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Autore: Biszderdrix    18/05/2015    2 recensioni
Come possiamo sapere se siamo pronti per le sfide del mondo? Come possiamo sapere se saremo all'altezza di ogni nemico? Ma soprattutto... se fossi tu stesso il tuo nemico?
L'intera saga di Dragon Ball e degli eroi che tutti amiamo riscritta dalle origini del suo stesso universo, per intrecciarsi a quella di un giovane guerriero, che porta dentro sé un potere tanto grande quanto terribile, dai suoi esordi fino alle sfide con i più grandi nemici, e la sua continua lotta contro... sé stesso.
Se non vi piace, non fatevi alcun problema a muovere critiche: ogni recensione è gradita, e se avete critiche/consigli mi farebbe piacere leggerli, siate comunque educati nel farlo.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO TRENTADUESIMO- DIVINITÁ

Anno 778

Il Dio della Distruzione si stiracchiò sulla sua sedia galleggiante, seduto di fronte alla ricca tavolata.

«Quindi qualcuno è riuscito a sconfiggere Freezer prima che lo eliminassi io? Comìè possibile?»

«A quanto pare è stato uno dei saiyan sopravvissuti… pare abbiano trovato un metodo per accrescere la loro potenza. Lo chiamano “super saiyan”.» gli rispose un alto uomo dalla pelle azzurra, dall’aria raffinata. Indossava un lungo vestito dalle tinte rosse e teneva in mano un lungo bastone, nel quale osservava le immagini di un biondo guerriero che combatteva contro Freezer.

«Super saiyan, dici? Uhm…» disse il dio dalle sembianze di un gatto, cambiando ripetutamente posizione sulla sua sedia, che intanto levitata in aria, come alla ricerca frenetica di una risposta.

Finché non ebbe come un’illuminazione, che lo fece sobbalzare: «Ecco perché avevo deciso di svegliarmi in anticipo! Avevo previsto che in questo giorno avrei affrontato il super saiyan god!»

«Il super saiyan god? Ne è sicuro, lord Bills?»

«Osi mettere in dubbio le mie previsioni, Whis?»

«Non che se ne siano avverate molte, mio signore…»

«Whis…»gli rinfacciò, minaccioso, il Dio della Distruzione.

Whis, allora, si zittì per un istante, poi chiese: «Almeno sa qualcosa riguardo questo “super saiyan god”?»

«Devo essere sincero, non ne ho idea: nella mia premonizione ho visto la battaglia contro questo saiyan dall’incredibile potenza.» disse, sdraiandosi, mettendo le mani dietro la nuca «Una sfida stimolante dopo tanti anni.»

«Non ne dubito, mio signore, ma non credo che nessuno dei saiyan sopravvissuti abbia raggiunto un livello del genere.» disse, pacatamente, Whis.

«Eppure io non mi sono sbagliato! Oggi affronterò il super saiyan god! Poi magari distruggerò qualche pianeta, qua e là… insomma, la solita routine. Ma prima, devo assolutamente trovare questo saiyan dalla potenza incredibile!» disse, quasi irritato, Bills.

«Uhm, se ci tiene tanto, ci conviene cercarlo tra i saiyan sopravvissuti: sembra che vivano tutti sulla Terra, in questo momento.» gli rispose Whis, sempre pacato e tranquillo.

«La Terra? Credo di esserci già stato… Ah si! Era qualcosa che aveva a che fare con quegli insolenti dei dinosauri… qualcuno di essi è ancora vivo?»

«Qualcuno si, mio signore, ma pochi: ora la Terra è popolata principalmente dagli umani: umani con i quali i sayan si sono accoppiati, generando qualche ibrido… è probabile che qualcuno di essi abbia informazioni sul super saiyan god, mio signore!»

«Allora, Whis» Bills si stiracchiò «credo sia il caso di fare una visitina ai saiyan. Al limite, mi limiterò a distruggere la Terra.»

«Uh, aspetti, pare che uno di questi, un certo Goku, si trovi sul pianeta del Re Kaioh del nord: trattasi del saiyan che ha sconfitto Freezer!» gli riferì Whis.

«Re Kaioh, eh? È parecchio tempo che non lo vedo… forse conviene passare prima da li, che dici Whis?»

Whis annuì, prima però di farsi nuovamente serio: «A proposito di premonizioni, c’è qualcos’altro che deve assolutamente vedere. Qualcosa che è accaduto sul pianeta dei Kaioshin, ormai quattro anni fa.»

