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Autore: RedDisposition    14/05/2015    1 recensioni
–perché il caffè non lo danno qui dentro- sbuffò la latina –ti aspetti che diano la caffeina ad un branco di matte?- Santana scoppiò a ridere ma si bloccò vedendo lo sguardo titubante di Rachel nel guardare il suo pranzo –Rach quante altre volte dovrò dirti che devi mangiare se vuoi uscire da qui?- Rachel alzò lo sguardo sulla latina –io mangio, è quello che faccio dopo che mi fa paura- Santana alzò un sopracciglio –com’è possibile che abbiamo parlato di tutto tranne che della nostra storia?- Santana fece spallucce –non ne ho idea- si alzò le maniche di poco mostrando appena i polsi e Rachel notò un paio di bende, quelle che una settimana prima non aveva.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Kurt Hummel, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Blaine/Kurt, Mercedes/Sam, Quinn/Rachel, Rachel/Santana
Note: Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 17
 
-Buongiorno- Rachel sentì Santana sbadigliare dall’altra parte del cellulare –hei amore- sorrise sentendo quel nomignolo, spense la sua auto e si avviò verso l’entrata del liceo –sei già a scuola?- chiese salutando Kitty, stava con un gruppo di Cherioo che la guardarono disgustata –no, faccio tardi, conservami il posto all’ultimo banco- Rachel annuì e camminò per il corridoio cercando di non farsi vedere con il cellulare in mano –stai bene?- chiese aprendo il suo armadietto, sentì un attimo di silenzio dall’altro lato e sorrise amaramente –si, sono solo un po’ nervosa- Rachel crucciò le sopracciglia –per quello che è successo ieri?- la sentì sospirare e si passò una mano sul viso –loro avevano bisogno di un momento per assimilare la cosa- sentì la latina sospirare –come si comportarono con te? Insomma ti guardarono impietriti e muti fino al suono della campana? - Rachel deglutì –nella stessa maniera anzi anche peggio- sussurrò e stettero un attimo in silenzio, non le importava se nessuna delle due diceva niente, non era un silenzio imbarazzante ma uno di quelli rafforzanti, loro due parlavano anche senza far uscire qualche suono dalla loro bocca. Quella specie di incanto però fu distrutto dal suono della campanella che fece sbuffare Rachel –è suonata, ti aspetto in classe- sentì la latina salutarla  e si avviò in classe sedendosi, proprio come le aveva detto Santana, all’ultimo banco. Poggiò la testa sul banco e chiuse un attimo gli occhi.
 
-Rachel..- la ragazza sussultò mettendosi dritta e fissò l’amica negli occhi, vide un velo di terrore passarle sul viso, e chinò lo sguardo asciugandosi le labbra, si guardò intorno in quel cubicolo, il bagno sudicio della scuola. Si era dimenticata, completamente, di chiudersi a chiave, senza neanche pensarci si era chinata sul water e aveva cercato di gettare via tutto, il dolore, la vergogna, tutto, stava per funzionare, si era già portata due dita alla bocca quando Mercedes era entrata rimanendo con la bocca spalancata –io..- provò a parlare alzando lo sguardo, la ragazza aveva ancora gli occhi spalancati, pieni di delusione e pronti a rimproverarti, la sua smorfia confusa era ben visibile e non cercava neanche di mascherarla –che stai facendo?- la ragazza indicò il bagno e Rachel deglutì non sapendo dare una risposta –io..- riprovò ma non le uscì niente, guardò di nuovo l’amica, aveva smesso di fissarla e aveva fatto retrofronte, camminando svelta verso l’uscita, la vide da lontano passarsi una mano sul viso –Mercedes! Aspetta!- urlò, ma la ragazza non la ascoltò e continuò a camminare svelta. Rachel sbuffò e lasciò andare un pugno al muro, si mise una mano davanti alle labbra cercando di non urlare e lasciò che le sue lacrime silenziose le bagnassero le guance.
 
-che fai?- la voce di Kurt le fece aprire gli occhi di scatto, alzò la testa da quella posizione che aveva preso appena entrata  e si guardò intorno, Santana non era ancora arrivata –riposavo gli occhi- Kurt le sorrise annuendo e andò a sedersi accanto a Blaine che gli sorrideva, Rachel lo salutò con un gesto della mano e si girò a fissare la finestra, e di nuovo si perse nei suoi pensieri.
