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Autore: Angel_Mary    22/05/2015    2 recensioni
“La prossima volta faccia più attenzione” e si mise a raccogliere i libri sparsi sul pavimento. James si preoccupò di aiutarla.
“Posso aiutarti?” chiese, prima di sgranare gli occhi, scorrendo i titoli dei tomi che appartenevano alla ragazza. ‘Armi permesse nei conflitti armati fra Stati’ e ‘Tecniche di reclutamento clandestino durante i conflitti armati’ risaltavano nel mucchio.
“Sei una soldatessa?” domandò incoraggiante, ma la ragazza, invece, parve non gradire la battuta, tanto che, dopo averlo fulminato con lo sguardo, rispose gelida “le sembro un soldato, signore?”
James la osservò riprendere i libri e sedersi accanto alla sua amica, la quale si stava facendo beffe di lui senza alcun problema.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Phelps, Nuovo personaggio, Oliver Phelps
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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God bless America!
 
 
Dopo essere rientrati dall’Italia, James e Marianna avevano avuto giusto il tempo di cambiare il contenuto delle valigie, prima di partire alla volta della Florida.
Lui aveva organizzato una settimana intesa, per mostrare alla ragazza tutto ciò che lui amava di quella parte degli Stati Uniti.
Quello che nessuno dei due aveva contato, però, era stata la strana sensazione che si creava tra di loro non appena uno dei due provasse a parlare dell’impiego, che avrebbe tenuto occupata Marianna nel mese di luglio; lui cercava il più possibile di evitare l’argomento, o se proprio era costretto a parlarne, non si mostrava eccessivamente entusiasta, lei, invece, sembrava essere al settimo cielo, visto che finalmente, dopo anni di studio e di duro lavoro, i suoi sacrifici erano stati ricompensati. Dopo che Marianna ebbe comunicato la notizia anche ai suoi genitori, che avevano avuto la medesima reazione di James, tra i due ragazzi non c’erano state delle vere e proprie discussioni, ma entrambi avvertivano nell’aria qualcosa, come una sorta di segnale, ma né James né Marianna se ne curarono eccessivamente. Erano entrambi troppo occupati a godersi quei momenti di apparente tranquillità, in cui si estraniavano dal mondo esterno provando a non avere pensieri per la testa, ma proprio quando entrambi avevano abbassato la guardia, il problema si mostrò per quello che era: James non era affatto entusiasta della scelta che aveva fatto Marianna.
Era l’ultimo giorno utile per poter chiarire la situazione,  visto che nel resto del fine settimana James sarebbe stato occupato tra interviste, conferenze stampa, e momenti dedicati ai fan, in cui avrebbe potuto rispondere alle loro domande.
Erano nella loro camera d’albergo ad Orlando, il giorno seguente sarebbero arrivati suo fratello, accompagnato da Anne, Evana Lynch, Robbie Coltrane, e Michael Gambon, Marianna si era chiusa in un silenzio tombale, rimuginando su quella situazione. Si era innamorata di James come se fosse stata una quindicenne, si era lasciata trasportare da quel sentimento che era cresciuto e maturato in pochissimo tempo, forse perdendo di vista gli obiettivi che si era posta quando aveva deciso di lasciare il suo Paese per inseguire i suoi sogni. Aveva sempre saputo che le sue ambizioni sarebbero sempre state incompatibili con l’idea di provare a costruire una famiglia, che i suoi genitori e James non sarebbero mai stati troppo felici delle scelte che avrebbe potuto compiere, ma lei era ben consapevole che se lui non si fosse sforzato di accettare quello che lei stava provando concretamente a fare, la soluzione sarebbe dovuta essere una soltanto. Sarebbe stata una scelta drastica, dolorosa, ma inevitabile se entrambi non si fossero venuti incontro.  
Il tutto accadde mentre Marianna, in camicia da notte, si truccava guardandosi allo specchio, osservando il riflesso dell’immagine di James, che la studiava interessato.
“Jim, sai perfettamente anche tu che non possiamo continuare ad andare avanti così.”
James si sentì con le spalle al muro, era conscio che Marianna gli avrebbe fatto quel discorso.
Lei non era come le altre.
“Non capisco di cosa tu stia parlando …” disse, cercando di sviare.
