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Autore: needacurlyboy    14/05/2015    4 recensioni
Mi sposto dalla porta per farlo passare ma lui mi guarda senza accennare di andarsene.
"Ho il diritto di vederli." Sussurra.
"Mamma."
Mi giro di scatto trovando Leonardo sulle scale.
"Caamella." Dice indicando Harry.
Lui sorride e fa per avvicinarsi ma io mi paro davanti e lo guardo male.
"Vattene." Sibilo prima di prendere Leonardo e salire di sopra.
FANFICTION ISPIRATA A QUESTA OS: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2294072&i=1
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Selena Gomez – The heart wants what it wants.
 
Capitolo Trentasei.
 
Giorni, settimane, mesi… Mi sembra passata un’eternità da quando Harry ed io abbiamo litigato, ma quella è stata solo la prima di tante altre. Sono passati solamente tre giorni, domani lui partirà per il tour e in questi giorni ha passato la maggior parte del tempo agli studi per le prove, ma quando tornava a casa ricominciavamo a discutere.
 
Non capisco perché abbia tirato fuori questo discorso.
 
Non capisco tutto questo accanimento nei confronti di Andrea.
 
Non capisco cosa io abbia sbagliato.
 
Forse non dovevo accettare di venire a vivere con lui così presto, non sarei dovuta andare a lavorare da Nando’s –sapendo che molto probabilmente lo avrei incontrato- e non sarei dovuta venire a vivere a Londra; sarei dovuta rimanere con i miei genitori in Italia e vivere la ma vita crescendo i bambini con loro e le ragazze.
 
Trattengo le lacrime che minacciano di rigare il mio viso e continuo a sistemare il letto di Leonardo. Questa mattina Harry è uscito presto ed ha accompagnato i bambini all’asilo… Non mi ha nemmeno detto se tornerà o no per pranzo.
 
Piego le loro tutine che usano per dormire, le sistemo ai piedi del letto e esco dalla stanza aprendo la finestra per far prendere aria.
 
Entro nella mia camera e sospiro nel vedere solo la mia parte del letto disfatta. Anche questa notte Harry è andato a dormire sul divano.
 
Non volevo che andasse così tra noi.
 
Tiro su con il naso, mentre le lacrime rigano le mie guance e comincio a sistemare il letto.
 
La mia vita insieme a lui me la ero immaginata molto differente, ma non tutto quello che si vuole si ha, giusto?
 
Mi asciugo le guance ed esco dalla stanza, per scendere al piano di sotto ed entrare in cucina. Pensandoci bene, dovrei andare a fare la spesa, ma non me la sento di uscire da sola… Potrei sentire le ragazze.
 
Prendo il cellulare dalla tasca della felpa, compongo il numero di Celine e mi porto l’apparecchio all’orecchio. al terzo squillo risponde.
 
“Pronto?” Chiede con voce roca.
 
“Celi, stai bene?” Chiedo preoccupata.
 
“Do, ho la febbre e il raffreddore.” Borbotta.
 
“Oh, mi dispiace. Hai bisogno di qualcosa?”
 
“Do, tranquilla. Liam verrà da me subito dopo le prove.” Dice felice.
 
Vorrei esserlo anche io.
 
“P-Perfetto. Ora riposati, ti mando un messaggio più tardi.”
 
“Agli ordini.” Ridacchia, ma si blocca per colpa della tosse.
 
Chiudo la chiamata e appoggio il cellulare sul bancone sospirando. Chi posso chiamare? Elisa è al lavoro, Chiara è a scuola… Gemma? Si, forse lei è disponibile.
 
Cerco il suo numero nella rubrica, la chiamo e, dopo un paio di squilli, parte la segreteria telefonica. “That’s Gemma, I’m busy , so I can’t talk now. Call me later, if it’s important! Bye!”
 
"Owh.” Sbuffo e abbasso lo sguardo. Devo andare da sola.
 
Scendo dallo sgabello, esco dalla cucina, mi avvicino all’attaccapanni e indosso la giacca. Cerco nelle sue tasche le chiavi della mia auto, ma subito mi torna in mente che la macchina è dal meccanico per la revisione. Dannazione, oggi sembra andare tutto storto.
 
Devo prendere un auto di Harry, spero solo che non si arrabbi.
 
Scendo in garage e accendo la luce, che poco a poco illumina la stanza. Guardo le tante auto in fila davanti a me e scelgo quale guidare; anche quando non lo conoscevo ero innamorata della sua Ferrari nera.
 
Prendo le chiavi dalla teca accanto alla porta, mi avvicino all’auto, entro e mi accomodo sul sedile del guidatore. Che la corsa abbia inizio.
 
