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Autore: Bad Bionda Bana    13/05/2015    1 recensioni
Io e la mia migliore amica abbiamo intrapreso un percorso che molti non avrebbero mai pensato di scegliere. Ci siamo iscritte insieme all'università di lingue per studiare il coreano. Già essere li insieme per noi era un sogno, ma la nostra mente volava sempre a quel momento che sembrava così lontano, al nostro stage del terzo anno in Corea del Sud, a Seoul. Avremmo potuto sognare qualsiasi cosa, ma di certo non ciò che ci accadde.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cheondung, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi rigirai nel letto e mi aggrappai alle coperte accavallandoci sopra una gamba come era mio solito in estate, abbracciai il cuscino e mi rannicchiai quasi andando a toccare con la fronte il ginocchio piegato, fu in quel momento che mi fermai contro qualcosa di caldo che non era certo il muro. Subito non ci feci caso, poi strinsi le coperte con la gamba sentendo qualcos'altro sotto, così aprii piano gli occhi -Yah!- feci un salto per lo spavento andando a sbattere con la testa prima contro le assi del letto sopra e poi contro il muro che era dietro di me.
-Ti sei fatta male?- chiese subito Sanghyun preoccupato, ciò che avevo sentito con la fronte era il suo petto, mentre attorcigliata alla mia gamba, sotto le coperte, c'era la sua -Speravo in un buongiorno migliore.- concluse ridendo e mi passò una mano dietro la testa.
-Potresti spiegarmi perché sono qui e non nel mio letto di sopra?- feci una piccola smorfia nel momento in cui premette piano con la mano nel punto in cui mi ero fatta male ben due volte e d'istinto portai la mano sopra la sua spostandola -Ma prima mi prenderesti un po' di ghiaccio?- senza dire nulla ma con un sorriso da un orecchio all'altro, andò a prendere un po' di ghiaccio mettendolo dentro ad un panno e sedendosi accanto a me lo poggiò delicatamente sul punto dolorante.
-Ieri sera ti sei addormentata mentre tornavamo al camper. Puoi concordare con me che salire quelle scalette pericolanti per portarti nel tuo letto non era poi così allettante, così ti ho fatto dormire nel mio letto.- lo guardai un po' confusa -So cosa stai pensando, perché non sono andato a dormire nel tuo letto allora? Non penso che un ragazzo come me ci starebbe in un buchetto come quello. Allora perché non ti ho svegliata? Beh, come potevo farmi scappare l'opportunità di stringerti accanto a me.- di colpo arrossii.
-Ma anche a dormire nello stesso letto con me sarai stato stretto.- dissi abbassando lo sguardo non potendo sostenere il suo per l'imbarazzo -Anche se penso che non ti sia dispiaciuto.- mi sfuggì una piccola risata -Però devo dirtelo.- feci un respiro e poi lo guardai negli occhi -Tutta questa storia non riesco ancora bene ad inquadrarla.- lui fece un piccolo sorriso un po' malinconico -Da quando siamo partiti noi due insieme, molte cose sembrano.. diverse. E spererei lo siano in bene.- ricambiai il sorriso cercando di tranquillizzarlo.
-Posso immaginare come ti senti, ciò che pensi, ma fidati di me, arriverà il momento in cui tutto verrà chiarito. Certo, se prima il problema era perché eravamo sempre insieme agli altri, ora è trovare il coraggio e le parole.- si portò una mano dietro alla testa scompigliandosi appena i capelli -Ho molte cose da dirti, e devo riordinare bene i pensieri per non fare confusione come un povero imbecille.- immaginarlo impacciato e timido mi fece ridere. Non avevamo passato molto tempo insieme, per quanto lo guardassi nei vari programmi televisivi che faceva, lo conoscevo di persona da non più di un paio di settimane. Una cosa sapevo di per certo, per quanto potesse fare il ragazzo duro e figo, era comunque dolce, gentile e anche un gran giocherellone.
-Intanto che sistemi tutto quello che dovrai dirmi, godiamoci questa vacanza, perché se non sbaglio oggi ci aspetta la seconda tappa del nostro viaggio.- tolsi il panno bagnato dal ghiaccio che si stava sciogliendo -Per fortuna non mi sono fatta così male, qualche minuto e passerà tutto. Ma prima direi che sarebbe meglio se mi cambiassi, con gioia notai che indossavo ancora il vestito della sera prima, mi sarei vergognata fino alla fine della mia vita anche solo al pensiero che mi avesse cambiato i vestiti mentre dormivo, ma gentilmente mi aveva solo infilato un paio di pantaloncini per evitare che rimanessi scoperta nel caso mi fosse salita la gonna mentre dormivo, ero solita muovermi tanto durante il sonno.
-Hai ragione.- si alzò e si stiracchiò -Oggi tocca allo zoo.- sorrise ancora prima di vedere la mia reazione perché se l'era già immaginata dopo aver visto come interagivo con gli animali dei suoi compagni, e probabilmente Mir gli aveva raccontato di quando ci eravamo visti nel negozio di animali.
