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Autore: Yasha 26    24/05/2015    2 recensioni
L'avevo annunciata ed eccola: la long version della os Odio il giapponese antico! ^_^
Solito cliché della storia alunna/professore? Sì e no.
La giovanissima Yukiko si innamora di Akira, suo nuovo vicino di casa e affascinante laureando, che sogna di diventare insegnante. Il suo è un amore ampiamente corrisposto.
I guai tra i due cominciano quando Akira viene assunto proprio nell'istituto in cui andrà a studiare Yukiko, diventandone il professore.
Tra bugie agli amici, fughe romantiche, regali speciali e gelosie furiose, i due lotteranno per tenere segreta la loro relazione, per non far perdere il posto al bel professore.
E in tutto questo, cosa c'entra il giapponese antico? Semplice... è l'unica materia in cui Yukiko va male.
L'unica che odia col cuore. Unica che segna le sue pagelle con voti bassissimi, infrangendo così una promessa fatta anni prima, soprattutto a se stessa.
E come se questo non fosse già abbastanza frustrante per lei, l’insegnante di tale materia è proprio Akira.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Dannazione! Possibile che quelli dei traslochi non avessero nemmeno una scala? Come diamine li metto gli scatoloni sopra l’armadio?
- Aki, perché non chiedi la scala ai tuoi vicini? - propone il mio amico Masumi, venuto ad aiutarmi a sistemare le mie cose.
- Quelli del tempio dici? Non mi sono ancora presentato e vado a chiedergli un favore? Non mi sembra molto educato. -
- Che male c’è? Puoi approfittarne per farlo adesso, no? E poi magari ci vive qualche bella ragazza! Anzi, sai che ti dico, ci vado io, non preoccuparti! - esclama euforico.
- Ehi, non pensarci nemmeno! Non voglio certo fare brutte figure già al primo giorno! Ho capito, ci vado io! - rispondo rassegnato.
- Perché brutte figure? -
- Mi prendi in giro? Come se non lo sapessi! Se incontrassi davvero una ragazza, di sicuro ci proveresti! Così i vicini potrebbero scambiarmi per un maniaco, come te! -
- Maniaco, esagerato! Per un invito a cena? - si finge scandalizzato.
- Non si chiede a qualcuno che non conosci di uscire, idiota! Sei senza speranza! Vado io, che è meglio! - affermo, così mi avvio verso il tempio.
Masumi è un ottimo amico e anche una brava persona, ma ha il brutto vizio di provarci con ogni ragazza carina che incontra. E’ così da quando lo conosco. Non l’ho mai visto impegnarsi con nessuna donna. Vuole godersi i suoi anni migliori, sostiene. Quelle rare volte in cui qualche malcapitata cede alle sue lusinghe, lui si defila subito dopo aver ottenuto da loro ciò che gli interessa. Mi chiedo quando metterà la testa a posto.
Dopo aver suonato alla porta dei vicini, viene ad aprirmi una ragazzina. Carina! Occhi da cerbiatta, incorniciati da lunghe ciglia, capelli castani, lunghi fino ai fianchi, le prime curve al punto giusto. Da adulta non sarà niente male. Dopo averle chiesto la scala ed esserci presentati, ritorno a casa mia.
- Allora? C’era qualche bella fanciulla a cui fare il filo? - chiede quello stupido, appena entro in casa.
- In effetti, sì, ma dubito che i suoi genitori ti vedrebbero di buon occhio senza scambiarti per un pedofilo. -
- E perché? Quanti anni aveva? -
- Quasi quattordici. -
- A quattordici anni non sono più delle bambine, amico mio! Sapessi che combinano quelle della sua età oggi! Però se ne avesse avuti un paio in più sarebbe stato meglio. Uffa! - sbuffa deluso.
- Dico, ma ti senti? Sei proprio un caso disperato! -
- E perché mai? -
- Lascia stare e aiutami a sistemare piuttosto! -
 
Finalmente quando tutto è in ordine e Masumi va via, posso godermi il meritato riposo. Oh no, accidenti! La scala! Cavolo, sono le venti però, forse stanno cenando. E va beh, non posso certo tenerla qui. Forza, andiamo! Così poi ordino una pizza e si va a nanna, sono distrutto!
 
