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Autore: Horse_    20/05/2015    8 recensioni
Sono passati quasi sette anni dall'ultima stagione di The Vampire Diaries, precisamente la settima. Ogni attore ha intrapreso la propria via da percorrere, cercando di vivere al meglio la propria vita, così come hanno fatto Ian e Nina.
Ian si è sposato con Nikki Reed, storica attrice di Twilight, mentre di Nina si sono perse le tracce. Nina, in realtà, ha proprio voluto sparire dal mondo che l'aveva aiutata a diventare famosa e ben amata da tutti perchè si porta dietro un segreto troppo importante da proteggere. Due bambini con gli occhi azzurri come il mare da tenere al sicuro da chi non li vuole e non si è mai interessato a loro.
Le cose tra Ian e Nikki, intanto, vanno sempre peggio e sono più i giorni in cui litigano che quelli in cui sono felici.
La ripresa dell'ottava stagione porterà tanti guai e a galla cose non dette, ma forse aiuterà due persone che si amano ancora alla follia a ritrovarsi dopo tanto -troppo- tempo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                      Fever.


Fiftheenth Chapter..
                                                                                                                                                                              

                                                                                                                                                                                                        27 agosto 2022.


Ian.

Nina respira piano tra le mie braccia e la sento così leggera, così mia. Peccato che mia non lo sarà mai, perché ho deciso io così. Ho una moglie ora, quella è la donna che devo proteggere e venerare, eppure… Eppure le cose stanno andando a rotoli, niente è come mi aspettavo.
E’ come una strada in salita –una lunga strada in salita– e non mi sembra mai di arrivare alla meta.
Nina si muove piano tra le mia braccia e l’adagio piano sul divano, come se fosse il mio tesoro più prezioso. Socchiude leggermente gli occhi e mi guarda con sguardo accusatore, anche se posso vedere perfettamente che non ha la forza nemmeno per tenere gli occhi aperti lucidi per la febbre.
Le appoggio una mano sulla fronte e sussulto. Scotta terribilmente, è ancora peggio del previsto. Qui, però, non c’è niente. Siamo nel salotto di casa Salvatore –che altro non è che una stanza dello studio addobbata come quelle dell’ormai pensione distrutta– e non c’è né dell’acqua fresca e nemmeno un termometro per misurarle la febbre, non c’è niente.
Siamo costretti a passare la notte qui, ma ho paura per lei, qui, in queste condizioni. Nina, da quel che mi ricordo, non si ammala spesso, ma quando lo fa… Beh, si ammala veramente e ne esce distrutta.

 
“Dovresti cercare di dormire un po’.”- dico mentre le sposto una ciocca di capelli dietro l’orecchio sinistro.
“Mi fa male la testa…”- biascica socchiudendo gli occhi.

 
Le accarezzo delicatamente la guancia comprensivo. Mi si stringe il cuore a vederla in queste condizioni, ma purtroppo non posso fare niente per lei, non ho nulla qui con me, posso stare solo qui e vederla soffrire.

 
“Non pensarci, vedrai che non ti farà più male, va bene?”- le domando cercando di essere dolce, cercando di farle dimenticare anche di poco il dolore.

 
Annuisce piano e si stiracchia leggermente. Appoggia la testa accanto la mia mano –che è appoggiata sul divano– e mi sorride, poi chiude gli occhi.
Si addormenta così, cullata dalle mie carezze, anche se non so quanto potrà durare ancora a lungo questo suo riposo.
Nelle ore successive infatti si muove continuamente, sospira, fa smorfie e delira.
In questo preciso momento sta iniziando a sudare e credo che la febbre si sia alzata ancora e il divano in pelle, caldo a causa del suo corpo, non aiuta certamente, ma non vedo altra sistemazione più fresca –e soprattutto più comoda.
Mi sento impotente, non so come aiutarla, e non so nemmeno come rassicurarla a questo punto, ormai è come se non la conoscessi, se fosse diventata un’altra persona.
Ormai non è più la mia ragazzina, è una donna e magari è anche la donna di qualcun altro, anzi, lo è quasi sicuramente. Sono passati sette anni dall’ultima volta che l’ho vista ed è sempre tale e quale di aspetto fisico, forse è diventata leggermente più magra –e questo mi preoccupa visto che l’ho sempre reputata eccessivamente magra– e sicuramente sarà impegnata. Posso solo augurarmi che quell’uomo la tratti come di dovere e che sia solo alla sua altezza, voglio solo questo per lei.
Non posso fare a meno di udire alcuni No. Alcuni sono sussurrati piano, altri urlati con terrore ed è scossa da brividi. Sta facendo un incubo e sempre proprio decisa a non svegliarsi. Stringe convulsamente la mia mano e mi fa preoccupare ancora di più.
La scuoto leggermente per svegliarla e per finire questa tortura –che è più sua che mia.
Nina apre gli occhi e la vedo terribilmente scossa, impaurita. Mi fissa a occhi sgranati e si guarda attorno, poi si scosta bruscamente da me, è terrorizzata.
E’ forse terrorizzata da me? Perché?

