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Autore: Vavi_14    14/05/2015    3 recensioni
A pochi mesi dalla morte dei loro genitori, Itachi e Sasuke si ritrovano improvvisamente soli, obbligati a coniugare gli studi con la gestione di un'Azienda prestigiosa che il maggiore ha ereditato in quanto primogenito della famiglia Uchiha. In questa situazione già ostile accadrà un fatto imprevisto che sconvolgerà per sempre le vite dei due fratelli. Starà a loro decidere se arrendersi alla crudeltà del fato, oppure continuare a lottare assieme per riemergere dal baratro che minaccia di inghiottirli per sempre.
***
Ho deciso di provare a pubblicare una long alla quale sono molto affezionata, perciò spero tanto di riuscire a far appassionare anche voi.
La storia contiene più di un nuovo personaggio e l'OOC è solo per sicurezza, io ho fatto del mio meglio! :)
[Prologo modificato]
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Shisui Uchiha, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 28
In ospedale








Conosceva fin troppo bene gli interni di quella vettura. Si ricordava il rumore ovattato della sirena, i medici che gli giravano intorno maneggiando chissà quali strumenti e l'orrenda sensazione di sentirsi spacciato, assieme al desiderio di voler mollare tutto, di smettere di soffrire.
Una ragazza sui trent'anni si affrettò ad infilare l'ago della flebo nel braccio di Kaori, mentre un altro provvedeva a misurarle la pressione. Erano tutti chini su di lei ed il paramedico accanto all'autista gli stava intimando di accelerare. Parlavano sotto voce, si muovevano velocemente, davano l'idea di essere degli esperti.
Si accorse appena di una mano che gli sfiorava la fronte e gli porgeva un termometro.
“Sembri molto debole, ragazzo. Sei un suo parente?”
Sasuke alzò gli occhi ed incontrò quelli neri dell'infermiera di fronte a lui. Lo infastidì parecchio il fatto che si fosse distratta dall'accudire Kaori per preoccuparsi della sua misera febbre. Lei parve leggergli nel pensiero e gli rispose con un sorriso rassicurante.
“Abbiamo fatto quello che potevamo. Non ci resta che sperare nella bravura del chirurgo che la opererà – abbassò lo sguardo sulla ragazza e le fece una carezza sui capelli – e nella sua volontà di vivere.”
Sasuke sospirò e decise finalmente di prestarle attenzione.
“Sono solo un amico. E sto bene.” disse, restituendo il termometro all'infermiera senza averlo usato.
Lei lo afferrò con uno sbuffo di disapprovazione.“Come si chiama?” chiese, alludendo alla ragazza.
“Kaori”
Si avvicinò al suo volto e cercò di smuoverlo delicatamente con delle leggere pacche sulle guance.
“Kaori, riesci a sentirmi?”
Sasuke si accostò ad entrambe con il busto per poter vedere meglio. Dopo qualche secondo la ragazza socchiuse gli occhi e la mascherina per respirare cominciò ad appannarsi ad una frequenza maggiore.
“Stai tranquilla” le disse l'infermiera, facendole un'altra carezza. “Ti abbiamo fasciato la spalla cercando di limitare l'emorragia. Quando arriveremo in ospedale sarai sottoposta ad un'operazione per rimuovere il proiettile. Abbiamo solo bisogno di una firma da parte dei tuoi genitori, ma potremmo farlo una volta giunti a destinazione.”
Kaori sbatté le palpebre due o tre volte e cercò di scuotere la testa. I suoi battiti aumentarono.
“Non ha genitori” si affrettò a rispondere Sasuke. “Non ha nessun parente che possa garantire per lei.”
L'infermiera lo guardò incredula. “Neanche un tutore? “
Il ragazzo negò con il capo.
“Accidenti, questo è un problema. Se lei è minorenne, non possiamo operarla senza l'autorizzazione di un adulto.”
Sasuke cercò di mantenere la calma e rivolse la sua attenzione a Kaori. La ragazza era riuscita a muovere una mano verso il bordo del lettino, alla ricerca di quella di Sasuke. Quando la trovò, poco distante dalla sua, accarezzò le nocche chiuse a pugno e, lentamente, riuscì a slegare le dita da quella morsa per intrecciarle alle sue. Chiuse gli occhi e lasciò andare la testa all'indietro, come rassicurata da quel piccolo gesto d'affetto.
