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Autore: Biszderdrix    21/05/2015    0 recensioni
Come possiamo sapere se siamo pronti per le sfide del mondo? Come possiamo sapere se saremo all'altezza di ogni nemico? Ma soprattutto... se fossi tu stesso il tuo nemico?
L'intera saga di Dragon Ball e degli eroi che tutti amiamo riscritta dalle origini del suo stesso universo, per intrecciarsi a quella di un giovane guerriero, che porta dentro sé un potere tanto grande quanto terribile, dai suoi esordi fino alle sfide con i più grandi nemici, e la sua continua lotta contro... sé stesso.
Se non vi piace, non fatevi alcun problema a muovere critiche: ogni recensione è gradita, e se avete critiche/consigli mi farebbe piacere leggerli, siate comunque educati nel farlo.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO TRENTATREESIMO- LE LEGGENDE NON MUIONO MAI

Ancora, quelle immagini nel suo cervello: ancora il sorriso ebete di Kakaroth, avvolto in quell’aura rossa che avrebbe dovuto renderlo un “dio”.

Ormai andava avanti così da un paio di mesi: Broly non ce la faceva più. In quel momento, sentì dentro di lui come una sorta di nuova forza, un nuovo vigore che lo pervase nell’animo e nel corpo, facendolo sentire nuovamente potente, come quando era in vita.

Come quando era una forza inarrestabile.

Fu allora che quella consapevolezza gliene fece acquisire di nuove: lui si sarebbe vendicato. Li avrebbe uccisi, tutti quanti. E poi avrebbe distrutto l’universo, tanto caro a Kakaroth e a tutti gli altri vermi.

Se quelle maledette catene non lo tenessero legato, come un animale in gabbia, non avrebbe di certo risparmiato nessuno.

Perché nessuno poteva permettersi di trattarlo così, come una bestia addomesticata: lui era una leggenda, destinata a far valere il suo dominio su tutto l’universo, e nessuno avrebbe dovuto ostacolarlo.

Nessuno.

In quel momento, si trasformò in super saiyan per la prima volta dopo anni, illuminando l’angusta cella e rivelando così la situazione degradante in cui era stato lasciato per anni.

Non avrebbe permesso a quel bastardo di Kakaroth di soppiantarlo in questo modo: avrebbe sofferto, lui più di ogni altro.

L’odio cresceva dentro di lui, e con esso la sua aura: per la prima volta, si sentii nuovamente potentissimo. Proprio come ai vecchi tempi.

Le catene però, lo tenevano ancora legato nell’oscurità. Lanciò un gridò di frustrazione, che mise in allarme le guardie.

“Tutti, la pagheranno tutti” pensò, mentre i suoi polsi venivano fermati ancora dall’eccessiva tensione raggiunta dalla catena.

“Kakaroth, tu morirai per primo…”

Sentiva la sua aura crescere ancora, mentre i passi si facevano più numerosi e frequenti.

“La pagheranno tutti.”

In quel momento, la sua aura crebbe nuovamente, e questa volta, la lasciò uscire, senza porle freno: intorno a lui la terra tremò, così come in tutto l’inferno, mettendo questa volta tutti in allarme.

Raggiunse la sua leggendaria forma in un istante, ingrandendo enormemente, i muscoli che ora si erano ulteriormente gonfiati, trasformandolo in un mostro gigantesco dalle vuote pupille: ma nonostante tutto ciò, non riuscì comunque rompere quei sigilli. Ringhiò, sentendosi ancora ancorato ad un destino che non poteva essere suo.

E allora, eccolo, nuovamente, nella sua testa, Kakaroth.

Sentii ancora una volta il suo pianto nella culla, lo rivide mentre lo colpiva allo stomaco con quel potente pugno, lo rivide sostenere quei due vermi dei figli nell’attacco energetico che aveva definitivamente posto fine alla sua esistenza.

Ora toccava a lui: sarebbe dovuto morire, tra atroci sofferenze. Voleva permeare i suoi palmi del suo sangue, e di quello dei suoi figli, dei suoi amici, e di ogni essere che aveva avuto a che fare con lui, nel bene e nel male.

Doveva esserci Kakaroth al suo posto.

