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Autore: YomiCrazy    20/05/2015    4 recensioni
Avalon è di nuovo in pericolo e questo costringerà Artù a tornare fra i viventi per proteggere quello che millenni prima aveva creato con l'aiuto di Merlino.
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Dal testo:
“Ucciderò il Re di Camelot e completerò ciò che Lady Morgana non è riuscita a fare tempo indietro!”
"La notte calerà sul tuo volto, Artù Pendragon!"
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù, Merlino/Artù, Merlino/Morgana, Morgana/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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MACCIAU!
Questa è la mia prima long su Merlin, ambientata nel futuro, in una resurrezione dell’asino di corte!
Siate carucci se volete recensire! Se trovate orrori vi obbligo a farmeli notare! Se trovate anche degli errori  negli avvertimenti o note, recensione che sono negata nel metterli!
Mi auguro sia di vostro gradimento.
Buona lettura!






 
Era da un po’ che quella ragazza lo stava fissando.
La cosa strana non era il fatto che una normale ragazza stava fissando un normale vecchietto, ma era strano il fatto che in qualunque locale lui andasse per fuggire dai suoi smeraldi, lei era li.
Lunghi boccoli le scendevano sulla bianca schiena liscia e nuda dalle vesti rosse, verdi, nere che indossava, facendo di quelle curve un motivo di sensualità e voglia impossibile a cui resistere. Le gambe lunghe e snelle finivano sempre in un paio di tacchi alti e luccicanti, brillantanti, vellutati che la rendevano slanciata più di quanto le serviva. Merlino l’aveva osservata come lei aveva osservato lui. Quel piccolo naso sembrava quasi un tocco d’arte poggiato su due labbra sempre colorate di rosso intenso e sospeso sotto due enormi occhi di color smeraldo. Due enormi occhi che gli ricordavano qualcuno.
Lei.
Morgana.
Dopo la morte di Artù, Merlino aveva continuato a vivere per tener forte quel regno che assieme avevano creato. In cui assieme avevano sperato. Ma il tempo era passato. Gli anni era trascorsi lunghi e lenti, i suoi occhi avevano visto l’essere umano continuare a combattere per la sopravvivenza e nello stesso tempo modernizzarsi, mentre la magia si affievoliva sempre più. Ormai non c’era quasi più traccia di sacerdotesse, stregoni, druidi, draghi e compagnia varia. Merlino aveva visto tutto questo sparire sotto il suo naso, assieme ad Artù, Gaius, Ginevra e tutti i cavalieri sopravvissuti alla guerra di Camlann.
Ma lei le ricordava quell’unica donna che era riuscita a destabilizzarlo più del dovuto. Lei le ricordava quegli occhi smeraldo che sul lago di Avalon si erano spenti senza poter far nulla per impedirlo. Lei le ricordava quella donna che era diventata un mostro per colpa sua.
“Hai intenzione di fuggire ancora da me, Emrys?” non si era accorto che la mora si era avvicinata al tavolo davanti a cui era seduto, con sopra poggiati una scodella di patatine ed un alcolico che aveva tutta l’aria di un succo di frutta.
“Non dovresti bere certe bombe alcoliche alla tua età.” Continuò la ragazza sorridendo, sedendosi davanti al vecchio mago barbuto.
“Come fai a…”
“Sono come te.” Gli disse, allungato le dita bianche e snelle smaltate di verde come le pietre preziose che aveva negli occhi lungo la sua rugosa mano tremante.
Merlino si guardò intorno, poi fissò ancora la ragazza.
La maglietta verde brillantata le copriva solo il petto, lasciando la pancia scoperta con in bella mostra un piercing infilato nell’ombelico. La minigonna nera era piuttosto mini, ma le calze color carne non facevano  veder nulla ad occhi indiscreti. Le gambe finivano in alte scarpe nere con delle borchie situate sul tacco, simili a quelle incastrate nella cintura che reggeva la gonna sui fianchi larghi e morbidi.
Merlino fissò il suo viso. Quando una ciocca le cadde sugli occhi, il suo viso sembrò quasi arrossire al vedere quelle dite bianche spostarla di lato, lasciando le palpebre sbattere sensualmente.