Vide Marianna sospirare, smettere di truccarsi, alzarsi e andarsi sedere accanto a lui.
“D’accordo … Allora, c’è qualcosa che desideri farmi sapere?” chiese prendendogli una mano, e stringendola. James vide l’anello di Marianna luccicare, e nella sua mente si fecero largo tutte le emozioni che aveva vissuto, quando aveva scelto quel particolare oggetto.
“Beh … sai quello che penso” rispose criptico, senza nemmeno guardarla negli occhi, non avrebbe mai ammesso ad alta voce che non avrebbe mai voluto che Marianna potesse mettersi in una situazione potenzialmente pericolosa.
“No, James. Non lo so, perché ogni volta che provo a parlarti, cambi discorso, cominci a baciarmi, come se ti dovessi lasciare domani, e a volte …” si fermò un momento, come se un grosso macigno le fosse stato lanciato addosso “sembra quasi che piangessi. Vorrei il tuo appoggio, e non dover discutere sul perché sono stata presa per un lavoro in cui ho dovuto affrontare una concorrenza spietata. Mi piacerebbe vederti orgoglioso di me e del mio operato” concluse, sincera, ma anche un po’ ferita. Erano state piccole cose a farla arrivare a quella conclusione, come frasi dette a metà, parole trattenute, e anche i baci, che in quell’ultima settimana erano stati diversi.
“Io sono orgoglioso di te, e di quello che fai …” sussurrò, pensieroso.
“Sei orgoglioso di me, ma non di quello che vorrei concretamente fare. So che non è facile stare accanto a una persona come me … ma, vorrei almeno provarci, e non gettare la spugna ancora prima di partire.”
James si sentì colpito da quelle parole, perché Marianna non riusciva proprio a capire che lui avesse paura di perderla? Perché non riusciva a capire, che certe situazioni potevano essere troppo pericolose per una giovane donna come lei? Nei giorni precedenti, mentre lei dormiva, aveva fatto un sacco di ricerche sulla guerra del Kosovo e i problemi ad essa collegati, e tutto quello che aveva trovato anziché tranquillizzarlo, faceva aumentare la sua preoccupazione.
“Pensi che il fatto che io non voglia perderti, non debba essere tenuto in considerazione? Credi davvero che passerò dieci giorni tranquilli, sapendoti da qualche parte nel Kosovo, con addosso un giubbotto antiproiettile, in un Paese dove ci sono ancora missioni militari? Beh, non puoi chiedermi di stare tranquillo, e non dirmi che non ti succederà niente. Perché, non lo sai!”
James parve prendere un lungo respiro, finalmente le aveva rivelato cosa lo opprimeva.
Marianna si sedette in braccio a lui, abbracciandolo con tenerezza: cosa avrebbe potuto dirgli?
“Amore, ascoltami, d’accordo? Non ti sto chiedendo di smettere di preoccuparti, perché lo so che è impossibile. Non ti chiedo nemmeno di provare a essere entusiasta, ci hai provato, ma non ci riesci. So che preferiresti che io mi occupassi di matrimoni, di feste, di vestiti o di trucchi … sarebbe tutto più tranquillo per te, ma anche per me. Ti chiedo soltanto di provare a capirmi: la mia strada è quella di aiutare gli altri, di provare a fare qualcosa di utile per tutti. Pensi sul serio che io non abbia mai paura?”
James poggiò la testa nell’incavo del collo della ragazza, facendosi pervadere dal profumo dei suoi capelli, e strinse di più Marianna, abbracciandola finalmente come aveva sempre fatto.
“James, io ti amo. Andrà tutto bene … ora, che ne dici se ci rilassiamo quest’ultima sera prima di dover affrontare il delirio?”
Lui la guardò negli occhi, scorgendovi speranza, coraggio, e amore.
 
 
Anne e Marianna erano sedute in prima fila, aspettando che il presentatore, sul palco, chiamasse i gemelli. Per quel pomeriggio era previsto che i fan potessero fare delle domande agli attori, e tutto il pubblico attendeva l’arrivo dei loro beniamini,  chi chiacchierando con i vicini e augurandosi di essere tra quei fortunati che sarebbero stati in grado di ricevere un autografo, o magari, una foto con uno di loro.
