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Autore: flashmary97    20/05/2015    1 recensioni
Essendo una fan più che sfegatata di Chuck, ho deciso di scivere una mia Fan Fiction nella quale conitnuo la storia come l'ho immaginata, riprendendo dal magico bacio sulla spiaggia...
"n quel momento Chuck la guardò negli occhi, il suo cuore si riempì di speranza e al contempo di paura, avvicinò lentamente le sue labbra al viso di Sarah, quasi con timore, timore di spezzare quel leggero filo che aveva riunito i loro cuori durante il racconto della loro storia…"
Sono assolutamente gradite recensioni di qualsiasi tipo, anche critiche, da parte di chi legge, anzi mi fa molto piacere sapere cosa pensa la gente riguardo a ciò che scrivo per potermi migliorare... Buona Lettura!
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 14-bis

Chuck vide le guardie che si avvicinavano.
-Non è niente Sarah. È solo un colpo. Non mancano molti uomini, dobbiamo raggiungere il bosco, non possiamo fermarci proprio adesso! -
Fece per alzarsi e per poco non cadde all’indietro. Sarah lo sostenne.
-Chuck non se ne parla. Nascondiamoci per il momento, poi vedremo. -

Girarono l’angolo della casa, prima che gli altri uomini arrivassero. Proprio lì vicino c’era la botola che Chuck aveva visto precedentemente sbucare dal prato. Sarah l’aprì leggermente per sbirciare all’interno.  Il portello scricchiolò. C’era una piccola stanzetta sotterranea, con delle scalette. Tutto era pieno di ragnatele, chissà da quanto tempo nessuno andava lì sotto. Sarah aiutò suo marito a scendere e chiuse la botola dall’interno.
C’erano mobili ammuffiti e un lettino sulla destra. Chuck fu costretto a sdraiarvisi sopra. Non lo avrebbe mai ammesso ma era proprio quel che gli ci voleva. La tensione, l’estenuante ricerca, le emozioni e la battaglia lo avevano completamente devastato. Anche Sarah si lasciò cadere su una sedia appena a fianco della brandina e stravolta poggiò la testa sul braccio del ragazzone che le stava accanto. Era una situazione momentanea e lo sapevano ma per quell’attimo, lì, sembrò loro che nulla fosse mai successo, sembrò di essere a casa dopo una dura giornata di lavoro a riposarsi assieme, aspettando che venisse pronta la cena.
Chuck carezzò dolcemente la chioma bionda della sua amata, Sarah si strinse verso di lui affondando il volto nel suo petto. Allungo una mano facendola lievemente scivolare sulla sua guancia, invitando la bocca ad avvicinarsi. Poi continuò lungo il collo. Si sentiva che ormai non faceva la barba da qualche giorno, la pelle iniziava ad essere ruvida. Proseguì lungo la camicia e il mondo tornò alla realtà.
Nulla era ancora finito. Certo erano finalmente insieme e nulla poteva contare più di questo ma la verità era che lì fuori centinaia di uomini li stavano cercando e non avrebbero impiegato molto a trovarli. La verità era che stavano lì sotto perché Chuck iniziava a stare male e probabilmente avrebbe avuto bisogno di cure. Sarah guardò la sua mano che si era sporcata di sangue.

