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Autore: kamy    19/05/2015    0 recensioni
Sono una grande fan del cartone Il gigante di Ferro.
E se il bambino fosse stato un piccolo Steve? E se Megatron fosse stato il gigante di ferro prima di ricordarsi chi era?
Tony riuscirà ad aiutare Rogers a salvare il vecchio amico alieno da se stesso?
Genere: Avventura, Azione, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap.1 Alla ricerca di Megatron 

 

Steve entrò dentro la stanza correndo, il petto gli alzava e abbassava in modo irregolare.  
"Stark, mi serve il tuo aiuto!" chiamò. 
Tony si voltò, il viso era teso e leggermente grigiastro. Allargò le braccia, accennò un sogghigno tirato facendo risaltare le ossa del volto. 
“Illuminami, Capitano”. 
Steve regolò il respirò e chinò il capo.  
"... È da parecchio che non dormi, vero? Se non te la senti di venire con me, lo capirò" sussurrò. Le iridi erano liquide e i capelli gli ricadevano arruffati ai lati del viso. 
Tony lo guardò, sospirò sonoramente e gli poggiò le mani sulle spalle. 
“Io sarò K.O. per il sonno, ma tu sembri uscito direttamente da un incubo; Capiscle” sussurrò. 
Accennò un sorriso, piegò il capo. 
“Come faccio a rifiutare una gita?”. 
Steve lo afferrò per un braccio e lo trascinò con sé fuori dalla torre, fino al jet in laboratorio.  
"Un mio amico è nei guai. Mi ha avvertito Bucky" spiegò. 
Tony si lasciò trascinare sul jet, inarcò un sopracciglio. 
“... E perché non avvisi gli altri?” chiese. Sogghignò, corrugando la fronte. 
“Non dirmi che è qualcosa di illegale!". 
"Molto illegale, Tony" ammise. Raggiunse il pannello di controllo e vi si sedette, chiuse il portellone e lo fece partire, mentre si apriva l'entrata.  

"Quasi come il fatto che tengo nascosto Winter Soldier. Se ti siedi ti racconto" spiegò. 
Tony raggiunse il sedile accanto a quello del Capitano, si sedette e poggiò il capo contro il sedile voltandolo. 
“C'è bisogno di me per cosa? Un'altra sperimentazione umana illegale in tutti gli stati civili e non?” chiese. 
"Stark è una storia decisamente lunga. Per fartela breve... c'è un super-robot arma assassina che ha attaccato una base militare" spiegò Steve. Abbassò il capo, espirò dalle narici e scosse il capo. "… Ed io voglio salvarlo". Aggiunse. 
Tony strinse i braccioli del sedile ed inspirò. 
“Sei fortunato che io abbia l'armatura sul jet, o non ti sarei stato di alcun aiuto” disse. Arricciò il labbro, piegò il capo. “Però non vedo la parte altamente illegale”. 
Steve incassò il capo tra le spalle.  
"Te l'ho detto. Voglio salvare quell'assassino" bisbigliò; sentendo gli occhi pizzicare. 
Tony rise, allargò le gambe e sogghignò. 
“Sei fortunato. Le super-armi robot assassine sono esattamente la cosa in cui sono più bravo”. Scherzò. 
Steve evitò una montagna e le orecchie gli divennero rosse. "Vuoi sapere il resto della storia?" chiese.  
Tony chiuse gli occhi, annuì. 
“Prego. Il viaggio sembra lungo, e immagino tu abbia un piano ben preciso; Capitano” 
"Ho sempre un piano, ma ne ho avuti di più precisi.  

Le comunicazioni si sono interrotte. Sono riuscito a capire dove lo tenevano prigioniero. Non so perché, ma ha usato una vecchia ricetrasmittente per avvertirmi" spiegò. Schivò dei missili lanciati da un elicottero super-tecnologico militare. "… E non armare i missili, quel tizio non lo sa, ma siamo alleati". Aggiunse. 
Tony rise, scosse il capo e si batté la mano sulla gamba. 
“Vuoi dirmi che sei partito di gran carriera a salvare 'il cielo solo sa chi' e non hai un’idea precisa di come farlo?” chiese. Ghignò, facendogli l'occhiolino. “Questo sì che è fantastico”. 
Steve avvampò, il battito cardiaco accelerò.  
"Stark, io ti devo svelare un segreto. Non avevo intenzione di morire quel giorno con l'aereo, ma di atterrare accanto a lui... Viene dallo spazio, poteva portare a casa sua il Tesseract. Solo che lo tenevano prigioniero sotto ghiaccio e mi hanno fatto fare la stessa fine. Mi hanno scongelato solo perché pensano di avermi cancellato il ricordo.  

