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Autore: DulceVoz    18/05/2015    5 recensioni
Che ne sarà di noi? Questa non è una vera e propria domanda, è piuttosto una frase vaga che si ripetono tre fratelli, da quando la loro vita è stata sconvolta da una disgrazia più grande di loro, un uragano di sofferenza che ha stravolto duramente le loro giovani esistenze. Che ne sarà di noi? Si chiede una zia amorevole, che potrebbe trovarsi costretta a vivere con loro a causa di un testamento sorprendente, il quale la vedrebbe obbligata sotto lo stesso tetto anche con il suo peggior incubo, ovvero l’uomo che si interrogherà con la medesima questione, nascondendosi dietro ad una maschera di indifferenza. Dal dolore puo’ nascere amore? E, soprattutto… l’amore puo’ aiutare a superare un dramma tale? Questo e molto altro, lo dovranno scoprire i nostri protagonisti… perché a sanare le loro profonde ferite, dovrà pensarci proprio questo potente sentimento.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angie, Diego, Leon, Pablo, Violetta
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Fuochi d’artificio. Cap.30.
 
“- E adesso chiamerò sul palco i tre finalisti del concorso di quest’anno: tra loro, uno verrà eliminato… e poi, proclameremo chi si aggiudicherà il contratto discografico con YouMix e chi la medaglia d’argento!” Rafa Palmer stava per annunciare i concorrenti che si sarebbero giocati il trionfo finale, catturando sin da subito l’attenzione, in particolare, della prima fila della platea. “- VOGLIAMO GLI ‘ALL FOR YOU’ VINCITORI!” Gridò Ambar euforica, venendo zittita teneramente dalla sorella e da Camilla, la quale le lanciò invece un’ occhiataccia letale, mentre Francesca le accarezzò dolcemente i capelli scarlatti: nessuno voleva perdersi nemmeno una parola della lettura dei nomi dei due che si sarebbero giocati la vittoria e tutti, le loro ragazze e parenti in primis, erano attentissimi nell’attesa di ascoltare finalmente il verdetto finale. La band dei ragazzi era già arrivata sul podio insieme a Ludmilla e a una coppia di cantautori che avevano incantato il pubblico con dei teneri duetti: Maxi e Natalia. I due giovani, della loro stessa scuola di Madeira, erano dei tipetti tranquilli e amichevoli che scrivevano canzoni d’amore davvero dolci e orecchiabili. Le giovani fissavano attente ogni minimo movimento anche nel sipario del fondale del palco per vedere comparire i loro ragazzi, e altrettanto attenti erano i loro genitori, “- Vi presento, i nostri campioni! Gli ‘All For You’, Ludmilla Ferro e Maxi e Naty.” Li accolse Rafa e, con il sottofondo di un grande applauso, i ragazzi fecero la loro comparsa sulla scena, visibilmente emozionati, tranne la figlia di Priscilla che ostentava con un sorriso determinato, la sua solita sicurezza. “- Adesso, vi dirò chi tra voi, purtroppo, uscirà dalla gara…” Esclamò il conduttore, andando a prendere una busta dalla giuria che era disposta in fondo al palco, seduta dietro ad una piccola cattedra. Un silenzio incredibile, considerando la grande folla ai piedi del palco, era calato nel parco, a parte le giostre e i vari banchetti che ancora brulicavano di persone e bambini che correvano scalmanati per accaparrarsi l’ultima mela caramellata. “- …A lasciare la competizione è…” La suspense era alle stelle e la tensione era palpabile nell’aria. “- …Ludmilla Ferro.” A quelle parole la ragazza sgranò gli occhi sconvolta, Priscilla in prima fila scattò in piedi furiosa e venne trattenuta a sedere da Pablo che, per evitare una rissa, provò a placarla. “- Che cosa?!”. Sbottò irata la biondina, perdendosi prima a fissare la band che era esterrefatta e poi il duo. “State scherzando? Io mi becco il bronzo e questi sconosciuti almeno l’argento?!” Era furiosa e con ampie falcate si avvicinò a Maxi e Nata che la osservarono un po’ preoccupati: era risaputo per tutta Madeira che le ire della Ferro fossero pericolose quanto quelle di sua madre. “- Mia figlia ha ragione! Questo concorso è truccato, non c’è altra spiegazione!” Strepitò Priscilla alzandosi nuovamente, stavolta non lasciando a Galindo la possibilità di fermarla. “- …Siete degli incompetenti! E sapete cosa vi dico? La mia bambina farà strada comunque! E voi, signori…” Continuò, salendo le scale e ritrovandosi al centro del palcoscenico, sotto lo sguardo preoccupato di Palmer che non sapeva cosa fare. “- …Voi, vi siete persi una grande opportunità di successo con lei!” Concluse, con aria agitata, sentendo di essere diventata paonazza per la rabbia sino alla punta delle orecchie. “- Priscilla e Ludmilla se ne vanno! Branco di incapaci!” Sbottò infine, ancheggiando verso la figlia e circondandole le spalle con un braccio, prima di allontanarsi con lei: se c’era una cosa che la direttrice di ‘Top’ odiava era vedere la sua piccolina perdere. Ludmi era una vincente, esattamente come la madre e la donna non poteva sopportare che quegli idioti, anche fossero della celebre casa discografica di YouMix, non avessero apprezzato il suo talento.