Era il motivo per il quale ora stava rischiando di far crollare la struttura, illuminando ora a giorno, con la sua aura, quella cella che per anni era rimasta nell’oscurità.

Era il motivo per il quale sentì una moltitudine di passi avvicinarsi alla cella.

Era il motivo per il quale ora, la sua aura stava crescendo a dismisura.

Era il motivo per il quale sarebbe ritornato in vita, in un modo o nell’altro.

Era il motivo per quale tutto ciò che ora desiderava, era la vendetta.

«Kakaroth… Kakaroth… KAKAROOOOOOOOOOOOOOOTH!»

In quel momento, la sua aura crebbe in maniera incredibile, che se fosse stato abbastanza lucido, perfino lui stesso ne sarebbe stato sorpreso.

Ma non gli importava più: poté nuovamente sorridere, a suo modo, quando sentì un forte schiocco vicino a lui, e vide che le catene si erano spezzate.

«BROLY! Ti avvertiamo, siamo in molti, ti conviene calmarti e non opporre resistenza!» disse improvvisamente una voce da dietro la porta.

Il super saiyan leggendario si limitò a sorridere, mentre strappava gli anelli che coprivano i suo enormi bracciali d’oro.

Poi, con un grido, si lanciò a mano aperta contro la porta, che venne scardinata come un pezzo di carta sotto la sua spinta. Broly continuò a correre, trascinando la porta lungo la stretta scalinata, e trascinando con essa tutte le guardie che si erano posizionate dietro essa.

Quando poi arrivò alla fine della scala, molte guardie vennero lanciate a destra e a sinistra dalla spinta, altre, purtroppo, finirono schiacciate tra la massiccia porta metallica e il muro.

Quando il sangue arrivò a bagnare i suoi stivali, il leggendario super saiyan si sentì nuovamente come ai vecchi tempi: sorrise sadicamente, guardando i volti impalliditi delle altre guardie, prima di ripulire entrambi i lati del corridoio con due ondante di ki verde.

Ovviamente, doveva cercare l’uscita da quel posto, sempre che un’uscita ci fosse.

Corse, senza trovare opposizione alcuna nel suo cammino, lungo i corridoi, la sua gigantesca forma che li occupava quasi per intero…

«Guardie! Guardie! BROLY È RIUSCITO A EVADERE! Tutte le guardie all’ingresso della zona detentiva!» si sentì gridare, ma per Broly quello era come il ronzio fastidioso di una zanzara.

Continuando a correre, si ritrovò in quello che doveva essere l’ingresso. Ad accoglierlo, centinaia di guardie del volto palesemente terrorizzato.

Broly le guardò, piegando leggermente il collo.

«Bu!» disse, semplicemente, spaventandoli però tutti a morte.

A quel punto, si lanciò sulle guardie, che nulla poterono di fronte alla sua forza: afferrava e faceva esplodere teste, schiacciava corpi o li faceva volare lontano.

Era una furia inarrestabile.

Una volta constatato che erano troppi, e che stava solo perdendo tempo, formò intorno a sé una gigantesca barriera di ki che si estese tutto intorno a lui, disintegrando i suoi nemici: sorrise, poi, sadicamente, contemplando il risultato.

Ora si trovava da solo nel grande ingresso dell’edificio completamente costruito in pietra, senza alcun segno di vita dalle balconate o dai tanti corridoi che da esso partivano: ora, l’unico ostacolo tra lui e la libertà era la gigantesca porta metallica d’ingresso. Sogghignò, allungando l’enorme braccio verso di essa, in mano un piccolo globo di ki.

Una volta sfondata anche la porta dell’ingresso con una gigantesca esplosione, la mastodontica figura del leggendario super saiyan poté ammirare il panorama infernale: una vasta landa desolata, desertica, dove le anime vagavano senza meta.

Solo che in quel momento erano tutte ferme a contemplare quello spettacolo inquietante.

Broly vide tra loro anche suo padre Paragus, visibilmente spaventato: quel verme che aveva provato a sottometterlo al suo volere.

Non era minimamente degno della sua attenzione, in questo momento: doveva riuscire ad arrivare a Kakaroth.

Volò in alto, verso quello che pareva il cielo, convinto di aver finalmente raggiunto la sua meta.

Almeno finché non andò a sbattere contro una barriera invisibile, che lo fermava.

