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Autore: Vergy_und_Oblivion96    03/01/2009    4 recensioni
Una ragazza completamente coperta da un mantello nero entrò dalla porta del locale più malfamato di Londra, l’Ambra Night Saloon, e con passo spedito si diresse verso il bancone dove il barista cercava di pulire un bicchiere con uno straccio visibilmente più sporco di quest’ultimo...(dall 1° cap.) E se dietro alle origini "babbane" della famiglia Granger si celasse un segreto ben più grande,custodito dalla madre,Hermione e suo fratello Alex?Una storia avventurosa e fantasy che ha come protagonista la ragazza secchiona del Trio dei Miracoli.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Harry Potter, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Cap 6 6 Tempo di scelte

Il sole inondava la foresta. Gli uccelli cinguettavano allegramente, ricordando agli abitanti del luogo che erano le quattro del pomeriggio. In lontananza, una sagoma scura, altissima e frastagliata si stagliava nell’orizzonte. Era Hogwarts. Accanto, non molto distante dall’entrata del bosco, c’era la capanna di Hagrid. Ad un tratto, un urlo disumano infranse l’aria fresca, producendo più decibel del dovuto e creando onde sonore udibili solo dai pipistrelli. Cos’era? Un qualche animale in pericolo? Un Mangiamorte nella foresta, forse? Un lupo mannaro? Una creatura del Lago?
No, niente di tutto ciò. Era solo Hermione.

- Non toc-car-la!!- cominciò Alexander, brandendo un tronco spezzato verso Malfoy, che teneva tra le braccia il corpo della giovane. Disgustato, come se si fosse accorto in quel momento di abbracciare una Mezzosangue, la lasciò cadere malamente su una radice. La ragazza gemette al contatto con la terra.
L’Elfo e il biondo si guardarono con disprezzo, poi il primo si chinò e sollevò con grazia la sorella, facendola levitare sotto gli occhi sbalorditi del nemico.
- Se ci spiavi, dovresti aver capito di cosa siamo capaci - cominciò il quindicenne, provocatorio.
- Non mi ero ancora abituato all’idea che la sorte di una stirpe fosse in mano a dei sangue sporco, scusami tanto se non te ne ho reso - rispose l’altro, glaciale e tagliente come una serpe.
La bocca di Alex si allargò in una O di stupore, poi si preparò a replicare da coraggioso Grifondoro qual era; ma il tempo che ci mise a ideare una battuta soddisfacente fu sufficiente per far scappare a gambe levate Malferret.
Infondo era un codardo, tutti lo sapevano, e ciò che aveva visto non era da tutti i giorni. Ma da quanto li spiava? Aveva reso partecipe qualcuno di quel segreto? Alex sperò con tutto se stesso in una risposta negativa, anche se in cuor suo sapeva che non era affatto così…

 

                                                       ***

 

