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Autore: Imyoursmaljk    12/05/2015    3 recensioni
Paige Murphy, ragazza diciassettenne che dopo un lungo periodo torna in America con la madre.
Compiuti i diciotto anni, scopre di non essere una semplice ragazza ma ben di più.
Scopre un mondo invisibile ai comuni mortali, dove le bellezze della natura sono infinite,
così come i pericoli che si nascondono dietro ogni cespuglio.
Sarà in grado di gestire il compito che le è stata affidata da compiere?
Tradimenti e delusioni, amicizia e amore.
 
Cosa saresti disposta a rischiare, se la vita di tutti i tuoi cari fosse appesa ad un filo?
 
NB: il genere è fantasy con un pizzico di sovrannaturale.
I primi nove capitoli saranno più classici con qualche minimo particolare, dal decimo capitolo in poi inizierà la vera avventura. :)
Buona lettura!
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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XVII - Parte due

Like when you said you felt so happy you could die
Told myself that you were right for me
But felt so lonely in your company
But that was love and it’s an ache I still remember

 
L'ultima volta che ero entrata un quel capannone non avevo fatto altro che tempestarmi di domande, friggermi il cervello e farmi chissà quanti film mentali sul motivo per cui la barista non ci aveva ancora sbattuto fuori. Oggi, il locale era stracolmo di persone che oltre a essere sabato sera era anche la notte che ricadeva sulla vigilia di natale. Ci spintonammo tra la gente, Louis era davanti tutti noi e quando un uomo grande quanto un armadio guardò nella nostra direzione negandoci l'accesso al locale, Louis gli sussurrò qualcosa nell'orecchio e poi schioccò dietro le spalle le dita. L'uomo si fece di lato e Louis sorrise soddisfatto invitandoci di seguirlo. Sentii lamentele di ragazzi alle nostre spalle sul fatto che non avessimo rispettato la fila. Qualcuno mi tirò per i capelli trascinandomi via dal gruppo ma per quanto potessi urlare le mie urla erano sovrastate dall'alta musica. Il ragazzo che mi tirava per i capelli ricevette fischi d'apprezzamento e sembrava non intenzionato di mollarmi.
«Cazzone!» sentii quando caddi rovinosamente a terra finalmente con i capelli liberi. Dopo che Zayn spintonò via il ragazzo venne nella mia direzione, stringendomi per la giacca e trascinandomi con sé.
«Sei impossibile. Louis fa di tutto per farci entrare e tu ti allontani» si lamentò. Zayn stringeva con forza alla mia giacca per non perdermi in mezzo la folla, giungendo di nuovo all'entrata del locale.
«Ti sembro una che si sia allontanata di sua spontanea volontà? Quel tipo mi avrà staccato metà dei miei capelli dalla testa!» Si voltò nella mia direzione passandomi una mano sulla testa e facendomi chinare il capo.
«Sembra tutto apposto» constatò, «Adesso però muoviamoci prima che l'incantesimo di Louis svanisca.» Mr Armadio era ancora davanti la porta e stava acconsentendo il passaggio a chiunque gli si ritrovasse davanti, bastò passargli davanti ed entrammo senza alcuni problemi. Né io, né Zayn però avevamo ventuno anni - perlomeno non sulla carta d'identità, per quanto riguardava Zayn- e ciò che stava facendo la guardia era illegale. 
«Cosa gli ha fatto Louis? Se lo beccano potrebbe finire nei guai.» Zayn si fermò e cercò con gli occhi il nostro gruppo, non prestando assolutamente attenzione a quello che gli avevo chiesto.
«Zayn!» lo richiamai, praticamente urlando e in pochi frazioni di secondi mi guardò innervosito.
«Vedi, questo è il tuo problema: quando dovresti avere la bocca chiusa inizi a blaterare senza sosta e quando dovresti parlare stai muta e ti fai aggredire. Ti aiuto e non ricevo nemmeno un misero grazie, cosa ti dice la testa?» rispose, alludendo all'episodio di fuori con il ragazzo. 
«Non ho preteso che tu mi aiutassi, per quanto mi riguarda potevi benissimo far finta di niente ed entrare assieme agli altri. Scommetto che non ti sarebbe dispiaciuto se mi avessero pestato.» Zayn in passato aveva ripetuto più e più volte di non gradire la mia presenza e se oggi non fosse stato per l'insistenza degli altri avrebbe sicuramente preferito lasciarmi a casa e trascorrere una serena serata senza di me.
