Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: BluRei    20/05/2015    5 recensioni
IN REVISIONE DAL 29/04/2020
"Come questo tuono la mia Dea urla dentro il mio petto, vuole vedere questo mondo, vuole vivere ancora il suo amore perduto ed io, con i miei capricci da bambina, non posso impedirle di manifestarsi. Devo ubbidire a lei ed alla sua anima tormentata e ritornare alla realtà. Mah così ogni mio sogno svanirà. E' questo il prezzo che pagherò per poter diventare la dea Scarlatta! Le sue parole risuonano nella mia testa come un eco infinito. "Chi mi sta chiamando?" "Chi mi sta chiamando?" L'amore la chiama, ed anche se sa che nulla andrà come lei desidera deve rispondere, anch'io risponderò Akoya, farò rivivere il tuo sogno d'amore uccidendo il mio." - dal capitolo 32
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ayumi Himekawa, Chigusa Tsukikage, Masumi Hayami, Maya Kitajima, Yu Sakurakoji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 33
Prove generali








 
"Nella stanza decorata con lunghi drappi bianchi di organza e rose di un rosso sgargiante le persone si accalcano e si spintonano per poterla vedere. I flash dei fotografi sono così tanti che la donna si sente quasi abbagliare, un uomo le cinge la vita facendola sentire al sicuro ed amata, desiderata. Lui indossa un tight nei toni del grigio e lei un abito di seta reale bianca impreziosito di piccole perle e roselline anch'esse di seta. L'ampia gonna e lo strascico le impediscono di molto i movimenti ma lei è contenta perché quell'abito attira l'attenzione e le invidie di tutte le donne presenti. L'odore del suo bouquet le inebria le narici, le rose rosse ben rappresentano i sentimenti che i due sposi provano reciprocamente. Sono presenti tutte le persone a lei care, quello è il momento che desidera ormai da anni, sta per sposare uno degli uomini più belli e potenti della città, un sorriso si stampa sul viso ancora dormiente della donna, tutto sembra essere perfetto fino a quando in un angolo compare Lei: le rose nella stanza diventano tutte color porpora ed il sorriso di lui lascia il suo viso per elargire quei sentimenti e tutta l'attenzione che dovevano essere suoi per diritto a quella ragazzina sfrontata ed insignificante. Tutto era stato rovinato, rovinato per sempre".

Il sonno di Shiori cominciava a farsi agitato, continuava a dimenarsi nel suo letto di eterna vergine di buona famiglia cercando di riconquistare quel suo sogno d'amore dove Maya finalmente non esisteva. Quanto desiderava quell'uomo? Quanto era disposta a perdere per lui? Tutto! La sua eredità, il suo onore e forse anche la sua anima. Mai fino a pochi mesi prima si sarebbe sognata di mentire, nascondere, tramare ma adesso non poteva più tornare indietro, e forse non lo voleva, oppure lo avrebbe perso per sempre.

"Tutto si fa buio, quel color porpora che oramai inonda la stanza la soffoca. Con violenza comincia a strappare i drappi dai muri e a distruggere ogni rosa che decora la stanza. La rabbia ed il dolore che vuole scacciare continuano a riempirle il cuore fino a renderla una furia distruttrice. Per quanto tempo le sarebbe bastato sfogarsi accanendosi contro quei boccioli inanimati? Improvvisamente lo splendido bouquet che ha in mano si trasforma in un tagliacarte appuntito con il quale Shiori si avventa contro il vero obiettivo della sua rabbia: Maya Kitajima".

Un urlo squarciò il silenzio della stanza buia e Shiori si alzò dal letto con uno scatto rabbioso, in un attimo la tata entrò nella stanza messa in allerta dal forte rumore, la salute della giovane rampolla dei Takamiya era la cosa più importante per lei.

- Signora cosa le succede?
- Niente Tata, soltanto un brutto sogno. Passerà subito.
- Vuole che le porti un bicchiere d'acqua?
- No grazie, piuttosto vada a chiamare Masumi per piacere.
- Ecco, il signor Hayami è uscito molto presto questa mattina.
- Cosa? Ma dovevamo fare colazione insieme. Tata preparami i vestiti esco anche io e portami il telefono devo chiamare mio suocero.
- Si signora, vado subito!

Non sapeva distinguere i sentimenti che le attraversavano il corpo. Paura, lei non voleva perderlo era l'unico uomo che aveva potuto amare nella sua vita da bambolina, rabbia, lo aveva aspettato così tanto ed aveva fatto così tanti cambiamenti per lui. Stare in mezzo alle persone, andare nei ristoranti, accompagnarlo nelle uscite di gala. Impotenza, si perché lei non aveva nulla da condividere con quegli uomini d'affari sempre sicuri di loro stessi e pronti a tutto pur di raggiungere il loro obiettivo, lei era sempre stata una ragazzina di buona famiglia che non aveva mai dovuto prendere grandi decisioni perché tutto le era sempre stato servito su un piatto d'argento, ogni suo desiderio era un ordine, le sue uniche attività erano l'Ikebana, il cucito, la musica, prendere il tè con le amiche, cosa ci faceva adesso invischiata in questi affari? E pensando non poteva far altro che sentirsi impotente perché adesso il suo più grande desiderio era un uomo, quell'uomo lontanissimo dal suo piccolo mondo. L'amore di Masumi, l'unico desiderio che non si sarebbe avverato, l'unica cosa che non avrebbe potuto possedere, forse i soldi del suo adorato nonno avrebbero potuto comprarle un matrimonio, una posizione ma comunque lui non l'avrebbe mai amata e ciò che la rendeva ancora più triste e disperata era il fatto che questo sentimento persisteva. Anche adesso che Masumi non aveva memoria di Maya Kitajima nel suo cuore non c'era posto per nessun'altra donna.

