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Autore: Yasha 26    17/05/2015    1 recensioni
L'avevo annunciata ed eccola: la long version della os Odio il giapponese antico! ^_^
Solito cliché della storia alunna/professore? Sì e no.
La giovanissima Yukiko si innamora di Akira, suo nuovo vicino di casa e affascinante laureando, che sogna di diventare insegnante. Il suo è un amore ampiamente corrisposto.
I guai tra i due cominciano quando Akira viene assunto proprio nell'istituto in cui andrà a studiare Yukiko, diventandone il professore.
Tra bugie agli amici, fughe romantiche, regali speciali e gelosie furiose, i due lotteranno per tenere segreta la loro relazione, per non far perdere il posto al bel professore.
E in tutto questo, cosa c'entra il giapponese antico? Semplice... è l'unica materia in cui Yukiko va male.
L'unica che odia col cuore. Unica che segna le sue pagelle con voti bassissimi, infrangendo così una promessa fatta anni prima, soprattutto a se stessa.
E come se questo non fosse già abbastanza frustrante per lei, l’insegnante di tale materia è proprio Akira.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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In caso contrario, saranno presi provvedimenti legali.
Grazie.





- Con il potere conferitomi, vi dichiaro marito e moglie. Può baciare la sposa. - alle parole del sacerdote, segue un lungo applauso dei presenti. Mio marito, appena diventato tale, mi accarezza la guancia, si avvicina al mio viso e mi bacia.
- Ti amo signora Yamada. - sussurra dolcemente.
- Ti amo anch’io. - rispondo commossa, sentendomi chiamare così.
- Ehi, è così terribile essere mia moglie che già piangi? - dice scherzando, asciugandomi le lacrime con i pollici.
- Stupido! Piango per l’emozione. Aspettavo da tanto questo giorno. -
- Anch’io. Dai, ora andiamo, ci stanno guardando tutti. - sussurra, rivolgendo lo sguardo agli invitati che ci guardano incuriositi.
- Sì, andiamo. - rispondo, prendendo il braccio che mi porge, incamminandoci fuori dalla chiesa.
 
Finalmente io e Akira ci siamo sposati. Questo è il giorno più bello della mia vita! E domani, forse, lo sarà ancora di più, quando dirò a mio marito che presto saremo in tre. L’ho scoperto ieri mattina. Ha sempre detto che avrebbe voluto subito un bambino dopo il matrimonio, quindi penso sarà felice di sapere che tra otto mesi avrà il figlio che tanto desidera.
Il resto della giornata passa tranquillo, in un clima di allegria generale, tra festeggiamenti e brindisi.
 
