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Autore: Yuki Delleran    04/01/2009    6 recensioni
All'Horitsuba Gauken sono in corso i preparativi per il Festival di Primavera. Come la prenderà il nuovo insegnante appena trasferito in questa "scuola di pazzi"? Questa esperienza di collaborazione più o meno forzata porterà al rafforzamento di legami già esistenti e (perchè no?) a crearne di nuovi. E' una sorta di esperimento... Spero vi piaccia!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane, Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Horitsuba Festival 03 Disclaimer: tutti i personaggi di Tsubasa Chronicle, XXXHolic e delle altre opere citate appartengono alle © CLAMP.




HORITSUBA FESTIVAL

di
Yuki Delleran



03
***
Preludio
(Kamui)


Kamui Shiro si infilò la maglietta pulita e uscì dagli spogliatoi con i suoi compagni. Gli allenamenti andavano alla grande, Suwa-sensei era davvero un buon insegnante ed era sicuro che grazie a lui la sua classe sarebbe riuscita a guadagnare almeno un paio di medaglie alle imminenti gare d’istituto. Era forse l’unico insegnante con cui si sentisse a proprio agio, anche perché non era costretto a stargli seduto di fronte in silenzio. Da quando aveva lasciato l’Istituto Clamp per trasferirsi all’Horitsuba Gakuen, le sue lezioni erano lei uniche in cui riusciva a rilassarsi.
«Kamui-chan! »
Quella voce. Quella voce era uno dei motivi principali del suo stress. L’altro si chiamava Seishiro Sakurazuka, ma al momento non voleva pensarci.
«Non chiamarmi in quel modo! » esclamò rivolto al ragazzo moro dagli occhi dorati che lo seguiva.
«Kamui-chan, » continuò imperterrito Fuma Mono. «Sei davvero forte nella staffetta, non pensavo che fossi così veloce! Bhè, forse avrei dovuto dedurlo da come scappi da me…»
Fuma ridacchiò e Kamui sentì rizzarsi i capelli sulla nuca. Perché quel tizio lo perseguitava? Cosa aveva fatto di male? Aveva sperato che cambiando scuola se ne sarebbe liberato, invece Fuma l’aveva seguito. Stava diventando il suo incubo.
«Ho sentito che forse Suwa-sensei mi metterà al posto di Watanuki. » stava intanto dicendo Fuma. «Sarebbe fantastico correre insieme!»
«Correresti al massimo con Kunogi. » ribatté Kamui mentre varcavano la porta della classe.
Si sedette al suo posto e prese a guardarsi attorno alla ricerca del fratello. Ormai erano tutti rientrati, ma di Subaru non c’era traccia e ogni volta che lo perdeva di vista Kamui si agitava. Ignorando Fuma che stava cercando di dirgli qualcosa, si avvicinò ad un ragazzo dai capelli castani che chiacchierava poco lontano.
«Li, scusami, hai visto Subaru? » chiese.
«No, mi dispiace. Quando il professore ci ha divisi in gruppi io ero con quelli di arti marziali. » rispose Shaoran. «Se non sbaglio Domeki era nel gruppo di basket con lui. »
«Grazie. » rispose Kamui per poi voltarsi verso Domeki.
«Kamui-chan! » lo interruppe Fuma prima che potesse aprire bocca.
Il ragazzo sbuffò esasperato.
«Si può sapere cosa diavolo vuoi ancora? »
«Anch’io ero nel gruppo di basket con Subaru. Verso la fine della partita è scivolato per recuperare una palla e si è sbucciato un ginocchio. Non te ne sei accorto? »
«Cosa?! » esclamò Kamui impallidendo. «Perché nessuno mi ha avvertito? »
L’agitazione si stava facendo strada dentro di lui. Il suo compito era proteggere Subaru, come aveva potuto essere così distratto?
«Non era niente di grave, calmati. » rispose Fuma. «Adesso è in infermeria, vedrai che tra poco sarà qui come nuovo. »
«In infermeria?! »
Kamui quasi gridò mentre si precipitava verso la porta evitando Fuma che tentava di fermarlo.
«Dove vai? Flourite-sensei sarà qui a momenti! »
Non andava assolutamente bene! In infermeria c’era quel pazzo, non poteva lasciare Subaru nelle sue grinfie, altrimenti il suo trasferimento sarebbe stato completamente inutile! Non voleva più vedere Subaru soffrire.
Percorse il corridoio di corsa rischiando di travolgere Fay Flourite che arrivava dalla direzione opposta.
«Dove vai, Shiro-kun? La lezione sta per cominciare. » lo sentì dire ma si limitò a rispondere un «Mi scusi, sensei. » senza fermarsi.