- Cretino - fu la sentenza di Pansy Parkinson al racconto dell’amico.                                                 
- Eh, ma che è oggi, la giornata del “torturiamo Draco”?? Ok, mi hanno scoperto, ma non è colpa mia! Sono stati gli alberi che l’hanno avvertita... tu mi credi, vero Blaise?? BLAISE!
- Uh? Quoto con Pansy - borbottò l’interpellato, risvegliandosi dal suo stato catatonico e lasciando il mondo dei sogni, nel quale regnava il primo piano di Potter.
Draco si lasciò cadere su una sedia, sconfitto. Dalla prima volta che aveva visto i Granger compiere magie, non aveva esitato a raccontarlo agli amici, che avevano seguito con sommo interesse tutte le vicende.
- Avrebbe potuto tornarci utile - incalzò Pansy, imperterrita – seguirli senza farci scoprire. Del resto tuo padre ha detto che  Voldemort cercava questi ultimi esemplari per portare a compimento i suoi piani…
- Ma si! Vuoi anche infilare il dito nella piaga adesso? Ho capito, mi hanno scoperto…- qui si sentì un “ti sei fatto scoprire” dalla postazione di Zabini, che Draco prontamente ignorò - ma ora non possiamo consegnarli a Vol…
-Perché no? - lo interruppe l’amica - anche se per colpa di qualcuno, siamo stati scoperti, possiamo sempre rimediare.
Draco si sentì strano. Sarebbe parso debole, da parte sua, dire che gli sarebbe dispiaciuto consegnare i Granger al Signore Oscuro? Ma poi avrebbero pensato che… e lui non voleva che pensassero che…
-Allora?
- No –scandì. Poi, davanti agli sguardi interrogativi, aggiunse - e niente domande!!
Dopodiché fece per compiere la sua elegante uscita di scena (a grandi falcate con aria imbronciata…) ma evidentemente qualcosa andò storto e cadde lungo disteso per terra con un piede ancora impigliato nel tappeto. Citare ciò che disse sarebbe sconveniente, ma bastò a renderlo molto buffo e a procurargli un’occhiata sarcastica dalla Parkinson con tanto di sopracciglio inarcato.
Blaise invece si limitò ad un sospiro rassegnato; poi, lentamente, riportò la conversazione ad un punto più discorsivo, ma non per questo meno doloroso della botta violenta che Draco aveva subito all’osso sacro con quella caduta da guinness dei pagliacci.
- Vedi Draco... quando tuo padre è un Mangiamorte pronto a passarti il titolo, ci sono delle cose che non puoi evitare - esordì con pacatezza, come se si stesse rivolgendo ad un bambino piccolo - cose che non puoi negare, cose che non puoi… omettere. E tu dovresti saperlo bene.
Malfoy alzò la testa di colpo, e i suoi occhi di ghiaccio si scontrarono con quelli di zaffiro dell’amico, mentre tentava una nuova tecnica di incenerimento basata solo sullo sguardo.
Blaise proruppe in una risata serpentina e altezzosa, del resto era l’unica persona, o almeno una delle poche, in grado di tener testa al biondo Serpeverde.
Quest’ultimo dalla sua posizione non poteva molto contro l’amico, ma l’avrebbe volentieri pugnalato se ne avesse avuto l’occasione.
- Cos’è, ti rode il fatto che la Granger sia l’unica ragazza carina che tu non ti sia mai portato a letto in tutta Hogwarts?
Draco afferrò un piede di Blaise e lo trascinò giù dalla poltrona, facendolo finire steso a terra accanto a lui; ma ormai nulla poteva più fermare quella lingua di serpente…
- Dai che senza denti da castoro è migliorata!
Calcio sullo stinco, risata soffocata, osservazione:
- Però certo che è cresciuta bene!
A quel punto Draco era preparato:
-Ma non eri gay, tu??
Pansy stette a osservare la scena con una mano sul fianco e la sigaretta in bocca, mentre quei due imbecilli si azzuffavano come marmocchi.
-In fatti io dicevo per te, deficiente!
-Ah beh certo…mica sono io quello che sbava dietro allo Sfregiato!
Si insultarono e si picchiarono ancora un po’, ma questa volta ridendo e passandosi di tanto in tanto una bottiglia di Whisky Incendiario.
Draco emerse dopo un bel po’, ovviamente ubriaco fradicio e con un sorriso che non prometteva niente di buono sulle labbra rosee.
- Scenti, cervellone - cominciò, barcollando pericolosamente e calamitando uno sguardo disgustato di Pansy -lo sciai che hai ragione?- (risata isterica) -Conscegnerò i Granger e le lodi del Scignore Oscuro andranno a me!!
Blaise, che aveva una sopportazione all’alcool decisamente maggiore a quella dell’amico, questa volta annuì vigorosamente e si voltò verso la mora.
- Certo che Draco giusto quando è ubriaco dice cose sensate - fece acida lei, con una punta di inevitabile allegria. Del resto era una Serpeverde, il sadismo era una peculiarità.
Risero insieme e si rotolarono sul tappeto, fino a quando un Theodore Nott super eccitato non si fiondò come un razzo su di loro scuotendoli con forza.
- Malfoy, Malfoy!! L’hai fatta grossa - esordì gongolante.
- Mmmh che vuoi? - emerse la testa di Draco dal groviglio, improvvisamente lucido. - Cacchio Zabini, finiscila, sai che odio il solletico sotto la pianta del piede!
Ma Nott si fece improvvisamente serio:
- Nello studio di Silente, adesso.
- Cosa? E che vuole?
- Non lo so, Draco, credevo che ne avessi fatta una delle tue...
- Togliti.
Draco sentì qualcosa nel petto, una specie di fitta inidentificabile (dato che MAI avrebbe ammesso di avere paura) e spostò il Serpeverde con il palmo della mano.
Prima di uscire dalla sala comune, però, indirizzò uno sguardo a Blaise. Comunque sarebbe andata, il Signore Oscuro l’avrebbe ringraziato per avergli fornito gli Elfi, mezzi necessari per la distruzione di Potter e dell’Ordine della Fenice.
Quando perciò mise piede di lì, ancora non sospettava che presto avrebbe dovuto cambiare idea...
 