“- Non ti preoccupare, tesoro, mamma li ridurrà in cenere nel prossimo numero del giornale! Nessuno disdegna la mia piccola stellina!” Esclamò dietro le quinte, ormai prive di tutto quel movimento di inizio serata. “- Grazie mamma, non ce n’è bisogno…” Le sorrise la giovane, che aveva ancora, in cuor suo, la speranza che almeno fosse la band dei ragazzi a trionfare e di certo, se così fosse stato, non voleva affatto che la donna avesse sputato veleno su Emilio Marotti e sul fatto che, solo perché lei non avesse vinto, fosse tutto truccato. “- Non possono eliminarti tu sei mia figlia e…” Priscilla era ancora furiosa ma Ludmilla sapeva già come placarla, la conosceva fin troppo bene. “- Mamma… ti ringrazio ma non voglio che tu faccia nulla… ho perso, non  è mica finita qui? Proverò ancora e ancora fino a raggiungere la fama che merito… e spero che tu continuerai ad appoggiarmi.” Sorrise la giovane, mordendosi nervosamente il labbro inferiore e fissando intensamente la donna, quasi a disagio nel mostrarsi così fragile davanti alla grintosissima direttrice di “Top”… se pur fosse la sua genitrice. “- …Lo farai, vero?” Le domandò piano, sapendo comunque già la risposta: sì, lei lo avrebbe fatto, la avrebbe appoggiata e difesa a spada tratta, sempre. “- Certo, tesoro mio… vieni qui…” Priscilla, un po’ in imbarazzo, l’attirò a sé come quando era una bambina e l’abbracciò forte: nessuna delle due era abituata a dimostrazioni d’affetto così forti ma in quel momento poco importava… c’erano loro due e il grande amore che le univa. “- Andiamo a vedere chi vince, ti va?” Domandò la biondina alla madre, staccandosi in maniera impacciata da lei, che annuì, soddisfatta: la sua piccolina era una guerriera, non le dispiaceva nemmeno vedere chi avesse trionfato ad una gara dalla quale era uscita… poi improvvisamente collegò il tutto a Federico: sì, doveva essere per lui che la figlia volesse scoprire l’esito del concorso. “- Andiamo…” Le disse semplicemente, stringendole le spalle con un braccio e conducendola verso il frontstage.
“- Scusateci per questo piccolo contrattempo…” Continuò Palmer, in imbarazzo, beccandosi un’ ennesima occhiataccia da madre e figlia che ripresero posto in prima fila, tuttavia stizzite. “- Dunque… tra gli ‘All For You’ e Maxi e Naty, i vincitori sono…”. Di nuovo un surreale silenzio calò su quel settore del parco: incredibile come la tensione fosse alta, essendo, quel verdetto, la causa del cambiamento dell’esistenza di quei ragazzi. “- MAXI E NATALIA! CONGRATULAZIONI!” I due giovani si abbracciarono di colpo, i componenti della band si fissarono amaramente ma non potettero fare a meno di battere le mani ai due vincitori che saltavano allegramente come due matti, quasi non se lo aspettassero nemmeno loro di aver sconfitto tutta la concorrenza. Il pubblico, festoso, applaudiva i trionfatori che si erano portati a casa il contratto discografico, mentre, a testa bassa, il gruppo lasciava la scena, venendo però accolto subito dalle proprie famiglie e dalle annesse fidanzate. “- Siete stati bravissimi comunque, il secondo posto non è male!” Esclamò Violetta, allacciando le braccia al collo di un depresso Leon che si sforzò di sorriderle per non trasmetterle la sua tristezza: la band era importantissima per lui e l’aver sfiorato il sogno ma non averlo raggiunto lo faceva stare anche peggio. Un conto era arrivare terzi e non avere più speranze di vittoria… uno, ben diverso, era beccarsi l’argento, quando avevi cominciato a crederci davvero, quando, con tutto il cuore, speravi che la tua carriera avrebbe potuto fare il cosiddetto “grande salto”, dal piccolo borgo di Madeira a stella internazionale del panorama musicale. “- Seba io ci sono abituata al secondo gradino del podio! Ora sapete cosa si prova… e la smetterete di prendermi in giro!” Ridacchiò Camilla riferendosi alle sue gare di nuoto, tentando di allentare la tensione. Diego intanto, accanto a Pablo, stava venendo stritolato dall’abbraccio di Angie, sempre più difficile da stringere a causa del pancione che aumentava a dismisura e a vista d’occhio. “- Il mio giovanotto!” Soffiò la donna, prima di schioccargli un tenero bacio sulla fronte che lo fece sorridere