Quando arrivò davanti alla porta dell’infermeria, la spalancò di colpo senza curarsi di bussare. Se avesse visto le mani di quell’uomo su suo fratello, lo avrebbe ucciso, ma la scena che vide fu completamente innocua. Suo fratello era seduto su una sedia mentre Seishiro Sakurazuka era chinato davanti a lui. Entrambi si erano voltati verso la porta con espressioni stupite, Sakurazuka con ancora in mano il cerotto che stava applicando sul ginocchio del ragazzo.
«Kamui, è il modo di entrare? » lo rimproverò bonariamente Subaru.
«Stai bene? È tutto a posto? Questo disgraziato ti ha fatto qualcosa? » esclamò Kamui ignorando l’appunto.
«Sto benone, è solo una sbucciatura. Seishiro-san mi ha medicato…»
«Allora se ha finito, andiamo. La lezione di chimica sta iniziando. »
Così dicendo Kamui tolse di mano a Seishiro il cerotto, prese Subaru per un braccio e lo trascinò fuori dall’infermeria.

Quando rientrarono in classe scoprirono che oltre a Flourite-sensei, c’era anche Suwa-sensei e sembrava fosse in corso una discussione per scegliere la trama dello spettacolo che i due avrebbero curato.
«Potremmo mettere in scena un classico della letteratura come “Romeo e Giulietta”.» propose Himawari Kunogi.
L’espressione di disgusto sui volti della parte maschile della classe si rifletté su quello di Kurogane. Fay spostò gli occhi azzurri dagli studenti al collega e ridacchiò.
«Kurotan-sensei pensa che sia una storia troppo melensa. » disse. «Altre proposte? »
«Potremmo riprodurre in chiave teatrale la rivolta della fine dello shogunato. » disse Shizuka Domeki.
Questa volta furono le ragazze a storcere il naso.
«Così non ci sarebbero altro che battaglie…» protestò Tomoyo Daidoji.
Fay sbirciò di nuovo di sottecchi Kurogane. Questa volta il suo sguardo era acceso di interesse. Oh, sì, a Kurogane sarebbe piaciuto un sacco ma lui si sarebbe annoiato a morte. Ci voleva un’altra soluzione.
«Qualche altra idea? Dobbiamo trovare qualcosa che metta d’accordo tutti. » disse.
«Cosa ne pensate di una favola? » propose Sakura Kinomoto.
«Io ho un’idea. Abbiamo in classe due gemelli, potremmo utilizzare una trama basata sullo scambio di persona. » si intromise Kimihiro Watanuki. «Tipo “Il principe e il povero”. »
A quelle parole Kamui si irrigidì e si preparò a protestare accanitamente, ma le sue parole vennero anticipate.
«No, questo no. »
Era stato Fay a parlare e pur mantenendo il consueto sorriso rilassato, il tono della sua voce era inaspettatamente fermo. L’intera classe, compreso Kurogane, lo fissava stupito.
«Oh, andiamo, non guardatemi così! » esclamò passandosi una mano sulla lunga frangia bionda. «Ho solo pensato che non fosse carino penalizzare uno studente in favore di un altro! »
Gli studenti risero della sua espressione imbarazzata ma Kurogane non staccò gli occhi dalla sua mano che stringeva il bordo della cattedra.
Kamui sospirò di sollievo e spostò lo sguardo su Subaru. Inaspettatamente il ragazzo alzò la mano.
«Io ho un’altra idea. Potremmo fare una leggenda fantastica. Ne ho in mente una che mi raccontava mia nonna, si chiama “La leggenda dei Cavalieri Magici”. » disse.
Mentre tra i banchi serpeggiava un mormorio interessato, Kamui sgranò gli occhi violetti. Quello era un ricordo della loro infanzia, come poteva Subaru metterlo alla mercé di tutti senza consultarlo?
«Bhè, sembra proprio che tu abbia destato interesse, Sumeragi-kun. » constatò Fay. «Cosa ne dici di raccontarci questa leggenda? »
Kamui si aspettava che almeno in questo momento Subaru chiedesse la sua approvazione, ma il ragazzo non lo guardò nemmeno e cominciò a raccontare.
«Una volta, in un paese chiamato Sephiro, viveva una bellissima principessa di nome Emeraude…»

A lezioni terminate Fay raggiunse la sala professori per compilare l’ultimo registro prima di potersene andare a casa a godere del suo meritato riposo. Yuui aveva finito prima ed era già rientrato quindi probabilmente gli avrebbe preparato una delle sue proverbiali cenette. Che adorabile fratellino! Era sempre così premuroso con lui. Sorridendo, si sedette alla scrivania. La giornata era andata benone, finalmente avevano scelto il tema dello spettacolo e l’indomani sarebbero stati assegnati i ruoli. Non vedeva l’ora! Non si accorse della presenza dietro di lui finché una mano non si posò sulla sua spalla.