«No… No…»

Provò e riprovò sfondarla, senza trovare successo.

«NOOOOOOOO!» gridò con rabbia, sentendo la sua aura raggiungere livelli mai visti fino a quel momento: era riuscito, in quel momento, a equiparare Goku, nella sua forma non divina.

Continuò a prendere a spallate quella barriera, invano, finché non sentì gigantesche catene non gli si avvolsero intorno alle braccia.

Sorpreso, venne trascinato facilmente a terra da grossi servitori del Re Enma. Le catene brillavano di un bagliore bianco, intenso, che faceva intuire la loro natura sovrannaturale.

«Adesso basta, Broly, ti sei divertito abbastanza, è il momento di tornare a cuccia!» disse uno dei gorilla che lo trattenevano.

A cuccia, come un cagnolino addomesticato: come si permetteva?

Lui non poteva essere controllato: lui era un dio.

E nessuno gli avrebbe impedito di portare a termine il suo destino: nessuno di loro.

Neanche Kakaroth.

Fu allora che Broly sentì dentro di sé una potenza nuova, ancora più grande, che continuava a crescere.

Sentiva che ora poteva umiliare Kakaroth.

Le catene che lo trattenevano cominciarono a spezzarsi, mentre la terra degli inferi iniziava a tremare.

«Kakaroth…» sussurrò, caricando la sua aura.

In quel momento il terremoto si fece più intenso e forte, mentre l’aura di Broly assunse un colore viola acceso.

«KAKAROTH!» gridò, generando un bagliore mai visto da allora negli inferi.

Le anime si nascosero, mentre l’aura di Broly continuava ad aumentare, finché non si rese conto di sensazioni nuove, ma in realtà parecchio familiari.

Lo scenario intorno a lui cambiava, mentre continuava a gridare, caricando la sua aura.

In quel momento, cominciò a sentire un calore inusuale, che non appena il suo gridò terminò, divenne insopportabile.

Generò immediatamente una barriera attorno a sé, sorprendendosi che il suo ki avesse improvvisamente assunto un colore viola.

Si accorse di essere arrivato, improvvisamente, nello spazio, o, più precisamente, vicino al Sole.

Il luogo dove aveva trovato la morte: e dove, in questo istante, aveva riacquistato la vita.

Fu allora che la sentì, dentro di sé: una potenza che neanche lui aveva mai potuto sentire, una potenza inimmaginabile, infinita.

La potenza di un dio: un dio che era stato in grado di superare la morte stessa, di dominarla e di umiliarla. E che aveva ben chiaro in mente cosa dovesse fare ora: vendicarsi.

Girò lo sguardo di qualche grado, e la vide: lontana anni luce da dove si trovava, la Terra.

Ci sarebbe voluta un’eternità per raggiungerla, anche per il super saiyan leggendario: ma non per il nuovo super saiyan leggendario, il dio che aveva sconfitto la morte stessa.

Prese immediatamente il volo verso il pianeta blu, sentendo avvicinarsi sempre di più l’ora dell’agognata vendetta.

Ora non c’era assolutamente niente che potesse fermarlo.

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In quel momento la potei sentire: una forza di proporzioni gigantesche era comparsa nella galassia del nord, improvvisamente.

«Maestro, l’avete sentita?» chiesi al Gran Maestro Re Kaioh, seduto sulla sua grande poltrona mobile, nella grande veranda.

Mi trovavo in giardino, per un giorno, ad allenarmi: da quando Bills mi scoprì, non aveva più senso restare chiusi lì dentro, ma comunque avevo preferito celarmi ancora agli altri. Mi ero dovuto nuovamente nascondere quando Goku mi venne a cercare, qualche giorno dopo l’arrivo del Dio della Distruzione, ma ora non c’era più pericolo di venire scoperti.

Solo che, a quanto pare quello non era più l’unico pericolo dal quale mi sarei dovuto guardare.

«Si ragazzo, l’ho sentita.» disse, freddo, il Gran Maestro.

Provai ancora a percepire quella grandissima aura, cercando di capire di cosa si trattasse: avrei anche provato la meditazione, ma dubitavo di poter arrivare così lontano, nonostante si trattasse di una forza spaventosamente grande.