“Usciamo di qui?” gli disse sorridendo, mostrando i denti sotto le carnose labbra rosse.
Merlino le fece di sì con la testa, ancora incastrato all’interno di quegli smeraldi.
Uscirono dal locale, lei seguita da lui, camminando lungo la costa inglese fino alla spiaggia. Il mago notò subito che la donna lo stava portando sotto il pontile di legno che si ergeva su un’ala di spiaggia fino a raggiungere il mare.
“Dove stiamo andando?” chiese, quasi sospetto.
“Hai intenzione di rimanere un vecchio rugoso anche davanti ad un ragazza?” rispose lei, sorridendo poggiandosi ad uno dei pali di legno che reggevano il vecchio ponte.
Merlino si guardò un po’ intorno, non voleva usare i suoi poteri per una cosa futile come quella, ma lo sguardo magnetico della ragazza era fisso su di lui. E non voleva non essere all’altezza di esso.
Dopo qualche parola ed un cambio di colore delle pupille del mago, la lunga tunica rossa che ormai non si usava più venne sostituita da un jeans nero stretto con una catenella che partiva dalla cinta e finiva in una tasca, una maglia a maniche corte bianca ed un paio di scarpe da ginnastica sobrie. La lunga barba ed i lunghi capelli bianchi lasciarono posto ad un viso liscio e neri capelli corti. Merlino era tornato giovane. Era tornato il ragazzo che millenni prima aveva servito senza rimpianti il giovane re Artù. Era tornato il ragazzo che aveva pianto da solo davanti l’imbarcazione che portava il corpo di Artù sul lago di Avalon.
“Nyx.” La ragazza si sedette sulla sabbia, sorridendo. “Il mio nome.”
“Notte.” Disse il giovane mago, fissandola.
“Mia madre amava il latino.” Concluse fissando il cielo blu costellato di lucine bianche.
“Come fai a conoscermi?” Merlino si guardava bene dalla giovane che aveva davanti. Era la prima volta che incontrava qualcuno magico come lui dopo tanto tempo.
“Ho letto le leggende Arturiane.
Ho letto di te.
Ed una notte ti ho sognato.” La ragazza portò le gambe al petto, stringendole forte. Sembrava quasi di malumore.
“Ci sono nata con questo dono. Penso provenga da mia madre, ma mia zia non mi parla mai di lei.” Merlino si sedette accanto alla ragazza, fissando i boccoli che si muovevano a ritmo del vento.
“Tua zia?” chiese, notando come la marea si teneva lontana da loro due.
“Mia madre morì quando nacqui. E di mio padre non so assolutamente nulla, però mia zia non mi ha mai fatto mancare niente, sono felice con lei.” Rispose la ragazza, girandosi e sorridendo a Merlino che si perse ancora nei suoi occhi.
“Ti ho cercato perché pensavo che potessi aiutarmi.” Nyx avvicinò il viso al ragazzo, sbattendo le palpebre in segno di completo bisogno.
“In cosa potrei aiutarti.” Commentò Merlino, arrossendo per poi allontanarsi un po’.
“A controllare e migliorare la mia magia.” Fece lei sorridendo alla reazione del mago.
Merlino ci pensò un po’ su. C’era qualcosa in quella ragazza che lo turbava. Forse per la grande somiglianza a Morgana, forse per la grande facilità con cui lei si era avvicinata, ma non poteva negare ad una giovane il suo aiuto. In passato aveva fatto grandi errori e da essi aveva imparato molto. Non poteva e non doveva creare una nuova Morgana.
“Ho delle cose che potrebbero interessarti.” Nyx si alzò, togliendosi la sabbia attaccata alle calze per poi tornare verso la terra ferma. Merlino la seguì e quando ella si infilò le scarpe, entrambi si avviarono verso la cittadina.
 
**
 
“Abito qui.” Nyx indicò un bar all’angolo di un alto palazzo di vetro. Era situata in mezzo alla cittadina, vicino ad uno degli incroci principali. Sul cartello vi era scritto Witch coffe. Sembrava quasi una strana coincidenza.
