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Autore: Black_G    17/05/2015    4 recensioni
Protagonista della storia è Callie.
Callie è distutta, la sua vita è immobile, fino a quando un tenente non busserà alla sua porta per sconvolgerle la vita.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Aprii la porta e lo vidi lì con ancora l’uniforme addosso. Ma io non guardavo i suoi occhi, io nei suoi occhi vedevo Arizona, la mia Arizona, come avevo potuto dimenticarla?
Eravamo entrambi immobili, lui cercava le giuste parole mentre io ero invasa dai ricordi.
Non pensi mai a quanto sia importante ogni avvenimento della tua vita, spesso desideriamo non aver vissuto alcuni momenti, incontrato persone che ci hanno fatto soffrire, ma alla fine non ci domandiamo mai dove saremmo noi senza tutto il nostro passato. Io ero sperduta, incompleta, sentivo un vuoto e nessuno sapeva colmarlo, cercavo risposte e sono arrivate guardando quegli occhi cerulei che Tim e Arizona condividevano.
Cominciai a sentire il mio corpo agitarsi, non sapevo dove fosse, cosa stesse facendo, perché aveva deciso di andar via, ma soprattutto perché aveva deciso di non lasciare sue tracce.
Tim spalancò le sue braccia, in quei pochissimi secondi, mentre il mio corpo e la mia anima vedevano Arizona, lui aveva trovato le giuste parole.
“Ehi Callie! Vieni qui ad abbracciarmi, sono tornato!” si avvicinò e mi strinse forte “Allora dov’è Arizona? Vi ho fatto una sorpresa e sono curioso di vedere la sua faccia!” . Lo guardai basita, non sapeva niente, Arizona non gliene aveva parlato, così lo feci sedere sul divano e cercai di raccontargli tutto nel più breve tempo possibile. Quando smisi di parlare, presi le chiavi ed il giubbotto, dovevo andare da Arizona e sapevo benissimo dove cercarla.
“Vengo con te! È mia sorella e non so cosa le passa per la testa!”
“Tim, no. Tu resti qua, sono io a dover andare. Resta qui, ti chiamo appena la trovo, te lo prometto.”
“Callie.. ma”
“Tim io la amo, lasciami andare.”
“Vai, ma per favore chiamami appena la trovi.”
 