 
-dobbiamo parlarti- venne accerchiata in aula canto dai suoi compagni di glee, cercò una via d’uscita e facendo un passo avanti trovò la sedia a rotelle di Artie che la bloccava –non scapperai- Rachel deglutì e fissò Tina –Mercedes ci ha detto quello che è successo- Rachel si girò verso Sam che le sorrideva apprensivo –è tutto okay, non era niente, mi sentivo male- sentì uno sbuffo da dietro e si girò –davvero? So riconoscere una persona che si provoca il vomito- Rachel deglutì di nuovo –che motivo avrei di vomitare Cedes?- Artie fece spallucce –sono giorni che ti vediamo strana, dimagrita, la tua voce non ha più la stessa potenza- Rachel sentì gli occhi inumidirsi e abbassando lo sguardo li strinse –devo andare ora- fece un passo verso Artie che fissò Mercedes –non è finita qui Rach- la ragazza fece un cenno al ragazzo che si spostò lasciando correre via Rachel. Scappò più veloce che poteva e appena si ritrovò in bagno da sola scoppiò in un pianto dirotto.
 
-Berry? Berry!- sentì il professore chiamarla e si girò di scatto verso di lui che scosse la testa –stai ancora dormendo Berry?- Rachel scosse la testa e lo fissò –sai Lopez che fine ha fatto?- Rachel scosse la testa guardandolo stranamente, perché lo chiedeva a lei? Che si capisse che erano così intime? E soprattutto dov’era finita Santana? Rachel sbuffò e iniziò a fissare la porta, con la speranza che la latina fosse arrivata con la sua solita aria da diva. Dopo qualche minuto la vide arrivare, solo che al posto dell’aria da diva aveva un forte fiatone dato per la corsa forse, i capelli erano racchiusi in una coda spettinata e dall’espressione intontita doveva essersi svegliata da poco –mi scusi, la macchina non partiva- il professore alzò gli occhi al cielo e le fece segno di accomodarsi –che fine hai fatto?- Rachel le sussurrò appena Santana le si fu seduta accanto –quando hai staccato la chiamata mi sono addormentata!- Rachel cercò di reprimere una risatina –sei proprio un bradipo- Santana le sorrise e si accoccolò con la testa sul banco –Lopez sei hai così sonno ti mando in infermeria- la latina alzò lo sguardo verso il professore che la guardava severo –mi stavo solo appoggiando- il professore alzò un sopracciglio –mi rispondi anche?- Santana sbuffò –stavo dando la mia spiegazione- gli sorrise con una faccia da schiaffi e vide il professore farsi rosso come un peperone, Rachel la guardò male lasciandole una gomitata fra le costole –vuoi una nota disciplinare per caso?- Santana alzò gli occhi al cielo –mi scusi- sussurrò falsamente –cos’hai stamattina?- la latina guardò la sua ragazza e alzando lo sguardo si voltò verso la finestra.
