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Autore: ClairllMayne    13/05/2015    2 recensioni
Un cerchio imperfetto, incompleto.
L'uno vicino all'altro, Come se il contatto fisico potesse rafforzare quel legame già indissolubile.
Rimangono così distesi a lungo sul freddo pavimento di una stanza d'ospedale, in silenzio.
Solo i loro respiri, quasi in sincrono, riempiono quel silenzio assordante.
Genere: Erotico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era rientrato a Londra da soltanto due giorni e già si sentiva mancare l'aria.
L'interrogatorio con il comandante Taylor l'aveva sfinito ed il mal di testa era tornato a tormentarlo da quella mattina.
Grazie alla testimonianza di Louis, era stato scagionato da tutte le accuse, con il divieto di lasciare il paese finché non avessero concluso l'intera faccenda.
Aveva deciso che se ne sarebbe stato lì a poltrire tutto il giorno, disteso sul divano, al buio.
Niall la sera prima era passato a trovarlo per dargli la notizia del suo futuro matrimonio, e Zayn ancora non poteva crederci.
Nialler si sarebbe sposato alla fine del mese, mentre lui non sapeva neanche cosa avrebbe mangiato per cena; Probabilemte niente, pensa, distendendo le gambe per granchirsi un po'.
 
Non aveva avuto il coraggio di dire a Niall la verità sul suo incidente, era un periodo felice per lui, e non voleva turbarlo con i suoi problemi.
 
 
 
 
 
 
 
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Louis ed Harry si erano da poco svegliati, ancora stretti nello stesso abbraccio in cui si erano addormentati solo poche ore prima, al sorgere del sole.
 
Louis aveva raccontato ad Harry la verità sull'incidente di Zayn, perché tra loro non ci sarebbero stati segreti, mai più.
 
 
 
"Quindi vuoi dirmi che l'hai visto correre verso il treno e sei riuscito ad afferarlo prima che saltasse?"
 
"Si, come ti ho già detto mille volte" 
 
"Cazzo"
 
"Cazzo, si. Non voglio immaginare cosa sarebbe successo se non ci fossi stato io... non riesco neanche a pensarci"
 
"Non devi farlo. Tu c'eri, e gli hai salvato la vita, se un eroe Loueh"
 
"Sono solo capitato nel posto giusto al momento giusto"
 
"Io non credo, penso invece che tu sia speciale, sei un angelo, il mio angelo" dice, passando una mano tra i suoi capelli lisci.
 
"Dovremmo dirlo a Liam" afferma Louis, stringendosi un po' di più in quell'abbraccio.
 
"Non pensi che debba essere Zayn a farlo se vorrà?"
 
"Non glielo dirà mai"
 
"Allora forse dovremmo mantenere il segreto"
 
"Se avessi tentato il suicidio e Zayn lo sapesse non vorresti che te lo dicesse?"
 
"Si, certo che vorrei saperlo, perché saprei starti vicino, ed amarti con tutto me stesso. Ma Liam sarà in grado di fare lo stesso?"
 
"Non lo so, ho smesso di cercare di capirlo, ma una cosa la so, Zayn ama Liam, ed in questo momento ha bisogno di avere accanto la persona che ama, dobbiamo almeno provarci"
 
"Te l'ho detto che sei speciale" sussura Harry tra i suoi capelli, lasciandogli poi un delicato bacio sulla spalla nuda prima di alzarsi dal letto.
 
"Dove vai?"
 
"A chiamare Liam".
 
 
 
Un'ora più tardi e parecchie chiamate senza risposta dopo, Harry getta il telefono sul divano rasseganto.
 
"Basta,mi arrendo"
 
"Ancora niente?"
 
"No, non risponde"
 
"Come al solito, chissà dove ha disperso il telefono questa volt-"
 
Louis viene interrotto dallo squillo del citofono.
 
"Chi è?"
 
"Babbo natale"
 
"Sali idiota".
 
Niall varca la soglia con un gran sorriso stampato sulle labbra.
 
"Ciao famiglia felice!"
 
"Ciao biondo" lo saluta Harry coprendosi con il lenzuolo, ancora nudo.
 
"Oh, ho interrotto qualcosa?"
 
