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Autore: firewalkwithme_2_53    21/05/2015    2 recensioni
La seconda guerra magica è finita già da qualche anno quando Draco Malfoy si trova a dover intraprendere un viaggio alla ricerca di qualcosa da cui dipende il futuro del suo Mondo, della sua famiglia, della sua stessa vita. Ad aiutarlo nell’affrontare i pericoli della Montagna Nera e gli sconosciuti nemici che vogliono il suo fallimento, ci sono alcune “serpi” che conosciamo bene e anche una presenza decisamente indesiderata.
Dal testo:
“E’ per questo che ti ho fatto venire qui con tanta urgenza.” Lucius era tornato ad accomodarsi poggiando la schiena senza smettere di fissare suo figlio neanche per un attimo.
“Impossibile.” Il giovane Malfoy aveva di nuovo scosso il capo, alzandosi con impeto dalla sedia.
“Niente è impossibile.”
“Sì, se mi chiedi di trovare un mago scomparso anni fa! Un pazzo assassino che, stando a quello che dici, sta decimando coscientemente il nostro Mondo, come se non bastasse il resto dei crimini di cui si era già macchiato prima.”
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Gregory Goyle, Hermione Granger, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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1. Chi non ha passato non ha più neanche un avvenire, ti pare? (La storia infinita - Michael Ende)

I passi dei quattro maghi risuonavano con tremenda decisione nei corridoi spaziosi e poco illuminati del secondo livello del Ministero della Magia e chiunque si imbattesse nella loro strada trovava del tutto istintivo spostarsi per lasciarli passare, abbassando persino gli occhi come se anche solo azzardandosi a guardarli si rischiasse seriamente per la propria incolumità.

La cosa aveva fatto sorridere di boria il capofila di quella processione, così inusuale per quei luoghi, che si era fermato solo quando era stato raggiunto da un mago diversi anni più giovane di lui, tarchiato e con il collo taurino che non rendeva affatto giustizia alla camicia bianca e costosissima che indossava.

“Finalmente siete arrivati! Tuo padre ti sta aspettando nel suo ufficio ed è piuttosto impaziente.”

“Abbiamo fatto il prima possibile.” Draco Malfoy aveva già ripreso a muoversi a passo svelto, salutando il ragazzo con uno scattoso e poco garbato cenno del capo. “Piuttosto dimmi, Lionel, sei riuscito a capire il perché di questa improvvisa convocazione così urgente?”

“No. Il signore tuo padre ha espressamente detto che avrebbe parlato solo con te.” Il giovane mago aveva cominciato ad avere un po’ di fiatone ed era inciampato nei suoi stessi piedi nella sua foga di seguire Malfoy.

“Attento Tiger: se cadi rischi di bucare il pavimento e ritrovarti direttamente nell’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti Babbani che sta proprio sotto di noi.”

“Beh, almeno riuscirebbe finalmente a sverginare qualcosa che non sia la sua mano!”

“Su, non siate così cattivi con il povero Lionel.” Draco aveva sorriso, riprendendo senza convinzione Goyle mentre gli altri compagni, Nott e Zabini, si limitavano a sghignazzare sonoramente per la battuta poco carina propinata al giovane fratello del defunto Vincent Tiger, che ora aveva il viso rosso e imbronciato.

Nel momento in cui i cinque maghi si erano arrestati davanti all’imponente porta di noce su cui erano incisi due grandi serpenti in posizione di attacco, però, le loro espressioni erano completamente cambiate e un silenzio pesante era improvvisamente calato a placare qualsiasi barlume di possibile buonumore o disappunto.

Malfoy aveva bussato tre volte, poi altre tre, ed era rimasto in attesa. Soltanto nel momento in cui la porta si era aperta, apparentemente da sola, aveva lanciato un’occhiata alle sue spalle ed era entrato nell’ufficio di suo padre. Da solo.

Lucius era seduto dietro la sua grande scrivania e sembrava così concentrato a firmare una serie di pergamene da non essersi neanche accorto della sua presenza. Ovviamente non era così.

“Alla buon ora.” Ecco che, infatti, il mago riprendeva il giovane figlio con tono glaciale.

Draco, a quelle parole di rimprovero, si era mosso all’interno della stanza. “Novità sull’antidoto?”

