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Autore: The_Lock    13/05/2015    1 recensioni
Tyler, Sydney, Kyle, Lydia e Skylar sono i nuovi prescelti per difendere Kandrakar e l'equilibrio dell'universo. Nove sono le missioni che dovranno affrontare, e nove saranno i temibili nemici che minacceranno la Pace e le loro vite; sì perché questi nuovi nemici sono più sanguinari di qualsiasi altro nemico mai affrontato e, per cominciare in bellezza, i ragazzi saranno costretti ad andare alla ricerca del Cuore di Kandrakar
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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2.7- Ancora in Gioco

 

Skylar aprì gli occhi e una luce lo colpì, così intensa che il bruno dovette sbattere le ciglia più volte prima di abituarvisi. Gli encantados che lo avevano rapito, avevano pensato fosse una mossa saggia quella di bendare gli occhi del ragazzo, e così lo condussero fino ad un salone dorato, arredato con mobili ricchi di dettagli e di materiali preziosi.

Un trono dorato e alto più di tre metri innalzava colui che Skylar ritenne essere il capo degli encantados. Era nella sua forma umana- tutti all'interno della sala erano nella loro forma umana -ed era vestito con talmente tanto sfarzo che risultava quasi ridicolo.

“Ben arrivato ad Encante!” disse l'uomo, facendo brillare i suoi occhi verdi. “Quale onore abbiamo, di ospitare il guardiano dell'Aria!” e subito tutta la servitù si inchinò per salutare l'arrivo di Skylar. Il bruno arrossì d'imbarazzo, indeciso se attaccare immediatamente- c'erano una ventina di guardie armate -oppure aspettare il momento più opportuno prima di fuggire. Purtroppo non sapeva dove si trovasse il passaggio che portava alla sua dimensione, ma in un modo o nell'altro sarebbe scappato via.

“Prego di accettare questo dono!” disse il re, e un paio di serve portarono, retta su un cuscino di seta, una chitarra fatta di cristallo e dalle forme molto poco ergonomiche, ma comunque piacevoli a vedersi.

“No, grazie.” disse il bruno, suscitando un certo mormorio fra la folla, ma non era il momento di fare il ragazzo educato. “Non credo mi fermerò a lungo, comunque.” aggiunse, ottenebrando lo sguardo del re che, subito dopo, rise come davanti alla sciocchezza detta da un bambino.

“Nessuno se ne vuole andare mai da Encante! Capisco che il cambiamento di dimensione sia qualcosa di... frastornante! Portatelo nei suoi alloggi!” disse il re, e quattro guardie fra le più armate circondarono Skylar, il quale pensò che, dopotutto, neanche loro si fidavano tanto di lui.

Il bruno si lasciò diligentemente guidare su per una rampa di scale, fino ad un lungo corridoio dove una decina di porte uguali si stagliavano simmetricamente. Le guardie aprirono una porta e spinsero non troppo delicatamente Skylar dentro la stanza, per poi chiudere la porta a chiave alle sue spalle.

Il bruno sbuffò: c'erano solo finestre coperte dal vetro colorato. La stanza era sfarzosa come quella dove era stato accolto, solo decisamente più piccola. Al centro vi era un tavolo imbandito pieno di cibi che Skylar non aveva mai visto, ma decise che digiunare sarebbe stata la mossa migliore per il momento, allora si poggiò sul letto e cominciò a pensare ad un modo per evadere.

 

“Ho provato a bussare, non c'è nessuno.” sussurrò Tyler, dopo che aveva bussato contro la porta di una villa per almeno tre minuti consecutivi. “Andiamo...” disse, prendendo Lydia per il gomito, ma la rossa non volle sentir ragioni e con un gesto leggero della mano, come stesse smuovendo un moscerino, scardinò la porta di legno e la proiettò contro la parete opposta, colpendo anche il pianoforte.

“È permesso?” urlò ironicamente Lydia. Tyler la ragazza, incuriosito e allo stesso tempo spaventato dal suo comportamento, quando poi comparve Felipe alla loro destra con le braccia conserte.

“Mi ripagherai tutto quanto.” ringhiò, ma Lydia, accecata dalla rabbia, gli spedì contro un mobile di legno massiccio, prendendo il ragazzo in pieno.

“LYDIA!” urlò Tyler, non capendo perché la ragazza si comportasse così. “Che ti prende?” disse, scuotendola.

“Ma non capisci? Loro non sono umani! Sono encantados come gli altri.” sbottò, sgusciando via dalla presa di Tyler, pronta per attaccare di nuovo Felipe che si era appena rialzato e ripreso dal colpo che gli aveva inferto.

“La tua amica è matta.” ringhiò il ragazzo, massaggiandosi il mento.

“Non hai le prove!” le fece osservare Tyler, e allora la rossa prese in mano la pietra scheggiata che avevano così tanto difeso e gliela poggiò sul palmo.

