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Autore: airolgrraw    20/05/2015    6 recensioni
Pochi mesi sono passati dalla fine della Guerra Magica e dalla scomparsa di Voldemort. Hermione si trova da sola a Hogwarts per finire i suoi studi. Harry e Ron non ci sono, hanno preso decisioni diverse, soprattutto Ron, dal quale la giovane strega è rimasta parecchio delusa.
Nonostante la loro assenza per Hermione sarà un anno pieno di sorprese, nuovi segreti verranno a galla e nuove relazioni si verranno a creare, relazioni che all'occhio possono sembrare improbabili.
Ma i fremiti dell'animo non si possono controllare, cosa succederà?
Dal testo :
"Beveva con calma quel distillato dal sapore intenso che aveva pervaso l'aria del suo profumo pungente, quasi volesse assaporare ogni singola goccia. Poi si leccò le labbra come dulcis in fundo. Erano rosse fuoco a causa dell'effetto dell'alcool su quella pelle così delicata e risaltavano ancora di più sul suo colorito diafano.
Lei aveva disteso il volto e guardava ammaliata la creatura che aveva di fronte, un brividino le percorse la spina dorsale."
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Carissime e bellissime lettrici,
lo so che sono scandalosa, ben due settimane per aggiornare. Cruciatemi, ne avete il diritto.
Ad ogni modo posso discolparmi dicendo che è periodo esami e sono sfinita.
In più questo capitolo è un po' la svolta, diciamo. Ho rivoluzionato la mia storia in corsa, perciò ho dovuto mettere giù nuove idee e svilupparle.
Prima di lasciarvi alla lettura, ringrazio le mie dolci veterane che mi seguono sempre e mi lasciano le loro opinioni.
Ovviamente grazie anche a chi legge per il gusto di farlo, sperando che vi piaccia la storia, chi preferisce, segue e ricorda.
Buona lettura! :3

“Perché tutto l’amore mi arriva di colpo quando mi sento triste, e ti sento lontana…”
Pablo Neruda
Buio. Il rumore di un pesante cancello in ferro che veniva chiuso violentemente, vetro che si infrangeva nell’impatto con il suolo e risa sguaiate. Un penetrante odore di muffa. Ecco ciò che i suoi sensi potevano percepire. Era parecchio stordito, faticava a mettere a fuoco la situazione, ma, ci vollero pochi secondi per capire che si ritrovava con un sacco in testa, legato all’altezza del collo, che non era più ad Hogwarts, o meglio, ad Hogsmeade, e che stava scendendo una scala, spintonato malamente da qualcuno.
 
-E muoviti, idiota!- un calcio all’altezza dei reni  gli fece mancare il fiato, tanto che dovette appoggiarsi alla parete per tentare di rimanere in piedi.
-Non ho tutto il giorno per te.- un altro calcio, più forte, lo fece cadere.
Una mano gli afferrò il braccio e lo tirò su con vigore, trascinandoselo dietro.
L’umidità era talmente tanta che l’aria si sarebbe potuta tagliare con un coltello.
Una chiave veniva girata nella toppa, una porta in ferro veniva aperta e lui strattonato dentro a quelle che avrebbe scoperto essere delle segrete.
Andò a finire con un piede dentro ad una bacinella colma d’acqua stagnante, rovesciando il liquido sul pavimento.
-Quella era l’ultima dose d’acqua della giornata.- Scabior sghignazzò, mostrando i suoi denti ingialliti. Poi prese un coltello dall’interno dei propri stivali e tagliò la corda arrotolata intorno al capo della vittima. –Ringrazia tuo figlio Lucius.- il ghermidore richiuse le inferiate e se ne andò fischiettando.
Draco si massaggiò il collo e si sedette per terra, a debita distanza dal padre, cercando di riprendere confidenza con quella parvenza di luce, che gli colpiva gli occhi.
Si ricordava a stento cosa fosse successo nelle ore precedenti.
 
“Mezzosangue, tu che sai sempre tutto, dimmi, cosa c’è che non va in me?
Perché riesco sempre ad allontanare le persone a cui tengo con il mio carattere difficile?
Che colpa nei hai tu se sono stato marchiato con un simbolo ignobile?
Ma diciamocelo Granger, io sono un essere ignobile. Non so nemmeno se potermi ritenere un uomo dopo tutte le angherie che hai dovuto subire per colpa mia e della mia lingua affilata.
Tu sei stata l’unica che ha sempre saputo tenermi testa, e questo mi faceva saltare i nervi.
Te, figlia di due babbani, senza alcuna nobile stirpe magica, sei stata, e sarai sempre, la strega più brillante, sveglia, abile e nonostante questo rimarrai la solita caparbia e generosa Grifondoro.
Non ti merito Mezzosangue, questa è la verità. Sei troppo per una piccola stupida serpe come me.
Inutile che io cerchi di nascondermi dietro a mille scuse. Ero solo un ragazzino quando mi hanno impresso il marchio, poche le possibilità a mio vantaggio, ma anche Potter lo era, e lui ha deciso di combattere fino alla fine per ciò in cui credeva realmente.
Io che ho fatto? Mi sono limitato a stare in silenzio, ascoltare ed eseguire ordini.
Ma lasciami dire una cosa: io non avevo te, Granger, al mio fianco. Tutto sarebbe stato più facile”
 