A quel punto, una grande sfera bianca si formò davanti a Bills, mostrando un ragazzo in una tuta nera, piegato sulle ginocchia, in preda a dei tremori.

«E quello sarebbe?» chiese Bills, sorpreso che Whis gli mostrasse una cosa del genere.

«Si chiama Daniel Ryder, è un discendente dei sopravvissuti alla distruzione di Hamon, nato e cresciuto sulla Terra. Ma non è questo il punto, guardi…»

A quel punto, il ragazzo nell’immagine, fronteggiato da un piccolo mostro rosa, scattò in piedi, generando un forte bagliore che costrinse anche Bills a coprirsi gli occhi.

Il Dio della Distruzione osservò con interesse quella che pareva una imponente trasformazione, la mano di fronte alla bocca. Whis guardava a sua volta, consapevole dell’esito.

Quando poì la luce si diradò, poterono entrambi vedere la gigantesca figura di una lucertola antropomorfa, che fece sgranare gli occhi a Bills.

«Whis…» sussurrò, sorpreso.

«Si, mio signore?»

«È lui?» gli domandò, gli occhi fissi sulle immagini del mostro che stava brutalizzando il suo avversario.

Whis sospirò. «Si, è lui.»

Il Dio della Distruzione osservò con interesse lo scontro tra le due figure. Riconobbe Majin Bu, quel demonietto che lui non aveva mai reputato una vera e propria minaccia, e non fu sorpreso dal vedere la paura nei suoi occhi: stava affrontando un avversario decisamente fuori portata.

Ma fu ancora più sorpreso quando vide la creatura esitare per qualche istante.

«Che è successo qui, Whis?» domandò Bills.

«A quanto pare sulla scena c’erano anche i saiyan, che pare conoscano il ragazzo: hanno fatto leva su di lui per fermarlo.»

«Uhm… la cosa è decisamente interessante, Whis.» disse Bills.

«Sicuramente, mio signore. Purtroppo, pare si sia sacrificato, guardi.» gli disse, indicando lo schermo, dove ora si vedeva la creatura che, inerme, si lasciava colpire da una gigantesca sfera di energia.

Bills sbattè le mani sul tavolo: «Che spreco! La possibilità di poter controllare la forza più grande mai conosciuta da questo universo, e quell’hatwa preferisce la morte?!»

Al Dio della Distruzione questa cosa non piacque, affatto.

«Beh, signore, la promessa che fece si è avverata, ma forse non come sperava lui: il che è positivo, per noi.» gli disse Whis, cercando di placarlo.
«Non è questo il punto, Whis. Dopo milioni di anni passati sotto la tua guida sono più che migliorato, ho appreso perfettamente come sfruttare appieno la mia potenza, e darei di tutto per poterlo riaffrontare: anche perché per lui la distruzione è sempre stata questione di mero divertimento, uno svago; mentre per me è anche questione di mantenimento di un equilibrio, quello di questo universo. Quando mi fu dato questo ruolo, i Creatori sapevano bene che la distruzione era una cosa necessaria: ma non come la intendevano lui e gli altri Demoni. E oggi darei di tutto per rinfacciargli tutto ciò che ha detto e fatto.» disse Bills.

Whis, che nel frattempo aveva fatto sparire il globo trasparente, ascoltava, serio, lo sfogo del suo signore.

«Ma comunque,» proseguì «anche se non fosse mai tornato non mi sareidispiaciuto, anzi: lui e la sua compagnia sono gli unici che abbia mai temut. Se non mi sbaglio, erano più forti anche di te, Whis.»

Whis rimase per qualche istante in silenzio, consapevole del primo segno di tensione in Bills dopo milioni di anni.

«Se la cosa la rassicura,» disse, piegandosi in avanti, vicino alle grandi orecchie del suo padrone «dentro quel ragazzo ci sono solo il potere e lo spirito distruttivo di Doomshiku. Ma lui, l’originale, è morto da parecchio tempo, con il pianeta Hamon.»

La cosa sembrò rasserenare Bills.

«E poi,» continuò Whis «Anche il ragazzo è morto: e, in quanto hatwa, sa che non c’è possibilità che possa tornare in vita.»

A quel punto, il Dio della Distruzione si rifece determinato. Scese dalla sua sedia, e in un attimo si cambiò d’abito.

«Allora, credo sia il caso di occuparci di questo super saiyan god.»

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Qualche ora più tardi…

Lord Bills lanciò il corpo stremato di Goku sul terreno, atterrando poi delicatamente davanti al gruppo di guerrieri e alle loro famiglie, che lo guardavano in un misto di rabbia e terrore.

