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Autore: Astrid lover    23/05/2015    3 recensioni
Hiccup ha diciott'anni e si ritrova assillato dal padre che gli parla costantemente dei doveri futuri di capo. In più il ragazzo è a capo dell'accademia dei draghi, che di certo non lo aiuta a rilassarsi. Ma solo una cosa gli stravolgerà completamente la vita. Un qualcosa di mai visto, un qualcosa che proviene dal profondo di un grazioso boschetto. Una creatura magica, divina riuscirà ad aiutarlo. Anzi, riuscirà a fargli capire che cos'è il vero amore. Ma purtroppo molteplici insidie ostacoleranno questo forte sentimento che con il tempo è cresciuto tra i giovani. Questa storia dimostra quanto l'amore possa essere potente, tanto da sconfiggere tutto quello che gli si pone dinanzi.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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POV. HICCUP
Apro gli occhi e mi guardo intorno, un po’ disorientato. Alla mente mi vengono certi ricordi del presunto giorno precedente, che sfortunatamente vengo a scoprire fosse soltanto un bellissimo sogno. Sbuffo avvilito e noto che c’è qualcosa di strano. Cioè, molto strano. Sento un peso sul mio petto e dei capelli d’oro sul collo. Abbasso il viso per vedere e … Astrid?!! Ma che cavolo ci fa nel mio letto?! La scosso leggermente per svegliarla senza infastidirla. I suoi occhi bellissimi si aprono e mi fissano innamorati.
“Buongiorno tesoro.” Sussurra. Tesoro?! Io?!
“Astrid… che ti prende?” chiedo imbarazzato.
“Come che mi prende?”
“Perché sei a dormire nel mio letto?”
“Perché ieri sera sono venuta. Non riuscivo a dormire e tu mi hai ospitato qui. E poi che c’è di strano nel dormire insieme al proprio fidanzato?” domanda guardandomi stranita.
“Ma non è stato un sogno!!! Odino santo, scusami Astrid ma… è talmente bello essere il tuo ragazzo che pensavo fosse stato un sogno!” esclamo felice ma imbarazzatissimo. Lei si mette a ridere e mi abbraccia forte.
“Mi ero spaventata. Pensavo non mi volessi più.” Dice con voce dolce.
“Come potrei non volerti? Se sei il mio sogno più grande!!” esclamo, scostandole i capelli e mettendoglieli dietro all’orecchio. Lei sorride e chiude gli occhi.
“Sono felice.”
“Ed è quello che voglio. Che tu sia felice.” Rispondo baciandola dolcemente. Ci alziamo e andiamo a fare colazione, vedendola che muore di fame. Metto in tavola due tazze di latte caldo di yak e noto Astrid assorta nei suoi pensieri, con lo sguardo fisso sui piedi nudi.
“Ehi… che c’è?” chiedo sedendomi accanto a lei, sul divano.
“Pensavo a ieri sera. Prima di venire da te ho incontrato Erin e ha criticato il mio abbigliamento. Ha detto che è da maschio, ma io le ho risposto che non mi avrebbe mai potuta separare da questi vestiti perché per me valgono troppo.” Spiega, senza staccare lo sguardo dai suoi piedi. Con un dito le alzo il mento e mi faccio guardare negli occhi.
“Non ti preoccupare per quello che dice la tua regina…”
“Non chiamarla nemmeno così.”
“Ok, non devi curarti di ciò che dice Erin. Se per te questi abiti valgono molto sono felice perché io li ho donati alla donna che amo.” Sussurro. Lei mi sorride e mi lascia un bacio a fior di labbra. Ci sediamo finalmente a tavola e consumiamo la nostra colazione. Ma c’è sempre qualcosa che non va. Guardo Astrid e la trovo persa, distratta… non presente, ma decido di non dire niente. In poco ci ritroviamo già fuori di casa a respirare l’aria di prima mattina.