"Si" e "No" rispondono in coro, entrambi con il sorriso sbilenco stampato sulla faccia.
 
"Non hai interrotto niente Ni" lo rassicura Louis divertito dalla sua espressione confusa.
 
"Bene, non ho molto tempo, devo passare a prende Giuls a lavoro, quindi farò in fretta" dice, prendendo una scatolina di velluto dalla tasca ed inginocchiandosi di fronte a Louis, sotto lo sguardo divertito di Harry.
 
"Niall che cazzo fai?"
 
"Louis William Tomlison" recita Niall con aria solenne, "Vuoi tu, in quanto mio testimone, conservare le fedi nunziali fino al giorno del mio matrimonio?" 
 
"Matrimonio? O mio dio Niall certo!" squittisce, per poi farsi serio e recitare la sua parte prendendo la scatoletta che Niall gli porge e recitando
 
"Lo voglio".
 
"Ok adesso sono geloso" interviene Harry, alzandosi per andare a stappare una bottiglia di spumante, mentre Niall e Louis saltellano tra abbracci e gridolini.
 
"Sono geloso ho detto" ripete Harry alzando un po' il tono per sovrastarli.
 
"Abbiamo capito Daddy"
 
"Daddy?" chiede Niall senza capire il senso di quell'affermazione che fa tanto ridere Harry. 
 
"Tu sei il mio Daddy William" dice, mordendosi un labbro con fare provocante.
 
"Ok non voglio saperlo" commenta Niall sollevando il suo calice e facendolo tintinnare contro quello dei suoi amici.
 
"A Niall e Giuls".
 
 
 
 
 
 
 
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Zayn dorme sul divano da almeno due ore quando qualcuno bussa forte alla sua porta.
 
"Entra mamma è aperto" farfuglia, tirando più su la coperta fino a scomparirci dentro, sua madre avrebbe di certo acceso la luce, e lui voleva restare al buio, ancora intontito dal sonnifero, troppo stanco per sostenere una qualsiasi conversazione, e quasi subito crolla di nuovo in un sonno artificiale. 
 
Quando riapre gli occhi un vassoio è sistemato sul tavolo di fronte al divano, diffondendo un profumo squisito in tutto il salotto.
 
La piccola luce sopra i fornelli nella cucina è accesa ed il suo borsone da viaggio abbandonato davanti alla porta d'ingresso è sparito. 
 
Si strofina forte gli occhi, abituandosi alla luce tenue che illumina la cucina e parte del solotto, il mal di testa sembra essere finalmente scomparso e a giudicare dal brontolio del suo stomaco deve anche avere una gran fame.
 
Sul vassoio è sistemato un piatto stracolmo di pasta al pesto, uno dei suoi piatti italiani preferiti, uno di quei piatti che sua madre non gli aveva mai preparato prima d'ora.
 
Si solleva e seduto a gambe incrociate sul divano mangia lentamente tutto, senza lasciarne neanche un boccone, è davvero squisita, pensa, mentre porta il piatto in cucina lasciandolo nel lavello, dove sarebbe rimasto almeno fino al giorno seguente.
 
Con lo stomaco pieno, anche la vista, che fino a poco fa era annebbiata, sembra essere migliorata.
 
Si granchisce gambe e braccia mentre cammina verso la camera, dove tutto il contenuto del suo borsone è perfettamente piegato e stirato, pronto per essere riposto nell'armadio.
 
Zayn non può non pensare quanto sua madre sia speciale, sentendosi in colpa per non esser riuscito neanche a  parlarle, troppo intontito dai farmaci. 
 
Compone il numero per chiamarla e dopo un solo squillo la sua voce gli scalda il cuore.
 
"Ciao tesoro, ti sei svegliato?"
 
"Si mamma, grazie mille, non so come farei senza di te"
 
"Tesoro mi dispiace non arrabbiarti"
 
"Arrabbiarmi?"
 
"Quel grazie sa tanto di presa in giro, ho provato a chiamarti ma non avevo segnale, il treno ha avuto un guasto e siamo rimasti bloccati per ore in una galleria, adesso siamo ripartiti, sarò da te in un paio d'ore".
 
 
 
 
 
"Zayn?"
 
"Si mamma, ci sono. Ti aspetto a casa, a dopo."
 