«Beh, ho promesso che avrei distrutto la Terra, e ora è tempo di mantenere la promessa.» disse, generando nel palmo un piccolo globo di aura viola.

Il gruppo di guerrieri continuò a fissare Bills, consapevole del destino che incombeva su di loro, e che ormai non ci fosse più nulla da fare: neppure Goku, come super saiyan god, era riuscito a sconfiggere il Dio della Distruzione.

Whis chinò solennemente il capo.

Nessuno dei presenti era pronto alla morte, ma avevano già accettato che non c’era via di scampo: infatti, furono tutti enormemente sorpresi quando Bills scagliò quello che in realtà era un piccolo ki-blast contro una roccia.

Tutti fecero un sospiro di sollievo, prima di chiedersi perché la mortale divinità avesse deciso di risparmiarli.

«Avete distrutto una Terra molto piccola, Lord Bills.» disse, con la solita pacatezza, Whis.

«Infatti, Whis: credo di aver consumato tutta la mia energia nel combattimento. Mi toccherà riposare un po’, poi penso che riuscirò a distruggere il resto.» gli rispose solennemente il Dio della Distruzione, mettendo le braccia dietro la schiena: ma sul volto aveva un ghigno che molto rivelava sulle sue reali intenzioni.

Goku, ancora piuttosto affaticato, sorrise debolmente alla divinità, che ricambio, mantenendo la sua aria solenne.

«Grazie, lord Bills.» gli disse.

Bills sorrise al saiyan, per poi rivolgersi a Bulma: «Signorina Briefs, chiedo perdono per aver rovinato la vostra festa.»

«Per la festa?! Quello è niente, piuttosto si scusi per avermi schiaffeggiata!» gli rispose Bulma, con ammirevole determinazione.

E ancora più sorprendentemente, Bills si scusò ancora una volta.

«C’è un’ultima cosa, però, che dobbiamo risolvere qui.» disse improvvisamente Bills «Whis, hai presente quella strana aura che abbiamo percepito lungo il tragitto qui?»

Il suo maestro si mise un dito sul mento, in una posa pensierosa.

«Oh, si!» esordì, improvvisamente «Quella sul pianeta del Gran Maestro Re Kaioh! Come mai, signore?»

«L’aura di quel bambino… non l’hai sentita?» disse Bills, indicando il piccolo Keiichi, nascosto dietro le gambe della madre.

«Uh, si! È molto simile!» disse Whis, annuendo.

«Fermi un attimo, voi due! Che volete da mio figlio?» gridò Pamela, irritata.

Bills si voltò verso la ragazza, mantenendo la sua solita espressione solenne. «Nulla, signorina. Però mi domandavo come potevate temermi così tanto, quando avete vissuto per anni assieme Doomshiku, permettendogli anche di riprodursi.»

Negli occhi di tutti comparve lo sconcerto.

«Ma di cosa sta parlando?!» gridò Crilin. Pamela guardava il Dio della Distruzione, scioccata ma anche un po’ incuriosita, Keichii che si teneva stretto ai lembi dei suoi pantaloni, rassicurato dalla mano della madre sui suoi capelli marroni.

A questo punto, quello sconcertato fu Bills, che si voltò verso Whis, che lo guardava con la sua solita aria altezzosa.

«Whis, non sapevano!» disse, ad alta voce, ricevendo come risposta le spallucce del suo attendente.

«Non sapevamo… cosa?» chiese Piccolo.

«Oh, che avevate tra voi il potere più grande che l’universo abbia mai conosciuto?»

L’intero gruppo rimase scioccato alle parole di Bills, che sogghignò: «Un potere che pure io temo. E due di voi l’hanno anche visto, se non vado errato.»

A quel punto guardò sia Goku che Vegeta, che ebbero un sussulto.

«Vuole dire che… quel mostro sul pianeta dei kaioshin…» provò a dire Vegeta, che aveva capito di cosa stava parlando il Dio della Distruzione.

«Esattamente. Quello era Doomshiku: a quanto pare ha scelto di stabilirsi nel corpo del vostro amico hatwa.»

A quel punto calò il silenzio: nessuno sapeva come interpretare le parole di Bills, che lasciavano solo ulteriore confusione a quella che già, per tutti loro, era una storia complicata.

«Ma forse è il caso di partire dal principio,  non credi anche tu, Whis?.» disse, voltandosi verso il suo attendente, sogghignate «Adoro raccontare questa storia!»