«Kuro-san! » esclamò entusiasta quando lo riconobbe. «Anche tu ritardatario? »
Kurogane non dette segno di aver sentito la domanda.
«Non è mia abitudine impicciarmi degli affari degli altri, ma in questo progetto sono coinvolto anch’io. » disse invece. «Qual è il problema? »
Fay spalancò gli occhi ostentando un’espressione stupita.
«Ho solo fatto tardi a compilare il registro, Kurochin-sensei. Sei stato gentile a preoccuparti per me ma non ho nessun problema. »
Vide Kurogane aggrottare le sopracciglia e lo sguardo dei suoi occhi scarlatti farsi più affilato.
«Se avessimo messo in scena Pinocchio saresti stato un protagonista perfetto. »
A quelle parole Fay sentì uno strano dolorino farsi strada tra il suo stomaco e lo sterno. Sorrise allegramente dissimulando il disagio.
«Tu invece avresti fatto un figurone come Fata Turchina! Hyuuuu! Kuro-Turchino tutto vestito di tulle blu! »
Scoppiò in una risata e vide una vena pulsare sulla fronte del collega.
«Possibile che con te non si possa fare un discorso serio?! » sbottò Kurogane.
«I discorsi seri sono così noiosi! »
Così dicendo Fay chiuse il registro e si avviò fuori dalla sala professori lasciando solo Kurogane. Meglio non pensare alle implicazioni del discorso che avevano rischiato di intavolare. Il suo passato e la sua storia appartenevano solo a lui. Era molto più piacevole concentrarsi sul suo fratellino che lo aspettava a casa con una fantastica cenetta.
Kamui era senza parole: durante la strada di rientro Subaru non gli aveva rivolto la parola e lui si era dovuto subire Fuma per tutto il percorso. Una volta a casa non aveva voluto rispondere alle sue richieste di spiegazioni e questo aveva lasciato Kamui ancora più perplesso e preoccupato. Ora, di nuovo in classe, lo ignorava completamente e Kamui non sapeva più che pesci pigliare. Quando lo vide alzarsi all’intervallo per il pranzo e avviarsi all’uscita senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, decise che ne aveva abbastanza.
«Subaru, dove stai andando? » chiese raggiungendolo.
Gli occhi verdi del ragazzo lo fulminarono.
«Non credo che la cosa ti riguardi. »
Quelle parole shockarono Kamui. Da quando Subaru gli rispondeva in quel modo? Da quando c’era quell’astio nel suo sguardo? Non riuscendo a trovare una risposta, rimase immobile sulla porta a guardarlo allontanarsi nel corridoio. A riscuoterlo da quello stato di stupito stordimento, fu la voce di Fuma.
«Kamui-chan, pranziamo insieme in terrazza! Oggi mia sorella mi ha preparato un bento stratosferico! »
La sorella di Fuma, più giovane di lui di un anno e di salute piuttosto cagionevole, era rimasta all’Istituto Clamp anche dopo che il fratello si era trasferito all’Horitsuba per seguire (perseguitare?) Kamui. Nonostante questo gli preparava sempre di pranzetti deliziosi. A pensarci bene la sua situazione e quella di Fuma si assomigliavano, forse poteva chiedere un suo parere. Sarebbe stata la prima volta che tentava di fare conversazione con il compagno. Presa questa decisione, lo seguì in terrazza.
«Senti, Fuma…» esordì mentre mangiavano.
A sentirsi chiamare per nome, gli occhi dell’altro ragazzo si illuminarono di gioia.
«Tutto quello che vuoi, Kamui-chan! »
«Mi chiedevo…» continuò Kamui titubante. «Tu hai una sorella, giusto? Ti è mai capitato che si comportasse in modo strano? Che so? Smettere di parlarti, non calcolarti nemmeno o comportarsi come se le dessi fastidio. »
Fuma rimase in silenzio per qualche momento lasciando sulle spine Kamui che iniziava a sentirsi stupido.
«Bhè, Kotori è una ragazza d’oro. A volte capita di bisticciare ma mai niente di serio. Del resto credo sia impossibile litigare con lei. Ora che ci penso una volta è capitato che si comportasse come se fosse infastidita da me, ma per fortuna è stato un periodo breve. »
«Per quale motivo lo faceva? » incalzò Kamui.
«Bhè, perché si era presa una cotta per te. » rispose semplicemente Fuma, poi sembrò riflettere su quello che aveva appena detto.