- Accidenti, sono stanchissimo! Non ho mai ballato tanto in vita mia! Possibile che le tue amiche chiedessero sempre a me di ballare? - sbuffa, buttandosi ancora vestito sul letto della camera d’albergo che abbiamo preso per stanotte.
Domani partiremo per il viaggio di nozze direttamente da qui, andremo in Italia. Ho sempre desiderato vederla!
- La colpa è tua che sei troppo bello come professore! Per questo sei stato assalito dalle tue ex alunne. Sapessi che pensieri si facevano su di te le mie amiche. Avrei voluto strozzarle non so quante volte! - gli rivelo, piena rabbia al solo ripensarci, tanto da strappare una lettera di auguri ricevuta da una zia.
- Davvero? E che dicevano? - domanda incuriosito.
- Che in momenti d’intimità avrebbero voluto sculacciarti col libro di giapponese, oppure che avrebbero voluto ricevere come regalo di compleanno te, impacchettato, con tanto di fiocco al collo, o peggio ancora… avere ripetizioni, invece che sul giapponese, sul kamasutra! Che rabbia se ci penso! Purtroppo non potevo replicare, considerate le nostre posizioni, altrimenti… - dico scrocchiando le dita. Credo le avrei uccise tutte! Devono ringraziare Ryoko se sono vive!
- Ah… caspita! E pensare che sembravano tutte delle santarelline! Perché in questi anni non me ne hai parlato? -
- Oh, andiamo Akira, potevo raccontarti che le tue alunne ti sbavavano dietro, appena ti vedevano scendere dalla moto? Come le avresti viste in classe, conoscendo i loro pensieri poco casti mentre spiegavi la lezione? -
- Beh, in effetti, hai ragione. Dai, basta pensarci, andiamo a nanna mogliettina! Domani ci aspettano dodici ore di viaggio. Meglio riposare. - mi ricorda, mentre si spoglia per mettersi a letto.
- Sì tesoro, prima faccio una doccia; arrivo subito. -
Appena entrata nella doccia, però, capisco che il “riposo” che mi aveva proposto il mio caro maritino, dovrà aspettare. Infatti, sento le sue mani sulle mie spalle nude.
- Forse è meglio che ti aiuti a insaponarti la schiena. -
- Non volevi riposare? - chiedo divertita.
- E perdermi la nostra prima notte di nozze? Certo che no! Ci tengo alle tradizioni. - sussurra malizioso, cominciando a baciarmi la spalla destra.
- La tradizione vuole la sposa vergine, lo sai vero? -
- Diciamo che non rispetto proprio tutte le tradizioni. Anche se per me è come se lo fossi, poiché sono stato il tuo primo e unico uomo. -
- Hai sempre la risposta pronta, eh? - dico voltandomi. Adesso siamo faccia a faccia. Gli allaccio le braccia dietro il collo e lo bacio dolcemente sulle labbra.
- Certamente. - risponde, aprendo il getto dell’acqua e tornando a baciarmi.
 
