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Autore: _Destiel    16/05/2015    2 recensioni
"C'era una volta, nel centro di New York, lontano pochi isolati da Central Park, un Istituto. Una scuola, possiamo dire, dove i giovani Nephilim, ragazzi che dedicavano la vita alla lotta contro il male e a distruggere ogni forma di demone presente in questo mondo, venivano istruiti, allenati, preparati alla vita lá fuori. Ogni istituto era aperto a tutti i cacciatori che chiedevano ospitalità, ma alcuni di essi ci vivevano stabilmente. 10 ragazzi, maschi e femmine, erano stati assegnati ad esso e potevano quasi definirsi quasi indipendenti. Le loro vite, la loro sopravvivenza, il loro mantenimento erano sotto la responsabilità del Conclave, ovviamente, ma rimanevano abbastanza autonomi. Il Conclave aveva deciso di provare a fare questa sorta di "esperimento", per assicurarsi che, al compimento della maggiore età, questi ragazzi fossero in grado di gestirsi da sé, di essere dei bravi cacciatori. E aveva affidato loro la gestione dell'edificio."
Questa storia non riguarda, non direttamente, i personaggi descritti nei libri di Cassandra Clare, perché riguarda la generazione seguente. Infatti alcuni dei protagonisti sono proprio i loro figli. Coinvolge sia i personaggi di TMI che di TDI, che sono contemporanei.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ONCE UPON A TIME - CAPITOLO CINQUE.

New York, Maggio 2013

Pov Adam

Dopo essersi lasciato alle spalle gli altri, Adam aprì la porta della sua camera, che si rivelò essere davvero molto spaziosa e curata. Già era strano trovarsi a New York, ma avere una camera così enorme  gli sembrava un'idea molto difficile da realizzare. Era figlio unico, certo, quindi non aveva mai avuto fratelli o sorelle con cui condividere la vecchia, ma essa era più o meno un terzo di quella attuale. Ed era davvero ordinata, più di quanto lui sarebbe mai riuscito a fare, ma già sapeva che tutto quell'ordine non sarebbe durato a lungo. E stanco com'era, per tutte le situazioni affrontate quel giorno, decise di inaugurare subito il nuovo letto e vi ci buttò sopra, senza nemmeno disfarlo.
"Buonanotte, Adam" Sussurró a sé stesso, poco prima di addormentarsi.

"TUTTI IN PIEDIII!" Una voce improvvisa lo svegliò la mattina seguente, facendolo sobbalzare. Adam guardò immediatamente la sveglia, che indicava le nove esatte. Il sole era ormai sotto da tempo, come si poteva intuire da i raggi di luce che penetravano dalle persiane, non totalmente chiuse, che illuminavano la stanza. Nonostante Adam avesse dormito, anche se solo per qualche ora, si sentiva più stanco che mai, ma quella voce aveva ormai turbato il suo sonno. Era una voce potente, decisa, probabilmente di una donna, che proveniva dal corridoio.  Ma non era di una delle ragazze che aveva conosciuto la sera prima, se ne sarebbe ricordato. Ma allora chi era? Sentì bussare alla porta, con forza, e la medesima voce esclamare ad alta voce: "Veloci, avete mezz'ora per scendere in palestra! Non un minuto di ritardo! Non penso vogliate essere cacciati il primo giorno!".                                             
E poi, eccetto il rumore di passi che si allontanavano, non si udì più altro che il silenzio. Adam si alzò, a malavoglia, dal letto e trascinó i piedi in bagno, per lavarsi. L'orologio segnava le nove e sette minuti. Esattamente 17 minuti dopo, Adam usciva dalla sua stanza e, scendendo le scale e recandosi in salotto per aspettare gli altri, dato che non sapeva dove fosse la palestra, incrociò i due fratelli Lewis, che stavano tranquillamente parlando.

"Tu sei Adam, giusto?" Disse Lily, indicandolo e sorridendo. E lui rispose annuendo, per poi domandare se loro per caso sapessero dove si sarebbero dovuti trovare.

"Non ne ho la minima idea, ma sicuramente i Lightwood lo sanno" Rispose Max, facendo spallucce e guardando la sorella.

