Hola
chicas (credo siate tutte ragazze …)!
Ho
deciso di aggiornare prima visto che nei prossimi giorni sarò impegnatissima.
Questo cap è di transizione più che altro,anche se Deb comprende più a fondo i suoi
sentimenti per Andrea, e spero che vi faccia piacere il fatto che Niko non
compare proprio, ihih!
Grazie
mille a:
95_angy_95: Infatti, mi sa che anche Debora è lievemente felice di essere la life
coach dei Gold Boyz xD E, tra parentesi, anche io adoro i Gold Boyz, vorrei
proprio degli amici come loro!
giunigiu95: Niko ti sta sulle scatole? Chissà perché! xD xD La scena in cui Andrea fissa Deb è una delle
mie preferite, mi fa piacere che ti sia piaciuta!
Giulls: Carissima, grazie come sempre della recensione, è una
gioia leggere i tuoi commenti, mi fai morire sempre dalle risate, specialmente
quando dicevi “Che paura voglio la mamma” ihih! Riguardo il tuo dubbio, beh,
conoscerai a verità sul perché Niko l’ha baciata anche prima di dire la verità
nel cap 39, mi sa che dovrai pazientare un po’, sorry! Bacioni!
_New_Moon_: Che bello, anche tu adori Andrea! Io lo amo (si può
dire di amare qualcuno di tua invenzione?! xD)! E tra parentesi, anche io ti
adoro per le tue magnifiche recensioni e perchè ti sono grata del fatto che continui
a seguirmi! Grazieeee! ^^
Angel Texas Ranger: Certo che Deb
farà vedere a tutti chi è, tranquilla, e inizierà in questo cap!
A presto,
la
vostra milly92.
Capitolo 30
Talent Nuovo, Vita Nuova
Ormai
tutto si era evoluto da quel fatidico 5 aprile, e quella notte dopo la
conversazione tra Samanta e Rita mi addormentai difficilmente, pensando al
fatto che non c’era quasi nessuna ragazza su cui avrei potuto contare. Ma
quella mattina successe qualcosa che mi fece salire l’umore di qualche tacca:
fui svegliata da un coro di “Buongiorno” e dall’odore di ciambelle calde.
Aprii
gli occhi e sobbalzai vedendo che i Gold Boyz erano davanti a me: Giuseppe e Francesco
sorridevano,Dante aveva in mano un vassoio con succo di frutta e caffè ed Andrea
reggeva in mano un vassoio di ciambelle.
“Oh,
buongiorno” esclamai, alzandomi di scatto e aggiustandomi i capelli, sicura del
film horror che stavo esibendo. “Ma cosa…?”.
“Ti
abbiamo portato la colazione a letto!” fece Francesco allegro.
“Grazie…”
mormorai. “Aspettate che mi do una sistematina e vengo”.
“Ma
perché…? Stai bene, dai…!” cercò di convincermi Andrea, mentre io prendevo dei
vestiti dall’armadio e facevo per andare in bagno.
Gli
lanciai uno sguardo simile a quello che la fatina avrebbe rivolto a Pinocchio,
mentre Francesco si scusava con un:
“Ieri ci hai autorizzati ad entrare a tutte le ore!”, prima di sparire nel
bagno e ricomparire venti minuti dopo, con tanto di gonna bianca, maglietta
arancio e capelli sistemati.
“Direi
che possiamo fare colazione” esclamai, prima di notare che metà della roba era
scomparsa. “Alla faccia”.
“Su,
non è colpa loro, povere bestie, compiatiscile” fece Giuseppe indicando
Francesco e Dante.
Scoppiammo
a ridere, mentre scrollavano le spalle e
Samanta si svegliava, irritata. “Volete fare silenzio? Vorrei dormire, è
presto…”.
“Mica
è colpa nostra se fai le ore piccole” la rimbeccai, troppo amareggiata per le
sue parole della sera precedente e lasciandola a bocca aperta. Mi alzai e feci
agli altri segno di seguirmi, dicendo: “Venite, andiamo a provare, forse oggi
non ci sarò perché vado da Armani con Silvia…” e lanciandole un’occhiata quasi
assassina.