Lucius aveva finalmente alzato gli occhi dalle carte davanti a lui e li aveva fissati in quelli grigi di suo figlio. Così simili ai miei eppure così diversi, aveva pensato all’istante. Le dita sottili avevano lasciato la piuma verde-oro, utilizzata fino a quel momento, e si erano intrecciate a quelle della mano opposta mentre la schiena si poggiava con tutta lentezza all’alto schienale della seduta.

“Vedo che vai subito al nocciolo. Come sempre ormai.” Un ghigno lieve, velato di soddisfazione, si era disegnato sul volto di Lucius ma solo per un attimo, poi pensieri più urgenti si erano affollati nella sua mente e il viso era tornato una maschera senza emozioni. “Dopo tante fatiche, sono felice di informarti di essere riuscito a scoprire CHI ha creato il Virus e, di conseguenza, ha il suo antidoto.”

Il Virus.

Draco ricordava come se fossero passati pochi giorni, invece di anni, il momento in cui aveva sentito parlarne per la prima volta: stava mangiando in silenzio, come ogni sera, al lungo tavolo dei suoi genitori, quando urla e pugni che battevano pesantemente contro la porta principale li avevano messi in allarme. Lucius, deciso a vedere chi osasse disturbarli, si era avviato per primo, bacchetta sguainata nella mano e sguardo di chi fosse già pronto a scagliare una Maledizione Senza Perdono; Narcissa, invece, spaventata dal baccano aveva trattenuto suo figlio qualche passo indietro. Appena la porta era stata aperta il vecchio Mulciber era entrato nel Manor come un ciclone e si era attaccato all’abito nero del padrone di casa, pregandolo di aiutarlo e vaneggiando (o quanto meno farfugliando) riguardo ad una strana malattia che aveva colpito la sua amata figlia trasformandola in un’orrenda Magonò. Un’onta per qualsiasi famiglia Purosangue per bene, ovviamente.

Da allora molti erano stati colpiti da quella stessa malattia, soprannominata ormai da tempo il Virus, dato che l’unica cosa certa che si era scoperta al suo riguardo era che si trattava di un virus appunto, un parassita capace di infettare i maghi e le streghe che vi entravano in contatto con un’incidenza i cui numeri avevano cominciato ad essere da subito allarmanti. Da quel momento in poi era scoppiata una sorta di psicosi, per cui chiunque si pensava fosse stato contagiato dal parassita veniva messo in quarantena, bandito dal Mondo Magico e, spesso, abbandonato al proprio destino di Magonò per evitare che infettasse altri.

Solo grazie a questa linea durissima di espulsioni, proposta e caldeggiata da Lucius Malfoy stesso presso il Ministro, il Virus aveva rallentato il terribile contagio. Ed era stata poi la paura di essere completamente sterminati, dal punto di vista magico quantomeno, che non aveva fatto abbandonare la tremenda strategia neanche quando alcuni tra i più famosi Pozionisti viventi avevano cominciato a pubblicare pergamene su pergamene per dimostrare che, dopo un ragionevole periodo di tempo, il passaggio dell’infezione non era più possibile.

“Mi sembrava di aver capito che le ultime fonti del Ministero avessero confermato il fatto che si tratta di un parassita ‘naturale’.” Draco si era seduto con il viso contratto dai ragionamenti che si rincorrevano nella sua testa.

“Le ultime fonti ufficiali.” Lucius aveva sottolineato la parola quasi con un sibilo divertito. “Sono solo notizie che si danno in pasto ai giornalisti e ai maghi comuni per farli stare tranquilli. ‘Il Virus è del tutto naturale’. ‘I nostri Pozionisti hanno già trovato un modo per isolare il parassita’. ‘Pochi mesi e le ricerche ci daranno il modo di porre finalmente fine all’epidemia’.” Il mago aveva ripetuto solennemente alcune tra le informazioni che venivano ripetute continuamente sulle riviste magiche, scuotendo il capo. “Semplici placebo per sciocchi creduloni!”

“Allora, secondo te, chi c’è dietro questo massacro magico? E tu come fai ad essere così sicuro di averlo capito?”

“Perché è un sospetto che avevo da tempo, ma solo oggi ho avuto le prove che quello che pensavo fosse esatto.” Lucius Malfoy si era sollevato in tutta la sua statura e si era voltato verso il quadro alle sue spalle. Il giovane dai capelli albini e lo sguardo fiero lì ritratto aveva storto il naso in chiaro segno di sdegno e poi si era spostato oltre la cornice, scomparendo alla loro vista per lasciare che il mago sussurrasse parole incomprensibili e la tela lasciasse trasparire una fenditura dietro di essa, abbastanza grande da contenere decine di rotoli di pergamena e di boccette dal dubbio contenuto. “Ho qui la confessione rilasciata questa mattina stessa da una mia vecchia compagna, di cui sicuramente ricorderai qualcosa essendo anche stata una tua insegnante: Alecto Carrow.”