Apro il garage con il telecomando, metto in modo ed esco ritrovandomi davanti casa. comincio a guidare verso il supermercato e, dopo una decina di minuti, sono arrivata. Trovo un posto libero nel parcheggio e, prima che possa farlo qualcun altro, mi ci infilo.
 
Prendo la borsa dal sedile accanto al mio, scendo dalla macchina e mi dirigo verso l’entrata. Ci sono anche dei negozi di vestiti, elettronica e profumi… Potrei farci un salto per passare il tempo, visto che non ho nient’altro da fare. Perciò entro in uno di essi.
 
Sento il suono del mio cellulare e velocemente lo prendo dalla borsa.
 
È Harry. il mio cuore comincia a battere più forte e le mie labbra si arricciano in un sorriso, che leggendo svanisce.
 
“I won’t be home for lunch. Harry.”
 
Oh…
 
Sarò sola.
 
“È lei? Ne sei sicura?” A riportarmi alla realtà è la voce di una ragazza a qualche scaffale da me. inarco un sopracciglio e alzo gli occhi su di lei, che con la sua amica distoglie lo sguardo.
 
Stanno parlando di me?
 
Non rispondo al messaggio, riporto il cellulare dentro la borsa e comincio a guardarmi intorno per scegliere qualcosa. Una maglietta? No, il mio armadio ne è pieno. Dei jeans? Mmh, si potrei.
 
“Hai visto cosa dicono su lei e Harry?” Chiede ancora. I giornali parlando di me?
 
“Che si sono lasciati? Spero che non sia vero, mi piacciono insieme e i loro bambini sono adorabili.” Dicono che Harry ed io ci siamo lasciati? Da chi diamine anno avuto questa falsa notizia?
 
Continuo a fare finta di niente, trova la taglia per i jeans e mi avvicino alla cassa per pagare.
 
Esco dal negozio velocemente, prendo il carrello ed entro nel supermercato. È mezzogiorno, nessuno mi aspetta per pranzo perciò posso fare con calma.
 
 
Quando esco dal centro commerciale riporto il carrello al suo posto e prendo le tre buste tra le mani, ma mi fermo quando vedo dei paparazzi appostati accanto all’auto di Harry. come faccio a tornare a casa?
 
Appoggio le buste per terra, cerca nella mia borsa un paio di occhiali scuri e, per fortuna, li trovo. Sistemo il cappuccio sopra la testa, raccolgo le buste e comincio a camminare verso la macchina. Si renderanno conto che hanno fatto un buso nell’acqua e andranno via, vedendo che non sono Harry.
 
“È Veronica!” Urla qualcuno attirando l’attenzione dei paparazzi, che non perdono tempo ad avvicinarsi a me, accerchiandomi. Dannazione, oggi non è proprio la mia giornata.
 
“Per favore, f-fatemi passare.” Provo, ma nessuna sembra intenzionato a lasciarmi andare mentre continuano a farmi domande inappropriate e ad accecarmi con i flash.
 
“Sei rimasta incinta di proposito?” Chiedo uno. “Per i soldi?”
 
Come possono anche solo pensarlo? È meschino.
 
“Avete litigato, vero? Vi state lasciando? Non pensate ai bambini?”
 
“Ora stai frequentando Hemmings dei 5SOS?”
 
Da dove esce questa ora?
 
Luke ed io siamo solo amici, ci sentiamo qualche volta dopo il concerto, ma niente di più.
 
“Vuoi uscire con altre star per diventare famosa?”
 
“Ora basta!” Sbotto alzando il tono della voce, mentre le lacrime rigano il mio viso. “Voi paparazzi siete bravi soltanto a rovinare la vita delle persone. Come potete pensare che io sia rimasta incinta di proposito a sedici anni!? Ero un’adolescente, dannazione, e dovevo vivere la mia vita! E tra me e Harry va tutto bene, ora smettetela e fatemi passare, cazzo!” urlo ancora spingendo dei paparazzi per passare. Apro la macchina sistemo le buste nei posti posteriori e mi accomodo nel sedile del guidatore.
 
Faccio retromarcia stando attenta a non imbarcare nessuno ed esco dal parcheggio guidando velocemente verso casa, mentre le lacrime continuano a rigare le mie guance.
 
Come sono finita in tutto questo?
 
 
Apro la porta di casa e, una volta all’interno, la richiudo alle mie spalle appoggiandomici contro. Ho bisogno di parlare con una persona, ho bisogno di lui.
 
Porto le buste in cucina, le appoggio sul tavolo, salgo al piano superiore e mi rifugio nella mia stanza. Dopo ciò che è successo nel parcheggio del supermercato mi si è chiuso lo stomaco e mi è passata la dame. Solo a pensare al cibo mi viene da vomitare.
 
