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Autore: MerasaviaAnderson    20/05/2015    1 recensioni
•{Long ~ Joshifer ~ Incentrato sul rapporto Josh/Robert}
"Quanto amore potevano contenere gli occhi di una madre?
Josh li guardò intenerito, fiero dell’immagine che aveva davanti, fiero che quella fosse la sua famiglia, che quell’amore riempisse ogni giorno quella piccola casa di Union.
La stessa casa in cui lui era cresciuto.
Porse una mano a Robert, mentre con l’altra apriva la porta di casa, ricordandosi per un momento quando l’aveva aperta dopo la morte dei suoi genitori, cinque anni prima.
Ogni tanto quel ricordo riaffiorava, ma lo cacciò via. Doveva essere un giorno speciale, uno di quei tanti giorni passati con suo figlio."

•{Sequel di Indelible Signs e Indelible Smiles ~ Fa parte della serie "Indelible"}
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~ Indelible.'
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Indelible Scars

 
Capitolo 9:

The Hero
 
 
Il telefono di casa Lawrence squillò, rompendo il silenzio del piccolo appartamento americano.
Con mani tremanti, Jennifer prese in mano la cornetta, con dentro l’anima il timore che qualcuno dall’altro capo le desse quella brutta notizia, che da sedici giorni temeva di ricevere.
«Pronto?» rispose con voce flebile e insicura.
«Parlo con la signora Jennifer?» chiese una voce dura che proveniva dall’apparecchio.
«Sì.»
Josh le andò accanto, cercando il suo sguardo con occhi terrorizzati.
«Chiamiamo dall’ospedale di Louisville» la informò quella voce fredda e distaccata.
L’ospedale di Louisville.
Robert.
«È successo qualcosa a Robert?» chiese allarmata, stringendo forte la mano di Josh, che aveva già assunto un’espressione preoccupata in volto.
Jennifer sentì una leggera risata dall’altro capo del telefono, chiedendosi cosa avesse quel maledetto dottore da ridere in quella maniera.
«Oh, stia tranquilla, Jennifer. Robert è in perfetta forma e sta benissimo.» continuò il medico, con un probabile sorriso sul viso «Lo comunichi subito anche a Josh, sta bene e si è svegliato.»
Si è svegliato.
Si è svegliato.
Si è svegliato.
«Lei mi sta dicendo che … » lacrime silenziose uscirono dai suoi occhi, mentre il suo viso assumeva un’espressione incredula. «Robert è … Sveglio. È vivo e non … non …»
Non riusciva più a parlare dall’emozione: suo figlio, il suo bambino, la sua ragione di vita era viva. L’agonia era finita. Robert era forte. Robert ce l’aveva fatta.
Un’espressione mista tra felicità e incredulità si era formata anche sul viso di Josh, alcune lacrime di gioia gli rigavano il viso, che aveva un’espressione indecifrabile, la gioia gli esplodeva nel cuore che batteva forte nel petto e riusciva quasi a sentirlo nelle orecchie. Vivo: come il suo bambino.
Dall’altro capo del telefono il medico continuava a parlare, assumendo un tono di voce più flessibile e sereno.
«Ora fate presto a venire qui, non fa altro che chiedere di voi!»
«Okay … Okay!»
Jennifer non se lo fece ripetere due volte, chiuse il telefono e si buttò sorridente tra le braccia di Josh, che l’accolse stringendola forte a sé, mentre lacrime di gioia accompagnavano il loro abbraccio.
«È sveglio, Josh … » sussurrò, tra le lacrime e un sorriso «Robert è sveglio. Sta bene. Robert sta bene!»
Lui non riuscì a rispondere, la strinse silenziosamente tra le braccia, non riusciva a smettere di sorridere e piangere al tempo stesso, nessun pensiero concreto gli si formava in mente.
Karen e Gary accorsero in soggiorno con un’espressione leggermente preoccupata, volevano capire cosa stesse succedendo, ma quando videro i due ragazzi piangere e ridere al tempo stesso ogni cosa fu loro improvvisamente chiara.
Nessuno ebbe bisogno di spiegazioni, Jennifer immediatamente si staccò da Josh e corse dai suoi genitori, si gettò tra le braccia di Karen e la strinse forte, percependo quell’amore di madre che lei stessa aveva dentro in quel momento.
«Si è svegliato, mamma … Robert si è svegliato!»
«È stupendo, tesoro!» delle lacrime scesero dagli occhi della donna, mentre stringeva a sé la figlia, con la consapevolezza che il suo nipotino era vivo.
Poco più in là, Gary aveva abbracciato Josh, che non riusciva proprio a smettere di piangere.
Mentre Jennifer era salita in camera a prendere la borsa e i cappotti, Karen andò in contro a Josh, stringendolo forte con fare materno.
Josh, rilassato, la strinse a sua volta, finalmente aveva ricevuto una buona notizia, finalmente Robert era in salvo, non c’era più nulla da temere.
Quasi non ci credeva, nella possibilità di poter rivedere il sorriso di suo figlio, di poter sentire ancora al sua voce cristallina, di poter essere stretto dalle sue piccole braccine.
«Te l’avevo detto che sarebbe andato tutto bene.» gli sussurrò Karen, appena Jennifer comparve dalle scale.
«Grazie.» riuscì a dire, sorridendo a malapena.
«Ora andate» gli disse, rassicurante, posandogli una mano sulla spalla «Noi chiamiamo tutti e poi vi raggiungiamo, okay? Portate un bacio a Robert da parte nostra.»
«Va bene.»
 
