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Autore: Mistiy_Ronny    19/05/2015    5 recensioni
Una madre perennemente preoccupata. Un padre inesistente. Una sorella dal carattere difficile. Vicini curiosi. Un paesino disabitato. Una vicina di banco disperatamente innamorata. Un ragazzo perennemente scorbutico. Amori fiabeschi. In mezzo c'è Sofia
Sofia ha diciassette anni, vive in un perenne disagio psicofisico che affronta con l'unica arma disponibile:l'ironia.
Genere: Comico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dico sempre che ho perso il mio apparato riproduttivo ma purtroppo non è così, a dimostrare questo triste dato di fatto è il metamorfico dolore addominale che sto provando.
Avevo sperato di non averle più dato che per ben due mesi non si sono fatte vedere. Era un sogno, ma i sogni sono sempre troppo belli per avverarsi, infatti stamattina si sono presentate.

Un dolorino alla pancia mi fece alzare dal letto e sentii la necessità di andare al bagno.
Mentre posavo le chiappe sulla tavoletta del cesso, pensai che la sera prima non avrei dovuto mangiare gli involtini di primavera preparati da Valeria. È una pessima cuoca.
Abbassai lo sguardo e vidi del rosse nelle mutande, mi stropiccia le palpebre per esserne certa
<< Nooooooo !!!! >> urlai disperata
<< Che succede? >> mia sorella con il viso assonato, entrò in bagno, avevo dimenticato di chiudere la porta a chiave.
<< Niente, mi sono venute, ora va via >>
<< Tu fai tutto questo chiasso per delle mestruazioni? >> si grattò il capo << dovresti essere contenta, vuol dire che non sei incinta >>
<< Che è successo? Ho sentito un urlo, vi siete fatte male? State bene? Devo chiamare un'ambulanza? >> mia madre entrò in bagno tutta agitata con la testa arruffata e gli occhi fuori dalle orbite. Nemmeno in bagno potevo stare in santa pace.
<< No, mamma torna a letto . Sofia ha solo le mestruazioni >> e a quel punto gli occhi di mamma si illuminarono
Si avvicinò a me contenta come una bambina il giorno di Natale
<< Davvero?! Fa vedere >>
Strinsi le ginocchia
<< Potete uscire? >>
<< Sì, certo Sofia, ma sono così contenta! Ero talmente preoccupata >>


Mestruazioni di merda, la prima piaga d'Egitto. Se secondo la bibbia Mosè tramutò l'acqua del Nilo in sangue, con l'arrivo del ciclo mestruale i liquidi della donna presenti “lì sotto”, si tramutano in sangue. Il mio ragionamento non fa una piega, sia dal un punto di vista scientifico che biblico.
Queste sono le serate in cui vorrei stare a casa con la borsa d'acqua calda sul ventre a guardare la tv spaparanzata sul divano, ma purtroppo non sarà così, devo uscire. Hilary mi ha invitata alla sua festa, mi ha informato ieri mattina

Poggiate sulla rete del cortile grigio Diana, Hilary ed io, ci stavamo gustando la brezza primaverile, presto saremmo dovute tornare in classe, perciò ci godevamo gli ultimi minuti di libertà.
<< Ragazze, volevo dirvi che mia madre è andata via per qualche giorno, perciò organizzerò una festa. Ovviamente siete invitate. >>
<< Uh, che bello! Chi c'è'? >> Diana cominciò a squittire dalla felicità
<< Dunque ho invitato tutta la mia classe, in più mio fratello chiamerà qualche suo amico. Sarà un mega party con musica, alcool,...
<< Aspetta, hai detto che tuo fratello chiamerà degli amici ?>>
<< Sì >>
<< Quindi chiamerà anche Dennis? So che sono amici >> gli occhi di Diana luccicavano sotto la luce del sole
<< Non lo so, probabilmente … >>
<< Ohhhhh!!!! Fantastico! >> Cominciò a saltellare come una trottola emettendo piccoli suoni striduli
<< Bene, tu Sofia vieni? >>


Ovviamente accettai ma rimpiango la mia decisione.
Vabhè, inutile rimpiangere il passato, meglio sbirciare dentro all'armadio e decidere cosa indossare.
Che cosa mi metto? Beh ovviamente dei pantaloni scuri non voglio che succeda il “misfatto scarlatto”, come in prima superiore

