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Autore: _miky_    20/05/2015    6 recensioni
Sequel di “Ci sei stata sempre e solo tu”.
Sana e Akito dopo non poche difficoltà sono finalmente riusciti a dichiararsi e a trovare il loro giusto equilibrio.
Ma come in tutte le relazioni dovranno affrontare nuove sfide, nuove gelosie e nuovi problemi.
Riusciranno a rimanere uniti e a superare gli ostacoli che il futuro gli riserverà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Nuovo Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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CAPITOLO 40 ● NON È MAI TROPPO TARDI… O FORSE NO?
 

Sana dopo aver visto la figura di Akito scomparire dietro la porta del bagno si voltò verso il comodino in cui vi era appoggiato il suo telefonino; illuminò lo schermo e notò una piccola busta lampeggiare in alto a sinistra. Era un messaggio di sua mamma che come ogni mattina le aveva inviato il buongiorno accompagnato da un “come stai? Ti voglio bene”. Con un piccolo sorriso le rispose digitando velocemente i tasti presenti sul suo telefonino, poi alzandosi dal letto, si diresse verso lo specchio appeso al muro. In questo breve percorso notò che il ginocchio le faceva ancora un po’ male ma in compenso aveva smesso di zoppicare, molto probabilmente con il giusto riposo il dolore le sarebbe passato presto.
Legandosi i capelli con una semplice coda si avvicinò verso la sua valigia così da poter scegliere i vestiti che avrebbe indossato quello stesso giorno, optando così per un caldo maglioncino color panna abbinato a dei comodi leggins marroni. Doveva ammettere che Akito aveva fatto proprio un bel lavoro nel prepararle la valigia, non lo avrebbe mai immaginato.
Appoggiando i vestiti sulla scrivania, ripensò alla richiesta di quest’ultimo.
Cosa avrebbe desiderato fare? Sicuramente non litigare. Non avrebbe retto un’altra giornata basata sull’ignorarsi o sul rispondersi freddamente.
Il suo sguardo proprio in quel momento incrociò il telefono fisso posto sul comodino e, senza pensarci ulteriormente compose rapidamente il numero della reception.
Aveva a disposizione circa dieci minuti prima che la sua richiesta comunicata all’operatore venisse esaudita, così si preoccupò di riordinare il campo di battaglia creatosi con il loro arrivo. Per natura Sana non riusciva ad essere ordinata e con il fatto di trovarsi in vacanza questo fattore era decisamente peggiorato. Un navigatore sarebbe stato davvero utile. Quante volte Rei l’aveva rimproverata durante i loro viaggi di lavoro… “Non ti vergogni a mostrare agli operatori dell’Hotel il tuo grado di disordine?!” oppure “Verrà il giorno che ti servirà qualcosa e allora ti pentirai di non essere stata ordinata come ti avevo ribadito!”.
Rise nel ricordare ciò, soprattutto perché il suo manager era il primo a creare caos nei momenti di maggior panico. Doveva ammettere che un po’ le mancava lavorare all’estero ma ormai aveva capito che la sua vita era lì in Giappone. Non avrebbe più avuto né la forza né il coraggio di abbandonare nuovamente le persone che amava. Il suo posto era lì, accanto ad Akito, alla sua famiglia e ai suoi più cari amici.