«Ti ringrazio davvero, in pratica mi stai descrivendo come una persona orribile. Lo apprezzo molto dopo essermi spaccato la mano per tirarti fuori dai guai.» Le sue sopracciglia erano congiunte e le sue labbra imbronciate, sembrava quasi arrabbiato... o infastidito?
«Scusami, non volevo che tu lo percepissi in quel senso. E' solo-, è solo che tu mi hai fatto capire più volte di non sopportami e quasi addirittura odiarmi.»
«Non ti odio, Paige. Sto solo... sto cercando di accettare te e tutta questa situazione del cazzo. E poi è normale che mi preoccupi per te, in fondo.» Non riuscii a proseguire con la conversazione perché Zayn scrutò i ragazzi seduti ad un tavolo, già stracolmo di bicchieri pieni fino all'orlo. 
«Finalmente! Ci avete messo una vita per trovarci!» brontolò Harry tracannando l'intero bicchiere. Tutti ridevano e scherzavano tra di loro. Niall era seduto tra Mackenzie e Freya, alla sinistra di Freya c'erano rispettivamente Harry, Louis, Liam, Zayn ed infine io. I ragazzi erano piuttosto impegnati a bere e facevano battutacce sulle cameriere del locale, Mackenzie si guardava annoiata attorno anche se muoveva il corpo a ritmo e Freya se ne stava seduta assumendo quasi un'espressione spaventata; un locale di questo genere era di qualcosa completamente nuovo e sconosciuto per lei, così come il bicchiere d'alcolici che le aveva porto Niall. Aveva fatta una faccia schifata per il retrogusto che lasciava la bevanda ma lo svuotò in pochi secondi, sotto insistenti indicazioni del biondo. 
«Coraggio,» disse Zayn spintonandomi scherzosamente e porgendomi un bicchiere, «per una sera dimentichiamoci di essere dei mezzosangue e divertiamoci come dei normali adolescenti.» Era così gentile stasera, il nostro rapporta sembrava resettato al periodo iniziale quando a lui faceva piacere la mia presenza e quasi mi obbligava a trascorrere le giornate con lui e i ragazzi. Accettai con piacere e bevvi tutto in un sorso. La serata proseguì così finché Louis uscì una sigaretta piuttosto strana, da cui tutti fecero un tiro. Io ovviamente rifiutai, primo perché non ero in grado di fumare e secondo perché la testa mi vorticava talmente tanto da non riuscire nemmeno a trattenere quel cilindro tra le dita. Il nostro angolo si riempì di fumo e dall'odore capii che non si trattava di una semplice sigaretta; fortunatamente eravamo in un tavolo più appartato rispetto agli altri e con fortuna non ci avrebbero sbattuto fuori. Il fumo passivo iniziò a circolare nei miei polmoni e i drink che avevo bevuto prima non mi rendevano abbastanza lucida. Lanciai uno sguardo su Harry che stava sussurrando qualcosa a Louis all'orecchio, spostò le labbra in movimento sulla guancia e raggiungendo quasi la bocca del castano. Solo dopo mi accorsi che Louis gli stava lisciando affettuosamente la coscia. Strabuzzai gli occhi stanca e confusa, sentii una vivace risata pronunciare il mio nome e tirarmi per un braccio. 
«Dai Paige, non stare così moscia sulla sedia e balla con me!» Niall mi attirò a sé stringendomi tra le sue braccia e iniziando a muoversi a ritmo della musica. Mi stringeva i fianchi ma non c'era alcuna malizia nei suoi gesti, inoltre eravamo ben vigilati dall'unica sobria tra noi, ovvero Mackenzie. Di lui mi potevo fidare e sapevo che mi voleva un gran bene proprio come io ne volevo a lui. Iniziò a rallentare i passi e buttò la testa indietro.
«Penso di essere troppo ubriaco per poter ballare ancora» scherzò, facendomi ridacchiare. «Probabilmente domani non ricorderò nemmeno questa serata.» Adagiò la fronte sulla mia spalla, come se volesse dormire e facendomi sentire tutto il suo peso addosso.
«Non sei una piuma, Niall.» Gli picchiettai più volte sulla spalle sperando che la finisse di starmi così di peso - ed era davvero pesante- ma di conseguenza Niall mi strinse più forte un fianco, intimidendomi di finirla.