- Sì? Desideri ragazzo? - chiede un anziano signore, venuto ad aprire la porta.
- Buona sera signore. Scusi se la disturbo a quest’ora, io sono il nuovo vicino. Le ho riportato la scala che mi ha prestato oggi sua nipote, immagino… -
- Se parli di Yukiko sì, è mia nipote. Così tu sei quello venuto a vivere nella casa stregata? -
- Casa stregata? – ripeto preoccupato. Nessuno mi aveva accennato al fatto che la casa fosse stregata!
- Papà, chi è? - domanda una donna, affacciandosi alla porta.
- Buona sera signora, sono Akira Yamada, mi sono trasferito oggi nella casa accanto. - mi presento inchinandomi.
- Oh, ma che bel ragazzo! Vieni, entra caro, ti offro una tazza di thè e dei biscottini per darti il benvenuto. – m’invita gentile.
- Grazie, ma veramente io… -
- Dimmi, hai cenato Akira? - chiede premurosa, interrompendomi.
- Non ancora, stavo per ordinare una pizza quando ho ricordato di portarvi la scala. Scusate ancora per l’ora. -
- Figurati. Piuttosto, ti andrebbe di fermarti a cenare qui, invece di mangiare una pizza? Sempre se a casa non ti attende nessuno. -
- No, vivo solo ma non vorrei disturbare. -
- Nessun disturbo! Accomodati! – dice sorridente, facendomi accomodare in soggiorno.
Caspita, che accoglienza! Sono tutti così cordiali in questo quartiere o sono loro che sono così espansivi? Dove vivevo prima i vicini nemmeno salutavano.
 
Appena entrato, vengo assalito da un bambino di nome Saito, che ha insistito per farmi vedere il loro gattino, Baku. Per la verità preferisco i cani ai gatti, ma per farlo contento ci gioco un po’. Peccato che quella palla di pelo mi abbia graffiato una guancia. Come brucia, accidenti!
- Mi spiace che Baku ti abbia ferito. Chiamo subito mia figlia per disinfettare la ferita. Ormai dovrebbe aver finito di studiare. – si scusa la signora Hayashi, che si dirige verso le scale.
- Non si preoccupi, è solo un graffio. - le rispondo, ma è già sparita.
Che donna premurosa. Mi ricorda mia madre. Quanto mi manca l’aria di famiglia che si rispira in questa casa.
Mia madre è morta quando avevo quindici anni e da allora non so più che significhi famiglia. Ho badato a me stesso lavorando e studiando come un dannato. Almeno ne è valsa la pena. L’anno prossimo, finalmente, prenderò la laurea. Sono soddisfatto delle scelte che ho preso, anche se alcune mi sono costate care, molto care.
- Buona sera signor Yamada. Mia madre ha detto che Baku l’ha ferita, mi faccia vedere. - chiede la ragazza che ho conosciuto oggi, interrompendo i miei pensieri. Se ricordo bene, si chiama Yukiko.
- Grazie, ma non preoccuparti, non è niente, guarirà da sola. -
- Meglio disinfettarla ugualmente. - insiste, prendendo la cassettina del pronto soccorso.
 
Dopo un’ottima cena e chiacchiere raccapriccianti sulla mia piccola villetta, che il signor Hayashi mi ha spiegato essere infestata dai suoi primi proprietari uccisi proprio in quella che adesso è la mia camera, mi congedo dalla famiglia Hayashi per andare finalmente a riposare. Certo, pensare alla mia casa invasa dai fantasmi non è una bella prospettiva per cominciare a viverci, ma Yukiko mi ha rassicurato più volte che sono solo dicerie e che sicuramente c’è qualche gatto che gira per i tetti. Speriamo!
Quella ragazzina sembra molto intelligente. Non ha mai fatto discorsi banali e si esprimeva in maniera impeccabile, anche meglio di me che sono all’università. A dispetto della sua età sembra molto più matura. Però, non sembra una ragazza piena di vita come le sue coetanee. Mi ha dato l’impressione di essere spenta, poco vitale. Chissà perché.
Di certo, il suo nome non rispecchia la sua personalità. Di felice aveva ben poco.
 