L’improvviso bussare della porta la distolse dai suoi più intimi pensieri e con un sorriso andò ad aprire al cameriere così da potergli far compiere il suo lavoro. Sul vassoio, come da lei richiesto, vi era una ricca e sostanziosa colazione composta da un paio di brioches accompagnate da due pezzetti di torta; due cappuccini e una piccola brocca di succo di frutta. Forse aveva leggermente esagerato, ma lei amava le colazioni degli hotel così buone e piene di prelibatezze diverse. Inoltre non poteva sapere cosa Akito avrebbe gradito mangiare, così aveva deciso di risolvere il problema in questo modo.
Salutando educatamente il cameriere chiuse la porta dietro di sé per poi sedersi sul comodo letto ad aspettare ansiosamente il suo ragazzo. Mamma mia, quanto era lungo a prepararsi? Non ci aveva mai fatto caso! E poi dicevano che era lei quella che viveva in bagno.
Non riuscendo più a resistere, un po’ per tentazione e un poco per fame, addentò un cornetto alla crema nello stesso istante in cui l’immagine di Akito ricomparve dal bagno.
“Puoi andare in bagno se vuoi…”
“Accidenti Hayama!” esclamò appoggiando immediatamente la brioches e pulendosi velocemente con il dorso della mano “Mi hai spaventata!”.
“Che stai mangiando?” si avvicinò curioso a lei “Hai ordinato la colazione in camera?”.
“Si… Ho pensato che fosse una cosa carina… Spe-spero non ti dispiaccia…”
“Figurati!” le rispose sedendosi dietro di lei e avvolgendola in un affettuoso abbraccio mentre assaggiava un pezzo di torta “Certo che potevi anche aspettarmi. Sei sempre la solita golosona Kurata!”.
“E tu da quando sei così lungo in bagno?” gonfiò le guance offesa “Non arrivavi più!”.
“Ora Kurata non vorrai dirmi che non si può più stare in bagno tranquilli!”
“Ma se tu sei il primo a stressarmi quando ci sto troppo!” ribatté la ragazza riprendendo a mangiare la sua brioches alla nutella “Aki assaggia! È buonissima!” affermò cambiando di colpo discorso e avvicinandogli il cornetto alle labbra.
“Mmm… Non male!” gli rispose fregandogli dalla mano l’alimento.
“No! Dai, Hayama! Ridammelo!” esclamò allungandosi verso di lui che cercava di spostarsi dalla presa di lei.
“Non fare la sanguisuga!”
“E tu ridammi la mia brioches! Dai Hayama ti ho detto di assaggiarla, non di mangiarla tutta!”
“Troppo tardi!” ghignò il ragazzo mangiandosi anche l’ultimo pezzo rimasto.
“Ti odio!” affermò Sana ritrovandosi inspiegabilmente distesa sopra di lui.
“Non è vero…”
“Invece si!” gli rispose convinta guardandolo negli occhi “Chiedimi scusa!”.
“Non fare la bambina Kurata!” sorrise Akito slegandole i capelli e indossando automaticamente il suo elastico “Lo sai che non ti chiederò scusa per questa cosa!”.
Sdraiati uno sopra all’altro si erano ritrovati a guardarsi negli occhi come non succedeva ormai da qualche tempo. Nei loro sguardi si poteva chiaramente intravedere l’amore che entrambi provavano l’uno per l’altra ma che purtroppo in questo ultimo periodo sembrava essersi nascosto dietro a qualcosa di più maestoso. Le loro labbra intanto come guidate da una forza superiore formulavano naturali frasi di botta e risposta proprio come erano soliti a fare.
La mano di lui dopo aver ravviato una lunga ciocca color ramato dietro all’orecchio di Sana scese morbida seguendo ogni centimetro del suo viso imbarazzato che decise di distogliere lo sguardo.
 