“Lo penso anche io. E’ strano come nell’insegna compare la parola Strega.” Merlino tirò su le spalle, seguendola all’interno del locale.
Tavolini rotondi erano circondati da sedie di legno ricoperte di tessuto morbido, mentre agli angoli vi erano i classici divanetti intorno a rettangoli di tavolo. Il bancone lungo aveva da una parte sedie rotonde e dell’altra macchinari per il caffè e bottiglie piene di liquidi colorati. Tazzine, bicchieri, presine e teiere erano sparse su lunghi scaffali di cristallo. Una porta bianca era aperta verso l’interno del locale e da essa veniva un’intensa luce.
“Mia zia.” Gli sorrise lei, indirizzandosi verso di essa. Solo allora Merlino sentì un dolce profumo di lavanda provenire dalla pelle candida della ragazza. Un misto fra la pianta e odore di bosco al mattino. Un profumo dolce che allo stesso tempo lo riportò ai ricordi di Camelot, quando correva fra i cespugli del bosco appena fuori il castello, in cui aveva protetto Artù in mille battaglie.
“Nyyyyyyyyx, mia cara, pensavo non tornassi più!” Benché la ragazza potesse avere più o meno 25anni o giù di lì, notò Merlino, la zia l’abbracciò preoccupata come se avesse appena ritrovato la figlia sedicenne che aveva deciso di fare la trasgressiva.
“Ei, zia..” la ragazza sembrava soffocare fra le enormi braccia della cicciottosa zia barista, infilata in un vestito lungo e rosa a fiori gialli che la copriva fino a metà gamba, con alla vita un grazioso grembiulino  bianco che recava l’insegna del bar.
“Hai portato un ragazzo, finalmente, sono così fiera di te!” Nyx cercava in tutti i modi di raggiungere la maniglia di una seconda porta poco lontano da quegli abbracci affettuosi.
“Già, lui è..”
“E’ un piacere conoscerti, ma guarda come sei bello!” La cicciottosa zia si era tuffata sugli zigomi a punta del giovane mago, mentre la ragazza sospirava e riprendeva aria.
“Vedete di non far i furbi, eh!” La donna sembrava contenta alla vista della nipote con un bel tipo vicino, ignara sicuramente di quello che i due erano in realtà.
“Già, zia, noi preferiremo..” La ragazza venne fermata da un secondo abbraccio, dato con molta tenerezza. Merlino sentì come la donna aveva in tutti questi anni amato e protetto Nyx. Come fosse sua figlia.
“Andiamo?” La ragazza tirò Merlino per la maglia sorridendogli, mentre la zia si allontanava verso il locale, forse per chiudere definitivamente la porta.
“Ti vuole bene.” Disse solo, seguendola su per le scale dell’edificio.
“E’ la mia unica parente.” La stanza della ragazza era sobria. I colori andavano dal verde al bianco ed il resto era semplice. Sugli scaffali erano presenti solo libri dell’epoca storica, soprattutto sulla leggenda di Artù.
“Re in passato e Re in futuro.” Disse Nyx notando come Merlino fissava un libro con su scritto The Arthur’s legend.
“Ti sei informata molto su quello che successe.” Commentò il moro, girandosi verso la ragazza.
Nyx confermò, sdraiandosi sul grande letto matrimoniale colmo di peluche macabri.
“Quinto scaffale a partire dalla destra della finestra. Troverai qualcosa che potrebbe interessarti.” Merlino girò subito lo sguardo a cercare ciò che la ragazza gli aveva indicato. Un libro con una rilegatura d’oro colpì la sua attenzione.
“E’ un libro di magia!” Esclamò. “E’ molto simile a quello che usavo io a Camelot.”
“Credo sia una copia di quello. L’ho illegalmente acquistato da alcune persone.” Commentò la ragazza sedendosi di nuovo sul letto.
Merlino rimase ancora incantato da quegli occhi. I boccoli seguivano tutto un loro modo e sembravano incorniciare quel pallido viso.
“Cosa sei capace di fare?” Chiese allora il mago.