in imbarazzo. “- Sono fiera di te… lo sai, vero?” Gli disse dolcemente, sciogliendo quella stretta e accarezzandogli una guancia, specchiandosi in quegli occhi verdi che tanto gli ricordavano il colore intenso di quelli di sua sorella. “- Zia… scusami se non sono stato il prototipo del nipote modello… ti… ti ho sempre complicato la vita e credimi, non avrei mai voluto. L’ho fatto inconsciamente.” Le mormorò un po’ teso. “- …Con Pablo ho già chiarito da un bel po’, ma con te… beh… volevo dirtelo, ecco.” Concluse semplicemente Castillo, vedendola annuire decisa. “- Va’ tutto bene, tesoro mio… sul serio.” Sussurrò appena la Saramego, continuando a tenergli il viso con una mano, schioccandogli poi un bacio sull’altra guancia e restandosene commossa, silenzio. “-I tuoi genitori sarebbero molto fieri di te. Non hai vinto ma hai dato l’anima per questa gara… ed è questo quello che conta.” Galindo, lentamente, si avvicinò a loro ed esclamò quella frase fissando intensamente il ragazzo che asserì convinto anche lui che così fosse. “- L’ancora non ha portato poi tanta fortuna…” Rise Diego, indicando il ciondolo che teneva al collo, facendo sghignazzare il fotografo. “- A volte funziona a scoppio ritardato… fidati.” Spiegò Pablo, stringendo la vita alla sua fidanzata che poggiò piano la testa nell’incavo della sua spalla, sorridendogli e capendo a cosa alludesse: la sua fortuna era arrivata con lei, con quella famiglia allargata con cui stavano vivendo ormai da tempo, provando a ricucirla con almeno un po’ di serenità e che, adesso, sentivano loro più che mai. “- Sei stato grandioso! Che chitarrista il mio ragazzo!” Francesca, euforica, gli allacciò le braccia al collo e lui, sorpreso da quell’improvvisa stretta, la fece girare a mezz’aria, felice e incantandosi nel sentire la risata di lei risuonargli nelle orecchie. “- Cos’ha detto?! La mia bambina ha detto ‘il mio ragazzo’ a Castillo?” Matias, sbiancato di colpo, per poco non interruppe i due ragazzi,  venendo però tirato indietro dalla moglie che lo trattenne per un braccio, mentre Leon e Violetta, mano nella mano, assistevano a quel siparietto, divertiti. “- Placati o ti ammanetto ad una sedia.” Lo redarguì Marcela con una calma glaciale, scatenando l’ilarità dei ragazzi e facendo però zittire il marito, seppure tutta quella vicinanza di Diego alla sua Francesca lo infastidisse anche troppo. “- Ha detto ‘il mio ragazzo’’! La mia bambolina non puo’ avere un fidanzato è… è una bimba, è piccolina, la piccolina di papà! Non ce l’ho con Diego, però… parlo in generale! Non si puo’!” Si lagnò ancora il biondo, facendo ruotare gli occhi al cielo alla Parodi. “- Papà io non sono il tuo piccolino?” Lo prese in giro il figlio, distrattosi ancor di più della sconfitta grazie all’ilarità scatenata dal padre, per poi aggiungere: “- …Anche io e Violetta stiamo insieme!” Gli rivelò, notando quanto si stesse improvvisamente accigliando, aprendosi però poi in un bel sorriso, colpito del fatto che non ne sapesse nulla. “- Complimenti al mio campione! Vilu sono contento di… FERMI TUTTI! QUEI DUE SI STANNO BACIANDO?!” Rigirandosi verso la figlia e quello che aveva scoperto essere da poco il genero, il biondo rimase pietrificato a fissare la scena e il sorriso dal suo volto scomparve di colpo: basta, era troppo. “- Devi sapere, figliolo, che la maggior parte dei padri hanno una gelosia morbosa verso le figlie femmine, e il tuo non è da meno…” Sentenziò rassegnata la madre di Leon, vedendolo ghignare di gusto. “- …Comunque sono felicissima di diventare tua suocera…! Benvenuta in famiglia, Violetta.” Sorrise dolcemente la donna, appoggiandole una mano sulla spalla e continuando con l’altro arto a strattonare Matias che ancora sembrava aver intenzione di andare a gonfiare di botte Diego per il suo stare troppo appiccicato a Francesca. “- E tu… andiamo a comprare un'altra mela caramellata, così starai zitto, almeno!” Borbottò la Parodi, tirandosi via il marito da lì, facendo ridere ancora di gusto Leon e la Castillo che, non appena si furono allontanati, si scambiarono anche loro un bacio appassionato, rimanendo poi a fissarsi per alcuni istanti, occhi negli occhi, innamoratissimi l’uno dell’altra.