«È…È più forte di lord Bills… C-Com’è possibile?! Che sia Whis?» dissi voltandomi, sconcertato.

Il Gran Maestro si girò, mantenendo un’aria stoica «Peggio, ragazzo mio. Quello è Broly.»

«B-Broly?! Com’è possibile?! Comprendo che fosse forte, ma come ha raggiunto un tale livello in così poco tempo? E poi, non era morto?!»

«È questo il punto, ragazzo: è resuscitato. Ma la cosa più spaventosa, è che ci è riuscito per conto proprio: a quanto pare, il suo potere e il suo odio sono stati in grado di abbattere i vincoli della mortalità, riesco a percepirlo.» disse, con un tono sempre più cupo.

«Broly è diventato un dio: un Dio della Morte.»

Continuai a guardarlo, come in attesa di qualche rassicurazione, che sapevo non sarebbe mai arrivata.

«E dove è diretto?» gli chiesi.

«Tu lo sai già, figliolo.» mi rispose. E aveva ragione.

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Sulla Terra, intanto, nessuno pareva essersi ancora accorto di nulla.

Bulma aveva deciso di organizzare un’altra festa, quella per il suo anniversario di matrimonio con Vegeta: aveva invitato tutti, organizzandola nella vallata in cui furono teletrasportati da Polunga dopo gli eventi di Namecc.

«Perché è stato qui che hai acconsentito a venire a stare da me!» aveva spiegato entusiasticamente al marito, che comunque non si dimostrava mai troppo entusiasta di fronte a queste cose, per usare un eufemismo.

Tutti si stavano godendo una bella mattinata in mezzo alla natura: Marron e Keiichi giocavano assieme a Goten e Trunks, mentre gli adulti chiacchieravano a tavola.

«Allora, Videl» chiese Pamela «siamo già al sesto mese, eh?»

La ragazza annuì: «Io e Gohan ormai non stiamo più nella pelle. Non vediamo l’ora che nasca, e già che ha saputo rendersi utile da qua dentro, figuriamoci quando uscirà!» disse entusiasticamente la ragazza.

«Già! Fenfa di lei chi lo afrebbe fentito fiù quel Bills?» disse Goku, con la bocca piena, facendo imbarazzare la moglie per l’ennesima volta.

«Eddai Goku, non tirare ancora in ballo quella storia!» gli disse Crilin «Ormai sono passati mesi! Pensiamo a goderci questa giornata tra amici, no?»

E a quel punto esortò tutti ad un brindisi, che fu rapidamente celebrato.

«Sappi, piccoletto, che prima di poterti definire mio amico dovranno volare gli asini.» disse, freddo, Vegeta.

«Ma Yamcha già vola!» disse scherzosamente Tensing.

«EHI!»

Al che tutti iniziarono a ridere, sembrava che nulla potesse rovinare questo idillio.

Finché una gigantesca potenza in avvicinamento non mise in guardia in guerrieri.

«Goku, che succede?» chiese Chichi al marito, che si alzò improvvisamente.

I guerrieri si schierarono davanti alla tavolata, mentre C-18 e Pamela recuperavano i figli piccoli.

«Papà, cos’è?» chiese Trunks.

«Non lo so. Ma è un’aura spaventosamente familiare…» gli rispose Vegeta, che osservava il cielo.

«Ma come può essere qualcosa che abbiamo già incontrato? Questa potenza è più grande perfino di Bills!» aggiunse Gohan.

«Non lo so, ragazzi, ma è carica di odio e risentimento… la sua malvagità è impressionante.» disse Piccolo.

Goku rimase ad osservare il cielo, con un’espressione di determinazione in volto.

Finché una grande sfera viola squarciò le nuvole, andando ad atterrare poco lontano, generando un potente spostamento d’aria all’impatto.

«Dovremmo andare a contr-» provò a dire Goten, cercando di decollare, vedendosi però bloccato ed interrotto dalla mano del padre.

Nel gruppo scese un silenzio glaciale, dettato dall’attesa.

Una figura apparve nel cielo, in lontananza. Levitava in verticale, nella loro direzione. In molti lo poterono riconoscere, ma faticavano a crederci. Ma quando atterrò davanti a loro, dovettero arrendersi all’evidenza: quei lunghi capelli neri, i vistosi gioielli, e quei pantaloni bianchi, dotati di quel vistoso drappo rosso, erano inconfondibili.