“Le ho già detto che non ha nessuno – replicò Sasuke, dopo qualche minuto di silenzio – ma mio fratello è maggiorenne e potrebbe firmare per lei. “
L'infermiera si alzò di scatto e fece cenno agli altri medici di aiutarla a far uscire il lettino: erano arrivati in ospedale.


Aveva perso il conto di quante volte era dovuto tornare in quel dannato posto. Ormai poteva passare da un piano a un altro senza alcuna esitazione, poteva dire di conoscere quell'ospedale quasi meglio di casa sua.
Era seduto assieme a suo fratello e a Shisui proprio davanti la porta della sala operatoria. Aveva portato a Sasuke una maglia, un felpa per coprirsi e qualche aspirina da prendere nell'attesa. Non aveva neanche provato a convincerlo di tornare a villa Uchiha, sarebbe stato un tentativo inutile. Così come giudicò inutile chiedere a Mitsuki di aspettarlo a casa dopo tutto quello che era successo. Per questo non rimase sorpreso nel vederla comparire dieci minuti dopo che le aveva telefonato, con una borsa a tracolla che le pendeva da un lato, la giacca sbottonata e i capelli completamente arruffati dal troppo correre. La vide in fondo al corridoio mentre si avvicinava a loro e, con una mano a coprirle la bocca, cercava di contenere le lacrime di felicità nel vederli tutti sani e salvi. Con estremo stupore di Shisui, la ragazza si fiondò ad abbracciare Sasuke, il quale attendeva notizie di Kaori accanto alla finestra. Il ragazzo indietreggiò e non seppe come rispondere a quel gesto che non si aspettava. Già il secondo nel giro di una giornata, sarebbe entrato sicuramente nel suo Guinness dei Primati personale.
“Ci hai fatto preoccupare” sussurrò lei, senza smettere di stringerlo. Lui non rispose fino a quando la ragazza decise di mollare la presa e ricomporsi.
“Tu devi essere...Mitsuki.” azzardò Sasuke, guardando prima lei e poi suo fratello.
Mitsuki si portò di nuovo una mano davanti alla bocca. “Oh, perdonami, non mi sono neanche presentata. È che...ero così in ansia e...”
Si fermò trovando nel sorriso di Itachi tutta la tranquillità di cui aveva bisogno. Abbracciò anche lui senza finire la frase e lo stesso fece con Shisui. Poi cercò una sedia e vi si adagiò sopra, cercando di frenare il tremore agli arti che non l'aveva abbandonata da quando era entrata in ospedale.
Nessuno disse niente fino a quando Mitsuki alzò la testa e provò a chiedere qualche informazione più dettagliata su ciò che era successo.
“Come..come diavolo ha fatto la Polizia a trovare quel dannato posto?”
“E' stata Kaori – rispose Sasuke, iniziando finalmente a dare qualche spiegazione – è stata lei a chiamare la Polizia.”
“Ma chi è? - sbottò Shisui, che proprio non riusciva a capire – come l'hai conosciuta?”
Sasuke lanciò un'occhiata ai presenti e si andò a sedere accanto a Mitsuki. “E' la nipote di Gatoo. Ha vissuto con lui per diversi anni, assieme alla sorella. Era solo un'altra vittima della crudeltà di quell'uomo. Ha cercato di salvarmi la vita, sacrificando la sua.”
“Vuoi dirmi che là dentro siete diventati amici?” chiese ancora Shisui, deciso ad ottenere delle risposte.
“Lei mi ha aiutato più volte. Gli sono debitore.”
Itachi lanciò un'occhiata a suo cugino per suggerirgli di non chiedere oltre e per fargli capire che quello era il modo strambo di suo fratello per dire che sì, quella ragazza era diventata sua amica e probabilmente teneva a lei più di quanto volesse dare a vedere.
In quel momento un'infermiera, la stessa che aveva accompagnato Kaori in ambulanza, uscì dalla sala operatoria.
Sasuke si alzò di scatto e le andò incontro. “Come sta andando?”
“Ha bisogno di una trasfusione. Immediatamente.”
Il volto teso della ragazza gli fece capire che si trattava di una questione di vita o di morte.
“AB positivo.”
Il cuore di Sasuke perse un battito e il suo braccio si alzò in automatico verso l'infermiera. “E' il mio gruppo sanguigno. Sbrigatevi.”