Seduta al banco strinsi le gambe, un crampo alla pancia e capii, dovevo correre al bagno
Affannata alzai la mano, la leonessa smise di parlare per rivolgermi uno sguardo minaccioso,
<< Scusi se interrompo la lezione, però dovrei andare in bagno >>
<< Stai male? >> abbassò gli occhiali fino alla punta del naso e mi scrutò
<< Un po >>
<< E' una questione di vita o di morte? >>
<< Non proprio >> era una questione di decenza, girare con una straordinaria chiazza rossa sul sedere non mi entusiasmava.
<< Non hai una brutta cera, perciò aspetterai il termine della mia lezione. Ho detto più di una volta che non permetto d'uscire durante le ore in cui insegno >> tornò a parlare, ma io non l'ascoltai, la mia testa era troppo impegnata a pregare qualche Dio.

La campanella suonò tutte si alzarono dai banchi con lo zaino in spalla, pronte per tornare a casa. Io non potevo.
<< Andiamo Sofia? >> Diana aveva già in dosso la giacca e lo zaino in spalla.
<< Ehm, no oggi la corriera arriva tardi, perciò aspetterò qua in classe >>
<< Va bene, ma stai bene? Mi sembri pallida >>
<< Sì, vai pure. Ci vediamo domani >> chi non sarebbe stata pallida? 
<< Ok, allora a domani >> se ne andò con il sopracciglio alzato ma non indagò
Quando l'aula si svuotò e fui certa di essere sola, tremante mi alzai dalla sedia ,abbassi lo sguardo. Sul chiaro legno della sedia si era dipinta una minacciosa chiazza scarlatta.

Quel giorno l'unica cosa che mi salvarono furono i jeans neri e una lunga giacca scura. Stasera indosserò pantaloni neri.


M'incammino verso la casa di Hilary e man mano che mi avvicino alle orecchie giunge un gran frastuono che echeggia tra le strade desolate del paese.
Che festa sarà? Hilary non mi sembra il tipo che organizza mega party dedicati alla droga e al rock and roll, magari in fondo all'animo, nasconde uno spirito metallaro che mostra solamente nel week end in compagnia dei suoi amici.
Eccomi qua, sono arrivata e la terra trema da gran che la musica è alta. E la cosa mi spaventa, sto già abbastanza male e se poi mi tocca ballare? No, per carità.
Dai, non mi resta che entrare nel giardinetto tremante e suoanare alla porta. Accanto alla porta c'è qualcuno, è appoggiato al muro ma non lo riesco a vedere, il piccolo lampione nel cortile non lo illumina. Magari è Hilary, no la figura è troppo alta per poter essere lei. E se fosse uno stupratore? Se si fosse messo al lato della porta per assalire le ragazze che suonano il campanello? Beh, nessun problema, oggi sono armata. Il coltello è riposto nella tasca del cappotto, aspetta che lo tiro fuori …
<< Ciao >> eh? Che vuole? Se vuoi importunarmi aspetta almeno che arrivi alla porta. Oh, ma questo non è un presunto stupratore qualunque, è il mio presunto stupratore, è Gio!
<< Ciao >> è vestito come una Rock star dopo un concerto, indossa una sottile camicia stropicciata e un paio di pantaloni aderenti. Non sta male però non ha freddo? È vero che la primavera è arrivata, però la sere sono decisamente fredde.
Ora che sono di fronte a lui mi accorgo che non ha una bella cera, è spaventosamente pallido e tiene la nuca rivolta verso il basso. Forse ha bevuto troppo, sicuramente non è in grado di compiere assalti sessuali.
Cos'è questa musica? Sono i Led Zeppelin? A casa di Hilary si suona questo? Devo assolutamente entrare.
<< Gio, non entri? >>
Cavolo, è veramente messo male, la nuca bionda ciondola a destra e a sinistra come se non avesse il collo. Si sforza ma non riesce a guardarmi, non riesce reggere la testa.
<< No, voglio … voglio fuori >> non riesce nemmeno a pronunciare una frase decente. Che faccio? Forse dovrei stare fuori con lui, però sono troppo curiosa di vedere cosa succede in questa casa. Magari ora Hilary sta ballando sul tavolo in preda alla confusione dell'alcool. Una scena che non posso perdermi.
<< Ci vediamo dopo >> scusa Gio ma la voce di Robert Plant* mi chiama. Giuro che torno per reggerti la testa mentre vomiti. Ora devo assolutamente vedere cosa succede in questa casa ma stanne certo, tornerò per salvarti.

