soffocare, mi guarda supplichevole: -Mi sento soffocare qui dentro. Ti prego portami fuori.
Vendendola in tale stato non posso non preoccuparmi. Le porgo una mano per aiutarla ad alzarsi, ma la rifiuta orgogliosa. Si regge a malapena in piedi, il  volto bianco come il latte e gli occhi arrossati. Si mette in piedi con uno notevole sforzo. Le faccio strada per i corridoi dirigendomi ai giardini interni del castello. Sono costretto ad andare piano perché cammina arrancando con una mano appoggiata alla parete per tenersi in piedi. Spesso si ferma per riprendere fiato, ma più che respirare sembra boccheggiare. Stufo di vederla sprecare così le sue forze la prendo di peso, tenta di fare resistenza ma poco dopo si accascia come un sacco vuoto tra le mie braccia. Sembra più morta che viva. Raggiungiamo finalmente il terrazzo che si trova ad un lato del castello ed è sospeso nel vuoto. Mi avvicino al parapetto e noto con piacere che tra le rocce sottostanti le stelle alpine di mia madre sono ancora vive. Il vento invernale sferza sul mio fiso diretto verso il vuoto. Il freddo pungente mi provoca i brividi. Luna si dimena leggermente così la faccio scendere. Si appoggia al parapetto. Le nuvole si diradano mostrando un meraviglioso cielo stellato e una luna più grande del solito e la sua luce rischiara la notte gelida. Il bagliore fa apparire la pelle della donna pallida quasi diafana che con mio immenso stupore inizia a brillare. Il freddo non sembra minimamente infastidirla. Rimane immobile e fissa il vuoto. Il vento le scompiglia i capelli e il vestito fluttua come una nuvola. Rimango ammaliato da tale visione celestiale. Sembra stare per perdere conoscenza e l’afferro per le spalle. La sua pelle scotta sotto le mie mani, sembra stia per andare a fuoco, ma ha ripreso colore. I capelli sembrano più luminosi, gli occhi sono tornati del loro colore naturale, sembra ringiovanita, sul viso ha un espressione leggermente imbronciata che le dona quel pizzico di fascino da farmi perdere la testa.
 
 
 