                                                                 ***

- Malfoy non deve venire con noi, lui non è in pericolo- disse Hermione, stesa nel letto dell’infermeria. Harry e Alex erano seduti accanto a lei, meditando su dove andare per non farsi scoprire.
- Si, non è in pericolo perché è dalla parte di Voldie, ma essendo dalla sua parte e avendolo a piede libero siamo noi quelli in pericolo - osservò Harry.
-No, perché se noi scappiamo senza dire niente a nessuno fuorché Silente, nemmeno lui saprà dove siamo e di conseguenza non potrà rivelare la nostra posizione.
Anche il ragionamento di Alex aveva una falla.
-Beh, ma Voldemort non sa che gli ultimi Elfi sono i Granger; non mancherà molto prima che Malfoy glielo dica, e per allora avrà già sguinzagliato i Mangiamorte. Ci troverebbe, ovunque andassimo.
Hermione aveva ragione, e, con riluttanza, riconobbe che anche Harry era nel giusto. Per essere al sicuro, anche il Serpeverde sarebbe andato con loro.
- Dobbiamo parlare con Silente - disse Harry, dopo qualche minuto di silenzio.
- Ho un’altra soluzione: ammazziamo Malfoy - la battuta della ragazza era stanca, dopo ore passate in infermeria, ma dietro vi si scorgeva ancora una punta di sarcasmo. E se tutti sorrisero, fu per quello.
-Sì, andiamo da Silente, la situazione sta diventando veramente pericolosa… più persone sanno, peggio è.
- Grazie della considerazione! - Hermione indicò con la testa Madama Chips che si dava da fare a ingessare con la bacchetta la gamba di un primino Tassorosso appena caduto dalla scopa. - Quatro ore di…
- …osservazione, si, ce lo hai già detto - interruppe Alex, con aria saccente (il sangue non mente! ;P).
Un “e allora perché me lo chiedi…?!?” a mezza bocca fu la risposta della ragazza, inacidita dalla sua immobilità.
-Abbiamo un problema - disse poi, per riempire il silenzio momentaneamente creatosi.
Gli sguardi interrogativi la misero in condizione di porre spiegazioni.
- Siamo morti. Malfoy è un Mangiamorte... quando mai si alleerebbe dalla nostra parte? - mormorò sconsolata. - E poi io a quello neanche ce lo voglio! - si lamentò con aria da bambina piccola imbronciata.
Ignorando l’ultima osservazione, che oltretutto entrambi condividevano appieno, i due ragazzi furono costretti ad ammettere che quella logica non era affatto sbagliata, anzi.
- Quattro ore non sono tante, dai. Intanto noi andiamo a parlare con il Preside - tentò di consolarla Harry, prendendole la mano. Ormai erano proprio come fratelli.
- Mh - annuì lei, tuffando la testa sotto le coperte per godersi quelle ultime orette di sonno. Svenire era stancante, del resto.