Tu sei la luce, tu sei la notte.
Tu sei il colore del mio sangue.
Tu sei la cura, tu sei il dolore.
Tu sei l’unica cosa che voglio toccare.
Non immaginavo che avrebbe significato così tanto!
Tu sei la sensazione, non mi interessa.
Perché non sono mai stata così bene.
Seguimi al buio.
Lasciati portare oltre i nostri satelliti.
Puoi vedere il mondo che ti ha portato alla vita?!
Così amami come fai, amami come fai.
Toccami come fai.
Cosa stai aspettando?*
 
Solo quel semplice contato aveva provocato lungo il corpo di Sana piacevoli brividi non provocati stranamente dal freddo. Il suo sguardo nel frattempo si era nascosto dietro al ciondolo che Akito portava ogni giorno al collo e, ancora come se fosse ieri, poteva ricordare quella lontana serata trascorsa in parte sul suo letto in cui aveva visto per la prima volta quella collana.
 
“Guarda c’è anche la S di Sana!” esclamò indicando la sua lettera iniziale.
“Giusto ma se seguo te mi perderò di sicuro!” commentò con un ghignò.
“Questo è poco ma sicuro… Ma sai, a volte è meglio perdersi” rispose Sana guardandolo intensamente negli occhi.
“A si?” domandò curioso di conoscere il parere della sua ragazza.
“Si, perché perdersi è l’unico modo per trovare un posto introvabile… Se no tutti saprebbero dov’è!” rispose sorridendo.
“E tu sei riuscita a trovarlo?” le domandò alzandole il mento per poterla guardare meglio.
“Si… Ho dovuto affrontare non pochi ostacoli per riuscirlo a trovare ma… Poi perdendomi l’ho trovato ed è il posto più bello del mondo!” affermò abbracciandolo forte come se avesse paura di perderlo nuovamente.

 
Forse pareva una cosa assurda, ma quell’aneddoto le aveva donato la forza necessaria per incrociare in quel preciso momento gli occhi ambrati di Akito che l’avevano fatta innamorata da sempre.
Che le stava succedendo?
Lei, ragazza testarda e cocciuta, si stava forse arrendendo?
Voleva arrendersi dopo tutte le difficoltà che avevano passato per avere un futuro concreto insieme? E soprattutto, ora che avevano la possibilità di viversi voleva forse trascurarlo o lasciarlo andare al suo destino? Non cercando nemmeno di ostacolare quel vicolo che sembrava non aver altre vie di fuga? No, doveva assolutamente trovare un incrocio, delle ramificazioni per poter scegliere ancora la strada più giusta da seguire.
“Bisogna innaffiare il fiore dell’amore per conservarne la freschezza” **, aveva letto una volta su un sito di poesie d’amore. Colui che aveva scritto quella frase aveva pienamente ragione, non bisognava mai trascurare il sentimento che si provava per qualcuno perché in qualche parte del mondo ci sarà sempre un’altra persona pronta a prendere il proprio posto o comunque capace di riuscire a percepire e a notare quei piccoli dettagli che, ci hanno fanno da sempre impazzire ma che non riusciamo più a scorgere.
Entrambi avrebbero dovuto ricostruire quel ponte che sembrava stesse cedendo in tutte e due le direzioni. Lui da una parte e lei dall’altra avrebbero ritrovato ciò che ad ambedue mancava.
Immersa dai suoi pensieri, non si era per nulla accorta come il suo corpo si fosse mosso involontariamente. Esattamente come una calamita che reagiva al suo polo opposto, le sue labbra si erano unite a quelle di lui in un innocente bacio mentre la mano di lui accarezza dolcemente il dorso lasciato nudo a causa della maglietta troppo corta.
Quel gesto le provocò dei brividi lungo la schiena che si dispersero non appena la bocca di lui raggiunse il suo collo così da lasciarle una lunga scia di baci che avevano come destinazione il suo seno.
“Mi sei mancata…” le sussurrò ad un orecchio per poi posizionarsi sopra di lei.
La osservò per un attimo, notando quanto i suoi occhi avessero il suo stesso desiderio.
Dolcemente le sorrise per poi continuare a baciarla e a toglierle quei vestiti che ormai erano diventati decisamente di troppo.
Quel raro sorriso dedicatele, riempì di gioia il cuore di Sana.
Forse solo lei aveva avuto l’onore di vedere la bellissima piega che potevano prendere le sue labbra in un momento totalmente inaspettato. Inoltre, sapere che fosse stata proprio lei a provocargli quel sorriso, la rendevano sicuramente la donna più felice del mondo. Anzi, dell’universo!
Sorridendogli a sua volta lo strinse ancora più forte a lei.
Avrebbe custodito gelosamente quel ricordo.
 
So che il dolore non passerà, si.
Dimmi che non è la fine!

Non ho mai avuto intenzione di spezzarti il cuore.
Ora io non lascerò che questo aereo precipiti.
Non ho mai avuto intenzione di farti piangere.
Farò quello che serve per farlo volare.
Oh, devi tenerlo su,
Aggrapparti a ciò che senti!
Questa è la sensazione migliore
La cosa migliore, va bene!
Sto scommettendo su di noi.
So che questo amore si sta muovendo nella stessa direzione.