Uscii dal nostro appartamento alla velocità della luce e mi diressi verso la mia auto, sapevo dove cercarla, ero abbastanza sicura di dove fosse, quello che non sapevo era in che condizioni si trovasse. Cercai di impiegare il minor tempo possibile e in meno di mezz’ora arrivai davanti all’immensa villa dei signori Robbins. Parcheggiai e bussai alla porta. Una giovane cameriera aprì.
“Salve, cerco Arizona Robbins, può dirle che sono qui?”
“Mi dispiace, ma Arizona non vuole essere disturbata, non accetta visite.”
“Senta, mi lasci entrare, ho davvero bisogno di parlarle.”
“Non posso, mi dispiace, non insista.
“Lei non capisce, là dentro c’è la donna della mia vita che pensa che io non mi ricordi di lei e probabilmente sta soffrendo terribilmente, perciò la prego mi faccia entrare affinché io possa parlarle.” il mio tono era supplichevole, quella donna era davvero irremovibile.
“Vede, io posso pure farla entrare, Arizona è qui, ma non è in casa.”
Le sorrisi e capii quello che cercava di dirmi, Arizona era lì ma non era in casa, era fuori. Ma certo, il giardino! Corsi, superai il viale e quando arrivai davanti la panchina e a quella meravigliosa vista di Seattle, il mio cuore trovò ciò che stava cercando, era proprio lì seduta sulla panchina a guardare l’orizzonte. Presi il telefono e mandai un sms a Tim, non volevo farlo preoccupare ulteriormente, poi spensi il telefono e cominciai ad avvicinarmi alla panchina in cui Arizona era seduta. Avevo le mani sudate, i battiti del cuore troppo accelerati, avevo paura perché avevo troppe cose da chiederle. Appena fui dietro di lei, capii che non aveva sentito i miei passi, ma mentre stavo muovendo il mio braccio verso la sua spalla, la sua voce mi fermò.
“Sento il tuo profumo Calliope, è così dentro di me da sentirlo ovunque.” Scoppiò a piangere ed io mi accorsi solo in quel momento della puzza di alcool che emanava, di tutte quelle bottiglie di super alcolici ai suoi piedi e sulla panchina, alla sua voce. Arizona era ubriaca e non stava parlando con me, ma con se stessa. Non potevo più resistere, dovevo dirle qualcosa, dovevo porre fine a quel suo dolore.
“Arizona” mi misi davanti a lei, cercò di alzarsi ma non ci riuscì così per evitare che si facesse male la strinsi e cercai di farla sedere nuovamente. Mi trascinò sulla panchina, mi mise le mani sul viso e cominciò a delinearne i contorni.
“Sei così bella Calliope, ma io sto sognando. Tu non sei reale, sei solo frutto della mia immaginazione, ho bevuto così tanto da poter vedere unicorni che corrono sopra i tetti di Seattle.”
Arizona non aveva più consapevolezza della realtà, sul mio volto caddero diverse lacrime, avevo distrutto l’unica persona che abbia mai veramente amato.
“Arizona, sono io, non stai sognando, mi ricordo di te, di noi, ricordo tutto Arizona e non posso vivere senza la donna che amo.”
“Sei davvero tu? Sei tornata da me?”
“Si Arizona, ma adesso non posso spiegarti tutto, tu sei completamente ubriaca e fai fatica a seguire un discorso. Ti porto dentro su, andiamo.”
“No! Sei qui Calliope, io ti vedo, sento il tuo profumo, non posso muovermi, perché se mi muovo tu sparirai”
Feci l’unica cosa che io potessi fare per cercare di tranquillizzarla, la abbracciai così forte da farle sentire il battito del mio cuore, se fossi stata solo una proiezione della sua mente non avrebbe mai potuto sentire il mio cuore. Funzionò, lei capì.
“Sento il tuo cuore, sei qui, non sei nella mia mente”
“No Arizona non sono nella tua mente.”
Mi baciò con forza, prepotenza, passione, rabbia, dolore, sentii in quel bacio tutto ciò che Arizona stava provando. Quando ci staccammo, scoppiò in lacrime.
“Mi sei mancata.”
“Anche tu Arizona, ma adesso torniamo dentro, è tardi e tu devi riposare, domani mattina parleremo.”
Arizona non si reggeva in piedi così la portai fino alla sua camera in braccio, la feci sdraiare sul letto e subito mi afferrò il braccio.
“Resta con me…” lo feci, restai lì a tenerla tra le braccia tutta la notte.
 
 
Mi svegliai presto, scesi a prepararle la colazione e la salii in camera di Arizona, stava ancora dormendo quando entrai, così decisi di poggiare la colazione sulla scrivania e svegliarla.
Mi sedetti sul letto, e la baciai dolcemente sulle labbra che tanto avevo desiderato, lei aprì gli occhi e saltò in aria per lo spavento.
“Calliope! Non era un sogno allora, sei qui, ti ricordi di me vero?”
“Si ricordo tutto Arizona e ti prometto che non mi dimenticherò più di te.”
La baciai con tutto l’amore che avevo da darle.
Fui io a cominciare il discorso interrotto la sera prima.
“Ti amo Arizona Robbins e non posso passare un altro giorno senza te, perciò tu adesso torni a casa con me, sempre che lo voglia.”
“Ho immaginato questo momento così tante volte, mi sono sentita spezzata nel momento in cui non mi hai riconosciuta. Sono andata via da casa nostra perché non avrei mai potuto vivere con te senza poterti vivere davvero. Ho preferito lasciarti i tuoi spazi, volevo che fossi tua decidere cosa fare della tua vita, non potevo legarti a me, non potevo dirti di amarmi.”
“Hai sbagliato, avresti dovuto dirmelo. Non hai lasciato tracce, sei sparita nel nulla, in ospedale nessuno mi diceva niente ed io continuavo a sentire un vuoto dentro di me, non mi avresti costretto ad amarti Arizona, mi avresti solo aiutato a ricordare più in fretta. Sei dentro di me, niente ti potrà cancellare.”
“Ti amo Calliope e ho fatto degli errori, è vero, ho avuto paura, non volevo legarti a qualcuno che non ricordavi. Mi hai salvata oggi Calliope, perciò non pensiamoci più e andiamo avanti, hai una promessa da mantenere.”
“Davvero? Quale?”
“Sposami, sposami oggi Calliope, non posso più aspettare, Tim ha fatto la sua scelta ed io non posso aspettare che lui torni in una bara con una grande bandiera. Io ti amo e voglio passare il resto della mia vita con te e se mio fratello ama di più la sua patria io non posso farci nulla.”
Mi avventai su di lei. “Certo che ti sposo Arizona, magari tra una settimana, perché devi riposarti un altro poco e in più ho una sorpresa per te.”
“Che sorpresa?”
“Vedrai.. vestiti che ti porto a casa” mi alzai dal letto per avvicinarmi all’armadio.
“Calliope?”
“Si?”
“Sono la donna più felice del mondo.”
“Anche io”
 
