Lentamente
tolgo le mani tremanti dalla faccia e mi giro verso la voce.
È una
ragazza. Ha un fisico esile e credo sia un po’ più
bassa di me.
I capelli
ramati, che le scendono ben oltre le spalle, sono mossi dal vento.
Attraverso i
suoi occhi azzurri come il mare più limpido scorgo una
serenità che mi lascia
sorpreso.
- Stai bene?
– Chiede avvicinandosi.
Cerco di
ricompormi, mentre mi ritrovo a balbettare.
- C-certo,
stavo solo… - Ma non so più cosa dire.
- Prova ad
alzarti e a respirare profondamente, ti aiuterà di sicuro
–
Mi sollevo
un po’ a fatica e comincio ad inspirare ed espirare
lentamente, concentrandomi
solo sull’aria che entra ed esce dal mio corpo.
- Va meglio?
– Chiede la ragazza dopo un po’.
Apro gli
occhi e la guardo meglio. Sulle sue guance ora c’è
un lieve rossore.
- Sì,
va
meglio… Grazie – Rispondo.
- Non
c’è di
che – Fa lei mentre mi tende la mano.
La stringo e
mi presento.
- Finnick
Odair – Pronuncio il mio nome nel tono di voce più
pomposo che riesco a usare.
La sua bocca
si piega in un sorriso timido mentre mi risponde.
- Io mi
chiamo Annie. Annie Cresta. –
Qualche ora
dopo sono appostato su un palo, a qualche centinaio di metri dalla
costa. In
mano stringo il mio tridente, quasi diventato parte di me, tanto
è il tempo che
lo uso. Qui nel Distretto 4 ognuno ha il suo strumento di caccia
personale. Ne
si entra in possesso il primo giorno di lavoro e si continua a usarlo
per anni
e anni. È quasi un rito di iniziazione, farsi regalare
un’arma per pescare.
È
più di un
anno che uso il mio tridente, ma sorprendentemente non
c’è ancora nessun segno
di usura.
Con un gesto
ormai meccanico allungo una mano fino a toccare la rete appesa poco
più in
basso di me. La strattono leggermente e ritraggo soddisfatto la mano
sentendo
che è pesante come gli altri giorni.
Non faccio
che ripensare a quello che è successo stamattina. Ho
litigato con Brian, non
pensavo fosse possibile. Mi sono rifiutato di aiutarlo solo
perché mi sono
fatto spaventare dai soliti fantasmi del passato. E ancora non capisco
bene
cosa è successo dopo. Non avevo mai visto quella ragazza,
Annie, in giro per il
Distretto. Eppure non sembra una persona comune, come
d’altronde non lo è il
posto del nostro incontro. Una discarica… Di certo non il
luogo ideale per
conoscere una ragazza. Eppure, quell’incontro è
stato piacevole. Vorrei
rivederla.
All’improvviso
un movimento appena sotto il pelo dell’acqua mi distoglie da
quei pensieri. I
miei riflessi ormai sono allenati, e con un movimento fluido ma rapido
il
tridente scende fino ad infilzare quello che riconosco come uno
splendido
esemplare di cefalo lungo mezzo metro. Lo faccio scivolare nella rete e
sento
lo stomaco brontolare.
Il sole
è
alto nel cielo, forse questa mattinata lunghissima sta per finire.
Infatti,
dopo pochi minuti sento finalmente la sirena che segnala la fine del
turno
lavorativo. Ho giusto il tempo di sganciare la rete dal palo che arriva
la
barca dei Pacificatori che mi scorterà a riva insieme agli
altri pescatori.
Una volta
arrivato, mi dirigo verso la capanna dove si deposita la pesca. Nessuno
può
tenere per sé quello che ha preso: va tutto a Capitol City.
A noi abitanti del
4, invece, a seconda della quantità di pesce che si riporta,
vengono dati dei
crediti, che possono essere spesi per comprare del cibo.
Ovviamente
questo va a sfavore di tutti quelli che sono meno abili nella pesca, ma
i geni
di Capitol City hanno pensato a un ottimo sistema per non far morire di
fame
queste persone: le cosiddette “tessere”. Ognuno
può farsi assegnare una piccola
fornitura annuale di cibo, ma così facendo il suo nome
comparirà su più
bigliettini tra le persone sorteggiabili per gli Hunger Games. In
pratica non
morirai di fame, ma avrai più possibilità di
essere chiuso in un’arena piena di
persone che vogliono ucciderti. Molto rassicurante.
Mi fermo
davanti a Todd, il Pacificatore addetto alla distribuzione dei crediti.
Mi
aspetta con lo stesso sorriso amichevole con il quale mi saluta ogni
giorno.
- Anche oggi
un bel bottino, eh, Finnick? –
-
Finché ci
riesco… - Replico.
- Non sminuirti!
Sei uno dei migliori pescatori di tutto il Distretto, senza di te a
Capitol
City si morirebbe di fame – Aggiunge scherzando.
Accenno una
risata, lo saluto e me ne vado.
Sono a
letto. Oggi pomeriggio ho parlato ancora con Brian, e sono ancora
sconvolto per
quello che ha intenzione di fare.
-
Fermerò
gli Hunger Games! –
Posso ancora
sentirlo.
- Devo
farlo, altrimenti non potrò mai perdonarmi –
Già.
Ti
capisco.
Dovrei
parlarne con qualcuno. Ma chi potrebbe aiutarmi? I miei genitori? No di
certo.
Non ho altri amici di cui fidarmi ciecamente.
Dicono che
la notte porti consiglio.
Forse hanno
ragione. Adesso so cosa fare.
Angolo
dell’autore
Ciao
a tutti! Dovete perdonarmi per tutto il tempo che ci
metto ad aggiornare, ma è un periodo davvero impegnativo per
me… Ancora un po’
ed avrò tutto il tempo da dedicare al nostro Finnick! Per il
resto, spero che
il capitolo vi sia piaciuto!
A
presto (spero)!