Hai disegnato un punto interrogativo,
Ma sai quello che voglio.
Voglio girare la carta, si
Proprio dove era prima.
Quindi cerchiamo di costruire il ponte, si.
Dal tuo lato al mio sarò quello che lo attraverserà!***
 
 
***
 
“Si può sapere dove diamine eri finito Hayama!” esclamò Tsuyoshi non appena vide Akito arrivare all’ingresso dell’Hotel in compagnia di Sana.
“Ma che stai dicendo?” rispose il ragazzo alterato per il tono insolito che aveva utilizzato il suo amico.
“È da tutta la mattina che ti cerco! Ma cosa lo hai comprato a fare il telefono se poi non lo usi?!”
“Ehm… Sarà il caso che vi lasci soli…” si intromise Sana facendo un passo indietro.
“Non avrai mica intenzione di abbandonarmi. Lo hai visto, è fuori di sé!”
“Lo so, ma sei anche l’unico che possa tranquillizzarlo! Inoltre devo fare una cosa… Spero solo che non sia troppo tardi!” spiegò la ragazza osservata dallo sguardo confuso del suo ragazzo.
Non riusciva proprio a capire a cosa si stesse riferendo.
Poteva essere troppo tardi per cosa esattamente?
Ma perché aveva il vizio di comunicare attraverso ambigui codici?
Un dizionario Sana – Akito sicuramente gli avrebbe fatto comodo ogni tanto.
“Forza, andiamo a bere qualcosa al bar!” affermò Akito interrompendo il petulante monologo del suo migliore amico con un movimento rapido che gli colpì la testa.
 
 
***
 
“Ma guarda un po’ chi si vede!”
“La Bella addormentata!”
“Ehi ragazze! Che fate lì sdraiate?” domandò Sana avvicinandosi maggiormente a loro.
“Nulla di che… Diamo semplicemente colore a queste facce cadaveriche!” rispose Hisae sdraiata comodamente su un lettino in compagnia di Aya “E tu? Che hai combinato stamattina? Non sei scesa nemmeno per la colazione!”.
“Già, che avete fatto tu e Akito?”
“Di la verità… Ci avete dato dentro! Era ora, stavate diventando abbastanza acidelli!”
Il viso di Sana raggiunse rapidamente le sfumature più accentuate del bordeaux, dire che era imbarazza era assai poco.
“Ma che razza di domande mi fate!” esclamò agitandosi da una parte all’altra.
“Non vergognarti! Siamo tutte maggiorenni ormai!”
“Ma che centra!” affermò cercando di riprendere il controllo di sé stessa “Comunque avete visto per caso…”.
“Alt!”
“Alt?!” ripeté Sana non capendo “Che c’è adesso?!”.
“Avete fatto pace quindi?”
“Ecco… In un certo senso penso di si… Lo sapete come sono le nostre tregue!”
“Bene! Ora manchi solo tu cara Aya… Quando penserai di chiarire con Tsuyoshi? Lo sai che hai una cena con lui a breve!” affermò Hisae voltandosi verso di lei.
“Non ricordarmelo!” rispose alzando gli occhi al cielo “Pure il destino mi si è messo contro!”.
“E come pensi di gestire la serata?”
“Sinceramente non ci ho ancora pensato!” mentì la ragazza.
Infatti da quando le era stato comunicato il premio vinto grazie ad una stupido gioco chiamato Tombola, non era riuscita a pensare ad altro.
Continuava a ricordare quella sera in cui tutto finì.

“Tsuyoshi…” sussurrò lentamente la ragazza cercando di fermare le lacrime che da lì a poco sarebbero scese.
“Dopo stasera… Dal tuo sguardo, dal tuo comportamento” affermò ignorando appositamente il richiamo di Aya “Ho capito che tu hai bisogno dei tuoi spazi, perciò… Ti lascio libera di capire, di scegliere e di percorrere la strada che tu ritenga giusta per essere felice”.
“Mi stai…” cercò di formulare la frase dopo un attimo di esitazione mentre le lacrime ormai premevano di scendere.
“No…” rispose abbassando lo sguardo e lasciando così uno spiraglio di speranza nel cuore di lei.
Tsuyoshi rialzò il capo in cerca dei suoi occhi, così disperati e infelici.
“Sei tu ad avermi lasciato quel giorno in cui hai smesso di credere in noi”