Poco distanti dai La Fontaine c’erano Priscilla, Ludmilla e Federico che continuavano a borbottare qualcosa sull’inutilità della YouMix e sul fatto che era quasi un bene che non fossero stati contrattati da loro mentre, Andres e Libi, erano saliti sul palco a complimentarsi con i vincitori che conoscevano molto meglio rispetto al resto dei concorrenti.
 
 
“- Angie, piccolina! Come sei bella con questo pancione!” Pablo, Angie e Ambar, dopo la gara, si erano avvicinati al carosello delle giostre, cosicché la bimba potesse fare un ultimo giro prima di andare a vedere lo spettacolo pirotecnico che si sarebbe visto benissimo solo dalla spiaggia, poco distante dal parco, ma quella voce li fece sobbalzare: Olga, sottobraccio con Beto, la abbracciò improvvisamente e con foga a sé, sotto lo sguardo divertito di Galindo. “- Ci siamo viste questa mattina al Restò Bar, Olghina! Sembra che tu non mi veda da anni!” Ridacchiò la Saramego, cercando di divincolarsi da quella stretta energica. “- Io però non ero di turno questa mattina e  devo dire che sei lievitata parecchio dall’ultima volta che ci siamo visti al locale… e questo è ancora nulla!” Benvenuto, entusiasta, diede una forte pacca sulla spalla al fotografo, facendolo barcollare di lato e accarezzando poi, piano, il ventre della donna. “- Sei molto incoraggiante ricordandomi che sembro una mongolfiera e che tra poco sarà peggio, grazie!” Rise ironica la bionda, avvicinandosi di nuovo a Pablo che le cinse la vita con un braccio. “- Sei e sarai comunque splendida…” La rincuorò l’uomo, schioccandole un bacio sulla guancia che la fece sorridere dolcemente. “- Piuttosto… quando vi deciderete a dirci di voi due?” Continuò il moro, guardandoli con aria furba e mettendoli alquanto in imbarazzo. “- Cosa?! Cosa vuoi insinuare ancora, fotografo dei miei stivali?!” Sbottò acidamente la Peña, alterandosi e diventando paonazza di colpo, mentre Beto provava a placarla. “- Non c’è nulla di male ad ammetterlo, tesoro… ormai lo hanno capito…” A quel dolce tono, a cui si aggiunse quell’appellativo romantico, Pablo e Angie si scambiarono una rapida occhiata complice: avevano intuito che qualcosa fosse accaduto tra i due negli ultimi tempi, ma ad ogni domanda la coppia diveniva sempre evasiva e non ammetteva nulla. “- Io e Olga stiamo insieme e siamo… siamo molto felici.” Confessò l’amico di Angie, vedendo i suoi interlocutori aprirsi in un bel sorriso. “- Che meraviglia, sono tanto contenta per voi!” Ammise la bionda, riabbracciando una innamoratissima Olga, la quale, ancora paonazza, fissava il fidanzato indispettita per quella rivelazione, mentre Galindo non la smetteva di ghignare soddisfatto della sua giusta intuizione. “- Zia Angie ci sono i fuochi d’artificio, muoviamoci o ce li perderemo!” Ambar, dopo l’ennesimo giro su una giostra a cavallo, balzò giù e corse verso i tutori con aria felice e i due, con la piccola, si incamminarono verso il luogo da cui sarebbe stato possibile assistere al finale di quella magnifica serata. “- Andiamo, allora! Mie belle signorine!” Esclamò allegramente Pablo, stringendo la manina alla rossa che ridacchiò divertita e cingendo la vita della Saramego che credé di sognare: sì, Angie era felice, aveva quasi paura di ammetterlo a sé stessa ma dopo tanto dolore, finalmente, stava assaporando con timore quella serenità e quell’amore sconfinato nei confronti di Pablo e ne era pienamente gioiosa.