«Non ce la faccio più a reggerti, forse è meglio se torniamo al tav-.» Niall mi interruppe prima che potessi completare la frase.
«Perché sei così bella, Paige?» Un piccolo urlio mi sfuggì dalle labbra quando Niall smise di sostenersi sulle gambe, trascinandomi con sé sul pavimento. Era steso per terra con gli occhi serrati ma rideva come un matto. La gente stava iniziando a guardare nella nostra direzione. Mi chinai su di lui e lo tirai per le spalle cercando di alzarlo, anche Freya era soccorso in mio aiuto per farlo alzare. Era immobile come un sasso steso per terra e la sua risata continuava a stressarmi i timpani.
«Paige, Paige...» miagolò Niall tirandomi per il braccio verso il basso. Guardai insicura Freya che in risposta alzò le spalle. Mi scostai le ciocche di capelli dietro l'orecchio, chinandomi alla sua altezza. 
«Non puoi continuare a stare per-» Non riuscii a terminare la frase perché in un secondo Niall mi prese il volto tra le mani e mi stampò un umido bacio sulle labbra, sotto gli occhi di Freya e gli altri ragazzi. Era come paralizzata da quel gesto inaspettato, Niall continuava a muovere le labbra sulle mie mentre io non riuscivo a corrispondere al bacio, e nemmeno avrei voluto riuscirci. Per la seconda volta in questa serata sentii qualcuno stringere in un pugno i miei capelli e allontanarmi dal corpo di Niall. Gli occhi mi pizzicavano per il dolore alla cute nonostante l'alcol che mi circolava nelle vene. La presa era ferrea e quando mi allentò i capelli mi arrivò uno schiaffo in pieno viso. Mi portai una mano sulla guancia colpita.
«Freya,» dissi incredula, «cosa stai facendo?» Non rispose e mi colpì l'altra guancia. Quando tentò colpirmi una terza volta le bloccai le mani, spingendola contro il muro; era velocissima e molto più forte di me e non sarei riuscita a trattenerla ancora per molto.
«Sei impazzita? Dovresti proteggermi e non aggredirmi!»
«Il mio compito è proteggere Niall; lui si stava uccidendo con le sue stesse mani e tu non facevi nulla per impedirlo!» Mi diede una testata facendomi barcollare, quando tirò fuori il pugnale tutta l'adrenalina era svanita. Se la gente si fosse accorta del pugnale di Freya sarebbe scoppiato il panico e avrebbero chiamato la polizia. Scappai verso l'uscita del retro, assicurandomi che i ragazzi mi vedessero. Fui investita dal contrasto di temperatura da dentro a fuori il locale e dall'aria fresca, facendo svolazzare i miei capelli davanti il viso.
«Freya, cerca di ragionare: io non potrei mai uccidere Niall, è uno dei pochi e cari amici che ho!» Sospirò furiosa e si scagliò nuovamente su di me e la scansai rotolandomi per terra, sfiorandomi malapena il braccio.
«Dicono sempre la stessa cosa, le ninfe, e poi finisco ogni volta per ucciderli.» Freya lanciò decisa il pugnale nella mia direzione ma quest'ultimo si bloccò in mezzo l'aria, proprio davanti la mia fronte. L'elfo sembrava come congelata nella sua posizione e non riusciva a muoversi.
«Cosa sta succedendo?» intervenne Mackenzie fortunatamente, seguita dai ragazzi. In quel momento non riuscii a dare alcuna spiegazione, sia perché non capivo l'aggressione da parte di Freya sia perché era ancora sotto shock per il pugnale che mi levitava davanti il viso.
«Lasciatemi, lasciatemi...» protestò l'elfo, «non capite che è tutta colpa sua?» Mackenzie le si parò davanti, fissandola dritta negli occhi trasparenti e facendola urlare dal dolore. Era una scena massacrante da assistere.
«So che il tuo compito è proteggere Niall, ma il mio è proteggere lei. Non costringermi di ucciderti, sai benissimo che sarei io quella a vincere tra noi due.» Le urla cessarono e il pugnale cadde a terra e Freya si accasciò per terra ancora agonizzante. Alzò il capo rivolgendomi un sguardo carico di odio e disprezzo. Zayn, Harry e Louis l'aiutarono e sollevarla da terra ma lei si rifiutò di essere ulteriormente toccata.
