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Autore: Luna Shadowpuff    17/05/2015    0 recensioni
L'ennesimo sortilegio ha colpito la Foresta Incantata riportando tutti a Storybrooke. Nulla però è cambiato: Biancaneve e il principe si amano, Regina non sa se vuole essere buona o cattiva, Granny continua a servire frittelle e... Uncino continua nel suo interminabile vagare.
L'unica soluzione sarà lei.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta
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Mentre sto seduto a riflettere Emma mi sfila davanti, il vento che le scompiglia i capelli dorati, senza vedermi.
“Swan, dove ti porta il vento?”
“Al mio ufficio, Uncino. Sono una donna impegnata, io.” dice cercando di provocarmi.
Rido sarcastico “Sono molto più impegnato di quanto pensi. Oggi è solo una giornata un po' fiacca.”
“Bene allora. Io devo andare. Ciao Uncino.” mi saluta secca.
Io mi alzo dalla panchina e comincio a seguirla.
“Potrei denunciarti per stalking allo sceriffo. Ah, no, sono io lo sceriffo.” dice sarcastica dopo un po' lanciandomi occhiate di fuoco. È evidentemente una giornata no per Emma Swan.
“Puoi arrestarmi se vuoi.” le rispondo tirandole un boccolo sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi. Lei sbuffa e cerca di nascondere un sorrisino ma io lo vedo lo stesso spuntare. Poi tossisce e torna seria.
    Da quando Emma è entrata nella mia vita ho cominciato a dubitare del mio fascino: le donne mi cadevano ai piedi prima, ma con lei no, è tenace.
E questo rende tutto più eccitante.
“Sei pensieroso ultimamente. Che passa per quella mente malata?”
Non puoi nemmeno immaginarlo, penso.
“Niente di particolare. Sai le solite cose: donne, soldi, potere, donne...”
“Aha, si certo” si ferma e mi guarda, le braccia incrociate con fare minaccioso.
“Oh, andiamo, Swan...” continuo a camminare superandola.
Per la prima volta Killian Jones, il Capitano Uncino, ha paura. Paura di una donna per giunta. E come faccio a dirglielo? Come faccio a dirle che sono ancora innamorato di lei, dopo tutto quello che è successo? Quella notte alla caverna le ho dichiarato il mio amore, ma lei non mi ascoltava quasi: pensava solo a salvare Baelfire. E ora che lui non c'è più come sarà ridotto il suo cuore? Sarà ancora in grado di amarmi? Di amare veramente qualcuno?
    Tra un pensiero e l'altro non mi sono accorto che siamo già arrivati alla centrale. È il momento di andarmene e pensare ad un altro modo per incontrarla casualmente un'altra volta. Forse sto diventando veramente uno stalker e dovrebbe arrestarmi. Il solo pensiero mi fa venire i brividi. Non so se riuscirò a trattenermi ancora a lungo.
Lei armeggia con le chiavi della porta dell'ufficio che non si apre. Frustrata caccia un urlo e tira qualche calcio all'uscio “Dovrei chiamare qualcuno per farla riparare.”
Io appoggio la mano buona sulla sua e faccio girare la chiave nella toppa “Dolcemente, Swan, non tutto si ottiene con la violenza.” la porta scatta e si apre.
“Ma senti, un pirata che mi impartisce lezioni di gentilezza.”
Sfila piano la chiave, la mia mano ancora sulla sua. Sembra indugiare, come se non volesse smettere di sentire il mio tocco su di se. O almeno, per me è così e spero vivamente che sia lo stesso per lei. Lentamente le lascio andare la mano e subito sento quella sensazione di mancanza. Ho un terribile bisogno di baciarla ora, in questo istante, sento che sto per esplodere ma mi trattengo e lei entra in ufficio chiudendosi la porta alle spalle.
Un momento. Era un sospiro quello che ho sentito?
Rimango fermo davanti alla porta, attonito. Dev'essere stato uno scherzo della mente, magari un soffio d'aria.
Ma non c'è vento oggi, il cielo è terso e il sole splende caldo.
Senza accorgermene sto camminando e cammino, cammino, cammino; cammino fino al bivio e svolto verso il Toll Bridge.
Mi sporgo dal ponte e guardo giù, verso il fiume: il mio riflesso mi osserva. Mi osserva malinconico, una nuova ruga in mezzo alle sopracciglia.
Non ho questa espressione da anni.
L'espressione di un uomo sconfitto.
No, non mi devo lasciare abbattere, penso. No, non devo.
Cerco nella giacca il cellulare che ho comprato quando sono arrivato. La gente di questo mondo non riesce a vivere senza. E a buona ragione.
Compongo il numero del suo ufficio.
“Ufficio dello sceriffo” risponde la voce annoiata di Emma.
“Emma...” comincio a dire.
“Uncino, questa linea deve rimanere libera per le chiamate urgenti!” mi urla contro, interrompendomi.
“È urgente, ascoltami. Questa sera alle nove ti aspetto al Toll Bridge. Se verrai sarò felice, se non verrai ti lascerò in pace, non ti cercherò più, uscirò dalla tua vita. Ci stai?”
“Questo tipo di proposte sembra all'ordine del giorno alla foresta incantata...” dice e chiude la comunicazione.
   
 
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