Dopo una decina di minuti eravamo già per strada con la musica altissima a sgolarci e a ridere, Sanghyun preferì non prendere l'autostrada, prese invece delle viette in mezzo alla campagna, giusto per goderci anche un po' il panorama che ci offriva quel meravigliosi paese. Per quanto assomigliasse ai molti paesaggi che ero riuscita a vedere con la mia famiglia in giro per il mondo, in quel momento mi sembrò di vedere i prati verdi, i piccoli ruscelli tutti per la prima volta. Mi sentivo come in un mondo parallelo, uguale al nostro ma allo stesso tempo diverso, perché erano diverse le emozioni che sentivo. Mi chiedevo perché quel cielo azzurro, lo stesso cielo che potevo vedere anche da casa mia in Italia, in quel momento mi sembrava come surreale, come se fossi entrata in un dipinto. Chiusi gli occhi, e per un momento mi sembrò di percepire anche i suoni i tutt'altra maniera, ma vedendo che anche Sanghyun li sentiva come me capii che c'era effettivamente qualcosa di strano. Ci fermammo giù di strada per capire cosa non andasse, e quando provammo a ripartire il camper sembrò non dare segni di vita.
-Accidenti!- esclamò lui -La batteria del camper è andata.-
-Beh, basterà chiamare un carro attrezzi nella città più vicina e tutto si sistemerà, giusto?- chiesi tentando di calmare la mia voce, ma ciò che ne uscì fu comunque un suono leggero e tremolante, finché prendendo il telefono non mi uscì solo che un sussurro -Scarico.-
-Cosa hai detto?- non aveva capito ma dopo essersi girato verso di me e avermi visto impallidire con il telefono in mano collegò -No, non può essere.- di fretta prese il suo e la sua espressione diventò simile alla mia -Dopo averti messa a dormire ieri notte mi sono dimenticato il telefono di entrambi acceso.- preso dalla rabbia per quella sua mancanza, diede un calcio ad un cassetto spaventandomi.
-Non.. non ti preoccupare.- mi sforzai di trovare una soluzione per quella situazione, o anche semplicemente per far tornare anche solo in parte il buon umore -Che ne dici se oggi ci facciamo una bella passeggiata, così magari troviamo una città o anche un piccolo paesino dove chiedere aiuto e a cercare un meccanico. Che ne dici?- sforzai un piccolo sorriso per tranquillizzarlo, e per fortuna ci riuscii.
-Oppure potremmo fare una semplice passeggiata, intanto fare qualche filmato stile “dispersi nel nulla” e domani andare a cercare il meccanico. Non ti suona più divertente?- ricambiò il sorriso facendone uno più tenero e sincero. L'idea era veramente carina e originale, così annuii senza aggiungere altro -Per fortuna la telecamera è ancora carica, speriamo che duri almeno fino a sera.- si sporse a prenderla e la accese inquadrandoci -Qui diario di bordo del camper di Sanghyun e Alice.-
-Che stai dicendo?- iniziai a ridere per quella sua frase d'inizio -Guarda che non siamo mica su una nave dispersi per mare.-
-Però siamo comunque dispersi. Insomma, ci si è fermato il camper e i nostri cari cellulari hanno deciso di lasciarci durante la notte senza batteria, proprio come questo trabiccolo.- Sanghyun diede un pugno contro la parete.
-Yah! Non trattare male il camper, anche lui potrebbe avere dei sentimenti.- e accarezzai il punto in cui lo aveva colpito -Non è nulla, è solo un cattivone.- feci finta di parlare con un bambino.
-Siamo dispersi, isolati e lei preferisce la compagnia del camper alla mia, la cosa va di male in peggio.- ridemmo entrambi.
-Ma no dai, lo sai che mi fa veramente piacere essere qua con te, insomma, tutto questo mi sembra quasi solo un sogno.- dissi gesticolando senza un senso, lui rimase in silenzio -Come? Nessuna battutina da ruba cuori del tipo “lo so che hai sempre sognato di rimanere sola con me” o simili?- Sanghyun scosse la testa -Ho detto qualcosa che non avrei dovuto dire?-
-No, hai solo detto qualcosa che avrei tanto voluto sentire.- e sorridendo mi scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, io rimasi a guardarlo rapita da quella sua espressione -Prima che si scarichi anche la batteria della telecamera, è meglio uscire a fare quella passeggiata della quale avevamo parlato.- e così fu. Prendemmo una borsa con dentro del cibo e dell'acqua, una coperta, la telecamera e pregammo di ritrovare il camper dove lo avevamo lasciato una volta di ritorno. Per fortuna quel giorno il cielo sembrava voler essere più sereno che mai solo per noi, anche se per il pranzo trovammo comunque un pezzettino d'ombra dove stendere la coperta. Il paesaggio era una distesa verde con qualche colore dato dai fiori nel prato o sugli alberi, un venticello fresco creava uno splendido effetto di onde mare dove l'erba era più alta. Subito i nostri pensieri giravano intorno alla preoccupazione per il camper e se mai avessero dovuto rintracciarci cosa avrebbero pensato non potendo raggiungere nessuno dei due, poi tutto sparì lasciando spazio al nulla, la spensieratezza si impossessò di noi e delle nostre menti rilassandoci. Ad un certo punto spensi la telecamera e, distesa sulla coperta accanto a Sanghyun, chiusi gli occhi concentrandomi sui suoni che sentivo attorno a me; gli uccelli, il vento, le foglie degli alberi, e infine il mio cuore, con il suo battito che aumentò nel momento in cui sentii Sanghyun avvicinarsi di più a me. Eravamo molto vicini, talmente tanto che avrei potuto sentire anche il battito del suo cuore scoprendo che magari non batteva a sincrono con il mio, ma che riempiva i momenti vuoti in cui il mio non batteva completando quell'armonia che stava nascendo tra di noi.