«Perché lo vuoi sapere, Kamui-chan? Non ti piacerà Kotori, spero! »
Il ragazzo non fece in tempo a rispondere che si trovò il naso dell’altro a un centimetro dal proprio.
«Ricordati che tu sei solo mio, non ti lascerò a nessuno, nemmeno alla mia sorellina. »
Quel tono di voce insolitamente serio paralizzò Kamui per un attimo, ma non appena il ragazzo realizzò il significato di quelle parole, si riprese a sufficienza per allontanarlo con uno spintone strillando: «CHE DIAVOLO STAI DICENDO, MANIACO!! »
Si rialzò infuriato e lasciò la terrazza: quella di parlare con Fuma si era rivelata una pessima idea.

«Ricapitolando! » esclamò Fay il giorno successivo. «Kinomoto sarà la principessa, Li il grande sacerdote che la tiene prigioniera, Daidoji la maga che aiuta i cavalieri. I tre Cavalieri Magici saranno Domeki, Shiro e Watanuki. Sumeragi, tu ti occuperai di scrivere la versione riveduta e corretta del copione. Mono aiuterà Kurorin-sensei con le scenografie e Kunogi collaborerà con Daidoji per i costumi. » Kurogane, al suo fianco dietro la cattedra, digrignò i denti.
«La vuoi piantare di chiamarmi in quel modo davanti agli studenti, idiota? » sibilò.
«È molto più diseducativo che tu mi chiami idiota. » cinguettò Fay facendosi sentire chiaramente da tutta la classe e facendolo infuriare ancora di più.
L’intera scolaresca rise divertita della scenetta e Kurogane sembrò seriamente sul punto di uccidere il collega. Kamui si limitò ad osservare in un silenzio imbronciato: nonostante fosse stato scelto come attore principale e fosse Subaru a curare il copione, non riusciva a gioirne. Il fratello infatti continuava a non degnarlo di uno sguardo o una parola di spiegazione, in compenso, quando era senza di lui, sembrava molto più allegro del solito e questo lo indispettiva. Inoltre non riusciva a togliersi dalla testa le parole di Fuma sulla terrazza e questo non lo indispettiva, lo faceva infuriare!
Rimuginando sui suoi guai non si accorse nemmeno che Fay-sensei aveva terminato l’assegnazione dei compiti.
«Bene. Vi ricordo che da domani le lezioni saranno sospese fino al termine del Festival ma la frequenza rimane comunque obbligatoria. » finì di spiegare il professore. «Dopo l’intervallo cominceremo a provare alcune battute. Potete andare. »
Con la coda dell’occhio, Kamui vide Subaru afferrare il suo bento e uscire dalla classe in tutta fretta. Chissà dove spariva sempre in quei giorni? Stavolta l’avrebbe scoperto. Riuscì a seguirlo fino ad un certo punto senza farsi notare, ma quando svoltò l’angolo del corridoio del piano terra lo perse di vista. Mentre si guardava attorno chiedendosi dove fosse finito, vide venirgli incontro l’eterna fonte del suo nervosismo.
«Hai perso qualcosa, Kamui-chan? » chiese candidamente Fuma.
«Sì, la pazienza! » sbottò Kamui seccato. «Hai visto mio fratello? »
Il ragazzo tentennò abbassando lo sguardo.
«Veramente non saprei…» cominciò, ma Kamui lo interruppe bruscamente.
«Non tergiversare! Se l’hai visto voglio sapere dov’è! »
«Bhè…»
Le pupille ambrate di Fuma scattarono per un attimo di lato e in quella frazione di secondo Kamui si rese conto che in realtà quel corridoio non portava da nessuna parte. L’ultima porta in fondo era quella dell’infermeria, l’infermeria di quel maledetto Seishiro Sakurazuka. No! Kamui scattò d’istinto verso la porta. L’idea che si era affacciata alla sua mente lo disgustò al punto che non si fermò a riflettere nemmeno un istante. Era già a metà corridoio quando Fuma gli si parò davanti tentando di bloccarlo.
«Senti, Kamui-chan, perché non usciamo un attimo in cortile? Devo parlarti di una cosa importante. » disse.
«Levati! » ringhiò Kamui ignorando le sue parole, ma Fuma non demorse.
«Non credo che dovresti andare là. Davvero, sarebbe un grosso errore. »
«Non me ne frega niente di quello che credi! » esclamò Kamui scansandolo e spalancando di schianto la porta dell’infermeria.