“Hiccup… voglio ritrovare Tempestosa.” Dice preoccupata, abbracciandomi.
“La troveremo, non ti preoccupare.” La rassicuro, accarezzandole il capo. Senza perdere tempo saliamo su Sdentato e prendiamo il volo, diretti verso l’isola dei grandi guerrieri.
“Che pensi di fare? Sai che Dagur è bello testardo. Sicuramente vorrà ancora avere Sdentato.” Sussurra.
“Lo so, lo conosco bene ma questa volta torneremo a casa con la tua draghessa. Non posso farti soffrire, Astrid.” Rispondo accarezzandole le mani. Il volo procede alquanto silenzioso, il che trovo molto strano.

POV. ASTRID
Non ho per nulla voglia di parlare, perché so che commetterei solo un gravissimo errore. Non ho voglia di far pesare all’uomo della mia vita tutto ciò che sto passando, assolutamente non voglio che mi trovi pesante. Ma sbuffo, appoggiando la testa sulla sua schiena.
“Astrid. Ti prego dimmi che c’è? Mi fa stare male sentirti così avvilita. Non sei la mia Astrid così.” Dice accarezzando le mani che avevo allacciato sopra la sua pancia.
“Non voglio annoiarti.”
“Ma stai scherzando spero? Io sono il tuo ragazzo, sono tenuto a sostenerti nei momenti difficili. Perciò parlami.” Mi invita.
“Ok. Io Hiccup ti amo, ti amo più della mia stessa vita. Ma la cosa che mi tormenta molto e non mi lascia respirare un secondo è che non potrò avere più tanto tempo da dedicarti. Stanotte, Erin è entrata nei miei sogni e mi ha ordinato severamente di tornare a casa. Ha detto che farà in tutti i modi per ostacolare la nostra relazione perché non sopporta che una sua ninfa possa avere rapporti con un comune mortale. Ma tu per me non sei un comune essere umano, no! Tu per me sei ciò che mi tiene in vita e lei questo non l’ha capito!!” urlo arrabbiata, piena di odio e rancore. “Tutti questi anni ad aspettare, attendere qualcuno che potesse portarmi via da questa tristezza la quale mi ha accompagnato per 5 anni. Io non ce la facevo più. Ma sei arrivato tu, che hai reso la mia vita piena di felicità. Non voglio lasciarti, non voglio.”. Hiccup gira la testa verso di me e sorride, baciandomi. Apro gli occhi appena in tempo per vedere che dinanzi a noi è comparso una montagna rocciosa la quale prima non era presente. Sdentato perde il controllo e scaraventa Hiccup verso il cumulo pietroso.
“HICCUP!!!!!!” grido a squarciagola, buttandomi da Sdentato e volando verso di lui, per prenderlo. Riesco ad afferrarlo, quando sento un dolore dilaniante all’ala destra. Grido dalla fitta e il drago riesce a prenderci, portandoci a terra. Io mi stendo al suolo, con le mani sula schiena sporca di sangue e dolente.
“Astrid…” sussurra Hiccup, riprendendo conoscenza e girando la testa verso di me, steso per terra. Strabuzza gli occhi smeraldini quando mi vede lamentarmi e tinta di rosso sulla schiena. Si alza a fatica e corre verso di me, guardando terrorizzato le spalle e sfiorandole. “Oh amore mio…” dice accasciandosi a terra e accarezzandomi il viso, coperto da un velo di lacrime.
“Hi-Hiccup… o-ora, ti sto per dire u-una cosa che sicuramente n-non apprezzerai m-ma… è la verità. Non p-pian-gere, ti prego. Entro pochi giorni io lascerò la terra.” Balbetto mormorando dolente.
“C-come scusa?” chiede con un fil di voce, che falsamente maschera la sua paura.
“Le ninfe possono vivere solo 5 giorni con le ali spezzate, dopo muoiono perché la sede dei poteri che possediamo risiede nelle ali.” Sussurro.