Suono il campanello, mi apre la porta Hilary. Cavolo, i suoi occhi verdi sono grandi, stralunati.
<< Sofia, è bello vederti >> guardo dentro la sala è colma di ragazzi dai capelli lunghi, vestiti in pelle. Entro, Hilary afferra il soprabito che appende all'attacca panni.
<< Hilary, che succede qui? >> è pieno di uomini che agitano le baccia tatuate e muovono le chiome avanti indietro, alcuni imitano il gesto della chitarra.
<< Che succede? Da dove vengono questi tizi? >>
<< Mio fratello, li ha invitati lui >> il suo volto è triste e contratto, mi dispiace per lei. Qua dentro c'è un'incredibile puzza di maschio: hashish, sigarette, alcool e sudore. Tirare via questa pesta sarà dura, ci vorranno giorni di pulizia ma la gente presente qua dentro se ne frega. Tutti ballano in preda alle convulsioni, che invidia. Io non riesco a scatenarmi così in mezzo alla gente, solo nell'intimità di casa mia sciolgo i muscoli.
Un ragazzo dai capelli lunghi giocherella con un soprammobile di cristallo, ha l'aria molto costosa. Il ragazzo se lo rigira tra le mani, gli occhi di Hilary sono attenti infatti mi lascia solo per avvicinarsi al tizio e strappargli di mano l'oggetto.
Ne approfitto per fare un giretto, mai vista della gente così scatenata e per la prima volta sono vestita in modo “adeguato”, stracciona come il resto della gente qua dentro. Valeria adorerebbe questa festa, si sarebbe infilata nell'orda di gente per scatenarsi e bere fino alla nausea, poi si sarebbe cacciata in qualche guaio. E' una fortuna che mia sorella non sia qui.
Dov'è Diana? Dalla orda di teste non sbuca un caschetto biondo, aspetta a pochi metri da me c'è Dennis, ovviamente è poggiato contro al muro a pomiciare con la sua ragazza. Se c'è Dennis Diana non deve essere lontana, infatti eccola. E' a pochi metri di distanza dai i due pomiciatosi e sta ballando con un tipo tatuato fino al gomito. Sembra si stia divertendo un sacco, la vorrei salutare però è troppo impegnata a muovere la chioma avanti e indietro per accorgersi della mia presenza.
Oddio! Il parquet è tutto sporco, pieno di pedate fangose. Povera Hilary, se anche sua madre è ossessionata dal legno come la mia, avrà molto lavoro da fare, dovrà lucidare tutto il pavimento prima che sua madre torni dalle vacanze. Magari domani mattina verrò a dargli una mano.
Che succede? La musica si è fermata tutto d'un colpo. Un coro forte di protesta ma poi tutti stanno zitti quando sul tavolo sale un ragazzo barbuto.
<< La pula! Gente scappate! >> un attimo di silenzio e tutti escono di corsa, ah! Dannazione la baraonda mi travolge, meglio seguirla altrimenti potrei finire schiacciata.


Puah! Sono fuori e i rock-ettari corrono via con la coda tra le gambe. Sembravano così duri dentro quel salotto, gasati mostravano le braccia muscolose, scuotevano le chiome avanti e indietro e ora scappano come conigli. Che caga sotto.
Gio dov'è? Merda, era conciato male. Devo trovarlo, non voglio che gli succeda qualcosa di brutto, come finire sotto una macchina o roba del genere.
Perfetto, ora comincia a piovere! E io ho l'ombrello? Ovviamente no.

<< Sofi prendi l'ombrello, il meteo prevede pioggia >> mi raccomandò mia madre
<< Sì >> andai giù nello scantinato, aprii il piccolo armadio dove teniamo gli ombrelli, ce n'erano tre. Aprii quello viola, sapevo che portava sfortuna aprire l'ombrello in un luogo chiuso, ma dovevo assicurarmi che non fossero rotti. Io e Valeria li sbattevamo in malo modo dentro gli zaini e li rompevamo quasi tutti. Infatti le piccole asticelle di metallo erano tutte piegate. Allora provai ad aprire quello rosa, ma subì la medesima sorte dell'ombrello verde. Rimase l'ultimo, uno stupido ombrello con sopra una gigantografia di Hello Kitty. Lo lasciai
lì dentro senza nemmeno verificare le sue condizioni.