La scena che gli si presentò davanti agli occhi gli fece gelare il sangue. Non era per niente l’immagine innocente che aveva visto due giorni prima. Subaru era appassionatamente abbracciato a Sakurazuka e le mani dell’uomo si trovavano sul corpo e tra i capelli del ragazzo. Si stavano baciando e Kamui provò l’istinto di urlare, anzi probabilmente urlò davvero perché i due si voltarono di scatto con espressioni stupefatte.
«Ka… Kamui…» balbettò Subaru sbiancando.
«Tu! » ringhiò il ragazzo con disgusto indicando Seishiro. «E… e tu! Dopo tutto quello che…»
In quel momento sopraggiunse Fuma con espressione rassegnata.
«Te l’avevo detto che sarebbe stato un errore. » disse. «Ma anche tu, Seishiro-san, sei scemo! Potevi chiudere la porta a chiave! »
Kamui si voltò di scatto verso il compagno, gli occhi violetti dilatati dallo stupore.
«Tu lo sapevi… e non mi hai detto niente! »
Era troppo, decisamente troppo. Non sarebbe rimasto in compagnia di quella gente disgustosa un minuto di più! Girò sui tacchi e corse via lungo il corridoio.
«Ah, l’arte della fuga…» sospirò Seishiro teatralmente.
Subaru gli lanciò un’occhiataccia.
«Smettila, Seishiro-san, non è uno scherzo! Kamui sarà sconvolto, devo andare a parlargli. »
Per tutta risposta il medico lo circondò con le braccia e se lo strinse addosso.
«Lascia che ci vada mister Tatto-da-elefante. » disse indicando Fuma. «Puoi restare qui ancora un po’, non abbiamo mai molto tempo per vederci. »
Subaru sorrise teneramente e si abbandonò tra le sue braccia mentre Fuma si esibiva in una smorfia.
«Vai e colpisci, Romeo! » lo incoraggiò ancora Seishiro, ma prima della fine della frase, il ragazzo era già fuori dalla stanza.

La terrazza. Un classico. Originalità zero. Se si fosse fermato mezzo secondo a pensare probabilmente avrebbe scelto un rifugio meno ovvio e ora non si sarebbe trovato quell’idiota davanti.
«Vattene! » esclamò Kamui. «In questo momento sei una delle due persone più odio in assoluto sulla faccia della terra! Sparisci! »
«Kamui-chan…»
«E non dire “Kamui-chan” come se fossi qui per consolarmi, maledetto! Tu eri d’accordo con lui! Con quel…»
La sua voce si spezzò. No, maledizione! Non poteva mostrasi in quel modo!
Improvvisamente sentì le braccia di Fuma circondarlo.
«Lascia che ti spieghi…»
Kamui si divincolò respingendolo.
«Non toccarmi! Non c’è proprio niente da spiegare! Tu non sai niente di noi! È solo colpa di quel maledetto se Subaru si comporta così con me! Lo odio da morire! Dopo tutto quello che gli ha fatto passare! »
L’espressione di Fuma era leggermente perplessa.
«Cosa gli ha fatto passare? »
Kamui non aveva intenzione di raccontare a lui la sua storia, era davvero l’ultima delle sue intenzioni, ma le parole uscirono da sole.
«Perché credi che Subaru sia stato trasferito all’Horitsuba un anno fa? Non certo per quella storia del divorzio dei nostri genitori! No, alle orecchie della nonna, capofamiglia dei Sumeragi, erano arrivate delle voci di una strana relazione tra mio fratello e il medico della scuola. La nonna è molto tradizionalista e dopo aver ripreso in casa mia madre, ha preteso che Subaru andasse con lei e lasciasse l’Istituto Clamp. Rischiava di scoppiare uno scandalo, così tutto è stato organizzato in fretta e furia. A sentir loro l’hanno fatto per il suo bene, ma intanto io non ho visto mio fratello per un anno ed ero sempre io a sentirlo piangere al telefono! Non perdonerò quel maniaco per averlo fatto stare male! Subaru è cagionevole di salute, devo prendermi cura di lui, non voglio che soffra ancora! »
«Quindi è per questo che hai aderito allo scambio culturale tra l’Horitsuba e l’Istituto Clamp. » commentò Fuma che non si era posto tanti problemi quando si era trattato di decidere se seguire o no Kamui in una nuova scuola.
«Ovvio. » fu la risposta lapidaria.
Fuma sembrò indeciso, come se stesse ponderando se continuare il discorso o meno, poi decise di parlare.
«In tutta sincerità un po’ Subaru lo capisco. » disse. «Anch’io eviterei una persona che mi sta col fiato sul collo. »
L’espressione di Kamui si oscurò di nuovo e il ragazzo tornò ad alzare la voce, adirato.