Draco prese i fogli che gli passava suo padre da oltre la scrivania senza nascondere una certa contrarietà. “Ma la Carrow è rinchiusa ad Azkaban da anni.”

“Esattamente.” Lucius aveva annuito mentre tornava comodamente seduto e il quadro alle sue spalle accoglieva nuovamente il bel giovane elegante e corrucciato.

“Ma allora come hai fatto a…”

“Non fare domande a cui non posso rispondere, Draco.” I due si erano scambiati un lungo sguardo. “La cosa importante è quello che c’è scritto in quelle confessioni: la Carrow era molto apprezzata dal Signore Oscuro ed era a conoscenza, insieme a pochi altri eletti, di molte cose che lo riguardavano. Compresa l’idea di diffondere un virus micidiale per la magia che gli desse ancora più potere su quelle povere menti indifese dei piccoli maghi che si fossero ostinati a non seguire subito la sua grandezza.”

“Ma il Signore Oscuro è stato sconfitto. Ed è morto.” Il giovane Malfoy si era azzardato di ricordare a suo padre, lanciato evidentemente in una delle sue nostalgiche (e privatissime) riflessioni.

“Ovvio.” Lucius aveva annuito dopo un istante. “Ma non le sue idee. Alecto è, o per meglio dire era, che Salazar la abbia in gloria, più che certa che qualcuno avesse ricevuto dal Signore Oscuro la formula per la realizzazione del terribile virus.”

“Qualcuno…chi?” Aveva chiesto di nuovo Draco, lasciando sul piano della scrivania quelle pergamene che tanto non si sarebbe sforzato a leggere.

Lucius aveva visibilmente goduto nel tenere suo figlio sulle spine per qualche istante, poi aveva fatto il nome che tanto aveva faticato ad ottenere. “Antonin Doholov.”

Il giovane Malfoy conosceva bene il mago appena nominato e il suo volto si era tramutato in una muta maschera di orrore per quello che gli ricordava. “Pensavo fosse morto nella Battaglia Finale.” Così come veniva ormai chiamata la disfatta totale del Signore Oscuro.

“In molti lo pensavano e lo pensano ancora.” Lucius si era sporto un po’ in avanti. “Nessuno ha mai visto il suo cadavere però. Il che fa ben credere che non ci sia, un cadavere.”

Draco aveva osservato suo padre e scosso il capo. “Se pure ammettessimo che Doholov è vivo e che c’è lui dietro la realizzazione e la propagazione del Virus…come possono aiutarci queste informazioni? Non sappiamo dove si trovi, il che equivale comunque a non avere niente in mano.”

“E’ per questo che ti ho fatto venire qui con tanta urgenza.” Lucius era tornato ad accomodarsi poggiando la schiena senza smettere di fissare suo figlio neanche per un attimo.

“Impossibile.” Il giovane Malfoy aveva di nuovo scosso il capo, alzandosi con impeto dalla sedia.

“Niente è impossibile.”

“Sì, se mi chiedi di trovare un mago scomparso anni fa! Un pazzo assassino che, stando a quello che dici, sta decimando coscientemente il nostro Mondo, come se non bastasse il resto dei crimini di cui si era già macchiato prima.”

“Abbiamo bisogno di quel virus, Draco. E dell’antidoto ad esso collegato. Lo sai bene quanto me.” Il tono perentorio e calmo del genitore aveva ancora un grande potere sul ragazzo, e Lucius lo sapeva bene. “Non solo per i motivi personali che conosci. Se otterremmo la formula del Virus, il Mondo Magico sarà finalmente ai nostri piedi.”