Sapevo
di comportarmi da stronza, ma al momento mi era inevitabile. In un certo senso
era come se stessi ripagando tutte quelle cose che aveva detto la notte prima
sul mio conto… E mi dissi che doveva ricredersi.
“Cavoli,
sei proprio ostinata…” sussurrò Dante mentre chiudevo la porta e ci dirigevamo
verso la cucina.
“Lo
saresti anche tu se avesse detto tutte quelle cose su di te, bello mio…”
risposi. Gli raccontai dell’accaduto, e rimasi un po’ stupita quando non
rimasero sconvolti. “E’ fatta così, non ci possiamo far niente” sintetizzarono.
Annuii,
mentre Daniele correva verso di noi e ci salutava affettuosamente.
“Mi
sento benissimo, l’influenza è scomparsa del tutto” annunciò felice.
La
giornata migliorò con il passare delle ore. Notai che essere la life coach dei
Gold Boyz era uno spasso, non c’era momento in cui non ridevamo per qualche
sciocchezza, ma soprattutto adoravo i momenti con Andrea, quando lo scoprivo a
fissarmi o quando faceva il galantuomo. Ormai tutti quegli sguardi e sorrisi
erano diventati fondamentali per me, ed iniziavo a dirmi di essere una cretina
perché ero ricascata in quel tunnel per la seconda volta in poco più di un
mese. Quale tunnel? Delle ragazzine prese dai divi, ovviamente. Ma sentivo che
con lui era diverso, sentivo che era sincero, ma allo stesso tempo mi dicevo
che non dovevo illudermi di piacergli perché non volevo che la storia si
ripetesse.
Fu
con questi pensieri che mi ritrovai nello studio ad assistere alle loro prove
ufficiali.
“Benvenuta
nel regno dei Gold Boyz” mi accolse Luke appena presi posto tra lui e Kevin, il
vocal coach, di origini inglesi come lui.
“Thank you” risposi energica. “I’m sure that be in Gold Boyz’s kingdom will be a pleasure… E tra parentesi… pretendo lezioni di inglese da parte
vostra!” risposi sorridendo.
Kevin
annuì insieme a Luke, che ripose: “Sure, Debora! Anzi, Debby!”.
Feci
un piccolo cenno:dopotutto Debby era molto meglio rispetto a Deborina.
“Allora,
iniziamo con “A te” va bene?” fece
Luke poco dopo, mentre gli altri
annuivano e la base partiva.
Iniziarono
a cantare, e dal primo momento fino all’ultimo tentavo di non ridere: erano
troppo troppo seri per i miei gusti, quasi quasi non erano credibili…
“A te che sei l’unica al mondo, l’unica ragione
per arrivare fino in fondo ad ogni mio respi..” si fermò Francesco, iniziando a ridere e indicando Andrea.
“Non è colpa mia se ha quell’espressione da idiota mentre fissa Deb ed io sto
cantando” si giustificò, indicandoci. Trasalii: mi ero accorta fin troppo dello
sguardo che mi aveva lanciato…
“Dai,
non sfottere sempre” si difese Andrea, voltandosi e rosso in volto mentre anche
Giuseppe e Dante iniziavano a ridere.
“Ragazzi,
dai, non perdete tempo!” cercai di dire,rossa a mia volta, ma fui sovrastata
dalle risate di Luke e Kevin.
Era
davvero diverso il loro modo di provare rispetto a quello di Maria e Sandro che
spesso non accettavano distrazione, eppure in quel modo ottenevano buoni
risultati: i Gold Boyz non erano mai andati in ballottaggio.
“Non
vorrei scoppiare a ridere anche martedì, quindi evita di fissarla…” bofonchiò Francesco
tra le risate che stavano diminuendo mano a mano.
“Su
ragazzi non perdete tempo!” esclamai, alzandomi e alzando la voce in modo da
farmi sentire. Andrea aveva una faccia rassegnata e sorrise in mia
direzione,grato.
Mi
guardarono quasi sconvolti, come se non credessero alle loro orecchie.