Perché ci si accorge dell’importanza delle persone solo quando non si ha più l’occasione di rimediare ai propri sbagli?
Aveva proprio ragione Oscar Wilde… “L’esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l’esame, poi ti spiega la lezione.”.
Avrebbe dovuto essere totalmente sincera con il suo ex ragazzo senza nascondergli le sue ansia e i suoi timori… Così forse ora non si sarebbero ritrovati in quella scomoda situazione.
Che cosa sarebbe accaduto durante la cena?
Non sapeva nemmeno se avrebbe trovato il coraggio di guardarlo negli occhi.
Che situazione di merda!
Una cosa però era certa, non avrebbe compiuto ancora lo stesso sbaglio.
Doveva assolutamente chiamare Naozumi e spiegargli ciò che stava accadendo prima che fosse troppo tardi.
“Scusate ragazze…” continuò Aya “Devo fare una cosa!”.
“Sono venuta a cercarvi proprio per questo! Sapete dirmi dov’è Alex?” affermò Sana come risvegliata dall’esclamazione improvvisa dell’amica.
“Alex?” domandò Hisae stupita da tale domanda.
“Si… Ho bisogno di parlare con lei…”
“Stamattina mi ha detto che andava a fare il percorso termale!” rispose Aya alzandosi dal lettino “Ci vediamo dopo!”.
“Sana è successo qualcosa?”
“No tranquilla Hisae… Ti spiegherò tutto appena abbiamo un po’ di tempo! Ora scappo!” rispose la ragazza allontanandosi da una Hisae allibita.
 
***
 
Ma vedila così: tu sei un uccello e voli su un ramo.
Questo ramo sembra tenere e quindi tu ti ci affidi completamente.
Poi bom, un giorno si spezza. Cadi? No, voli!
La forza è nelle ali, mica nel ramo.
Devi salvarti da solo!

“Allora hai capito?!” esclamò per l’ennesima volta Tsuyoshi seduto davanti ad una cioccolata calda “Devo cenare da solo con Aya! Ti rendi conto? Sarò – a – cena – da – solo – con – Aya!”.
“È la centoduesima volta che mi ripeti lo stesso concetto…” intervenne Akito ormai stufo dell’isterismo dell’amico.
“Prova a metterti nella mia situazione! Sentiamo… Che faresti se ti ritrovassi in una stanza da solo in compagnia di Sana?”
“A parte che non sarete da soli… Ci saranno moltissime persone in quell’ala ristoro” cercò di sdrammatizzare il ragazzo per nulla ascoltato da Tsuyoshi che infatti continuò a sfogare le sue preoccupazioni.
“Tsuyoshi guarda che non sei obbligato a partecipare!”
“Che… Che intendi dire?!” esclamò l’amico sistemandosi gli occhiali che portava dall’elementari.
“Se Aya ti ha ferito così tanto perché non provi a voltare pagina dimenticandola? Perché non provi a ricominciare una nuova vita senza di lei?”
“Ma che stai dicendo Akito! Sai meglio tu di me quanto sia impossibile ciò”
“Allora non rimanere con le mani in mano a rimuginare sempre sulle stesse cose! Prova a capire cosa esattamente è andato storto. Devi trovare il coraggio di chiederle cosa voleva dirti quella sera in cui vi siete lasciati. Ma provaci davvero… Altrimenti lascia perdere in principio. Non puoi vivere di rimpianti perché il passato non si può cambiare purtroppo… Goditi il presente e cerca di costruirti un futuro in cui tu possa essere felice indipendentemente da chi ti circonda.
“Ma Akito…”
“Io ho provato molte volte a dimenticare Sana, ma tutte le volte ho fallito miseramente… O forse ho solo capito quanto contasse lei per me. Quanto volessi che facesse davvero parte della mia vita senza più incomprensioni o prese in giro. Quando l’ho rivista per la prima volta in quel bar dopo cinque lunghi anni ho subito pensato a quanto fosse stupenda. Ti sembrerà strano, ma era come se l’avessi già perdonata da tutti gli errori che aveva commesso. Lei era lì, era ritornata! Non permetterò a nessuno di rovinare ciò che siamo finalmente riusciti a costruire!”