“No… no ti prego no!”
“Hiccup… è stata Erin!”
“Cosa?”
“Sì… la montagna non c’era prima che tu ti distraessi. L’ha materializzata lei.” Singhiozzo.
“Se ne pentirà di aver fatto questo a noi!!” urla disperato. “Astrid dobbiamo tornare a casa, tu hai bisogno di risposare.” Dice, prendendomi in braccio e baciandomi. Saliamo su Sdentato e velocemente prendiamo il volo.  Atterriamo davanti all’abitazione di Hiccup, che mi riprende in braccio e una volta entrati mi fa stendere sul divano. Fuori ha preso a piovere tempestosamente e a fare freddo, come conseguenza al mio stato d’animo.
“Sdentato, il fuoco.” Ordina lui con voce ferma e decisa. I miei occhi si chiudono e le forze cominciano ad abbandonarmi. Dopo pochi minuti Hiccup mi scuote delicatamente, porgendomi una tisana calda.
“Astrid… la tua pelle sta perdendo colore…” mi fa notare, accarezzandomi una mano. Annuisco, bevendo un po’ di infuso caldo. “No ti prego Astrid… non andartene. Non è il momento giusto. Ci siamo resi conto d’amarci l’uno dell’altra solo pochi giorni fa… non voglio lasciarti già! Io non riuscirei mai a sopravvivere senza il mio ossigeno! Come farei a respirare?” chiede disperato, sprofondando il suo viso nel mio ventre, bagnandolo di lacrime.
“Hiccup… sei un ragazzo meraviglioso e assolutamente perfetto. Ma penso che tu possa benissimo sopravvivere anche senza di me.” Dico accarezzandogli i capelli.
“No non è vero!! Forse tu non capisci bene in che modo ti ami!! Sapere di perderti mi sta facendo morire!” esclama con la voce ovattata, per via della sua bocca sui miei vestiti.
“Capisco benissimo cosa provi, amore.” Sussurro, prima di sprofondare in un sonno profondo.

POV. HICCUP
Astrid non parla più il che mi allarma troppo. Alzo la faccia bagnata di lacrime dal suo ventre e la guardo, ma sono felice di sapere che sta solo dormendo. Felice relativamente. Mi alzo, non prima di averle lasciato una carezza sui capelli. Comincio a preparare la cena, magari mangiare la aiuta a riprendersi un po’ di forze e a soffrire meno. Passa una buona mezz’ora nella quale non riesco a fare a meno di piangere e mescolare ciò che avevo messo a cuocere finché non sento uno sbadiglio. Mi giro di scatto e vedo Astrid stiracchiarsi e stropicciarsi gli occhi. Corro verso di lei e mi inginocchio per starle più vicino.
“Come ti senti?” le chiedo accarezzandole la fronte.
“Un po’ meglio ma comunque sono debole.” Risponde accennando un sorriso e stringendomi la mano libera.
“Vieni, forse mangiare qualcosa di caldo ti aiuta.” Le dico guardandola negli occhi blu. Annuisce e la aiuto ad alzarsi e a sedersi sulla sedia. Verso nella sua ciotola la zuppa che ho preparato e la guardo soffiare nel piatto.
“Scusami… volevo cucinare qualcosa di diverso di un minestrone ma l’ho trovato il più adatto nelle tue condizioni.” Mi scuso, prendendole le mani e stringendole forte. In questi giorni cercherò molto più spesso un contatto fisico con lei, perché so che qualcosa me la porterà via per sempre.
“Non ti preoccupare amore. Va bene così e poi è buonissima.” Risponde sorridendo. Oh quel bellissimo sorriso… mi fa sentire molto più sollevato. Ricambio anche io e comincio a mangiare insieme a lei. Parliamo di tutto e di più e mi sembra di vedere Astrid gradualmente riprendere le forze.
“Ora stai meglio?” le chiedo lavando i piatti.