 
-Santana!- la latina chiuse il suo armadietto e si girò a fissare Blaine che le si avvicinava –ciao gay Berry- sorrise facendo ridere il riccio/gelatinato –dato che Finn è partito e Rachel non c’è stata per un po’, mi hanno dato l’incarico di essere il vice leader del gruppo, quindi volevo parlarti di quello che abbiamo deciso su quello che ci hai detto l’altro giorno- Santana annuì deglutendo –ti ascolto- sorrise e riaprì il suo armadietto cercando di non fissare gli occhi nocciola dell’altro –non ci frega di quello che eri Santana, ci importa di quello che sei adesso, di quello che sei brava a fare e del mondo in cui, con quelle tue battutine spesso acide e altamente ironiche, ci fai ridere, con te smorziamo la tensione e spesso sei una stronza insopportabile, ma noi siamo una famiglia e le famiglie si accettano per quello che sono, non vogliamo che tu cambi, ti accetteremo per quello che sei, noi..- non riuscì a finire di parlare perché Santana l’aveva attirato a sé e l’aveva stretto forte –parli più della Berry- Blaine scoppiò a ridere e si allontanò sorridendole –questa scuola sembra un gay pride- Santana alzò un sopracciglio guardandosi intorno, aveva sentito quel sussurro farsi strada fra le diverse teste che popolavano il corridoio a quell’ora –puoi ripetere scusa?- Santana si avvicinò ad una cheerleader che stava confabulando qualcosa con una sua compagna di squadra –San non ne vale la pena, loro..- latina fece un segno con la mano facendo zittire Blaine –ho detto che ormai questa scuola è un gay pride, noi Cheerleader non riusciamo a concentrarci con queste checche che camminano per i corridoi e fissano i nostri ragazzi bramosi di portarseli a letto, e per quanto riguarda le lesbiche, beh, stacci lontana- Santana sospirò chiudendo gli occhi –essere gay non significa volersi fare tutte le persone del tuo stesso sesso, e poi una di voi con me, ma vi siete viste? Un mucchietto di ossa che sbattono i pon pon, sul serio?- Santana lasciò andare una risata e si girò avviandosi a Blaine che era rimasto a fissarla soddisfatto –stupidi gay di merda- la cheerleader mollò uno spintone a Blaine che si ritrovò schiantato contro l’armadietto, Santana strinse di nuovo i denti e si girò furiosa, si guardò intorno e con sguardo malefico fissò la compagna della cheerleader, impugnava una granita a fragola, con un sorriso schietto e meschino gliela scippò di mano e la gettò sulla testa della ragazza –non provare a parlare più in questo modo ai miei amici- le disse minacciosa accartocciando il bicchiere e lanciandolo ai loro piedi –oddio, io..- la compagna cercò di parlare –sta zitta! Aiutami cretina!- le due cheerleader filarono in bagno e Santana si girò fissando Blaine sorridente –Blaine! Oddio che ti è successo?- Kurt corse verso il suo ragazzo con Rachel alle calcagna –una cheerleader- si limitò ad accennare alzandosi da terra, poi però passò lo sguardo su Santana sorridendo –Santana l’ha conciata per le feste però- Kurt la fissò preoccupato –non l’ho picchiata!