Cosa sarebbe successo adesso che le prove generali si avvicinavo e lui l'avrebbe rivista? La devozione, l'ammirazione e l'amore provati in passato da Masumi si sarebbero riaccesi? Dopotutto si era già innamorato una volta di quella ragazzina. Shiori aveva bisogno di rassicurazioni e da brava bambina viziata e manipolatrice sapeva perfettamente che le avrebbe trovate nel suo miglior alleato. Eisuke Hayami. Sarebbero bastate poche parole ben dette e qualche lacrima per mettere agitazione al vecchio facendogli pensare a quale futuro catastrofico li avrebbe attesi se suo figlio avesse nuovamente perso la testa per quella giovane attrice, rinunciando alla presidenza di uno dei più grandi imperi industriali del paese.

- Non preoccuparti Shiori manderò immediatamente il mio autista a prenderti, questa mattina farai colazione con la tua famiglia. mio figlio dovrà capire che questa unione che per adesso è vera solo per i mass media presto sarà la sua realtà!

Per i due complici era facile fare progetti sulla vita degli altri senza interpellarli, non c'erano se, ma, ne tanto meno no, ma la realtà spesso si accanisce a smentire le nostre aspettative e questo accadde quella mattina ad Eisuke Hayami e Shiori Takamiya.

- Oh, buongiorno Shiori.
- Mi sembri sorpreso Masumi, stamane sei scappato via senza neanche.
- Devi scusarmi ma sentivo il bisogno di una doccia e come sai tutte le mie cose sono qui a casa di mio padre.
- Hai fatto bene caro ma siccome avevo molta voglia di fare colazione con te questa mattina, mi sono permessa di invitarmi.
- Ah! Devi proprio scusarmi cara ma oggi cominciano le prove generali ed io non posso proprio mancare, io prenderò soltanto un caffè ma sono certo che mio padre sarà felice di farti compagnia.

Come volevasi dimostrare: mai fare i conti senza l’oste. L’uomo che avevano davanti non era più il Masumi spaesato e incerto dei primi giorni dopo il risveglio dal coma ma neanche il vecchio affarista senza scrupoli di una volta, adesso avevano a che fare con un uomo completamente diverso ed imprevedibile ed il vecchio Eisuke cominciava a sentirsi pervaso da un sentimento che aveva provato pochissime volte, la paura. Non gli restava che fare compagnia alla futura nuora facendo buon viso a cattivo gioco e cercando di limitare i danni. Dal canto suo Shiori non poteva certo ribellarsi, lui non la stava maltrattando, anzi, come saluto le erano stai riservati un sorriso gentile ed un dolce bacio sulla guancia ma non poteva fare a meno di pensare che forse nella sua vita avrebbe sempre visto soltanto le grandi spalle di quell’uomo troppo impegnato negli affare per accorgersi delle persone che lo circondavano.

***

Si sentiva gambe e braccia intorpidite e la schiena le faceva male, aveva passato tutta la notte accovacciata sotto delle rocce, esposta al vento e all'acqua. Il temporale che la perseguitava da due giorni non era ancora passato ed essendo fradicia non c'era alcun motivo per restarsene nascosta, doveva tornare a casa, tutti la stavano aspettando ed erano sicuramente molto preoccupati. Kuronuma non l'avrebbe mai perdonata se fosse arrivata in ritardo e lei non poteva deluderlo ne abbandonare i suoi compagni. Si fece forza, uscì dalla sua tana improvvisata e cominciò a camminare, anche se era ancora giorno il cielo nuvoloso le impediva di vedere il sentiero, non aveva idea di dove stesse andando, si era persa? Non aveva fatto in tempo a porsi la domanda che sentì mancarle il terreno sotto i piedi, letteralmente. Fu un attimo tutto le franò intorno e si ritrovò ferma a mezz'aria aggrappata alla grossa radice di un albero.

- Basta! Basta! Basta! Io ho paura, ho fame, sono stanca e voglio tornare a casa! A quest'ora Rei avrà finito di preparare il tè, starà mangiando i biscotti che abbiamo nascosto nella dispensa e sarà al calduccio, forse starà anche guardando la televisione ed io invece sono qui al freddo e al buio.

Le mani, gelide e sanguinanti, le facevano molto male, Maya cercava con tutta se stessa di arrampicarsi lungo quella radice ma il suo corpo era troppo provato e la sua psiche troppo debole e così, dopo pochi tentativi, preferì lasciarsi scivolare verso il basso finendo in preda alle lacrime. Quanti al suo posto avrebbero resistito a tutta quella solitudine ed alle privazioni di quei giorni? Anche la ragione sembrava averla abbandonata, nella sua mente girava un solo pensiero costante, lui.

- “ Caro mio amore, lo sai quanto sono felice quando ti tocco...Tu sei l'altra parte di me. Io sono l'altra parte di te. Cosa sono nome e passato rispetto al poter vivere con me ora che mi hai incontrato? Questo può bastarci. Abbandona te ne prego sia il tuo nome che il passato diventa solo mio della tua Akoya!” “ Tu sei la mia vita stessa. Non potrò mai allontanarmi da te”... “diventa solo mio della tua Akoya...” diventa solo mio...diventa solo mio...solo mio...solo mio...mio!

***

- AYUMI! E’ la terza volta che fai lo stesso errore. Non puoi muoverti come se camminassi sulle uova e poi inciampi sempre nello stesso punto! Devi prestare più attenzione ai suoni.
- Si mamma.
- Sei pronta? Grazie all’esercizio che abbiamo fatto in casa hai capito che l’udito ed il tatto ti saranno indispensabili per orientarti ma adesso devi far tua una tecnica per memorizzare i tuoi passi e l'ambiente che ti circonda.
- "I suoni che mi circondano saranno i miei occhi, ogni oggetto che si sposta, ogni persona creano spostamenti d'aria grandi e piccole e questi tornano al mio corpo insegnandomi come muovermi, le voci ed i suoni mi indicano la direzione da seguire e cosa evitare. Come dea scarlatta devo dominare i quattro elementi, metterli al mio servizio ed usarli per muovermi in questo mio mondo di tenebre". Cominciamo pure mamma!
- Bene, proviamo a ripetere la scena nella quale la dea pone il sigillo sulla fronte degli abitanti del villaggio.