Il bisogno di nicotina pulsa all'altezza del suo stomaco, con gesti meccanici porta le mani alle tasche, cercando il pacchetto di sigarette.
 
"Merda" impreca, quando realizza di averle dimenticate nell'auto di Harry il giorno prima.
 
Tiene sempre un pacchetto di scorta nella stanza dei graffiti, nell'unico mobiletto nero sistemato nel centro della stanza per lasciare libere le pareti dipinte.
 
Scende le scale lentamente, cercando di realizzare quello che sua madre gli ha appena detto.
 
Il pacchetto di Malboro e l'accendino sono al loro solito posto, e seduto sul mobiletto al centro della stanza, con i gomiti piantati sulle ginocchia, aspira una profonda boccata di fumo, lasciando lo sguardo vagare sui disegni.
 
Sua madre non era mai arrivata a casa, eppure Zayn aveva sentito bussare alla porta, nonostante fosse costretto in un sonno artificiale, aveva sentito dei passi dirigersi verso il divano, ed un paio di mani delicate rimboccargli la coperta.
 
Qualcuno aveva lavato, asciugato e stirato tutte le sue cose, questo doveva aver richiesto almeno due ore ti tempo, possibile che non si fosse accorto di niente? 
 
E poi la pasta al pesto. 
 
Zayn ricorda bene quando è stata la prima volta che l'ha mangiata; era in tour con i ragazzi, durante una delle tappe italiane, avevano pranzato in un ristorante casereccio, di quelli alla mano dove  tutti sorridono. 
 
Louis lo aveva preso in giro per quella scelta, ordinando invece degli spaghetti allo scoglio per lui ed Harry, che a detta sua erano molto più 'da ristorante', mentre Liam e Niall avevano optato per una tagliata di proporzioni stratosferiche, scommettendo su chi sarebbe riuscito a finirla tutta, patatine comprese, e stranamente vinse Liam, ma solo grazie ad Harry che senza farsi vedere da Louis mangiava le patatine dal suo piatto.
 
Di certo quella non era un comportamento 'da ristorante'.
 
 
 
"Harry vuoi smetterla?" lo rimbecca Louis dandogli un colpetto sulla mano unta dove stringe l'ennesima patatina.
 
"Ma lo sto facendo per aiutare Liam" si giustifica con la bocca piena.
 
"Harry per l'amor di dio sembri un bambino di cinque anni" lo rimprovera ancora, ma i suoi occhi rimangono amorevoli.
 
"Ok la smetto, ma se Liam perde la scommessa la colpa sarà tua" dice, incrociando le braccia al petto.
 
"Bravo, ci dividiamo un dolce?" 
 
"No"
 
"Harry"
 
"Va bene, al cioccolato però"
 
Louis scoppia a ridere scostandogli un ciuffo ribelle dal volto imbronciato.
 
 
 
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Zayn accende la seconda sigaretta con il mozzicone di quella prima, la mente di nuovo in quel ristorante lontano, quando tutto era perfetto.
 
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"Posso assaggiare la tua pasta?" chiede Liam, lo stomaco gli scoppia ma quel profumo è davvero troppo invitante.
 
Zayn cattura qualche trofia con la forchetta e l'avvicina al volto di Liam imboccandolo.
 
"Sono davvero ottime! Dovremmo chiedere la ricetta"
 
"E riuscirai a farle buone come queste?"
 
"Io no, ma ricordati che abbiamo uno chef nella band" dice, indicando Harry, alle prese con un tortino al cioccolato, con un cenno del capo.
 
 
 
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Zayn si strofina forte gli occhi prima di distendersi sul pavimento freddo, osservando la parete alla sua sinistra da una altra prospettiva.
 
La rosa che aveva disegnato per Liam spicca sugli altri disegni, il gambo lungo e pieno di spine si confonde con l'immagine di un sole nero. 
 
Una scritta tra i due disegni attira la sua attenzione, troppo piccola per poterla leggere da quella distanza; un istante dopo sta osservando le lettere d'inchiostro nero comporrere la frase che legge in un sussurro, sfiorandola con il dito.
 
 
 
I figured it out. 
 
 
 
 
 
 
 
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Liam indossa la sua maglietta portafortuna, quella bianca con il simbolo della pace.
 