Lucius guardò Draco, assorto nei suoi pensieri. Tentò un approccio non verbale, e si trascinò, rimanendo appoggiato al muro, più vicino al giovane, che non mosse alcun muscolo.
Fissava imperterrito un punto imprecisato di fronte a sé.
Il padre si schiarì la voce, tossicchiando. Si percepiva il suo nervosismo.
-C-come sta?-
Il figlio sembrava essere in una bolla, che impediva l’accesso al mondo esterno, perché non rispose.
-Intendo tua…insomma Thalestris. Sta bene?- Lucius faticava a parlare, aveva la bocca impastata per l’agitazione e un labbro gonfio, probabilmente per le torture dei  ghermidori.
-Ora che è lontano da te, te ne preoccupi?- non si degnò nemmeno di voltarsi verso l’uomo. Rispose glaciale. L’altro deglutì a forza.
-Sai perché sono qui?-
-Illuminami.-
Lucius si rannicchiò come un bimbo, abbracciandosi le  gambe e poggiando la testa su di esse. Era stanco, debilitato, malnutrito. Occhiaie profonde e violacee contornavano i suoi occhi polari. Il suo viso sempre così curato, era circondato da un’ispida barba bionda. L’avevano rasato e ora, della sua folta chioma, non rimaneva che un velo di capelli cortissimi, che facevano risaltare gli zigomi ossuti.
-Cercano Thalestris. La vogliono uccidere, Draco. Per vendicarsi della nostra famiglia.-
Scrutava impaziente gli occhi del figlio, un moto di affetto, se mai ne avesse avuto uno nei suoi confronti.
-Non sono stato un buon padre. Lo so.- il ragazzo alzò le sopracciglia, accennando un sorriso di scherno, ma rimase in silenzio.
 
–Loro hanno qualcosa di più grande in mente. Saranno anche ghermidori, un po’ sciocchi, ma sono più che temibili. Sono riusciti a catturarci e credo che noi saremo solo i primi di una lunga lista.- Solo a quelle parole Draco sembrò interessarsi realmente alla discussione, il cuore prese a martellargli furioso nel petto e mille pensieri si fecero largo nella sua mente.
-Continua.-
-Spero di sbagliarmi, ma vogliono radunare i superstiti seguaci dell’Oscuro.- per la prima volta, dopo la discussione avuta al Manor, si stavano guardando negli occhi.
-E cosa credi che abbiano progettato?-
Lucius sospirò. –Non lo so. Quello che possiamo fare è cercare di scoprirlo prima che la cosa diventi reale… ma per ora siamo qui e dobbiamo restarci.-
-E tu credi che io me ne stia con le mani in mano aspettando che Merlino venga in nostro soccorso?-  si alzò da terra e prese a camminare in tondo. –Ci sarà pure un modo per uscire!-
-Pensi che non ci abbia già provato? Lasciami dire che senza bacchetta è ancora più difficile. Nella migliore delle ipotesi le nostre le avranno già spezzate.-
 
Ci  furono dei minuti di silenzio interminabili. Draco sapeva che il padre aveva ragione quella volta. Uscire senza l’aiuto di qualcuno era pressocchè impossibile. Ma lui non poteva stare lì. Doveva tornare ad Hogwarts, proteggere Thalestris e la Granger, quella era la sua casa.
 