Mi pento d'averlo lasciato in cantina. Pazienza, come diceva la mia cara nonna “è inutile piangere sul latte versato”.
Devo trovare Gio, non credo sia in grado di tornare a casa da solo. E se si è messo al volante? Devo trovarlo. Eccolo! È là, stravaccato nell'erbetta verde a pancia in su.
Sembra svenuto.
<< Hey, sveglia >> lo scuoto, ma non risponde, allora non ho altra scelta: gli mollo un ceffone. In verità avrei tante altre opzioni come per esempio urlargli nell'orecchio, però la voglia di mollargli un ceffone è grande. Provo una certa soddisfazione, era quello che desideravo fare il primo giorno che lo incontrai nella fumetteria.
<< Mmm … cazzo, sto male >> bene, è abbastanza in forma per essere scazzato
<< Forza, alzati! >> se la polizia lo trova in questo stato lo cacciano all'ospedale, non credo sia una buona idea. Non so se a casa lo aspetta una madre simile alla mia.
<< Che palle! >> protesta, ma cerca di alzarsi in piedi, fa una fatica bestiale. Allora prendo il suo braccio e lo passo intorno alle mie spalle. Sento le sirene della polizia, sono vicinissime. Allora Gio dobbiamo scappare nella direzione opposta. Forza! Un passo alla volta ci inoltriamo nei prati verdi dell'altro vicino. Bravo, dobbiamo comportarci come dei caga sotto.


Bene, siamo scappati dalla pula, e adesso? Gio dove ti scarico? Magari puoi dormire nella tua macchina per stasera? Non posso lasciarti fuori sotto questa pioggia fine, finirai col prenderti una polmonite
<< Gio >>
<< Sofia sto male >> sì, questo l'ho capito dal fatto che non riesci a camminare e dal puzzo di vomito che esce dalla tua bocca.
<< Senti, mi dici dov'è la tua macchina? >>
<< Macchina >> finalmente mi guarda ed è buffo, i suoi occhi spaesati si nascondo dietro le grandi lente appannate.
<< Sono venuto senza macchina, cioè... mi ha portato un amico. >>
<< Suppongo che tu non sappia dove si trova questo amico >>
<< No >>
Perfetto, adesso? Non ho altra scelta che portarti a casa mia, non posso lasciarti qua fuori al freddo, non indossi nemmeno la giacca. Nemmeno io la indosso, l'ho lasciata sull'attacca panni di Hilary. Ok, andiamo a casa. Devo solo pregare che mamma e Valeria siano a letto. Oh, sono già giunta, guardiamo le finestre … sì! Le luci sono spente, fantastico! Gio scusa, adesso piano piano ti deposito per terra, così apro la porta
<< Cazzo! >> ops, non sono riuscita a farlo scivolare dolcemente. Sei troppo pesante, forse dovrei mettere su un po di massa muscolare, sono floscia non ho muscoli. Allora dovrei andare con mia sorella e le sue tette e saltellare su e giù per le strade di Fiorino. Però io e il “fitness” non andiamo molto d'accordo, e poi perché dovrei fare ginnastica? Sono cavoli tuoi se sei caduto per terra come un sacco di patate.
<< Scusa, sei pesante >> adesso ti riprendo su, appoggiati a me come se fossi un bastone, eppure sono meno salda di un bastone di legno ma ti devi accontentare.
Piano a passo cauto entriamo, no aspetta! Non possiamo entrare con le scarpe bagnate dobbiamo levarcele, se sporchiamo il parquet sono cazzi amari.
<< Levati le scarpe >> sussurro piano, mamma non si deve assolutamente svegliare. Se mi trova a casa così tardi con un ragazzo, oddio non ci voglio pensare.
<< Che hai detto? >>
<< Shhh … fai piano >> è così stonato che non riesce nemmeno a sentire la sua stessa voce.
<< Ah .. scusa >> Barcolla ma alla fine riesce a cavarsele via, mi costa un grande sforzo reggere il suo peso e non so quanto potrò resistere.
Bene, finalmente entrambi siamo scalzi adesso dobbiamo affrettarci, non possiamo sgocciolare tutto il parquet. Andiamo, un passo alla volta, bravo Gio! Grazie al cielo sei un ubriaco ubbidiente, molti ragazzi quando si ubriacano, diventano molesti, folli e disinibiti. Tu per fortuna non appartieni a questa categoria. Perfetto, abbiamo percorso quasi tutti i gradini, ci siamo quasi.
Ecco, la porta della mia stanza, piano piano la apro e siamo salvi, lentamente chiudo la porta purtroppo non c'è la chiave, mamma l'ha sequestrate tempo fa quando Valeria si chiuse in stanza minacciando il suicido, ma questa è un'altra storia.
Se siamo silenziosi nessuno si dovrebbe accorgere di noi, mamma e Valeria hanno il sonno pesante, non si svegliano neanche se giunge un terremoto. Già, mi ricordo quella sera ...


