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Autore: Writer_son of Hades    22/05/2015    0 recensioni
Anni dopo la guerra contro Gea, un’improbabile semidea arriva al Campo Mezzosangue.
Il suo vero compito però, è sconosciuto ai semidei, che dovranno affrontare un’impresa nel luogo dove la realtà non è mai quello che sembra. O, molto più semplicemente, dove non esiste una realtà.
In particolare, Nico dovrà affrontare una delle sue più grandi paure: l’amore. Si sorprenderà di come l’odio si possa tramutare in passione.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Morfeo, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 My beloved monster              









                << Ehi, Jackson! Dovresti pensarci due volte prima di sfidare il figlio di Ade! >>
                << Hai per caso fatto una battuta? No, perché dalla mia montagna di torta blu che vincerò sicuramente non si sentono le tue lamentele! >>
                << Vedi come ti faccio sprofondare nel Tartaro, mezza tacca! >>
                << Sai che problema, sono già sopravvissuto una volta. >>
                << Allora farò in modo che prima di toccare il fondo, tu sia già bello che morto. >>
                << Volete cominciare a colpirvi o dobbiamo stare qui tutta la giornata?! >> sbraitò esasperata Annabeth.
Era cominciato tutto quella mattina al padiglione, mentre Nico stava seduto al suo tavolo a parlare con Hazel. Percy gli si era avvicinato e, non si sa bene come o perché, si erano sfidati a duello e quello che vinceva doveva preparare una torta blu all’altro.
Ora erano nell’arena e i sette stavano circondando i due che continuando a girare intorno con le spade alzate. Dopo il grido di Annabeth però, Nico decise di attaccare mollando un fendente alto a Percy. Ovviamente il ragazzo più grande riuscì a deviarlo piazzando un colpo all’altezza delle costole. Nico lo bloccò e lo spinse indietro facendogli quasi perdere l’equilibrio.
Nico era diventato molto più forte dopo la guerra di Gea, avvenuta ormai due anni prima e raggiungeva Percy in altezza.
Il figlio di Poseidone tornò alla carica cercando colpendo il figlio di Ade con ripetuti attacchi. Erano veloci e incredibilmente agili. Si muovevano come in una danza e nessun dei due riusciva a colpire l’altro. Andarono avanti per altri venti minuti così e nessuno dei due aveva il fiatone o dava l’idea di voler mollare l’incontro.
                << Percy! >> si sentì gridare ad un certo punto. << Nico! >>
Entrambi si bloccarono fissando dietro di loro. Edward stava correndo come un pazzo. La maglietta del Campo era a brandelli ed era tutto sudato. Appena li raggiunse si piegò mettendo le mani sulle ginocchia caprine e tra un respiro affannato e l’altro disse: << Una…..semidea >> respira. << appena…..arrivata >> respira. << siamo…...stati…..attaccati>> respira. << vuole…..Nico >>
I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte. Nico si teletrasportò con le ombre portando Percy con sé, Jason prese il volo abbracciando Piper, Frank divenne un’aquila e afferrando Hazel per gli artigli seguì il figlio di Giove nel cielo.
Annabeth guardò il giovane satiro che intanto era riuscito a riprendere il respiro regolare.
                << Mi dai un passaggio? >> chiese lanciandogli un sorrisetto.
Lui le lanciò un’occhiataccia mentre camminando usciva dall’arena.
                << Scherzavo! >> gridò raggiungendolo.
Camminarono a passo spedito fino alla base della collina, dove una cappella di semidei si era formata attorno ad una barella. Annabeth si fece spazio fra i ragazzi individuando i suoi amici. Erano tutti abbastanza tranquilli, stupiti certo, ma tranquilli. Quello che la preoccupava veramente era Nico. Era completamente paralizzato ed era sbiancato più del solito.
                << Via ragazzi! Sapete le procedure! Fate spazio! >> ordinò Chirone facendo largo fra i semidei.
                << L’avete vista? >> sentì Annabeth bisbigliare da alcuni ragazzi che se ne stavano andando.
                << È da sogno. >> concordò un altro.
Annabeth non capì. Ma si avvicinò a Will che era inginocchiato vicino alla barella.
                << Serve una mano? >> chiese al figlio di Apollo.
                << Devo portarla in infermeria, subito, ho paura che non riesca a resistere ancora per molto. >> mormorò Will con la fronte madida di sudore mentre tamponava una ferita al fianco della ragazza. Lei sussurrava sempre lo stesso nome di continuo: “Nico….Nico….Nico….”
                << Mi serve un passaggio immediato in infermeria. >> annunciò Will fermo. << Nico? >>
Il figlio di Ade era paralizzato.
                << Nico? >> lo chiamò ancora Will.
Il ragazzo lo fissò e poi balbettò qualcosa sul fatto di essere stanco e se ne andò di corsa. Jason non ci pensò due volte e si avvicinò per prenderla in braccio e volare fino all’infermeria. Will gli corse dietro.
I ragazzi seguirono il figlio di Apollo all’infermeria e cercarono di non stargli troppo attaccati mentre cercava di medicare le ferite della ragazza. Pure Chirone era nella stanza e fissava preoccupato la barella.
Quando Will le alzò la maglietta, una grossa ferita le percorreva tutto l’addome in diagonale, facendo uscire copiosamente sangue. Will le fece un’iniezione di anestesia e poi cominciò a pulirla e a ricucire lo strappo. Il volto era pallido e senza vita.
                << È… troppo grande. >> mormorò Annabeth. << Avrà solo qualche anno in meno di me. >>
                << Non è normale. >> concordò Jason.
                << Magari è già stata riconosciuta e non lo sappiamo. >> cercò di essere positivo Chirone incrociando le braccia al petto.
Dopo ore di operazioni elaborate, di formule in greco antico, di strani movimenti con le mani da cui usciva una luce gialla-arancio e di conati di vomito da parte di Hazel, il figlio di Apollo le avvicinò alla bocca chiusa un cucchiaio di ambrosia e la coprì con una coperta leggera.
Si asciugò le mani e la fronte con un camice e si avvicinò al gruppo di ragazzi.
                << Sopravvivrà. >> annunciò. << Ma è stato difficile salvarla. >>
                << Sai cosa l’ha ridotta così? >> chiese Frank.
                << Probabilmente un grosso mostro. Ho visto ferite del genere solo da parte di chimere o manticore. >> spiegò. << Ma dovete chiedere a Edward per i dettagli. Il mio lavoro qui è finito, per cui, se non vi dispiace, vado a riposarmi. >> sbuffò visibilmente stanco.
I ragazzi lo lasciarono passare e Chirone lo ringraziò personalmente per il suo ottimo lavoro.
                << ….Nico…. >> fu quasi un sussurro quello che uscì dalla bocca della ragazza mezza svenuta.
                << Qualcuno potrebbe andare a cercare Nico? Penso proprio che la ragazza abbia qualcosa a che fare con lui. >> mormorò Chirone seriamente.
Hazel acconsentì e partì alla ricerca di suo fratello.
 