«Non mi meraviglio che i mezzosangue e la schiava ti odiano; rovini la vita a chiunque, pure a me che non c'entro nulla con tua madre.» Le parole che sputò mi ferirono e non poco: lei conosceva la situazione e le complicazioni che avevo provocato ai ragazzi, ma sapeva cose di cui io ancora non ero a conoscenza e che nessuno mi aveva ancora rivelato. Rientrò nel locale assieme ai ragazzi, Mackenzie stessa mi rivolse una sguardo quasi implorante prima di lasciarmi completamente sola nel retro. Calciai le bottiglie di vetro per terra permettendo alle lacrime di scorrermi giù per il viso. Senza fiato mi buttai per terra sostenendomi dalle spalle al muro; ero sola, stanca, ferita, adesso anche sporca e ancora sola. La porta del retro si spalancò rumorosamente non gli prestai alcuna intenzione, finché la persona si sedette al mio fianco. Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo dagli occhi verdi limpidi, dei capelli castano chiari mossi e un grande sorriso sulle labbra mentre cercava di offrirmi un sorso della sua birra. Era davvero bello ma non era assolutamente il momento giusto, probabilmente non lo sarebbe neanche stato in altre occasioni.
«Non parlo con i sconosciuti e tanto meno accetto da loro da bere. Lasciami in pace.» Il ragazzo rise di gusto e posò nuovamente gli occhi su di me.
«E' questo il ringraziamento che ricevo dopo averti restituito lo zaino?» si lamentò con tono scherzoso. Prestai più attenzione al ragazzo e riconoscendolo malapena; non aveva più sul naso gli spessi occhiali, il viso era pulito e privo di qualsiasi tipo di acne e i capelli erano vivi e lucenti, non più unti e sporchi. Si era completamente trasformato, lo guardai incredula.
«Sono Ashton e ora che ci conosciamo accetta pure un sorso» insisté nuovamente ma io rifiutai, non era un ragazzo di cui potevo fidarmi. «Voi ragazze siete incredibili: vi prendete per i capelli per un ragazzo e poi finite sempre per piangere» mi derise.
«Non era-, hai visto tutto?» Ashton mi cinse un braccio attorno le spalle, come se fossimo amici di vecchia data e mi ritrovai infastidita.
«Certo, tutto il locale l'avrà visto. Lascia che ti dica una cosa; se una ragazza reagisce in questo modo -indicò i miei vestiti e il livido sotto l'occhio- credimi, è cotta fino al midollo. Oppure è semplicemente matta da legare.» Non avevo preso in considerazione che Freya potesse provare qualcosa nei confronti di Niall, in fin dei conti per lei era soltanto un compito da portar a termine. Freya nascondeva sempre gli emozioni e i suoi stati d'animo, non potevo capire ciò che le succedeva: mi aveva semplicemente attaccata perché si sentiva minacciata da me e Niall. Magari percepiva il pericolo in modo diverso ma quando Niall mi aveva baciata l'aveva visto come una possibile perdita e inadempienza al suo compito. Ashton si alzò da terra e si ripulì i pantaloni.
«Beh, io penso che tornerò a casa. E' stato un piacere rivederti e questa volta non sparire di nuovo per mesi» si raccomandò con me. Perfino lui era venuto a sapere della nostra mancanza e probabilmente anche sull'incendio ma non potevo permettermi di fargli domande a riguardo o avrei creato sospetti.
«Ehm, certo» risposi solamente. Avanzò verso la porta ma prima di oltrepassarla si voltò di nuovo verso di me frugando dentro la tasca.
«Prima che li dimentichi,» uscì qualcosa di luccicante dalla tasca, «ormai sono l'addetto a consegnarti i tuoi beni andati persi quindi, eccoti la tua collana.» Mi tastai il collo constatando che la collana non era più legata al mio collo. Deve essere stata Freya a staccarmela quando mi attaccava. Ashton mi fece l'occhiolino prima di abbandonarmi a me stessa nel retro e prima che qualcuno di inconveniente si sarebbe avvicinato decisi di raggiungere gli altri ragazzi o, perlomeno, chiedere a qualcuno di sobrio di accompagnarmi a casa. Le persone erano sudaticce e mi spingevano da destra a sinistra e viceversa finché raggiunsi il nostro tavolo, ormai vuoto. Fui sul punto di urlare quando capii che nessuno di loro mi aveva aspettato e nemmeno avvertito che se ne fossero andati; in fondo non li potevo biasimare, loro erano amici da anni e io ero soltanto una ragazza straniera e un alto fattore di rischio per le loro vite. Nessuno di loro mi voleva attorno. Arrancai verso l'uscita, pronta per incamminarmi verso la casa di Louis e sperando che non mi avrebbero sbattuto la porta in faccia.