Dormivo beatamente nel mio lettuccio quando sentii il mio corpo scuotersi
<< Valeria no, lasciami dormire >> inizialmente pensai che mia sorella stesse cercando di svegliarmi, però quando udii la stanga del letto picchiettare contro il muro mi alzai di scatto. La stanza tremava.
<< TERREMOTO! TERREMOTO! >> urlai a gran voce per poi nascondermi sotto la scrivania.
Dopo pochi attimi la stanza smise di tremare, solo il lampadario appeso al soffitto ciondolava avanti e indietro.
Sentii dei passi e mia sorella entrò nella stanza con gli occhi semi chiusi
<< Sofia che c'è? Perché urli? >>


Sì, se non urliamo dovremmo stare tranquilli.
Adesso dobbiamo risolvere un altro problema, dobbiamo svestirci, non possiamo rimanere con questi abiti inzuppati altrimenti potremmo prenderci la polmonite. Come prima a cosa facciamo sedere sulla sedia Gio perché le mie spalle soffrono.
<< Ce la fai a stare seduto? >>
<< Credo … sì >> la sua risposta biascicata non mi convince però mi fido, non ho altra scelta. Ok, cerchiamo qualcosa che può andargli bene, certo che non c'è molta scelta ha le gambe talmente lunghe che qualsiasi mio paia di pantalone gli sarà corto. Pazienza, ecco! Gli do questi pantaloni da tuta, li uso per fare ginnastica a scuola ma credo gli andranno bene. Come maglia? Gli do uno dei miei magnifici felponi che utilizzo d'inverno per stare a casa. A me stanno oscenamente grandi perciò a Gio dovrebbero andare bene. Prendiamo anche un asciugamano così si asciuga, ok Gio? Diavolo, credo sia svenuto, la sua testa pende tutta da una parte, il corpo è completamente abbandonato sullo schienale della sedia. Devo svegliarlo potrei mollargli un altro ceffone, ma non mi pare il caso
<< Gio, sveglia >>
<< EH? CHE C'è?! >>
<< Shh, fai piano >> cazzo Gio, non puoi urlare così, se mamma ci becca, mio Dio non ci devo pensare ...


<< Sofia ho sentito dei rumori , tutto ben … >> mamma rimane a bocca aperta nel vedermi assieme a un ragazzo semi svenuto
<< Mamma, non è come sembra >>
<< Sofia, cosa succede >>
<< Gio, ha bevuto troppo e non sapendo dove scaricarlo, l'ho portato a casa >>
<< Hai portato a casa un'ubriacone?! Sofia sei matta! Ti ha violentato? >>
<< No mamma, è un mio amico non mi violenterebbe >>


Stringo il volto di Gio tra le mani così lo costringo a focalizzare l'attenzione sulle mie parole
<< Gio, ascoltami … >>
<< Eh, Sì >>
<< Shhh … come prima cosa devi parlare molto piano, non voglio svegliare mia sorella o peggio mia madre >>
<< Lo sai che sei carina ihi … >>mi prende anche per il culo, con tutto quello che sto facendo osa deridere il mio viso. Ti perdono solo perché sei momentaneamente incapace d'intendere e volere.
<< Sì va bene, però ora ascoltami molto attentamente: sul letto ti ho lasciato dei vestiti e un asciugamano, asciugati e indossa gli abiti io ora vado in bagno così ti lascio l'intimità, ok? >>
<< Si shignora! >> ok, adesso mi prende pure in giro, ma spero che abbia capito, perciò lascio andare il suo viso.
<< Mi raccomando non fare rumore >>
Muove la testa, non capisco se era un consenso oppure il collo non obbedice alla sua mente, bah speriamo. Comunque sia mi affretto ad andare in bagno, non vorrei che questo qui si metta vomitare in giro, peggio! Cade per terra provocando un sonoro tonfo svegliando non solo mia madre, ma anche l'intero vicinato.


