Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Rota    19/05/2015    0 recensioni
La notizia di un trasferimento improvviso per motivi di lavoro, annunciata da sua madre dopo una cena sfarzosa, non lo aveva destabilizzato più di tanto. Aveva certo amici, nel vecchio distretto, e una rete di conoscenze più fitta e sicura, ma andare a vivere a Shibuya non voleva dire rintanarsi dall'altra parte del mondo, isolato da qualsiasi sprazzo di civiltà, né tanto meno dover abbandonare in modo definitivo le vecchie amicizie. L'unica cosa che Yukio aveva chiesto a sua madre, in cambio della solita pacifica convivenza familiare, era una scuola con un club di basket, dove poter continuare a giocare ciò che più preferiva. La Touou Academy era stata una delle opzioni possibili, avvicinata con interesse per la sua fama e il suo prestigio rispetto alle altre, e da quello che il ragazzo aveva visto, in quei dieci giorni dall'inizio delle lezioni, non sembrava smentire le dicerie.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shoichi Imayoshi, Touou, Un po' tutti, Yoshinori Susa, Yukio Kasamatsu
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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*Epilogo – Parte finale*

 

 

 

Passati due mesi di vuoto, gli occhi di Imayoshi Shoichi hanno perso quel poco di espressione che hanno sempre avuto. L'università è cominciata e lui segue più o meno svogliatamente le lezioni del mattino, fatica a integrarsi nell'ambiente dei laboratori pieni di alambicchi e odore di disinfettante basico – forse, aver scelto una facoltà scientifica non è stata esattamente una scelta saggia, ma ormai non può più tornare indietro e si arrangia come può.
La nuova vita non ha nulla che possa entusiasmarlo, né la novità di poter convivere con un amico in un appartamento tutto proprio, in modo da essere il solo a governare la propria intera esistenza, né una routine completamente stravolta da impegni improbabili, orari per fare la spesa e una dieta ferrea per non essere appesantito, mal nutrito, sovrappeso.
Tokyo rimane una grande città capace di annoiarlo e di renderlo grigio esattamente come i palazzi grandi di cui è composto, conformandolo a un modo d'essere che non è neanche suo.

 

Oggi non prende il tram come tutti i pomeriggi, per tornare a casa. Cammina di più, portato forse dal vento secco, forse dalla propria volontà stanca; non lo sa, ma lo fa lo stesso.
Si aggira come uno straniero nei vicoli che non conosce, cercando dettagli con cui arricchire un itinerario che conosce poco e che fa da sfondo ai giorni che passano lenti. Allora riconosce un negozio di elettrodomestici, allora ricorda come raggiungere una gelateria molto buona, allora deve fare attenzione perché quello è l'orario in cui le scolaresche vengono liberate e a a un solo isolato di distanza si trova una scuola elementare molto grande.
A lui non sono mai piaciuti i bambini, ma sorride lo stesso.
Ed è con il sorriso sul viso che lo vece tra la folla, che gli corre incontro.

 

-Non pensavo che ti avrei mai più rivisto.
-Stupido!
C'è stato l'istinto di scappare, all'inizio, e quindi le sue gambe erano già pronte allo scatto.
Si sono messi di nuovo a correre assieme, come quella volta in autunno, alcuni mesi prima. Però, oggi si tengono per mano, e sembra che Yukio non abbia più intenzione di lasciarlo andare.
Le sue parole gli sono sembrate ancora più forti di quanto non lo fossero prima – o forse è l'impressione nostalgica di non averle sentite per troppo tempo che le rende tali.
-Sai, Shoichi? Ho pensato.
-Ha cosa, hai pensato?
-A quanto sei sempre stato idiota.
Hanno superato diverse fermate del tram, a quella maniera, senza curarsi delle cartelle dell'università che sbattevano da tutte le parti e urtavano, diverse volte, i passanti loro vicini; qualcuno li ha insultati, più o meno velatamente, e come tutti gli altri suoni è stato inghiottito dalla folla e dalla strada.
-Ma più di te, sono stato idiota io.
-Ah, sì?
-Sì, perché ho impiegato tutto questo tempo per trovare una risposta.
Imayoshi si blocca solo nel momento in cui capisce il luogo in cui si trovano. Non lo aveva mai visto prima e questo gli crea una certa vertigine, anche se la causa è da attribuire decisamente di più alla lunghissima corsa fatta.
È tutto sudato e l'unica cosa di cui necessita è una sedia su cui morire.
Eppure Kasamatsu è così serio, di fronte all'ingresso della sua casa, che gli pare una cosa brutta non guardarlo in viso.
-Non avevo mai capito l'esigenza di averti nella mia vita. Completamente. Perché da principio, ci sei sempre stato, in ogni momento importante e in ogni occasione speciale. Tutto inizia con te, e con te non voglio che finisca. Per quanto mi sforzi, non riesco a trovare un ricordo che non sia così, e non voglio farlo. Voglio trovarti sempre, in ogni mio pensiero. Lo voglio perché ne necessito.
Gli lascia la mano e indica la porta di legno accanto a sé, proprio con quelle stesse dita.
-Questa è una cosa di me che voglio preservare, e concedimi quest'unico atto egoistico perché tu ne ha avuti tanti, nei miei confronti: voglio farti mio, così come sento di appartenerti.
Trema, mentre parla, ed è così dolce.
Ma lo ferma con una mano sul petto e un sussurro sulle labbra, proprio sul nascere di ogni azione e di ogni intento, prima che possa fare un qualsiasi passo falso.
-Se ora entri, accetti tutto. Ogni responsabilità, ogni cosa. Accetti me, per tutto quello che sono. Io sono pronto, Imayoshi. Anche io ho capito cosa voglio, e non ho intenzione di permetterti di avere di nuovo paura. Ti voglio, con tutti i difetti che hai.
Abbassa la mano, guardandolo ancora più da vicino.
-E tu? Sei disposto a perdonarti come io ti perdono?

 

Divertente come il cuore possa giocare a ingannarsi, con crudeltà e precisione.
Ma non quella volta, non ancora.

 

C'è solo un rumore metallico dietro di loro, quando la porta si chiude alle loro spalle.
E nel silenzio di un appartamento vuoto, quel nuovo inizio bonario che è soltanto la continuazione dell'ovvio e del naturale è sancito con un primo bacio.

 

 

 

Where there is desire

There is gonna be a flame

Where there is a flame

Someone's bound to get burned

But just because it burns

Doesn't mean you're gonna die

You've gotta get up and try

   
 
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