 
                                                                 ************************
 
Che stanchezza. Non ho voglia di alzarmi oggi. Ma che ore saranno? Fuori c’è già il sole. Volto la testa verso la sveglia e…
- Nooooo sono le otto! Aiuto! - urlo disperata, schizzando subito fuori dal letto.
Maledizione! Stamane non ho sentito la sveglia! Farò tardi a scuola! Questo non può accadere proprio a me! Mai in vita mia sono arrivata tardi! Mai!
- Accidenti, accidenti, accidenti! – impreco furibonda, mentre mi pettino con una mano e lavo i denti con l’altra. Metto di corsa la divisa e scendo quasi volando dalle scale.
- Yukiko, fai colazione prima di uscire! -
- Non posso mamma! Sono: non in ritardo… di più!- replico, fiondandomi fuori casa come una furia, inciampando ovunque per la fretta.
Se non avessi passato tutta la notte a studiare, non avrei fatto tardi oggi! Devo correre, correre, correre!
- Ehi Yukiko! - mi sento chiamare da un ragazzo che mi si avvicina in moto. Solo quando toglie il casco lo riconosco; è Akira, il nostro vicino. Sono un paio di mesi che vive in questo quartiere ormai, e da altrettanto tempo mia madre lo invita a cena da noi. Credo lo abbia preso in simpatia.
- Buon giorno signor Yamada. -
- Non ti avevo già chiesto di darmi del tu? Cavolo, mi fai sentire vecchio! - mi ricorda.
- Ah già, scusa. - rispondo imbarazzata. Non sono abituata a dare del tu a qualcuno più grande di me, anche se non di molto.
- Sei in ritardo, vero? Vuoi un passaggio? -
Oh santissimi Kami! Che bello! In moto arriverei in un lampo!
- Magari! Se non è un disturbo per te. -
- Affatto! Metti questo e salta su. - dice, porgendomi un casco di riserva.
- Grazie! - rispondo felice, mettendo il casco e salendo dietro. Lo abbraccio per non cadere e partiamo a razzo.
Mi ci voleva proprio un passaggio. Di sicuro la metro sarà già passata da qualche minuto. Avrei dovuto correre fino a scuola, arrivando stremata. Sono stata fortunata!
- Eccoci arrivati! - mi avverte, fermandosi davanti ai cancelli della scuola. Sono arrivata in tempo, la campanella non è ancora suonata.
- Ti ringrazio! Mi hai salvato oggi! - lo ringrazio grata, inchinandomi e porgendogli il casco.
- Di nulla. Strano però che tu abbia fatto tardi. Ogni giorno ti vedo passare un’ora prima delle lezioni. -
- Infatti, oggi però non ho sentito la sveglia. Ho studiato fino alle quattro e non sono riuscita ad alzarmi in tempo. -
- Fino alle quattro? Esagerata! Hai dormito neanche quattro ore, quindi. Ovvio avessi sonno stamattina. Vai così male da dover studiare tanto? - chiede curioso, pensando forse che sia una schiappa per restare a studiare fino a quell’ora.
- Veramente è il contrario, ho tutti dieci. Voglio solo essere preparata in anticipo, per questo studio tanto. - specifico un po’ infastidita dalla sua supposizione.
- Oh, ma che brava alunna! Fossero così anche i miei futuri allievi, sarei felicissimo! - esclama lui, rimontando in sella.
- Futuri alunni? - domando un po’ confusa.
- Già. Sto studiando per diventare insegnante. L’anno prossimo prenderò la laurea finalmente. - spiega entusiasta, con gli occhi che brillano di soddisfazione.
- Wow! So che frequenti l’università, ma non sapevo volessi fare il professore. E cosa insegnerai? -
- Giapponese per scuole superiori. -
- Davvero? Allora tra due anni, quando andrò alle superiori, potrei ritrovarmi te come professore. -
- Può darsi, dipende da quale istituto mi assumerà e in quale deciderai di andare tu. - mi fa presente lui.
- Già, è vero, non ci avevo pensato. Ora devo andare, sta suonando la campanella. Grazie infinite per il passaggio, mi hai salvato la vita! - esclamo riconoscente, inchinandomi ancora.
- Per così poco? Esagerata. - ride lui.
- Per niente, la scuola per me è tutto. Ciao, ci vediamo! - lo saluto, correndo via ed entrando, mentre lo vedo andar via, dopo avermi fatto un saluto con la mano.
 