Nyx girò lo sguardo per la stanza, fermandolo su un pezzo di carta. Gli occhi le si illuminarono d’oro ed essa prese fuoco. Subito dopo, esso si spense.
“Cose del genere. Niente a che fare col tuo enorme potere, Emrys.” La ragazza si alzò dal letto, camminando verso il moro. Merlino la vide avvicinarsi, sensuale e nello stesso tempo minacciosa.
“Sei stato tu ad uccidere Morgana, vero?” Prese il libro dalle mani del ragazzo, mentre esso indietreggiava attaccando le spalle al muro.
“Come fai a…” La ragazza avvicinò le labbra al collo del mago che subito la respinse.
“Fermati!” La guardò fissa negli occhi, notando come una nota d’oscurità prendeva piede su quei magici smeraldi.
“Avresti potuto stringere un’alleanza con lei e uccidere così Artù Pendragon.” Le parole di Nyx non sembravano più le dolci richieste di una strega alle prime armi. Erano qualcosa di più. Una minaccia.
“Chi sei in verità?” Chiese Merlino, pronto a difendersi se ella si fosse mai degnata di attaccarlo.
“Artù è risorto. E tu sai dove si trova essendo il suo fedele servitore. Dimmelo!” Il mago spalancò gli occhi. Artù era risorto? Perché lui non ne sapeva nulla?
“Ucciderò il Re di Camelot e completerò ciò che Lady Morgana non è riuscita a fare tempo indietro!” Gli occhi di Nyx divennero color oro e Merlino venne catapultato addosso agli scaffali della stanza. Solo allora si rese conto che il passato avrebbe potuto riprendere vita. Alzò il viso, guardando la strega avvicinarsi.
“Swefe Nu!” Gli occhi cambiarono da celeste in oro e Nyx si ritrovò stesa a terra, mentre Merlino scappava dalla porta verso l’uscita del Bar.
 
**
 
Erano passati pochi giorni dallo scontro con Nyx. Merlino sentiva la sua presenza e ciò che lo preoccupava era il potere della ragazza. Non sapeva quanto potesse esser forte ma una cosa era certa: aveva gli stessi pensieri di Morgana.
Artù è risorto ricordò Merlino, ancora e ancora. Se così era, perché lui non aveva sentito la presenza del suo principe? Perché non lo aveva ancora trovato?
Merlino.
Nella testa del mago la voce di Kilgarrah spazzò via tutti i suoi pensieri.
Artù risorgerà quando Avalon ne avrà bisogno.
“Kilgarrah…” Sussurrò il giovane mago, alzandosi dalla panchina del parco su cui aveva deciso di riposare.
Un sesto senso gli pizzicò la mente. Qualcosa verso il lago di Avalon lo chiamava.
“Artù…” Sussurrò ancora.
Il re lo stava chiamando.
Il moro si guardò attorno per orientarsi e poi si mise a correre verso la tomba del suo padrone. Verso la tomba del suo Re. Verso la tomba del suo amico.
“Artù!” Urlò ancora sulle rive del lago, guardando l’isola da lontano. Uno specchio d’acqua divideva lui dalla persona che aveva aspettato da anni. Corse verso il pontile che nel tempo l’uomo aveva costruito per unire l’isola alla terra ferma, cercando di fare più in fretta possibile.
“Artù!” urlò ancora. Ma del ragazzo non vi era traccia. Merlino boccheggiava sulla riva, deluso dal non intravedere la testolina bionda che per anni aveva protetto. Si sedette sull’erba fresca, dove millenni prima aveva abbracciato il corpo freddo di Artù. Non capiva.
“Merlino, non sei cambiato affatto, già ti riposi?” Il moro alzò il viso di scatto, sentendo quelle parole. Davanti a lui un ragazzo dalle vesti bagnate lo guardava con le labbra chiuse in una smorfia. Il Re era tornato.
“Artù…” disse Merlino, alzandosi.
“No Merlino.” Rispose il biondo quasi scocciato. Il mago sorrise, sperando che le lacrime non lo tradissero.
Aveva aspettato millenni e finalmente lui era tornato.
Artù era tornato. 
  
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