«Era ora che uscissi!» brontolò una voce femminile, «E' forse da un'ora che ti aspetto. Su, andiamocene.» Mackenzie si diede una leggera spinta contro il muro e si avvicinò con passi lenti. Le strade erano poche illuminate e qua e là incrociavamo qualche pozzanghera nelle carreggiate.
«Perché sei rimasta? Pensavo te ne fossi andata con gli altri..» 
«Non potevo lasciarti sola: devo sempre avere un'occhio su di te, è il mio compito.» Mackenzie ripeté per l'ennesima volta che starmi alle calcagna e provvedere per la mia salute fosse il suo compito ma io non mi capacitavo perché lo facesse. Certo, era stata venduta a mia madre anni fa ma non sapevo altro, né su di lei e né su mia madre. Cessai i passi e pestai un piede per terra.
«Non ce la faccio più!» urlai a pieni polmoni, «Tutto questo è uno totale schifo: tu mi odi per qualcosa che mia madre ha fatto ed io non so, i ragazzi o come li chiameresti tu 'mezzosangue' mi detestano e stasera Freya mi stava per uccidere!» sospirai a lungo e con la manica ripulii le lacrime calde che scivolavano lungo le mie guance. «Ho bisogno di sapere, Mackenzie, non posso continuare a starne allo scuro se c'è in repentaglio la mia vita e degli altri. Inizio ad avere perfino paura da me stessa...» Sentivo di essere arrivata al limite, e sentivo qualcosa dentro il petto che pian piano si stava dissolvendo e veniva rimpiazzato d'altro. Era sollevata di aver buttato tutto fuori, ora spettava lei aiutarmi. Lei mi guardava senza proferire parole, poi fece una cosa che ormai non mi sarei mai aspettata. Mi abbraccio e mi strinse tra le sue braccia.
«Non posso raccontarti tutto qua. Anche gli alberi hanno orecchie e potrebbero riferire senza volerlo. Andiamo da un'altra parte.» Annuii prontamente e la seguii in silenzio fino a raggiungere quella che era la nostra vecchia casa, o almeno i loro resti. Ci sedemmo per terra sull'erba carbonizzata e aspettai che Mackenzie iniziasse a parlare.
«Io non sono tua cugina e non abbiamo alcun tipo di parentela» iniziò, «Mia madre mi vendette a Callisto per salvare mio padre dalla peste perché altrimenti non sarebbe sopravvissuto e lei non sapeva come crescere una bambina da sola, d'altronde lei era nubile e in quei secoli le donne che avevano bambini senza essere sposate venivano considerate prostitute. Nel paese medievale londinese si diceva che chi fosse abbastanza coraggioso di avventurarsi nel cuore del bosco avrebbe incontrato una donna bellissima, in grado di curare e far resuscitare i morti cioè tua madre. Mamma riuscì a trovarla, strinse il patto e guarì lei mio padre però qualcosa andò storto e lui morì lo stesso giorno. Io crebbi senza padre e fui costretta e seguire mia madre assieme a Callisto per tutti i secoli ed infine assegnata alla tua protezione. Non fraintendermi, tua madre non mi ha mai maltrattata o qualcosa del genere però non sopporto il fatto che mia madre debba mantenere il patto quando lei ha fatto morire mio padre. Tanto meno accetto il fatto che non abbia sciolto il patto dopo quello che era successo...» Mackenzie si sdraiò noncurante di sporcarsi di ceneri e incrociò le braccia dietro la testa. 
«Cosa successe, Mackenzie? E cosa centra tutto questo con i ragazzi?»