* * *

La frenesia era il "virus" che aveva contagiato tutti i partecipanti "all'evento Dea Scarlatta", nessuno si dava tregua. Inviti, fiori, arredi, addobbi, pubblicità, articoli di giornale, servizi fotografici ecc ecc, ogni addetto ai lavori coinvolto, di ogni settore artistico e non, andava avanti soltanto grazie alla scarica di adrenalina data da questo contagio. Al centro di tutto questo fermento c'erano loro, i ragazzi della compagnia “B” che, abbandonata ogni agitazione, se ne stavano in perfetta immobilità. Si, perchè gli ordini di Kuronuma erano stati chiari: " Rimarrete seduti qui, immobili, fino a quando non sarete in grado di trasformare ogni angolo di questo informe palcoscenico  nella vostra valle dei susini scarlatta ". Il grande giorno delle prove generali per loro era cominciato già a un ora ma ancora non accennavano a muovere un solo muscolo. Ogni addetto ai lavori che girava li in torno, per finire al più presto il compito assegnatogli, non perdeva occasione per sbirciare, ma loro non si sarebbero fatti distrarre, non prima di trasformare quel luogo inospitale in un posto magico.

- Signora, è sicura di non voler dire nulla ai ragazzi della compagnia “B”?
- Genzo, le regole sono chiare: nessuno riceverà aiuti o suggerimenti di alcun genere da me!
- Capisco, ma.
- Forse Genzo questa volta ha ragione.
- Signor Yamagishi, cosa ci fa lei qui?
- Stavo facendo colazione quando mi è arrivata una strana voce. Non posso credere che quello stolto di Kuronuma stia sprecando così l'unica occasione che questi ragazzi hanno di conoscere il palco. Non gli basta il danno che quella sciocca di Maya Kitajima gli sta arrecando non presentandosi da un mese alle prove? Lei non è preoccupata signora Tsukikage?
- Perché dovrei? Maya Kitajima e Ryuzo Kuronuma sono due geni ed entrambi avranno certamente uno scopo per spiegare il loro strano comportamento. conosco quella ragazzina da 10 anni ormai e so che è capace di ogni cosa per amore del teatro.

***

Come aveva fatto a cacciarsi in quel guaio? Un tempo, quando lo odiava, quando lui era soltanto il suo affarista senza scrupoli, tutto era più semplice, o forse no, forse era tropo stanca e confusa per ricordarsi il dolore che proprio lui le aveva causato, per ricordarsi che aveva pagato quelle rose con le ferite di mille spine. Nulla era stato mai semplice con Masumi Hayami. Stava soffrendo la fama, il freddo e non dormiva da giorni ma non era questo il problema, Maya era abituata alle privazioni, alle rinunce, la signora Tsukikage l'aveva preparata molto bene alla cattiveria del mondo, ed anche se in passato si era sentita inutile e senza alcun valore con il tempo il teatro le aveva insegnato ad avere fiducia in se stessa, le aveva dato un obiettivo, una ragione di vita, il teatro. Aveva saputo lottare anche dopo la morte della madre, si era ripresa, si era fatta perdonare dalla sua insegnate ma adesso qualcosa le stava impedendo di attingere a quella forza di volontà che sapeva di possedere. Forse era il suo cuore ad essersi arreso togliendole ogni briciola di energia.

Era il suo cuore a distrarla, quell'organo indispensabile alla vita adesso le stava impedendo di vivere. Sanguinava al solo pensiero di lui, diventandole nemico, superfluo quasi. Poteva tentare di vivere senza cuore? La mente di Maya cercava disperatamente di aggrapparsi a qualche briciolo di razionalità cercava di pensare a ciò che era giusto fare e più i suoi pensieri si facevano pratici più il suo cuore di cristallo si frantumava in minuscoli frammenti di dolore.

***

Il tempo si stava incupendo e con l'andare avanti delle ore e l'avvicinarsi della sera la temperatura era scesa drasticamente ma nessuno dei ragazzi accennava a spostarsi dalla posizione che il regista gli aveva dato, ad occhi chiusi ed ognuno in una postura diversa, continuavano a cercare la loro ragione d'essere. Anche lei, ammantata di nero, era rimasta immobile appoggiata ad una parete per ore ed a nulla erano valse le suppliche di Genzo che voleva farla riposare visto che non c'era molto da vedere.

- Ancora niente?
- No Genzo, non si sono ancora mossi.
- Ha visto? Anche lui è rimasto immobile in quell'angolo. Non demorde.
- Masumi Hayami è un uomo molto scrupoloso.
- Può darsi che stia aspettando per vedere se Maya ritorna, sappiamo che la Daito ha già contattato molte volte il manager di Ayumi Himekawa, forse vogliono convincere le ragazze a recitare per loro o, addirittura, a vendergli i diritti una volta che lei li avrà donati.
- Tutto è possibile.

Quella famiglia e quell'uomo erano diventati un incubo, ormai era certa che stesse macchinando qualcosa per tentare ancora una volta di portarle via la sua opera ma come si dice, tieni stretti gli amici ed ancora più stretti i nemici quindi il giovane Hayami aveva avuto tutte le autorizzazioni necessarie perché potesse assistere alle prove. Era ormai una partita a scacchi che entrambi dovevano giocare fino alla fine. Quale sarebbe stato il prossimo passo? A dispetto delle regole per questa volta fu il nero a fare la prima mossa, la signora si voltò con calma e senza lasciar trapelare alcuna ansia gli riservò un sorriso sardonico. Masumi quasi non si accorse di averle risposto con un sorriso, cercava sempre di non attirare l'attenzione, di restare defilato per paura di commettere qualche gaffe, visto che non ricordava ancora molto delle persone che lo circondavano nel mondo degli affari.