"Lightwood - Bane, non Lightwood." Interruppe Sam esattamente in quel momento, scendendo dalle scale, seguita dal fratello Lorax. Adam non aveva notato, fino a quel momento, la loro estrema somiglianza: capelli biondi, occhi grigi, lineamenti delicati. Ma in quel momento, magari anche perché la sera prima era troppo stanco per poter realizzare, appariva estremamente evidente.
"Forse dovremmo distribuire delle cartine. Questo posto è grande, si fa presto a perdersi" Continuò la ragazza, sostenuta dal 'Buona idea' del fratello. Presto scesero anche tutti gli altri, ad eccezione di Ella, la ragazza alla quale aveva rovesciato addosso il caffè. 'Un secondo' pensò Adam 'contando anche la ragazza Herondale, siamo in nove. Ma chi è il decimo?'

 

 

Pov Damon

Il sole era sorto, ma non riscaldava molto la giornata, nonostante fosse Maggio inoltrato, come al solito. E,avendo vissuto tutta la sua vita a New York, ormai Damon lo sapeva bene. Quella mattina, tuttavia, il cielo era sereno, senza nemmeno una nuvola. E lui stava lì, ancora seduto sulla sdraio a fissare in alto, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata alla ragazza sdraiata di fianco a lui. Era sdraiata su in fianco e ciò impediva che potesse essere vista bene in viso, ma, da quel che poteva scorgere, sembrava decisamente graziosa. Dormiva così beatamente, cosa che lui non riusciva a fare ormai da tanto tempo e ora, che la sbronza ormai era passata, Damon comprese che lei dovesse essere una dei dieci Nephilim che avrebbero abitato l'Istituto d'ora in poi. Il ragazzo si ricordava che cosa avesse detto Sam: la mattina subito dopo l'arrivo all'Istituto dei cacciatori, avrebbero subito iniziato l'allenamento. Non gli era stato specificato l'orario, ma erano ormai le nove e venti, quando Damon comprese che probabilmente la mattinata intensiva sarebbe iniziata a momenti. Si alzò quindi dalla sdraio, pronto per scendere in palestra, ma si ricordò della ragazza; e non sarebbe stato giusto non avvertirla. Quindi si avvicinò a lei e le diede dei colpetti lievi sulla spalla, dicendo qualcosa tipo: "Sveglia, bella addormentata. E' mattina". E la ragazza, a sua sorpresa, si svegliò, borbottando cose che Damon non capì totalmente, ma che gli sembrarono abbastanza senza senso. Ma quando aprì gli occhi, di un blu splendente, e lo guardò con sguardo truce, il ragazzo notò qualcosa di famigliare nella sua espressione e poco dopo capì, ricordando anche il suo nome scritto sulla lettera.

"Ella?" Sussurrò quello stupito dalla rivelazione. Era lei, era sicuramente lei. Perchè nonostante fosse passato molto tempo dall'ultima volta che si erano visti, lui la ricordava perfettamente. I capelli neri, gli occhi oceano, la pelle pallida. E dopotutto, un'Herondale non si può dimenticare. La ragazza lo guardò, non capendo quel tono di stupore nella voce, e continuando a guardarlo male.

"Ti conosco, per caso? Non ricordo di averti visto ieri sera." Ella si alzò dalla sdraio, sistemandosi la maglietta ancora sporca di caffè, e alzò un sopracciglio, scrutandolo. Non si ricordava di lui, come immaginava. O magari non lo aveva riconosciuto, dato che erano passati otto lunghi anni.

"Davvero non ti ricordi del tuo vecchio amico piromane?" Rispose il Morgenstern, facendo un sorriso malizioso. E vide lo sguardo di lei illuminarsi, al ricordo dei tempi passati, e la sua espressione completamente cambiare. Sì, si ricordava di lui.

"Damon!" Esclamò quella, colta di sorpresa, stringendolo in un grosso abbraccio. Damon non se l'aspettava, anche perchè nessuno lo aveva mai abbracciato, e si irriggidì. La giovane Herondale notò quella reazione e si staccò immediatamente, borbottando delle scuse, ma continuando a sorridere. "Non ci posso credere...sei davvero tu..." Damon annuì, notando la grande emozione della ragazza, ancora incredula. Ma la dovette interrompere, prima che iniziasse con le domande, dato che avevano circa tre minuti per scendere di sotto.

"Dopo parleremo, ma ora è tardi. Dobbiamo andare in palestra." Rispose il Morgenstern deciso, stringendosi la felpa sulle spalle. Ella annuì e seguì il vecchio amico percorrere il terrazzo, aprire la porta e poi recarsi in palestra. Dopo tanto tempo, forse Damon non era più completamente solo.