«Tu sei l’ultima persona al mondo che può permettersi di dire una cosa del genere! Senza contare che eri in combutta con quello schifoso dottore per adescare mio fratello alle mie spalle! »
«Guarda che qui nessuno vuole adescare nessuno. » tentò di farlo ragionare Fuma. «Seishiro-san ci tiene davvero a tuo fratello e ti assicuro che la cosa e reciproca. Per questo mi hanno chiesto entrambi di starti alle costole in modo da lasciarli tranquilli per un po’. Subaru temeva proprio questa tua reazione e se proprio lo vuoi sapere, ha smesso di parlarti perché quando sei andato a prenderlo in infermeria si è sentito offeso. Va bene l’affetto fraterno, ma lascia che faccia le sue scelte da solo. »
Quelle ultime parole mandarono Kamui su tutte le furie.
«Tu non sai assolutamente niente di noi! » gridò di nuovo. «Parli tanto ma non capisci niente di me! Lasciami in pace! »
Di nuovo in preda all’istinto di fuggire, Kamui abbandonò la terrazza e scese di corsa le scale che portavano ai corridoi delle aule. Proprio sull’ultima rampa rischiò di travolgere qualcuno che saliva.
«Ti sei fatto male, Shiro? » chiese una voce gentile.
Kamui alzò gli occhi e si trovò davanti Yuui-sensei. Stava per rispondere che era tutto a posto quando quello parlò di nuovo.
«Mamma mia, che brutta faccia. Mi sa che non stai bene per niente. C’è ancora tempo prima della fine dell’intervallo, andiamo nella mia aula, ti preparo un thè. »
Non era decisamente dell’umore per un colloquio con un insegnante, ma i gemelli Flourite erano il suo punto debole e non riusciva mai a dire loro di no. Erano disarmanti, ognuno a modo suo. Così si trovò ad annuire e a seguire Yuui nel laboratorio di economia domestica.
Poco dopo, davanti a una tazza di thè fumante, si sentiva un po’ più calmo.
Yuui sorseggiò tranquillamente il suo thè, poi si rivolse a Kamui con la sua consueta espressione gentile.
«Forse urlerai anche a me che non capisco niente, però vorrei darti un consiglio. »
Kamui arrossì fino alla punta delle orecchie.
«Mi… mi ha sentito? » balbettò.
«Bhè, credo ti abbia sentito tutta la scuola… Comunque volevo dirti solo che se hai bisogno di aiuto, di un consiglio o anche solo di fare una chiacchierata, io sarei felice di poterti dare una mano. So bene cosa significa avere un gemello e anche cosa significa avere un gemello innamorato. Inoltre capisco anche cosa si prova quando il proprio interesse per una persona viene costantemente rifiutato a favore di qualcun altro. »
Quelle parole stupirono il ragazzo e ancora di più il velo di tristezza che per un momento aveva offuscato lo sguardi cristallino di Yuui.
«Fay-sensei è innamorato? » chiese incredulo. «E anche lei? »
L’idea di una persona stramba come Fay alle prese con le pene d’amore gli appariva assurda.
«Diciamo che è una sensazione. » rispose Yuui. «Lui ancora non se n’è reso conto ma penso che non tarderà a farlo. Quanto a me… credo sia un partita persa perché lei ha già una persona importante, quindi non è il caso di parlarne. »
Kamui capì che non era il caso di insistere su quel fronte, ma allo stesso tempo sentiva il bisogno di confidarsi con qualcuno che sembrava poterlo capire. Tentennò ancora per un attimo, poi decise che di Yuui poteva fidarsi e si sfogò raccontandogli tutto quello che era successo: la sua preoccupazione per Subaru, l’ostilità per Seishiro, la loro difficile situazione famigliare che lo portava ad essere iperprotettivo verso il fratello e non ultima la confusione che provava nei confronti di Fuma.
«Forse Mono non aveva tutti i torti quando ti ha consigliato di essere più… elastico. » disse Yuui al termine del racconto che sembrava aver lasciato il ragazzo piuttosto provato. «Quella che posso portarti è solo la mia esperienza personale, ma spero che possa esserti d’aiuto. Fay ed io siamo rimasti orfani molto presto e abbiamo trascorso la prima infanzia in un orfanotrofio. Poi io sono stato adottato e per questo non ho potuto vedere mio fratello per diversi anni. Cosa abbia fatto lui nel frattempo, non ha mai voluto dirmelo e io non gliel’ho mai chiesto. Questo perché so che Fay non vuole. Qualunque cosa sia successa, lo fa soffrire e non vuole ricordarla. Forse un giorno me ne parlerà ma se gli stessi troppo addosso finirei per ottenere l’effetto contrario e si chiuderebbe a riccio rifiutandomi del tutto. Fay è tutta la mia famiglia quindi non vorrei mai perderlo e farei di tutto perché fosse felice, per questo devo accontentarmi di proteggerlo dall’ombra. »
Yuui ridacchiò.