Cammino lungo la tua via
E il tempo sai non passa mai.
Lontano da te la vita non è facile.
Nel mio silenzio resterò
E finché respiro non avrò
Ti aspetterò io sarò qui se tornerai.
E poi sarai
Davanti a tutto tu.
Combatterò per dirti che io credo in noi
Perché per me lo sai sei musica nell’anima
E insieme a te non cadrò.
È per te che non mi stanco un attimo di vivere.****
 
***
 
Velocemente Sana si diresse verso il piano sotterraneo in cui si trovava il reparto estetico che offriva l’Hotel. Doveva assolutamente parlare con Alex, cercare di capire perché le aveva fatto quell’ambigua domanda quel pomeriggio in cui era immediatamente scappata non appena aveva saputo che Akito aveva raccontato a lei un suo aspetto privato.
Ancora oggi non era per nulla d’accordo con la decisione presa dal suo ragazzo anche se doveva ammettere che dopo averci riflettuto a mente fredda, c’erano alcuni dettagli che non le tornavano. Doveva esserci qualcosa sotto a tutta questa storia. Qualcosa che avrebbe dovuto scoprire da sola…
Certo, detto così risultava come se volesse raggiungere un proprio scopo personale ma in realtà dopo il discorso affrontato con Akito voleva semplicemente provare a dargli retta. Provare a conoscere Alex senza presunzioni, sperando vivamente che non fosse troppo tardi.
Non appena le porte dell’ascensore si aprirono, rimase non poco stupita nell’incontrare Marco in compagnia di Lucas.
“Siete andati dall’estetista?!” domandò stupita immediatamente Sana.
“Oh ciao Sana! Si, abbiamo fatto le sopracciglia!” rispose allegro Lucas.
“Caspita! Le hai più belle delle mie!” affermò avvicinandosi al suo viso per osservarle meglio "Questo fatto mi preoccupa!”.
“Non so se prenderlo come un complimento…”
“Buongiorno Rossa!”
“Marco… Ci-ciao!” arrossì immediatamente Sana ripensando agli ultimi avvenimenti accaduti.
“Vedo che stai meglio…” le disse osservandole il ginocchio.
“Si… Mi fa meno male per fortuna!”
“Beh vi lascio parlare da soli!” si intromise Lucas salendo in ascensore.
“Vengo con te!”
“No! Aspetta Marco… Ho bisogno di parlarti!” affermò Sana bloccando il ragazzo per un polso mentre le porte dell’ascensore si chiudevano davanti ad un’espressione beffarda di Lucas “Ti ringrazio… Il braccialetto è davvero meraviglioso… E non sai come sono contenta di sapere che tu mi abbia regalato una cosa che nemmeno avevo chiesto. Lo hai capito semplicemente dal mio sguardo. Poi il modo con cui me lo hai donato… Beh è stato incredibilmente sorprendente! Ma questo penso che tu lo sappia già… Infondo è una tua dote! Purtroppo però non posso indossarlo perché il suo significato è troppo profondo e magico. Non è giusto sia nei tuoi confronti che in quelli di Akito…”.
“Avete fatto pace?”
“Si… Diciamo di si. Abbiamo parlato un po’ e voglio provare a fidarmi di lui. Se dice che tra lui e Alex non c’è nulla devo credergli altrimenti non avrebbe nemmeno senso stare insieme. In un rapporto ci deve essere fiducia e sincerità…”
“Spero solo che tu non rimanga delusa in futuro…”
“Non fare quel faccino Marcolino! Dai, fammi un sorriso!” esclamò Sana alzandogli la ruga del sorriso.
“Non trattarmi da bambino!”
“E va bene… Però stavolta sono io ad avere una sorpresa per te!” sorrise Sana premendo il tasto dell’ascensore e decidendo di conseguenza di parlare con Alex in un altro momento.
In fondo si stava rilassando e non era giusto disturbarla.
O forse era solo una scusa?
“È da un po’ di giorni che ci penso e credo che sia un’idea geniale! Potremmo girare un video per la tua audizione all’Accademia! Un video il cui mostri la tua vita… Insomma mentre canti, ridi, scherzi con naturalezza. In cui fai conoscere il tuo vero te! Sono sicura che non potranno rifiutarti, tu sei un ragazzo speciale… Illumini il cuore di tutti semplicemente con un sorriso!”
“Ma non il tuo…”
“Soprattutto il mio!” lo corresse Sana abbracciandolo amichevolmente.
“Ma non come io vorrei!” le disse mentre Sana staccandosi dalla stretta gli lanciò un’occhiataccia compresa immediatamente da Marco “Ok ok Rossa… Potresti uccidere con quello sguardo e ciò non deve accadere perché altrimenti il mondo non conoscerà una star!”.
“Ma finiscila!” rise la ragazza uscendo dall’ascensore “Avanti andiamo a prendere la videocamera!”.
“Basta che poi non ti penti!”
“Perché mai dovrei pentirmi?”
“Perché potrei superare di gran lunga la tua fama!”
“Sei sempre il solito esaltato!” sorrise Sana dandogli un buffetto sul braccio.
 