Ripensando a ciò che mi aveva detto, a quelle cose del quale doveva parlarmi, la curiosità trovò posto nei miei pensieri portandomi ad elencare tutte quelle possibilità, o semplici fantasie, che la mia mente era capace di creare. Mi chiedevo quando sarebbe stato il momento adatto per lui, quando finalmente tutto quel mistero avrebbe trovato la luce, ma soprattutto, come avrei reagito io. Non ero mai stata brava ad affrontare discorsi importanti faccia a faccia, avevo sempre avuto paura di cedere a quella parte di me che da tempo avevo imparato a controllare, quella parte troppo sensibile che trovava modo di esprimersi soltanto attraverso le lacrime. Scossi la testa cercando di tornare alla realtà, qualsiasi cosa dovesse dirmi non mi sarei dovuta preoccupare.
Il resto della giornata passò tranquillamente, e per fortuna la batteria della telecamera durò giusto giusto fino a sera. La mattina dopo andammo alla ricerca di un paesino e di un meccanico, e la sorte volle che lo trovassimo abbastanza in fretta. Mentre Sanhyun accompagnò il meccanico a prendere il camper, io gironzolai per il paese curiosando per le vetrine dei negozi e dei ristoranti, era come sentirsi in un drama, tutto era proprio come lo vedevo dal computer o dal tablet sdraiata nel mio letto a casa mia. Alcune signore molto gentili cercarono di avere una piccola conversazione insieme a me incuriosite dal fatto che ero straniera, e spesso rimanevano felicemente sorprese nel sentirmi parlare in coreano e per il fatto che lo stessi studiando all'università. Alcune tentarono anche di parlare un po' della storia del loro paese, ma purtroppo io non ero mai stata brava in storia e quindi mi trovai veramente in imbarazzo a rispondere che non certe cose non le sapevo, ma mai come quando una signora mi offrì di assaggiare il kimchi che stava preparando per la sua famiglia e dovetti rifiutare, io e il cibo piccante non andavamo affatto d'accordo.
Quando Sanghyun tornò, io mi ero fermata a giocare con un paio di bambine in un piccolo parco giochi -Hey.- quando mi vide mi si avvicinò divertito per la scena, mentre io facevo la treccia ad una bimba l'altra stava acconciando i miei capelli aggiungendo nella treccia che mi aveva fatto molti fiorellini che aveva raccolto -Ho parlato con il meccanico e ha detto che il camper sarà pronto o questa sera o al massimo domani mattina.-
-Quindi vuol dire che per oggi rimarremo qua?- mi si illuminò il viso per il sorriso enorme che feci -Mentre eri via ho guardato un po' in giro e mi piace tantissimo questo paesino. Direi che è la sosta ideale per la nostra vacanza, anche se non era in programma.- ridacchiai.
-Di sicuro hai trovato come passare il tempo mentre non c'ero.- guardò le bimbe con un sorriso tenero -Siete veramente belle. State facendo bella anche la vostra unnie?-
-Ma la unnie è già tanto bella.- disse la più grande continuando ad infilare fiora tra i miei capelli, al momento non pensai a quando avrei dovuto toglierli.
-Tu sei il suo ragazzo?- chiese la più piccola, ma prima che potesse rispondere, la maggiore gli porse l'ultimo fiore che aveva.
-Come mai lo dai a me? Non lo aggiungi con tutti gli altri fiori?- le chiese sorpreso dal suo gesto, io finii la treccia alla più piccina.
-L'ho tenuto per ultimo perché quello era il fiore più bello, ma se sei il suo ragazzo devi essere tu a regalarglielo.- rispose lei sorridendo e facendogli segno di metterlo sopra il mio orecchio. Sanghyun mi prese per mano facendomi alzare in piedi e con delicatezza infilò il fiore dove gli era stato suggerito accarezzandomi poi la guancia.
-Così?- chiese lui sorridendo.

  
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