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Autore: Mountain D Henry    18/05/2015    3 recensioni
Saga ambientata un anno dopo il time skip su tre isole inventate. Le notizie fedeli all'opera del maestro Oda terminano alla saga di Punk Hazard. I protagonisti sono i Mugiwara che, dopo aver sconfitto due imperatori, si metteranno in viaggio per incontrare un altro imperatore, Shanks Il Rosso. Nuovi personaggi, poteri e sentimenti amplieranno il meraviglioso mondo di Oda, contaminandolo per mezzo della mia fantasia. Proverò a non mettere troppo in disordine un mondo così perfettamente delineato. Buona lettura!
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jinbe, Monkey D. Rufy, Nico Robin, Shanks il rosso | Coppie: Rufy/Nami
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La Ruspa Zoppa

Nuovo Mondo
Thousand Sunny
20:00


Quella sera Sanji, per farsi perdonare dalle due nakama, aveva preparato una cena molto speciale.
In ogni portata aveva inserito un ingrediente, un aroma o un particolare nella presentazione dedicato alle sue dee.
Dapprima aveva servito un antipasto a base di formaggi, miele, mostarde e frutta fresca.
Alcuni di questi formaggi erano stati fritti e fecero impazzire di gioia il capitano.
Dopo di che aveva servito un piatto con diversi tipi di pasta conditi con pesce-anatra e agrumi.
C'erano tortelli, spaghetti, tagliatelle, penne... era la "Fantasia al carboidrato #16".
Come secondo invece aveva servito degli spiedini di pesce, molluschi e ortaggi alla griglia.
Franky che reputava la verdura "troppo noiosa" passò la sua porzione di ortaggi a Chopper.
Anche Rufy non amava le verdure, ma mangiò talmente in fretta da non accorgersi della loro presenza.
Infine come dolce il cuoco aveva portato una sfiziosa crema alla catalanacon lamponi.













Arrivò la notte e tutti i nakama si ritirarono nelle loro cabine.
Nami e Robin avevano deciso di dormire insieme nella cabina della navigatrice quella notte.
Erano sdraiate con gli occhi fissi sul soffitto dipinto con grande maestria da Usopp.
Un'opera d'arte che esisteva da pochi mesi, da quando Usopp aveva contratto un debito troppo alto ed era stato obbligato da Nami ha fargli da schiavetto per una settimana.
«Sorellona, grazie del tuo aiuto con Rufy!» ruppe il silenzio la rossa.
«Di nulla, Nami.» rispose gentilmente l'archeologa.
«Vorrei contraccambiare il favore...».
Robin stette in silenzio un attimo.
«Insomma, tu e Henry...».
Robin arrossì.
«Io e Henry cosa?» disse Robin cercando di nascondere l'imbarazzo.
«Sembra che a lui tu piaccia molto!».
Robin sorrise.
«Che cosa te lo dice?».
«Si vede lontano un miglio! Ahahahaha» rise Nami.
«Può essere.» disse Robin.
«E a te? A te piace?» le domandò la sorellina.
«E' un brav'uomo, carino, intelligente, sa trasformarsi in una creatura mitologica e volare...»
«Ti piace! Ti piace!» strillò tutta eccitata Nami.
«Escogiterò un piano!» propose la rossa.
«Non lo so...» rispose Robin.
«Ci penso io!» replicò Nami prima di abbracciarla.



Rufy, nella grande cabina del capitano, era sdraiato sul letto con le braccia tese verso il soffitto e un libro in mano.
No, non stava leggendo.
Aveva le palpebre chiuse.
Si era addormentato col libro in mano nella posizione più scomoda del mondo!
Era alla pagina 10.
"Dalle sempre ragione quando è arrabbiata...".
«Ronf... Ronf... Nami! Ti va un mandarino? Ronf... Ronf...» parlava nel sonno.

Sulla vedetta Usopp era di guardia quella notte.
La temperatura era ottimale.
Stava scrivendo su di un diario ad un tavolino.
"Cara Kaya, Big Forest Island è una bella isola.
C'è tanto verde, tanti animali strani.
Alcuni sono pericolosi, ma nessuno spaventa il Grandissimo Capitan Usopp!
Pensa che abbiamo trovato un nuovo nakama!
E' un uomo-grifone!
E' incredibile, non trovi!?
E sa volare!
Poi te lo faccio conoscere."

Passarono tranquillamente 4 giorni.
Erano le 10 del mattino e Sanji si stava allenando sul ponte della Sunny nelle arti marziali con Jinbe.
«Ottimo, Sanji-kun! Ora proviamo con l'haki su entrambe le gambe!» gridò Jinbe.
«Decoupage in tre punti!» attaccò il cuoco.
Jinbe rispose con un Samehada Shotei3.
Entrambi finirono a terra.
«Ben fatto, Sanji kun!».
Arrivò Nami scura in viso «Volete fare affondare la nave!?!» e iniziò a picchiarli da terra.
«Ma Franky ha detto che non corriamo alcun pericolo!» rispose Jinbe dolorante a terra.
«Non me ne frega nulla! Non metterete a rischio la navigazione! Se volete allenarvi andate a farlo in acqua!» li sgridò la navigatrice.