- alzò le mani in segno di innocenza facendo ridere gli altri –le ha lanciato una granita- Rachel scoppiò a ridere e si avvicinò alla latina intrecciando le sue dita a quelle di Santana, la latina le sorrise –ragazze- Kurt sussurrò facendole risvegliare, il ragazzo indicò Blaine con lo sguardo –oh, giusto- Rachel sorrise imbarazzata e si allontanò da Santana –aspetta, cosa? cosa sai che io non so?- Kurt alzò gli occhi al cielo e prendendo Blaine per un braccio lo trascino via –dai Kurt! Dimmelo- le due sentirono da lontano scoppiando a ridere.
 
-dovremmo studiare per domani- Santana annuì continuando a passarsi lo smalto nero sulle unghie –abbiamo un esame di spagnolo, ricordi?- Santana annuì di nuovo–è la mia seconda lingua, non ho bisogno di studiarlo- alzò un attimo lo sguardo su Rachel che la guardava con la testa chinata –che c’è?- le sorrise –perché nero?- Santana crucciò le sopracciglia e abbassò lo sguardo sulle sue unghie –oh, non lo so, mi piace così- Rachel annuì e tornò a posare gli occhi sul libro. Ma inutilmente dato che cinque minuti dopo era tornata a fissare Santana, che ancora era concentrata sulle sue unghie, le sembrava la visione più bella che avesse mai visto, così dimenticandosi completamente di un ipotizzabile esame chiuse il libro e poggiando il mento sul dorso della mano rimase concentrata a fissare Santana e tutti i suoi movimenti, sventolava la mano per far asciugare velocemente il suo smalto, e vi soffiava sopra, facendo un espressione buffa e dolce allo stesso tempo –se vuoi un autografo chiedi pure- gli occhi divertiti della latina che si puntavano nei suoi la fecero svegliare da quella specie di trans e scoppiò a ridere –faresti tutto per me vero?- Santana alzò un sopracciglio –cosa?- Santana si mise sdraiata sul suo letto con Rachel a qualche metro –non riesco a togliermi una cosa dalla testa da quando sei uscita da quel posto- la latina alzò un sopracciglio e vide lo sguardo di Rachel vagare per la stanza –che stai cercando?- la ragazza sorrise –la tua divisa da Cheerleader- Santana scosse la testa –scordatelo, non la metterò mai- Rachel sbuffò –andiamo San, faccio quello che vuoi, ma fammi vedere come ti sta- Santana scosse la testa mettendosi supina –sei cattiva- Rachel la sovrastò sedendosi sul suo addome, Santana spalancò gli occhi e deglutì rumorosamente –perché pensi sempre a quello?- Rachel scoppiò a ridere facendo arrossire Santana, evidentemente Rachel aveva capito a cosa stava pensando –è una cosa naturale, anche tu penseresti a quello se non fossi così pudica- Rachel scoppiò a ridere e si chinò a schioccarle un bacio –sono romantica io, cosa vuoi- Santana sbuffò –tutto così sdolcinato e smielato- Rachel scoppiò a ridere e si chinò di nuovo a baciarla –sto aspettando ancora che tu ti metta la tua vecchia divisa- Santana sbuffò –se smetti di credere che sono un cammello vado a metterla- Rachel scoppiò a ridere allontanandosi dalla ragazza  -ti aspetto qui- Santana annuì correndo a vestirsi dietro l’anta aperta dell’armadio.