 
* Ellie Goulding – Love me like you do
** Henrik Ibsen
*** Olly Murs feat Demi Lovato – Up
**** Paolo Meneguzzi - Musica
 
 
SPOILER:
“Scusami!” urlò all’improvviso Sana raggiungendola “Volevo chiederti scusa per l’altra settimana… Mi sono comportata da vera immatura!”.
“Come vuoi…” affermò continuando a camminare incurante.
Non aveva alcuna voglia di affrontare un discorso già concluso in partenza.
Aveva capito perfettamente il comportamento di Sana: non voleva che qualcuno si intromettesse nei suoi affari privati. Aveva chiaramente compreso il concetto.
“Se vuoi possiamo riprendere il discorso…” continuò osservando le scale per non cadere da esse “L’altra volta mi hai preso alla sprovvista e non pensavo che Hayama avesse raccontato a qualcuno di me e della mia madre biologica. Sai, non mi è mai piaciuto parlare di me e dei miei problemi però se hai bisogno di qualche consiglio… Beh io sono qui!”.
“Non mi interessa!” esclamò Alex alzando gli occhi.
“Oh… Sei sicura? Perché ripensandoci l’altra volta mi eri sembrata preoccup…”
“Non voglio sapere nulla!” si voltò alterata verso Sana “Dopotutto non siamo così diverse… Ad entrambe non piace parlare della propria vita privata perciò fatti gli affari tuoi come hai fatto quel giorno!”.



Buonasera ! ^.^
Avete visto come sono stata brava?
Il prossimo capitolo è già pronto, sono riuscita a stenderlo facilmente! Ohh che bellezza *.* Spero che anche quello dopo sia così !! Vorrei tornare ad aggiornare quotidianamente... Nagari ogni 2/3 settimane... Speriamo di farcela!
Che bello settimana prossima scuola finita!! Come sono contenta, quest'anno è proprio volato! ;)
Comunque... Che ve ne pare del capitolo?
Sana e Aki hanno un loro momento molto love... Non potete capire come mi sentivo soddisfatta mentre lo scrivevo, perchè finalmente dopo tantissimo tempo sentivo Sana e Akito ancora miei *.* Poi quelle due canzoni hanno contribuito all'ispirazione!
Amo anche il pezzo in cui confida a Tsuyoshi i sentimenti che ha nutrito per Sana il giorno in cui l'ha visto in quel pub dopo cinque lunghi anni (per chi non lo sapesse è un ricordo tratto dalla mia prima FF).
Vi informo subito che il prossimo aggiornamento si baserà principalmente sulla cena tra Aya e Tsu e, come noterete dallo spoiler, Sana e Alex avranno uno scontro!
Era ora che quelle due ragazze si parlassero! Spero solo di non aver fatto un buco nell'acqua!
Inoltre come avrete potuto vedere ho inserito un immagine, in cui vengono mostrati Akito e Sana... O almeno a come io me li immagino... Spero vi sia piaciuta!! ;) Cercherò di inserire un immagine sempre per ogni capitolo in modo tale da mostrarvi il volto di ogni songolo personaggio... Spero che apprezzerete questa idea e che non sconvolga troppo l'idea che avete dei personaggi!
Ora vi saluto!!
A presto!
Un bacione e grazie di cuore a tutti per seguirmi sempre!!

Miky

 
  
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