È stata opera dell'S7, uno dei gruppi S.H.IE.L.D. corrotti" raccontò. Fece girare su se stesso il jet, raddrizzò il veivolo e andò più in alto. 
Tony fece leva sui braccioli, sporgendosi. 
“L'S7? Uno dei gruppi super-segreti di cui si sa fin troppo? Quelli che hanno lavorato all'eliminazione delle prove sui robottoni alieni?” chiese. 
Schioccò la lingua, rise e scosse il capo. 
“Vuoi andare a salvare una potenziale minaccia aliena? Tu hai passato troppo tempo con me, Capitano!”. 

< Dimentichi sempre troppo spesso che ho fatto un giro nei dati di Fury > pensò. 
"Stark, io ho sempre combattuto l'Hydra... Ed inoltre quel gruppo si divertiva a farmi esperimenti" ribatté secco Steve. Il battito cardiaco era sempre più irregolare ed il viso più vermiglio. "… E voglio bene a quella minaccia aliena da quando ero bambino" borbottò. Scansò dei laser provenienti dal veicolo al loro inseguimento e da dei carro-armati che li seguivano da terra. 
Tony strinse i pugni e arricciò il labbro. 
“Se si tratta di attaccare torturatori di capitano e di robot, sono l'uomo per te” rispose. 
Si alzò in piedi, le placche dell'armatura uscirono dal vano alle loro spalle aderendo al suo corpo e lui sogghignò, abbassando l'elmo. 
“Qualche specifica?” domandò. 
"È grande, grosso e grigio.  

È difficile da spiegare. Hai mai visto robot alieni? Ai miei tempi ci fu solo lui" spiegò Steve, mangiandosi le parole. Si leccò le labbra arrossate, sentendole gonfie sotto la lingua. Proseguirono sorvolando delle montagne. 
Tony inarcò un sopracciglio, raggiunse il sedile e si accomodò nuovamente. 
“Qualche tempo fa c'è stata un'interferenza nei server militari. Il codice era alieno. Ho localizzato la fonte, decifrato il messaggio e visto parecchi robot mutaforma bio-meccanici” ammise. Scosse una mano in aria e sogghignò. Ma avevo troppo da fare per dargli retta”. 
"La prima volta che l'ho visto avevo sei anni" spiegò Steve. Schivò dei colpi di cannone provenienti da gruppi di militari sparsi nelle montagne.  

I soldati furono bombardati dai decepticon che seguivano il jet. 
"Ho saputo che anche tu da bambino hai saltato qualche anno alle elementari". Aggiunse. 
Tony accavallò le gambe, ondeggiando il piede metallico, e scosse il capo. 
“Tecnicamente, le ho saltate tutte. Ho frequentato una settimana di prima elementare e la quinta per intero”. Aggrottò le sopracciglia e sogghignò, arricciando il naso. 
“Perché ti sei informato sulla mia infanzia?”. 
Steve negò e attivò una barriera arc intorno al veivolo.  
"L'hai messa tu su youtube e spesso girano notizie su di te su internet o in televisione. In ogni caso io ho saltato la prima. Mi hanno mandato in seconda, anche lì prendevo tutti dieci. Ha significato solo che questo figlio di madre immigrata le prendesse di continuo" spiegò. 
Tony arricciò le sopracciglia. 
“... Ed io che pensavo tu vivessi ancora nel giurassico” disse. 
Scrollò le spalle, sogghignò e aderì con il capo al sedile. 
“Anche io a sei anni, in quinta elementare, ero il migliore. Però questo ha significato solo sentirmi dire che ero un raccomandato” ammise. 
Steve si mordicchiò il labbro e corrugò la fronte. 