-non devi ridere però- Rachel sorrise sentendo la ragazza –non rido ma fammi vedere- Santana sospirò e sbucò fuori dal suo nascondiglio, Rachel spalancò la bocca e lasciò che le cadesse a terra, la fissò da testa a piedi e rimase incantata. Era diversa da quelle della sua scuola, la gonnellina non era a balze, era stretta e le cadeva perfettamente sulle cosce, rossa come il fuoco che ardeva sulla sua pelle, la parte di sopra non era un tutt’uno con la gonna, anzi si vedeva una piccola parte di pancia che sbucava e anche lì Rachel rimase per un attimo a fissarla e a vedere quanto quel rosso potesse bruciare su quella pelle, passò il suo sguardo sopra, dove, la divisa ormai stretta dagli anni, le andava piccola sul seno e Santana si era ritrova a trattenere il fiato, le maniche a tre quarti nere le fasciavano le braccia muscolose, Rachel non notò neanche le cicatrici che prorompevano sui polsi e sul fianco della latina, quella divisa le fasciava così bene il fisico che l’avrebbe convita ad entrare nelle Cheerio solo per fissarla ogni giorno –ehm, ora vado a toglierla- Santana sorrise imbarazzata leggermente rossa in viso,  neanche il tempo di girarsi che si ritrovò schiacciata sul letto sotto il peso e lo sguardo ardente di Rachel –mi stai spaventando- Santana la guardò confusa prima di sentire le sue labbra attaccate a quelle dell’altra, sorrise e le allungò una mano dietro i capelli, Rachel si era allungata alla sua schiena cercando la zip della divisa, ma Santana aveva cambiato le posizioni, si era seduta sul ventre della ragazza e le sorrideva maliziosamente –prima me l’hai fatta mettere e ora vuoi togliermela- Rachel sbuffò allungando le mani verso la latina, la quale la schivò abilmente –San!- le urlò contro, il suo tono si inclinò talmente tanto che sembrava stesse sul punto di piangere, Santana scoppiò a ridere e si chinò sul suo collo tempestandolo di baci, allungò le mani alla camicetta di Rachel e quasi strappandogliela di dosso le aprì tutti i bottoni e la gettò a terra –era nuova- mugugnò fra un bacio e l’altro, Santana sorrise e cercando di trattenere un moto di ilarità scese fino alla clavicola della ragazza, mentre le sue mani si avviavano verso la gonna stretta di Rachel –San, aspetta- Santana si staccò e la guardò confusa –mi sta chiamando Mercedes- Rachel indicò lo schermo del suo cellulare che vibrava ed era illuminato –va bene, vado  a prendermi una lattina di coca- Santana sbuffò e camminò verso le scale scendendo in cucina. Prese del ghiaccio dal suo congelatore e lo mise in un bicchiere di vetro, lo fissò per qualche secondo e un’idea iniziò a balenarle in mente, sorrise guardando verso  le scale; così distratta nel pensare ad altro si tagliò per sbaglio con la lattina, all’inizio non ne risentì, anzi ne provò un certo piacere, ma poi si ricordò che non era mostro, non doveva amare il dolore, così puntò i suoi occhi sulla ferita, e sarebbe stato meglio se non lo avesse fatto. Il sangue pulsava sotto la sua pelle ed usciva con non poca velocita, il taglio le percorreva mezzo palmo della mano e da come il sangue scorreva era abbastanza profondo –oddio no- sussurrò e in quel momento niente fu possibile per evitare di sentire quel tremolio nelle sue gambe che aveva conosciuto bene, era rimasta bloccata a fissarsi la pelle divisa in due, deglutiva e la sua mente non faceva altro che ripeterle di correre in bagno o almeno da Rachel, di medicarsi e di fare finta che non fosse successo, ma non ci riusciva, ogni singolo muscolo del suo corpo era bloccato in quella posizione, si era passata anche un dito sulla ferita e quel bruciore le era arrivato al cervello, respirò profondamente ma ormai un attacco di panico si era impadronito di lei e della sua mente, chiuse gli occhi un paio di volte sperando di scomparire, ma era ancora lì e c’era anche il sangue, che nel frattempo non aveva smesso di uscire e piano le aveva riempito la mano e iniziava a sgocciolare e finire sul marmo bianco e liscio della sua cucina.
-Santana ma che stai combinando?- solo la voce di Rachel, qualche tempo dopo,  la fece svegliare  e tornare in sé, si girò verso la ragazza e deglutì, Rachel crucciò le sopracciglia e appena vide una goccia salata sorpassare la guancia di Santana scattò in avanti raggiungendola –oh dio, non dirmi che..- Rachel le prese la mano ferita  e la fissò bene prima di alzare lo sguardo su Santana –mi sono tagliata per sbaglio con la lattina- quel sussurrò fu così flebile che neanche Santana fu sicura di averlo detto –vieni andiamo a disinfettarlo- Rachel le sorrise –non credo che riuscirò a muovermi- Santana deglutì e fissò di nuovo la sua ferita, si strinse un labbro fra i denti e guardò Rachel che le sorrise –dammi la mano- Santana la guardò un po’ confusa, ma le cedette lo stesso la sua mano ancora sporca di sangue, Rachel poggiò le sue dita sulla ferita e sorrise a Santana –fai finta che sia solo un graffio, uno di quelli che ti fai quando rincorri qualcuno e all’improvviso cadi, pensa che non ti è uscito del sangue, e pensa che non esista- Rachel unì la sua mano a quella di Santana, sentì immediatamente il contatto con il sangue ancora umido sulla mano della latina, ma non ci fece poi così caso –io..non ci riesco- Santana sospirò passandosi una mano fra i capelli neri –San, hei- Rachel le prese il mento con la mano libera e la fissò negli occhi sorridendole –hai vinto tu, loro non hanno più voce in capitolo- Santana annuì accennando un piccolo sorriso, prima di sentire uno schioccò sul suo taglio –la smetterai mai di baciarmi le cicatrici?- Rachel fece spallucce e scoppiò a ridere –andiamo a disinfettare la tua mano- Rachel le indicò le scale con la testa, mentre con ancora la mano appiccicata a quella di Santana, si avviarono al bagno di sopra, nella stanza della latina.