«B-BROLY?!» esclamò, sorpreso, Goku «Ma c-come è possibile?»

L’alto saiyan si limitò a sogghignare alla sua inquietante maniera.

«G-Goten, credi che si ricordi…» sussurrò Trunks all’amico, continuando a fissare Broly, piuttosto impaurito, mentre ricordava la brutalità di quel mostro affrontato anni fa, ma che aveva comunque lasciato un segno indelebile nella sua memoria.

Broly continuò a fissare il gruppo di guerrieri, con la sua solita aria spavalda.

«Come è sopravvissuto all’impatto con il Sole?» chiese Gohan.

«Non lo so, ma mi sembra diventato parecchio più forte da allora.» gli rispose il padre, continuando a fissare Broly negli occhi «Potrebbe essere una sfida interessante…»

«GOKU! Non dire o fare idiozie! So che sembra impossibile ma ti prego, ascoltami!» gridò improvvisamente una voce incorporea, udibile da tutti i guerrieri «Non sai a cosa state andando incontro!»

«Cosa intende, Re Kaioh?» chiese Goku all’ormai familiarissima voce.

«Broly è stato in grado di tornare in vita, da solo! Ha sfruttato solamente la forza della propria aura!» gridò.

A quel punto, gli occhi dei guerrieri sgranarono alla notizia, mentre il ghigno di Broly sembrava farsi più ampio.

«È diventato un DIO!» concluse Re Kaioh, piuttosto agitato.

«Hmpf,» sbuffò Vegeta «A me non sembra così cambiato: più forte si, ma sempre lo stesso Broly... ora come ora non è che spazzatura, per noi.»

Broly si girò, verso quello che doveva essere il suo “principe”.

«Spazzatura?» chiese, prima di caricare la propria aura, che crebbe enormemente.

La terra tremò per qualche istante, e Broly raggiunse immediatamente la sua forma leggendaria.

«M-Ma è un mostro!» sussurrò Pamela, di fronte all’inquietante metamorfosi, mentre il figlio rimase incredibilmente tranquillo «Guarda mamma, è diventato gigante!»

Vegeta sbuffò nuovamente, questa volta assumendo un ghigno beffardo: «Avete visto? Niente di nuovo!»

Ma fu l’unico ad ostentare questa sicurezza, mentre Broly continuava a sogghignare, volgendo lo sguardo verso Vegeta.

«Cosa stai guardando, patetico ammasso di muscoli? Sei rimasto indietro, anche mio figlio è ora più potente di te!» sbraitò Vegeta, facendo spostare lo sguardo di Broly sul piccolo Trunks, e poi su Goten, che tremarono nel vederlo sorridere nuovamente.

Broly poi, distolse lo sguardo da tutto il resto, piegando le braccia e spingendole verso il basso, dando il via ad una nuova carica dell’aura, e ad un ennesimo terremoto. Dal suo corpo, poi, partì un gigantesco bagliore che avvolse tutta la vallata.

«C-Che sta facendo?» gridò Crilin.

«N-Non… Non ne ho idea… Ma la sua potenza continua a crescere vertiginosamente!» disse Piccolo anche lui costretto a coprirsi gli occhi.

Broly, intanto, continuava a gridare, mentre l’aura attorno a lui cominciava ad assumere una colorazione viola. Finché la trasformazione non fu completa, ed il suo grido cessò, così come tutti gli effetti causati da quel gigantesco sfogo d’aura.

E fu allora, che gli occhi del gruppo conobbero una visione inquietante. La trasformazione non pareva aver mutato di molto il super saiyan leggendario: eppure, i capelli, ancora più ritti di prima e di un intenso viola scuro, e le occhiaie scure sotto le vuote pupille gli conferivano un aspetto ancora più terrificante.

«Kakaroth,» disse, volgendo lo sguardo a Goku «ora morirai.»

Goku assunse immediatamente una posa da combattimento, pronto all’azione, ma nel frattempo stava elaborando una strategia: finché non si rese conto che per affrontare un dio, ce ne voleva un altro.

«Devo diventare super saiyan god, non c’è altro modo!» disse, freddo.