 

Pov Sam

'Sono pronta' pensava intanto Sam, mentre si recava in palestra, seguita dagli altri ragazzi 'Ce la posso fare'. Perché sí, Sam, a differenza degli altri sapeva che non sarebbe stato solo un semplice allenamento, ma quel giorno, proprio tra pochi minuti, sarebbero stati valutati. E il voto avrebbe indicato molte cose, agli occhi del Conclave. E lei non voleva assolutamente ottenere un punteggio troppo basso ed essere separata dal fratello. Doveva fungere da guida per gli altri e dimostrarsi degna di quella posizione. Il fratello, Lorax, avvertendo la sua tensione, le si affiancò e le strinse una mano sulla spalla, come per darle coraggio. La palestra era molto grande ed era collegata direttamente all'armeria, dalla quale uscì quella che probabilmente sarebbe stata la loro insegnate. Giovane, sui trent'anni o poco meno forse, con una chioma rossa e degli occhi verdi, che la rendevano estremamente seducente. Camminò fino al centro esatto della palestra, aspettando che i ragazzi si disponessero in linea davanti a lei. Il rumore dei suoi stivali neri era l'unico suono che si sentiva nell'aria, perché appena la videro, tutti tacquero. Sam, tuttavia, sentì qualcuno sussurrare: "Che sexy" E lei era perfettamente d'accordo.  La divisa nera da cacciatrice che portava  valorizzava la sua figura  e metteva in risalto le sue forme. Sicuramente tutti l'avrebbero ascoltata. Senza ombra di dubbio.

"Allora" iniziò quella, dopo averli scrutati uno ad uno "Mi presento. Il mio nome è Lydia e sono la vostra nuova istruttrice. Domande?"
Nessuno rispose, ma ad un certo punto, si sentì la porta spalancarsi e due ragazzi, Ella e Damon, corsero a disporsi vicino a Sam, ultima della fila orizzontale, mormorando delle scuse. Subito chiese, sussurrando al ragazzo dove fosse stato i due giorni precedenti, ma la voce dell'istruttrice la interruppe. La donna non volle sentire ragioni. "Pensate che io sia qui a giocare?" Esclamò, guardandoli con aria di superiorità. "Stasera, alle nove. Fatevi trovare qui, puntuali. E vediamo se tarderete ancora." Ella tentò di ribattere, ma fu subito fatta tacere con la minaccia di dover pulire tutto l'Istituto. Era bella sí, ma non molto simpatica.

 

Pov Ella

'Maledetta vipera' pensava la giovane Herondale, avendo udito le parole della rossa. 'Ma chi si crede di essere?'. E lei aveva già tanta voglia di prenderla a schiaffi, per toglierle quel sorrisino dalla faccia, ma si trattenne e si calmò, respirando profondamente.

"Probabilmente nessuno vi ha avvisato, ma era esattamente questo lo scopo. Cogliervi di sorpresa. Quindi ora andate a prendere una divisa dall'armeria e un'arma a vostra scelta. E preparatevi ad essere testati. E fatelo in silenzio." Concluse Lydia, che a quanto pare era il suo nome, con un sorrisino sul viso che a Ella apparve molto sadico. Tutti fecero come aveva detto la rossa e le espressioni sui loro volti indicavano emozioni ben diverse: chi di ansia, chi di timore,  ma di alcuni si poteva notare la smania di essere messi alla prova. Lei cercava il fratello, per potergli dire di Damon, ma anche dopo averlo visto, non si poté  permettere di parlargli, avendo il fiato sul collo dell'istruttrice. Prese la sua uniforme e la indossò, potendo finalmente togliersi di dosso quell'orribile maglietta sporca. Non vedeva l'ora che la compagnia aerea le ritrovasse la valigia, ma sapeva di dover aspettare ancora qualche giorno.  Ad Ella piaceva moltissimo il combattimento con la spada ma, notando che era l'arma che gran parte dei ragazzi aveva scelto, andò più sul classico e impugnò arco e frecce, con il quale era abbastanza brava.

I ragazzi ritornarono in palestra, dove Lydia si era beatamente accomodata su una sedia, posta sul lato sinistro della stanza, con un taccuino in mano. Dopo aver osservato che ci fossero tutti iniziò a chiamare in ordine alfabetico, a partire dal fratello.