 
“Nina”- le accarezzo piano la fronte e sembra bearsi del mio tocco visto che la mia mano e tutt’altro che calda. Sembra rilassarsi un po’ e la sua espressione spaesata e terrorizzata lascia il posto a un’espressione più dolorante. –“vuoi dirmi che cos’hai sognato?”

 
Scuote piano la testa e abbassa lo sguardo. Trema e penso che abbia freddo. Effettivamente, anche se siamo ancora in estate, le temperature di notte si abbassano anche di dieci gradi e questo non è un posto in cui stare di notte. Mi sporgo per afferrare la giacca alle mie spalle e la sistemo su quella di Nina, cercando di coprirla al meglio e di darle un po’ di sollievo.

 
“Grazie…”- biascica muovendosi agitata tra le mie braccia.

 
Non capisco il motivo di tutta questa agitazione, ma faccio finta di nulla. Non vuole dirmi che cosa c’è che la turba, e va bene così. Sebbene io sia preoccupato per lei non posso obbligarla e non è mio diritto –e interesse– consolarla a questo punto.

 
“Va un po’ meglio?”- le domando piano, a bassa voce.
“Un po’ si…”- mi risponde mentre le accarezzo piano un braccio.
“Sarebbe meglio che tu dormissi un altro po’, sei sfinita.”- le sussurro piano all’orecchio.

 
Lei scuote piano la testa e mi osserva per qualche secondo con i suoi occhi color nocciola ora lucidi per colpa della febbre alta.
Rimaniamo secondi –minuti o forse ore– a fissarci e sembra che il tempo si sia magicamente fermato all’interno della stanza, ci siamo solo io e lei.

 
“Io”- socchiude leggermente gli occhi. –“sono troppo stanca anche per dormire.”
“Dovresti, invece.”- le consiglio forzando un sorriso. –“Probabilmente la febbre salirà ancora e almeno dovresti riposare.”
“Non sei molto di conforto, lo sai?”- mi domanda sorridendo a sua volta.

 
Ridacchio piano e inevitabilmente non posso fare a meno di perdermi tra i ricordi.

 
 
 

 
Nina è a letto con la febbre che sembra alzarsi ogni mezz’ora, più o meno. Non si ammala quasi mai, ma quando lo fa è la fine –non per me, ma per lei.
L’ultima volta che le ho misurato la febbre il termometro è arrivato a 39.7 e spero che quella maledette lineetta non salga ancora, anche perché dovrei iniziare una guerra che non avrà mai fine.
Avrei voluto portarla in ospedale, ma giustamente, come la mia ragazza mi ha detto sarebbe esagerato per un po’ di febbre, anche se comunque la mia preoccupazione è alle stelle. Sotto questo suggerimento c’è anche la sua paura per gli ospedali –più che paura direi una vera e propria fobiama ho evitato di farglielo ammettere, altrimenti si arrabbierebbe con me e mi insulterebbe per il mio comportamento.
Prendo dal frigo la bottiglia di Tachipirina, un cucchiaino e mi avvio verso la nostra camera, tenendo nell’altra mano un bicchiere d’acqua fresca.
La trovo immobile, immersa sotto una montagna di coperte –che non ha voluto togliere perché ha freddo, anche se così peggiora solo la situazionecon appena fuori la testa. Ha le guance arrossate per la febbre alta e gli occhi lucidi, ma non l’ho mai vista più bella di così.
Mi siedo accanto a lei sul letto e le poso un bacio sulla fronte. Incresco leggermente le labbra notando che è ancora troppo calda e decido di darle subito il medicinale, sperando che la febbre possa abbassarsi anche di un poco.

 
“Ti aiuto a prendere la medicina, forza.”- le dico accarezzandole la fronte.
“Non la voglio Ian.”- biascica con la voce impastata e affaticata. –“Voglio dormire.”
“Prima prendi la Tachipirina, e poi potrai dormire.”- le sussurro piano sorridendo.
“Non mi piace.”- si lamenta.

 
Sbuffo leggermente e scuoto la testa. E’ sempre la solita testarda, ma forse è anche per questo che la amo così tanto, ma non posso assolutamente dargliela vinta, non oggi.

 
“Lo so, ma almeno la febbre si abbasserà.”- le rispondo. –“Forza Looch*, non obbligarmi a fartela prendere con la forza.”