“Deb
ha ragione, dai, riproviamo!” esclamò Andrea, facendomi un piccolo segno di
riconoscenza.
“Ci
mancava un’altra persona diligente tra voi, eh?” chiese Kevin sarcastico.
“Brava Debby, brava” approvò con un breve applauso ed io feci un piccolo cenno.
Così
la base ripartì, ed io,Luke e Kevin ci mettemmo le cuffie per ascoltare bene.
Restai
interdetta e piacevolmente sorpresa quando Andrea cantò: “A te che non ti piaci mai e
sei una meraviglia, le forze della natura si concentrano in te che sei una
roccia, sei una pianta, sei un uragano, sei l’orizzonte che mi accoglie quando
mi allontano. A te che sei l’unica amica che io posso avere,l ’unico amore che
vorrei…”
ritornando a guardarmi e facendomi
l’occhiolino, dopo avermi mandato un bacio. Presa da quel gesto, a stento mi
accorsi della fine della canzone.
Applaudimmo,
mentre Kevin precisava: “La seconda strofa dovremmo modificarla…”.
Con
il seguire delle prove arrivarono ad indicarmi quando facevano “A te”,
facendomi sentire particolarmente felice. Mi stavo davvero divertendo ad essere
onesta, e mi dissi che sarei tanto voluta arrivare fino in finale insieme a
loro. Solo in un secondo momento pensai al premio circa il videoclip… Niko
sembrava scomparso dai miei pensieri per il momento, e la cosa mi turbava alquanto.
“A
che ora hai l’appuntamento con Silvia?” chiese Giuseppe mentre uscivamo dallo
studio e andavamo fuori a prendere una
boccata d’aria.
“Alle
sette…”
“Allora
puoi venire con noi in sartoria dopo? Ci dai una mano con i vestiti” propose
lui. “Samanta non se ne fregava proprio”.
“Ed
è per questo che avevate così poco stile” sdrammatizzai, prima di dire con una
faccia più seria: “Certo che ci sarò, io non sono Samanta!” .
Perciò
mezz’ora dopo mi ritrovai in sartoria a scegliere i due vestiti per le esibizioni.
Che
strano, eppure scegliere vestiti da uomo non era una passeggiata!
Mentre
stavo scegliendo tra un completo nero molto semplice ed uno argento
particolarmente esuberante per Dante udii la voce squillante ed allegra di Ivan
che diceva: “E’ sempre un piacere” o cose simili.
“Ehi
Ivan” lo salutai, mentre davo entrambi i vestiti a Dante e gli chiedevo di
provarli.
“Deb!
Proprio te cercavo!” mi salutò, mentre consegnava una cravatta color pesca a
Sara e si avvicinava sorridendo.
“Ma
guada un po’” dissi sarcastica.
Ci
sorridemmo prima che lui dicesse: “Ti ho vista alle prove dei Gold Boyz! Sei la
loro life coach ora, giusto?”.
“Si!”
risposi, forse in modo fin troppo entusiasta perché mi lanciò un’occhiata
strana.
“Wow
che entusiasmo” commentò ridendo. “E come si è risolta la questione di Niko?”
volle sapere curioso, facendomi segno di seguirlo vicino ai camerini in modo da
poter parlare senza essere ascoltati.
Esitai
prima di dire un piccolo: “Abbastanza bene, tanto ora lui ha Samanta”
“Sei
gelosa? Noo!” sghignazzò.
“Ma
fai il serio per una volta! Non sono gelosa, è che Samanta lo sta usando solo
perché crede che sia lui a vincere e lui si è lasciato abbindolare…” spiegai.
“Qui
sei l’unica che non fa il gioco sporco, Debora” disse, improvvisamente serio.
“E non potrà essere sempre un bene in una società come questa dove conta
l’apparenza piuttosto che i fatti”.
Aveva
fin troppo ragione e non me la sentii di ribattere.
“Comunque
devo muovermi se voglio essere in orario per l’appuntamento con Silvia” dissi
d’un tratto, facendo un passo avanti. “Andremo da Armani alle sette” spiegai
quando mi lanciò un’occhiata interrogativa.