Whis gli rispose con un piccolo cenno del capo. Poi, Bills iniziò: «Vedete, questo universo nacque dalla scissione di un’antica entità, nota come l’Antica Energia, in due diverse realtà: l’Aura Bianca e la Nera Energia. Dalla prima nacquero i Creatori, coloro che hanno creato le prime galassie e pianeti, le fondamenta dell’universo che conoscete. Dalla Nera Energia invece nacquero i Grandi Demoni, creatura dalla potenza inimmaginabile, quasi quanto la loro malvagità, che entrarono in conflitto con i Creatori, fino ad arrivare alla Grande Guerra delle Entità: una guerra sanguinosa, durata secoli, tra i Creatori e Demoni, il cui campo di battaglia fu l’intero universo. Io fui posto a Dio della Distruzione in quel periodo, dagli stessi Creatori, in quanto ritennero che la distruzione era comunque necessaria in questo universo, per mantenere un equilibrio necessario. Whis, ultimo loro discendente, divenne quel giorno il mio mentore e attendente.»

Il gruppo guardò verso l’alto alieno, dall’aria così gentile e pacata, consapevole ora della potenza che nascondeva. Whis, al contrario, mantenne anch’egli la sua espressione solenne.

Bills, intanto, proseguì «Ma veniamo a ciò che più vi riguarda: Doomshiku. Sapete, i Demoni erano creature sadiche e malvagie all’inverosimile: con una simile potenza, avrebbero potuto distruggere interi pianeti con uno schiocco di dita, ma non era abbastanza “divertente” per loro. Distruggevano a modo loro, causando carestie, ere glaciali, o addirittura portando la gente alla follia.»

A quel punto Bills parve tremare, come colto da ira improvvisa.

«Urca, sembrano dei tipi piuttosto forti!» disse Goku, rialzatosi nel frattempo, nonostante fosse ancora piuttosto affaticato, cosa che comunque distolse il Dio della Distruzione dalla sua rabbia repressa.

«Indubbiamente.» gli rispose Bills «Ma Doomshiku era, se posso dirlo, diverso: era forse una versione ancora peggiore di tutti gli altri. Amava la distruzione, pura e semplice. Si divertiva a torturare le popolazioni che annientava, deridendoli, umiliandoli e torturandoli nei modi più disperati: tutto questo, nonostante per lui una persona era meno significativa di quanto lo è per voi una formica. Era maestro nella manipolazione dell’energia vitale altrui, oltre che il più forte e potente tra i Grandi Demoni: così potente e malvagio che lo soprannominarono Demone dell’Apocalisse.»

Bills non aveva ancora concluso, ma godette degli sguardi rapiti dei suoi ascoltatori, almeno finché Whis non interruppe: «Oh, mi è venuto in mente ora che aveva un soprannome per lei, Lord Bills! E se non sbaglio fu proprio lui ad affibbiarglielo!»

«Whis…» disse, irritato, Bills.

«Aspetta, com’era? Oh, mi ricordo quanto vi faceva arrabbiare! Era piuttosto crudele, in effetti…»

Bills ormai stava digrignando i denti da qualche secondo, profondamente irritato ed imbarazzato.

«Oh, già! “Bel gattino tenerino”! Ecco come la chiamavano!»

«OK, ABBIAMO CAPITO, WHIS!» gli gridò, stavolta.

«Era solo a titolo informativo: uno dei tanti motivi per cui ce l’ha ancora con loro.» disse, ridacchiando, Whis.

Bills sospirò, poi riprese: «Comunque, non avevo concluso. La sua potenza era così grande che i Creatori non riuscirono ad eliminarlo, neanche con uno sforzo congiunto: la Grande Guerra delle Entità si concluse una volta che Doomshiku fu sigillato dentro un pianeta creato dallo sforzo congiunto di tutti i Creatori attorno al suo corpo: il pianeta Hamon.»

Pamela ebbe un sussulto interno nell’udire quel nome, nonostante per lei Hamon fosse appunto, solamente quello: sapeva, comunque, che si trattava sempre della terra d’origine della sua razza.

«Hamon traeva l’energia per prosperare da Doomshiku stesso. Finché non fu costretto a lasciarsi esplodere, a causa di un’invasione tsufuru.»

«Pff… patetici…» commentò Vegeta.