 
 
La spiaggia principale di Madeira era già piena di gente, alcuni erano accomodati su dei grandi teli da picnic distesi sulla sabbia, altre persone facevano invece capannello a chiacchierare tra loro sulla bellezza della Fiera di quell’anno.
“- E’ sempre così, ogni volta dicono sia stata meglio di quella precedente!” Violetta, stretta a Leon, camminava sulla riva lentamente, mentre l’infrangersi delle onde poco lontano dalle sue scarpe creava un magico e delicato suono di sottofondo. “- Quest’anno però è stata davvero epica! Il concorso è stato la ciliegina sulla torta.” Esclamò il giovane, continuando a cingerle la vita e vedendola sorridere e annuire. “- Peccato per la band… comunque sono sicura che avrete altre occasioni, siete bravissimi!” Sentenziò la castana, parandoglisi di fronte e prendendogli dolcemente le mani. “- Ammetto di esserci rimasto un po’ male, ma va bene così.” Commentò il figlio di Matias, fissandola intensamente negli occhi. “- ...Se avessimo vinto avremmo dovuto allontanarci dalle nostre famiglie, dalle nostre fidanzate… e forse non sarei stato pronto a lasciare tutto per inseguire il mio sogno con tour e impegni costanti. Inoltre, abbiamo ancora tanta strada da fare… per il successo abbiamo tempo!” Commentò il ragazzo, facendola asserire con il capo e sentendosi incantato, come ogni volta, da quello sguardo tanto dolce fisso su di lui. “- …Non avrei potuto fare nessuna tournée sapendo che avrei dovuto allontanarmi da te…” Mormorò appena al suo orecchio, per poi depositarle un caldo bacio appena sotto al lobo, sentendola immobilizzarsi a quel contatto rovente, per poi sciogliersi al secondo medesimo gesto, allacciandogli le braccia al collo e reclinando di poco la testa di lato, come per invitarlo a continuare. “- Ti amo da impazzire…” Soffiò la Castillo, quando il giovane si staccò dal suo collo e la strinse dolcemente tra le sue possenti braccia, facendole adagiare il capo contro il suo petto: amava da sempre abbracciarla, la sentiva sua, solamente sua, e lei amava sentirsi protetta in quelle salde strette, come solo suo padre la faceva sentire in passato, stringendola a sé. “- Io di più, piccola mia…” Sussurrò il ragazzo tra i suoi capelli, prima di depositarle un tenero bacio tra essi. Erano felici, finalmente erano riusciti a conquistare la loro serenità, nonostante i vari ostacoli che si erano interposti tra di loro sin dall’inizio. “- Promettimi che non mi lascerai mai, Leon… per favore…” A quelle parole il giovane sussultò e sciolse quell’abbraccio, prendendole il viso tra le mani per specchiarsi meglio nei suoi occhi, improvvisamente insicuri e tanto teneri. “- Ma scherzi? E’ ovvio che non ti lascerò mai! So bene quanto tu abbia sofferto ma da adesso in poi devi capire che noi siamo una cosa sola, amore mio e lo saremo per sempre.” Le disse dolcemente il castano, per poi avvicinarsi piano al suo viso e, lentamente sfiorare le sue labbra in un delicato bacio con il quale avrebbe voluto tranquillizzarla per trasmetterle tutto il suo amore e la sua sicurezza sulla loro relazione. Violetta, quando si allontanarono, gli sorrise dolcemente accarezzandogli una guancia e vedendolo ghignare. “- Perché ridi ora?!” Gli chiese ridacchiando a sua volta, dopo quel gesto tanto delicato con il quale La Fontaine era riuscito a farla stare decisamente più serena. “- Perché sono felice e fortunato ad avere una fidanzata meravigliosa come te…” Esclamò lui, facendo sì che la giovane lo abbracciasse di colpo e lui la sollevasse a mezz’aria, facendola girare e beandosi del suono della sua risata che tanto amava. Niente l’ avrebbe fatta più soffrire, ci sarebbe sempre stato lui al suo fianco, voleva sentire quella melodia allegra per il resto dei suoi giorni ed era sicuro che insieme, le avrebbero potute superare tutte, perché il loro amore avrebbe vinto su ogni cosa.