Mi sfilo la giacca appoggiandola sul letto, metto la borsa sulla scrivania, prendo il cellulare e mi metto seduta al centro del letto. cerco il suo nome nella rubrica e lo chiama. Lui è l’unico che riuscirebbe a capirmi, spero solo di non disturbarlo.
 
Porto il telefono all’orecchio e attento impazientemente che mi risponda. Al terzo squillo lo fa.
 
“Pronto?” Chiede in un sussurro.
 
“Andrea.”
 
Harry’s pov.
“No, no, no. Harry fermati.” È Vittori, la nostra vocal coach a fermarmi. Chiudo gli occhi, sospiro e sistemo le cuffie intorno al collo. Non riesco a concentrarmi. “Che hai? Sei tra le uvole questi giorni.” Si avvicina a me e mi accarezza una spalla.
 
Sospiro e mi passo una mano tra i capelli. “Non dovrei pensare alla mia vita privata mentre lavoro, ma… Ma non ci riesco. Veronica ed io stiamo litigando da tre giorni, la notte non riesco a dormire ed ho un brutto presentimento da questa mattina.”
 
“Vedrai che tutto si sistemerà, tesoro.” Sorride dolcemente. “Ora, vai a casa e parla con lei.”
 
Annuisco, mi sfilo le cuffie e le lascio accanto al microfono. Devo chiederle scusa, non avrei dovuto dire quelle cose, ma pensare che Andrea ha cresciuto Lorenzo e Leonardo durante la mia assenza mi ha fatto imbestialire.
 
“Voglio ascoltare Louis, adesso.” Dice guardando il castano. Si alza al divano e prende il mio posto, mentre io m’infilo la giacca per uscire.
 
“A domani, ragazzi.” Li saluto con una mano, prima di uscire dallo studio. Mi ferma ad autografare e a fare foto con delle fan, che sono qui fuori, e poi mi allontano. Entro in macchina, metto in moto e m’immischio nel traffico di Londra per arrivare a casa.
 
Noto, una volta arrivato, la mia Ferrari parcheggiata davanti al vialetto e parcheggio dietro di essa. L’auto di Veronica è dal meccanico, probabilmente è uscita.
 
Scendo dalla macchina, la chiudo e mi avvicino alla porta. Infilo una mano nella tasca della giacca per trovare le chiavi, le infilo nella serratura, la apro e la richiudo subito alle mie spalle. Silenzio… In salotto e in cucina non c’è nessuno.
 
Controllo l’ora sull’orologio al polso e torno a guardarmi intorno. Sono le due e mezzo, non può essere andata a prendere i bambini.
 
“Che cosa devo fare?” È lei; la sua voce è roca. Sta piangendo? E con chi sta parlando? Salgo al piano di sopra, mi avvicino alla nostra stanza e, grazie alla porta socchiusa, riesco a vederla seduta con le ginocchia al petto al centro del letto e con il cellulare davanti al viso.
 
“Non lo so, Vero. Quello che senti, suppongo.” A quella voce il mio cuore perde un battito e trattengo il fiato. Andrea. Tra tutte le persone, proprio lui?
 
“Ma io-io… Voglio tornare in Italia, ho-ho bisogno di una pausa; in più ho perso il lavoro, i miei genitori devono traslocare e… Questa non è la vita che volevo. Sono stata circondata dai paparazzi e non smettevano di farmi domande inappropriate. Pensavo-pensano che io sia rimasto incinta di proposito, che mi stia approfittando di Harry per i suoi soldi.” Singhiozza ripetutamente mentre le lacrime le rigano il viso. Vederla in queste condizioni mi spezza il cuore e sentire che cosa le è successo con i paparazzi mi fa arrabbiare, sempre di più.
 
Stringo le mani in dei pugni, facendo diventare le nocche biacche, e quando rialzo lo sguardo noto che Veronica mi sta guardando con le labbra dischiuse, sopra di vedermi.
 
“T-Ti chiamo dopo, Andrea. Ti voglio bene.” Dice tornando a guardare il cellulare.
 
“Okay. Ti voglio bene.”
 
Chiude la video-chiamata, appoggia il cellulare accanto a lei, circonda le sue ginocchia con le braccia e appoggia la fronte su di esse, mentre io entro nella stanza a testa bassa.
 
“Abbiamo bisogno di una pausa. Penso che-che siamo stati troppo avventati; dopo quattro mesi siamo andati a vivere insieme e… E dovevamo ancora conoscerci meglio.” Ridacchia amaramente tirando su con il naso. “Tornerò dai miei genitori, hanno bisogno di me.”
 
“I bambini?” Chiedo soltanto a voce bassa.
 
“Dirò a Elisa che non andranno per gli ultimi due mesi e lo riferirà alle sue colleghe.”
 
“Non potrò vederli… Per quanto tempo starò lontano da loro?” Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi rossi per il pianto.
 