«Se scoprisse che mi preoccupo così tanto, non me lo perdonerebbe mai! »
Kamui sorseggiò il suo thè scrutando la persona di fronte a lui. Non avrebbe mai immaginato che il rapporto tra Yuui e Fay fosse costruito su un così strano equilibrio. Sembravano entrambi così spensierati. «Secondo me dovresti fidarti un po’ di più della capacità di giudizio di tuo fratello. » continuò Yuui. «Certo, Seishiro-san non è una persona che ispira fiducia al primo sguardo, ma sono sicuro che Subaru è riuscito a vedere molto più in là delle apparenze. Lo sapevi che Seishiro-san non sarebbe dovuto rientrare nel programma di scambio? Ha insistito parecchio sia con la preside Ichihara che con il direttore Imonoyama. »
Quella era decisamente una rivelazione. Quindi non doveva incolpare il fato sfavorevole se si era venuta a creare una situazione del genere, era già stato tutto messo in conto da quell’orribile medico. «Ognuno tenta di realizzare i suoi desideri come può. » continuò Yuui. «Impegnandosi con tutte le sue forze anche se a volte questo significa creare problemi agli altri. Non è semplice egoismo, ma la forza di sentimenti molto radicati… o almeno credo! »
L’espressione dell’insegnante si sciolse in un sorriso e Yuui lanciò un’occhiata all’orologio.
«Questo è tutto quello che posso dirti, poi dovrai decidere da te come affrontare la situazione. L’intervallo è finito, faresti meglio a tornare in classe prima che Fay venga qui e se la prenda con me perché ti ho trattenuto. »
Kamui sorrise.
«Fay-sensei non se la prenderebbe mai con il suo adorato fratello. » disse. «È una cosa che sanno tutti. »
Dopodiché ringraziò Yuui per l’ottimo thè e uscì dal laboratorio. Mentre tornava verso l’aula si trovò a riflettere sul discorso appena sentito. Era vero che lui si preoccupava per Subaru, ma era altrettanto vero che l’intromissione di Seishiro nella vita di suo fratello aveva scatenato in lui l’irrazionale timore di essere messo in secondo piano. Se doveva essere brutalmente sincero con sé stesso, era questo il nocciolo del problema.
«Ed è quanto di più stupido potesse passarmi per il cervello. » concluse.
Sapeva benissimo di essere importante per Subaru e che non l’avrebbe né rifiutato né allontanato. Anzi, era stato il suo comportamento irrazionale a rischiare di creare una frattura fra loro. Si era davvero comportato da stupido in tutti i sensi. Subaru non era più un bambino fragile, per quanto rimanesse di salute cagionevole stava diventando un adulto in grado di cavarsela da solo. Non aveva bisogno che Kamui gli stesse col fiato sul collo. Curioso, aveva usato la stessa terminologia di Fuma… Quanto a Seishiro, sarebbe stato molto difficile che gli diventasse simpatico da un giorno all’altro, ma avrebbe fatto lo sforzo di dargli almeno il beneficio del dubbio. L’unico problema rimaneva Fuma. Possibile che quello stupido gli tornasse sempre in mente? Kamui sbuffò. Yuui-sensei aveva ragione, essere costantemente rifiutati dalla propria persona importante era davvero triste. Si sarebbe preso del tempo per pensare e nel frattempo avrebbe tentato di essere il più paziente possibile.
Quando varcò la soglia dell’aula aveva preso la sua decisione e si sentiva decisamente più tranquillo. Subaru e Fuma gli corsero incontro con espressioni preoccupate.
«Kamui, stai bene? Lascia che ti spieghi! Ti prego, non essere così arrabbiato! »
«Kamui-chan, dove sei stato? Ti ho cercato dappertutto! Mi hai fatto preoccupare! »
Il ragazzo sorrise. Gli occhi verdi di Subaru non erano mai stati così disperatamente in cerca dei suoi e Fuma sembrava davvero sincero. Per l’ennesima volta si sentì stupido.
«Ragazzi, va tutto bene, davvero. Subaru, non devi spiegarmi niente, è tutto a posto. Anzi, mi dispiace per essermi comportato da idiota e avervi fatto preoccupare. Fuma, se non hai da fare con il progetto delle scenografie, ti va di darmi una mano a provare le prime battute?»