«Eh no, Kakaroth! Avevamo un accordo!» si intromise prepotentemente Vegeta.

«Vegeta, sii ser-» fu interrotto da uno sguardo glaciale del principe dei saiyan.

«Sono serissimo: il patto era che la prossima volta che si fosse reso necessario il super saiyan god, sarebbe toccato a me. Lui vorrà pure te, ma se serve un super saiyan god a sconfiggerlo, allora tra me e te non c’è alcuna differenza: e sarò io a sconfiggerlo, stavolta.»

Goku guardò Vegeta negli occhi per qualche istante, per poi volgerli a Broly, che sembrava, per assurdo, stare aspettando.

«D’accordo.» disse, per poi gridare «Videl! Vieni qua, sbrigati!»

La ragazza capì immediatamente le intenzioni del suocero, e si avvicinò al gruppo dei saiyan. Ma rimase sorpresa nel ritrovarsi proprio la sua mano nella sua, vedendo poi che al centro del cerchio c’era ora Vegeta.

Le energie dei saiyan presenti si canalizzarono in Vegeta, attraverso tanti piccoli bagliori blu. Il principe dei Saiyan poi fu sollevato in aria, avvolto in un grande alone di energia rossastro.

Dopo che dall’alone partì qualche scintilla, la sua aura, si stabilizzò, e Vegeta ridiscese a terra, avvolto da una grande aura rossa, come i suoi capelli e le sue iridi.

Vegeta era ora un super saiyan god.

«Guarda, leggendario super saiyan.» disse, sogghignando, a Broly «Ammira cos’è veramente un dio per la nostra raz-»

«Tesoro! Stai benissimo con i capelli rossi, lo sai?» gli gridò Bulma da poco lontano, interrompendolo improvvisamente.

«Bulma…» sussurrò, digrignando i denti, volgendosi poi verso Broly «Allora, vogliamo cominciare?»

Il sogghigno del leggendario super saiyan gli bastò come risposta: si lanciò immediatamente verso di lui, tempestandolo di pugni alla sua massima potenza.

Broly sembrò soffrirne, infatti fu costretto a rallentare con la mano, scavando nel terreno, una volta che Vegeta provò a lanciarlo lontano con una calcio.

Si rialzò guardandolo con un’espressione priva di qualunque arroganza.

Vegeta, al contrario, sembrava bearsi del suo potere: osservava Broly con un ghigno in viso che nulla faceva per nascondere la sua certezza di vittoria.

«Sembra che ce la possa fare! Broly non mi sembra riesca minimamente a contenerlo!» disse entusiasticamente Crilin, seguito a ruota da Gohan «Infatti! Broly potrà anche aver ricevuto il potere di un dio, ma ancora non lo è!»

Goku e Piccolo, al contrario, osservavano quasi preoccupati, mentre Vegeta si lanciava ancora una volta contro Broly.

Questa volta, il leggendario super saiyan provò a parare qualche colpo, senza ottenere grandi risultati: Vegeta continuò a colpirlo, fino a lanciarlo in aria con un pugno secco al mento.

«Hai visto? Eri…» iniziò a dire, nel momento in cui lo colpì allo stomaco con un pugno, facendolo piegare in avanti.

«Sei…»

Lo colpì nuovamente allo stomaco con una ginocchiata.

«E rimarrai…»

Lo lanciò a terra con un colpo a mani unite.

«un PERDENTE!»

A quel punto, si lanciò per finirlo definitivamente: sarebbero il suo primo, grande successo. Eppure sperava che Broly si rivelasse un avversario più stimolante: si stava proprio rimettendo in piedi quando lo raggiunse, pronto a sferrare il pugno decisivo.

Ma, con sua grande sorpresa, lo vide bloccato nel gigantesco palmo del leggendario super saiyan.

Vegeta sgranò gli occhi, guardando il suo avversario: non aveva notato che era rimasto praticamente illeso, dopo il suo attacco.

L’espressione sul viso di Broly mutò nuovamente in un sadico sorriso.

«Ora basta giocare: e ora di gettare la spazzatura.» si limitò a dire, prima di colpire Vegeta in faccia con l’altro pugno.

Ma Broly non mollò la presa sulla mano del principe dei saiyan: lo tenne fermò davanti a sé, tempestandolo di pugni ad una velocità impressionante.