 
-ti brucia?- Rachel la guardò sorridendo , Santana annuì leggermente –mi sembra di averla già vista questa scena- Rachel scoppiò a ridere e si allungò in avanti per schioccarle un bacio –sì, non so dove ma l’ho vista già - Santana le sorrise accarezzandole il viso con la mano sana –grazie- Rachel scosse la testa –non devi ringraziarmi proprio di niente- Santana abbassò lo sguardo e sussultò quando sentì una fitta di dolore –scusa- la latina scosse la testa –non importa- Rachel le sorrise di nuovo–non riesco a capire perché ti ha fatto quest’effetto, insomma è molto diverso da quello che è successo prima di oggi- Santana sospirò e abbassò lo sguardo –la prima volta che mi sono tagliata non l’ho fatto apposta- Rachel spalancò la bocca –cosa?- Santana annuì e sospirando si lasciò bendare -Avevo dieci o forse undici non lo so, so solo che mi odiavo perché ero diversa da tutte le altre ragazzine e che non sapevo reggere il dolore, provavo di tutto, dal piangere al disegnare, ma la cosa che mi fece bene fu tagliarmi per sbaglio con l’auto della mia amica, sotto il parabrezza c’era una specie di sporgenza, ho ancora la cicatrice, mi uscì il sangue per un bel po’, mi piaceva vederlo scorrere, quel contrasto con la mia pelle e adoravo ancora di più passare un dito sopra la ferita e sentire quel bruciore, sembrava il fuoco, credetti che fosse una cosa normale, insomma ero solo una bambina. Un anno dopo mi ritrovai a dover combattere contro me stessa, ero diversa da come mi voleva la gente, sinceramente non lo ricordo come fosse non combattere contro i miei mostri, comunque mi riempii il braccio sinistro di graffi, segni, rossori e lividi, mi rimasero per giorni e mia madre credeva fosse una reazione allergica, dato che mi ero data dei pizzicotti e sembravano dei morsi di insetti o allergia. Era strano sentire il mio braccio in quel modo, mi piaceva toccarlo e sentire la pelle calda al contatto con la mia mano. Diciamo che tutto è iniziato da quel giorno, un graffietto alla volta, finché non sono passata dai lividi e graffi a veri tagli. Volevo smettere, giuro, ma non potevo, quella frenesia era troppo forte, mi piaceva vedere il sangue scorrere lungo la pelle dei miei polsi. Ma dovetti fermarmi lo stesso per qualche mese, per mia madre, mia sorella, per la mia famiglia, di certo non per me, ed è questo che mi ha rovinato ,avrei voluto tagliarmi la vita a pezzi, ma non potevo così mi limitavo a farlo con la mia pelle. Ecco l’ho detto. Sono sempre stato un mostro, sin da bambina. E come dice il proverbio ‘se nasci tondo non puoi morire quadrato’. A me mi sta bene, la cosa più psicopatica è questa, amo farmi male. Scusa se non ti ho detto solo una parte della verità all’inizio, è che riesco  a realizzarlo solo adesso- Rachel le sorrise e la strinse forte, la prese per mano e quando arrivarono nella camera della latina la baciò lentamente, prima di sentire le mani di Santana sulla sua gonna, in un batter d’occhio si ritrovò in intimo e non seppe neanche come –mi è venuta un’idea- Rachel alzò un sopracciglio –quando ti vengono questi lampi di genio mi spaventi- Santana scoppiò a ridere e le lasciò un morbido bacio scendendo in cucina a prendere un cubetto di ghiaccio, se lo pose fra le labbra e corse di nuovo da Rachel –cosa vuoi fare?- Santana le sorrise e si limitò a baciarla, Rachel si lasciò scappare un gemito appena le sue labbra andarono a contatto con il ghiaccio freddo e subito dopo con le labbra ardenti della latina –San..- la latina le sorrise e le mise un dito sulle labbra, le lasciò un ultimo bacio prima di scendere, sempre con il ghiaccio fra le labbra, verso il collo della ragazza, la quale sussultò appena sentì il freddo imprigionarle la pelle –Santana- sussurrò mordendosi un labbro cercando di trattenere un gemito quando la ragazza le passò la bocca su tutta la valle dei seni, discese lentamente e quando arrivò all’ombelico vi fece diversi centri concentrici fino a mettere, quel poco che restava, il cubetto nell’ombelico della ragazza, che a quel movimento non riuscì a trattenere un gemito, Santana alzò un attimo lo sguardo su di lei e le sorrise, rifece il percorso che aveva tracciato con l’acqua, solo che questa volta le sue labbra avevano un contatto diretto con la pelle di Rachel, arrivò al suo viso –sei bellissima- la ragazza sorrise prima di attaccare la sua bocca a quella della latina, riuscì finalmente a sfilarle via quella divisa di dosso che ormai era diventata un ostacolo.

Scusate, non odiatemi, sono in grande ritardo ma non ho avuto tempo e non ero dell'umore giusto per questo tipo di capitolo. Il fatto che non mi stiate facendo sapere cosa ne pensate inizia ad essere preoccupante.
Spero che il capitolo vi piaccia.
-Kisses M
  
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