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Autore: KiarettaScrittrice92    23/05/2015    3 recensioni
- Buona notte fanciulla...
- Buona notte mio Angelo...
- Ladri per sempre...
- ...bianchi e liberi!
- We can...
- ...do magic!
Questa storia è molto importante per me, ci ho messo tutta me stessa a scriverla parecchio tempo fa ed ho deciso solo ora di pubblicarla qui, per questo motivo sarà strutturata in modo diverso dalle mie altre fanfiction.
Innanzi tutto sarà divisa in tre parti (ossia tre grandi storie) che ovviamente avranno un filo conduttore che le unisce come se fossero una il sequel dell'altra.
Poi per ogni capitolo metterò l'angolo dell'autore (di solito non lo faccio con le long, ma con questa ci tengo a farlo) e lo metterò ad inizio capitolo non alla fine, pregherei tutti di leggerlo (ma se non volete pazienza).
P.S. Tutto quello che leggerete qui è strettamente collegato alle trame di Gosho, ma non sempre le seguirà alla lettera. Quindi se vedete delle incongruenze sono volute apposta (soprattutto nella storia del passato di Kaito), inoltre tutti gli spoiler della saga di Bourbon non esistono.
Per concludere il raiting giallo è messo solo per un singolo capitolo, quasi alla fine della storia, ma è tranquillamente raiting verde.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kaito & Kiaretta'
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Angolo dell'autrice:
Finalmente torniamo nel vivo della trama principale, negli intrighi del Giardino, ma ora, sebbene il punto di vista è sempre quello più vicino a Shinichi e Ran, i nostri veri protagonisti sono tornati e prenderanno il loro spazio in questa saga. Aspettatevi di tutto ragazzi! Già da ora!
Vi ringrazio mille per i bellissimi commenti che mi lasciate.
Buona lettura ^-^

