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Autore: Elissa_Bane    13/05/2015    2 recensioni
John ha trovato una compagna, Giulia. Se ne andrà dal 221 B solo quando sarà certo di aver lasciato Sherlock in buone mani. Ed è così che conosce Cecilia, troppo giovane per il dolore che ha già sopportato. Cecilia, che è in grado di competere con Sherlock. Cecilia, che ha cicatrici ricamate addosso.
Attenzione: Mary nella storia non è presente, non è mai nemmeno esistita. Tutti i fatti si svolgono dopo la 2x03
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Deduction Is Easy, Life Is Not.'
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Capitolo 35

Two Kisses, One Bite And The Truth

Sherlock
La sera dopo
Cecilia entra nella sala velocemente, lanciando sia a me che a Mycroft dei vestiti e ci dice di andare a vestirci. Dobbiamo uniformarci nel gruppo, ma penso sarà davvero difficile far sembrare mio fratello un uomo qualsiasi. Nella mia stanza indosso i jeans blu e la maglietta nera. Semplici, essenziali. Perfetti per essere me e allo stesso tempo qualcun altro.
Rientrando mi rendo conto che sbagliavo: Mycroft è appoggiato al camino in una posa morbida, che poco gli si addice, ma sembra estremamente naturale con un paio di pantaloni neri e la polo rossa.
-Vieni qui- dice Cecilia, mettendosi del gel sulle mani e sistemandomi i capelli. Poi mi porge un ago molto lungo e mi chiede di disinfettarlo. Estrae da una valigetta una boccettina d’inchiostro nero e prende dalle mie mani quella che ho capito essere in realtà una lama estremamente sottile.
-Perché lo fai?- le domando osservandola immergere l’acciaio nell’inchiostro e poi passarlo sulle cicatrici.
-Devono sembrare tatuaggi- risponde lei, mentre la osservo. Indossa abiti femminili, che normalmente non userebbe mai: una corta gonna di pelle nera con un top rosso fiamma che risalta i capelli scuri.
-E la lama disinfettata?
-Quelli sono pugnali che fino a poco tempo fa erano immersi o nel veleno o in un sonnifero- risponde al posto suo Francesca. Sobbalzo, cercando di fermarla.
-Tranquillo Sherlock, va tutto bene- dice lei sorridendo a denti stretti, per il dolore psicologico nel doversi ridisegnare le ferite –Solo, se mi vedi cadere a terra o dormo o sono morta- conclude pragmatica.
La osservo ancora un po’, ma è una sofferenza anche per me quando è costretta a ricordare ogni istante della tortura.
-Faccio io- mormoro prendendole la lama dalle mani e ricominciando da dove si era interrotta. -Anche la mano- gliela afferro con delicatezza, stringendogliela nella mia.
-A me non hai mai chiesto di toccarti, o di aiutarti- sbotta irritata Francesca.
-Lui non me l’ha chiesto- ribatte la piccola.
-E poi tu non sei Sherlock- sorride Mycroft ironico.

§§§

Due mesi dopo
Stiamo entrando in una chiesa diroccata, il luogo dove di solito s’incontra questo gruppo. È una grossa sala circolare, senza soffitto, con un colonnato e un mosaico sul pavimento.
Ci sono cinque persone nella stanza, tre ragazzi seduti sul pavimento e due ragazze che chiacchierano in piedi. Quella mora si alza e corre ad abbracciare Cecilia, che la abbraccia di rimando. Non sta fingendo, ormai riconosco quando diventa...
-SCOTTIE!- urla in quel momento la moretta.
-Ehi Kiki!- sorride l’altra.
-Stasera giochiamo a obbligo o verità?- propone un ragazzo dai capelli rossi.
-Abbiamo vent’anni ormai…- ribatte l’altra ragazza, che ha i capelli verdi e un evidente problema con dei ganci, come testimonia la sua pelle.
-Io ci sto!- esclama Francesca facendoci segno di sederci in cerchio.