Zoro era in cima all'albero maestro.
Si stava allenando aiutato da Usopp.
Il cecchino qualche tempo prima aveva progettato e costruito degli aquiloni con sopra dei diamanti-bersaglio che Nami aveva venduto allo spadaccino al triplo del valore di mercato.
«Che spreco!» gli aveva detto, ma Zoro le aveva fatto capire che servivano per allenarsi e per tenere gli altri al sicuro.
Fu così che Usopp costruì questi aquiloni con diamanti, fili di ferro e tessuti molto resistenti.
Zoro doveva colpire i diamanti con un fendente singolo senza distruggere l'aquilone, mentre questo ondeggiava casualmente nell'aria comandato dal vento.
«Ittoryu Baki4 !» gridò lanciando un fendente.



Ci fu un colpo di vento improvviso.
L'aquilone cambiò traiettoria.
Zoro fece cambiare traiettoria al fendente ma un altro colpo di vento fece virare l'aquilone ancora.
Zac!
In pochi secondi l'aquilone cadde a causa del filo reciso.
«Dannazione!» urlò Zoro.
«E' tutto ok! Ci penso io a risistemarlo!» gli disse Usopp.



All'orizzonte si ergevano nel cielo delle colonne di fumo nero.
«Terra in vista!» urlò Brook.
«Ecco Coal Mine Island, l'isola del carbone!» annunciò Nami.
«Fra 30 minuti sbarchiamo! Andate a prepararvi.» ordinò loro la navigatrice.
«Evvai! Coal Mine Island, stiamo arrivando!» gridò Rufy.
«Henry e Robin: voglio un rapporto sull'isola!» disse infine la rossa.
«Yosh!» risposero i due in coro.

In uno dei quartieri malfamati dell'isola c'era una vecchia bettola, "La ruspa zoppa".
Era un piccolo edificio a 2 piani in mattoni rossi sporchi di fuliggine.
A quell'ora era quasi vuota.
Dentro c'erano tavolini e sedie di legno povero impregnate di birra, vodka e rum.
L'aria puzzava di sigarette, vomito e urina.
Alle pareti c'erano dei drappi verdi e bianchi con scritte ingiuriose.
In sottofondo c'era un gruppo che cantava e suonava "Seven drunken nights5".
Al bancone il barista, un uomo robusto di altezza media che indossava una vecchia e logora felpa verde, stava preparando le bevande da portare a una tavolata.
Al tavolo c'erano sei strani clienti e un asino.
Erano vestiti tutti di colori scuri.
Da un lato della tavolata sedevano lo strano asino, un ragazzino e un okama.
L'asino non sembrava molto normale: il pelo era bruno ma aveva sulle palpebre un trucco dei colori dell'arcobaleno e sul capo una strana chioma fluente.
Anche se forse la cosa più strana era il fatto che stesse seduto al tavolino come un normale essere umano.
Il ragazzino avrà avuto sì e no 15 anni.
Portava degli spessi occhiali dalla montatura bianca, capelli verdi, zazzera, brufoli. lentiggini, corporatura esile.
Aveva un tic all'occhio destro.
L'okama portava un copricapo a forma di corvo.
Aveva un fisico strano e portava delle scarpe a punta.
Dall'altro lato della tavola erano seduti una vecchietta, un nano e una ragazza molto strana.
La vecchietta aveva un corpo esile, il viso pieno di rughe, i capelli afro argentati e le mancavano tutti i denti.
Il nano aveva invece era calvo e portava una folta barba rossa.
Un naso a patata, il viso rosso paonazzo e una cicatrice dall'alto verso il basso sulla guancia destra.
La ragazza aveva un grande mantello che le copriva il corpo.
La sua pelle era estremamente bianca, i capelli neri, gli occhi rossi e un naso "all'insù".
A capotavola sedeva un uomo alto con i capelli afro rossi a ciuffi.
Aveva degli occhi color ghiaccio e il suo sguardo oltre a incutere paura tradiva un grande risentimento verso il mondo intero.
Il naso era stato mutilato in qualche cruento scontro.
Sul braccio destro aveva uno strano tatuaggio con tre "k".