 
 
“- Ambar resta dove posso vederti, mi raccomando!” Angie, leggendo un messaggio da parte di Diego, urlò quella frase alla piccola che annuendo, si allontanò verso un gruppo di bambini, probabilmente amichetti di scuola e, in meno di venti secondi, era già intenta a giocare felice con loro, correndo allegramente. “- Dai, sta’ tranquilla! Lasciala divertirsi un po’!” Le sorrise Pablo, stringendola per la vita e depositandole un tenero bacio sulla guancia. “- …Non vorrai tormentare con la tua ansia anche nostro figlio, poi?” Rise ancora Galindo, beccandosi un’occhiataccia torva dalla bionda che gli fece sollevare le braccia in segno di resa, preoccupato. “- …Ok, sto zitto, sei perfetta anche così… iperprotettiva!” Commentò il fotografo, vendendola annuire, soddisfatta da quella sua conclusione. “- Se faccio così è perché ci tengo alle persone che amo… e poi non sono nemmeno tanto esagerata come mi dipingi tu!” Sentenziò piccata la donna, incrociando le braccia al petto, alzando un sopracciglio, offesa. “- Allora lo sei anche con me?” Ghignò furbescamente l’uomo, parandosi di fronte a lei, e appoggiandole le mani sui fianchi così da attirarla a sé appassionatamente, restando fisso a specchiarsi nei suoi occhi verdi che lo facevano impazzire. “- Se fai il bravo, sì…” Lo provocò la donna, prima di prendergli il volto tra le mani e sfiorare le sue labbra con le proprie, coinvolgendolo inizialmente in un bacio delicato che, presto, divenne sempre più travolgente. “- Buonasera…” Quando i due si erano già staccati ma ancora fronte contro fronte, i loro sguardi incatenati e il cuore che batteva a mille, quella voce li fece letteralmente sobbalzare. “- Gregorio…” Balbettò Angie a disagio, cercando istintivamente la mano di Pablo per intrecciarla con la sua cosicché lui le infondesse la sicurezza che le mancava per affrontare l’assistente sociale. L’ultima volta che lo avevano visto era stato quando lei aveva da poco scoperto di essere incinta e per mesi l’uomo non si era fatto né sentire, né vedere, preoccupandoli alquanto, seppure nulla fosse cambiato a casa Castillo e lui avesse anche accettato la loro storia d’amore, però, con non poche riluttanze. “- Sapevo di incontrarvi qui… e volevo scusarmi per come vi ho trattato l’ultima volta.” Iniziò Casal serio, facendo qualche passo verso di loro con un sorriso sornione stampato in volto. “- Maschietto o femminuccia?” Domandò poi d’improvviso, fissando il pancione della Saramego che strabuzzò gli occhi per quella curiosità amichevole. “- Femminuccia.” Sorrise, sentendo Pablo cingerle la vita con un braccio, dolcemente. “- Ho sbagliato ad impedirvi di amarvi, seppure comunque avessi ragione conoscendo la vostra intricata situazione… ma amare è una cosa meravigliosa e voi ve lo meritate più di chiunque altro dopo ciò che avete patito.” Sentenziò ancora Gregorio, poggiando una mano sul ventre della donna che abbassò lo sguardo rapita dal delicato gesto dell’uomo. “- …Vi auguro tanta felicità, a voi e al resto della combriccola. E, a proposito, complimenti per quello che avete fatto con i ragazzi, sul serio. Non era un compito facile, anzi.” Concluse poi, prendendosi una pausa mentre Pablo e Angie presero a fissarlo, commossi quanto sorpresi da quelle parole. “- Grazie, Gregorio. Grazie di cuore.” Sorrise Galindo, dandogli una pacca sulla spalla, colpito da quel discorso. “- No, davvero! All’inizio ero incerto su voi due… soprattutto su te, Pablo…” Continuò l’assistente sociale, facendo sghignazzare la coppia. “- …Però ho sempre saputo che avreste lottato con tenacia per i figli di German ed Esmeralda… e, modestamente, sono stato anche il primo a capire che tra voi due sarebbe nato qualcosa… però non credevo a questo livello!” Ironizzò soddisfatto, indicando, alla parola “nato”, la pancia della bionda che continuò a sorridergli. “- Grazie davvero per aver capito due folli che hanno solo seguito il loro cuore…” Sussurrò quasi la Saramego, vedendolo scuotere il capo in segno di dissenso. “- Ah, no! Avete fatto benissimo! E chiamatela ‘Gregoria’, mi raccomando!” Sbottò sarcastico, vedendo i due sbiancare a quel suggerimento, per poi lanciarsi una rapida occhiata tesa. “- Sto scherzando, tranquilli!” Rise Casal, osservando i fidanzati tirare un vero e proprio sospiro di sollievo. “- Amore, andiamo?” Una donna dai lunghi capelli