«Io mi ero sempre rifiutato di distruggere Hamon, per paura di liberare Doomshiku: ma a quanto pare non tenni conto della simbiosi con il pianeta, che lo uccise a sua volta. Quando però Hamon esplose, sia io che Whis potemmo percepire il suo ultimo segnale, l’ultimo disperato grido di un condannato, rimasto impresso nella memoria dell’universo: una promessa, di tornare per vendicarsi, che a quanto pare si è avverata attraverso questo vostro Daniel, che porta dentro di lui il suo potere. O meglio, portava.»

«Credo sia il caso di verificare, allora, mio signore.» gli disse Whis.

«Hai ragione, Whis. Scusate il monologo, ma credo che fosse necessario: quantomeno ora potete reputarvi veramente fortunati ad essere incappati ANCHE nella mia misericordia.»

A quel punto, si posizionò dietro Whis.

«Arrivederci.» disse, prima che Whis facesse battere il suo bastone, facendoli scomparire in un bagliore di luce.

Il gruppo rimase silenzioso per qualche minuto.

«Beh… di certo non sono informazioni di poco conto…» esordì improvvisamente Crilin, rompendo il silenzio.

«Anche più forte di Bills… non riesco, francamente, ad immaginarmelo…» disse Tensing.

«Io e Kakaroth, purtroppo, possiamo…» intervenne Vegeta «E vi assicuro che non è uno spettacolo esaltante.»

Mantenne le braccia incrociate, guardando il cielo con la sua solita espressione fiera.

«Francamente, non mi interessa quel discorso: è ciò che hanno detto all’inizio che mi lascia stupefatto.» intervenne Piccolo.

«Ossia?» gli chiese Yamcha, incuriosito.

«Avete già dimenticato? Bills ha parlato di un’aura simile a quella di Keiichi che si trovava sul pianeta del Gran Maestro Re Kaioh: non avete pensato cosa questo possa significare?»

A quel punto, tutti sussultarono nel realizzare cosa Piccolo intendesse dire: a quanto pare, nessuno ci aveva fatto caso, ma era comunque possibile che Daniel Ryder fosse ancora vivo.

«Ma come è possibile? L’abbiamo visto morire davanti ai nostri occhi!» sbottò Vegeta.

«Ha ragione… la Genkidama lo ha investito in pieno…» aggiunse Goku.

«È appunto quello che mi sto chiedendo anch’io.» disse Piccolo, mentre nel gruppo si iniziava discutere.

Solo due persone non parteciparono al dibattito: si allontanarono, invece, di qualche metro, anche se forse erano quelle che avrebbero dovuto essere maggiormente interessate all’argomento della discussione.

Pamela Ikeda fissava il cielo, silenziosa: era vero? E se fosse stato vero, perché non era tornato?

«Mamma?»

Pamela sentì tirare i suoi pantaloni: guardò in basso, trovando gli occhi di suo figlio, che in quel momento gli ricordarono, anche troppo, quelli del padre.

«Quel gattone parlava del papà?» gli chiese, con tono innocente.

Pamela gli annuì dolcemente prima di prenderlo in braccio e stringerlo a sé per un istante. Tornò poi a guardare il cielo, con il piccolo Keiichi che fece la stessa cosa.

«Dov’è papà, allora, mamma?» gli chiese, voltandosi nuovamente verso la madre.

Pamela sospirò.

«Non lo so, tesoro. Non lo so.»

Diede un ultimo sguardo al cielo, con gli occhi che le si bagnarono per qualche istante: non si sentiva tradita, anche se avrebbe voluto.

Se Daniel fosse stato ancora vivo, di certo non si era nascosto per sfuggire a qualche responsabilità: tutto ciò che lui aveva fatto lo aveva sempre fatto in nome del benessere altrui. E con questa consapevolezza, si rese conto di amarlo ancora fortemente, come quella notte di quelli che, ormai, erano quasi dieci anni fa.

Ma sapeva che se si fosse ripresentato, avrebbe avuto parecchie domande da porgli.

Nel frattempo, Bills e Whis erano atterrati sul pianeta del Gran Maestro Re Kaioh, atterrando nell’ampio giardino, dove furono immediatamente accolti dal padrone del pianeta.

«Lord Bills! Che piacere averla qui! Cosa posso fare per lei?» gli disse il Gran Maestro Re Kaioh, inchinandosi insieme a tutti i guerrieri che lì si allenavano.

«Niente di particolare, stavo solo cercando una persona…» rispose il Dio della Distruzione, guardandosi intorno «… che non è neppure qui ad accogliermi.»