Nico era corso via non appena l’aveva vista in faccia. Il terriccio e il sangue non erano riusciti a nascondere la somiglianza del suo viso con quello di…... non riusciva nemmeno a pensarci. Ringhiò e calciò un sasso dentro al bosco. Stige infernale! Proprio a lui doveva capitare? Sbuffò più volte comminando avanti e indietro sul suolo ricoperto di aghi. Maledetti gli dei! Maledetti loro e i loro figli e i figli dei loro figli e i figli dei figli dei…. Prese a pugni un albero fino a farsi male alle nocche colpendo la corteccia robusta.
Una ninfa lo sgridò usando un linguaggio più che colorito, così si allontanò stringendo le mani a pugno.
La fortuna non girava affatto in suo favore.
Maledette Parche e maledetto il loro destino! Nico odiava il proprio destino.
                << Nico? >> qualcuno lo stava chiamando dal margine del bosco. Nessuno ci si avvicinava, se non per la caccia alla bandiera. Il bosco era colmo di mostri, ma lui non aveva paura.
                << Nico? >> lo chiamò ancora la voce. Riconobbe Hazel e decise che non sarebbe stato giusto farla preoccupare per niente. Cercò di ricomporsi e, con la sua solita espressione seria in volto, uscì dalla penombra della foresta.
                << Va tutto bene? >> gli chiese la sorella preoccupata.
                << Sì. >> rispose evasivo.
Hazel spostò lo sguardo verso le mani da cui gocciolava il sangue. Nico velocemente le mise dietro alla schiena, mostrandosi il più normale possibile.
                << Cosa volevi? >> domandò.
                << Chirone ha detto che dovresti andare dalla ragazza nuova, visto che continuava a ripetere il tuo nome. È molto grande per essere ancora in circolazione. Forse tu puoi riuscire a capirci qualcosa. >> sembrò implorarlo di provarci.
Nico fece una brutta smorfia. << Non posso aspettare che si svegli? >>
                << Sì, credo di sì. >> acconsentì Hazel.
Nico annuì appena e si incamminò verso la sua cabina. Voleva stare un po’ da solo.
                << Nico? >> lo chiamò ancora sua sorella.
Lui si voltò di malavoglia. << Sì? >>
                << Se c’è qualcosa che non va, a me puoi dirlo, okay? >> gli disse aggiungendo un dolce sorriso alla fine. Come poteva dire di no a lei?
                << Certo, grazie. >> disse semplicemente, sentendosi in colpa per averle mentito spudoratamente.
Si voltò e con passo stanco si diresse alla capanna tredici, ignaro di quello che stava in verità succedendo dentro all’infermeria.
               