La sua mano è stretta in quella di Giuls, in piedi al suo fianco.
 
Sono appena stati a cena dai genitori di Liam, cena che rimandavano ormai da troppo tempo.
 
Suo padre non aveva reagito troppo bene alla notizia che il suo unico figlio maschio non avrebbe portato avanti la dinastia della famiglia Payne.
 
Il bicchiere di vino rosso si era distrutto in mille pezzi quando con tutta la sua forza l'aveva sbattuto sul tavolino, macchiando di porpora la tovaglia elegante, sotto lo sguardo terrorizzato del resto della famiglia.
 
La mano di Giuls si era stretta di più sulla coscia di Liam quando il silenzio era calato nella stanza, prima di essere squarciato ancora una volta dalle grida di suo padre.
 
 
 
 
 
"Non ti manca niente! Sei giovane, in salute, ricco e famoso, puoi avere tutte le donne che vuoi! Che cosa c'è di sbagliato in te? Ti abbiamo dato una buona educazione e adesso vieni a dirmi che sei diventato frocio?" sbraita, il volto smostrato dalla rabbia e dal vino.
 
 
 
"Papà per favore no-" 
 
"Tu sta zitta Ruth! Non hai capito quello che ha appena detto tuo fratello? Un mezzo uomo, ecco cosa sei!"
 
 
 
Liam in quel momento crede di svenire.
 
La testa e lo stomaco gli fanno male, come trafitto da mille aghi contemporaneamente.
 
Cerca conforto negli occhi di sua madre, che abbassa lo sguardo quando quelli nocciola si posano nei suoi. 
 
Ancora una volta cala il silenzio prima che suo padre riprenda a sbraitare contro Liam e "la sua banda di amichetti froci".
 
Ed è in quel momento che Giuls, incapace di sopportare oltre si alza in piedi trascinando Liam con se, fino alla porta d'ingresso, dove prende entrambi i loro giacchetti all'attaccapanni, senza lasciare la sua mano.
 
 
 
 
 
"Ti va di fare un giro in macchina?"
 
Liam fa cenno di sì con li capo, incapace di pronunciare anche la più semplice delle parole.
 
Si lascia guidare da Giuls che in silenzio si dirige verso la sua macchina, aprendogli la portiera e richiudendola piano, dopo avergli agganciano la cintura, come si fa con i bambini.
 
"Mi dispiace tanto" dice, dopo aver preso posto al volante, le grida di suo padre che rimbombano nelle orecchie.
 
Quando Liam rimane in silenzio, accende l'auto e si immette nel traffico, senza una meta precisa, pronta a girovagare anche tutta la notte, pur di non lasciarlo solo. 
 
"Sapevo che sarebbe stato difficile, ma ha veramente esagerato. So che per te l'opinione di tuo padre è importante ma non deve esserlo, non questa volta.
 
Io gli voglio bene, potrebbe essere mio zio e gli devo tantissimo, ma questo non significa che possa permettersi di trattarti così.
 
Non glie lo permetterò, e le tue sorelle sono d'accordo con me, ne sono certa.
 
Vedrai che riusciranno a farlo ragionare.
 
Sei suo figlio, dovrà accettarlo, dovrà farsene una ragione.
 
Questo non è il capriccio di un bambino, si tratta dei tuoi sentimenti, della tua essenza. 
 
Tu sei speciale, e sei libero di amare chi vuoi, non importa che aspetto abbia, non importa che sia uomo o donna, l'unica cosa che conta è che tu sia felice".
 
Giuls continua a parlare per un tempo che pare infinito, girovagando per le strade di Londra, finché gli occhi non le bruciano e la stanchezza comincia a farsi sentire.
 
Liam, chiuso nel suo silenzio, continua a guadare fuori dal finestrino, il cuore distrutto dalla stesso uomo che gli ha donato la vita, quell'uomo che avrebbe dovuto proteggerlo sempre, e che invece l'aveva abbandonato, incapace di vedere oltre l'apparenza, incapace di rendersi conto che non si sceglie chi amare, succede e basta, non ci è concesso scegliere.
 
 
 
Giuls poco dopo parcheggia sotto casa di Liam, ed invia un messaggio Niall, avvisandolo che non sarebbe rientrata per rimanere con lui, troppo sconvolto per lasciarlo da solo. 
 