corvini si avvicinò all’uomo che, improvvisamente, divenne paonazzo e sobbalzò quando lei gli poggiò delicatamente una mano sulla spalla, sorridendogli dolcemente. “- Ehm, sì… sì, ora arrivo, Carla…” Sbottò in imbarazzo, irrigidendosi paurosamente e contraendo la mascella, nervoso. “- Scusate è… emh, la mia fidanzata...” Sentenziò serio, rivolgendosi poi ai due, quando la donna si allontanò, dopo però avergli schioccato un bacio sulla guancia. “- Complimenti, Casal!” Lo prese in giro Angie, alludendo alla bellezza della mora e dandogli un buffetto sul braccio, divertita. “- Sì, sì… emh… arrivederci, eh…” Salutò ancora violaceo l’uomo, sotto lo sguardo divertito dei due. “- Secondo me si è addolcito ora grazie a quella signorina…” Commentò Pablo, piazzandosi nuovamente di fronte a lei e indicando con un cenno del mento la direzione dalla quale si erano allontanati Gregorio e Carla. “- Sì, puo’ essere! Avrà capito quanto è importante l’amore così da darci la sua benedizione completa!” Esclamò la Saramego, prendendogli le mani teneramente e osservandolo sorridere. Galindo non era mai stato più felice in vita sua, era rimasto colpito da quella conversazione con l’assistente sociale ed era certo che avesse ragione: meritavano la felicità e lui voleva far sì soprattutto che la sua Angie fosse sempre serena come quella notte. Un secondo dopo, Matias, tutto trafelato, si avvicinò a loro preoccupato scrutando il suo cellulare con aria scioccata, seguito dalla moglie che aveva tutta l’aria di essere rassegnata dal consorte. “- Perché mia figlia mi ha appena scritto che è con tuo nipote?” Domandò piccato alla Saramego, sottolineando i soggetti della sua domanda, altamente preoccupato, facendola sorridere, divertita dalla sua reazione di gelosia. “- Sono andati a fare una passeggiata, Diego mi ha avvisata poco fa…” Disse con calma la bionda, mentre anche la moglie tentava di tranquillizzarlo. “- Vuoi placarti? Sei più insopportabile del solito!” Sbottò Marcela, prendendolo sottobraccio per tirarselo lontano dai fidanzati. “- …Ti rendi conto che stai esagerando? Fran è grande e responsabile, quindi non hai nulla da temere! E poi lasciala in pace e lascia tranquillo anche Diego! Hai dimenticato tu cosa hai dovuto passare con mio padre?” Domandò la donna, la quale sapeva potersi fidare ciecamente della sua piccolina che, ormai, era diventata una donna, forte e intelligente. “- Hai ragione… ma sono comunque preoccupato, consentimi almeno di esserlo!” Commentò Matias, abbassando gli occhi sulla sabbia sotto ai loro piedi, intenerendo però la bruna. “- E dai non fare così. confida in tua figlia! Che poi lei è sempre stata da sola con i suoi libri… ti ricordi nella vecchia casa?” Gli ricordò la Parodi, sollevandogli il volto con una mano e vedendolo annuire. “- …Insomma, non che ci fosse nulla di male nel fatto che studiasse, anzi! Ma da quando ci siamo trasferiti a Madeira ha cominciato a vivere come un’adolescente della sua età, prima era tutto diverso e tu lo sai! Ora ha amici, un ragazzo…” “- Non dire quella parola!” La interruppe categorico e piccato il La Fontaine, facendola ridere di gusto per quella sua gelosia. “- Ok, ho capito… ti devo distrarre in altro modo per vederti più rilassato…” Mormorò la donna, avvicinandosi alle sue labbra e mettendo in atto il piano b: se fargli capire che Francesca fosse abbastanza in grado ormai di gestire la sua vita come voleva non aveva sortito alcun effetto, essendo l’uomo troppo stizzito per accettare la storia della figlia con Diego in quel momento, non le restava che zittirlo a modo suo… in fondo, voleva che anche la sua notte fosse serena e che non la trascorresse a preoccuparsi inutilmente. Piano lo bruna lo baciò, allacciandogli le braccia al collo e venendo prontamente ricambiata dal marito che l’attirò a sé per i fianchi con passione. “- Mi piace questo modo per mettermi a tacere, ispettore!” Ghignò Matias, quando si staccarono, rimanendo però ad un centimetro dal suo viso. “- Ottimo, almeno ho trovato un metodo che funzioni…” Sorrise Marcela, rimanendo così a fissare il marito, quando un improvviso boato, seguito da voci festose della gente intorno a loro, li fece sobbalzare: lo spettacolo pirotecnico era iniziato, e, incantati, rimasero immobili e felici ad osservarlo, affascinati da quegli strepitosi fuochi d’artificio.