La signora Tsukikage si stranì, aveva cercato di essere sarcastica con quel sorriso eppure lui l'aveva ricambiata con un espressione buona e quasi affascinante, difficilmente si era sbagliata nel giudicare le persone, Masumi Hayami si era sempre dimostrato mellifluo ma adesso quel sorriso l'aveva disarmata, quell'uomo che aveva sempre ostentato savoir-faire adesso le sembrava totalmente fuori posto così decise di avvicinarsi ed indagare.

- Buongiorno, sta tenendo d'occhio i suoi investimenti?
- Come ogni bravo uomo d'affari, signora.

Ed eccolo li, ancora quell'espressione disarmante, era sempre stato distaccato, sarcastico e pungente con lei invece adesso le riservava quello strano sorriso che quasi faceva crollare quel muro che entrambi stavano costruendo ormai da decenni. Dal canto suo Masumi cominciava a dubitare, c'era forse qualcosa che doveva ricordare riguardo a quella donna? Perché, pur sentendosi a disagio davanti a lei, dopotutto doveva privarla della sua eredità, non poteva fare a meno di sorriderle disarmato?

- Non le ho ancora fatto i miei complimenti per il suo matrimonio con la nipote del vecchio Takamiya. E' felice signor Hayami?
- La prego mi chiami pure Masumi, quando la sento dire signor Hayami mi volto a cercare mio padre.
- Bene, allora è felice signor Masumi?
- Secondo lei esiste al felicità, signora?

Masumi non cercava davvero una risposta a quella domanda perché sapeva perfettamente che la felicità non era altro che una chimera e che quindi non conveniva cercare di costruire la propria vita su quel miraggio. Ciò che Masumi non aveva ancora capito era che la felicità è riservata soltanto a coloro che nella vita, pur non avendo nulla, sono capaci di riconoscere e tenersi stretto ciò che ha più valore: la persona amata.

Le aveva sorriso ancora e la donna in nero non aveva potuto fare a meno di notare la tristezza di quel sorriso. Chi meglio di un'attrice consumata come lei avrebbe potuto notare i mille sentimenti nascosti nelle pieghe del viso di un uomo? Ma notarli sul volto di Masumi Hayami il suo acerrimo nemico e addirittura riscoprirsi a provare pena per lui era davvero strano.

- Credo che adesso le convenga andare signora, i suoi ragazzi cominciano a muoversi.
- Finalmente hanno trovato la loto valle dei susini.
- Non c'erano modi più divertenti, per loro e per noi che li guardiamo da ore, per trovare l'ispirazione?
- Vede signor Masumi difficilmente gli occhi possono trasformare queste pietre e questa terra brulla nel miracolo che è la valle dei susini ma la mente, la mente è in grado di compiere ogni miracolo. Questi ragazzi adesso possiedono l'immagine perfetta del loro palco e non la dimenticheranno perché ogni piccolo filo d'erba, ogni petalo sgargiante di susino è stampato nella loro mente.

Dopo più di sei ore di immobilità fu Rei la prima a muoversi, per tutto il giorno aveva sentito l’odore dell’erba e del cemento e ad un certo punto aveva persino percepito il profumo di Masumi Hayami, ma dopo aver osservato quel panorama brullo cercando di trasformarlo in qualcosa di speciale, lamentandosi in cuor suo del mancato paradiso che tutti pensavano di trovare in quel teatro, si rese conto che non c’era nulla da trasformare, quello era già, per qualsiasi attore,  un paradiso. Tutti sarebbero voluti essere al loro posto ogni attore del Giappone avrebbe fatto carte false per essere anche soltanto una comparsa in quell’opera e loro potevano forse fare gli schizzinosi? Quella era la loro valle incantata, il loro posto speciale su questo mondo, se non si fossero impegnati, se non avessero dato il massimo in quel momento, non avrebbero mai più avuto la possibilità di dare vita a quei personaggi. Così quando Rei smise di cercare fuori da se il palco che qualsiasi attore si sarebbe aspettato e cominciò a chiudere gli occhi e ricostruire dentro di se ogni singolo angolo di quel teatro riuscì finalmente a sentire quel profumo, il profumo di mille alberi di susino.

- Io sono un Karasu-Tengu un servitore della Dea scarlatta e questo è lo splendido mondo degli esseri umani, solitamente lo guardo di sfuggita ma da quando la mia signora si sente attratta da questo mondo anche noi lo guardiamo con occhi diversi. Guardate, guardate come sono scintillanti le acque e profumati i fiori e gli alberi. Su fratelli godete anche voi di questo magico mondo, amate anche voi quello che la nostra signora ama e brama.

***

- « Tre passi e ci sono il tavolo e le sedie, prendo il vaso e mi sposto di due passi, qui mia madre ha sistemato i tubi per rappresentare il fiume mi chino e raccolgo l’acqua con il vaso, lo poggio alla mia destra e mi bagno le braccia ed il viso. Riprendo il vaso e torno indietro di dieci passi, sistemo il vaso sul tavolo e mi dirigo a sinistra, sette passi e c’è il mio albero ».

Così si era svolta la giornata di Ayumi, buio, numeri e la consapevolezza che tutto quel lavoro sarebbe servito a creare un metodo per muoversi allo ShuttleX.

- Ayumi sei ancora un po’ incerta, quando cerchi di riprendere gli oggetti dai l’impressione di non sapere dove si trovano. Comunque sei stata molto brava hai già imparato a muoverti con naturalezza, senza inciampare.
- Grazie mamma ma è anche merito tuo. Ahi!
- Ayumi cosa ti succede?
- Gli occhi, ho avuto una fitta e adesso vedo tutto più sfuocato. Mamma cosa mi sta succedendo?
- Sta calma tesoro sei solo stanca, oggi ti sei affaticata molto, torniamo a casa e cerchiamo di riposare entrambe.