“Che succede?” disse Olivia, affacciandosi dal piano superiore. “Tyler? Lydia? Uscite subito da casa mia!” urlò, subito raggiunta da Nicholas. Un ricordo particolare riaffiorò nella mente di Tyler: aveva appena aperto l'armadietto e la pietra era rotolata fino ai piedi di Olivia, poi la mora aveva raccolto il sasso con la destra e... poi l'aveva passato alla mano sinistra... mentre la mano destra era scomparsa nella sua tasca.

“L'hai sostituita!” ringhiò Tyler, e subito le luci della casa presero a lampeggiare.

“Credo che la copertura non regga più!” sibilò Felipe, e in un batter d'occhio, Lydia e Tyler si trovarono a dover affrontare tre encantados.

 

Non fu l'oracolo ad accogliere Kyle e Sydney, bensì una ragazza di colore che era intenta a preparare il tè verde, mentre varie aste di incenso bruciavano eternamente, senza mai produrre cenere.

“Ho... ho bisogno di aiuto.” mormorò Kyle, reggendo Sydney inerme fra le braccia. L'intossicazione si estendeva rapidamente, e aveva raggiunto alcune vene del collo ed altre del petto.

“Fallo stendere su quel tavolo.” disse la ragazza, dandogli ancora le spalle. Kyle obbedì immediatamente, senza neanche chiedersi di fosse quella giovane che lo stava aiutando al posto dell'Oracolo, ma al momento non gli interessava granché visto che la sa priorità era salvare Sydney.

La ragazza portò allora una tazza di tè, piena di un liquido lilla e profumato, e ordinò a Kyle di reggere la testa al biondo, mentre lei gli apriva la bocca e gli faceva bere l'infuso caldo. Quando la tazza fu vuotata, il biondo si lasciò sfuggire un sommesso sospiro, e aprì debolmente gli occhi.

“Syd... ehi...” sorrise Kyle, baciandogli la fronte.

“Do-dove s-sono?” domandò Sydney, facendo per mettersi a sedere ma ricevendo il consiglio della ragazza di rimanere steso ancora per qualche minuto.

“Sei a Kandrakar. Ti ho somministrato l'antidoto al veleno di encantado, e fra poco tornerai come nuovo.” spiegò, sorridendogli.

“Grazie mille.” disse Kyle con tutta la riconoscenza che riusciva ad esprimere, e la ragazza di colore sorrise ancora.

“Gli altri?” domandò Sydney, e Kyle si fece immediatamente più serio.

“Gli encantados hanno preso Sky... Lydia e Tyler sono andati non so dove a cercare di capire qualcosa in più.”

“Devi raggiungerli!” annuì Sydney, ora forte abbastanza da rimanere seduto senza soffrire di vertigini.
“Cosa? No, tu stai...”
“Sto bene e appena starò meglio vi raggiungerò, ma ora devi andare da Tyler e Lydia!” commentò il biondo con imperio, tanto che Kyle concordò che quella fosse la soluzione migliore.

“Allora ti aspetto. Non metterci troppo.” gli disse, e poi lo baciò velocemente sulle labbra e fece per entrare nello stesso portale dal quale era arrivato a Kandrakar, ma la giovane lo bloccò, indicandogli un altro portale appena aperto che avrebbe condotto il moro dai suoi due amici. Kyle, allora, vi saltò dentro e scomparve, lasciando soli Sydney e la sconosciuta.

“Come ti chiami?” domandò il biondo.

“Taranee.”

 

Lydia e Tyler furono proiettati contro una parete, sbattendo in maniera abbastanza violenta, mentre i tre encantados si avvicinavano a loro con fare assassino: i loro occhi brillavano all'idea di sconfiggere i due ragazzi, ma un muro di fuoco si innalzò, impedendo ai tre encantados di fare qualche passo in avanti.

“Il guardiano del Fuoco...” mormorò Felipe, girandosi di scatto e ritrovandosi Kyle che fissava i tre con aria di sfida.

“Kyle...” sussurrò Lydia, rimettendosi in piedi, subito seguita da Tyler.

“Facciamo uno a testa?” propose il moro, schioccando le nocche, e gli altri due sorrisero.

 

Le porte furono di nuovo aperte, e Skylar fu condotto in una sala che racchiudeva anche le precedenti vittime dei rapimenti degli encantados. Fu accolto da un Banquo insolitamente affettuoso e da una Grace insolitamente allegra.

“Skylaaar... anche tu qui? Vieni, vieni... vieni che festeggiamo!” sorrise Banquo, poggiandogli le braccia attorno alle spalle e trascinandolo ad un banchetto al quale partecipavano tutti. Skylar gli contò, e, lui compreso, erano otto in totale. Evidentemente durante il concerto gli encantados erano comunque riusciti a rapirne qualcuno. Il bruno annusò il contenuto di qualche anfora, ma non riconobbe l'odore dolciastro che percepì, così come non riconobbe tutto il resto del cibo presente sulla tavola.