«Torniamo un po' alle origini per farti un quadro chiaro: circa settecento anni fa il mondo era cosparso di ninfe di tutti i tipi, che fossero d'acqua, bosco, palude o laghi. Il loro compito era quello di proteggere, custodire e rigenerare la natura, evitando qualsiasi contatto gli umani. Devi sapere che le ninfe erano creature davvero belle, molto spesso capitava che un uomo mettesse i suoi occhi su di loro e finivano per innamorarsene. Le ninfe sapevano però che il prezzo da pagare era l'abbandono da custode e la condivisione parziale della loro immortalità con il compagno. Ben presto la maggior parte di loro si accoppiarono diventando delle comune mortali, ed è quello che successe alle madri di Zayn, Harry e gli altri. Tua madre era anche una ninfa ma da come avrai capito non era una qualunque; lei era la ninfa della fonte di vita. Diciamo che era il punto d'equilibrio della natura, inoltre era proprio lei che custodiva il Graal * -di cui ora disponiamo soltanto un frammento. Lei era una ninfa da lago e aveva un compito ben preciso; custodire. Ma poi commise pure lei l'errore fatale e si innamorò. L'oggetto che le era stata affidata però non era un oggetto qualunque, era il calice dell'immortalità e solo lei poteva donarla.» Avevo già sentito parlare di questo oggetto ma pensavo che si trattasse solo di una leggenda. Il santo Graal era il calice che usò Gesù all'ultima cena e chiunque vi bevesse acquistava immortalità. A quanto pareva esisteva la condizione che solamente mia madre poteva donarla tramite il calice. Mackenzie continuò.  
«L'uomo la sedusse e si fece donare l'immortalità promettendole amore eterno e alla fine la derubò. Urien bandì per sempre Callisto dal regno per la sua frivolezza e la dissolse del suo incarico; ormai il Graal era stato rubato e lui non si fidava più di lei. Infine Urien maledì tutti i figli maschi, consentendogli di usare i loro poteri solo in cambio d'energia vitale e costrinse le figlie delle ninfe a vivere nel regno delle loro madri per produrre meriglia*, il nucleo che dona vitalità alla natura.»
«Perché usano le figlie delle altre ninfe e non me?» Non capivo perché lei non aveva provveduto, era pur sempre mia madre e le volevo bene ma in quel caso era stata lei l'incosciente e lei meritava di essere punita.
«Non ho idea perché non abbiano mai preso in considerazione te o una possibile prigionia per tua madre, so solo che loro figlie pur essendo delle mezzosangue sono ancora creature pure, a differenza delle loro madri. Inoltre non invecchiano ma restano per lungo tempo giovani e potenti. Almeno abbastanza a lungo per aiutare a mantenere viva la natura.» 
«Quanto tempo restano lì?» Sarebbero tornate dopo un certo periodo di servizio, giusto? 
«Non lo so, nessuna è più tornata. Dedicano la loro intera vita a produrre meriglia.» Le ragazze venivano separate per sempre dalle loro famiglie ed la colpa era solamente di mia madre. Migliaia di innocente ragazze dedicavano la loro intera vita a sostituire un lavoro che spetterebbe a qualcun'altra. Riflettei su tutto il discorso e qualcosa non tornava.
«Aspetta un secondo. La peste di cui stavi parlando si diffuse... nella seconda metà del diciassettesimo secolo. Quindi hai-»
«Ho oltre trecentocinquanta anni, io e mia madre siamo immortali ma soltanto parzialmente riguardo l'invecchiamento; se mi scagliassero contro una freccia morirei come qualsiasi altro umano» spiegò con accenno di sorriso,  «Tu comunque non sei da meno, hai circa... duecentonovanta anni.» Io, duecentonovanta anni? Avevo compiuto diciotto anni da qualche mese e non mostravo nessun tipo di vecchiaia. 
«Non può essere vero. Ho compiuto diciotto anni da poco.»
