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Autore: Undertaker_skull    23/05/2015    2 recensioni
"Perché piangi?", disse la ragazza divertita. "Aiutami ti prego" diceva il bambino... Piangeva, gridava, chiedeva aiuto... Tra le fiamme della sua casa, rannicchiato accanto ai suoi genitori, ormai bruciati dalle fiamme.
Lei guardò danzare affascinanti colori tra il rosso scarlatto e il giallo lucente... Ma poi si girò verso il bambino, annoiata.
"È inutile piangere, gridare o pregare, perché alla fine nessuno ti verrà a salvare..."
La ragazza, che si distingueva fra tutti quei colori, scomparve in una nube nera, mentre il bambino sconvolto continuava a lamentarsi.
La notte era buia, silenziosa e deserta; ma c'era ancora quella casa in fiamme che la illuminava.
Restò qualche momento ad ammirare quel 'panorama' e poi se ne andò, tra le strade del paesino.
"Bene bene, vediamo con chi ci dobbiamo divertire adesso." Disse con un ghigno divertito, mentre camminava e così si confondeva nella notte.
Genere: Avventura, Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era ormai quasi mezzanotte, Rik stava aspettando seduto sul sedile del volante con lo sportello aperto, mentre Tyler stava in piedi vicino all'auto, sulla strada, pensieroso.
"Bu" Disse Irina vicino all'orecchio di Tyler. Lui, dallo spavento, saltò qualche metro all'indietro e Irina scoppiò a ridere.
"Sei pazza?! Potevo avere un infarto!" Disse lui arrabbiato.
"Finiscila di ridere!" Disse subito dopo.
"Ok ok, ma non ti scaldare gioia." Disse lei divertita, prendendolo in giro.
"Ehi piccioncini, mi piacerebbe molto continuare ad osservare le vostre discussioni, ma ormai si è fatto tardi, quindi dovremmo partire." Disse Rik uscendo dall'auto. Tyler e Irina lo guardarono male per un secondo, ma poi si diressero verso l'auto. Quando tutti si sedettero sui propri posti, Rik stava per chiedere ad Irina perché sia andata da Sophie, ma si bloccò sapendo che in qualche modo avrebbe sviato la conversazione.
"Allora? Alla fine dove si va?" Chiese Rik invece.
"New Orleans!" Disse lei con un finto entusiasmo e Rik annuì e partì.
"Come mai?" Chiese Tyler.
"Ho molti 'amici' lì." Disse Irina e a quel punto Rik fece una risata soffocata, e lei lo fulminò.
"Ok ok, scusa!" Disse Rik sarcasticamente.
"Mi è stato detto che New Orleans è una città dove ci si diverte." Disse Tyler entusiasta.
"Già... Ci si diverte..." Disse Irina divertita, con un tono macabro.