Il Gran Maestro ebbe un fremito «Ma no, mio signore! I miei guerrieri sono tutti qui, vede?»

«Andiamo, sai benissimo anche tu cosa sto cercando: il ragazzo con il potere di Doomshiku è qui.»

«No, no, assolutamente! Come potrei nascondervi una cosa del genere, mio signore? Sarebbe da incoscienti!» gli rispose la barbuta divinità, agitando le mani davanti a sé.

«Infatti.» gli rispose Bills, causando un leggero tremore nel Gran Maestro.

Bills strinse le palpebre, mentre si chinava su di lui: «Ce l’hai ancora quella fantastica stanza? Perché mi piacerebbe visitarla nuovamente…»

«Oh, non serve, mio signore, perderebbe solo tempo e-»

«Lasci stare maestro, è inutile tenerlo all’oscuro, se proprio ci tiene al suo pianeta.» interruppe una voce che fece voltare tutti.

«Ah, finalmente.» disse un soddisfatto Bills, mentre dal palazzo era uscita una figura che ora si dirigeva verso il gruppo.

I capelli raccolti in un codino sul retro della testa, la barbetta ispida che ormai gli adornava la faccia, e gli occhi scavati non nascosero a Bills l’aura dell’uomo che stava cercando. Era alto, dalle ampie spalle, i muscoli molto sviluppati dall’intenso allenamento.

Indossava una tuta da combattimento nera, adornata da un velo grigio, simile nella forma a quello portavo da Whis, che portava disegnato nel mezzo lo stemma dei Re Kaioh.

«È un onore conoscerla Lord Bills.» disse, non appena fu davanti al Dio della Distruzione, inchinandosi.

«Il piacere è mio, signor Ryder.»

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Lo guardai dritto negli occhi, senza timore: non mi curavo più ormai di rischiare la pelle, nonostante sapessi di cosa fosse capace questo Bills.

Sia lui che il suo assistente non avevano l’aria di essere così potenti: eppure, si trattava di due divinità.

«Mi piacerebbe parlare con te.» disse Bills «In privato.»

Questa volta si voltò verso il Gran Maestro, che senza protestare fece segno agli altri di rientrare, cosa che fece anch’egli qualche istante dopo, non prima di avermi rivolto un’occhiata, nella quale c’era più di qualche raccomandazione.

«Allora, cosa volete chiedermi, eccellenza?» gli chiesi, cercando di mantenermi il più educato possibile: un solo commento fuori luogo e questo avrebbe potuto perdere le staffe, causando chissà quali disastri.

«Sarò breve, perché voglio tornare a dormire.» disse, andando a sedersi sotto un albero, appoggiando la nuca sui palmi a loro volta appoggiati al tronco dell’albero «Tu sapevi della natura del mostro dentro te?»

«No, lord Bills: mi è stato spiegato solo di recente.» dissi, un po’ insicuro.

Era vero: quando mi salvò, il Gran Maestro mi spiegò immediatamente con cosa avessi a che fare. Ma ciò che mi aveva fatto quasi balbettare nel rispondergli fu la consapevolezza di quale sarebbe stata la domanda successiva.

«E come ti sei salvato?»

Non mi sentivo ancora a mio agio nel ricordare quei momenti: ma per non farlo spazientire, dovevo rispondergli, senza nascondere nulla.

«Quando la sfera mi colpì, il mio corpo non si disintegrò, ma piuttosto tornai nella mia forma normale: un assistente del Gran Maestro mi teletrasportò immediatamente nella stanza, dove non avrei potuto essere percepito.»

«Solo che oggi hai commesso l’errore di uscire qualche istante, ho ragione?» disse, mettendosi in bocca del sushi  «Whis, passami un altro di questi gustosi manicaretti…»

Io rimanevo in piedi, diligente, nel terrore di spazientirlo, mentre lui sembrava godersi un pomeriggio di relax: la cosa mi irritava un po’. Il suo attendente, seduto sulle ginocchia, non aiutava: anch’egli, come il suo padrone, si atteggiava come se si trovasse ad un pic-nic.

«Allora, ho ragione?» mi esortò.

«Ah! Oh… si, lord Bills, avete ragione.»

A quel punto, si rialzò, e mi guardò nuovamente con la sua espressione altezzosa.

«Mostrami.»

«Cosa, lord Bills?»

«La parte del suo potere che riesci a dominare.»

Ebbi un fremito: perché voleva vedere la mia trasformazione? Sapevo che il suo problema era con Doomshiku, non comprendevo questa sua richiesta, ma dovetti obbedire.