“Non li avresti visti lo stesso. Sarai in Canada e negli Stati Uniti per tutta l’estate.” Dice impassibile passandosi una mano su una guancia. “Ti chiamerò, ci scriveremo e potremmo video-chiamarci. La tecnologia ha fatto miracoli in questi anni, lo sai.”
 
Sospiro e provo a contenere le lacrime. Non devono tradirmi. “Puoi-Puoi usare il mi jet per il viaggi, così potrai portare anche il cucciolo.” Sussurro dandole le spalle.
 
“Grazie.” Dice.
 
“Va-Vado a prendere i bambini, si sta facendo tardi.” Esco dalla stanza, stringo i pugni e le lacrime cominciano a rigare le mie guance, mentre provo a contenere le lacrime.
 
È l’inizio della fine?
 
***
“Ci mancheai, papà.” Dicono in coro Leo e Lori stringendomi in un abbraccio, mentre siamo in aeroporto. Partirò per il Canada tra mezz’ora, non riesco ad allontanarmi da loro e, pensare che non li vedrò per quattro mesi mi spezza il cuore. Ora che tutto stava andando per il verso giusto, stavo per chiedere a Veronica di sposarmi, io… Io ho dovuto rovinare tutto con la mia inutile gelosia.
 
Mi allontano dai due e li guardo sorridendo. “Che cosa vi ho detto prima di partire?” Chiedo loro indicandoli con un dito.
 
“Non dobbiamo picchiacci, non tiae le oecchie a Caamella e non fae impaie mami.” Dicono in coro sorridendo. “E non tiae più lombichi alle bambine.” Prosegue Leonardo, facendo ridere Veronica alle loro spalle. Alzo lo sguardo su di lei, volendo incrociare i suoi occhi, ma a dividerci sono gli occhiali neri che porta, per non far vedere le occhiaie. Questa notte abbiamo dormito nel nostro letto, ma a debita distanza; l’ho sentita rigirarsi per tutta la notte e, quando ho cercato di abbracciarla per calmarla, lei si è lasciata cullare e si è addormentata tra le mie braccia, alle prime luci del mattino.
 
Mi alzo in piedi, senza smettere di guardarla e mi avvicino a lei sotto lo sguardo curioso dei bambini.
 
“Ci vediamo.” Forza un sorriso e mi porge una mano. Quattro mesi senza di lei, di loro… Passeranno in fretta, continuo a ripetermi cercando di convincermi.
 
Le afferro la mano e la tiro verso di me stringendola in un abbraccio. All’inizio sembra sorpresa dal mio gesto, ma poi appoggia le mani sulle mie spalle e mi stringe a se. “Chiamami ogni volta che hai bisogno, non esitare. Okay?” Sussurro al suo orecchio e lei annuisce.
 
“Le chiavi del mio jet le ho date a Chris, il pilota. Ho lasciato il suo numero in un post-it attaccato al frigo, quando vuoi partire chiamalo, sarà disponibile quando vorrai.” Sorrido e mi allontano da lei.
 
“Grazie.” Annuisce e tira su con il naso.
 
“Ci vediamo presto.” Li saluto di nuovo e cammino verso l’imbarco, mentre mi saluto con una mano sorridendo.
 
Passerà.

 
Io lo conosco nonostante tutto
e conosco il suo cuore
e so che ciò che non farebbe per farmi del male
ma non avevo realizzato che
sentirsi così sicuri, sentirsi così bene nei propri panni
e poi è andato completamente in frantumi
per una cosa, per qualcosa così stupido
ma poi mi fai impazzire


 
Angolo autrice.
Non potete immaginare quante camice io abbia sudato per scrivere questo capitolo, probabilmente è uno dei più lunghi che ho scritto fino ad ora. Mi dispiace per questo mio immenso ritardo, ma la scuola mi tiene molto impegnata ultimamente e, in più, ho l’esame. Ho già qualche capitolo pronto (fino al 40) e, d’ora in poi, aggiornerò tutte le settimane, ogni giovedì. Spero che questo capitolo vi piaccia, anche se molto probabilmente non era ciò che vi aspettavate.
Gli Heronica non hanno risolto, anzi tutto l’incontrario. Veronica viene “attaccata” dai paparazzi, lei ha bisogno di qualcuno con cui parlare e chiama Andrea. Vi aspettavate che chiamasse lui? E che prendesse la decisione di prendersi una pausa e tornare in Italia dai suoi genitori?
Secondo voi che cosa succederà nei prossimi capitoli? Ah, vi avviso ora. Tornerà Andrea! *-*
Porterà guai o aiuterà Veronica nella sua situazione?
Ora devo andare. Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto.
Siete arrivate quasi alle 200 recensioni, asdvfekg.
Okay, devo calmarmi.
Alla prossima,
Reds xx
  
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