"Herondale, Daniel". Ella vide il fratello avvicinarsi al bersaglio, posto sulla parete frontale alla porta, con in mano tre coltelli da lancio. Il suo sguardo esprimeva sicurezza, e la ragazza sapeva benissimo quanto fosse bravo con quella particolare arma. Infatti Daniel, impugnati perfettamente i coltelli, li scagliò contro il bersaglio contemporaneamente con un veloce movimento del braccio, e tutti e tre lo centrarono nel cerchio più stretto. Lydia alzò lo sguardo, per poi annuire e scribacchiare qualcosa sul suo blocco. Il nome successivo fu proprio il suo, ma come il fratello, andò piuttosto bene. La prima freccia non centrò perfettamente il centro, ma le altre due sì. Ma girandosi verso l'istruttrice si accorse che Lyddia non la stesse osservando molto, e ci rimase un po' male. I nomi proseguirono: Kingsmill, Lewis, Lightwood - Bane e, finalmente Morgenstern. I ragazzi precedenti andarono tutti bene. Adam, con la sua lancia, aveva dimostrato una forza che non si sarebbe mai aspettata; la giovane Lily aveva invece combattuto con la frusta, mentre il fratello Max aveva affrontato Lorax in un combattimento con la spada. Anche Sam, la bionda, aveva fatto una bella figura, con una balestra che aveva centrato il bersaglio, anche se non proprio nel centro.

Al sentir nominare il cognome 'Morgenstern' a Daniel si illuminarono gli occhi e il suo sguardo si rivolse verso la sorella Ella, che annuì vivacemente per dare conferma. Daniel si portò le mani alla bocca e sul suo viso comparì la stessa espressione che probabilmente si sarebbe potuta notare sulla propria faccia, un'oretta prima. Damon, come le aspettative, fu a dir poco eccezionale, nel duello a spade contro Travis Nightshade, che vinse senza gravi problemi. Anche il secondo ragazzo non se la cavava male, ma le tecniche e le mosse del Morgenstern erano nettamente superiori e più abili. L'ultimo nome chiamato fu quello poi di Alaska Outlaw che, con i suoi coltelli da lancio, su tre volte centrò il centro esatto solamente una, ma neanche gli altri due tiri furono male,

L'istruttrice si alzò in piedi, ritornando verso il centro, senza esprimere parola e congedò i ragazzi con un cenno della mano. E quando Sam le chiese quando avrebbero potuto sapere i risultati del test, non rispose e si limitò a recarsi in armeria. Simpatica. Fin troppo.

 

Pov Damon

Damon era soddisfatto del suo combattimento, soprattutto a causa del suo avversario. Si ricordava di lui; gli aveva tirato un pugno proprio la sera prima, ma se lo era meritato. Lo aveva infastidito e ora sicuramente lo era ancora di più, dato che lo aveva battuto. Ma dopotutto, lui era un Morgenstern, e se c'era una cosa che suo padre gli avesse insegnato a fare, allora era sicuramente combattere. Appena uscito dalla palestra, si fermò, aspettando i due Herondale, che vide avvicinarsi mentre parlavano allegramente. Quando Daniel lo raggiunse, si arrestò e, dopo qualche secondo in silenzio, gli diede una pacca sulla spalla, pronunciando: "Sei proprio tu, amico". E Damon annuì, felice di averli rincontrati, mentre il vecchio amico gli circondava le spalle con il braccio sinistro e con il destro quelle della sorella, iniziando a camminare. Avevano molte cose da dirsi, cose di ogni genere che erano successe in quel grande arco di tempo. Damon raccontò dell'abbandono di Sebastian, suscitando l'incredulità dei due Herondale che mai avrebbero pensato che ciò sarebbe potuto succedere. Daniel ed Ella, dopo aver tentato di supportare Damon, raccontarono un po' della loro vita nella capitale inglese, ma continuando a ripensare al povero Damon che aveva dovuto passare tutto quel tempo con una famiglia che non era la sua, e senza grandi amici. Ma appena Daniel tirò fuori l'argomento 'ragazze', Ella arrossì vivamente e, con una scusa, tra e loro risatine, abbandonò la stanza e li lasciò soli.

"Hai visto la bionda? Quella sí che è davvero una bella ragazza" Diceva Daniel, colto dall'improvviso pensiero di Lily, la ragazza che lo aveva accolto all' aeroporto e che lo aveva subito colpito.
"Chi? Sam?" Rispose Damon, non conoscendo, dato che la sera precedente non era presente all'arrivo degli altri, l'altra ragazza bionda dell'Istituto. Alla fine anche  lei era molto bella. Ma insopportabile. E la conversazione continuò così, su quella linea,  mentre Ella, stanca per le poche ore di sonno tornava nella sua stanza, sprofondando tra le lenzuola. Damon sospirò, felice di aver ritrovato i suoi più cari amici e ancora leggermente incredulo, ma ora come ora voleva solamente godersi la vita, che forse gli stava offrendo l'opportunità di essere felice. E lui non l'avrebbe lasciata scivolare via facilmente.