«Subito, lord Bills.» gli risposi, e in quel momento feci fluire tutta la potenza che in quegli anni di isolamento ero riuscito a dominare senza problemi: i muscoli si ingrossarono, i miei canini crebbero, i miei occhi divennero quelli di un rettile. La pelle divenne di grigio chiarissimo.

Mi osservò per qualche istante, mentre la terra smise di tremare, e lo spostamento d’aria cessò.

«Niente male, davvero niente male.» disse, sembrando soddisfatto.

«Domini alla perfezione gran parte del potere di Doomshiku, complimenti.» commentò Whis, da dietro.

«Beh, la ringrazio, io-»

«Zitto.» mi disse Bills «Per quanto potere tu possa dominare, non hai nulla per cui essere grato. Magari questo ti permetterà di confrontarti con i tuoi amici laggiù, ma sei ancora anni luce dal mio livello, ragazzo. Ma tu sai come potresti raggiungerlo, vero?»

I suoi occhi felini mi squadrarono dalla testa ai piedi: sapevo di cosa stava parlando, fin troppo bene.

«Lo so, lord Bills. Ma non posso farlo.»

«E come mai, se posso saperlo?»

«È… pericoloso.»

«Pericoloso?! AH! Stai tranquillamente chiacchierando con il Dio della Distruzione in persona, senza battere ciglio, e hai paura di un lucertolone?»

«Sapete benissimo anche voi che non è solo un “lucertolone”.» dissi, questa volta più deciso «E in che pericolo metterei i miei cari. Io non lo posso controllare…»

«BALLE!» sbottò questa volta, avvicinando il suo muso al mio viso «Ma che effetto ha la Terra? Vi insegna a preferirvi deboli? Prima quel Goku, incapace di accettare un potere non suo, e ora tu, impaurito dal perdere il controllo di te stesso! Perché non siete in grado di accettare con entusiasmo la possibilità di diventare delle divinità?!»

A quel punto, non seppi che rispondere: la sua affermazione mi aveva lasciato di sasso.

«Tu, hai la possibilità di diventare uno dei più potenti esseri mai conosciuti, domando il potere della creatura che effettivamente lo era: di fronte a questa chanche, dovresti essere sempre più determinato a farcela, invece ti diverti a fare la vittima!»

«Giù hai una donna e un figlio per i quali varrebbe la pena diventare invincibili, per poterli proteggere: anche se credo che la sua cucina sia già un motivo più che valido.» aggiunse Whis.

A quel punto, non ressi. Caddi per terra, tronando normale, lo sguardo perso nel vuoto: anche questa volta, il Dio della Distruzione aveva eseguito il suo compito, distruggendo tutte le mie certezze.

«Doomshiku era un gran bastardo, ma se è dentro di te, significa che non sei il suo burattino! Tu sei, nel suo progetto, il vendicatore della razza hatwa!» proseguì Bills, nella sua predica «Diventeresti una divinità, un potere infinito davanti al quale nessuno si opporrebbe! Nonché un avversario degno per il sottoscritto…»

Lo guardai, ancora seduto per terra: questa volta la determinazione dentro di me era svanita completamente. Mi aveva demolito, senza preavviso, e ora non sapevo più che dire.

Lui mi squadrò, dopo di che si voltò. «Andiamocene Whis, è stata solo una perdita di tempo, e io ho sonno.»

A quel punto si posizionò dietro il suo attendente. Ma prima che potessero sparire, disse un’ultima cosa: «Se mai deciderai di correre dei rischi, come hanno fatto i tuoi amici laggiù, pur di poterli proteggere, cerca di farmelo sapere: mi farebbe piacere ritrovare degli avversari validi, in questo universo.»

E a quel punto sparirono. Io rimasi lì, seduto sul prato, a fissare il vuoto, a rimuginare sulle sue parole, finché due mani non mi si posarono sulle mie spalle.

«Tutto bene, figliolo?» mi chiese il Gran Maestro Re Kaioh.

Mi girai a guardarlo, ancora piuttosto scosso: «Si…»

Ma in realtà, la mia mente era affollata da pensieri assillanti, mentre ripensavo ai miei amici laggiù, che oggi hanno rischiato ancora una volta tutto per difendere la Terra contro un dio vero e proprio, ed io qui, nascosto.

Un guerriero codardo.

Un padre assente.

A quel punto mi sdraiai sul prato, con il Gran Maestro che si allontanò, e rimasi a fissare il cielo.