Luna
La luna. La mi amata luna. Meraviglioso pezzo di cielo che allevia le mie sofferenze. Rimanere senza di lei è come non mangiare o essere consumati dalla fatica. Per stare bene devo ricavare energia dalla sua luce ed è ormai da giorni che non lo faccio. Il mio limite di astinenza è in genere di quattro o cinque giorni ma la
ferita alla spalla rende la resistenza più bassa. Non sono mai stata moto tempo senza di essa, ma ricordo storie che narrano di eroi miei simili che rimanendo per due settimane senza la luce della luna sono caduti in un coma profondo e che dopo centinaia di anni continuano a dormire aspettando che la luce li raggiunga. Non ho mai creduto veramente a questa leggenda, ma la sensazione che sto provando di stanchezza e spossatezza rendono la leggenda più facile da accettare. Per fortuna non dovrò accertarmi se il mito è vero o no per il momenti dato che la luna mi grazia con la sua presenza. La pelle sfrigola piacevolmente e un esplosione di calore mi pervade il corpo. Il calore si concentra sulla spalla e il dolore prima lancinante si attenua fino a diventare un dolore più attenuato che sta di sfondo ai miei pensieri che irrompono nella mia testa. Il  passato che ho sempre cercato  di dimenticare si presenza con prepotenza e mi fa rivivere momenti di enarrabile dolore. Flash che mostrano il mio villaggio natale depredato dal un gruppo di pericolosi banditi assassini. Le umili capanne incendiate, mamme che cercano i loro bambini, uomini giovani o vecchio pronti a difendere fino alla morte le loro famigli. Rivedo mio padre lottare con uno sporco e feroce ladrone per liberare mi madre. Rivedo la spada che lo trafigge. Risento le grida di battaglia e le voci di coloro che muoiono sotto i ferri degli assalitori, ma soprattutto risento la voce di mi madre che mi ordina di scappare il più lontano possibile con il mio fratellino. Avevo 13 anni e mio fratello 11. Dopo la fortunata fuga trovammo riparo in città da un’amica di famiglia che ci accolse con amore nella sua casa. Non avevamo più posto dove tornare o una famiglia a cui appartenere. Del villaggio eravamo gli unici sopravvissuti. Fu dura ma superai il trauma. Non fu così però per mio fratello. Bramava vendetta mentre il suo cuore si oscurava dall’odio e dal dolore. Fu in quel periodo che da Astaroth il mio dolce e gentile fratellino è nata una bestia covatrice di odio e vendetta. Non sospettavo minimamente di una cosa del genere. Presi davvero coscienza del suo cambiamento lo stesso giorno in cui tentò di uccidermi e non riuscendoci scappò via. Da allora cerco e seguo ovunque le sue tracce. Per permettermi di terminare il mio compito le stelle mi permettono di vivere senza invecchiare e mi proteggono. Mi sono allenata giorno e notte per raggiungere un livello di abilita eccellente e spesso ho desiderato lasciar perdere, ma non mi è possibile; il mio destino e di uccidere mio fratello e con lui il male annidato in lui. Lasciare che i ricordi tornino a galla mi fanno sentire vuota, ma più leggera. Le mie membra chiedono di riposare e io non mi oppongo, spero solo di potermi risvegliare domattina.
Per mia fortuna la mattina del giorno seguente sono sveglia e carica al massimo. Quando mi sono addormentata molto probabilmente Arthur mi a riportata a letto, ma in una stanza diversa, più grande e con mio immenso piacere con una grande finestra che porta ad un balconcino. Il sole entra dai vetri inondando la stanza di luce. Era da tanto che non mi sentivo così bene. Per iniziare la giornata decido di cambiarmi indossando l’abito che trovo poggiato ai piedi del letto: un meraviglioso vestito di velluto turchese con la scollatura a cuore e dei lacci sulla schiena. Lo indosso e mentre mi cambio controllo la ferita che per fortuna si è quasi rimarginata del tutto. L’abito che indosso è della mia misura ed è un piacere indossarlo perché ha un così buon profumo…profumo di bosco, lo stesso profumo di Arthur. Cerco di allacciarmi il lacci del vestito dietro la schiena, ma sono in difficolta. Proprio in quel momento sento bussare alla porta: -Avanti- Rispondo senza riflettere. Entra Arthur. Gli do le spalle, ma riconosco il passo, non mi volto e continuo a trafficare con i lacci davanti al grande specchio che c’è nella stanza.
-Permetti?- Mi chiede una voce alle mie spalle. Delle mani grandi afferrano con delicatezza i lacci, li stringe leggermente e con abilità li annoda in un fiocco ordinato.
-Grazie-  Dico  leggermente imbarazzata per la mia goffaggine.
-Viene. Andiamo a fare colazione- Dice lui garbatamente. Oggi sono di buon umore e decido di seguirlo senza tante storie anche perché ho davvero fame. Ci dirigiamo nella sala da pranzo senza scambiare una parola. Cammino dietro di lui e lo osservo attentamente: dai capelli biondissimi tenuti abbastanza lunghi spuntano due orecchie leggermente a punta che tradiscono il sangue misto come anche dei canini troppo affilati. Indossa una camicia leggera bianca con sopra una casacca nera e rifiniture bianche che creano eleganti decorazioni che si abbinano alla perfezione con un pantalone semplice di pelle scura e stivali alti fino sopra il ginocchio. Io invece giro scalza, preferisco. Mentre sono persa nella contemplazione del corpo statuario della mia guida arriviamo nella sala da pranzo dove la colazione è già servita. Mi siedo affianco ad Arthur che mentre versa del the ad entrambi comincia: -Volevo discutere con te della questione di tuo fratello.
Fermo a mezzaria la fetta di pane con la marmellata che ero pronta ad addentare.
-Mi rendo conto che non è un argomento facile, ma sono sicuro che la questione di Astaroth è più complicata di quello che sembra- continua lui. Lo guardo consapevole del fatti che ha pienamente ragione: -Credo anche io che stia architettando qualcosa.
-Visto che siamo entrambi d’accordo su questo punto di vista vorrei proporti una collaborazione. Posiamo l’ascia di guerra e collaboriamo per risolvere questo enigma, è inutile combatterci senza motivo.
Rifletto sulla proposta ed esordisco dicendo: -In realtà io un motivo per attaccarti l’avevo, ma ho constatato che non può essere. Ogni volta che seguivo le tracce di mio fratello arrivavo a te. Ad un certo punto sono arrivata a pensare che avessi a che fare con mio fratello.
 Arthur mi guarda perplesso e risponde dicendo: -A dire la verità ero io che seguendo le tracce dei banditi miei obbiettivi mi imbattevo in te! Che scemo! Un altro trucco di tuo fratello per metterci uno contro l’altro, come ho fatto a non arrivarci prima!
Faccio spallucce e addento la fetta di pane ancora ferma a mezz’aria. Finito di masticare il appetitoso boccone : -Visto che la questione è risolta non trovo una cattiva idea collaborare.
Ci scambiamo un’energica stretta di mano per sugellare l’accordo con cui diventiamo ufficialmente compagni di battaglia e affidiamo la nostra vita all’altro. Finito di mangiare Arthur mi accompagna a fare il giro del palazzo e mi presenta per bene ad Herendal ed a Vistilia entrambi dei cordiali spiriti servitori. Imparo in fretta e a fine giornata sono in grado di muovermi autonomamente per tutto il castello senza perdermi. Ma la mia stanza preferita è un’immensa biblioteca con decine di scaffali ricolmi di libri. Arthur mi ha dato libero accesso ad essa e credo che sfrutterò al massimo tale tesoro. Adoro leggere!! La giornata passa in fretta e la sera decido di condividere tutte le informazioni che ho con il mio nuovo compagno e lui fa altrettanto con me. A sera tardi non siamo venuti a capo di niente. Prima di andare a riposare Arthur mi dice: -Se vuoi rimanere qui sappi che se la benvenuta, ma se desideri puoi andartene quando vuoi-.-Ti ringrazio e mi farebbe molto piacere rimanere qui. Non ho una vera e propria casa e trovo questo castello davvero magnifico- dico con entusiasmo. Lui mi risponde sorridendo: -Mi fa molto piacere la tua compagnia. E da ora in puoi la tua stanza sarà quella con il terrazzino se sei d’accordo.
-Penso sia perfetta grazie!- e con queste parole esco dallo studio dove ci eravamo sistemati e mi dirigo nella mia nuova stanza.
***********Angolo Autrice**********
 Grazie a tutti i lettori che per il primo capitolo sono già 180 SONO DAVVERO MOLTO CONTENTA. Spero che questo capitolo vi piaccia e vi prego di dirmi se trovate errori anche di battitura, non ho avuto occasione di rileggerlo e il mio fedele “correttore” non si è ancora messo all’opera. XD. Spero che comunque on troviate troppi errori e ci vediamo al prossimo capitolo che vorrei pubblicare il prima possibile.
EmmOz
   
 
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