-Come hanno fatto a prenderti?- Lucius ruppe il silenzio –non eri ad Hogwarts?-
 
“Non so ancora perché sto facendo questa cosa stupida. Ti ho seguita tutto il giorno. So che mi evitavi, non ti biasimo per questo, sono uno stronzo di prima categoria e non ti meritavi un trattamento simile. Mi sento uno scarafaggio, qui nascosto nella penombra della biblioteca. Che dico? Io sono uno scarafaggio. Me l’hai detto anche tu al terzo anno, quando mi hai tirato quel pugno magistrale in pieno viso. Con il senno di poi confermo che hai fatto bene.
Studio pozioni, cerco di distrarmi e non pensarti, ma è più forte di me. Appena chiudo gli occhi per scacciare i miei pensieri, il tuo viso mi si piazza davanti e il tuo profumo mi riempie i polmoni.
 Poi ti avvicini e mi parli cortesemente, come solo tu sai fare. La tua voce mi accarezza, mi è mancata in questa giornata. Tu mi sei mancata. Vorrei non darti le spalle per guardarti negli occhi, ma non posso. Tu scapperesti.
Esci. Ti seguo, ancora. So che lavori da Madama Rosmerta stasera, così ti aspetto pazientemente nell’atrio. Mentre sono qui, in piedi, a fissare, senza realmente guardare, le persone che passano, penso a noi due. Penso a quanto velocemente si siano sviluppate le cose tra noi, a come sei entrata nella mia vita. Spero che non ne uscirai altrettanto veloce, anzi spero non te ne andrai mai.
Sai che ho fatto un sogno stanotte? Non mi capitava da una vita. 
Eravamo in una bellissima casa, non era il Manor, era una casetta in un quartiere babbano, bianca all’esterno, su due piani e un piccolo giardinetto sia davanti che sul retro. C’eri tu che preparavi la cena e canticchiavi felice una canzone.
 
Eri così bella con i cappelli tenuti su  malamente da una matita.
 
Apparecchiai la tavola e feci comparire una rosa rossa nel mezzo e un paio di candele, non so come, ma sapevo che ti dava fastidio usare la magia nel quartiere babbano, ma io lo feci comunque. Poi ti voltasti e mi regalasti uno dei tuoi luminosi sorrisi. Ricordo ancora le parole.
-Tesoro, devi aggiungere un posto.-
-Abbiamo ospiti? Non lo sapevo.- Tu ti avvicinasti e posasti la mia mano sopra il tuo grembo.
-Presto saremo in tre.-
A quel punto mi svegliai. Ho tentato in tutti i modi di riaddormentarmi per poter urlare a tutto il mondo quanto fossi felice. E invece… invece mi sono comportato come uno scemo.
 
Ecco che arrivi. Saluti un paio di amiche, ma io ti vedo scura in volto. Lo so che hai pianto, e il fatto che sia colpa mia mi corrode.
Usciamo nel vialetto che porta ad Hogsmeade, si sta facendo buio e tu cammini a passo spedito fino a raggiungere il pub. Scompari dietro alla porta. Mi siedo su una panchina lì vicino. Aspetterò finché non finirai di lavorare, devo scusarmi, devo chiarire con te, dirti…”
 
-Draco? Ehi mi senti?- Lucius  scosse il figlio, che sembrava essere piombato in uno stato di catalessi.
-Che c’è?-
-Nulla, solo che non mi rispondevi più, sembravi imbambolato. Ti ho chiesto come hanno fatto a catturarti.-
-Non mi ricordo.- Bugiardo. Si ricordava perfettamente.
Si ricordava di aver seguito Hermione fino ai Tre Manici di Scopa, di essere rimasto  sulla panchina, di essere stato colpito da qualcuno, che avrebbe scoperto essere Scabior.
 
-Padre- parlare con lui sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbe voluto fare in quel momento. Voleva solo abbracciare la sua Mezzosangue, ma era bloccato lì, tanto valeva provare a capire meglio la situazione. –Perché proprio noi? Insomma, non siamo mai stati  fedeli a Voldemort, lo abbiamo tradito, ma ormai è finita. Perché si ostinano a cercare Thalestris?  Che colpa ne ha lei? Che uccidano me piuttosto.-
-Cercano di sicuro il potere che non hanno potuto avere mentre c’era Lui. Li aveva sottoposti a feccia, infimi servitori che dovevano soltanto eseguire gli ordini. Ci odiano perché, nonostante fossimo dei traditori, abbiamo avuto più campo d’azione di loro, venivamo comunque considerati dal Signore Oscuro.  Se noi eravamo marionette nelle mani del Lord, be’ loro erano imprigionati con catene indissolubili. Ora che il Ministero nemmeno li calcola più, credono di essere invincibili. Ma non siamo l’unico obiettivo. Come ti ho già accennato, l’altra sera,  Scabior e un altro di cui non ricordo il nome, erano qui fuori a controllarmi. Io ho finto di dormire e, da bravi scemi, si sono messi a discutere delle loro intenzioni. Hanno in mente di raccogliere i seguaci che non sono ad Azkaban, scovare e far fuori i traditori.-
Draco ascoltava con attenzione ogni virgola del discorso.
-Credono di riuscirci, a quanto pare. – Lucius  cercò qualcosa nella tasca del mantello e ne estrasse un piccolo fagotto. C’era del pane dentro. Lo offrì al figlio. Per un po’  mangiarono senza proferire parola.
-Sono degli stupidi.- esordì Draco. –vogliono ucciderci solo per il gusto di farlo. Ammazzerebbero  la propria madre se se la trovassero davanti. Io so che ci verranno a cercare. La  McGranitt  non se ne starà con le mani in mano.-
-Non farti troppe illusioni. Io non li sottovaluterei più di tanto. Sono riusciti a catturare noi. Greyback sarà anche una zucca vuota, ma Scabior è astuto, è abile e non si fa scrupolo di fronte a nulla.-
Non aveva tutti i torti.
 