< Inutile fargli notare che non è sorprendente che lui sua un genio, penso che ormai lo abbia dimostrato al mondo interno > pensò.  
"Mia madre pensò che avessi bisogno di stimoli e per un'estate mi portò al lago. Pagò la casetta lavorando come infermiera all'ospedale del paese. Non la vedevo mai, come sempre" spiegò. Digitò un numero sulla pulsantiera e lo sentì suonare a vuoto. Espirò e socchiuse gli occhi. "Tra un po' dobbiamo atterrare e andare a piedi. Si disattiverà anche il jet come 'cosa elettronica' se ci avviciniamo troppo" spiegò.  
Tony chiuse gli occhi e strinse le labbra. 
“Non credo che i miei avrebbero mai fatto qualcosa del genere” sussurrò tra sé e sé. 
Riapri gli occhi, ghignò e si ticchettò sull'armatura. 
“Ti porto io. Questa non viene rilevata da niente”. 
Steve annuì e iniziò a far scendere il veivolo con una serie di manovre. "Fatto 'sta che in quella cittadina, oltre l'uomo che m’insegnò a fare arte, conobbi anche questo robot. Tony, la prima regola con lui è non fargli vedere armi. Attacca immediatamente per autodifesa... D'accordo che probabilmente ci attaccherà a prescindere" spiegò. 
Tony sbuffò, roteò gli occhi e allargò le braccia. 
“Sono il più grande esperto di tecnologia di questo pianeta, e con tutta probabilità anche di tutti gli altri. Non mi servono armi per mettere K.O. un robot alieno, portarlo a casa e proteggerlo dai guai”. 
''Quando l'ho conosciuto aveva preso una botta in testa. Per questo era amichevole'' spiegò Steve.  

Atterrò in uno spiazzo della montagna. Il vento carico di neve si abbatté sui vetri. 
Tony si diresse verso l'uscita, sorridendogli. 
“... Mi sorprende fossi tu ‘amichevole’” disse. Piegò il capo all'indietro. 
“In ogni caso, se si tratta di basi militari e super-robot, io sono l'uomo per te”. 
Steve aprì il portellone e lo indicò con la testa.  
"Andiamo, dovrai portarmi in volo. La loro cappa non funzionerà sulla tua armatura solo perché funziona con il reattore arc" spiegò. Uscì fuori seguito dal multimiliardario.  

Tony lo afferrò, stringendolo all’armatura e gli chiese: “Altro da dirmi sul robot ex-amichevole?”. 

"Gli avevo salvato la vita. Stava andando in overdose a una centrale elettrica e ho fatto spegnere tutto. Speriamo che questo valga ancora qualcosa per lui" sussurrò. 
Tony lo afferrò, si sollevò in volo e socchiuse gli occhi avanzando a bassa quota. 
“Queste cose non si dimenticano difficilmente” disse, guardandosi intorno. “Qualche indizio sul punto preciso dove devo portarti? Tra le montagne ci si perde facilmente; esperienza personale”. 
'Cerchiamo una diga'' spiegò Steve, stringendosi a lui con forza. 
Tony osservò i dati sul vetro della propria armatura, volò velocemente a bassa quota dirigendosi verso l'acqua. 
“Meglio non entrare dalla porta principale. Sai trattenere il fiato?”. 
Steve annuì, chiuse gli occhi e appoggiò il viso contro la sua armatura. 
Tony si diresse sott'acqua, la luce azzurra del reattore illuminava lievemente il fondale. Prosegui seguendo la mappa olografica sul suo schermo, fino a penetrare in un canale e risalì verso l'alto. 
Steve sentiva i vestiti impregnati d'acqua appesantirsi su di sé. Iniziò a faticare a trattenere il fiato, mentre le orecchie gli fischiavano.  
< Se non era per il siero, annegavo > pensò. 
Tony riemerse, lasciò Steve e alzò l'elmo dell'armatura. 
“Tutto ok?” chiese. 
Steve ansimò, gli occhi gli bruciavano. Si voltò e sparò ad un aggressore, si mise a correre e raggiunse una scaletta della diga, la risalì e alzò il capo.  

Optimus Prime si trasformò e atterrò dietro di loro, sparando a Starscream. 
''Umani, qui non è sicuro!'' gridò. 
Tony alzò l'elmo dell'armatura e si sollevò in volo. 
“Dimmi chi cerchi, Cap!” ordinò. Sparò verso alcuni aggressori e volò orizzontalmente. 
"Grande grosso robot grigio!" urlò Steve. 
Tony annuì. < Non penso che riuscirò a strappargli un nome >. Abbassò il vetro dell'elmo e volò più in alto, lanciando dei razzi auto guidati verso gli obbiettivi che lo schermo olografico dell'armatura indicava ostili, e si guardò intorno. 
“JARVIS, sentito? Localizza!” ordinò. 
Un robot giallo sfrecciò davanti a Tony, saltò e si trasformò in una macchina. Si allontanò con dentro un gruppo di uomini adulti: soldati, un ragazzino e una giovane donna abbronzata al suo interno. 
"J sbrigati a localizzarlo e localizza anche gli altri. Modalità festino. Vediamo di portarli a casa" ordinò Stark. 

  
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