«Ecco a voi le bevande! Un po' presto per bere però...» disse il barista.
«Eheheheheh Matheo! Grazie per aver aperto il locale solo per noi.» affermò il rosso a capotavola.
«D'altra parte siete i miei migliori clienti! Ihihihihihi» rise Matheo.
«Nella mia birra non c'è il ghiaccio, vero figliolo?» chiese la vecchia.
«Certo Gladis! Come al solito.» rispose il barista.
«Bravo! Così si tratta una signora con il mio problema!» sorrise compiaciuta Gladis.
«Una vecchia sdentata!» interruppe la scena l'okama.
«Stai zitto Tolen, brutto idiota gay!» lo rimproverò la vecchia.
«Come ti permetti!?» le rispose Tolen.
«Ih-oh ih-oh!» ragliò l'asino.
«Certo Sir Raglio, questa vecchia non ci deve insultare! Essere gay è un'arte che io e te conosciamo bene...» disse facendo l'occhiolino alla bestia che arrossì.
«Smettetela di dire queste cose!» gridò la ragazza dagli occhi rossi «C'è un bambino qui!».
«Calmati, Crimson Pata. Dev è un uomo ormai! Se ha scelto di prendere la testa di un imperatore può anche ascoltare storie su rapporti omosessuali fra me e Sir!» replicò l'okama.
«Ogni ubriacone deve potersi divertire! Hic!» lo supportò il nano.
«E poi tanto ormai ho già visto tutto!» aggiunse Dev.
«Che schifo!» dissero in coro le due donne.
«Ehm ehm!» si schiarì la voce il rosso.
«Amici miei, non litighiamo! Non vi ricordate perché siamo qui?
Oggi diamo inizio alla fase 35 del piano "Revenge" del KKK.
Vi ricordate perchè abbiamo fondato la nostra associazione?» chiese l'uomo senza naso.
«Sì, Kap!» rispose il nano «Noi vogliamo farla pagare a tutti coloro che ci hanno fatto soffrire. Ci hanno discriminati, insultati, isolati, ci hanno detto che siamo sbagliati. La pagheranno con gli interessi!».
«Ben detto, Etonar!
Per fare ciò però dobbiamo acquisire potere.
Il potere si conquista lottando, uccidendo, rubando, stuprando, ricattando...
E noi abbiamo fatto tante di queste cose che ormai tutti gli dei hanno i nostri nomi nella loro lista dei cattivi.
Ma il problema non siamo noi.
Gli altri, i normali, sono sbagliati!
Sono loro i veri cattivi.
Noi combattiamo per la nostra normalità e per la nostra vendetta.
Le persone normali devono estinguersi!
Per fare ciò prima dobbiamo rubare il carbone dal grande magazzino dei Blackman!
Siete con me!?!» lì incitò Kap.
«Sì, capitano!» urlarono in coro i suoi nakama.
«Quel carbone ci serve in parte come carburante per le invenzioni di Dev e in parte per ottenere i soldi necessari alla recluta di altri cinquanta mercenari.» aggiunse il capo.
«I miei robot serviranno a distruggere i membri della ciurma di quell'idiota di un imperatore! Sono contentissimo, non vedo l'ora!» disse Dev.

Sull'isola del carbone una minaccia incombeva sulla felicità dei mugiwara.






Ricetta della crema alla catalana
Morsa della pelle di squalo (???? Samehada Shotei?): mossa difensiva, con un semplice colpo di palmo della mano Jinbe devia l'attacco nemico; utilizzata contro Gekko Moria.
Decoupage in tre punti: Sanji colpisce il nemico con tre calci veloci e devastanti mirati alla gola, al petto e al bacino del nemico. Usata per battere definitivamente Wanze.
Cavallo demoniaco: con un movimento circolare del braccio, Zoro scaglia un potente fendente con una spada; utilizzata per tagliare in a metà la testa di pietra gigante formata da Pica.
Canzone "Seven Drunken Nights"



Angolo dell'autore
Ciao a tutte le mie care lettrici e a tutti i miei cari lettori :)
Oggi è lunedì ed esce un nuovo capitolo!
Spero che vi sia piaciuto, fatemelo sapere nelle recensioni.
Ho anche messo dei link nelle note nel caso voleste accedere a quei siti più velocemente.

Special guest di questo capitolo è l'associazione criminale KKK, prossima avversaria dei mugiwara.
Kap, Tolen, Crimson Pata, Sir Raglio, Gladis, Dev e Etonar.
Chi trova il maggior numero di easter egg o citazioni o altro relative al gruppo dei cattivi vince un premio speciale.

Ultimamente ho provato a leggere le vostre fictions "onepieciose" e ho trovato una vera e propria chicca (che non ho ancora finito di gustare) di Cam: "I am dying".
Ho quasi paura della abilità di questa ragazza nel descrivere le morti con così tanta dolcezza e tenerezza.
Se state scrivendo qualcosa fatemelo sapere! :)
Con calma mi leggerò tutto!

Prima di salutarvi voglio ancora ringraziarvi: siamo arrivati alla non indifferente cifra di 3000 visite per i precedenti 10 capitoli!



Un caro saluto,
Henry.

P.s. A lunedì prossimo!
   
 
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