Poi fece per lanciarlo leggermente in aria, si appoggiò sulla sua grande mano sinistra e girò su di essa, colpendo Vegeta con un calcio che lo fece volare dritto verso una parete di roccia.

Broly, però, si proiettò tra lui e la parete immediatamente prima dell’impatto, e lo spedì in aria con un calcio.

A quel punto, si proiettò nuovamente davanti a Vegeta, che volava ormai verso il cielo, afferrandolo per la testa e trascinandolo letteralmente contro la parete di roccia, scavando bene anche con il braccio, con il quale gli diede anche un pugno, prima di afferrarlo nuovamente per lanciarlo nel bel mezzo della valle.

I guerrieri guardarono terrorizzati: ora si trovavano anche senza energia, come speravano di affrontare un simile mostro?

«P-Papà, che facciamo?» chiese Gohan al padre, la cui tensione era più che palpabile.

Goku osservava Broly mentre si avvicinava minaccioso ad un Vegeta che pareva tramortito, rendendosi conto che gli sguardi di tutti erano ora posati su di lui, speranzosi.

«Non c’è tempo per formare una Genkidama abbastanza potente: se vogliamo salvarlo, dobbiamo combattere!» disse Goku.

«Crilin, Yamcha, voi proteggete gli altri, portate tutti al sicuro!» disse Gohan, mentre lui, Piccolo, Goku, Tensing e Majin Bu si lanciavano all’attacco.

Goten e Trunks, invece, rimasero al loro posto, scambiandosi un cenno di assenso.

Gohan e Piccolo furono immediatamente su Broly, cercando di colpirlo come potevano, prima di vedersi afferrati per i polsi, e sbattuti prima l’uno contro l’altro, poi al suolo, con violenza, per poi essere lanciati via.

Tensing non riuscì nemmeno ad avvinarsi: bastò un dito a Broly per generare con l’aura uno spostamento d’aria abbastanza forte da farlo sbattere violentemente contro una roccia, facendogli perdere i sensi.

Majin Bu, al contrario, riuscì a colpirlo, sul petto: salvo poi essere guardato in cagnesco dal leggendario super saiyan. Con un pugno gli fece sprofondare nel corpo la gommosa testa, dopo di che lo fece inciampare, per poi farlo rimbalzare sul terreno a forza di pugni. Dopo di che, come con un pallone, lo lanciò lontano con un calcio.

«Fuuuuu… siooo… NE!»

Broly dovette coprirsi un attimo gli occhi per un istante, quando vide quel potente bagliore: Goten e Trunks si erano appena fusi.

Ma per lui, quel nuovo ragazzino non era altro che l’ennesimo verme da schiacciare. Nonostante questo, il ragazzino lo minacciò comunque: «Ti conviene arrenderti Broly! Il grande Gotenks è qui!»

L’atteggiamento spavaldo del ragazzino non fece che sorridere il leggendario super saiyan.

«Schiacciarne uno per due… dovrei ringraziarvi mocciosi.» disse, mentre Gotenks assunse un’espressione determinata.

«Posso anche non poter diventare super saiyan, per il momento, ma ho molti assi nella manica, leggendaria faccia da culo!» gli disse, facendogli il dito medio.

«Gotenks! Modera il tuo linguaggio!» gridarono Chichi e Bulma all’unisono.

«Sentito mammina?» disse, sogghignando, Broly, cosa irritò parecchio Gotenks, che preparò il suo attacco.

«Attacco dei Fantasmi Kamikaze!» gridò, prima di generare dalla sua bocca tanti piccoli fantasmini che gli assomigliavano «Finitelo!»

I fantasmini si lanciarono contro Broly, pronti a farsi esplodere contro di lui.

Ma non fecero neanche in tempo ad arrivare che, alzando una mano, Broly espanse una gigantesca barriera di Ki che andò a scontrarsi con i fantasmi, facendoli prematuramente esplodere.

Gotenks non fece in tempo a reagire, che Broly fu immediatamente di fronte a lui.

«Ora di fare la nanna» disse, guardandolo con il suo classico sorriso sadico «per sempre.»

Detto ciò, con un pugno li sbatté violentemente al suolo, dopodiché iniziò a tempestarli di colpi, finché la fusione non fu sciolta.