Erano subito accorsi all’ospedale, il medico li accolse calorosamente, stringendo loro la mano cordialmente e con un sorriso.
«Venite» continuò a dire, iniziando a imboccare quel maledetto corridoio che avevano percorso per troppo tempo «Vi porto da Robert.»
Si affrettarono a seguire silenziosamente il medico, tenendosi stretti per mano, emozionati e quasi timorosi che ciò non fosse reale.
Appena arrivati alla camera n°27 il medicò li congedò velocemente, lasciandoli sulla porta chiusa della stanzetta bianca.
«Andate, è impaziente di vedervi.» aveva detto velocemente, prima di affrettarsi lungo il corridoio.
Sorrisero entrambi e poco dopo che il medico si allontanò, pian piano, Josh abbassò la maniglia della porta, la schiuse leggermente e silenziosamente e vi sbirciò al suo interno.
Robert era sveglio, seduto sul letto che rideva per via di un pagliaccio colorato che giocava con dei palloncini e faceva delle facce buffe.
«Penso che devo andare … Sono arrivati la tua mamma e il tuo papà!» annunciò il pagliaccio, guardando Josh e Jennifer che aprivano la porta lentamente, forse un po’ spaventati.
Il pagliaccio uscì dalla stanza, sorridendo calorosamente ai due e posando una mano sulla spalla di entrambi, come per infondere nel loro animo il coraggio che sembrava che mancasse loro.
Immediatamente si precipitarono nella stanza, guardando il bambino sorridere e aprire le braccia per accoglierli di nuovo, dopo quei sedici giorni che erano sembrati una vita intera.
«ROBERT!» Jennifer quasi urlò, precipitandosi dal figlio e stringendolo forte tra le braccia e bagnando i capelli scuri del bambino con delle lacrime diverse da quelle che aveva versato la prima volta che era entrata in quella camera.
Josh si unì al loro abbraccio fatto di amore e lacrime, posando infiniti baci sui capelli e sul viso di Robert, che lo stringeva forte con le sue braccine esili.
«Mamma! Papà!» si mise a piangere e Jennifer asciugava le lacrime sul volto del bambino, nelle sue mani c’era tutto l’amore che potesse avere dentro, come non sopportava le lacrime del suo bambino e lo strinse ancor più forte, quando le confidò di aver avuto tantissima paura.
«Siamo qui, Rob. Siamo qui.» Jennifer lo abbracciò nuovamente, mentre Josh – ancora incredulo nel sentire la sua voce – teneva stretta la sua mano.
«Papà?» lo chiamò Robert, accarezzandogli la mano.
«Dimmi, amore mio. Dimmi.» lo attirò a sé, stringendolo forte tra le grandi braccia, quasi cullandolo, come quando era ancora in fasce, un sorriso beato, stampato sul volto.
«Io mi ricordo una cosa.» affermò il bambino, accarezzando la guancia di Josh un po’ ispida per la poca barba.
«Cosa?» chiese Josh, guardandolo negli occhi e rispecchiandosi in quel nocciola acceso.
«Tu nella macchina mi abbracciavi forte.» iniziò il bambino e quando Jennifer alzò lo sguardo su entrambi e notò che a Josh era scesa una lacrima lungo la guancia «E cercavi di proteggermi.»
«Sì. Sì, Rob, ma … » cercò di ribattere, mentre altre lacrime rotolavano sul suo viso, le sue parole si spezzavano a quei ricordi, la voce gli moriva in gola al solo pensiero che non era riuscito a proteggere Robert, come sentiva che era suo dovere fare.
Tuttavia, il bambino bloccò il suo discorso, gettando le braccia al suo collo e sorridendo sornione.
«Sei il mio eroe, papà!» esclamò Robert, affondando il viso nel suo petto.
A quel punto Josh scoppiò in un pianto di sfogo, continuando a stringere a sé il suo del bambino, ritrovando quell’essenza vitale che gli era mancata in quei sedici giorni. Lo stringeva con amore, disperazione, paura … quanta paura aveva avuto in quei sedici giorni?
«Robert, ti amo. Ti amo. Ti amo.» farfugliò, notando che Jennifer si asciugava le lacrime che aveva sul viso, continuando a tenere Robert stretto tra le sue braccia «Ho avuto tantissima paura, piccolo.»
«Non piangere, papà … » gli sussurrò, accarezzando il suo viso per levar via le lacrime.