Le lezioni si svolgono come sempre, ed io, come prevedibile, ho preso il massimo dei voti al compito d'inglese svolto qualche giorno fa. Prendere buoni voti è un dovere ormai. Mio papà diceva sempre che voleva il meglio per me, ed io non ho intenzione di deluderlo.
Non so ancora cosa farò da grande ma immagino debba essere qualcosa che m'impegni molto nello studio e che mi faccia guadagnare abbastanza da vivere dignitosamente. O almeno credo fossero questi i suoi desideri.
Anche se… a volte mi chiedo quali siano i miei di desideri…
Arrivata a casa, mi metto subito a studiare, come sempre del resto.
- Yukiko, ho preparato una torta per ringraziare il nostro vicino di averti accompagnato a scuola. Gliela porteresti tu? - chiede mia madre, con un pacco tra le mani.
- Mamma, sto studiando. E poi non ti sembra eccessivo fargli una torta per ringraziarlo? - le dico scocciata. Non ho voglia di interrompere lo studio per una simile sciocchezza.
- Non discutere e porta la torta ad Akira, su! Lui è stato molto gentile ed è giusto ringraziarlo adeguatamente! - risponde lei con tono che non ammette repliche.
- Ok ok, vado! - sbuffo contrariata.
 
Arrivata a casa sua suono il campanello, ma non risponde nessuno. Strano, la sua moto è davanti all’ingresso della villetta. Vado sul retro, dove c’è un piccolo giardino in stile zen che ho sempre adorato, magari è lì. E, infatti, eccolo, è seduto sotto un albero a leggere un libro. Ha gli auricolari, per questo non ha sentito il campanello; che stia ascoltando della musica? Come fa a concentrarsi? Osservandolo meglio noto che ha gli occhiali. Però, anche con quelli è affascinante! Ha un’aria così seria e concentrata.
- Akira! - urlo, agitando una mano oltre il cancello per farmi vedere meglio.
- Yukiko, ciao! Come mai qui? Hai bisogno di qualcosa? - domanda sorridente, togliendo le cuffie e gli occhiali, avvicinandosi poi al cancello per aprirmi.
- Ti ho portato questa, te la manda mia madre per ringraziarti del passaggio di stamattina. E già che ci sono ti ringrazio nuovamente anch’io. -
- Grazie, ma non era necessario per così poco. Comunque ringrazia tua madre, è stata molto gentile. – dice, prendendo la torta e posandola sul tavolino dove prima aveva poggiato anche il libro.
- Stavi studiando? - chiedo, osservandolo curiosa. È pieno di kanji che non conosco.
- Già, è giapponese antico. La mia materia preferita! -
- Giapponese antico? Nella mia scuola non lo studiamo ancora. Com’è? E’ difficile? -
- Non per me, dipende comunque da chi lo studia. Io mi sto specializzando proprio in questa materia. Comunque tu la studierai quando frequenterai le superiori. -
- Posso chiederti come riesci a studiare se ascolti la musica? - domando curiosa. Io non ci riesco, mi confonde.
- Abitudine. Ho sempre studiato così. La musica mi rilassa, riuscendo a liberarmi la mente, cancellando i rumori e le distrazioni del mondo esterno. -
- Capisco. - rispondo, anche se non del tutto. Io ho bisogno solo di silenzio per concentrarmi.  - Ora vado. Ti lascio studiare in pace allora. Ciao! - mi congedo, apprestandomi ad andare via.
- Yukiko? - mi ferma lui.
- Sì? -
- Ti andrebbe una tazza di thè? Sinceramente non mi va di mangiare tutta quella torta da solo. -
Fermarmi a mangiare una fatta di torta con lui? Beh, perché no, in fin dei conti?
- Volentieri, grazie. -
 