L’espressione del ragazzo mentre annuiva sembrava quella di un cucciolo scodinzolante. Subaru invece era rimasto serio. Kamui sapeva che suo fratello l’avrebbe spremuto come un limone per sapere il motivo del suo cambiamento, ma sarebbe successo in un altro momento e per adesso andava bene così. Solo mentre si allontanava con Fuma si rese conto di aver parlato a Yuui-sensei di relazioni tra uomini che il giovane professore non aveva fatto una piega. Possibile? No, no, meglio lasciar perdere, i gemelli Flourite erano già abbastanza strani senza che ci si ponesse questo genere di domande su di loro.

Imbruniva quando Fay entrò nella sala professori dove Yuui lo stava aspettando.
«Ho finito, possiamo andare. » disse.
Yuui si alzò raccogliendo valigetta e cappotto.
«Sono andate bene le prove? »
«Benissimo! » esclamò Fay entusiasta. «Shiro-kun mi sembra molto portato per la parte del Cavaliere del Fuoco e Mono-kun gli è stato di grande aiuto con le battute. Sembra che finalmente tra loro le cose si siano appianate e anche con Sumeragi-kun. Ero preoccupato…»
«I due Shiro ti stanno proprio a cuore, eh? » fece Yuui con un sorriso indulgente.
«Già. Forse perché mi ricordano qualcuno…»
Fay si infilò a sua volta la giacca e aprì la porta.
«Yuui-chan…» mormorò. «… se c’è di nuovo il tuo zampino, ti ringrazio. »
Yuui gli appoggiò una mano sulla spalla e lo precedette nel corridoio.
«Forza, andiamo a casa. Stasera ti preparerò una cenetta coi fiocchi! »


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Hyuuuuuu! Kuro-Turchino!!! Ehm... Yuui è cosìììììì intuitivo, ha già capito tutto ancora prima dei diretti interessati. Ma chi sarà la "lei" che lo rifiuta? Ammetto di essermi presa parecchia libertà su questo fronte... Inoltre assistiamo ad un altra strana manifestazione del problema di Fay... Mha... Due parole sul titolo che ha un doppio significato come la maggior parte dei titoli della storia: intende sia il preludio della recita, cioè l'inizio dei preparativi, che il preludio della storia di Kamui (il che lascia intendere che ci sarà un seguito ^_^). Ma veniamo a Kamui: credo che l'originale di X non si sarebbe mai comportato in questo modo, ma il nostro amato vampiro, calato in un contesto "normale" credo ne sarebbe capace. Voi che ne dite? Ho sforato nell'OOC? Con Fuma di sicuro e spaventosamente anche... In questa mia versione lui e Seishiro non sono fratelli ma hanno una certa confidenza dovuta al fatto che stanno entrambi "dietro" a uno dei due fratellini, chiamiamola solidarietà nella sventura... In compenso Fuma ha come sorella Kotori come in X, quindi possiamo considerare Fuma e Seishiro come i personaggi di X mentre Kamui e Subaru come quelli di Tsubasa. Quanto ai loro cognomi, sembra ormai abitudine nelle fanfiction mantenerli entrambi con la giustificazione del divorzio dei genitori (e poi diciamocelo, Subaru Shiro suona proprio male!) quindi ho pensato di mantenere questa idea. Spero di non avervi confuso ancora di più con queste mie spiegazioni, nel caso, ignoratele! ^_^
ANGOLINO DELLE RISPOSTE
Moe: Sono stracontenta che la mia storiellina ti intrighi!! Considerando che è una sorta di esperimento quasi non pensavo che potesse appassionare... Anch'io avrei voluto essere in una classe così al liceo, altro che la mia! Il "conoscente" di Sei si è fatto vivo e si è rivelato essere un Subaru più peperino del solito. ^_^ Quanto al problema di Fay, anche Kuro-chan inizia a porsi delle domande. Dovrete pazientare entrambi, si sa che Fayattolo è un tipo complicato... :-p Alla prossima!
Francesca Akira89: Buona la prima, era proprio Kamui! Certo che se Yuui sapesse cos'è successo tra Ashura e Fay è altameeeeente probabile che reagirebbe così, ma non lo sa, quindi... Ahi, sto spoilerando! Per Ashura posso dirti che è esattamente come sembra, semplicemente per tatto non sbandiera in giro "certe cose". Ai posteri l'ardua sentenza. Se resterai sintonizzata fino alla fine, scoprirai l'arcano! ^_^
E con questo è tutto anche questa volta! A presto!
YUKI-CHAN




Next -> "Try - Provare"
(Insomma, lui era un bravo ragazzo, non era per niente sicuro di essere convincente nei panni del tiranno. Senza contare che la principessa era interpretata da Sakura…)
   
 
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