Neppure la morte

Subito dopo aver concluso il suo settimo anno ad Hogwarts, Helena iniziò a cercare un lavoro per poter costruirsi, così, un nome tutto suo all'interno del Mondo Magico. Ai colloqui, però, i datori osservavano i suoi M.A.G.O con aria annoiata, illuminandosi solamente quando lei rivelava loro il suo cognome. Solo allora, presi dall'entusiasmo, le offrivano il posto di lavoro, augurandosi che il detto 'tale madre, tale figlia', fosse vero.

Non lo sopportava.

Detestava l'idea di essere riconosciuta solo a causa di sua madre, la celebre Cosetta Corvonero. L'invidia crebbe in lei: decisa a non passare un momento di più sotto l'ombra di Corvonero, si convinse a rubare il gioiello più prezioso che Cosetta possedesse. Si era prefissata di diventare superiore a sua madre e il diadema, che conferiva a chiunque lo indossasse infinita saggezza, sarebbe servito ad agevolarle l'ascesa alla gloria.

Perciò, in una notte estiva di luna nuova, con solo le stelle ad osservarla e l'aria calda ad avvolgerla nell'oscurità, Helena disse addio a tutto ciò che conosceva.

Andò a Londra e si rifugiò al Paiolo Magico sotto falso nome. Finalmente al sicuro nella sua stanza, aprì la sua borsa da viaggio e prese il diadema. Quando il freddo metallo le sfiorò le mani, la gola le si seccò e quando lesse la scritta incisa sul bronzo, un calore le invase lo stomaco. Erano la sete di gloria, il fuoco della vittoria, a chiamarla. Veloce, si avvicinò allo specchio incantato e una volta di fronte a esso, iniziò a calarsi il diadema sulla testa. Si bloccò, le mani che sorreggevano il diadema ancora a mezz'aria. Uno sguardo al suo riflesso e l'incantesimo si era spezzato:  il mondo le era crollato addosso in tutta la sua prepotenza. Non c'erano più sete né fuoco, ma un peso morto all'altezza dello stomaco e un groppo amaro a chiudere la gola. Non era il riflesso di una strega piena di gloria quello che Helena aveva visto nello specchio, bensì quello di una ladra, che per fama e potere, non si era preoccupata di tradire la sua stessa madre.

La strega non ritornò a Hogwarts neppure quando sentì le notizie sulla malattia di sua madre, o che Cosetta aveva espresso il desiderio di rivedere sua figlia per l'ultima volta. Scappò ancora più lontano, portando con sé il diadema e la vergogna: suoi unici compagni nel sentiero d'invidia che aveva ormai intrapreso.

Guardare il gioiello, custodito all'interno della borsa, le provocava una fitta al petto e perciò continuava a correre, miglia e miglia più lontano, ben sapendo che la colpa non l'avrebbe mai lasciata, ma sperando che la lontananza avrebbe lenito, un giorno, il suo dolore.

Quando si risvegliò, fantasma, nella Sala Comune di Corvonero e i suoi occhi caddero sul busto di sua madre e sulla replica in marmo del diadema, la Dama Grigia capì che sfuggire al senso di colpa era inutile.

Neppure la morte poteva toglierle i suoi crimini.


Note di Lady Lunete:
Questa storia doveva partecipare al Contest 'Il peggior giorno della mia vita' di Mary Black, sul forum di EFP. Purtroppo, per un guasto alla connessione ADSL, non sono riuscita a consegnare in tempo, nonostante avessi già pronta la storia.

Chiedo scusa agli amanti delle Falshfic: questa è la prima volta che ne scrivo una. Non ho il dono della sintesi e ciò mi ha fatto molto dannare. Mi rendo conto che nel tagliare, abbia tagliato troppo. Ero partita con un'idea completamente diversa, ma ho finito col cambiare la storia almeno tre volte, prima di decidermi per questa cosa qua sopra. ç_ç (sono deplorevole)

Comunque, spero che ci sia qualche anima pia che l'abbia apprezzata xD