                                                                           *********************
 

Perché accidenti le ho chiesto di fermarsi? Non capisco perché l’ho fatto. Anche se è vero che non ho molta voglia di mangiare da solo quella torta; troppi ricordi della mia infanzia.
- Wow, quanti libri! Li hai letti tutti? - esclama incredula, entrando nel salone dove ho la libreria.
- Già. Mi sono stati utili per capire che strada volessi intraprendere. E direi che sono serviti. Comunque mi piace leggere, quindi sono destinati ad aumentare di numero. -
- Libri sul Rinascimento, l’Impero Romano, la Rivoluzione Francese, tutti i periodi storici del Giappone, il codice dei samurai, libri sulla geografia, di scienza, perfino diversi romanzi! Caspita, ce ne saranno più di 400! - li guarda incuriosita, facendo scorrere le dita sui libri, quasi come fossero tasti di un pianoforte.
- Per la precisione sono 478. -
- Sembrano molto interessanti! – dice, guardandoli estasiata.
- Se vuoi, puoi leggerli. Prendi quelli che t’interessano, te li presto volentieri. -
- Davvero? E se ti servissero? -
- Non mi servono, tranquilla, li conosco a memoria. Ho bisogno solo dei testi universitari. Per il resto puoi prendere quello che vuoi. -
- Aaaah grazie mille! Grazie, grazie, grazie! - esulta contenta.
Lo sapevo che ne sarebbe stata felice. Lo avevo capito da come li guardava.
 
- Ecco il thè. – le servo, sedendomi di fronte a lei.
- Grazie. - risponde, mentre taglia la torta che le ha dato la madre.
- Allora, hai scelto i libri che vuoi leggere? -
- Sì, se posso, vorrei prendere quei tre sul Giappone feudale. -
- Prendili pure. Quando li avrai finiti ne potrai venire a prendere altri.-
- Sei davvero molto gentile. Non so come ringraziarti! -
- Figurati, lo faccio con piacere. -
Passiamo quasi tutto il pomeriggio a parlare. Avevo ragione quando dicevo che Yukiko è molto intelligente. Parlare con lei non è per nulla noioso, si può spaziare su tutto. Conosce già perfettamente molti degli argomenti trattati nei libri che ha scelto. Chissà se le saranno utili.
Come accidenti fa, a soli quattordici anni, nemmeno compiuti tra l’altro, a essere così sveglia? Io alla sua età giocavo ancora con le figurine!
- Ora vado, ho ancora da studiare. Grazie per il thè e per i libri. - mi ringrazia sorridendo. E’ la prima volta che la vedo sorridere così, di cuore. Solitamente i suoi sorrisi sono di cortesia.
- Grazie a te per la torta. E se mi permetti Yukiko, sorridi più spesso. Sei davvero carina quando sorridi. - le dico, notando poi le sue guance imporporarsi, rendendola ancora più graziosa.
- Gra… grazie. Lo terrò presente. Ora vado! Buona serata.- mi saluta, inchinandosi.
- Grazie per la compagnia. - molto gradita, devo ammettere.
Quasi mi dispiace sia andata via. E’ stato un pomeriggio interessante. Era da tanto che non parlavo con qualcuno di libri. Nessuno, tra ex o amici, era mai stato interessato a conoscerne anche solo il titolo.
A quella ragazzina, invece, si sono illuminati gli occhi quando li ha visti. Mi ha divertito parlare con lei, non so il perché. Forse perché sembra siamo sulla stessa linea di pensiero. Ci piacciono anche gli stessi autori di romanzi.
E’ una ragazza molto diversa dalle altre della sua età però. Più la conosco e più lo noto. C’è qualcosa nei suoi occhi, come un velo di tristezza, che li oscura. Cosa sarà?
 

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Com’è stato gentile Akira a prestarmi i suoi libri. Li ho letti in due giorni. Domani glieli riporterò per prenderne altri, forse quelli sull’Impero Romano. Mi piace approfondire la storia.
- Yukiko, la settimana prossima è il tuo compleanno. Non vuoi festeggiare nemmeno quest’anno? - chiede mia madre prima di andare a letto.
- No mamma, sai che ho deciso di non festeggiarlo più. - ogni anno sempre la stessa richiesta!
- Sono passati dieci anni ormai, tesoro. -
- Lo so, ma non posso festeggiare il giorno della morte di papà con torta e palloncini! Non me la sento! -
- Come vuoi tu cara, buonanotte. -
- Buona notte mamma. -
Mio padre è venuto a mancare dieci anni fa, a causa di una brutta malattia, proprio il giorno del mio quarto compleanno. Da allora non voglio più festeggiarlo, ma mia madre insiste sempre dicendo che è ora di dimenticare. Io però non ci riesco e forse mai ci riuscirò. È stata tutta colpa mia…
 