“Cavoli,
hai fatto pappa e ciccia con lei, eh?” chiese, facendo l’occhiolino.
“Non
eri tu quello che tre secondi fa ha detto che in una società come questa conta
l’apparenza piuttosto che i fatti?” lo rimbeccai, prima di strappargli una
risata ed allontanarmi con la mano in segno di saluto.
“Ehi,
Deb, cosa ne pensi?”.
Rossella
era a pochi passi da me, con indosso un vestito blu molto carino che le
risaltava i lineamenti apparentemente dolci.
“Wow,Ross,
sei uno schianto!” risposi entusiasta, mentre sorrideva e diceva: “Grazie!” .
Ricambiai
il sorriso, e mi avvicinai a Dante. “No, questo completo argento non va bene”
dichiarai, guardandomi intorno alla ricerca di qualcosa.
“Deborina!”
La
voce mielosa di Silvia mi fece sussultare, mi voltai e feci un piccolo sorriso
apprensivo circa la sua espressione sempre entusiasta e a volte indubbiamente
falsa.
“Silvietta!” ricambiai, pensando che di questo
passo sarei riuscita a trovare i vestiti con molta difficoltà.
“Visto
che sei già qui ti andrebbe di iniziare ad avviarci? Sono le sei e venti”
propose.
Riflettei
un attimo prima di dire: “Non posso, Silvia, sto scegliendo i vestiti per i
ragazzi… Sono la loro nuova life coach, sai…”.
Lei
accentuò il sorriso. “E che fa? Vengono con noi, non c’è nessun problema!”
Feci
per ribattere quando Andrea venne tutto trionfante in nostra direzione,
brandendo in mano un completo. “Ragazzi, ho trovati i completi per la prima
esibizione!”.
“Che belli! Ma stavo giusto dicendo a Debora,
perché non venite con noi da Armani?” ripeté Silvia decisa, continuando a
sorridere.
Fu
così che cinque minuti dopo ci ritrovammo nella BMW della produzione, con Silvia
tutta allegra seduta vicino l’autista. Io me ne stavo schiacciata contro il
finestrino, seduta proprio vicino ad Andrea. Sentirlo così vicino era una
specie di tortura, specialmente quando lui poggiò innocentemente la mano destra
sulla mia e poi mi guardò, sorridendo.
Quando
arrivammo da Armani rimasi letteralmente rapita: era un negozio enorme, pieno
di abiti di tutti i generi. E lo rimasi ancora di più quando vidi i prezzi...
Cinture che costavano 500 €…
“Ragazzi,
venite su!” fece Silvia con fare esperta, mentre il proprietario del negozio ci
salutava con un inchino, facendomi rimanere scioccata. Ci condusse in un
reparto di abiti eleganti, fatto di tantissimi stand colorati e milioni di paia
di scarpe poggiate elegantemente dovunque.
“Per
i prezzi state tranquilli, ho la carta di credito della produzione” ci
rassicurò, mentre continuavamo a guardarci intorno senza sapere cosa dire.
“Vieni
Debora” aggiunse, prendendomi per un braccio e conducendomi vicino ad uno stend
di vestiti eleganti.
“Grazie
Silvia, davvero non so cosa dire…” borbottai, mentre guardavo uno sfavillante
vestito color crema.
“Non
devi dire nulla, è il minimo che posso fare dopo tutto quel bel po’! Anzi, se
vuoi possiamo continuarci a venire!” aggiunse, mentre mi porgeva un abito corto
color pesca. “Cosa ne pensi?”
“E’
carino, ma il pesca è un po’ troppo chiaro per me…” risposi.
“Si,
hai ragione” ammise, mentre la commessa diceva: “Ho appena mandato un commesso
ad ognuno dei ragazzi! Io mi occuperò di te, bella, vieni!”.
Andammo
vicino un altro stand, e ci rimasi per non so quanto tempo. Sembrava che al
primo impatto tutto fosse perfetto e poi, puff!, la magia scompariva e uscivano
dei difetti.
“No,
mi scusi ma è un po’ troppo aderente” dichiarai uscendo dal camerino tre quarti
d’ora dopo, con in mano un abito color lavanda.