«No, non piango. Okay?» sorrise, scompigliandogli i capelli scuri, che Jennifer cercava di sistemare alla meno peggio «Sei il mio Campione.»
«Mamma!» esclamò improvvisamente il bambino, voltandosi verso Jennifer e posando alcuni baci sulla sua guancia «Il mio fratellino come sta?»
Sorrideva raggiante, Robert, mentre Jennifer si sbottonava il cappotto e faceva vedere il minuscolo rigonfiamento sulla sua pancia al bambino.
«È qui … E sta bene.» Jennifer sorrise, mentre Robert le accarezzava piano la pancia.
«È molto piccolo. Non si vede.» constatò il bambino.
«Sì, ma pian piano crescerà … Anche tu eri piccolo così.»
Il bambino annuì silenziosamente, per poi fiondarsi tra le braccia della madre, che baciava le sue guance e godeva dei suoi meravigliosi occhi finalmente aperti.
«Ti voglio bene.» sussurrò al suo orecchio, Robert.
«Anche io. Tantissimo.»
Qualcuno bussò alla porta e il medico fece capolino dalla porta, sorridendo.
«Josh, Jennifer … Dovrei parlarvi. Potete venire cinque minuti fuori?»
«Certo.» Jennifer rispose sorridendo e prendendo la borsa che aveva appoggiato al letto.
Seguirono il medico fuori dalla camera, nel corridoio popolato da medici, infermieri e qualche genitore che teneva per mano un bambino.
«Robert è in perfetta forma» comunicò loro il medico «Dobbiamo fare solo un paio di controlli e presto potrà tornare a casa.»
«Davvero?» domandò Jennifer, notevolmente sollevata.
«Sì, è un giovanotto sano e forte. Non ha avuto paura neanche per un secondo, chiedeva solo di voi, ma sapeva che saresti arrivati presto, ed era tranquillissimo.» il medico si grattò un sopraciglio, un po’ perplesso «Anche se … mi ha fatto una domanda, appena si è svegliato. Mi ha chiesto: “Il mio papà è vivo?”»
Josh sembrò vacillare un poco e Jennifer appoggiò una mano sulla sua spalla, anche lei toccata nel profondo da quelle parole.
Come poteva un bambino di appena cinque anni comprendere appieno il significato della morte? Ricordarsi di ciò che era successo, delle braccia di suo padre che cercavano di proteggerlo, mettendo a rischio la sua stessa vita.
«Questo mi fa capire che ricorda molte cose dell’incidente. Non so come questo sia possibile, ma penso che vostro figlio sia un vero angelo.»
I due annuirono silenziosi, non riuscendo a trovare le parole per rispondere, mentre il viso del medico che sembrava così burbero si apriva in un largo sorriso.
«Ora tornate da Robert, su! E non voglio vedervi più dentro queste mura … Se non per una cosa bella, ovviamente.» sorrise, guardando la pancia di Jennifer, che ricambiò il sorriso compiaciuta.
«Grazie.» disse Josh «Grazie per tutto.»
«È il mio dovere, Josh.»
E tornando dentro la camere, Josh pensò alla frase che Robert gli aveva detto quando l’aveva visto, quella che gli diceva di essere il suo eroe. Si rese conto, per la prima volta, che era stato proprio Robert a salvargli la vita infinte volte, inconsapevolmente, con la sua innocenza da bambino, quando sorrideva sornione o semplicemente con una piccola carezza.
Era Robert ad essere il suo eroe.
 
 
FINE CAPITOLO 9
 

Angolo Autrice:
Sarò breve. Brevissima.
Ho davvero pochissimo tempo e sono riuscita a postare il capitolo per miracolo.
Allora … Almeno è un capitolo MOOOLTO felice, no? ;)
Robert si è finalmente svegliato e con il suo risveglio inizia la vera fine della serie Indelible.
Ebbene, questa storia – e con lei tutta la serie – finirà tra soli due capitoli.
Ho letto parte di questo capitolo in classe, per un tema di italiano su una storia drammatica e – ovviamente – aveva una fine diversa, lascio a voi immaginare quale.
(_AnneMary_ sa, perché mi stava fulminando con gli occhi per non fa scenate davanti alla prof, ma okay)
Come al solito vi ringrazio tantissimo e mi scuso per quest’ennesimo ritardo … Spero che la prossima volta sarò più puntuale.
Un abbraccio a tutti.♥
_merasavia.

 
 
   
 
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