Di nuovo le sue manie di grandezza che tornano a galla pronte a distruggere tutto quello che abbiamo, aveva pensato il giovane mago. “Godiamo già di una buona posizione. Abbiamo potere, denaro, tutto quello che…”

“Sciocchezze!” Lucius era scattato in piedi, il viso livido. “I veri Malfoy non si accontentano di avere una buona posizione. Noi vogliamo la migliore possibile. Vogliamo governare e depurare questo Mondo malato, ormai sopraffatto dal nauseabondo olezzo di quei Mezzosangue che imputridiscono qualsiasi cosa tocchino. Indegni persino di servirci!” Dopo lo sfogo, il mago aveva preso un profondo respiro e raddrizzato la schiena. “Trova Doholov. Trova la formula di quel Virus PRIMA che lo faccia qualcun altro. Ritorna con un antidoto che possa salvarci e ricoprirci del potere necessario a rendere la nostra famiglia Purosangue la più grande di tutte. Fallo per te. Per me. Per tua madre.”

Evidentemente il padre sapeva bene quali tasti premere per convincere suo figlio e Draco era rimasto immobile solo pochi istanti, prima di annuire con un solo cenno del capo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Aloha!

E’ appena andato il primo capitolo di questa mia ff e spero proprio vi abbia incuriosito :) Ovviamente siamo ancora praticamente al prologo, ma ho voluto che riflettesse diversi aspetti che poi saranno un po’ il filo conduttore di tutto il racconto.

Una precisazione dovuta è che questa è una storia che vuole avere la modest(issim)a pretesa di essere concepita seguendo tutte le caratteristiche che dovrebbe avere un fantasy, non tanto per l’ambientazione (ovviamente il Mondo Magico creato dalla cara zia Rowling) quanto per tutto il resto. Punto centrale è, infatti, il viaggio che intraprenderanno i nostri ‘eroi’, poi ci saranno anche la ricerca, la magia, la lotta per il potere e, dulcis in fundo, la narrazione in terza persona. Insomma, se anche manca qualcosa (in realtà qui sarà un po’ indefinito stabilire chi sia il Bene e chi il Male, come per ogni giusta storia che coinvolga dei Serpeverde in fondo) ce la metterò tutto per restare fedele il più possibile al genere primario, sicura che mi perdonerete eventuali carenze.
Questo spiega anche, naturalmente, il perché ogni capitolo inizierà (e si intitolerà) con una citazione presa da un libro fantasy.

Due avvertimenti: 1) all’inizio la ff sarà molto Dracocentrica (si dice così? Boh io l’ho scritto comunque ;) ) e 2) il mio Malfoy è un po’ più coraggioso di quello che ci ha presentato la Rowling nei suoi libri. Ammetto di essere stata molto indecisa se inserire addirittura la nota OOC per questo, ma poi ho pensato di non farlo perché il racconto si sviluppa a qualche anno di distanza dalla guerra, Draco è cresciuto e le altre caratteristiche del suo carattere sono sostanzialmente immutate, quindi…una crescita che vada verso un adulto più maturo e sicuro di sé, alla fin fine, non mi sembra per niente out of character.
Stesso discorso vale per gli altri ‘amici’ di Draco: vorrei si tenesse sempre a mente che non hanno più diciassette anni, quindi anche i loro discorsi, le battute, i comportamenti sono più adulti, nonostante io cercherò di mantenerli per come ce li ha fatti conoscere (comunque molto superficialmente, non essendo loro i protagonisti dei suoi libri) la Rowling.

Ultima cosa (poi, giuro, mollo la tastiera) riguarda il titolo. La ff prende spunto da un film sui vichinghi (sì proprio loro, ma non ho bevuto!) che magari qualcuno di voi ha anche visto: Hammer of the Gods. Dunque NON si tratta di un capolavoro, lo ammetto subitissimo però, non so perché, mi ha colpito. Sarà stata l’ambientazione e i paesaggi meravigliosi, la crudità di certe scene, la mancanza di ogni minimo tentativo di indorare la pillola o di far sembrare i protagonisti dei supereroi meravigliosi, grossi e sempre giusti…non so, però mi ha ispirato. OVVIAMENTE non significa che ne seguirò la trama :) Si tratta pur sempre di un film che racconta di vichinghi in un mondo senza magia (ripeto: non ho bevuto!). Solo che alcune idee e qualche dialogo l’ho assorbito, modificato, rimescolato, ripensato, riadattato e revisionato per inserirlo nella ff perché mi piaceva tantissimo. Insomma, ci ho preso ispirazione (appunto) per iniziare e poi ho lasciato che la ‘creatura’ avanzasse con le sue gambe…

Mi auguro che vi appassionerete a leggere questa storia almeno tanto quanto io mi sono appassionata a pensarla e scriverla.
A presto,
B.

 

  
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