                << Sono arrivata al Campo, padre. >> disse May ferma.
Sapeva che era in ascolto per lei. Infatti, dopo poco ottenne la risposta.
                << Ottima lavoro, figlia mia. >> si congratulò Morfeo. << Grande idea quella di andare in coma per parlare con me. Sei molto più abile e coraggiosa di quanto pensassi. >>
May si sentì lusingata.
Era facile creare un finto coma per lei. Era come essere perennemente in un sogno, potendosi svegliare a piacimento e la cosa migliore era che lei sapeva controllarli i sogni.
                << Appena lo conoscerò, cercherò di diventare sua amica per guadagnarmi la sua fiducia e farlo confessare. >> spiegò il suo piano al padre.
                << È comunque un figlio di Ade, sarà difficile entrare nelle sue grazie. >> ringhiò Morfeo.
                << Allora abbi fiducia in me. >>
                << Io credo in te May. So che puoi farcela. Per tua madre. >> l’incoraggiò dolcemente. << Ora svegliati e affrontalo. Se avrai bisogno di me, basta che ti addormenti, io seguirò tutti i tuoi sogni. >>
                << Grazie, padre. Addio. >> lo salutò controllando il sogno e uscendo dal baratro del coma dove era entrata.
Sapeva cosa fare e sapeva come. Nico Di Angelo si sarebbe ritrovato come migliore amica la sua peggior nemesi.






Nota dell'autrice: Siamo a venerdì per cui ecco un nuovo capitolo! Ammetto che sia leggermente corto, ma prometto di allungarli più avanti.
Bè sono stanca morta visto che è dalle 4 di questo pomeriggio che sono a teatro a fare le prove di Hip Hop per il saggio..... Credo che dormirò fino a domani notte. 
In ogni caso: che gli dei vi benedicano tutti
un bacione
Silvia

P.s.: il titolo è preso dalla canzone di Shrek "My beloved monster" (per chi fosse interessato)
 
 
 
 
 
 
   
 
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