 
- E anche questa è fatta. Credo di non dimenticare nulla. - mi dico ad alta voce, chiudendo la valigia.
- Una cosa l’hai dimenticata. - replica Akira, uscendo dal bagno e passandomi la trousse dei trucchi.
- Accidenti, grazie amore, non l’ho vista! -
- Senti Yuki, mi spieghi perché nel cestino della spazzatura c’erano queste? - chiede dubbioso, mostrandomi le pillole contraccettive che ho buttato stamane. Me le stavo portando dietro, ma ormai il “danno” è fatto.
- Perché non mi servono più amore. -
- Allora ci hai ripensato? Avevi detto di voler aspettare un po’ quando te l’ho chiesto. Sono felice che tu abbia cambiato idea! - esclama euforico.
- Veramente non ho cambiato idea. - in effetti, non è stato voluto.
- In che senso? Non capisco. Perché le hai gettate via allora? - domanda confuso.
- Indovina… - dico sorridendo.
Rimane a guardarmi qualche istante con aria perplessa, poi sembra accendersi una lampadina fra i suoi pensieri.
- Aspetta, non mi dirai che… che tu… sei già… - farfuglia incredulo a ciò che ha realizzato. Come dargli torto? In teoria non sarebbe dovuto accadere.
- Diciamo che la prossima volta che vogliamo evitare una gravidanza, è bene non assumere antibiotici insieme alla pillola. Il medico ha detto che l’antibiotico ne elimina l’effetto. Io l’ho preso per due settimane a causa del mal di denti, quindi… - stupido mal di denti!
Il suo volto assume un’espressione indecifrabile. E’ immobile, a bocca spalancata. Oh no! Forse è troppo presto per lui?
- Akira, tutto bene? -
Lui resta ancora fermo a guardarmi scioccato. Oh cielo, forse mi sono sbagliata e non lo vuole più così in fretta!
- Aki, senti, lo so che forse è ancora presto, ci siamo sposati ieri, ma ormai non… - non riesco a finire la frase però, perché lui mi stritola in un abbraccio.
- E’ la notizia più bella che potessi darmi! Sono così felice Yukiko! Diventerò padre! Avremo un bambino! Ti rendi conto? Un piccolo marmocchio che sgambetterà in giro per casa mettendo tutto in disordine, strillando a tutte le ore della notte! E’ magnifico! - eh, mica tanto vista così! Ma se si alza lui la notte, a me va benissimo!
- Sei felice Aki? Dall’espressione che avevi prima, non sembrava. - chiedo ansiosa.
- Per forza! Non me lo hai certo detto con dolcezza! Anzi, se non ti avessi chiesto delle pillole nel cestino, quando me lo avresti detto? E da quanto sai di essere incinta? -
- Te lo avrei detto oggi, con più calma. L’ho scoperto due giorni fa. Avevo un ritardo, così, più per gioco che per altro, ho fatto un test di gravidanza, che è risultato positivo. Non credendoci ne ho fatto altri due, anch’essi positivi. Così sono andata dal medico, che mi ha spiegato la faccenda dell’antibiotico. Non volevo crederci neanche io all’inizio. -
- Avresti potuto dirmelo prima però! Pazienza, l’importante è che vada tutto bene. Però, non credi sia meglio rimandare il viaggio? Potrebbe essere stancante. -
- Non ci penso neanche! Sto benissimo! E poi tra qualche settimana potrebbero cominciare le nausee, quindi voglio godermi adesso il mio viaggio di nozze e gli ultimi giorni di tranquillità che mi rimangono, prima di cominciare a vomitare ad ogni passo che faccio. -
- Esagerata! Chi ti dice che sarà così? -
- Le gravidanze di mia madre sono state così. Quelle di mia nonna materna idem, a rigore di logica è ereditario. -
- Che sciocchezza! Comunque, se te la senti di partire è meglio che andiamo, o arriveremo tardi all’aeroporto. -
- Sì sì, certo che me la sento! Per me possiamo andare! - dico elettrizzata.
- Ok, su mammina, il taxi è giù che ci aspetta da mezz’ora ormai. - m’informa, prendendo le valigie e chiudendo la porta della camera.
- Eccomi tesoro! - rispondo, seguendolo.
Evviva! Finalmente sto per andare in Italia! Non vedevo l’ora di fare questo viaggio. E’ il primo che faccio in vita mia. Anche se a ben pensarci, non è forse un “viaggio” quello che ho intrapreso sposando Akira, il mio caro ex professore di giapponese? Presto avremo anche un bambino.
Il viaggio più importante della mia vita l’ho già cominciato sei anni fa, conoscendo Aki. Quanto abbiamo lottato per proteggere e nascondere il nostro amore, ma alla fine abbiamo vinto noi!
Ed è proprio di questo viaggio che vorrei narrarvi… un viaggio chiamato vita!
 
 
 
Sei anni prima.
 