«Adesso BASTAAA!» urlò Goku, lanciandosi a tutta forza contro Broly, che però fu lesto ad afferrarlo.

«Mi deludi, Kakaroth…» disse, colpendolo in pancia con forza «Ma ucciderti sarà comunque una soddisfazione immensa.»

Dopo averlo tempestato di colpi, scaraventò anche Goku al suolo, tenendolo per la testa. A quel punto, iniziò a caricare una piccola sfera di ki nella sua mano.

«Goku! NO!» gridò Chichi, dall’lato della sporgenza su cui Crilin e Yamcha li avevano portati, e dal quale stavano osservando il combattimento.

Era pronto ad uccidere Goku, e ad adempiere l’obbiettivo che si era prefissato.

Era pronto ad adempiere al suo destino.

«AAAAAAAAAAAAAHHHH!» gridò, quello che con un pugno riuscì a far barcollare Broly, facendolo spostare da sopra Goku, costringendolo a guardare a questo suo “nuovo” avversario.

«Ho ancora… il potere… del super saiyan god… se pensi che sia finita qui, hai sbagliato di grosso, Broly…» disse un sofferente Vegeta.

Broly, lo guardò, continuando a sorridere: «Patetico.»

Vegeta lo caricò, cercando di colpirlo con ogni mezzo a sua disposizione.

Bulma guardava, in lontananza, lo sforzo del marito, e i suoi occhi non poterono non illuminarsi di fronte a questo suo ennesimo atto di forza ed orgoglio, dopo quello che fece per lei contro lo stesso Dio della Distruzione.

Vegeta intanto, tentava invano di colpire Broly, che si limitava a schivare i suoi colpi, a braccia conserte.

Finché non si stufò, facendolo nuovamente volare lontano con un pugno: il principe dei saiyan ruzzolò sul terreno, sbattendoci contro più volte, prima di arrestarsi.

In quel momento, il potere divino abbandonò Vegeta, che si mise seduto sulle ginocchia, decisamente sofferente.

Guardò in lontananza il super saiyan leggendario, ora trasformato in una vera divinità, che allungava il braccio, aprendo la mano verso di lui: vide formarsi nel suo palmo un grosso globo viola di Ki.

Il suo colpo di grazia.

Vegeta era pronto ad accettare il suo destino, mentre volgeva un ultimo sguardo ai suoi compagni, privi di sensi, finché un grido non squarciò il cielo.

«TEMPESTA MORTALE!»

A quel punto Broly fu costretto ad arretrare velocemente, per evitare diverse esplosioni che sembravano propagarsi all’infinito.

Quando poi le esplosioni terminarono, si accorse che si era allontanato parecchio dalla sua vittima, e guardò irritato verso la fonte del grido, il suo sorriso trasformato in una smorfia di irritazione.

Vegeta volse lentamente lo sguardo, e rimase esterrefatto, così come tutto il resto del gruppo, quando guardarono verso una collinetta, dove una figura stava ritta in piedi, il braccio destro piegato all’indietro. Portava i capelli raccolti in un codino, e indossava una tuta nera, coperta da una lunga fascia grigia sia sul davanti che sul retro, sulla quale era disegnato lo stemma dei Re Kaioh.

Pamela fu sull’orlo di piangere quando, su quella collinetta, poté riconoscere il suo amato.

Daniel Ryder era tornato.


NOTE DELL’AUTORE
Sarò molto conciso: questa sera saranno due capitoli che CI TENGO a farvi leggere, in quanto sono stati quelli più attesi (dal sottoscritto stesso), e non vedevo l’ora di scriverli. Saranno anche due, così posso finalmente tornare con la testa all’esame che dovrò dare!

Broly Shinigami, che ne dite? A quelli a cui ho fatto leggere “in anteprima” questo capitolo, l’idea era piaciuta alla grande. Spero, poi, di aver reso l’idea di come sarà usato il super saiyan god in questa storia: non so se dopo aver dato l’energia, gli altri saiyan non possano più diventare “super” non è stato scritto da nessuna parte, allora facciamo che sia così.

Ogni tipo di recensione è ben accetta dal sottoscritto!

Dragon Ball è proprietà di Akira Toriyama.

Alla prossima!
   
 
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