Capitolo 4:
Il frammento della Shikon no Tama
Era ormai l'alba quando Inuyasha
ritornò al campo. Aveva vagato a lungo e senza meta, prima di dirigersi nel
luogo ove Shippou e Miroku si
erano accampati per riposare. Aveva pensato molto, durante la notte, a ciò che
la vecchia sacerdotessa gli aveva raccontato e qualcosa di quello che lei aveva
detto se ne stava ancora lì, impresso nella sua mente, e gli provocava una
sensazione simile a quella di un peso sullo stomaco. Stava riflettendo così
profondamente che quasi incespicò sul bordo di un ramo, mentre saltava da un
albero all'altro.
"Dannazione" imprecò Inuyasha rimproverando sé stesso, mentre tentava di
concentrarsi per non rendersi ridicolo cadendo dai rami: il campo, infatti, era
proprio al di là della linea disegnata dagli alberi, solo ad un minuto di
distanza circa.
Inuyasha avrebbe voluto
spiegare ai due amici che ancora dormivano ciò che era successo, senza, però,
svelare i dettagli della sua visita a Kaede della
notte precedente, e, quindi, procedere con la messa in atto del suo piano: avrebbe
viaggiato sino all'epoca di Kagome, le avrebbe
spiegato che ciò che era successo non aveva significato nulla per lui e le
avrebbe chiesto, anche pregandola se fosse stato necessario, di ritornare. Sì,
avrebbe portato con sé Shippou, perché sapeva bene
che la piccola volpe, con quegli sciocchi occhi da bambino che Kagome sembrava amare tanto e non poter ignorare, avrebbe
sicuramente saputo pregarla in modo migliore di quanto avrebbe potuto fare lui
stesso; tuttavia, sapeva altrettanto bene che era, però, solo lui l’unica
persona in grado di viaggiare attraverso quello strano pozzo. Sì, avrebbe
dovuto fare da solo questa volta.
Mentre atterrava vicino al campo osservò i
due. Nulla era cambiato durante la notte che era stato lontano. Miroku se ne stava appoggiato contro lo stesso albero della
sera precedente, le ginocchia contro il petto e le braccia congiunte attorno ad
esse. Shippou stava russando piano ma le sue orecchie
si contraevano lievemente, segno che presto si sarebbe svegliato.
Inuyasha camminò
silenziosamente e diede una calcetto con il piede al
dormiente youkai volpe. "Hei,
monello". Il cucciolo di volpe, ancora addormentato,
mosse semplicemente le sopracciglia e si voltò dall’altra parte, tirando
ermeticamente la coperta attorno al suo piccolo corpo.
"Vattene, uomo-cane" mormorò in un
sussurro, mentre sospirava, risistemandosi per continuare a dormire.
Spazientito nei confronti del suo piccolo
rude compagno, Inuyasha si chinò e afferrò Shippou per la pelosa coda e lo tenne a testa in giù, alla
distanza di un braccio da sé. "Svegliati" pretese.
Shippou borbottò ed aprì
stancamente gli occhi. "Cosa vuoi?" chiese in modo burbero,
ovviamente non contento di essere stato svegliato dal suo pacifico sonno.
"Sto andando a prendere Kagome".
Al nome di Kagome,
gli occhi verdi di Shippou si allargarono per la
sorpresa. "Davvero?!" chiese.
“Sì, sarò di
ritorno più tardi. Voglio che tu dica al pervertito laggiù, quando si
sveglia, che sarò qui presto, ok? Solo, per favore, restatevene fermi e non
mettetevi nei guai mentre sono via. Ritornerò il prima
possibile" disse Inuyasha gesticolando in
direzione della sagoma dormiente vicino all'albero; la sua voce era calma, per
cercare di non disturbare l'ancora addormentato Miroku.
Facendo forza sul braccio di Inuyasha per risollevarsi, Shippou
sembrò improvvisamente molto sveglio. "Kagome
tornerà indietro?" chiese speranzosamente.
"Non lo so" replicò Inuyasha.
"Ma hai
appena detto che stai andando a prenderla! Ciò significa che lei ritornerà,
giusto?" chiese eccitato Shippou,
il suo corpo vibrava felicemente al pensiero del ritorno di Kagome.
Inuyasha sospirò. Che illusi
i bambini... si aspettavano che le cose volgessero sempre per il meglio persino
nelle peggiori situazioni. "Sì, sì. La farò ritornare" replicò Inuyasha,
sperando soltanto di non suscitare nel bambino false speranze.