- Yukiko, sei preparata per il compito di domani? - chiede la mia amica Ryoko, mentre torniamo a casa dopo le lezioni.
- Certo che sì! Non voglio mica prendere un brutto voto! Ho la media del dieci in tutte le materie e così saranno sempre i miei voti, Ryoko! - affermo convinta.
- Che vanitosa che sei amica mia! Comunque, anche se prendessi un brutto voto, non è mica la fine del mondo! Hai solo tredici anni e sei in prima media*. Non ti stai già laureando. -
- Ne ho quasi quattordici e comunque lo so, però mia madre ci tiene molto che io vada bene a scuola. Mio papà era un insegnante, e se fosse ancora vivo, sarebbe fiero di me! Ho intenzione di non deludere le sue aspettative. Quindi le mie pagelle e i miei voti non dovranno essere mai, e dico MAI inferiori ad un otto. O sarebbe una tragedia per me! -
- Guarda che un sette mica fa schifo, anzi! Comunque la prendi troppo seriamente questa cosa, Yuki. Capisco tu voglia onorare la memoria di tuo padre studiando molto, ma devi anche vivere, sai? Ogni tanto dovresti pur fare una passeggiata, invece di stare sempre a casa, china sui libri. Credi che tuo padre ne sarebbe felice? -
- Non lo so Ryoko. Io non ricordo quasi nulla di lui, ero troppo piccola quando è morto. Ricordo solo quando mi insegnava a leggere. Diceva sempre che dovevo diventare bravissima nello studio e renderlo fiero, diventando una ragazza intelligente. E questo ho fatto. E’ l’unico legame che ho con lui. - replico triste.
- Mi spiace… -
- Dai, non pensiamoci più! Ti andrebbe di venire a casa mia, piuttosto? Abbiamo preso un gatto, ti va di vederlo? -
- Un gatto? Certo che voglio vederlo! Io amo follemente i gatti! - esclama allegra.
- Lo so, per questo te l’ho chiesto. A proposito, come sta Kira? Sono guarite le sue ferite? -
- Sì, per fortuna non era niente di grave. Quella gattina è una furia! Dico io, attaccare un cane cinque volte più grosso di lei; che paura ho avuto! -
- Per fortuna si è ripresa subito, ma la prossima volta non lasciare il cancello di casa aperto! Quella volta è solo entrato un cane e Kira l’ha cacciato via, ma la prossima volta potrebbe essere un malintenzionato. -
- Hai ragione. Sapessi la ramanzina che mi hanno fatto i miei. Comunque guarda Yuki! Un furgone dei traslochi vicino casa tua. Hanno finalmente affittato la casa stregata? - mi fa notare la mia amica, giunte ormai sotto casa mia.
- Già, a quanto pare. Comunque non è stregata, Ryoko. Sono solo stupidaggini! - io non credo a queste cose!
- Allora perché tutte le volte che viene ad abitarci qualcuno, scappa via dopo nemmeno sei mesi? E poi ho sentito dire che sul tetto si sentono strani rumori di notte. E’ stregata, te lo dico io! - insiste.
- Macché, sarà solo qualche gatto che cammina sui tetti! Non puoi credere a queste stupidaggini! -
- Yuki, come puoi non credere agli spiriti? Eppure sei la nipote di un sacerdote shintoista! -
Il sacerdote in questione è mio nonno. Viviamo vicino al tempio shintoista di famiglia, tramandato di generazione in generazione. Per tradizione, avrei dovuto esserne la sacerdotessa fino al giorno del matrimonio, ma non ho tempo per queste sciocchezze. Devo studiare, non pregare i Kamigami. **
- E allora? Le cose non cambiano per me. Se non vedo non credo mia cara. - ribatto sicura.
 
- Mamma sono a tornata! Abbiamo un’ ospite! – esclamo appena giunte a casa mia.
- Bentornata cara! Oh, ciao Ryoko, che piacere rivederti. Come stai? - le chiede mia mamma.
- Salve signora, tutto bene, grazie. E lei? -
Mentre loro si dirigono in cucina scambiando due chiacchiere, io vado a prendere il gattino per farlo vedere a Ryoko, ma vengo bloccata dal suono del campanello.
- Vado io! - avviso, andando ad aprire. Sarà il postino.
Aprendo la porta, però, non trovo il postino, ma un ragazzo mai visto prima. Alto, bel fisico, occhi scuri ma brillanti, capelli castani, lineamenti degni di un modello. Cavolo che bello!
- Posso aiutarla? - chiedo arrossendo un po’.
- Ciao piccola. Sono il nuovo vicino, mi sono appena trasferito. Scusa il disturbo, posso chiederti se avete una scala da prestarmi? Mi trovo in difficoltà per sistemare alcuni scatoloni sopra un armadio. -
Piccola? Mi ha chiamato piccola???
- Sì, certo, aspetti che gliela porto subito. - rispondo, correndo verso il ripostiglio, per poi porgergliela - Ecco a lei. -
- Grazie piccola. Te la riporto subito. -
- Veramente non sono piccola! Tra poche settimane compirò quattordici anni! - borbotto infastidita da quell’appellativo.
- Ah scusa, non volevo offenderti. Comunque piacere… Akira Yamada il vostro nuovo vicino. - si presenta, inchinandosi.
- Yukiko Hayashi, piacere mio. – rispondo, ricambiando il gesto.
- Allora grazie Yukiko. Te la riporto subito. - dice voltandosi e andando via.
Caspita, che bel vicino che abbiamo! E ha pure una bella voce! E’ stupido dirlo, lo so, però spero che non scappi via anche lui da quella stramba casa. Comunque, perché mi ritrovo a fare questi pensieri? Neanche lo conosco. E soprattutto… come si è permesso di chiamarmi per nome se neppure mi conosce? Solo tra amici ci si chiama per nome!*** Che tipo.
Bah! Meglio che vada a prendere il gattino, invece di pensare a queste sciocchezze.
 