-Chuck dobbiamo trovare una soluzione. Non puoi stare così. –
Sarah iniziò nervosamente a cercare negli armadi da cui tirò fuori poco più che qualche insetto, disturbato mentre si riposava in quella che ormai da tempo era casa sua.
-Sarah calmati, sono solo stanco, vedrai che tra qualche minuto sarà tutto come prima … - Disse Chuck alzandosi a sedere, stringendo i denti per non lasciar trasparire la fatica.
Lei si voltò arrabbiata, gli si avvicinò e violentemente aprì la camicia, rivelando la profonda cicatrice, ormai aperta quasi per metà, che sporgeva da quello che a quel punto altro non era che un ammasso di bende consumato e zuppo di sangue. Chuck zittì ritrovandosi spalle al muro.
-La finisci adesso o vuoi continuare ancora per molto a fare finta che non sia successo nulla? Ti ho già visto una volta scivolarmi via sotto gli occhi senza che io, io che non ho mai avuto problemi a compiere qualunque impresa, potessi fare nulla. Senza che io, che avevo sempre raggiunto il compimento di ogni missione, potessi trattenere l’unica cosa cui abbia mai tenuto veramente. Pensavo fossi morto Chuck, capisci? Morto … E da quel che vedo la mia impressione non era poi molto lontana dalla realtà … Pensavo fossi morto e invece sei qui, di nuovo, per me, e non lascerò che sia la tua dannata testardaggine ad ucciderti davvero. –
Un silenzio tombale calò nella stanza, perfino ragni, ragnetti e moscerino interruppero i loro lavori e Chuck, finalmente, lasciò cadere quella maschera da eroe che aveva dovuto costruirsi per poter giungere fin lì ma di cui si era dimenticato. Lei si stava già rigettando nella sua ardua ricerca voltandogli le spalle ma lui le afferrò la mano e la strinse a se.
-Hai ragione Sarah … Sono il solito idiota mi spiace, ma ho avuto così tanta paura di perderti. Pensavo che non ti avrei mai più ritrovata. Hai ragione, sto da cani, ma non mi importa perché se sono venuto fin qui è per tornarmene a casa con te. È una promessa-
Sussurrò al suo orecchio mentre l’avvolgeva con tutta la forza che gli rimaneva. Lei pian piano si sciolse nell’abbraccio e rispose a bassa voce.
-Lo so … Lo so … Ce la faremo Chuck, insieme, fidati di me. Ora lascia che ti dia un’occhiata –
Delicatamente levò le vecchie medicazioni. Lavò via il sangue con un po’ d’acqua trovata in una vecchia bottiglia, poi strappo qualche striscia di stoffa dalle lenzuola e cercò di bloccare la lesione stringendo più forte che poteva. Una volta finito, con volto orgoglioso baciò il suo lavoro. Fece per tornare a sedersi e Chuck la fermò.
-Aspetta. A dir la verità mi farebbe male anche un po’ qui … - disse indicandosi la guancia arrossata e piegando le labbra in una triste smorfia da cucciolo. –Quell’ omaccione aveva un destro bello potente … -
Sarah si lasciò scappare un risolino ma non resistette e baciò la guancia arrossata del marito che aggiunse:
-Anche un po’ più a destra …  Proprio qui vicino alle labbra … -
La ragazza stavolta però non gli diede la soddisfazione e poggiando l’indice sulla bocca di Chuck disse:
-Credo che quello sia perché ultimamente ha lavorato troppo. Tienila chiusa per un po’ e vedrai che passa tutto. Stai lì buono a dormire che tra poco torniamo là fuori–
Poi si allontanò ridendo e Chuck si lasciò cadere sul letto deluso dal suo tentativo fallito finché non gli venne un’altra idea.
-Ferma dove scappi? Se proprio vuoi farmi stare qua buono vieni almeno a farmi sentire il mio bambino, non è mica tutto tuo. –
Anche sta volta Sarah finì per cedere, si mise sul lettino a fianco del marito che pian piano mise le mani sulla sua pancia, sussultando ogni volta che percepiva qualche movimento.
Si chiusero attorno al loro tesoro, attorno a quella vita che avevano creato insieme, contro ogni difficoltà. Quell’esserino che già batteva i suoi primi calci sarebbe stato la loro vita e lo avrebbero protetto contro tutto e tutti.


NDA: Ed eccoci qui :D Questo capitolo è un po' particolare come avrete notato dal titolo. Il capitolo 14 infatti lo avevo pensato fino a questo punto ma, mentre scrivevo, ho voluto provare a soffermarmi un po di più su ciò che succedeva tra Chuck e Sarah, su ciò che sentivano ecc... così mi sono dilungata  un po di più su alcuni particolari, fermando un po' la frenesia dell'azione con cui si susseguirebbero tutta questa sezione di capitoli. Spero che non vi dispiaccia e in ogni caso sono curiosa di sentire il vostro parere quindi non trattenetevi nelle recesioni. Grazie mille a tutti quelli che sono arrivati fin qui a leggere, spero che continuerete e che mi sopporterete nonostante queste attese epocali che vi faccio aspettare.

Alla prossima ;)

 
  
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