Marianna era molto tesa, non faceva altro che guardarsi intorno, rimanendo sempre più sbalordita di quanta gente fosse accorsa per quell’evento. Anne ridacchiava vedendo le buffe espressioni dell’amica, e ogni tanto le dava qualche gomitata per indicare qualche persona che avrebbe conosciuto, o qualche fan degno di nota.
“Mari, stai tranquilla. Noi dobbiamo solo guardare, ascoltare e ogni tanto ricordarci di battere le mani. Piuttosto, non mi hai più detto se tu e James abbiate risolto o meno” cominciò, bevendo un sorso d’acqua, e allungando il collo per provare a vedere a che punto fossero. Entrambe avevano provato a camuffarsi alla meglio, Marianna indossava un cappello texano di James che le copriva il volto, mentre Anne aveva scelto un cappello decisamente meno esilarante, ma che ugualmente riusciva a proteggerla da sguardi indiscreti.
“Si, giusto due giorni fa … ora, quello che mi preoccupa potrebbe essere solo qualche domanda inopportuna o inappropriata” disse, scrivendo velocemente un messaggio a James, il quale le inviò immediatamente la risposta.
“Lo sai già, vero, che ci saranno quel tipo di domande? Poi, visto che avete ufficializzato il tutto, ci saranno sicuramente delle insinuazioni non troppo velate … Che ha detto?” concluse indicando il telefono.
“Che stanno per uscire … e comunque, io non ho ufficializzato proprio niente!”
“Si, certo … chissà come mai, dopo otto anni, ci sono persone che credono che Oliver sia ancora single?!”
Marianna sbuffò, da un lato era contenta che James avesse voluto dire al mondo di lei, dall’altro la infastidiva il fatto di aver perso quella riservatezza di cui era molto gelosa.
Il presentatore sul palco aveva cominciato ad annunciare i nomi dei ragazzi, prima che un urlo disumano riempisse le orecchie delle due amiche.
Marianna sbarrò gli occhi, ridendo.
“Fanno sempre così?”
“Sempre” disse ridendo Anne.
 
Le domande che i fan avevano posto ai ragazzi erano state tutte piuttosto normali: quale sarebbe stato il loro Patronus, il loro incantesimo preferito, il personaggio che avrebbero voluto interpretare, il momento più divertente trascorso con i fan, e dei loro progetti futuri. Marianna aveva appena fatto un sospiro di sollievo, quando digrignò i denti nell’udire che una ragazza voleva fare una domanda solo a James. Lanciò un’occhiata al suo ragazzo, e lo vide sorridere, molto probabilmente perché già immaginava quale sarebbe stato il prossimo quesito. Marianna strinse istintivamente i pugni, già pronta ad una possibile fuga insieme ad Anne, che aveva preso le loro borse.
“Abbiamo una domanda solo per te, James” disse lo speaker, guardando la ragazza che manteneva il microfono “forza ragazza, chiedi pure!” la incitò.
“Beh … mi, anzi, ci domandiamo come mai tu abbia deciso di cominciare a condividere con noi la tua vita privata. Mi spiego meglio … Tom non ha mai avuto problemi a parlare delle sue cose private … mentre tu e Oliver, non vi siete mai espressi … cosa ti ha spinto a far ciò?”
“Grazie ragazza, ottima domanda! Mi hai tolto le parole di bocca!” esclamò contento lo speaker, mentre sorrideva all’indirizzo di James “e io aggiungo la mia domanda intrisa di curiosità. Non è che per caso la tua dolce metà è in stato interessante?”
James sgranò gli occhi … possibile che certe persone fossero così sfacciate?
Marianna ringraziò mentalmente James per averle prestato quel cappello, sentiva di avere il viso bollente, Oliver era scoppiato a ridere, seguito a ruota da Michael, che aveva cominciato a borbottare, mentre Evana scuoteva leggermente la testa. Anne aveva preso la mano dell’amica, provando a calmarla.
James era arrossito, anche perché stava per addentrarsi in un campo minato. Lui e Marianna avevano chiarito appena due giorni prima, non aveva voglia di dover affrontare un discorso piuttosto complicato,anche perché né lui né tanto meno lei avevano intenzione anche solo di sfiorare con il pensiero delle idee simili.
 “Avanti, James … rispondi!” cinguettò Oliver.