Ayumi e sua madre non mangiavano e non dormivano da quasi ventiquattro ore, madre e figlia non si sarebbero arrese senza prima aver raggiunto la perfezione che si aspettavano entrambe. Il magazzino nel quale effettuavano le prove era buio e colmo di oggetti, condizioni che rendevano ancor più difficile la recitazione. Fu un sollievo quando la madre le concesse il tanto meritato riposo.

- « Mi preparo a questo ruolo fin da piccola e mai avrei pensato che sarebbe stato così difficile, ho affrontato decine di ruoli, ho studiato a fondo ogni emozione umana e adesso eccomi qui immobile ed inerme. Non c’è niente che io possa fare per impedire a questi miei occhi di peggiorare ed abbandonarmi lasciandomi nelle tenebre, non senza rinunciare a recitare ».
- Ayumi, ho sentito vibrare il tuo telefono te lo passo? Potrebbe essere qualcosa di importante dal teatro. Onodera si starà chiedendo dove sei fnita.
- Grazie mamma me lo passeresti insieme alle auricolari così dopo cercherò di addormentarmi ascoltando un po’ di musica.

Quando Ayumi prese il cellulare e si rese conto di chi avesse tentato di contattarla non poté fare a meno di sorridere e fu ancora più felice di vedere che le aveva lasciato un messaggio vocale.

“ Ayumi ciao, mi avrebbe fatto piacere sentire la tua voce, comunque volevo solo dirti che capisco cosa stai provando ma non approvo il tuo modo di affrontare al situazione. Ho visto tanto dolore nella mia vita e nel mondo attraverso l’obbiettivo della mia macchina fotografica e quindi mi sembra strano che qualcuno giovane come te possa decidere di essere la causa del proprio dolore. Mi scuso se ti ho offesa e voglio farti sapere che se tu sei felice così, anch'io lo sarò per te. Ayumi vous êtes heureux ? ”

***

Mentre l'altro gruppo di attori si stava preparando per sfruttare il loro giorno di prove, i ragazzi della compagnia “B” si erano riuniti per discutere sul da farsi, le prove erano andate bene nonostante l'assenza della prima attrice, ma non potevano continuare in queste condizioni, era giunta l'ora di riportare a casa il figliol prodigo. Fu proprio di questo che Kuronuma parlò loro.

- Ragazzi, sono molto fiero di voi. Avete affrontato le prove con impegno e dedizione , usando lo ShuttleX proprio come mi aspettavo da voi e in più non vi siete lasciati fermare dall'assenza di Maya. Adesso devo chiedervi un ultimo sforzo, fra due ore parto per andare a riprendere quella sciagurata, non vorrei che le fosse successo qualcosa, questa sua pausa dalla realtà è durata fin troppo tempo, la richiesta che ho da farvi è che per questi ultimi giorni continuiate le prove vivendo tutti insieme ed interpretando ognuno il proprio ruolo. Non vi preoccupate io userò le ore del viaggio di ritorno per aggiornare Maya sulle decisioni artistiche che abbiamo preso e sulla scenografia, come sapete quella ragazza ha una capacità di adattamento unica, potete stare certi che non avremo alcun problema e poi avremo ancora una settimana per provare insieme a lei. Voi cercate di finire i costumi ed i petali che vi ho chiesto di ritagliare. Sakurakoji da te voglio che in questa settimana scolpisci una statuetta della dea che metteremo tra le cento di cui sarai circondato in scena.
- Si signore! Farò del mio meglio cercando di non deluderla.
- Signore, le ho preparato la borsa con le cose di Maya che mi aveva chiesto.
- Grazie Rei. Ragazzi ho un'ultima raccomandazione: non date voi stessi o i vostri compagni in pasto alla stampa, noi non abbiamo bisogno di questi mezzucci per vincere la competizione. Vi chiamo appena arrivo.

***

Nella macchina risuonava soltanto la voce della signora Otaku Himekawa che da quando erano partite non aveva smesso un attimo di parlare al telefono, le prove speciali che aveva fatto con la figlia fino a quel momento erano soltanto una parte degli oneri che si era assunta per aiutare la figlia, adesso doveva avvertire Onodera dei problemi di Ayumi, doveva organizzare delle prove speciali allo ShuttleX e soprattutto doveva convincere la figlia a fare ancora un'ultima visita dal medico che l'aveva in cura per assicurarsi che nulla fosse peggiorato. Anche se non lo aveva dato a vedere, la sera precedente si era preoccupata.

- Ayumi tesoro, togli le cuffie un momento, ho appena finito di parlare con il signor Onodera, come al solito si era lasciato prendere dal panico ma per fortuna sono riuscita a fargli capire che ti sei allenata tantissimo e che non ci sono ostacoli per la tua recitazione.
- Grazie mamma, gli hai detto che nessun organo di stampa deve venire a conoscenza del mio problema né gli organizzatori oppure mi ritirerò dalla competizione e che senza di me potrà scordarsi di dirigere “La Dea scarlatta”?
- Tranquilla ho fatto come mi hai chiesto anche se ho usato dei toni un po più pacati cara. L'ho anche avvertito di organizzare le prove per te allo ShuttleX sul far della sera così che gli altri non si accorgano delle difficoltà che incontrerai all'inizio nell'adattarti al palco.

Senza dire un'altra parola Ayumi indossò le sue cuffie e chiudendo gli occhi tornò ad immergersi nel suono di quella voce che ormai da ore la cullava ripetendo sempre le stesse parole e quella domanda alla quale neanche lei sapeva più rispondere: “Ayumi vous êtes heureux ?”