 
Nina sbuffa di rimando e si lascia aiutare. La metto in posizione semisdraiata e le faccio bere la dose giusta, poi l’aiuto anche a prendere dell’acqua. Si accoccola sul mio petto, girata su un fianco, e si mette a giocare con il bordo della mia maglietta.
Sospiro nel sentire le sue mani calde contro la mia pelle fredda e sto fermo soltanto perché sta poco bene e punto tutto sul mio autocontrollo –sperando di riuscire a farcela.

 
“Sei un ottimo”- sbadiglia leggermente e non posso fare a meno di sorridere per la sua dolcezza. –“infermiere.”
“Dici che se vado in ospedale mi accettano?”- le domando accarezzandole la schiena con la mano libera mentre l’altra è stretta tra le sue.
“No.”- ride piano. –“Sei il mio infermiere personale.”
“Mmm…”- faccio finta di pensare. –“E quanto tu starai meglio?”
“Sarà il mio turno allora.”- mi risponde baciandomi piano.
“Ti ci vedrei bene con la divisa da infermiera, sai potremmo-”
“Non farti strani pensieri.”- mi risponde rivolgendomi un’occhiata languida. –“Ho sonno.”

 
Annuisco e le poso un bacio tra i capelli, poi la stringo più forte a me.
La coccolo finché non si addormenta. La osservo dormire e non posso fare a meno di sorridere. Ho un angelo tra le braccia, il mio angelo.
Non potevo essere più fortunato nel trovare questa donna che sarà mia per il resto della mia vita. Sarà mia moglie e la madre dei miei figli. Me li immagino già con i capelli quasi neri e gli occhi color nocciola e magari qualcuno anche con gli occhi come i miei –come mi ripete costantemente Nina.
Non posso fare a meno di pensare al nostro futuro e il mio cuore scoppia di gioia.
Sono felice.

 
Mi rendo conto di essermi addormentato quando sento Nina scendere velocemente dal letto e fiondarsi in bagno. Fisso per qualche attimo la porta del bagno preoccupato, poi corro da lei. La trovo riversa sul water a vomitare anche l’anima.
Mi si stringe il cuore a vedere quella visione e accorro subito da lei per aiutarla o almeno per legarle i capelli. Mi ringrazia con lo sguardo e poi si accascia contro la parete fredda del bagno.

 
“Non volevo che assistessi a ciò.”- sospira piano e mi fissa colpevole.
“Stai male, non è colpa tua.”- le accarezzo la fronte mentre lei si sporge per tirare l’acqua. –“Ti senti un po’ meglio?”
“Un po’.”- mi risponde.

 
La prendo tra le braccia e la riporto a letto seriamente preoccupato.

 
“Tesoro, sono preoccupato. Che ne dici di andare in ospedale per fare un controllo?”- le domando anche se so perfettamente la risposa.

 
Infatti il suo no non tarda ad arrivare.

 
“No, tutto ma l’ospedale no.”- mi implora.
“E se ti succedesse qualcosa di male?”- le domando preoccupato. –“Non voglio che ti accada niente.”
Non sei molto di conforto, lo sai?”- mi domanda.

 
 
 
 
 
 
“E’ un dato di fatto.”- le rispondo picato.
“Sei sempre stato pessimista.”- mi risponde a tono.
“Anche tu non sei da meno.”- ribatto fingendomi fintamente offeso. –“Ti ricordi quella volta al mare? Hai gufato per tutto il giorno convinta che piovesse alla sera a causa dei nuvoloni ed eri così dispiaciuta di dover saltare la festa in spiaggia.”
“E alla fine non ha piovuto, lo so.”- ride.

 
Scoppio a ridere anche io, ma entrambi ci blocchiamo nello stesso momento, forse capendoci all’istante. Non va bene cominciare a ricordare, non va bene scavare nei nostri ricordi che ancora, dopo tanto tempo, ci fanno male.
Nina si fa improvvisamente seria.

 
“Ho cercato di dimenticare quello che è accaduto tra di noi.”- sospira piano. –“Dovresti farlo anche tu.”

 
E capisco finalmente il suo atteggiamento, quello di nascondersi dietro un muro, proprio come sta facendo adesso.
Ha dimenticato e non vuole far emergere quello che c’è stato e va meglio così, non possiamo perderci tra i ricordi che ci fanno del male, che ci distruggono.

 
“Hai ragione, dovrei.”- le rispondo.

 
Si volta dall’altra parte, dandomi le spalle e non parliamo più, fino all’alba.













 
 

                                                                               * * *
 











                                                                                                                                                                                    28 agosto 2022.