“Sì. Grazie amore. Ma se sto meglio è solo merito tuo.” Risponde alzandosi da tavola e correndo incontro a me, abbracciandomi forte.
“Ehi attenta. Non voglio che tu ti faccia male. Ora che non sei a pieno delle tue forze non esagerare con la corsa.” Dico ridendo e baciandole i capelli.
“Per te morirei.” Sussurra, ancora stretta nel mio abbraccio. Il peggio di quella frase è il suo realismo. Lei sta per morire e tutto questo a causa mia. Vengo pervaso da un’ondata di tristezza, che sembrava essere svanita prima. Sciolgo l’abbraccio e mi siedo di peso su una sedia, prendendomi la testa fra le mani.
“Che succede?!” mi chiede allarmata, raggiungendomi con passo veloce.
“La frase che hai detto. E’ assolutamente vera.”
“Certo che è vera. Ovvio che per te morirei.”
“Non intendevo in quel senso. È che stai per morire a causa mia.”
“Oh… Hiccup…” sussurra con voce dolce, mettendosi in ginocchio davanti a me per vedermi meglio. “Tesoro, stavi per perdere la vita tu.”
“Non mi interessa. Preferisco perdere io la vita invece che far morire te!” esclamo.
“E invece no. Hic, ascoltami bene.” Comincia, staccando le mani dalla mia testa e stringendole fra le sue. “Se tutto questo è successo non è per nulla colpa tua, ma di Erin. Non hai fatto nulla tu. Perciò non tormentarti, ti prego. Non voglio morire con il pensiero di lasciare il mio ragazzo triste e preso a colpevolizzarsi a vita. Ti prego no.”
“E va bene, ma solo perché me lo chiedi tu.” Rispondo dolce, guadagnandomi un sorriso felice e un tenerissimo e lungo bacio. Quando ci separiamo Astrid si dirige sul soppalco facendomi cenno di seguirla. Probabilmente vuole dormire, perciò la raggiungo. Ma appena metto piede sul piano superiore, lei come un uragano si avvinghia su di me e mi butta sul letto, continuando a baciarmi. Io ricambio, ignaro delle sue intenzioni. Ma ad un certo punto le sue mani fredde gelate scendono sui miei fianchi e cominciano a sbottonarmi la tuta alare. In quel momento la fermo.
“A-A-Astrid? Che vuoi fare?” chiedo staccandomi da lei e tenendo salde le sue mani.
“Voglio darti la mia prima, unica, ultima volta.” Sussurra tra un respiro e l’altro. Scuoto la testa.
“No, non voglio. Per svariati motivi.”
“E spiegami, sono qui.”
“Primo: non credo di essere l’uomo giusto. Secondo: non voglio che ti affatichi troppo. Per fare… quello, tu ti sfianchi. Non adesso.” Dico.
“Primo: si che sei l’uomo giusto. Togliti assolutamente questa idea da questa bellissima testa che quando vuoi sai usare molto bene, o sennò penso che mi raggiungerai nel Valhalla. Secondo: non avrei preso l’iniziativa se non ce la facessi. Per favore, voglio che tu abbia un ricordo fisico di me.” Spiega fissandomi intensamente negli occhi.
“Astrid io…” non faccio in tempo a finire la frase che lei mi blocca la bocca con un dito, azzittendomi.
“Se so cosa vuol dire amare, è a causa tua. Ti prego Hiccup, ti prego!!!” mi implora. Ma come si fa a dire di no a questi bellissimi occhi azzurri! Sorrido e riprendo a baciarla, sfilandole la maglia e aiutandola a sbottonare la mia tuta alare. In poco tempo ci ritroviamo già privi di vestiti. Questa notte sarò solamente nostra.

ANGOLO AUTORE
Ma cosa sta succedendo?! E come se la caveranno!? Scrivetemi le vostre ipotesi nelle recensioni e naturalmente non scordatevi di dire come vi sembra la storia. Baciiiiii

   
 
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