La portai a casa, non avrebbe mai immaginato di trovarci suo fratello. I due fratelli passarono tutta la giornata insieme, così io ne approfittai per comprare un anello, l’avrei sposata e volevo farle una proposta decente. Nei giorni seguenti mi accordai con Tim, che era definitivamente tornato dall’ Iraq, lasciai organizzare a lui la cerimonia, all’insaputa di Arizona. In poche settimane tutto era pronto, dovevo solo portare Arizona all’altare.
Il giorno del matrimonio io e Arizona avevamo la giornata libera, così le proposi un pranzo intimo. La portai in uno dei più lussuosi ristoranti di Seattle, in periferia, poco distanti dal luogo in cui avevo che si sarebbe tenuta la cerimonia.
Finito il pranzo, mi alzai e mi inginocchiai ai suoi piedi.
“Arizona Robbins, vuoi sposarmi?”
“Si certo!”
“Speravo lo dicessi” Arizona scoppiò a ridere
“Ma Calliope ti ho chiesto io di sposarmi, non avrei mai potuto rifiutare la tua proposta.”
“Lo so, ma io ti sto chiedendo di sposarmi oggi.”
“Oggi?”
“Si, fidati di me”
 
Arizona mi stava riempiendo di domande ma io cercai di spiegarle che avevo organizzato tutto, le misi una benda e le chiesi di fidarsi di me. In pochi minuti arrivammo a destinazione, la feci scendere dall’auto e le tolsi la benda.
“Calliope, che ci facciamo a casa dei miei genitori?”
“Ci sposiamo!”
“Qui?”
“Si qui, perché è qui che mi sono innamorata di te, la prima volta che ti ho vista ed è qui che voglio promettere di amarti davanti a tutti i nostri amici e parenti. Ma adesso dobbiamo dividerci, ci vediamo dopo, nella tua camera troverai tutto quello che ti serve. La bacia in fretta e corsi in casa, lei mi seguì subito. Io mi vestii nella stanza di Tim, mentre Arizona nella sua. La cerimonia si sarebbe tenuta in giardino, davanti alla nostra panchina e al fantastico panorama di Seattle.
 
Vidi Arizona percorrere quel viale pieno di fiori e mi resi conto che non c’era altro posto in cui volessi stare, stavo sposando l’amore della mia vita davanti al più bel panorama che esiste, ero proprio dove volevo essere.
La cerimonia fu breve ma intensa, ci scambiammo le promesse e gli anelli e poi fui libera di baciare mia moglie.
Tim aveva organizzato tutto alla perfezione, il resto del giardino era pieno di tavoli e al centro c’era una grandissima pista da ballo tutta in legno. Mentre io ed Arizona stavamo ballando, la musica cambiò velocemente e vidi Tim avvicinarsi a noi.
“Arizona, mi concedi questo ballo? Callie te la riporto subito”
Arizona ballò con Tim che mantenne la sua promessa e me la riportò quando la musica aveva finito di invadere la pista.
Quando Arizona fu nuovamente tra le mia braccia, la baciai e le dissi l’unica cosa che riempiva tutta la mia anima:
“Sei l’amore della mia vita, ti amo.”










n.d.a eccomi qui con il finale di questa storia, è decisamente più lungo del solito perciò spero di essermi fatta perdonare per l'immenso ritardo. Non posso che ringraziarvi, cari lettori e chiedervi per un'ultima volta di dirmi cosa ne pensate, adesso che ho concluso questa storia sono molto curiosa di sapere che ne pensate. Grazie e a presto.
 
  
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