 
 
"Vai a casa, non preoccuparti"
 
"Allora ce l'hai ancora la voce"
 
"Davvero Giuls, va da Niall"
 
"Non se ne parla neanche, non ti lascio da solo"
 
"Sto bene"
 
"Lo so"
 
"Allora perché non te ne vai?"
 
"Perché hai bisogno di me"
 
"Non ho bisogno di te"
 
"Va bene" dice, prendendogli le chiavi di mano per aprire la porta.
 
 
 
Liam si getta completamente vestito sul letto, le parole di suo padre non vogliono lasciarlo in pace, impresse nella sua mente, indelebili.
 
Giuls quasi scompare dentro una delle sue felpe preferite di Liam, che ha preso dal suo armadio.
 
Si rannicchia al suo fianco, poggiando la testa sul suo petto, quando lui avvolge il suo braccio dietro le sue spalle, accarezzandole i capelli.
 
Giuls intrufola la mano piccola in quella sinistra di Liam, intrecciando le dita con le sue.
 
Rimangono così in sielnzio per un po', come da piccoli, quando Giuls litigava con sua madre e passava la notte a casa di Liam, nel suo posto sicuro.
 
 
 
"Grazie di essere rimasta"
 
"Grazie a te, di avermi permesso di restare"
 
"Puoi restare tutto il tempo che vuoi"
 
Un nodo le stringe la gola, perché nel suo cuore sa, che non potrà mai restare tutto il tempo che vorrebbe, lo sa da anni ormai.
 
Liam la stinge più forte a sè, lasciandole un delicato bacio sul naso.
 
"Hai il naso freddo"
 
"Sai che novità"
 
"Pensi che mio padre cambierà idea prima o poi?"
 
"Spero di si, ma quello che conta è che tu sia riuscito a esprimere i tuoi sentimenti, il resto si sistemerà con il tempo"
 
"È solo grazie a te se ci sono riuscito"
 
"Allora mi devi un favore"
 
"Tutti i favori che vuoi"
 
"Mi farai guidare la tua moto"
 
"La mia moto? Tu sei matta"
 
"Ehi! Hai detto tutto quello che voglio"
 
"Va bene, ma non da sola, io starò dietro"
 
"Andata"
 
"So già che me ne pentirò" scherza Liam dandole un buffetto leggero sulla fronte facendola ridere.
 
"Mi mancava"
 
"Che cosa?"
 
"Noi"
 
"Mancava anche a me stupido Payne"
 
"Stupido a chi?" chiede facendole il solletico sullo stomaco, che sa bene essere il suo punto debole.
 
"Ti prego, ti prego smettila, mi faccio la pipì addosso" dice senza riuscire a smettere di ridere a crepapelle, in preda alle convulsioni, e Liam sa che non scherza, quando ride troppo Giuls fa la pipì, e lui l'ha imparato a sua spese.
 
"La smetto solo perché non ho voglia di cambiare le lenzuola, pisciona!"
 
Lei gli da un pugno sul petto che non sente neanche, osservandola con un sopracciglio alzato.
 
"Sul serio?"
 
"Fanculo!" dice, voltandosi dall'altra parte, in modo che Liam possa abbracciarla da dietro.
 
Rimangono così, stretti l'uno all'altra aspettando di addormentarsi, i respiri pesanti.
 
"Dormi?"
 
"Non ancora"
 
"Vuoi farmi da testimone?"
 
"Sarebbe un onore per me" sussura tra i suoi capelli.
 
"Grazie Li"
 
"Grazie a te di avermelo chiesto"
 
"No. Intendo... grazie per tutto, grazie di esistere, di essere parte della mia vita. 
 
Grazie di tenermi stretta a te. Grazie di non avermi abbandonato"
 
"Non accadrà mai, non pensarci neanche"
 
"Sei forte Liam, lo sei sempre stato. Non pensare neanche per un momento di essere sbagliato perché tu sei la persona più bella che io abbia mai incontrato"
 
"Giuls..."
 
"Shhh. Dormi adesso"
 
"Ti voglio bene piccola"
 
"Ti voglio bene anch'io"
 
O forse di più, come sempre, per sempre. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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