***

La giornata che aveva trascorso allo ShuttleX lo aveva turbato molto, l'immobilità di quei ragazzi, la tenacia che dimostravano nel rincorrere i loro obbiettivi mentre lui restava inerte davanti al suo futuro. La donna in nero, quella donna che lui doveva distruggere ed alla quale invece aveva riservato un dolce sorriso e poi quella domanda: è felice signor Masumi? Secondo tutti il matrimonio con una donna tanto buona, bella, gentile e ricca avrebbe dovuto renderlo un uomo felice, allora perché si sentiva intrappolato in una splendente gabbia dorata? Masumi era spezzato a metà, vuoto, come se gli mancasse qualcosa alla quale ancora non sapeva dare un volto, quella cosa era forse Maya? Il nostro affarista senza scrupoli si sarebbe mai ricordato di avere ritrovato il suo sorriso grazie alla sua chibi-chan?

- Ieri mi ha telefonato il sarto, il tuo vestito è pronto ma dovresti fare l'ultima prova perché credo che dal giorno che sei uscito dall'ospedale tu sia un po' ingrassato.
- Ho capito.
- E poi domani dovrebbero arrivare gli inviti da spedire ma tu non mi hai ancora dato la tua lista degli invitati.
- Chiedila a mio padre a me andrà bene qualsiasi cosa facciate.
- So che oggi ci sono le prove generali della compagnia “A” e certamente ci andrai ma mi farebbe piacere se dopo andassimo insieme dal sarto, per le torte posso fare da sola ma il vestito devi proprio provarlo tu Masumi. Sai, per la torta avrei pensato vaniglia e cioccolato, spero che per te vada bene, ah,  dovresti dirmi dove andremo in viaggio di nozze così potrò preparare il mio guardaroba. Sai una donna deve essere pronta ad ogni evenienza.
- Ho capito!
- Quindi?
- Quindi cosa? Cosa vuoi da me Shiori? Cerca di essere chiara non ho tempo da perdere.
- Masumi non credo ci sia bisogno di agitarti, ne di urlare, Shiori vuole soltanto organizzare al meglio il vostro matrimonio. Dovresti esserle grata!
- Devo chiamare anch'io il mio avvocato difensore?
- Cosa?
- Credo di non essere l'orco cattivo e che Shiori sia capace di parlare per se senza che tu, o chiunque altro, le faccia da avvocato. Io non ho tempo per pensare a queste cose, mi costa molta fatica sembrare normale agli occhi degli altri e voi cercate solo di affossarmi. Credevo che ti saresti occupata tu di tutto, se mi avessi detto fin da subito che alcune incombenze sarebbero state mie io mi sarei organizzato lasciandole sbrigare alla mia segretaria. Io non sono un damerino sono un uomo d'affari e questo dannato matrimonio non è l'unica cosa della mia vita che devo ricordare. Come credete che mi senta, ogni giorno mi getto nella fossa dei leoni senza ricordare nulla, la gente mi guarda, mi sorride, mi parla e mi giudica credendomi quello di sempre ed io posso soltanto svicolare, far finta di nulla, voltare le spalle e scappare sperando che non si accorgano di nulla. E adesso scusatemi ma ho degli impegni.

Shiori aveva sempre subito il fascino del Masumi autoritario, imprigionato in un elegante completo di alta sartoria, impeccabile, con la sua postura dritta, la sigaretta tra i denti e lo sguardo fermo sui suoi dipendenti ma adesso quelle stesse caratteristiche la facevano tremare perché stava diventando chiaro sia a lei che al vecchio Eisuke che stavano perdendo il controllo della situazione.

***

Una volta arrivata a teatro Ayumi aveva cercato di dare il massimo per tranquillizzare coloro che erano a conoscenza della sua malattia, Onodera le era sembrato molto agitato ma tutto era tornato a posto dopo i primi cinque minuti di prove. Nonostante la vista appannata tutto stava andando a meraviglia, Ayumi si muoveva tra quelle macerie con la stessa disinvoltura di una farfalla tra i fiori. Tutto sembrava procedere per il meglio ma anche se non lo dava a vedere, dentro di se era tormentata dai dubbi, stava facendo la scelta giusta mettendo a repentaglio un'intera carriera artistica pur di poter interpretare un unico ruolo? In fondo lei era ancora molto giovane, ma non era solo questo ad affliggerla, per colpa del suo orgoglio stava allontanando Hamil che sembrava essere l'unico ad interessarsi di lei come persona e non soltanto come attrice. Dubbi, domande ed incertezze le turbinavano nella mente mentre cercava di pronunciare le battute nel modo più convincente possibile, ma quando Akoya cominciò a dichiarare il suo amore per Isshin, la diga dei suoi pensieri si ruppe inondandole il cuore. Quello che stava trascurando non era uno sciocco dettaglio, doveva cercarlo e dirgli che anche lei lo amava. E mentre gli occhi le si riempivano di lacrime e la voce roca faticava a pronunciare le parole, Ayumi smise di recitare e corse fuori dal teatro per cercare il suo uomo. Inutile dire che questo innervosì tutti i suoi colleghi, primo fra tutti Kei Akame che già mal tollerava Ayumi per il fatto di non essere al centro della totale attenzione del pubblico.

- Ayumi! Dove diavole stai andando?
- E adesso come faremo? Onodera cosa sta succedendo alla sua prima attrice? Qui stanno impazzendo tutti.
- Kei non ci si metta anche lei. Signora Tsukikage sembra esserci una specie di maledizione su quest'opera, gli imprevisti e gli incidenti continuano a sopraffare tutti noi.
- E lei ha intenzione di lasciarsi sopraffare signor Onodera?
- Tutti ai loro posti, continuiamo con le prove, sarò io a leggere le battute di Akoya.
- Mah, tutto questo non è professionale. Nessuno ha mai osato trattare così un attore del mio calibro!
- Ho detto continuiamo!

Una maledizione? Era possibile, quante cose erano accadute a causa di quest'opera? Quante famiglie distrutte, vite spezzate in nome dell'odio, della vendetta e del rancore. Poteva un'opera tanto bella portare in se creazione e distruzione?