Shippou sorrise a
trentadue denti [letteralmente "da orecchio a orecchio" ma non
rendeva molto! NdT] e balzò al suolo."Ok! Alla fine stai solo rimediando ai tuoi stupidi
errori! Sarà meglio che torni presto, ok? Riporta qui Kagome sana e salva o
altrimenti sarò costretto a prendere provvedimenti terribili contro di
te!" E, nonostante i commenti rudi e un po' fuori luogo, agitò felicemente
la coda, mentre alzava il proprio sguardo verso il compagno più vecchio.
"Sarò di ritorno presto" disse Inuyasha mentre si voltava per andarsene. "State fermi
lì".
"Inuyasha"
disse una voce dietro di lui dietro di lui, che gli fece ruotare le orecchie
verso la sorgente del suono.
"Sei sveglio,
bonzo?" chiese Inuyasha burberamente, senza
neanche preoccuparsi di voltarsi per incontrare lo sguardo fisso del monaco.
Poteva udire il respiro del prete, mentre si alzava in piedi e si sistemava le
vesti.
"Ora lo sono" dichiarò Miroku. "Non ho sentito tutto ciò che stai progettando
di fare ma suppongo che ciò non importi." Inuyasha
udì il monaco spostarsi per raccogliere qualcosa da un fagotto in terra.
"Dà questo a Kagome" disse mentre lo lanciava
in direzione di un Inuyasha ancora voltato di spalle.
In un flash, Inuyasha
si girò ed afferrò l'oggetto che Miroku gli aveva
lanciato. Si trattava dell'arco di Kagome e della sua
faretra, ancora piena di frecce. Fissò l’arma, ora nella sua mano, e si voltò
verso Miroku con sguardo interrogativo.
Come se gli avesse letto nella mente, Miroku rispose semplicemente. "Ho una brutta
sensazione. Portali a Kagome-san...
potrebbe averne bisogno".
Inuasha guardò ancora
l'arco per un lungo momento e, quindi, fece un cenno col capo a Miroku. Fece penzolare l'arco sul suo petto ed indossò la
cinghia della faretra, e, quindi, scattò nella foresta a cieca velocità, udendo
Shippou chiamarlo in lontananza.
Inuyasha fece una smorfia.
Le parole del bonzo, semplici com'erano, l'avevano turbato. Desiderò correre veloce,
come il vento che fischiava nelle sue orecchie, attraverso il bordo di quel
pozzo misterioso che lo collegava al mondo di Kagome.
Voleva trovarla e riportarla indietro.
Kagome rotolò nel letto
e allungò il braccio per spegnere la sveglia. Erano le 6:30 del mattino.
Si alzò stancamente e trascinò i propri piedi,
mentre si incamminava verso il bagno per iniziare a prepararsi per la scuola.
Non che volesse realmente andarci, ma avrebbe fatto di tutto pur di levarsi dalla
mente i pensieri che l'avevano tenuta occupata in tutte quelle lunghe ore
notturne. Il dolore continuava a tornare, più e più volte, e lei non poteva
fuggirvi.
Spruzzandosi dell’acqua fredda sul volto,
sperò che la scuola avrebbe tenuto lontano la sua
mente da Inuyasha. Lui ora era, dopotutto, soltanto
una parte del suo passato. Lo aveva lasciato a Kikyou,
la sé stessa del passato, e, da qualche parte nel suo cuore, se n’era pentita,
ma non c'era nulla che lei potesse fare... Non ora comunque.
Passandosi l’asciugamano sul volto, urlò con
rabbia e frustrazione "Ti odio!" e per un breve momento lo aveva
davvero pensato.
La scuola aveva intontito e intontito Kagome, la quale rifletté sul
fatto che aveva seguito algebra, chiacchierato con le amiche e risposto a tutte
le domande degli insegnati, con uno sguardo sul volto che non rifletteva nulla
di quello che era successo, anche se dentro di sé sentiva ancora un dolore
lacerante. Quando Houjo era venuto a chiederle cosa
c'era che non andasse e le aveva portato un regalo come piccolo segno della sua
amicizia, lei gli aveva detto che si sentiva molto meglio e difficilmente si
sarebbe assentata ancora da scuola a causa della sua delicata salute. Lo
sguardo che il ragazzo gli lanciò fu di pura gioia e Kagome
gli sorrise di ritorno, sperando vivamente che lui non
potesse notare altro che questo.
E così infatti
accadde.
La sua famiglia non si era accorta del suo cambiamento
d'umore, o almeno per quello che lei aveva potuto vedere. Suo nonno, comunque, aveva
notato che ora Kagome era molto più introversa e
triste di prima, ma non disse nulla. Forse, in qualche
modo, lui riusciva a percepire cosa le fosse accaduto senza però dire alcuna
parola. O almeno, Kagome sperava che le cose stessero
così.