La rosa rossa



Copertura di tipo C

«Bene, credo che ormai sappiate che siamo tutti coinvolti in questa storia. Anzi per chi non lo sapesse Light ha scelto anche Hakuba per la sua collezione.»
«Ma si può sapere che cos’ha intenzione di fare?» chiese Kazuha.
«Questa è una bella domanda, che purtroppo non ha ancora una risposta. Come vi ho già spiegato l’altra volta, loro facevano fare tutto il lavoro sporco ai Man In Black, quindi non sappiamo cos’hanno davvero in mente. Per ora sappiamo solamente che hanno degli scienziati che stanno lavorando per loro, creando un aiutante per l’Angelo Nero, una specie di creatura vivente.»
«Ma non avevate due persone infiltrate? Possibile che loro non riescano a riferirvi niente?» chiese Heiji.
«Purtroppo non è così facile. I ragazzi sono controllati ventiquattr’ore su ventiquattro e capita raramente che riescano a riferirci qualcosa. – fece una pausa e sospirò – Sinceramente non so neanche se vale la pena lasciarli lì a fargli rischiare la pelle. Comunque una cosa è certa, ormai il Giardino ha iniziato a macchiarsi le mani, non avendo più chi fa il lavoro per loro.»
«Quindi sarà questione di poco riuscire a incastrarli!» esclamò Kazuha.
«Sì, lo spero, ma...»
Non riuscì a finire la frase, Bianca era entrata nella stanza, proprio come l’ultima volta, anzi questa volta sembrava ancora più nervosa e agitata.
«È Kia... dice che ha bisogno di una copertura di tipo C.»
«Che cosa?» urlò Kaito scattando in piedi, poi corse verso la stanza del telefono, con Shinichi e Ran alle calcagna, lasciando Kazuha, Aoko ed Heiji nella stanza.
«Che cosa diavolo succede?» chiese dopo aver messo il vivavoce.
«Niente... ho solo bisogno di...»
«Ho capito, ma perché?»
«Come perché, per non dire ai miei tutto quanto.»
«Chiara smettila per favore, mi sto arrabbiando. Li ho creati io i tipi di coperture, so benissimo a cosa servono. Quindi ora mi dici perché devi coprire ai tuoi una ferita d’arma da fuoco!»
Ran sgranò gli occhi e strinse la mano a Shinichi, che invece si morse le labbra nervoso. Non era così che doveva andare, la voleva chiamare alla fine della riunione e farle salutare di persona Kaito e invece.
Silenzio assoluto.
«Chiara maledizione rispondimi!» urlò Kaito, sembrava davvero disperato.
«Kaito non lo so com’è successo, mi hanno preso alla sprovvista, ma è solo un graffio vedrai che passerà in fretta e poi... – un’altra voce venne dal ricevitore – ...Signorina non si possono usare cellulari in ospedale!»
«Sei in ospedale?» Kaito sembrava sempre più furioso e allo stesso tempo preoccupato.
«Accidenti... Senti Kaito devo andare. Stai tranquillo... io... io sto bene, davvero, ciao!»
«No, Kiaretta non staccare oppure vengo...» non ebbe il tempo di dire altro che la chiamata s’interruppe.
Il ragazzo tirò un pugno alla scrivania, mentre le lacrime iniziarono a scendergli sul viso.
Shinichi e Ran non sapevano che fare. Erano lì, paralizzati, senza nessun’idea in mente, anche loro sconvolti dalla notizia appena ricevuta. Dopo qualche minuto Kaito era ancora immobile, anche se le lacrime avevano smesso di rigargli il viso.
«Bianca, cerca su internet il primo volo disponibile per Torino e prenota immediatamente un posto!» disse perentorio, poi uscì dalla stanza, senza considerare i due ragazzi che però lo seguirono, fino alla saletta.
«Mi spiace ragazzi, ma dobbiamo continuare quest’incontro un’altra volta. C’è stato un imprevisto e devo partire al più presto.» disse risoluto.
«Come partire?» chiesero in coro Heiji e Aoko.
«Sì, mi spiace.»
Mentre i ragazzi si congedavano, Shinichi si avvicinò al ragazzo.
«Ehi Kaito, tutto ok?»
«Sì Kudo, scusa se ti ho fatto preoccupare, è che...» gli si bloccarono le parole in gola.
«Tranquillo, so benissimo quanto ci tieni a lei, me ne sono accorto quando quasi due anni fa mi hai chiesto di riferirle quelle cose... Ma vedrai che se la caverà. È una ragazza forte!»
«Lo so, ma non riesco a stare tranquillo, quella ragazza attira guai come il miele attira le api.»
«Vedrai che si aggiusterà tutto.»
Dopodiché si salutarono e il detective uscì insieme a Ran.
«Che ne dici di andare a prenderci una cioccolata?» chiese Shinichi mentre percorrevano la tangenziale, la stessa in cui tre settimane prima vi era stato l’omicidio del papavero.
«Volentieri.» rispose Ran.

 

«Come sarebbe a dire che parti?» chiese Aoko.
«Aoko, hai sentito. Hanno sparato a Kia...»
«Ho sentito benissimo, – disse arrabbiata – ma non puoi andare a Torino, di punto in bianco!»
«Aoko ti prego. Cerca di capirmi...»
«No, no io non capisco. L’unica cosa che so è che l’ultima volta che quella ragazza è stata vicino a te noi abbiamo litigato e tu l’hai baciata. Ora non dico che non mi fidi, ma per favore.»
«Aoko... – sorrise – È solo questo il problema? È solo gelosia?»
Le mise il braccio dietro la schiena e la spinse contro il suo corpo, per poi baciarla. Quando si staccarono.
«Io ti amo Aoko... lo giuro, ma lei per me è come una sorella ed ora ha bisogno di me.» mentì, per tranquillizzarla.
«Va bene... – disse dopo un sospiro – ma torna presto.»

  
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