 
                                                 
                      ***
 

Draco non era mai stato nell’ufficio del Preside. E soprattutto era completamente insolito per lui che una persona potesse tardare così a lungo, per tanto una prerogativa di Silente (ma questo il Serpeverde non poteva saperlo...).
Dopo istanti di noia che a lui parvero ore si divertì a cercare di indovinare cosa fossero tutti quegli strani oggetti che lo circondavano, insultandoli quando si rendeva conto di non conoscerli, per non ammettere la sua ignoranza in quel campo.
“Sciocchezza” “Cretinata” “Stupidaggine!” “Cazz…” si fermò a metà di un commento riferito al Pensatoio, del quale ignorava completamente la funzione, per ammirare ammaliato la fenice Fanny.
Essa sbatteva le ali inquieta, spandendo una strana polvere tutto intorno. Draco non aveva mai visto niente del genere, e suo malgrado se ne affascinò. Almeno fin quando l’uccello, giunto a termine del suo ciclo, non esplose in un turbine di piume e di lei rimase solo cenere. Esattamente nel momento in cui il ragazzo aveva allungato la mano per toccarla, guarda caso.
-Stupido uccello - commentò sprezzante.
Proprio in quel momento, dalla scalinata d’oro scese il Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
- Uhm, ehm… mi scusi… - balbettò Draco,  indicando con la punta dell’indice il mucchietto di cenere della fenice.
Albus sorrise, e il ragazzo si diede dell’idiota seduta stante.
“Come cacchio mi è venuto in mente di scusarmi… con lui e quel suo stupido pennuto??!” si rimproverò disgustato verso se stesso. Il Preside se ne accorse subito, ma ebbe il buonsenso di non commentare.
- Su, accomodati Draco - indicò la poltrona di fronte a lui.
- Malfoy, prego.
-Certo, certo, come vuoi - sorrise bonario Silente, spolverando con la lunga barba una delle lenti degli occhiali a mezzaluna. Se al posto di quel presuntuoso Purosangue ci fosse stato Harry, avrebbe preso quel gesto come familiare e rassicurante, non si sarebbe certo fatto sfuggire quel solito tic del suo vecchietto preferito.
Ma lì non c’era Colui-che-è-Sopravvissuto, bensì un altezzoso Malfoy che non notò affatto la mano grinzosa.
Chissà, quando anche lui avrebbe imparato a guardare oltre le apparenze, a guardare quei piccoli particolari che fanno la differenza. Quando avrebbe imparato ad accontentarsi delle cose semplici.
Probabilmente mai.
-Disagio? - domandò Albus, scrutandolo da sotto le lenti appena lucidate. Tutti ormai sapevano che mentire con Silente era inutile, aveva un che di talmente spontaneo che chi non possedeva questa dote a sua volta non poteva far a meno di assecondare. Con lui si era sempre se stessi.
- No - Grossa Bugia. L’eccezione che conferma la regola.
-Draco, ehm, Malfoy - esordì il Preside, come se lui non avesse proferito verbo - bene, tu probabilmente non immagini il motivo di questa visita, ma nel subconscio lo sai.
- Parli chiaro, per favore, non capisco quello che dice - tono freddo e distaccato.
Ma ciò non impedì a Silente di sorridere ancora una volta.
- Certa gente non riesce proprio a guardare oltre, eh? Tornando a noi... non bisogna essere incatenati alle proprie origini, sai? Pensa che mio padre voleva che facessi il Medimago - sospirò, immerso nei ricordi.- No dico, ma mi ci vedi? Non sono un Medimago, Draco, pardon, Mr.Malfoy jr.
- Se è quello che sta insinuando, non diventerò Mangiamorte per scelta di mio padre, ma puramente mia- rispose brusco il ragazzo, con un tremito nella voce.
L’espressione del suo interlocutore si addolcì.
- Vedo che il mio messaggio non ti è arrivato.
