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Autore: DilettaMaselli    15/05/2015    1 recensioni
Un secondo e tutto può cambiare. Tutto può diventare più difficile e insopportabile.
La felicità si spezza, si commettono errori e la quotidianità diventa insopportabile. Ma la vita va avanti e sarà l'amore, l'amore più puro, a rendere tutto più luminoso anche se la luce non la si vede più.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Giorgia era splendida: con il suo viso morbido e innocente che ricordava un angelo e la sua lunga cascata di capelli dorati sembravano oro colato. La ragazza più bella con cui Ian avesse mai fatto l'amore. 
Probabilmente Giorgia era bella come tante altre donne, ma agli occhi di Ian era perfetta. Giorgia era l'unica che lui avesse mai amato. 

Si erano conosciuti quando Giorgia era in quarta superiore, mentre Ian, un anno più piccolo, portando con sé tutto il suo fascino di adolescente straniero, arrivò in Italia dalla Germania per uno scambio culturale con il liceo linguistico A. Manzoni di Modena. 
Fu amore a prima vista? No. Ian e Giorgia non si innamorarono tra i banchi si scuola. 
Di quel periodo, Giorgia ricordava solo che quattro ragazzi tedeschi di sedici anni si unirono alla classe 4^C, la sua classe, per un periodo di tre o quattro settimane e, poi, sparirono improvvisamente com'erano arrivati. Pensandoci su qualche minuto , forse avrebbe potuto ricordarsi che nel gruppo c'era solo un maschio e tre femmine, tra cui una aveva i capelli talmente biondo platino che sembravano quasi i capelli di un'anziano. Ma nient'altro le tornava alla mente. 
Ian, invece, quelle settimane le ricordava bene perché con quel viaggio, l'Italia aveva conquistato un posto speciale nel suo cuore. Avendo nonni materni e paterni di origine italiana, in casa Da Rold si era sempre parlato quella lingua melodica tanto diversa dal tedesco. Ma fino a poco prima di quei giorni passati all'estero, considerava quasi triste sapere alla perfezione una lingua senza conoscere le usanze e la cultura del luogo in cui viene parlata.
Giorgia non ricordava Ian ed Ian non ricordava Giorgia, tuttavia il destino decise di incrociare le loro strade una seconda, dolcissima, volta.
Accadde a New York negli Stati Uniti, in un giorno d'estate piuttosto umido, quando Giorgia rovesciò un cappuccino bollente di Sturbucks sulla felpa di Ian. Non seguì nessun tipo di scuse da parte di lei, perché quel disastro non era stato causato dalla sua testa sempre fra le nuvole. Giorgia rovesciò di proposito la bevanda calda addosso a Ian, quel bel ragazzo alto e forte che aveva intravisto di sfuggita in coda dietro di lei alla caffetteria, biondo castano dagli occhi nocciola. 
<< Ciao, mi chiamo Giorgia. >> le venne spontaneo dire in Italiano, ma subito si morsicò la lingua. Quante possibilità aveva di beccare qualcuno che parlasse la sua lingua a più di quattromila chilometri di distanza da casa? 
Una almeno doveva averla, perché il ragazzo davanti a lei sfoggiò un sorriso perfetto e rispose: << Piacere, Ian. >>
Ian aveva intuito che non si era trattato di un incidente, ma qualcosa in quegli occhi verdi e umidi per l'imbarazzo gli suggerivano che non c'era malizia in quel gesto, solo tenera ingenuità. 
Si sedettero su un tavolino all'aperto, sotto un'ombrellone. Giorgia, sorpresa di sé stessa per avere provato per la prima volta nella sua vita ad attaccare bottone con un ragazzo niente male, insistette per offrire qualcosa da bere a Ian che accettò ben volentieri, pensando che se non le avesse chiesto il numero di lì a giusto il tempo di finire il caffè, l'avrebbe persa per sempre. 
<< Allora, Giorgia, dimmi un po', come mai non hai preso un bel Frappuccino? >>
<< Frappuccino? >>
<< Si, il frappè al cappuccino. >>
<< So cos'è, ma non capisco perché tu me lo stia chiedendo. >>
Ian distaccò lo sguardo e si lasciò sfuggire una risatina. << Beh, sarebbe stato meno ustionante. >>
Giorgia avvampò e per la tensione iniziò a lacrimare e ridere allo stesso tempo. Era stata proprio pessima. E lo era anche il quel momento. Doveva ammettere di avere dei modi un po' strani per relazionarsi con le persone. 
<< Cosa ci fai qui a New York? >> domandò Ian per evitare di crearle altro imbarazzo.