Ok, laviamoci i denti veloci, stasera rinuncerò alla doccia, ci impiegherei troppo tempo inoltre non posso rischiare di svegliare qualcuno con i getti d'acqua.
Bene. Mi asciugo alla bene meglio poi m'infilo il pigiama, mi fa schifo andare a letto così zozza ma pazienza, domani cambierò le lenzuola.
Merda! Sento dei passi, sta a vedere che mamma si è svegliata e da un'occhiata alla mia stanza, nooooo!!!! dai, m'infilo il pigiamo, devo evitare la catastrofe
La porta del bagno si apre e si mostra mia sorella, indossa un enorme sorriso ebete, perché?
<< Sofia, chi è il ragazzo mezzo nudo in stanza? >> sembra contenta, io no
<< E' un amico, non è come sembra >>
<< A me sembra un bel ragazzo, complimenti hai fatto tombola! >> sì, la tombale degli sfigati, mi sono portata a casa un ubriacone d'accudire
<< Tieni >> cos'è? È un preservativo? Valeria mi ha allungato un preservativo?! Ragazza mia, non hai capito un'accidente.
<< Sono così contenta, finalmente ti sei decisa a perdere la verginità, tra l'altro con un bel ragazzo >> oddio, è proprio felice, ci manca solo piccolo grido di gioia e siamo a posto. Che fai, mi abbracci? Sei fuori di testa
<< Sai, ero così preoccupata, pensavo fossi lesbica >> sul serio? Era questa la tua preoccupazione? È per questo che mi combinavi appuntamenti al buio? Mi hai presentato dei ragazzi talmente idioti che mi hai fatto passare la voglia d'affacciarmi al mondo maschile. E poi se fossi lesbica? È un problema? Hai paura che mi infili tra le tue lenzuola nel cuore della notte?
<< Sono così contenta, finalmente la mia sorellina diventerà una donna >> eh!? Da quando in qua fare sesso significa tramutare in donna? Allora tutte le mie compagne di classe sono delle donne mature pronte a mettere su famiglia
<< Stai tranquilla >> si allontana da me e strizza l'occhio << non dirò nulla a mamma >>
<< Ok >> spiegarle la reale vicenda che si sta svolgendo in quella stanza è troppo tardi, ormai Valeria si è costruita il suo castello mentale perciò non dirle la verità non è il caso. Almeno posso contare il sul suo silenzio.
<< Ah, prima di andarmene ti do un consiglio: bevi un bicchierino di rum prima di cominciare a fare l'amore, così ti rilasserai e la penetrazione farà meno male >> che perla di saggezza, per fare sesso devo ubriacarmi? Così non sembra affatto piacevole, ma quasi una tortura stile “prima di andare in guerra, i soldati bevono un bicchiere di scotch per non pensare alla morte che li potrebbe colpire”.
<< Ok, grazie >> accetto il consiglio così Valeria se ne va, non voglio essere scortese in fondo si sta comportando come una brava sorella maggiore, mi ha persino regalato un preservativo. E questa la dice lunga …


Spaparanzata sul letto osservavo il libri scolastici posati sulla scrivania, il giorno dopo avevo una verifica di storia ma nessuna voglia di studiare.
<< Che palle!! >> disse Valeria entrando nella mia stanza, sembrava furibonda
<< Che c'è Valeria? >>
<< C'è che i preservativi costano troppo. Tutti ci raccomandano di fare sesso sicuro, allora perchè non abbassano i prezzi dei preservativi? >>
<< Vale, perché non li fai comprare ai tuoi ragazzi? >>
Valeria si volta verso di me con un volto sconcertato, contratto dalla furia
<< Sofia che domanda cretina! Credi che sia così stupida da non averci già pensato?! >>
<< No, non volevo insinuare questo >>
<< I ragazzi vogliono farlo senza preservativo, non spenderebbero neanche un centesimo per comprarli >>