- So che vuole portare i Granger via da qui, e me con loro, ma non so ancora dove e le rispondo subito: neanche morto. Io li consegnerò a Voldemort.
- Grimmauld Place. La meta è la casa del defunto Sirius.
Un malcelato interesse si fece largo nello sguardo di Draco, sentendo parlare della casa invisibile.
- Mi sono espresso chiaramente, ma è sordo?
- No, forse converrebbe dire che tu sei cieco.
- Ma come osa…
- Aspetta, fammi finire! Hai ragione, non posso darti un motivo valido per seguire gli Elfi al sicuro da Voldemort; non posso offrirti soldi, né vite altrui, né l’onore che tuo padre nasconde nelle promesse non mantenute che ti fa. Non posso, ma posso offrirti molto più di questo.
- Cosa?- chiese Draco scettico.
- La libertà, Draco Lucius Malfoy. Questo ti libererebbe dai pregiudizi di cui sei vittima e che, lo so, tu odi. Non sei un vero Mangiamorte, perché per esserlo devi volerlo fino all’ultimo centesimo di te stesso. – non c’era risentimento, né voglia di corruzione, dietro al tono di voce del Preside. Solo la sua solita sincerità disarmante.
- Non devi rispondermi adesso- incalzò, vedendolo pensoso- ma ti prego pensaci. Per una volta, fa qualcosa di diverso, solo così...sarai te stesso. Oltre, Draco. Il segreto è guardare oltre tutto ciò che vedi.
Il giovane Malfoy rimase spiazzato, e tentò invano di darsi un contegno.
Ogni sua sicurezza crollò: quel vecchio Babbo Natale aveva colto il segno, dopotutto; era abbastanza adulto e maturo da potersi mostrare senza maschere, per una volta.
- La mia volontà ci sarebbe - disse dopo una pausa, ripensando all’esitazione che aveva avuto quando non voleva consegnare gli Elfi a Voi-Sapete-Chi.
- Ci vuole impegno. Non permettere che la tua pigrizia sia più forte della tua forza; capisco che è difficile.
Il giovane avrebbe voluto urlargli contro che no, lui non capiva nulla, perché non era prigioniero di una lega di sangue che aveva sempre finto di amare, perché non era costretto a odiare della gente solo per il suo stadio sociale; eppure doveva fare così, lui, perché era un Malfoy, che tirava avanti senza pentirsi di ciò che faceva o diceva. Perché anche se infondo era una persona debole, non si vergognava affatto della corazza di disprezzo e insulti che era solito portare per celare quella parte di sé. E ne era fieramente consapevole.
Tutto questo avrebbe voluto urlarlo, ma non lo fece. Draco, in una situazione assurda per uno del suo rango (sedeva di fronte al preside a discorrere amabilmente…) se ne stette zitto.
-Pensaci.
-No, ho deciso, gliel’ho già detto. Ognuno di noi ha un proprio destino...
-Ma ognuno di noi ha anche una volontà fatta per contrastarlo.
Draco spalancò la bocca a corto di parole.
- Vai, ma non dimenticare quello che ti ho detto, anzi parlane ai tuoi amici. Perché tutti quelli che sanno, devono fuggire.
Il ragazzo si alzò in silenzio, si spolverò i pantaloni e fece per uscire, quando la voce penetrante di Silente lo fermò un’ultima volta:
- Sai, quando ti ho visto accanto a Fanny, mi è venuto in mente Harry; lo trovai nella stessa posizione, quella sua prima volta nel mio ufficio.
Involontariamente, una smorfia di disgusto trasfigurò il volto del bel Serpeverde.
- Ma poi, hai detto “Stupido uccello”- il Preside rise sommessamente, una risata vecchia ma sincera - e allora non ho potuto far a meno di pensare che sei proprio un Malfoy. Un Malfoy diverso dagli altri.
E detto questo si dileguò misteriosamente, molto nel suo stile, lasciando un perplesso quanto terrorizzato ragazzo dalla cravatta verde e argento precipitarsi giù per le scale dell’ufficio del Preside.
 