****
                                                                       
Hermione tentava con tutte le proprie forze di finire il compito di Aritmanzia, ma c’era troppa confusione. Nella sua testa soprattutto.
-Ragazze, ve lo dico per l’ultima volta. O vi mettete di impegno per fare i compiti, o vi spedisco dalla preside.-
La guardarono tutte attonite. Non si era mai comportata così, in particolare con le sue piccole studentesse. Negli ultimi giorni era sempre scontrosa, parlava poco, e se lo faceva non diceva mai nulla di carino. Aveva gli occhi gonfi a giorni alterni, si vedeva che piangeva spesso.
La Grifona prese la testa tra le mani e strizzò gli occhi, come se volesse svegliarsi da un incubo.
Seduta più in là al tavolo rosso-oro, una testolina bionda si sporse per guardarla. Thalestris prese le sue cose e si spostò accanto alla riccia.
-Ti faccio compagnia? Io li ho già finiti i compiti.-
La Caposcuola la guardò abbozzando un sorriso. Non riusciva a stare lontana da lei, nonostante le ricordasse tremendamente Draco, procurandole una strana sensazione di smarrimento e tristezza.
In fondo lei non aveva fatto nulla di male. Assomigliava solo in maniera impressionante al fratello, ma non poteva non volerle bene per questo.
-Certo che puoi.- La avvolse in un abbraccio materno, un abbraccio che le portò una sorta di consolazione.
 
Passarono un paio di settimane e, se da un lato, il rapporto con Thalestris cresceva e si rafforzava sempre di più, dall’altro quello con Draco era inesistente.
Non l’aveva più visto da quella mattina al Manor. Sembrava essersi dileguato. All’inizio Hermione non provava altro che tristezza, ma ora cominciava ad arrabbiarsi. Possibile che si comportasse come un bambino di dieci anni? Se ne era andato solo per non affrontare l’argomento? Certo lui era Draco Malfoy, poteva permettersi di studiare a casa solo perché non voleva vedere una stupida Sanguesporco che si era fidata di lui.
La situazione cominciava a mandare su tutte le furie anche la povera Ginny, che tutte le mattine, puntualmente, sentiva gli improperi di Hermione contro il furetto.
 
-Herm, lo so, ho capito che sei arrabbiata, delusa e tutto il resto… ne abbiamo già parlato centoventiquattro volte.- la rossa si stava vestendo ancora con gli occhi praticamente chiusi, mentre l’amica stava già parlando come una macchinetta da dieci minuti buoni.
-Che fai, le conti pure?- -Per Morgana, no!! Mi manca solo quello, era per farti capire che ormai saprei ripetere le stesse cose da quanto le ho sentite. Non per cattiveria...- si avvicinò ad Hermione mettendole una mano sulla spalla – ma possiamo parlare dopo aver fatto colazione? Non posso sostenere la conversazione se non ingerisco almeno una quantità soddisfacente di calorie, lo sai!-
La riccia rise, forse per la prima volta in quelle settimane buie e le schioccò un bacio sulla fronte.
 
In Sala Grande quella mattina c’era gran fermento. Un continuo via vai di gufi che planavano sui tavoli delle quattro case. Anche i professori avevano un’aria strana e continuavano a bisbigliare tra loro senza sosta, scambiandosi sguardi di assenso.
La McGranitt pareva scombussolata. Sembrava che volesse fare mille cose, ma che non sapesse da dove iniziare.
Hermione e Ginny si sedettero con i loro compagni.
La Weasley afferrò una fetta di pane tostato e iniziò ad imburrarlo.
-Nev, ma che succede?-
Il ragazzo le posò di fronte La Gazzetta del Profeta.
 
Allarme nel Mondo Magico.
Sacche di resistenza minacciano il Ministero.
 
-Herm! Hai letto?- l’amica annuì.
-Qui si sostiene che alcuni ex-seguaci di Voldemort abbiano creato una sorta di esercito, che ora si trova nascosto fuori da Londra, nella campagna. Si teme un colpo al Ministero per prendere il potere.- Le due ragazze scorsero velocemente l’articolo, in cui si parlava di come il Primo Ministro stesse cercando fronteggiare il pericolo e mettere al sicuro la popolazione.
-Oh oh, leggi qui! C’è scritto che risultano già delle persone scomparse e che molto probabilmente possa essere opera di questo esercito. Tra i nomi spiccano quelli di Lucius Malfoy e…-
Hermione sentì una morsa attanagliarle la gola e lo stomaco, le gambe diventarono gelatina e si sentì andare in mille pezzi.
-Draco-
   
 
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