Hanno presentato Mycroft con il nome di Lucas, il fidanzato di Francesca-Laura, e me come Jean. Loro fratello. Ripensando a quella sera vorrei essermi presentato da solo, ma ormai il danno era fatto. In due mesi i rapporti tra me e Cecilia sono rimasti freddamente professionali, escluso quel primo giorno: siamo entrambi bloccati dalla paura. La osservo di sbieco, come faccio sempre e riesco a vedere solo Scottie.
La bottiglia gira e indica Logan.
-Obbligo o verità?- domanda la ragazza che non è Cecilia, ma che usa il suo corpo.
-Verità.
-Quanti tatuaggi hai in tutto?
-Cinque.
Le ragazze si guardano negli occhi, ma è Kaelie a parlare –Perché noi ne vediamo solo quattro?
-Perché se vuoi vedere il quinto devi venire di là con me- ride lui malizioso.
Poi tocca a Seraphine, che conta le lentiggini di Enea, e a Nathaniel che è “costretto” a baciare Seraphine. A Kaelie è chiesto di vedere il quinto tatuaggio di Logan ma, considerato che per vedere un tatuaggio bastano meno di cinque secondi e loro ci hanno impiegato quaranta minuti, credo che non si sia limitata solo a quello. Quasi tutti abbiamo fatto un turno, manchiamo solo noi quattro.
Francesca-Laura deve baciare il suo fidanzato e vedo un lampo di preoccupazione negli occhi di Cecilia che non riesco a spiegarmi. Ma la sorpresa più grande è quando è mio fratello a chinarsi e a baciarla. Francesca sorride imbarazzata. Mycroft, come prevedibile, sceglie verità e alla domanda “Ami Laura?” lui risponde “La amo da anni”. E non mente.

Infine la bottiglia si posa su Cecilia, che sorride e sceglie un obbligo.
Il suo è di venire da me e lasciarmi un segno, nel modo che preferisce. Ride e mi si avvicina, poi con una mano mi preme sul petto facendomi sdraiare e si siede cavalcioni su di me. Nei suoi occhi non c’è traccia di Scottie, è solo lei, e il suo sguardo è dolce e malizioso allo stesso tempo. Alza la maglietta e con delicatezza mi posa un bacio sul fianco. Non trattengo un gemito di sorpresa quando i denti affondano nella carne morbida, anche se avrei dovuto immaginarlo: il suo segno ora spicca vivido sulla mia pelle, un cerchio perfetto e rosso cupo. Tutti ridono del mio imbarazzo e decido, ormai completamente calato nella parte di Jean, di fargliela pagare.
Il mio turno arriva e scelgo obbligo: bacia la ragazza più bella.

Cecilia
Con le guance ancora rosee per l’imbarazzo osservo Sherlock abbassarsi la maglietta e sentire il suo obbligo.
Poi con deliberata lentezza mi si avvicina, forzandomi ad aprire un poco le gambe, quel poco che gli basta per appoggiarsi con un ginocchio tra le mie. Si china premendo solo le labbra e penso che sia finita così. Evidentemente non lo è, capisco quando gentilmente le muove sulle mie. Gli do l’implicito permesso e mi bacia.
Sa di buono, di sigaretta, di Sherlock. Ed è dolce e gentile, questo bacio che sembra voler cancellare un anno passato lontani, tra lacrime e notti insonni. Questo bacio che mi scuote fin dentro l’anima.
Poi si separa e mi rendo conto che agli occhi di tutti ho appena baciato mio fratello. Il silenzio è totale, allibito ma non colpevolizzante, sono ragazzi a cui non importa ormai di nulla.
-VAI COSI’ AMICO!- urla Logan verso Jean.
Tutti ridono e Seraphine, capendo il mio disagio, mi si accosta e sussurra all’orecchio –Ama a tuo piacimento.











NDA: Hey! Noticine piccine piccine (questa volta davvero) per dirvi che la frase finale di Seraphine è il principio che regola le relazioni nel libro di Jacqueline Carey Il Dardo e la Rosa (che ho amato alla follia) e che appunto è "Ama a tuo piacimento", anche se Seraphine lo estende forse oltre quella che credo fosse l'intenzione del libro.
Grazie a tutti voi, come al solito <3
Dan

  
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