“Va
bene, tranquilla” mi rassicurò la commessa, che si chiamava Anita, mentre alle
sue spalle ricompariva Silvia che era andata a vedere qualcosa per lei. Brandiva un abito lilla e sorrideva
entusiasta, ancora più del solito se riuscite ad immaginarvela.
“Debora!
Debora! Devi assolutamente vedere questo!” esclamò, mostrandomelo.
Rimasi
senza parole, incredula. Era davvero stupefacente. Di sicuro era a minigonna,
ma era fatto in modo che non fosse aderente sui fianchi e aveva un’allacciatura
vicino al collo in stile cinesina. Elegante ma allo stesso tempo un po’
sportivo.
“Deb,
hai fatto? Oh” la voce di Giuseppe mi fece voltare verso di lui e gli altri
tre.
“Penso
di aver quasi finito, voi?”.
“Si,
abbiamo già presi gli abiti per la seconda esibizione” rispose Francesco.
“Ragazzi,
cosa ne pensate di questo vestito?” chiese Silvia allegra, avvicinandosi e
mostrandolo.
“Le
starebbe davvero bene secondo me” disse Dante, seguito da mormorii di assenso.
Fu grazie a quel commento che entrai nel camerino, pregando tutti i santi che
conoscevo e… Miracolo! Mi stava benissimo, snellendomi nei punti giusti.
“Debora,
eccoti le scarpe abbinate!” fece Silvia senza entrare, mettendomi un paio di
sandali abbinati con sopra delle decorazioni che sembravano fatte di diamanti.
“Grazie”
risposi, in preda all’adrenalina, e le indossai subito. Cavoli, era davvero un
miracolo. Il tacco delle scarpe aiutava ancora di più perché mi slanciava
moltissimo. Sospirai un attimo prima di uscire, e quando lo feci cercai di non
cadere a causa dei tacchi.
“Cosa
ne pensi?” chiesi a Silvia, che stava parlando insieme ad un signore.
“Sei
una favola” rispose sorridendo. “Se non lo prendi… io….”
“Ho
capito” sorrisi, prima di chiudere un attimo gli occhi e voltarmi verso i
ragazzi.
“Cavoli,
sembri una principessa!” esclamò Francesco giulivo, avvicinandosi.
“Ma
lei è una principessa” precisò Andrea.
Mi voltai verso di lui e ricambiai il sorriso che mi stava rivolgendo, mentre Giuseppe
si voltava a guardarlo e poi annuiva insieme a Dante.
“Lo
prendo allora?” chiesi a loro.
“Devi”
mi imposero.
Fu
così che ritornai nel camerino, con un sorriso a cinquantadue denti. Cavoli,
era bellissimo! Tutto era favoloso! Mi ci voleva proprio quella distrazione….
Ma
mi guardai allo specchio preoccupata mentre pensavo che se qualcuno non avesse detto “Ma è una principessa” non sarei stata
in quello stato.
Qualche Anticipazione:
“Benvenuta nell’Inferno delle 11:30” mi
accolse sottovoce Daniele sorridendo, raggiungendomi da dietro.
______
“Vaffanculo
lo dici a qualcun altro! Samanta sei una spostata! Che cazzo, io…” mi fermai di
botto, sedendomi su una sedia lì vicina. Mi girava la testa e mi sentivo quasi
febbricitante, forse era stato lo spavento e l’emozione troppo forte.
______
Non
so cosa le farei, denunciarla è poco! E pensa che è la mia compagna di stanza!
E se le viene qualche raptus di notte e mi ammazza?” sdrammatizzai.
“Non
ha bisogno di un raptus per farlo, credimi” sdrammatizzò lui, prendendo la mia
mano poggiata sul tavolo tra le sue e portandola sulla sua guancia.
______
Ma
la mia emozione diminuì, trasformandosi in gioia, quando vidi Massimo passare
radioso ed annunciare: “Mi sposo! Mi sposo! Beatrice ha parlato con Rossella!”
______
Rossella
si voltò verso di lui, raggiante, dicendo: “Hai ragione! Sei troppo dolce Andrea!”
prima…