“Non hai fame, terrestre?” disse una guardia, facendo trasalire Skylar che balbettò un no incerto, ma la guardia non reagì in alcun modo visibile, e poi si rivolse agli otto ragazzi, dicendo “Il re desidera invitarvi alla festa che si terrà questa sera in vostro onore. La vostra presenza è data per scontata.” concluse, piantando gli occhi su Skylar.

“Feste, cibo gratis... sembra troppo bello per essere vero...” mormorò Skylar.

“Ma è vero, Skylaaar! È tutto veeero!” rise Banquo.

 

Nicholas prese Kyle per il collo e lo sollevò, per poi sbatterlo contro un tavolino basso, usando la sua schiena per romperlo. Il moro urlò di dolore, e rimase agonizzante per terra. Tyler lanciò un getto di elettricità verso Nicholas, ma l'encantado saltò talmente in alto che, piantando gli artigli sul soffitto, rimase piantato lì, sorridendo al rosso con aria arrogante.

Tyler allora alzò le braccia, ma un colpo di coda alla schiena da parte di Felipe lo proiettò contro la libreria, ma almeno il moro riuscì a scansarsi prima che il mobile gli cadesse addosso.

Lydia, invece, lottava contro Olivia, ma la stanchezza dovuta alle ore passate a proteggere gli spettatori al concerto le dava parecchio svantaggio contro l'agilità della creatura. La rossa sollevò allora le tessere del parquet e ne scagliò qualcuna contro Olivia, ma l'encantado si appiattì e, facendo scattare la coda, avvolse la caviglia della ragazza e poi la proiettò contro il pianoforte. Andando a sbattere contro lo strumento, Lydia perse immediatamente i sensi, mentre il pianoforte cedeva e crollava per terra, con Lydia inerme sulla sua coda. Tyler, l'ultimo rimasto, fu tentato dall'idea di far esplodere la casa, ma la presenza dei suoi amici gli impediva un gesto tanto avventato.

“Sei rimasto solo tu...” sorrise Felipe, mentre con Olivia e Nicholas circondavano il ragazzo. Il cuore di Tyler batteva a mille: la sua squadra era a pezzi ed ora non aveva la minima idea di cosa fare, mentre quei tre encantados si avvicinavano sempre di più a lui, mettendolo con le spalle al muro.

Poi un'idea gli solleticò il cervello, allora il rosso alzò lo sguardo alle luci della casa e tutte le lampadine esplosero, lasciando i tre encantados al buio. Tyler sgusciò via e colpì i tre, elettrizzandoli con tutta l'energia che gli rimaneva, abbastanza da procurar loro un dolore talmente forte da farli battere in ritirata.

 

Erano le tre del mattino quando la Vandom fu svegliata da un insistente bussare alla porta della sua villa. La preside dapprima sognava riguardo i vecchi tempi ormai passati, quando combatteva con le sue amiche, ma il forte colpire alla porta la aveva portata nel mondo della realtà abbastanza bruscamente.

Allacciandosi la vestaglia, la preside osservò dallo spioncino chi potesse essere a quell'ora, e non appena il volto insanguinato di Tyler le si palesò davanti, la Vandom non esitò ad aprire la porta, aiutando Tyler a portare Lydia e Kyle nel suo salotto, dove fece stendere i due su dei divani.

“Cos'è successo?” domandò la preside, pallida.

“Hanno... hanno avvelenato Sydney... hanno preso Sky... e hanno messo al tappeto Lydia e Kyle... ed io... io...” mormorò, quasi in un attacco di panico, mentre si metteva le mani fra i capelli e copiose lacrime iniziavano a sgorgare dai suoi occhi castani.

“Ehi. Ehi. Stai tranquillo. Andrà tutto bene.” disse la Vandom, abbracciando il ragazzo ben più alto di lei.

“Non sapevo dove andare...” continuò, ricambiando l'abbraccio.

“Ora sistemiamo tutto. Vieni, siediti.” gli disse, e Tyler obbedì, asciugandosi le lacrime dal volto e sentendosi, per la prima volta da quel giorno, al sicuro.

“Io... non so cosa fare...” spiegò, e la Vandom sorrise, sentendo un intenso moto di tenerezza nei riguardi di quel ragazzo. Gli ricordava la se stessa di anni prima, entrambi testardi, passionali, a volte addirittura impulsivi, ma con un cuore enorme.

“Guariranno in fretta.” lo rassicurò la Vandom, e Tyler la guardò confuso, allora lei si affrettò ad aggiungere “Quando siete trasformati, attingete a pieno al potere di Kandrakar, e ciò implica anche una guarigione più rapida del normale.”

Tyler si voltò, e guardò il braccio destro di Kyle; quello ferito dagli artigli di un encantado ore prima, al concerto, e constatò con sollievo che non vi era ombra della ferita, se non qualche chiazza di sangue rappreso. Il rosso sospirò, sprofondando nel divano, mentre la Vandom si alzava e metteva a bollire dell'acqua per del tè.

“Siamo ancora in gioco...” sorrise Tyler, chiudendo gli occhi ed addormentandosi.

 

  
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