Il giorno dopo, terminato lo studio, vado da Akira per restituirgli i libri. Così ne posso prendere altri.
- Ciao Yukiko. –
- Ciao Akira. Ti ho riportato i libri. Posso prenderne altri? -
- Li… li hai già letti tutti e tre? - domanda stupito.
- Sì, perché? -
- Caspita, che velocità! Io per leggerne uno, impiego una settimana! -
- Li ho letti tutti d’un fiato. Sono scritti benissimo, la lettura è stata fluida e mai pesante. E’ stato facile finirli velocemente. -
- Bene, sono felice ti siano piaciuti. Prendi pure quelli che vuoi, entra. - dice, facendomi entrare.
- Spero di non averti disturbato, studiavi? -
- No, stavo per guardare un film veramente. -
- Quale, se posso saperlo? -
- Shinobi, La Spada Contro Il Cuore.-
- Shinobi? Dal titolo immagino parli di ninja, giusto? -
- Esatto. E’ un riadattamento del romanzo The Kouga Ninja Scrolls, il romanzo preferito di mia madre. Lo guardo perché mi ricorda lei. - spiega, rattristandosi.
- Ti ricorda? Non c’è più? -
- No, è morta sette anni fa. -
- Mi spiace. Io ho perso mio padre invece, ma immagino che perdere la mamma sia davvero orribile. -
- Già. Io ho perso entrambi comunque, anzi mio padre non l’ho nemmeno conosciuto perché è morto dopo la mia nascita. -
- Senti, cambiamo argomento… di che parla il film? - chiedo, quasi sull’orlo delle lacrime. La conversazione non è delle migliori, lui lo intuisce e sembra essere d’accordo.
- Parla della storia d’amore tra Gennosuke, discendente del leader del clan ninja di Koga, e Oboro, discendente del clan di Iga. Entrambi i clan sono rivali da secoli. Lo shogun Ieyasu Tokugawa, con la scusa di essere alla ricerca di un successore, scatena una guerra sanguinaria tra i due clan, in modo da toglierseli dai piedi entrambi, perché dotati di strani poteri. Così Gennosuke e Oboro si ritrovano costretti a lottare tra di loro per la supremazia del proprio clan. -
- Poverini! Devono proprio lottare tra di loro? E come finisce? - domando curiosa.
- Se vuoi saperlo, perché non lo guardi con me? - mi propone, sedendosi sul divano e avviando il lettore dvd.
- Non vorrei disturbarti… -
- E in cosa disturberesti? Sei una di quelle che parla durante tutto il film? -
- No no, assolutamente! Non sopporto chi parla invece di seguire i film! - chiarisco subito. E’ una cosa che ho sempre detestato in certa gente!
- Bene, allora siediti, sta cominciando. -
Mi siedo accanto a lui, mentre scorrono le immagini delle varie etichette di produzione. E’ la prima volta che stiamo tanto vicini, da soli. Riesco perfino a sentire il calore che emana il suo corpo. E che buon profumo che ha!
Oh cielo, ma che diamine vado a pensare? Non è da me fare certi pensieri! E per uno più grande di me poi! Al massimo potrei essere la sua sorellina. Figuriamoci se uno bello come lui potrebbe prendermi in considerazione.  E comunque, perché diavolo  mi sto facendo tutti questi problemi? Da quando penso queste cose? E su Akira poi.
Yukiko, guardati il film e basta! Spegni il cervello ogni tanto!
 