Quel giorno si era fermata a scuola dopo le
lezioni per finire alcuni test ai quali aveva mancato a causa dei suoi viaggi
nel passato, e li aveva completati tutti alla cieca, senza pensarci su molto.
Uscendo dalle porte del campus, si accorse che il sole stava già iniziando a
tramontare. I test dovevano averla tenuta occupata più di quanto pensava.
Controllò l'orologio e rabbrividì alla brezza leggermente fresca.
Incrociando le braccia, iniziò a camminare
verso il tempio, pianificando il resto della serata. Avrebbe cenato, studiato e
recuperato il tempo perduto su alcune letture che aveva lasciato indietro. In
seguito, avrebbe fatto un buon lungo bagno che avrebbe cacciato tutti i brutti
pensieri e poi si sarebbe messa a letto per dormire. Non vedeva l'ora di addormentarsi
nel suo lettuccio caldo con le morbide coperte, abbracciare uno dei suoi animali
di peluche e lasciare soltanto che tutte le sue preoccupazioni svanissero,
mentre veniva trasportata in un sonno profondo. Almeno così non avrebbe più dovuto preoccuparsi di nulla.
Kagome continuò a
camminare lungo le strade vuote, mettendo quasi automaticamente un piede
davanti all'altro, quando lo percepì.
All'inizio era leggero e quasi impalpabile, ma poteva con precisione sentire
qualcosa. Fermandosi brevemente, si guardò attorno per la strada e si voltò
verso la direzione dalla quale era venuta. Riusciva a sentirlo.
"Youkai"
bisbigliò piano nell'aria fredda della sera. "Inuyasha?"
domandò a sé stessa.
Guardando a destra e a sinistra tentò di
concentrarsi per capire da dove arrivasse l'energia. Sì, era decisamente
l'energia di uno youkai, ma Kagome
era ancora insicura circa la fonte. L'energia ora si stava muovendo e si
avvicinava sempre di più a grande velocità. E improvvisamente Kagome realizzò la cosa. Quell’energia non era Inuyasha. Era un frammento della Shikon
no Tama quello che sentiva e che stava arrivando velocemente,
assieme alla presenza di uno youkai che non aveva mai
percepito prima. Era uno youkai del suo tempo. Ne
aveva incontrati pochi di quelli che provenivano dalla sua epoca e non, invece,
da quella di Inuyasha, ma, pur raramente, comunque
poteva accadere.
L'energia turbinò sempre più vicina e Kagome lo vide. Lo youkai emerse
dalla terra con un urlo lamentoso, che costrinse Kagome
a coprirsi le orecchie per il dolore. Poteva udire le grida delle altre persone
mentre scappavano urlando nella direzione opposta a quella dalla quale lo youkai era arrivato.
Alzando lo sguardo, Kagome
sentì il proprio corpo gelare. Lo youkai era enorme.
Le ricordava fortemente lo youkai-millepiedi che era
stata costretta a combattere, durante il suo primo viaggio nel mondo che stava dall'altra
parte del pozzo. Questo, comunque, era sicuramente di sesso maschile, con un corpo massiccio, muscoli possenti e neri capelli lunghi e mossi.
Il suo corpo era coperto da profonde squame verdi e sfoggiava sei braccia che
terminavano con degli artigli, i quali le ricordavano la forma di quelli di Inuyasha.
In che modo quella bestia fosse arrivata lì, Kagome proprio non lo sapeva e neanche le importava. Tentò
di indietreggiare e di andarsene di soppiatto, conscia del fatto che non aveva
con sé alcuna arma per difendersi. Sperò che la creatura non si accorgesse di
lei, ma fu tutto inutile. Lo youkai voltò l’orrenda
testa squamata nella sua direzione e tastò l'aria con la lingua.
"Tu..." disse
la creatura. "Shikon no Tama... sento l'energia dentro di te. Tu hai i frammenti?" chiese, ma era più una pretesa che una
richiesta.
Kagome era terrorizzata.
Di cosa stava parlando la creatura? Non aveva dato tutti i frammenti ad Inuyasha?!
"I-Io... non ne ho!" balbettò Kagome, sperando sinceramente di non apparire così
spaventata come in realtà era.
Il mostro drizzò la testa e assaggiò di nuovo
l'aria. "Tu menti...” dichiarò. “Sento il potere
del gioiello all'interno del tuo corpo. Il tuo intero corpo emette le vibrazioni
del gioiello. Lo sento nel tuo sangue... Divorerò te e quel
potere... " si bloccò improvvisamente mentre si avventava su Kagome.