«Dimentichi che tua madre era una ninfa particolare. E' rimasta ingravida per oltre due secoli finché decise che fosse il momento giusto per metterti al mondo, esattamente quando riuscì a recuperare il frammento del Graal e prese in considerazione un possibile ritorno nel Regno delle ninfe. Suona strano ma è così. Sei nata da diciotto anni ma esisti da molto più tempo» concluse, «Penso che questo posso bastare per oggi, ci sono molte altre cose che ancora non sai ma da ora in poi te le dirò con il tempo. E' giusto che tu sappia ogni cosa.» Si alzò da terra e mi tirò per le mani sollevandomi, incitandomi a camminare. In fondo le fui grata di aver terminato le sue spiegazioni lì perché ero abbastanza sconvolta: mia madre all'epoca aveva delle immense responsabilità e si era fatta ingannare da un uomo qualunque. Adesso per un suo errore le figlie delle altre ninfe dovevano pagarne le conseguenze e dunque... anche le sorelle di Zayn. Le sorelle di Louis. Lui e gli altri ragazzi erano costretti a vivere una vita breve e probabilmente anche da soli. Mi sentivo come se tutto quanto adesso gravasse sulle mie spalle e sentivo un grande desiderio di fare qualcosa per cambiarlo ma ero impotente, non potevo cambiare le regole della natura. Da lontano vidi la casa di Louis e tutte le luci erano spente, segno che tutti stavano già dormendo. Prima di entrare in casa Mackenzie mi prese a parte e mi sussurrò a voce bassa: «Ah, giusto che tu lo sappia: se le ninfe baciano un umano, e in questo caso Niall n'è la metà, gli risucchiano l'energia vitale. Sarà stato questo il motivo per cui hai mandato in bestia Freya.» Perfetto, in effetti mi mancava quest ultimo carico di sensi di colpa per farmi sentire meglio. Sia io che lei filammo dritto a letto ma non riuscivo a prendere sonno e mi muovevo irrequieta tra le lenzuola finché decisi di alzarmi. Mackenzie alla mia sinistra già russava profondamente e riuscii a sgattaiolare dalla stanza senza problemi e percorsi in assoluto silenzio il corridoio. Aprii la porta senza fare alcun rumore e gattonai fino al letto, intrufolandomi sotto le coperte già calde. Zayn si voltò verso il mio lato e mi fissò, senza proferire parola. Era buio e le traccie d'alcol mi stavano dando le possibilità di parlargli in queste particolari condizioni. Fu in un attimo, tra uno sguardo all'altro che sentii il bisogno di stringergli la mano per fargli sentire che sarebbe stato più solo. Mai più, se me lo avesse concesso.
«Te lo prometto, Zayn, farò di tutto per ridarti le tue sorelle.»
 



Eccomi puntaulissima! Beh che dire, vuoi avete il vostro dovere e io ho ricambiato. In this chapter:
1. Diciamo innanzitutto che le risse non mancano. Abbiamo finalmente un po' di momenti Zaige anche se non so bene di esserci riuscita per come volevo, spero solo che vi siano piaciuti. 
2. Il nostro Niall l'ha combinata grossa. Ve lo aspettavate una cosa del genere? L'irlandese si è preso una cotta per Paige e nel classico momento di una sbronza la bacia, proprio davanti a Freya. Ah, volevo parlarvi appunto di lei: Come sapete Freya è un'elfo Élite del Regno delle ninfe, è cresciuta combattendo e in modo piuttosto rigido, quindi per lei non c'è mai stato spazio per gentilezza, carezze e sentimenti. Adesso ovviamente le poche attenzioni che le dedica Niall, la loro vicinanza quasi obbligata e il suo senso di dovere nel proteggerlo hanno finito per farle provare qualcosa di nuovo (che lei ovviamente non comprende e giudica soltanto come un 'compito'). Non odiatela, poverina non capisce, ahahah
3. Vi ricordate che vi avevo detto che quel strano ragazzo sarebbe tornato in gioco? Eccolo qua e non scomparirà ben presto ma sarà un nuovo personaggio nella storia quindi occhi ben aperti su quello che fa!
4. Mackenzie spiega ogni dettaglio a Paige, finalmente. Spero di essere riuscita a spiegare tutto in modo abbastanza plausibile, poi se qualcosa non vi dovrebbe essere chiaro potete ovviamente chiedermi ulteriori spiegazioni nei messaggi privati. Non fatevi problemi, rispondo con piacere :)
5. Il finale mi è piaciuto molto ma non starò lì a spiegarlo, prendetelo come volete ahahah...


Bene, se ho tralasciato qualcosa e non vi è chiaro fatemi sapere. Mi scuso in anticipo se dovreste incontrare qualche errore, ecc, ecc. Ioltre volevo ringraziare le mie fedelissime lettrici e chi segue questa storia; aumentate sempre di più e per me è un piacere immenso scriverle per voi. 

Kisses,
Imyoursmaljk.

Ps: una piccola gif di Freya, giusto per farvela un po' immaginare ;)






*Graal: 
il sacro Graal è la coppa con la quale Gesù celebrò l'Ultima Cena e nella quale Giuseppe d'Arimatea raccolse il sangue di Cristo dopo la sua crocifissione. Proprio per aver raccolto il sangue di Gesù, tale oggetto sarebbe dotato di misteriosi poteri mistico-magici.

*Meriglia: non so se avete mai visto 'Barbie e l'avventura nell'oceano' ma ho preso spunto da lì.




 
  
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