                                                   ***

Due ore dopo, Sala Grande.
I tavoli erano deserti. Il manto del silenzio avvolgeva tutto.
Draco se ne stava con la sigaretta tra le labbra, seduto davanti alla finestra, troppo stanco per pensare e troppo distratto per stancarsi.
- Ho parlato con Silente, qualche minuto fa- disse una voce femminile alle sue spalle.
- Si, ma io non ho ancora deciso- Malfoy non ebbe bisogno di voltarsi per riconoscere la Granger.
- Il tempo sta cambiando, e anche le persone cambiano- la sua voce adesso era più vicina, le loro braccia si sfiorarono, e Draco sussultò spaventato più che mai da quel contatto.
- Non i Malfoy- disse lui.
- Non i Malfoy- gli fece eco lei, e sorrise. - Grimmauld Place... non ci avevo pensato, il che è strano.
-Perché mi stai dicendo questo? Vuoi che mi commuova e venga con voi così da non consegnarvi a Voldemort? E’ per la tua salvezza che vieni qui?

- No. Cioè, anche- rise lei- anzi, sì.
Il giovane rimase stranamente sorpreso da tanta schiettezza, e per un attimo pensò che tutte le persone dovessero essere così. Si girò lentamente, e incontrò gli occhi della ragazza.
Lo scrutavano, non sembrava arrabbiata per la scena dello spionaggio, più che altro voleva convincerlo a non portarli tutti al patibolo. Lei, Harry e Alex. Draco ancora non sapeva perché Lenticchia si fosse allontanato dal gruppo… forse se fosse andato a Grimmauld l’avrebbe scoperto…
Poi la vide, negli occhi dorati di lei: era lì, stabile, compassione. Non si può provare compassione per un Malfoy; Draco Lucius Malfoy non ha bisogno della compassione di nessuno…
-Sei solo una lurida Mezzosangue!!- gli urlò contro, furente.
 La ragazza non si scandalizzò, e con la sua solita tenacia da Grifondoro girò i tacchi e se ne andò altezzosa, non prima di aver replicato.
A Draco non gliene fregava nulla dei Granger, infondo; ma aveva sempre avuto una grande paura. E quel giorno, per la prima volta, si dimostrò fondata tramite le parole della Mezzosangue:
“Somigli proprio a tuo padre...non c’è speranza!!”

Forse furono proprio quelle parole a convincerlo del tutto.

 

To Be Continued…

Spazio delle autrici

Ciao ragazze, noi speriamo, con tutto il cuore, che abbiate voglia di perdono oggie che (soprattutto) non vorrete voglia di linciarci per l'ENORME... no... lo STRATOSFERICO ... nein... il MOSTRUOSO ritardo!!!
Noi ancora non capiamo con quale coraggio, voi, riusciate a leggere, fino in fondo, le nostre schifezze!! GRAZIE ANCORA!!!!!! 

E ora i ringraziamenti.

Ai 5 Angeli che hanno recensito:

- elettra1991- Ciao! Beh... abbiamo pensato che tra i mali del "loro" e del "nostro" mondo, un po' di risate non fanno male! Ih Ih Ih! Per quanto riguarda Hermione e                                Ron... tra qualchè capitolo si scoprirà tutto, abbi un po' di pazienza! A presto aspettiamo notizie!!

- Giuly94 - Eh già! È proprio tempo di scelte! Il nostro Draco si trova in una situazione a dir poco ingarbugliata! Povero (Lo consolo io!! ndVergy)!! Certo Blaise                                non imparerà mai!! Ci dispiace ancora per il ritardo, ma la prossima volta non vi faremo fossilizzare!! Grazie ancora dei complimenti!! A presto.

- excel sana - Grazie Grazie!! Ci fai arrossire!! Comunque... vedrai, man mano che i nostri due piccioncini si avvicinano... chissà che succederà?! Facci   sapere che                            pensi del nuovo cap.!!! 

- cancerina92 - Ciao cavallerizza! Grazie dei complimenti e del consiglio! Proveremo a togliere tutti i nostri commenti...(sai com'è è + forte di me!!ndVergy)! Sklerate                              apparte! continua a recensire, che la minaccia aleggia su di te!! Ci sentiamo presto!!

- Tanny-  Grazie mille per commmento e complimenti. Siamo contente che ti piaccia la storia. Riguardo a Malfoy... beh...noi lo adoriamo per questo!! Ih ih ih!!                              Aspettiamo una tua prossima recensione!!

Grazie anche ai 29 che hanno aggiunto la nostra Fanfic tra i preferiti; e grazie anche a chi la storia la l'ha solo letta!

Vi promettiamo (Giuriamo solennemente) di aggiornare entro 3 settimane... sapete, tra scuola e inferni varie... l'è dura!!

Baci Besos Kissen Kussen

_Vergessenes Kind_ und Oblivion96

  
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