Muovendosi come per automatismo, Kagome si spostò dalla traiettoria di lui con un grido,
mentre il mostro colpiva il suolo dietro di lei, sollevando dalla strada una
nuvola di pezzi di cemento.
Kagome era terrorizzata,
ma capì ciò di cui lo youkai stava parlando. Lei
aveva portato
Lo youkai si voltò
verso di lei e ringhiò, prima di avventarsi contro di nuovo. Kagome si gettò in una corsa furibonda per le strade,
dirigendosi verso casa. "Tu non capisci!" urlò Kagome
da sopra la propria spalla, e mentre correva più forte che poteva i suoi piedi
sbatterono contro il marciapiede. "Io non ho più i frammenti della Shikon no Tama! Li ho dati
via!"
Sperando in qualche modo che le desse retta,
continuò a supplicare il mostro, il quale stava guadagnando terreno,
preparandosi ad avventarsi di nuovo su di lei. "Tu hai già un frammento
del gioiello! Perché non ti limiti ad andare via e a recuperarne i restanti prima che altri youkai
li trovino per primi?"
"Dammi... i frammenti del gioiello"
disse lui tra sibili e ringhi. Il demone si avventò ancora sul corpo di Kagome e la mancò solo per un pelo, lacerando tuttavia la
sua uniforme scolastica e sfiorando la sua pelle.
Kagome piombò in uno
stato di sorpresa e paura. Questa volta c'era solo una flebile possibilità che
sarebbe stata in grado di scappare, e lei lo sapeva. Senza la protezione di Inuyasha e senza alcuna arma per difendersi, Kagome era inerme, come un topo intrappolato in un
labirinto. Non poteva condurre il mostro dove c'erano le persone normali per
paura che potessero rimanere ferite, ma Kagome non sapeva che altro fare. Con un grido strozzato, urlò
ancora più forte. "STAI LONTANO DA ME!"
Lo youkai emise un
suono simile al sogghigno di un gatto quando gioca con il suo cibo prima di
ucciderlo. "Il potere sarà mio". Il demone la circondò con una
velocità quasi sovrannaturale, attorcigliando il suo lungo corpo attorno a
quello di lei, e iniziò a schiacciarla con la propria forza.
Kagome urlò, ma fu rapidamente
zittita dalle spire attorcigliate attorno al suo torace che le comprimevano i polmoni,
tanto da non riuscire più a respirare. Boccheggiava come un pesce fuori
dall'acqua, mentre si dimenava nella stretta del mostro. La creatura incombeva
ora sempre più vicina e Kagome perse la razionalità, continuando
a lottare sebbene sapesse che era tutto inutile. Stava per morire per mano di quel
demone e non c'era nulla che lei potesse fare per impedirlo.
Il demone aprì la bocca mostrando file e file
di zanne e Kagome ricordò quanto quella situazione
fosse simile all’incontro con il primo mostro della sua vita, tranne che per il
fatto che questa volta nessuno l’avrebbe aiutata. Le zanne si fecero sempre più
vicine al suo collo e Kagome chiuse ermeticamente gli
occhi. Non voleva morire, Dei non voleva morire!
Il respiro caldo dello youkai si posava sul suo collo e lei sentì lacrime bollenti
scenderle lungo il viso. Era arrabbiata... così arrabbiata con sé stessa per il
fatto di dover lasciare tutti senza aver detto loro addio, senza aver adempiuto alla sua promessa di ripristinare
Kagome trasse un
difficoltoso respiro e spalancò gli occhi per il dolore. "INUYASHA!"
gridò, mentre una strana luce la circondava, splendendo dal suo corpo in tutte
le direzioni.
Inuyasha era appena uscito
dal pozzo, quando la udì. Le sue orecchie ruotarono in direzione del suono che
aveva appena sentito. Era la voce di Kagome! Inuyasha si scagliò fuori dal piccolo tempio del pozzo segreto
e saltò di tetto in tetto in direzione del suono.
"Dei, vi prego,
fate che non sia troppo tardi!" imprecò Inuyasha
digrignando i denti.
Nota
della Traduttrice (2008): Un grazie enorme a Sango85 che, al
tempo in cui iniziai la traduzione di questa fic, era
la mia beta-reader. Ringrazio anche Sherry e MyImmagination per i loro complimenti e per i commenti
alla fic e tutti coloro che hanno inserito questa
storia tra le loro preferite: non sapete quanto mi faccia piacere! Spero
continui ad appassionarvi! ^_-
Alla prossima!!