Dopo un’ora e mezza il film finisce e io sono in lacrime come una bambina.
- E’… è tristissimo! - esclamo dispiaciuta, asciugandomi gli occhi che continuano però a bagnarsi di nuove lacrime.
- E’ vero, ma non potevi certo aspettarti un lieto fine. -
- No, però, non pensavo che Oboro finisse con l’uccidere il povero Gennosuke e che per fermare la guerra tra i due clan dovesse accecarsi per rinunciare ai suoi poteri! Poverini! - continuo a piagnucolare. E la tristissima canzone dei titoli di coda certo non aiuta! (*)
- Lei ha rinunciato alla vista, quindi al suo potere distruttivo, come prova di lealtà allo shogun che voleva tutti morti, proprio a causa di quei poteri sovrannaturali. Ha dovuto farlo. -
- Lo so, però mi spiace che quei due si siano dovuti separare. Io non rinuncerei mai all’uomo che amo per niente e per nessuno! -
- Fossi in te, non ne sarei così convinto. Ci sono casi in cui l’amore impossibile rimane tale, anche contro il nostro volere. -
- Volere è potere, lo conosci questo modo di dire? Se davvero tieni a qualcuno, non permetti a nessuno di portartelo via! -
- Quando dipende dalla razza, dallo stato sociale e dall’età, come la mettiamo? Dai Yukiko, sei troppo piccola per capire certe cose. La vita non è tutta rosa e fiori. -
- Sarò anche più piccola di te ma non sono stupida! Come prima cosa non sono razzista! E questo per rispondere alla tua prima supposizione! Secondo: lo stato sociale è un problema più mentale e materiale che altro, i soldi non sono tutto nella vita! E terzo: la differenza d’età è solo un problema per l’anagrafe! Il cuore non conosce l’età anagrafica della persona che ama! - affermo, più sicura che mai.
- Davvero lo pensi? Tu riusciresti a passare sopra a tutte queste cose per amore? - domanda scettico.
- Certamente! - ribadisco convinta.
- Allora, se adesso ti baciassi, non mi prenderesti per un maniaco perché sono più grande di te? Visto che mi piaci posso anche farlo senza sentirmi in colpa, giusto? - sostiene, sollevandomi il viso e dandomi un bacio sulle labbra.
Un… bacio? Mi sta baciando?
Inizialmente rimango quasi scioccata, non riuscendo a muovere un muscolo, ma quando sento che le sue labbra iniziano a staccarsi lentamente dalle mie, porto istintivamente una mano dietro al suo collo, spingendolo nuovamente verso me.
Non voglio pensi che lo rifiuto, perché è esattamente il contrario. Sento, però, che il semplice sfiorarsi di labbra non mi basta, e sembra nemmeno a lui. Così appena le dischiudo, sento subito la sua lingua in cerca della mia. E quando la incontra inizia il vero bacio… il mio primo bacio!
 
 

 





Note autrice e angolo curiosità

Ed eccoci al secondo capitolo ^_^
Come noterete non mi dilungherò troppo nella fase “innamoramento” poiché la parte più lunga sarà il dopo ^_^ o sarebbe venuto fuori un polpettone XD (ed io personalmente non amo le storie che narrano secondo dopo secondo tutto quello che accade, mi annoiano ^^’)
 
Parlando del film visto dai due, è uno dei miei preferiti in assoluto. Se non lo conoscete ve lo consiglio vivamente (anche se vi ho spoilerato la fine ^^’ eheheh scusate ma mi serviva così)
Se siete curiosi, ecco un video molto carino di SHINOBI con la canzone The Kill dei 30seconds to Mars (che non c’entra nulla ma è ben fatto ed è un modo per mostrarvi il film ^^’)   QUI
 
(*)La canzone a cui fa riferimento Yukiko è Heaven, l’ending del film, cantata da Ayumi Hamasaki    QUI
 
E se può interessarvi, ecco anche la traduzione di Heaven (così capirete il motivo per cui dice che è triste, poiché parla della morte della persona amata)
 

Quello che mi hai donato sorridendo
con fermezza l'ultima volta
era così bello
che non sono riuscita a trattenere le lacrime

Quel giorno di certo abbiamo toccato l'amore

Ci siamo cercati
a volte ci siamo persi di vista
ma se alla fine ci siamo ritrovati
non importa quale finale ci attenda

Non possiamo che chiamarlo destino

Lalala... Lalala...

Nel cielo verso cui sei partito
le stelle brillavano illuminandomi dolcemente

Restami vicino, mio amato, supera il tempo e cambia forma
perché sai, il futuro che ancora non conosciamo
rimane qui così

Restami vicino, mio amato, supera il tempo e cambia forma
perché il futuro che ancora non conosco
rimane qui

Credimi, mio amato, tu vivi dentro di me
perciò d'ora in poi e per sempre
non ti dirò mai addio

Quel giorno di certo abbiamo toccato l'amore

 
 
 
Bene con questo è tutto. Al prossimo capitolo se vorrete ^_^
Baci Faby  <3 <3 <3
 
   
 
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