Il preservativo che stringo tra le dita è un immenso atto di bontà che verrà sprecato dato che non farò sesso, però apprezzo il gesto.
Andiamo a vedere cosa combina l'ubriacone, spero si sia vestito, se apro la porta e lui è nudo come un verme? Sarebbe imbarazzante perciò sarò cauta, vado in punta di piedi e scosto la porta leggermente, magari annuncio il mio arrivo
<< Gio, sto entrando, sei vestito? >> nessuna risposta, forse è svenuto. Meglio verificare, nella speranza che non sia nudo.
Ok, non è nudo ma è seminudo, è stravaccato sul letto e indossa solamente i pantaloni della tuta. Chi gli ha dato il permesso? Io volevo stendere per terra una coperta e farlo dormire lì. Adesso lo sveglio
<< Gio? Scendi dal letto >> mugugna qualcosa e pone l'avambraccio sul viso. È bastato quel gesto e i muscoli dei pettorali si sono mossi, niente di eccessivo però se Valeria fosse qui sono certa che gli salterebbe a cavalcioni in un batter d'occhio.
Vorrei sbatterlo giù dal letto però ho paura che il tonfo del suo corpo che cade a terra, svegli mamma. È vero, ha il sonno pesante però non voglio rischiare.
Adesso dove diamine dormo? Il mio letto è a una piazza e mezzo, magari se mi accoccolo nell'angolino riesco a dormire indisturbata. La cosa mi preoccupa: se questo nel cuore della notte si sveglia con una strana pulsione sessuale?A quel punto potrei dare di matto.
<< Gio, stipuliamo un patto: tu stai dalla tua parte e io sto nel mio angolino, ok? >> purtroppo non mi risponde, è caduto in un profondo coma post sbronza.
Spero che il suo inconscio in qualche modo, abbia recepito il messaggio e che il suo corpo non invadi il mio spazio. Io sto nella mia parte, tu nella tua.
Prima di spegnere la luce e rannicchiarmi nell'angolo, ti copro ecco qua! Rimboccata la coperta fino al collo come a un bimbo.
Che situazione assurda, comunque sia ormai è fatta, punto la sveglia per le 7, mia madre alla domenica si sveglia alla sette e trenta così avrò il tempo di cacciarlo fuori e magari do una pulita anche il parquet sgocciolato, meglio eliminare ogni traccia. Ok, direi che va tutto bene, però devo ammettere che è carino Gio quando dorme, sembra così dolce, è talmente rilassato che tiene le labbra semichiuse. È pallido, ma credo sia normale dopo una sbronza avere questo aspetto. Ma cosa sto facendo! Mi metto a guardare il mio usurpatore di letto? Dovrei essere incazzata con lui per avermi messo in questa situazione, anche se devo ammettere che lui non mi ha chiesto niente, sono stata io ad accoglierlo nella mia casa. Avrei potuto lasciarlo lì, a innaffiarsi nell'erba però nessuno si merita un tale trattamento, nemmeno uno stronzo come lui.
Vabhè, meglio dormire, domattina ho molto lavoro da fare.



C'è qualcosa di strano. Non ho sentito la sveglia suonare, eppure mi sono svegliata, non ho fatto incubi o roba del genere e non devo correre al bagno per espletare qualche bisogno. È un risveglio tranquillo, quasi dolce, eppure c'è qualcosa che m'inquieta. Sento un calore dietro alla schiena, forse in uno strano attacco di sonnambulismo mi sono attaccata al termosifone, no impossibile. I termosifoni sono spenti. Non riesco a muovermi è come se fossi incatenata a qualcosa, Gio? Oddio, non è che mi sta abbracciando in cerca di sesso? Eh, no, ora ti sbatto giù dal letto
<< Stai calma >> la sua voce è roca, bassa ma piacevole
<< Non voglio fare sesso >>
<< Neanche io >> allora perché mi stringi come se volessi possedermi?
<< E' piacevole, no? >> si stringe ancora più a me, il suo respiro è tranquillo, pare una carezza che soffia sul mio collo. Nessun uomo mi aveva mai stretto in questo modo, per la precisione nessuno mi aveva mai abbracciato in questo modo. Certo, mia madre e mia sorella qualche volta mi abbracciano ma solo per pochi secondi e il calore non permane così a lungo.
Per quanto detesti ammetterlo ha ragione, è piacevole.



NOTA: Robert Plant  cantante del gruppo musicale Led Zeppelin

   
 
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