Fiamme, case e persone travolte dalle fiamme. Tutto il villaggio e tutti gli alberi stavano ormai per diventare solo un mucchio di cenere. Una bambina, che stava in piedi senza muoversi, piangeva silenziosamente davanti ai corpi morti del suo fratellino, di suo padre e di sua madre, mentre le persone gridavano per il dolore e la disperazione. A un certo punto la bambina cadde in ginocchio davanti al cadavere del fratellino, poi prese il suo capo e lo poggiò sul grembo.
"Mi dispiace... Mi dispiace talmente tanto..." Disse la bambina disperata continuando a piangere.
Finché tutti le grida, i pianti non cessarono e le fiamme brillanti sulle case e sugli alberi non diventarono grigie; il tempo si era fermato. Solo gli occhi della bambina presero colore, ma non come prima, erano diventati rossi; lei si alzò e scoppiò in una risata macabra.
"Tutto qui?! Davvero sei davvero patetica!" Disse lei divertita.
"Adesso fatti vedere! Non puoi nasconderti per l'eternità!" Disse la bambina infuriata. Subito dopo si sentì una risata femminile proveniente dal nulla, ma nel cielo si alzò una nube rossa e da dentro si intravedeva una donna dalla bellezza serafica, avente la pelle bianca come il latte, le labbra rosse come una rosa, i capelli lunghi e neri come la notte, ed ecco due stelle, i suoi occhi dorati; stava scendendo dal cielo verso la bambina.
"Ne è passato di tempo, Irina." Disse la donna.
"A quanto pare non abbastanza, Lilith." Disse la bambina con una calma glaciale, e subito dopo, travolta da una nube nera, prese la sua forma di donna diciottenne. Lilith si guardò intorno divertita.
"Sai, se non avessi rovinato il momento, avresti rivisto completamente il nostro primo e ultimo incontro." Disse Lilith e a quel punto Irina scoppiò per l'ira.
"Tu! Mostro! Mi hai reso una schifosa creatura che vuole solo uccidere e uccidere ancora! Ti avevo ordinato ti non presentarti davanti ai miei occhi per nessun motivo, per l'eternità!" Disse Irina furiosa.
"Eri talmente bella quando eri una bambina, e adesso lo sei ancora di più; quando ci fu, circa 4000 anni fa, questo attacco non riuscivo a sentire le grida o i pietosi pianti degli umani, ma c'eri tu, una bambina che piangeva silenziosamente accanto al corpo della persona che amava di più... Sai era la prima volta che vedevo un umano che piangeva lacrime sincere, di amore ma allo stesso tempo di disperazione. Quindi ti ho voluto dare solo una seconda possibilità per vendicarti... e a quanto parte sei diventata uno dei demoni più potenti." Disse Lilith.
"Continui a perseguitarmi con questi stupidi sogni. Cosa vuoi?! Farmi provare amore?! Disperazione?! Sentimenti?! Sai, in questi momenti ti trovo così patetica." Disse Irina spazientita.
"Mia piccola bambina, non è come pensi, tutto quello che voglio è aiutarti; se soltanto tu mi permettessi di farlo..." Disse Lilith con tristezza.
"Come hai fatto quando ero bambina?! Mi hai ucciso, e poi mi hai trasformato in un demone vendicativo!" Disse Irina iraconda.
"Tutto quello che ho fatto, da quando ti ho conosciuto, l'ho fatto solo per te. In tutti questi secoli ti ho sempre osservato, e sarei intervenuta in qualsiasi momento se tu fossi stata in pericolo." Disse Lilith avvicinandosi a Irina.
"Perché?" Disse Irina diffidente, e a quel punto Lilith poggiò la mano sulla sua guancia.
"Perché io ti amo... Ti amo come una madre o sorella o un'amante... Qualsiasi cosa tu voglia che io sia lo sarò." Disse Lilith sorridendole amorevolmente. Irina tolse con un schiaffo, la sua mano dalla guancia e la guardò indifferente.
"Perché ti sei mostrata proprio adesso?" Disse Irina.
"Perché come tu sai, il tuo vecchio amichetto si è liberato, e vuole vendicarsi." Disse Lilith indifferente.
"Strano... Di solito sono io quella che si vendica." Disse Irina ironica.
"Cosa intendi fare?" Chiese Lilith.
"Semplice..." Incominciò Irina con un falso sorriso.
"Troverò un modo per ucciderlo." Disse infine Irina.

Subito dopo Irina si svegliò, si trovava in macchina e si era fatta mattina. Rik si era fermato forse qualche minuto prima che lei si svegliasse per mangiarsi qualcosa per colazione con Tyler.
"E invece come vuoi aiutarmi tu?" Chiese Irina e a quel punto comparve sul sedile posteriore Lilith.
"Troverò quella persona che lo ucciderà per te." Disse Lilith.
"Non ne ho bisogno, ho già il mio 'guerriero'." E guadò fuori dal finestrino dentro il bar dell'autogrill verso Tyler.
"Impossibile..." Disse Lilith impressionata.
"Vuoi mandare a combattere una battaglia impossibile uno stregone che non sa usare la magia? È una missione suicida... Inoltre pensavo ti piacesse." Continuò Lilith.
"Non ho mai detto che mi piacesse il ragazzino, forse tutti voi non avete ben capito chi sono... Io sono Asmodeo, il demone superiore della vendetta e della lussuria, uno tra i più potenti e spregevoli. Non mi importa di niente e di nessuno se non me stessa, e userei chiunque o qualche cosa per arrivare al mio scopo." Disse Irina seria. Lilith la guardò all'inizio un po' contrariata, ma poi fece subito un sorriso sadico.
"Mi piaci sempre di più." Detto questo Lilith scomparve nel nulla e lasciò Irina sola.

-#spazioautrice
Ciao a tutti! Spero che vi piaccia bla bla bla, alla prossima!
  
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