 

Pov Adam

"Ehi, rosso!" Adam sentì una voce chiamarlo, ma non si girò. In quel momento il suo pensiero era uno solo: Damon Morgenstern. Dal cognome che aveva, doveva essere sicuramente il figlio di Sebastian, l'uomo di cui voleva vendicarsi. E ora aveva uno strumento per farlo. E non si sarebbe fermato.
"Ora sei pure sordo?" Continuò quella voce, che Adam riconobbe subito essere quella di Travis, dal fastidio che gli procurava. Il ragazzo si girò, senza rispondere e fissando l'altro.
"Io e Alaska andiamo a fare un giro per New York, vuoi aggregarti?" Propose Travis, speranzoso. Che problemi aveva quel tipo? E soprattutto, perché era così gentile? Dopo aver risposto con un no secco, Adam lo scansò per recarsi in camera. Non aveva tempo per divertirsi. Doveva assolutamente pensare ad un piano per vendicarsi dei Morgenstern. Purtroppo, preso dalla foga del momento, Adam aprì una porta che non era della sua stanza, ma di quella accanto alla sua, dove la giovane Herondale si stava sfilando la maglietta ma, appena sentí la porta aprirsi, si coprì per poi urlare: "COSA STAI FACENDO IN CAMERA MIA?" Adam arrossí, senza rispondere. Non era davvero sua intenzione, ma sembrava che tutto gli andasse male. Subito, deglutendo, chiuse la porta e si rintanò nella sua, lasciando una Ella arrabbiata. Di certo non gli era dispiaciuto, ma non avrebbe davvero farlo, era stato solo uno stupido errore. E probabilmente ora lei lo avrebbe odiato più di quel che già faceva. Sentendo bussare alla porta, sobbalzó, soprattutto quando sentì la voce di Ella esclamare: "Adam, apri". Ma lui non lo fece, se non dopo qualche minuto e borbottò delle scuse. Ella scosse la testa, dimenticando tutto quello che era successo e proponendogli di ripartire da capo, idea che lui accettò immediatamente. Per scusarsi poi, avendo saputo che la valigia della ragazza era andata perduta, le regalò una delle sue maglie che la ragazza provvide ad indossare, in bagno, subito. Il rosso si scostò dalla porta, lasciando entrare la ragazza, che si accomodò sulla poltrona vicino al letto.

"Allooora, da dove vieni?" Disse la ragazza, per iniziare una conversazione. In effetti, anche lei era molto carina e quando sorrideva, come in quel momento, ancora di più. E lui ripose tranquillamente alla sue domande, porgendogliene altre a sua volta, ovviamente omettendo i vari discorsi sui Morgenstern. Aveva notato l'amicizia che vi era tra le due famiglie, e già sapeva che ovviamente lei non lo avrebbe mai sostenuto nel suo piano di vendetta. E continuarono così per ore forse, fino all'una circa, quando tutti si riunirono per pranzare insieme. Era forse quello l'inizio di una nuova amicizia? Probabilmente.

Nel frattempo, mentre tutti scendevano in sala da pranzo, un foglio veniva attaccato da Lydia con le valutazioni di quella mattinata, insieme al programma della prossima settimana. Allenamento tutti i giorni, dalle 9 alle 11 e poi dalle 14 alle 16.

- Herondale, Daniel: 9
- Herondale, Ella: 9
- Lewis, Lily: 8
- Lewis, Max: 8.5
- Lightwood- Bane, Lorax: 9
- Lightwood - Bane, Sam: 8
- Kingsmill, Adam: 9
- Morgenstern, Damon: 9.5
- Nightshade, Travis: 8
- Outlaw, Alaska: 7,5

 

 

ANGOLO AUTRICE

Dato che sono una brava ragazza, ho cercato di fare il prima possibile per scrivere questo nuovo capitolo, che spero come sempre vi sia piaciuto. Fatemi sapere i vostri pareri :")

Vi lascio il link con il prestavolto di questo nuovo capitolo:

Emma Stone as Istruttrice Lydia: http://www.phootoscelebrities.com/wp-content/uploads/2015/04/Emma-Stone-pics.jpg

 

_Destiel

  
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