“Ehm, bene. Attualmente non stiamo per diventare genitori, a meno non ci siano cose che non so” e volutamente James lanciò un’occhiata a Marianna, che gli sorrise di rimando “… e questo lo dico sia per i miei, che per i genitori della mia ragazza, che è qui presente. Ho deciso di rendere pubblica questa relazione, perché la reputiamo entrambi importante, e non vedo il motivo per il quale non debba condividere, nel limite del possibile, questa cosa con voi …” disse, cercando di non incontrare lo sguardo di Marianna, che ne era sicuro, era pronta ad una sommossa.
“E ti piacerebbe diventare padre, James? In fondo, sarebbe divertente vedere un piccolo Weasley crescere!” aggiunse lo speaker, contento di poter fare quello che amavano di più tutti i giornalisti: spettegolare.
James si morse la lingua, sapeva che Marianna non avrebbe avuto problemi nel lanciargli una scarpa, e di prenderlo a testate, ma era obiettivamente complicato rispondere diplomaticamente a quella domanda.
“Si, ma non in questo momento. Credo che la mia ragazza non sia troppo d’accordo. Forse in futuro potremmo prendere in considerazione la faccenda.”
Marianna tirò un sospiro di sollievo, prima che Anne le si avvicinasse e le sussurrasse “sei consapevole che avrebbe potuto rispondere con qualche battuta idiota?”
“Purtroppo, lo so.”
Marianna, però, più osservava James, più si sentiva orgogliosa di quello che avevano cominciato a costruire a piccoli passi.
 
Il week end era trascorso piuttosto serenamente, James e Oliver erano stati occupati con i loro impegni per la maggior parte del tempo, mentre le due ragazze avevano dedicato il loro tempo libero a loro stesse; ma il giorno prima di ripartire alla volta dell’Inghilterra, Oliver aveva chiesto a Marianna di poterlo aiutare a risolvere una particolare questione.
Quando Oliver rivelò a Marianna quello che aveva intenzione di fare, lei scosse la testa.
“Perché non l’hai chiesto a James? In fondo, è tuo fratello …”
“Perché è solo grazie a te se Anne ed io siamo qui, oggi” aveva ribattuto Oliver, mentre si calava meglio il cappello sulla testa e infilando gli occhiali da sole. Marianna sorrise, guardando le vetrine intorno a loro.
“Quindi James non sa nulla di quello che hai intenzione di fare?”
Oliver controllò un indirizzo sullo schermo del suo cellulare, prima di risponderle.
“Certo che lo sa, e anche lui mi ha consigliato di fare questa cosa con te …. Siamo arrivati, comunque” disse con tono glaciale, indeciso se aprire la porta del negozio o meno.
Marianna scosse la testa, spazientita.
“Senti, non abbiamo tutta la mattina, e sinceramente vorrei impiegare le ultime ore del mio tempo libero con tuo fratello … non so se mi spiego” sciorinò, prima di veder spuntare un’espressione troppo maliziosa sul volto di Oliver.
“Ollie, sappi che se proverai a insinuare qualsiasi cosa, ti assicuro che mi vendicherò su questa commissione!” berciò la ragazza, più agguerrita di prima.
“D’accordo, ma dentro cerca di essere accomodante …”
Marianna avrebbe voluto continuare a prenderlo in giro, ma in fondo era consapevole che la situazione doveva essere più complicata del previsto.  
“Perché stai esitando?” domandò la ragazza, vedendo l’espressione di Oliver tra l’indeciso e l’impaurito.
“E’ un passo importante … e se lei non volesse?”
“Non fare lo scemo. Se è tornata da te, un motivo ci sarà, Mister Ovvietà!”
 
 NdA: Si, lo so. Scusate l'indecente ritardo, ormai non mi ricordo nemmeno più quanti mesi siano passati! Tra i mille impegni quotidiani, ho dovuto mettere da parte i miei hobby. In ogni caso, spero di poter aggiornare presto - siamo quasi alla fine della storia, ormai - e che il capitolo sia stato all'altezza delle aspettative. Lo so, ho fatto di meglio e io stessa me lo immaginavo completamente diverso ... spero che siate contente dell'aggiornamento! 
Al prossimo capitolo!
Un bacio,
Angel. 
  
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