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INTANTO, ALL’INFERNO…

Due guardie stavano sedute alla loro postazione: due piccoletti dalla pelle arancione. Di tutti i turni possibili ai quali potessero essere assegnati in quel luogo maledetto, questo era di gran lunga il peggiore di tutti.

La maggior parte delle celle rimaneva vuota, riempita sporadicamente dalle anime che combinavano “pasticci”. Cell, Freezer e compagnia erano praticamente degli ospiti fissi. Ma ce n’era uno, tra tutti, talmente incontrollabile che era stato segregato nella parte più profonda della prigione infernale, legato a catene praticamente indistruttibili.

Una delle due guardie guardò l’orologio, e frignò: «Uhh, è già ora di controllare il prigioniero!»

«L’ultima volta è toccato a me, stavolta tocca a te!» sbraitò il suo compagno.

«Bugiardo! Tocca te!»

«No! Sei tu che menti!»

«Senti, tiriamo a sorte, ok?» disse la prima guardia, estraendo una moneta «Testa o croce?»

«Testa!»

La prima guardia lanciò la monetina, che cadde subito a terra. I due si piegarono all’istante per vedere il risultato.

«Croce! Yu-huu!» esultò la prima guardia. Il suo compagno, rassegnato, prese allora la scala che partiva dietro di loro, che arrivava molto in profondità, finché non giunse davanti ad una porta, sulla quale c’era una finestrella, per poter osservare l’interno.

Questa era la parte peggiore: il recluso era una bestia assetata di sangue, per questo si trovava lì. La sola idea della sua presenza gli metteva i brividi, e guardarlo negli occhi lo raggelava, sapendo di cosa fosse capace.

Ma si vide costretto ad aprire la finestrella: poté immediatamente vedere, legata per i polsi a due enormi catene, seduta sulle due ginocchia, la muscolosa figura del prigioniero, che teneva la testa china, i lunghi capelli neri che gli coprivano la fronte.

Ma non appena vide uno spiraglio di luce, la alzò immediatamente, ringhiando alla guardia, che con un gridolino richiuse immediatamente la finestrella e ripercorse velocemente la scala.

“Patetico” pensò Broly.

Era tutto ciò che pensava dei suoi aguzzini: se solo avesse potuto sfogarsi su di loro… Ma no, il Re Enma lo giudicava troppo pericoloso per le altre anime.

“Sono loro ad essere dei vermi…” pensò, mentre rivisse nuovamente il momento in cui fu condannato all’eterno isolamento.

Però all’aldilà ci era comunque finito anche lui: tutta colpa di quella banda di vermiciattoli sulla Terra.

Ma su tutti, il suo odio era per lui: quello che lo aveva sfidato fin da quando erano due neonati; lui con la sua faccia sempre allegra, che gli avrebbe volentieri strappato; lui, quello che oggi era diventato davanti ai suoi occhi un dio, le cui gesta era costretto a veder passare continuamente nella sua mente, come punizione: cosa che non fece che accrescere il suo odio anche verso il Re Enma.

Non lo poteva accettare: lui era la leggenda, lui quello con il potere infinto. Non avrebbe permesso ad un gatto qualunque e a quel bastardo di prendersi il suo titolo di leggenda, di divinità distruttiva.

Eppure, quelle catene dicevano il contrario.

«Kakaroth… ti odio…» sussurrò, osservando per un’ultima volta le immagini del super saiyan god che si susseguivano nella sua mente.


NOTE DELL’AUTORE
Ehilà! Rieccomi, gli esami incombono ma ho comunque trovato il tempo per postarvi il nuovo capitolo! Ebbene si, Daniel è ancora vivo, e si è beccato anche una bella strigliata…

Per quanto riguarda Bills e Whis, spero di averli riportati bene: Battle of Gods io l’ho visto in inglese, in quanto l’ho sempre reputato il doppiaggio migliore, e molte delle loro battute sono traduzioni. Comunque, spero in ogni caso di non essere andato troppo fuori personaggio: oltretutto sono due che ho adorato fin da subito. Come del resto adoro Broly: credo non ci siano più dubbi su chi sarà il prossimo nemico, ma come e perché tornerà ve lo spiegherò solo più avanti, credo anche di averla motivata piuttosto bene, nonostante non sia un personaggio canonico…

Adesso mi tocca però salutarvi: fatemi sapere cosa ne pensate, ogni tipo di recensione è ben accetta!

Dragon Ball è proprietà di Akira Toriyama.

Alla prossima!
   
 
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