- Signora.
- Dimmi Genzo.
- Non deve stare a sentire gli spropositi di Onodera, quell'uomo è capace di pensare soltanto alla sua gloria.
- Questo lo so ma non possiamo negare che non ha tutti i torti, per colpa di questa opera sono state rovinate tante vite. La mia, la tua, caro amico, quella di Ichiren e della sua famiglia. La vita di Maya è stata stravolta, se lei non ha potuto trascorrere molto tempo con sua madre è anche perché io le ho allontanate fin dall'inizio per prepararla a questo ruolo. E poi, perché no, anche le vite di Eisuke e Masumi Hayami hanno preso una piega inaspettata per colpa della Dea scarlatta. Tutti noi abbiamo dovuto rinunciare alla felicità, proprio come lei.
- Buonasera signora Tsukikage.

Eccolo, era di nuovo lui ed aveva ancora quello strano, ma vero, sorriso gentile stampato sul viso. Prima di allora le era sempre venuto naturale odiarlo, odiare quella sua ostentata sicurezza e la sua bramosia di rivincita, ma in quei due giorni, durante i quali lo aveva osservato ed avvicinato, quel giovane uomo le aveva ispirato tenerezza. Perché?

- Buonasera signor Masumi.
- Sembra che lei si sia persa tutte le sue dee.
- Credo che le mie ragazze siano alla ricerca del vero amore.
- Allora sono destinate a cercare invano e perdersi, purtroppo.
- Strano sentire da lei questo discorso. Si è sposato da pochissimo tempo e già non crede più nel vero amore?
- Io sono un uomo concreto signora.
- Mi spiace per lei.
- Risparmi il suo dispiacere per le sue attrici, perché sprecheranno la loro vita ed il loro talento cercando qualcosa che non esiste.
- E' plausibile sentire un simile discorso da una persona completamente votata agli affari.
- Beh, quelli non deludono e non tradiscono.
- Ma illudono, non crede? Guardi me e suo padre, alla fine di una vita interamente trascorsa a perseguire io l'amore e lui gli affari, ci ritroviamo ugualmente soli.
- Si signora, ma la differenza tra me e mio padre è che lui ha sempre perseguito gli affari per amore.
- E lei l'amore per affari, giusto?
- Hmf!

Quel sorriso, che ormai era più una smorfia fatta per celare il suo imbarazzo, riecheggiò nelle orecchie della signora in nero che questa volta non si meravigliò neanche della fuga repentina del giovane uomo d'affari. Masumi Hayami non era mai stato molto trasparente, anzi, essere ambiguo e mellifluo era sempre stato un suo punto di forza, eppure adesso sembrava fin troppo sincero, sincero ed indifeso.

***

Una volta corsa fuori dal teatro Ayumi non aveva perso tempo e si era precipitata in albergo per cercare Hamil ma purtroppo l'uomo era partito per un servizio fotografico e nessuno aveva saputo dirle quando sarebbe tornato e così aveva rinunciato alle prove, mettendo da parte la sua carriera, per non ottenere nulla. Forse nel destino di chi si vota anima e corpo alla propria arte non c'è posto per l'amore, e con questo pensiero fisso nella mente la ragazza tornò a casa in lacrime.

- Ayumi cara, cosa ci fai a casa a quest'ora, non dovevi provare fino a tardi?
- Tata, sono troppo confusa non riesco più a capire quali sono le mie priorità.
- Cosa ti succede piccola mia?
- Tata, cosa ne sarà di me se non potrò interpretare il ruolo della Dea scarlatta?
- Ma Ayumi, bambina, tu sei sempre stata molto sicura a prescindere da questo ruolo.
- E invece no tata, io sono sempre stata concentrata su questo ruolo. Ho sempre sperato di poterlo interpretare al posto di mia madre perché così non sarei più stata Ayumi Himekawa la bellissima figlia d'arte, ma Ayumi Himekawa la degna erede di Chigusa Tsukikage nell'ambitissimo spettacolo teatrale “La Dea scarlatta”. Ogni mio passo, ogni scelta artistica, sociale e persino amorosa sono stati fatti per arrivare fin qui.
- E adesso?
- E adesso ho la netta impressione che con o senza questo ruolo resterò sola per tutta la vita. Tata, scusami, sicuramente ti ho messo paura con queste mie chiacchiere, sono solo molto stanca. Vado a fare un bagno caldo.

Dentro la sua vasca, avvolta dal tepore dell'acqua profumata Ayumi ricominciò a piangere, soltanto lui le aveva dato l'impressione di essere felice, lui riusciva a non farla sentire sola. Era andata via dalle prove per cercarlo e dirgli di persona quanto la facesse sentire speciale, che soltanto accanto a lui poteva rispondere SI alla domanda che le aveva posto. Vicino a lui era felice, ma forse la vita non aveva questo in serbo per lei perché il suo momento lo aveva avuto e lo aveva sprecato.

***

- Sakurakoji, hai saputo qualcosa dal signor Kuronuma?
- Mi ha telefonato un ora fa, era appena arrivato alla stazione, mi ha detto che in mezz'ora avrebbe raggiunto il villaggio e che da li sarebbe stato quasi impossibile ricontattarci visto che i cellulari non hanno campo. Ha detto di non preoccuparci e che ci telefonerà non appena gli sarà possibile.
- Quindi niente notizie fino a domani.
- Già! Speriamo che riesca a trovarla.
- Speriamo che sia tutta intere, quando si tratta di recitazione Maya perde la testa.