 
 
Legenda che vi servirà per i prossimi capitoli.
Yukiko: il nome Yukiko ha molteplici significati in base a come è scritto. Alcuni sono: bambina preziosa, bambina della neve, bambina felice, in quanto Yuki significa felicità, ricchezza, neve. Il Ko finale significa bambina/bambino. 
 
Akira: brillante, luminoso.
 
*In Giappone gli anni di frequentazione scolastica non sono come quelli in Italia. Le elementari durano sei anni di frequentazione  (dai 6 ai 12 anni)  le medie durano tre anni (età dai 12 ai 15 anni) le superiori tre anni (dai 15 ai 18 anni) poi c’è l’università che vai fino ai sei anni di frequentazione, in base alla specializzazione scelta.

**I Kamigami (o semplicemente Kami) sono le divinità della religione shintoista. "Oh Kami!" é un’esclamazione come per noi dire “Oh Dio!“

***In Giappone non ci si chiama mai per nome se non si è amici molto stretti o familiari. Anche tra amici si tende comunque ad usare un suffisso onorifico dopo il nome o il cognome (eh sì, in Giappone anche tra amici si chiamano per cognome XD).
Alcuni suffissi sono: san, kun, chan, sama, sensei, senpai ecc... ma in questa storia ve li evito per non creare confusione ^_^ 
 
 

Salve lettrici (ci saranno lettori? Chissà XD) Lo avevo preannunciato qualche settimana fa pubblicando la one shot “Odio il giapponese antico” che sarei ritornata con la long ^_^ ed eccola.
 
Ci tengo a precisare una cosa sull’età dei protagonisti. La storia inizia con Yukiko che ha 13 anni, quindi ancora una “bambina” rispetto ad Akira che ne ha otto in più di lei. Ovviamente sarà una storia d’amore non certo un racconto pedopornografico e Akira non sfiorerà Yukiko con un dito fino ai suoi 16 anni, età normalissima per una prima volta e che per la legge non fa di lui un pedofilo XD (ma chi ha già letto la os questo lo sa) lo preciso nel dubbio pensiate: ma che se la fa con una di 13 anni? No no U_U ci mancherebbe!
 
Un’altra cosa da precisare è anche che non terrò conto delle reali leggi giapponesi su maggiore età, età per il matrimonio ecc. Solo l’età scolastica sarà fedele ^_^ (la maggiore età si consegue a 20 anni, io l’abbasso a 18 perché mi serve così ^^, bella la licenza poetica eh? XD)
 
Ora vi chiederete: Che è il giapponese antico? E’ una versione di giapponese molto più complessa, formata da caratteri cinesi, e che prevedeva molte più sillabe rispetto al giapponese moderno. Un po’ come studiare il latino, anche se non è esattamente così. Si è sviluppato intorno all’anno 710, per essere sostituito nel 794 dal giapponese tardoantico, fino al 1185. Dopo tale data vi furono  il medio giapponese, il giapponese pre-moderno ed infine il moderno giapponese utilizzato oggi.
Il professore di giapponese (come quello di italiano per noi) inizia a spiegare questa versione a partire dalle superiori ^_^
Spero la storia vi piaccia anche se diversa da ciò che solitamente leggete qui (soprattutto l’ambientazione) ^_^
Baci Faby <3 <3 <3
   
 
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