<< Cerco lavoro. Per ora faccio la cassiera al market sotto casa mia. Tu? >>
<< Sono qui per amore. >>
Giorgia abbassò penosamente gli occhi. << Ah, sei fidanzato. >>
Lui sorrise, contento che avesse abboccato. << No, è un amore che condivido con troppe persone per considerarmi "fidanzato". >>
<< Non capisco. >> disse assumendo un'espressione interrogativa, un po' preoccupata.
<< Pratico sport estremi. Free climbing, bungee jumping, base jumping, torrentismo, paracadutismo, kitesurfing e tuffi. Sono la mia passione. Mi trovo qui con un mio amico e stiamo girando un po' tutta l'America per cercare raduni di appassionati, eventi e cose simili. >>
Lei rise, più tranquilla ma anche un po' impressionata da quello che aveva appena sentito. << Ah, e non hai paura? >> 
Forse avrebbe dovuto immaginare di avere a che fare con uno sportivo: era un ragazzo molto alto e anche se indossava dei vestiti che mettevano poco in risalto il suo fisico, sembrava piuttosto robusto.
Ian sorrise un'altra volta. Giorgia ormai aveva notato quel sorriso furbo e iniziava a piacerle parecchio. << Io non ho paura di niente. >>
Da quel momento la conversazione si incentrò su passioni e hobby. Ian scoprì che Giorgia adorava i Coldplay come lui, ma preferiva musica un po' più rock come gli ACDC e i Deep Purple. Amava mangiare, ma odiava cucinare, infatti gli raccontò che spendeva in cibi pronti ciò che le restava del suo stipendio dopo aver pagato le bollette. Ian spiegò che aveva già fatto viaggi lunghi come quello: in Australia, in Giappone e in India. I suoi genitori erano benestanti ed erano contenti di finanziargli le sue avventure  perché credevano che si stesse facendo una cultura viaggiando così spesso. In realtà lui si spostava solo per provare il brivido che gli regalava  il suo amato sport. 
Ian raccontò che tra tutti i viaggi che aveva fatto, non aveva mai dimenticato quelle tre settimane Italia che gli avevano permesso di conoscere un po' meglio le sue origini. Così, Giorgia scoprì che lui non aveva la nazionalità Italiana, ma tedesca e tra una cosa e l'altra saltò fuori che quelle settimane le aveva trascorse proprio a Modena,  frequentando il liceo linguistico A. Manzoni, nella classe 4^C.
I due parlarono ancora per almeno due ore. Sembrava che avessero una montagna di cose da dire da una vita e che entrambi stessero aspettando proprio l'altro per raccontarle. La verità era che spesso ripetevano cose già dette e a volte si soffermavano su particolari veramente inutili. Nessuno dei due aveva voglia di mettere un fine a quella conversazione. Il tempo, però, nessuno poteva fermarlo, così ci pensò un'addetta della caffetteria. 
<< Ragazzi, scusate il disturbo, ma se non ordinate più niente è il caso che liberiate il tavolo. >>
I loro sguardi si incrociarono, poi caddero sull'orologio alle loro spalle. 17:47. Non erano le 15:30 quando Giorgia era entrata in quel bar? 
La ragazza si allontanò mentre Ian e Giorgia si alzavano dalle rispettive sedie. 
<< Devo versarti un caffè addosso per chiederti il numero? >> scherzò lui. 
<< No, tranquillo non ce n'è bisogno. >>
Ian salvò il suo numero tra i contatti del telefono e le fece uno squillo in modo che anche Giorgia potesse avere il suo. 
Uscirono in silenzio, poi si fermarono davanti all'entrata di Sturbucks. Ian la scrutò con i suoi dolci occhi marroni, poi lei intimidita indietreggiò di un passo. 
<< Guarda che non ti mordo, sai. Voglio solo baciarti. >> 
Chiuse gli occhi e scoppiò a ridere, sicura che stesse scherzando. 
Sentì prima le sue mani tra i capelli, un'attimo di esitazione, poi le labbra morbide di Ian sulle sue. In quell'istante il tempo sembrava non esistere più ancora una volta, come prima quando chiacchieravano. 
Doveva ammettere che non se l'aspettava. 
Non ebbe il coraggio di riaprire gli occhi. Anche quando quell'indimenticabile momento si concluse, le ci volle qualche istante. Tenendo le palpebre abbassate, a Giorgia sembrava quasi di prolungare ancora un po' le sensazioni che stava provando. Avrebbe voluto che durasse un po' di più.
Quando lentamente socchiuse gli occhi, lui era sparito.
Fu il bacio più bello di tutta la sua vita; il primo di una lunga serie. 
  
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