Lei scosse la testa e parve in difficoltà. Cercò lo sguardo di Itachi e Shisui, accorgendosi che erano gli unici adulti presenti.
“Non posso prenderlo da te, ragazzo. Sei troppo debole, potresti andare in arresto cardiaco.”
“Sto bene” sbottò Sasuke, tirando su la manica della felpa. “Prendete questo dannato sangue e facciamola finita.”
Lei sospirò. “Mi dispiace davvero, ma non posso farlo.”
Itachi fece un passo verso di loro ed abbassò il braccio di Sasuke. “Prendete il mio.” disse, guardando l'infermiera.
Sasuke si voltò verso suo fratello. “Nii-san, sono io a doverlo fare, non tu. Non hai nessun obbligo verso di lei, non sai neanche...”
“Mi hai detto di fidarmi di te. E' quello che sto facendo. Ed ora sarà meglio muoversi”
Detto questo seguì l'infermiera in un altra stanza, senza voltarsi indietro.


“Sei sicuro di sentirti bene?”
Mitsuki sedeva accanto ad un Itachi intento a rigirarsi tra le mani una barretta di cioccolato al latte.
“Devi mangiarla, ti hanno preso molto sangue” lo incoraggiò, indicando con una mano quel dolce poco invitante.
Itachi smise di esaminare la barretta e cercò lo sguardo di suo fratello, di nuovo in piedi vicino alla finestra. Aveva le braccia incrociate e il volto fisso in direzione della sala operatoria. Notò le sopracciglia inarcate e i muscoli contratti del suo volto. Accarezzò una spalla di Mitsuki e si alzò, allontanandosi di qualche passo per arrivare accanto a Sasuke. Si poggiò al muro anche lui ma dalla parte opposta, con i gomiti  sullo stipite della finestra e lo sguardo rivolto al cortile dell'ospedale.
“Avrei dovuto farlo io.” gli disse il minore a denti stretti, senza smettere di fissare la porta a vetri davanti a lui.
Sapeva che doveva parlargli, lo conosceva troppo bene.
“L'importante è che la tua amica sia fuori pericolo. Non importa quale sangue sia riuscito a salvarla.”
Sasuke sospirò. “Tu non la conosci. Non sai niente di lei. Se sono qui, adesso, lo devo solo a Kaori.”
Itachi si voltò dall'altro lato e gli sorrise debolmente. “Allora sono doppiamente felice di aver contribuito a salvarle la vita”
Il minore continuò a rivolgere lo sguardo altrove.
“Avrai altri modi per sdebitarti con lei, se è questo ciò che ti preoccupa. Neanche io potrò mai riuscire a ringraziarla abbastanza per quello che ha fatto, ma adesso la priorità è che si svegli e che sia fuori pericolo. Al resto penserai dopo, Sasuke.”
Entrambi vennero distratti dall'infermiera che, a due ore dall'inizio dell'intervento, li rassicurava sul fatto che l'operazione stesse andando bene e che il corpo della ragazza avesse accettato il sangue senza alcun problema.
“Il chirurgo ne avrà ancora per qualche ora, ma posso dirvi che Kaori se la caverà.”
Mitsuki si alzò e corse ad abbracciare Itachi, Shisui tirò un sospiro di sollievo, cadendo su una panca lì vicino, mentre Sasuke si passò una mano sul viso ed annunciò che sarebbe uscito a prendere una boccata d'aria.
Ma la tranquillità che sperava di trovare al di fuori di quel posto venne letteralmente infranta da una ragazza con i capelli rosa che gli si gettò al collo senza neanche dargli il tempo di rendersene conto. Cominciava veramente ad averne abbastanza di tutto quel contatto fisico nel giro di così poco tempo. La allontanò da se con delicatezza e non fu in grado di dire nulla davanti a quelle lacrime di gioia, né davanti all'espressione preoccupata ma raggiante del suo migliore amico, proprio dietro di lei.
“Sono felice di rivederti, Sasuke.” gli disse, non appena Sakura si decise ad allontanarsi per lasciarlo respirare. Gli diede una pacca su una spalla e gli trasmise, con qualche semplice parola, quanto era stata dura sopportare tutta quella situazione.
Annuì debolmente, rilassando i muscoli del viso.
“Anch'io, Naruto”.
  
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