 
 
“- Avevi ragione, vedere lo spettacolo da qui è tutta un’altra storia…” Francesca, tenendo le mani appoggiate al parapetto, scrutava l’orizzonte con aria sognante: a quell’altezza c’era una lieve brezza ma ciò che si apriva di fronte ai suoi occhi era così spettacolare che la temperatura più bassa passava in secondo piano. Le sembrava quasi di essere la protagonista di uno dei romanzi d’amore che tanto adorava e invece era la realtà, la sua realtà e, per quanto stentasse addirittura a crederci, lei era davvero su quel faro con il suo grande amore a godersi quello show da fiaba. Il mare, sotto di loro, era una tavola piatta che si infrangeva sulla scogliera e la luna piena, alta nel cielo, era ancora circondata da barlumi colorati dovuti ai fuochi pirotecnici che esplodevano vicinissimi ad essa, tra le tante stelle che splendevano in quella magica notte. “- Hai freddo?” Diego, tenendole la vita, carpì chiaramente un brivido percorrere la schiena della giovane che aderiva al suo petto e, togliendosi la giacca di pelle, gliela poggiò delicatamente sulle spalle, teneramente. “- No… sono solo emozionata e… felice. Molto. Questo posto per noi è importante… ” Esclamò la bruna, voltandosi e allacciandogli le braccia al collo, mentre una luce particolare, di serenità, attraversò il suo sguardo, ripensando alla prima volta che avevano passato la notte insieme, proprio sull’imponente faro di Madeira. “- Sei così speciale e… con te mi sento bene. Ti amo da morire.” Aggiunse sorridendogli, di quei sorrisi dolci che gli facevano mancare l’aria. Castillo piegò piano un braccio e le accarezzò istintivamente una guancia candida come la neve, avvertendo subito un lieve rossore colorargliela. “- Mi piace vederti sorridere e arrossire… ti amo anch’io, piccolina mia e sarà così per sempre.” Le sussurrò il giovane, continuando a tenerle il viso teneramente, incatenato a quello sguardo dolce che tanto adorava. “- …Mi hai salvato, Fran… e non smetterò mai di essertene grato.” Soffiò ancora con un filo di voce Diego, abbassando solo per un secondo il viso, per poi risollevarlo quasi subito, fiero come sempre, seppure apparisse rattristato al pensiero di ciò che aveva passato con la morte dei genitori. “- Tu mi hai afferrato quando stavo crollando nel baratro più nero, in una gola senza uscita nella quale avrei solo potuto schiantarmi, perdendo tutto quello che amo… io ti devo la vita, amore mio.” Concluse, specchiandosi ancora nei suoi occhi che ormai, a quelle parole, erano divenuti lucidi. “- Tu non mi devi proprio nulla…” Gli sorrise la ragazza, prendendogli una mano e perdendosi nel verde brillante del suo sguardo, nemmeno accorgendosi che si fosse commossa alle parole di Diego e che una piccola lacrima, splendente sotto al chiarore della luna, le stesse percorrendo una gota. “- …Io sono contenta di essere così importante per te… ma la volontà di cambiare ce l’hai messa tu, da solo… io ti ho solo consigliato come ritornare quello che, in fondo, sei sempre stato… il dolce ragazzo che amo…” Sussurrò la mora, riallacciandogli le braccia al collo e osservando le sue labbra piegandosi in un debole sorriso, quasi un po’ imbarazzato, mentre con un pollice le catturò quella piccola goccia solitaria sul suo viso. “- Sei meravigliosa…” Soffiò a pochi centimetri dal suo volto il Castillo, per poi sfiorare la bocca della giovane con la sua, prima piano e poi con sempre più passione, facendole scivolare le mani su ogni centimetro della sua schiena, mentre lei giocava con i suoi capelli corvini. I fuochi cessarono e un silenzio, interrotto solo dall’infrangersi di alcune piccole onde sulla scogliera, calò su di loro che continuarono a baciarsi indisturbati, sognando già come sarebbe stato il loro domani del quale avevano un'unica certezza: qualunque cosa sarebbe successa, l’ avrebbero affrontata e ci sarebbero riusciti, perché non erano più soli. Diego e Francesca erano insieme e così sarebbero stati, per sempre.
 
 
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Ciao! :)
E’ finita! *Piange* Manca solo l’epilogo ma è terminata anche questa storia… :’) I Naxi vincono la gara e abbiamo tante scene dolciose: Leonetta, Pangie, Diecesca, Maticela, persino Betolga (?) xD… non manca nessuno, anche Gregorio si è trovato una fidanzata! xD Ormai manca solo l’epilogo, spero davvero che questa fan fiction vi sia piaciuta… :3 Come al solito ringrazio tutti coloro che hanno seguito la storia, siete davvero gentilissimi! :3 Alla prossima, ciao! :) DulceVoz. :)
  
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