“Non potevate chiamare qualcuno?”- ci domanda Julie portandosi le mani tra i capelli. –“Poteva succederle qualcosa di grave.”
 

Indica Nina che sta dormendo sul divano. Julie ci ha trovato circa mezz’ora fa addormentati nello studio.
 

“Per la millesima volta Julie”- mi passo una mano tra i capelli. –“Il cellulare di Nina era sul suo camerino e il mio era scarico.”
“Va bene, l’importante è che non sia successo nulla di grave. Candice ha appena chiamato Alex, sarà qui a breve e porterà Nina a casa.”- mi dice.
 

La fisso accigliato.
Potevo portarla a casa io, non ho nessun problema. L’ho vegliata per tutta la notte, potevo portarla anche a casa senza nessun problema.
 

“Potevo portarla anche io a casa, non c’era nessun problema.”- le dico infatti.
 

Mi fissa per qualche istante, indecisa se darmi o meno una risposta.
 

“Meglio di no.”- dice infatti incerta.
 

Annuisco stranito e me ne vado, con qualche dubbio in più nella testa.

 

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*Looch: soprannome che Ian ha dato a Nina anni fa :) Avevo detto che avrei aggiornato più spesso, ma… Ritiro quello che ho detto. Mi dispiace, davvero, ma i professori si sono inventati verifiche su verifiche con decine di pagine alla volta e beh… L’ultima verifica che ho è il sette giugno, non dico altro u.u
In più ho ancora partite e tornei, spero comunque di non far passare tanto tempo tra un aggiornamento e l’altro :’)
Diciamo che ho adorato scrivere questo capitolo, in modo particolare il flashback. Ian e Nina vicini e, soprattutto, stavano ancora insieme. Non vi dico che nostalgia che mi è presa scrivendo quel pezzo, non potete nemmeno immaginarla, tanto che volevo farli riappacificare subito, ma… Ma non posso xD
Lo so, sono cattiva, e mi merito tutte le cattiverie che volete, ma sono troppo contenta per il 10 nella versione di latino che potrebbe cadermi in testa anche un meteorite che non lo sentirei –ok, forse quello no ahahahahah
Vorrei ringraziare le ben 11 ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e… Siete fantastiche, stiamo riprendendo i ritmi dell’inizio e non potrei esserne più felice, voi non sapete quanto conta per me il vostro parere ed è quello che mi fa andare avanti.
Volevate che fosse Ian ad accompagnare a casa Nina? Eh invece… Lo so che fremete per l’incontro tra Ian e i gemelli –che vi posso assicurare arriverà a breve– l’ho già scritto ed è una situazione particolare che spero piacerà, ma non potevo inserirla qui J
Quando la leggerete capirete ^^

Per quanto riguarda l'ultima puntata di The Vampire Diaries... Dire che sono rimasta allibita è dire poco... Era da giorni che girava la storia del "sonno profondo" e mi rifiutavo di crederci perchè lo ritenevo abbastanza infantile/stupido ebbene... E' accaduto veramente >.< A molti sarà piaciuta pure l'idea, almeno Nina ritornerà -se e quando ritornerà- ma lo stile "Bella Addormentata" non mi è piaciuto tanto, si sono parati il fondoschiena ecco. Preferivo una fine più degna per Elena anche perchè, visto le recenti interviste, avremo il nostro finale Delena -sottolineo sempre se lo avremo- fra cinque anni come minimo visto che vogliono andare ancora tanto avanti!
Ho apprezzato l'intervista di Paulino (*---*) che ha detto che non farà il vampiro ancora a lungo e che senza Nina non sarà più lo stesso, almeno lui ha ammesso la realtà!
Tornando alla puntata... Non mi è piaciuta troppo, anche se ho pianto dal primo all'ultimo secondo. Magistrale il lavoro di Nina e Matt Davis -alias il nostro Rick- che sono stati quelli che mi hanno fatta soffrire di più. Nina inoltre si è messa a pubblicare certe foto... Sapete a quali mi riferisco? Lei e Ian, mi pare ovvio! Ma quanto belli erano tutti pieni di torta? Nina, però, ci ha fatto del male, tanto male u.u
Quindi non sono stata molto soddisfatta del finale, vabbeh, tanto per me TVD è finito con la sesta, vedrò se continuare o meno, ma sono propensa sul no :')
Avete visto la vacanza di Nina? Mi sono divertita un sacco a vedere quelle foto e a vederla così felice ahahahah Una cosa: povera Lynx! Credevo che solo mio fratello potesse essere così fuori di testa da portare il gatto in giro con il collare e tutto il resto ma mi sono ricreduta.
Ora devo andare, alla prossima <3
  
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