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Autore: Jim2233    17/05/2015    3 recensioni
Cosa è successo a Finnick da renderlo il ragazzo che abbiamo conosciuto in Catching Fire e Mockingjay?
La Collins non ha esplorato il passato di Finnick, così ho pensato di farlo io!
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Katniss Everdeen, Mags, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lentamente tolgo le mani tremanti dalla faccia e mi giro verso la voce.

È una ragazza. Ha un fisico esile e credo sia un po’ più bassa di me.

I capelli ramati, che le scendono ben oltre le spalle, sono mossi dal vento. Attraverso i suoi occhi azzurri come il mare più limpido scorgo una serenità che mi lascia sorpreso.

- Stai bene? – Chiede avvicinandosi.

Cerco di ricompormi, mentre mi ritrovo a balbettare.

- C-certo, stavo solo… - Ma non so più cosa dire.

- Prova ad alzarti e a respirare profondamente, ti aiuterà di sicuro –

Mi sollevo un po’ a fatica e comincio ad inspirare ed espirare lentamente, concentrandomi solo sull’aria che entra ed esce dal mio corpo.

- Va meglio? – Chiede la ragazza dopo un po’.

Apro gli occhi e la guardo meglio. Sulle sue guance ora c’è un lieve rossore.

- Sì, va meglio… Grazie – Rispondo.

- Non c’è di che – Fa lei mentre mi tende la mano.

La stringo e mi presento.

- Finnick Odair – Pronuncio il mio nome nel tono di voce più pomposo che riesco a usare.

La sua bocca si piega in un sorriso timido mentre mi risponde.

- Io mi chiamo Annie. Annie Cresta. –

 

 

 

Qualche ora dopo sono appostato su un palo, a qualche centinaio di metri dalla costa. In mano stringo il mio tridente, quasi diventato parte di me, tanto è il tempo che lo uso. Qui nel Distretto 4 ognuno ha il suo strumento di caccia personale. Ne si entra in possesso il primo giorno di lavoro e si continua a usarlo per anni e anni. È quasi un rito di iniziazione, farsi regalare un’arma per pescare.

È più di un anno che uso il mio tridente, ma sorprendentemente non c’è ancora nessun segno di usura.

Con un gesto ormai meccanico allungo una mano fino a toccare la rete appesa poco più in basso di me. La strattono leggermente e ritraggo soddisfatto la mano sentendo che è pesante come gli altri giorni.

Non faccio che ripensare a quello che è successo stamattina. Ho litigato con Brian, non pensavo fosse possibile. Mi sono rifiutato di aiutarlo solo perché mi sono fatto spaventare dai soliti fantasmi del passato. E ancora non capisco bene cosa è successo dopo. Non avevo mai visto quella ragazza, Annie, in giro per il Distretto. Eppure non sembra una persona comune, come d’altronde non lo è il posto del nostro incontro. Una discarica… Di certo non il luogo ideale per conoscere una ragazza. Eppure, quell’incontro è stato piacevole. Vorrei rivederla.

All’improvviso un movimento appena sotto il pelo dell’acqua mi distoglie da quei pensieri. I miei riflessi ormai sono allenati, e con un movimento fluido ma rapido il tridente scende fino ad infilzare quello che riconosco come uno splendido esemplare di cefalo lungo mezzo metro. Lo faccio scivolare nella rete e sento lo stomaco brontolare.

Il sole è alto nel cielo, forse questa mattinata lunghissima sta per finire.

Infatti, dopo pochi minuti sento finalmente la sirena che segnala la fine del turno lavorativo. Ho giusto il tempo di sganciare la rete dal palo che arriva la barca dei Pacificatori che mi scorterà a riva insieme agli altri pescatori.

Una volta arrivato, mi dirigo verso la capanna dove si deposita la pesca. Nessuno può tenere per sé quello che ha preso: va tutto a Capitol City. A noi abitanti del 4, invece, a seconda della quantità di pesce che si riporta, vengono dati dei crediti, che possono essere spesi per comprare del cibo.

Ovviamente questo va a sfavore di tutti quelli che sono meno abili nella pesca, ma i geni di Capitol City hanno pensato a un ottimo sistema per non far morire di fame queste persone: le cosiddette “tessere”. Ognuno può farsi assegnare una piccola fornitura annuale di cibo, ma così facendo il suo nome comparirà su più bigliettini tra le persone sorteggiabili per gli Hunger Games. In pratica non morirai di fame, ma avrai più possibilità di essere chiuso in un’arena piena di persone che vogliono ucciderti. Molto rassicurante.

Mi fermo davanti a Todd, il Pacificatore addetto alla distribuzione dei crediti. Mi aspetta con lo stesso sorriso amichevole con il quale mi saluta ogni giorno.

- Anche oggi un bel bottino, eh, Finnick? –

- Finché ci riesco… - Replico.

- Non sminuirti! Sei uno dei migliori pescatori di tutto il Distretto, senza di te a Capitol City si morirebbe di fame – Aggiunge scherzando.

Accenno una risata, lo saluto e me ne vado.

 

 

 

 

Sono a letto. Oggi pomeriggio ho parlato ancora con Brian, e sono ancora sconvolto per quello che ha intenzione di fare.

- Fermerò gli Hunger Games! –

Posso ancora sentirlo.

- Devo farlo, altrimenti non potrò mai perdonarmi –

Già. Ti capisco.

Dovrei parlarne con qualcuno. Ma chi potrebbe aiutarmi? I miei genitori? No di certo. Non ho altri amici di cui fidarmi ciecamente.

 

Dicono che la notte porti consiglio.

Forse hanno ragione. Adesso so cosa fare.

 

 

 

Angolo dell’autore

 

Ciao a tutti! Dovete perdonarmi per tutto il tempo che ci metto ad aggiornare, ma è un periodo davvero impegnativo per me… Ancora un po’ ed avrò tutto il tempo da dedicare al nostro Finnick! Per il resto, spero che il capitolo vi sia piaciuto!

A presto (spero)!

 

 

 

 

   
 
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