I piani del regista erano precisi: entro sera sarebbe arrivato al piccolo villaggio, avrebbe cercato e trovato Maya, avrebbero trascorso li la notte e l'indomani, all'alba, dopo un'abbondante colazione, avrebbero ripreso il treno per tornare a casa. Si, tutto era organizzato al meglio ma niente andò secondo i piani. In quella zona pioveva a dirotto da tre giorni, Kuronuma non aveva trovato nessun mezzo disposto ad accompagnarlo a destinazione visto che le strade erano diventate come sabbie mobili per via della troppa acqua. Ci mise più di quattro ore a piedi e per tutto il tragitto cercò di pensare a qualcosa di carino da dire a Maya perché se avesse lasciato tutto al caso non avrebbe certo avuto parole gentili per colei che lo aveva messo in quella situazione, ma a peggiorare tutto fu la notizia che gli diedero quando giunse al villaggio, quella “strana ragazza” era scesa al santuario della valle dei susini ormai da molti giorni e non era ancora tornata.

- Ma com'è possibile che sia via da così tanto tempo e nessuno abbia pensato di andarla a cercare.
- E' stata lei a chiederci di lasciarla sola.
- Quindi per quanto ne sapete potrebbe essere morta. « Quella ragazza, quando si tratta di teatro perde la testa ». Per favore potreste indicarmi la strada che ha percorso?
- Aspettiamo che smetta di piovere, si è fatto quasi buio e fuori non si vede niente.
- Voi non capite, potrebbe essere in pericolo ed io devo trovarla il più presto possibile.
- Va bene, va bene, ci segua, lei ancora più cocciuto di quella ragazza.

Kuronuma fece finta di non sentire quelle parole e non replicò, forse perché era d'accordo con con il loro pensiero, solo dei pazzi si sarebbero comportati come loro. Si pazzi per il teatro e perché no, pazzi d'amore. La famiglia presso la quale era ospite lo accompagnò al passo scosceso che lo avrebbe portato alla valle dei susini, gli diedero del cibo ed un termos di tè caldo ma quando venne il momento di salutarsi videro una strana figura risalire a fatica i piccoli e viscidi scalini del sentiero. Era Maya, irriconoscibile, bagnata dalla testa ai piedi, il corpo ricoperto di foglie, fango e sterpaglie. Indossava una sola scarpa ed il piede nudo era sporco e ricoperto di ferite. Tagli e graffi ovunque, i vestiti laceri, le ginocchia livide, il viso scavato e segnato da profonde occhiaie. Gli occhi vacui ed immobili davano l'impressione che stesse fissando la figura di qualcuno che in realtà non c'era, le braccia tremanti e gelide erano rivolte verso questo fantomatico fantasma e proprio mentre usava le sue ultime forze per protendersi verso di esso, Kuronuma con uno slancio la raccolse prima che le forze la abbandonassero e cadesse rovinosamente sul terreno. Le toccò la fronte, scottava, la chiamò a gran voce ma non ricevette risposta, Maya non era li con lui.

- Il fuoco.
- Maya!
- Il fuoco.
- Si bambina hai la febbre molto alta. Presto portiamola in casa!
- Il fuoco del mio amore per Masumi mi sta consumando!

***

TOC TOC

- Buonasera, vorrei parlare con la signorina Ayumi.
- Mi dispiace ma la signorina non può riceverla.
- Ho telefonato in teatro e mi hanno detto che è andata via molto presto lasciando le prove e questo non è da lei, volevo solo accertarmi che stesse bene.
- Certo, certo, sta solo riposando.
- Può dirle che sono passato?
- Tata? Chi è alla porta? Oh, Hamil!
- Buonasera Ayumi, come stai?
- Io bene, tu? « Non piangere Ayumi », ma non restare sulla porta, entra pure. Tata, ci porteresti due tè caldi. Vieni accomodati pure su questa poltrona.
- Sembra che tu voglia piangere, me lo diresti se i tuoi occhi fossero peggiorati, vero? Vuoi parlare con me, posso fare qualcosa.
- « Basta sotterfugi, devo essere sincera con lui, lo merita ».
- Ayumi!
- Oggi ho abbandonato le prove per cercarti, ero passata al tuo albergo ma tu non c'eri, mi hanno detto che eri partito.
- Sono appena tornato, alla reception mi hanno detto che eri passata e sono corso subito qui, l'orario mi sembrava insolito sapevo che a quell'ora dovevi essere in teatro. Mi dispiace che non mi hai trovato, non ti avevo avvertita perché tu eri fuori città con tua madre e perché credevo che oggi saresti stata molto impegnata.
- Non ti devi giustificare.
- Ma perché mi stavi cercando?
- Mi mancavi.

Le lacrime le sgorgarono senza che lei se ne accorgesse e lui, rassicurandola, la strinse forte a se e la baciò dolcemente quasi come se le stesse chiedendo il permesso e quando lei lo ricambiò i due, finalmente, si dichiararono in silenzio il loro amore. Entrambi non erano al primo approccio amoroso, Ayumi aveva anche studiato questo sentimento per interpretarlo sul palco ma adesso era diverso, stavolta amava davvero l'uomo che la faceva sentire speciale anche senza avere un palco sotto i piedi, anche senza ricevere premi e riconoscimenti, lui amava la sua anima. Pensando a questo le si illuminarono gli occhi, forse erano anime gemelle, anime che si erano cercate nonostante le difficoltà e le differenze e che, finalmente, si erano trovate.

- Sei un uomo fantastico, quando sono con te non mi sento mai fuori posto o giudicata, tu non mi spingi a provare fino all'autolesionismo solo per avere una bella e brava bambolina da esibire, tu vuoi la mia felicità. Ti sei preso cura di me anche quando nessuno te lo aveva chiesto e senza avere nessun tornaconto. Io ho sempre guardato le persone per imitarne il dolore, la felicità, la rabbia ed ogni altro sentimento umano, tu invece guardi il mondo per esaltarne la bellezza. Mi piace come mi guardi e mi piace ciò che vedi, sono fortunata ad averti incontrato.
- Ayumi io.
- Tu hai cercato di farmelo capire in ogni modo che non ho bisogno di essere la Dea scarlatta più perfetta che si sia mai vista. Mi basterà sapere di essere una donna innamorata.
- Épouse-moi.



   
 
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